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martedì 1 dicembre 2015

Midas Paradox di Scott Sumner


Midas Paradox di Scott Sumner
  • per capire la grande depressione bisogna guardare sia alla domanda che all'offerta. concentrarsi sull'una o sull'altra è deleterio: la caccia all'oro e il tentativo artificioso di alzare i salari sono centrali per l'innesco
  • la politica monetaria ristretta, insieme ai salari sostenuti hanno pesato molto
  • guardiamo ai pressi delle azioni, del denaro, delle merci: il mercato sa prevedere, non sta a guardare, sfruttiamolo come indicatore
  • complicazioni: la stessa manovra puo' essere espansiva o contrattiva. il fallimento a far passare certe leggi puo' essere contrattivo perché segna un'impotenza del legislatore ma espansivo per il contenuto di quella legge
  • Business cycles are mostly caused by the interaction of sticky nominal wages and nominal shocks.
continua

mercoledì 25 novembre 2015

The Midas Paradox di Scott Sumner - terzi - grande depressione del 1929


The Midas Paradox di Scott Sumner - terzi - grande depressione del 1929
  • il gold standard spiega la depressione
  • la fed aumenta la domanda di oro
  • i privati fanno incetta di oro
  • a livello mondiale il prezzo dell'oro s'impenna
  • i salari sono rigidi per colpa del new deal, un vero disastro che ha prolungato la depressione. l'evidenza è stringente
  • cause: una politica pubblica disastrosa: sia a livello monetario (il vincolo gold) che a livello di regolamentazione (aumento salari reali!)
  • se sulle regole qualcosa abbiamo imparato, sulla moneta meno
  • politica industriale: mancanza di coordinamento 8e forse impossibilità di coordinamento)
  • risposta al panico bancario: quasi nulla
  • risposta alla paura di svalutazione: nulla. conseguente corsa all'oro
  • problemi di aggiustamento: in agricoltura: trasporto, refrigerazione... kling
  • manifattura: i piccoli motori elettrici e le nuove macchine cambiano il modo di produrre kling
  • finanza: bolle sui terreni e sui prezzi degli asset kling
  • politica: paura del fascismo. in europa c'era il contagio
  • politica economica schizoide: creazione di cartelli artificiali e protezionismo a go go
  • 2 tipi di economisti: 1 guarda alla realtà e costruisce i suoi modelli 2 arriva coi suoi modelli e interpreta la realtà. qs analisi è di un economista di tipo 1 (à la friedman)
continua













sabato 4 aprile 2015

Milton Friedman e la grande depressione

Una politica monetaria in linea con i precetti dell' ortodossia dovrebbe mettere nel mirino le aspettative inflazionistiche: finché si puo' farlo si agisce sul tasso d' interesse, dopo, quando i tassi sono a zero, sull' immissione di nuova base monetaria. Il concetto di per sé è semplice ma spesso viene equivocato e per giudicare se una politica monetaria è espansiva o restrittiva si guarda invece al tasso d' interesse, oppure alla base monetaria creata. E' un errore, bisognerebbe confrontare l' azione della banca centrale rispetto all' inflazione attesa. Una banca che schiaccia i tassi a zero magari sta di fatto realizzando una politica restrittiva, persino una banca impegnata in un QE puo' realizzare una politica restrittiva. L' equivoco non è solo teorico, è storico, basterebbe guardare a come è stato accolto il giudizio di Milton Friedman sulla grande depressione: mentre si accusava la politica monetaria di essere restrittiva si segnalava che una specie di QE era all' opera. E allora? Ebbene, il messaggio è contraddittorio solo per chi trascura le distinzioni fatte più sopra. Naturalmente, poi, ogni crisi ha la sua componente offertistica e laddove opera qualsiasi azione monetaria è vana se il sistema non è abbastanza flessibile da consentire le dovute ristrutturazioni. Bene, la denuncia di Friedman si fece sentire anche a questo proposito: la FED, dichiarandosi esplicitamente prestatore di ultima istanza, rallentò le ristrutturazioni bancarie.

giovedì 21 aprile 2011

Libertarianism A-Z: Grande depressione del 1929

Le prediche anti-capitalistiche hanno tutte un punto in comune: la Grande Depressione.
L’ “instabilità del sistema” sembra provata dalla crisi americana del 1929.
Ma se la crisi fu tanto dura dobbiamo ringraziare soprattutto le cattive politiche messe in campo innanzitutto dal presidente Roosvelt.
L’ attivismo fiscale del governo è già di per sé una fonte d’ incertezza pericolosa, se poi andiamo a vedere le aree d’ intervento, peggio mi sento.
Politiche protezionistiche, politiche pro sindacato, politiche di alti salari, politiche inclini alla regolamentazione. Tutta roba che incapretta l’ economia di un paese fino al collasso.
Buona ultima, ma decisiva, la politica restrittiva decisa dalla FED proprio in un momento cruciale.
Se questo fosse vero anche solo al 10%, allora, altro che fallimento di mercato!