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venerdì 18 dicembre 2015

Pinker on Intelligence, Liberalism, and Economic Literacy, David Henderson | EconLog | Library of Economics and Liberty

Pinker on Intelligence, Liberalism, and Economic Literacy, David Henderson | EconLog | Library of Economics and Liberty:



'via Blog this'



Now we get to a finding that sounds more tendentious than it is: smarter people are more liberal. The statement will make conservatives see red, not just because it seems to impugn their intelligence but because they can legitimately complain that many social scientists (who are overwhelmingly leftist or liberal) use their research to take cheap shots at the right, studying conservatism as if it were a mental defect. (Fetlock and Haidt have both called attention to this politicization.) So before turning to the evidence that links intelligence to liberalism, let me qualify the connection. But the key qualification is that the escalator of reason predicts only that intelligence should be correlated with classical liberalism, which values the autonomy and well-being of individuals over the constraints of tribe, authority, and tradition. (italics in original)


...  The economist Bryan Caplan also looked at data from the General Social Survey and found that smarter people tend to think more like economists (even after statistically controlling for education, income, sex, political party, and political orientation). They are more sympathetic to immigration, free markets, and free trade, and less sympathetic to protectionism, make-work policies, and government intervention in business. Of course none of these positions is directly related to violence. But if one zooms out to the full continuum on which these policies lie, one could argue that the direction that is aligned with intelligence is also the direction that has historically pointed peaceward. To think like an economist is to accept the theory of gentle commerce from classical liberalism, which touts the positive-sum payoffs of exchange and its knock-on benefit of expansive networks of cooperation. That sets it in opposition to populist, nationalist, and communist mindsets that see the world's wealth as zero-sum and infer that the enrichment of one group must come at the expense of another. The historical result of economic illiteracy has often been ethnic and class violence, as people conclude that the have-nots can improve their lot only by forcibly confiscating wealth from the haves and punishing them for their avarice. As we saw in chapter 7, ethnic riots and genocides have declined since World War II, especially in the West, and a greater intuitive appreciation of economics may have played a part (lately there ain't been much work on account of the economy). At the level of international relations, trade has been superseding beggar-thy-neighbor protectionism over the past half-century and, together with democracy and an international community, has contributed to a Kantian Peace.
Can intelligence explain the overrepresentation of liberals and leftists in American academia? http://marginalrevolution.com/marginalrevolution/2015/12/can-intelligence-explain-the-overrepresentation-of-liberals-and-leftists-in-american-academia.html

Si diventa "intellettuali di sinistra" perché più intelligenti?

"... individuals with so-called liberal or leftist views are overrepresented in American academia... intelligence can account for most of the disparity between academics and the general population on the issues of abortion, homosexuality and traditional gender roles. By contrast, it finds that intelligence cannot account for any of the disparity between academics and the general population on the issue of income inequality..."



http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0160289615001373

Si prendono gruppi omogenei di popolazione notando se c'è correlazione tra opinioni su un punto (aborto, diseguaglianza) e intelligenza. A quel punto l'intelligenza diventa predittiva.

altra speigazione:

I have to believe that a lot of the over-representation comes from discrimination. If you ask left-wing academics, they will tell you that essentially all of the over-representation comes from intelligence. This tells you that they associate conservative beliefs with stupidity and are therefore almost certain to under-rate the intelligence of anyone who fails to chime in with the appropriate left-wing dogma when relevant topics come up in casual conversation. Arnold Kling


lunedì 21 settembre 2015

HL ITALIANO PSEUDOSCIENZE The Tyranny of Clichés: How Liberals Cheat in the War of Ideas di Jonah Goldberg - le pseudoscienze

The Tyranny of Clichés: How Liberals Cheat in the War of Ideas di Jonah Goldberg - le pseudoscienze
  • Quanta ideologia si traveste da scienza? Tanta...
  • "Sono fatti così". Sto parlando dei neri, delle donne, degli omosessuali o dei conservatori? A seconda posso essere un razzista, un sessista, un curioso o uno scienziato sociale...
  • Diffida di quelli a cui "interessano i fatti". Il mito dei fatti è decisamente ambiguo.
  • Due tipi di "scienza": quella in "cattiva fede" e quella in "buona fede selettiva"...
  • Come si capisce se possiedi una mente pro science? Semplice, basta qualche domandina sull'evoluzione, su cosa ne pensi del cambiamento climatico o delle cellule embrionali. Perchè nn chiedere nulla sull'ereditarietà dell'intelligenza? O sul dolore fetale? O sulla distribuzione delle abilità cognitive tra i sessi? O sul geoegineering? O sull'energia nucleare? O sugli OGM?...
  • La vicenda di Larry Summers. Ottimo esempio di come il dibattito debba essere soffocato in fretta e furia...
  • E la scienza di Obama? Doveva essere il suo fiore all'occhiello quando poi si affrontò la questione delle trivellazioni petrolifere: balle e censure fioccarono da tutte le parti...
  • In realtà la scienza è vista sia dalla destra che dalla sinistra come un mezzo x avvalorare le proprie posizioni..
  • L'accusa di essere anti scienza accampando motivazioni etiche mescola i piani: nessuno vuole bloccare i piromani xchè crede che il fuoco nn bruci...
  • I vecchi misuratori dei crani sono stati rimpiazzati dagli scanner cerebrali ma le inferenze infondate sono sempre lì...
  • Psicologia sociale: si fa un esperimento, per altro con campione ridotto, si isola una correlazione significativa e si formula un'ipotesi tra le tante possibili che viene poi ripresa dai giornali...
  • Ipotesi ricorrente: quelli di destra sono più stupidi. Ipotesi alternativa: quelli di destra sono meno deferenti rispetto all'autorotà accademica, quelli di sinistra sono + proni ad assecondare i loro inquisitori. Oppure a ds ci si chiede nel corso dell'esperimento "dove cazzo vogliono arrivare con tutte ste domande sceme"…
  • Chi conduce qs esperimenti? Di solito un ricercatore di psicologia sociale, ovvero di una facoltá in cui il 96% dei prof. vota a sinistra da sempre...
  • L'uomo di destra UD è spesso accusato di credere di avere "Dio dalla sua parte". Ma l'US nn è molto diverso quando sostituisce le scienze sociali a Dio...
  • Scientismo: l'assunto che la scienza possa essere applicata a qualsiasi ambito della vita e che la fede sia sempre un'intrusa. Un atteggiamento che rivela una grande nostalgia di Dio...
  • L'esempio più noto di scientismo: il marxismo. L'intellettuale come prete con il dio della scienza dalla sua parte...
  • Theodore Adorno: essere di destra denota una tara mentale...
  • Nei test adorniani per "misurare" il fascismo di una xsona la fede e il rispetto delle tradizioni erano considerate tra le cause di fascismo. Adorno vedeva un nesso tra la famiglia tedesca e il nazismo...
  • Adorno influenzó l'accademia americana, ben presto l'inclinazione politica venne fatta risalire alla struttura psicologica. Ben presto il conservatore assurse al rango di tarato...
  • Alle elezioni presidenziali nn manca mai l'appello degli psicologi: XY (ovvero il candidato americano) nn è psicologicamente adatto...
  • Non opporsi alle diseguaglianze e rintracciare del buono nel passato vengono considerati difetti mentali. Hitler, Mussolini e Reagan vengono assimilati nello stesso minestrone. Stalin e Castro? Conservatori anche loro per far quadrare i conti...
  • La psicologia influenza senz'altro l'ideologia ma le causalità grossolane della pseudoscienza al servizio della politica vanno denunciate: il mercato è la più potente forma di cambiamento e chi lo invoca? La destra, guarda caso...
  • Sospetto: come mai la stragrande maggioranza delle ricerche si focalizza sul Conservatore di Destra? Assunzione implicita: uomo di sinistra = uomo normale...
  • Per Kanazawa US è un tipo genetico nuovo: si preoccupa degli altri, anche se nn sono parenti. Questo tipo genetico prevale x la sua intelligenza...
  • Kanazawa: US, grazie alla sua intelligenza superiore, controlla ormai tutte le istituzioni, eccezion fatta x il business. È un'eccezione nn da poco. Ma soprattutto riguarda un'area che nn consente barriere ideologiche...
  • E i cristiani? per K. dovrebbero essere degli US eppure vengono esclusi e nn occupano un bel niente. Una confrrma che l'ideologia pesa più dell'intelligenza...
  • E i neri? Anche loro sono sottorappresentati nelle istituzioni. Forse perchè sono ottusi?...
  • Andiamo a vedere l'orientamento politico di chi popola le Università. Ebbene, possiamo fidarci di cosa ci raccontano certe ricerche? Meglio andarci coi piedi di piombo...
  • Simpatizzarr x le nuove idee nn è un merito a prescindrre. Quando si rivelano sbagiate? aUn bilancio al netto degli erreori è difficile da fare. E poi lo scetticismo nn è forse indice di mentalità scientifica?...
  • US teme le speculazioni sulle differenze genetiche tra razze e sessi, ma quando si tratta di ideologia si lancia alla grande...
  • Ma xchè tutto qs? Semplice: meglio delegittimare l'avversario che rispondergli...
  • Naturalmente il classico US pro science di scienza ci capisce ben poco ma è pronto a fidarsi dell'esperto di turno, che nel 90% dei casi è un US anche lui, ma qs nn conta: la scienza è scienza!
  • Lo stato dell'arte negli studi che collegano personalità e ideologia, quelli seri. L' uomo di sinistra US non è più intelligente dell'uomo di destra UD, cominciamo con lo sfatare questo mito, è cruciale distinguere gli ambiti in due sfere: economica (E) e sociale (S). USS sembra leggermente più intelligente di UDS mentre UDE sembra più intelligente di USE. D'altro canto, se consideriamo il meglio, USS sembrerebbe più curioso, il che lo indirizza verso gli studi accademici mentre UDE è più attratto dal business. Senonché nel mondo accademico, diversamente che nel mondo del business, esistono accessi per cooptazione, ovvero su base ideologica, cosicché UD trova un clima ostile se non addirittura ostracismo, il che, in presenza di preferenze già orientate altarove, induce facilmente alla rinuncia
continua

venerdì 18 settembre 2015

Ideologia e personalità

Lo stato dell'arte negli studi che collegano personalità e ideologia. L' uomo di sinistra US non è più intelligente dell'uomo di destra UD, cominciamo con lo sfatare questo mito, è cruciale distinguere gli ambiti in due sfere: economica (E) e sociale (S). USS sembra leggermente più intelligente di UDS mentre UDE sembra più intelligente di USE. D'altro canto, se consideriamo il meglio, USS sembrerebbe più curioso, il che lo indirizza verso gli studi accademici mentre UDE è più attratto dal business. Senonché nel mondo accademico, diversamente che nel mondo del business, esistono accessi per cooptazione, ovvero su base ideologica, cosicché UD trova un clima ostile se non addirittura ostracismo, il che, in presenza di preferenze già orientate altarove, induce facilmente alla rinuncia.

lunedì 16 marzo 2015

Ci vuole personalità

  1.  Gli studi più seri mettono in correlazione big 5 e ideologia. Big 5: timidezza, empatia, stabilità scrupolosità, curiosità. Poi c'è l' IQ.
  2. Sinistro: aperto e negligente
  3. Liberista: chiuso estroverso anafettivo scrupoloso
  4. I più istruiti stanno a sinistra ma i più istruiti nello specifico stanno a destra
  5. Iq e liberismo sono correlate

giovedì 13 dicembre 2012

Dove alligna lo stereotipo del nemico?


Soprattutto a sinistra:
Liberals tended to stereotype conservatives as uncaring, rather than realize that conservatives’ genuine concerns about harm and fairness are tempered by other moral values that have less value to the left, such as loyalty and respect for authority.
Distorting the picture further, liberals tend to underestimate the degree to which their fellow liberals take those “conservative” values into account when making moral evaluations. Although conservatives did this to some degree, liberals showed a stronger tendency to stereotype their political soul mates, assuming an exaggerated level of ideological purity.
 http://www.psmag.com/blogs/news-blog/political-stereotypes-liberals-conservatives-50420

venerdì 23 novembre 2012

mercoledì 16 maggio 2012

Se ce l’ abbiamo nel melone

Getto la spugna, lo faccio da inguaribile ottimista, rinuncio a ogni apologia liberista e mi ritiro alla chetichella: è tempo perso.
Cosa occorre in fondo per essere impermeabili al vangelo “mercatista”?
Molto poco: basta essere spontanei, sensibili ed empatici verso il prossimo.
In altri termini, basta essere “uomini” fatti e finiti, e della pasta migliore, stando al comune buon senso.
Il nostro cervello ci rende antiliberisti, siamo costruiti per scendere in piazza, “occupare wall street” e combattere l’ anarchia del “mercato selvaggio”; questo ci dice chi studia i nessi tra psicologia e ideologia: siamo degli “statalisti naturali”, non si scampa, ce l’ abbiamo nel melone.
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Qualsiasi brufolosa manifestazione studentesca offre uno spettacolo ripugnante, almeno ai miei occhi, ma come non riconoscerne una certa spontraneità? Il liberismo appare sempre più come un’ ideologia “vietata ai minori”. E’ impensabile sotto una certa età, è inconcepibile da tenere menti al riparo da ogni artificiosa sofisticazione
Io stesso, che mi ritengo un “militante” pro-market, faccio fatica a riconvertirmi ogni giorno: messo di fronte alla prima pagina di un giornale il primo istinto mi fa sbandare verso ricette antiliberali. Per tornare sulla strada maestra ho bisogno di concentrazione, di fare mente locale e ricalibrare il pensiero… una faticaccia.
In genere per tutti noi il “bene” non puo’ essere casuale, riteniamo scandaloso che possa emergere senza “intenzioni” specifiche, non riusciamo proprio a pensarlo come tale: se un bene si realizza, da qualche parte un Uomo della Provvidenza è in azione; così come se un Male ci affligge, dietro le quinte sta operando un Cattivone, e se proprio non è immediatamente visibile ripieghiamo volentieri sulle sempre disponibili tesi complottiste.
Da un lato converrebbe rimeditare una versione aggiornata di un concetto profondo come quello di “Abbandono alla Provvidenza”, dall’ altro i meccanismi cognitivi che ci spingono nelle braccia di Dio sono in fondo gli stessi che sviluppano la fiducia nel Big Government, da qui i nostri guai.
Spremendoci, possiamo al limite immaginare le strade che portano all’ inferno come lastricate da cattive intenzioni, ma difficilmente siamo in grado di immaginare le strade che portano al paradiso come non lastricate da alcuna intenzione.
Siamo fatti così: dopo aver pensato al Grande Problema cerchiamo la Grande Soluzione, e, una volta escogitata, sentiamo di poterci concedere un giusto riposo, il nostro lavoro intellettuale è felicemente concluso: le istruzioni ci sono, basterà demandare la loro esecuzione a un soggetto sufficientemente potente, meglio se Onnipotente. Un Governo purchessia fa proprio il caso nostro.
Rubano? Mettiamoli in galera. Ingrassano? Mettiamoli a dieta. Speculano? Regoliamoli. Evadono? Sanzioniamoli. Si arricchiscono? Tassiamoli. Scandalizzano? Censuriamoli.
Semplice no? Scendiamo dunque in piazza per urlare le nostre Soluzioni a cui solo il Maligno puo’ opporsi.
Trincerati nel baretto sforniamo Soluzioni a raffica tutto il santo giorno, basta dare per scontata la presenza di un Governo a cui passare i nostri suggerimenti, ci penserà lui. E se il governo reale tentenna, basterà potenziarlo affinché non accampi più scuse.
L’ ideologia antimarket è coriacea, non sembra nemmeno sensibile agli interessi materiali: se vinciamo alla lotteria il nostro voto politico non cambia!
Siamo dunque di fronte a una preferenza pura che dipende per lo più dal carattere: sulle modalità di questa dipendenza, poi, possiamo sbizzarrirci; esempio:
… critics of the free market are more neurotic… than proponents…
People high in Stability realize that, objectively speaking, life in First World countries is good and getting better all the time.
As long as government leaves well enough alone, our problems will take care of themselves…
People low in Stability, on the other hand, habitually blow minor problems out of proportion.
Even when they live in First World countries, they manage to convince themselves that the sky is falling.
Their typically neurotic response… is to beg for Big Brother to save them from their largely imaginary problems.
When government solutions don't work out, they misinterpret it as further proof that life is hopeless - not that their "solutions" were ill-conceived.
I liberali affannosamente hanno messo a punto una miriade di teorie per spiegare la crescente invadenza dello Stato nel corso del secolo passato: dalla diffusione di ideologie socialisteggianti, alle dinamiche parassitarie della burocrazia, si è tirato in ballo di tutto, ma poiché nessuna regge è tempo allora di accettare la spiacevole e cruda verità: se lo Stato cresce è perché lo vogliamo noi, il nostro cervello, la nostra psicologia, ne ha bisogno per pensare con meno sforzo.
… Democratic government cannot grow large, and stay large, against the express wishes of a substantial majority of the population…
Poi ci sono gli “ottimisti”, che, numeri alla mano, cercano di consolarsi: “ dopo tutto i pro-market sono tipi più intelligenti e istruiti, il futuro è loro”.
Macché: sebbene sia vero che istruzione e quoziente intellettivo tendano a crescere nella popolazione portandola su medie oggi riservate all’ élite liberista, è anche vero che lo sviluppo tecnologico avanza di pari passo.
Ma che c’ entra lo sviluppo tecnologico adesso?
C’ entra eccome! Lo sviluppo tecnologico è decisivo: solo la mancanza di mezzi in grado di conferire potenza allo Stato ci fa dubitare per un attimo del suo ruolo salvifico:
… perform a very simple thought experiment… Assume that we had no cars, no trucks, no planes, no telephones, no TV or radio, and no rail network.
Of course we would al be much poorer. But how large could government be? Government might take on more characteristics of a petty tyrant, but we would not expect to find the modern administrative state, commanding forty to fifty percent of gross domestic product in the developed nations, and reaching into the lives of every individual daily.
Think also about the timing of these innovations. The lag between technology and governmental growth is not a very long one…
Avere robuste cinghie per legare il paziente al tavolaccio è la premessa per operarlo. Avere un ferreo controllo sulla società è decisivo per “pianificarla” secondo le teorie elaborate al bar o nei centri studi: noi abbiamo continuamente delle idee e vogliamo “più Stato” affinché esista una Potenza che le realizzi; non appena i mezzi lo consentono, ce lo prendiamo.
Lo sviluppo tecnologico foraggia la tentazione "centralista" imponendo così una melanconica conclusione: il mercato genera innovazione e l’ innovazione genera statalismo. Non vedo vie d’ uscita: getto la spugna e mi defilo alla chetichella.
Alan Gerber et al: Personality Traits and the Dimensions of Political Ideology
Tyler Cowen: Does Technology Drive the Growth of Government?

lunedì 14 marzo 2011

Psico-Parlamento

Curioso l' ultimo libro di Felice Cimatti. Tesi: l' uomo è un Comunista Naturale (qui la stroncatura di Libero).

Mi sa che Cimatti unisca concetti diversi come quello di Copyright (oggetto astratto) e quello di proprietà privata (oggetto concreto). La critica al primo istituto si applicherebbe in automatico anche al secondo riaprendo la via al Comunismo. Veramente lui non parla proprio di Copyright ma di Linguaggio: se il linguaggio che usi è anche mio, perchè non dovrebbe esserlo anche la "tua" mano?

Rimanere perplessi è più che lecito in casi simili.

Con questo non volgio dire che naturalismo e ideologia non possano incrociarsi in modo proficuo. Penso alle ficcanti ricerche sui legami tra ideologia e psicologia naturale, specie dopo che agli studiosi hanno comniciato a segnalare la sorprendente flebilità del nesso tra interessi materiali e voto politico.

La suddivisione destra/sinistra sembra limitante, cerchiamo di costruire uno psico-parlamento avvalendoci di questo schemino che collega i Big Five della personalità all' ideologia professata (clicca per espandere):




Il libertario risulterebbe un tipo con molti contatti sociali ma pur sempre concentrato nel suo mondo, poco empatico, scrupoloso ed emotivamente stabile.

Tutta roba da approfondire, comunque, i conti che non quadrano sono ben esposti qui.

p.s. Riuscite ad immaginarlo Marchionne che concede una "serena" intervista alla radio pubblica rappresentata da Felice Cimatti? E Ricci che interloquisce amabilmente con l' imparziale Loredana Lipperini? Conoscendo i retroscena corre un brivido sulla schiena pensando a cosa sia in realtà la "voce di tutti".