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mercoledì 9 marzo 2011

Uomini contro Uomini

In nessuna società umana ospitata oggi sul pianeta terra lo status della donna è pari a quello dell' uomo... In ogni paese del mondo la donna sembra gerarchicamente schiacciata dall' uomo... e se viaggiamo nel tempo la cosa si ripete: è sempre stato così... In alcune società il gap sembra restringersi, in altre allargarsi... ma in tutte si ripresenta puntualmente... Perchè?... due teorie hanno spopolato in passato... la prima crede ad una superiorità innata dell' uomo nell' esprimere talune abilità (teoria maschilista)... la seconda postula un complotto dei maschi teso ad opprimere le donne (teoria femminista)... entrambe le teorie sono piuttosto sgangherate se valutate alla luce dei fatti, più che altro parlerei di trovate politico-intellettualistiche con un' evidenza a supporto talmente debole da poter essere definita inconsistente... è allora tempo di proporre una spiegazione alternativa ed è mio intento farlo in questo libro... se le femministe radicali hanno puntato tutto su un misterioso conflitto Uomini contro Donne, io privilegierò il ben più plateale conflitto Uomini contro Uomini... dalla guerra armata alla competizione commerciale, l' intera storia umana ripresenta di continuo forme agonistiche in cui si fronteggiano gruppi maschili... agli amanti dei fatti saranno senz' altro appagati dalla mia ipotesi... ma anche chi cerca "spiegazioni" ragionevoli troverà solide ragioni evolutive per darmi credito... se il conflitto tra uomini è tanto centrale, non sorprende che la voglia di essere "vincente", l' amore per il rischio, per la vasta organizzazione, per la gerarchia e per la situazione competitiva siano tratti tipici proprio della psicologia maschile... il maschio ha dato fondo alla sua creatività - altra caratteristica maschile - per innovare le sue conoscenze alla ricerca di armi sempre più potenti nell' offesa e nella difesa... tra queste armi ne spicca una: la "Cultura"... - l' appassionato di sport sa bene di cosa parlo perchè sa bene che anche un meraviglioso dream team composto solo da All Stars soccomberà di fronte ad onesti giocatori ben organizzati in campo... a proposito chidetevi perchè le donne amano poco seguire lo sport, e comunque, anche quando lo amano sono meno ossessionate dallo "score"... ovvero dalla fissa per quel "chi vince" e "chi perde" che tormenta l' uomo quando al bar brandisce il giornale preferito sfogliandolo nervosamente... ebbene, la "cultura" non è altro che un mezzo per organizzare e coordinare le moltitudini... la "cultura" è dunque una realtà nata all' interno della "sfera maschile"... qualcosa che i maschi hanno creato per perseguire al meglio i loro scopi... affinchè una "cultura" (istituzioni, banche, finanza, scienza, grandi imprese, esercito, polizia...) funzioni bene, richiede sacrifici continui, competizione, attitudine al rischio, spirito agonistico, voglia di superarsi, voglia di prevalere... richiede cioè di essere alimentata continuamente con un carburante esplosivo fatto anche - se non in prevalenza - da vite umane... tutte cose perfettamente in linea con lo scarso valore della vita maschile rispetto a quella femminile... ora si dà il caso che questa strana bestia - la "cultura" - abbia beneficiato di grandi progressi nei millenni e nei secoli, cosicchè abbiamo assistito anche ad un innalzamento dello status maschile... la sua sfera di interessi, in seguito agli sbalorditivi successi mietuti, lo ha reso socialmente più ricco, più influente, più potente... nulla di paragonabile è avvenuto nella "sfera femminile"... che è praticamente ferma al punto in cui stava migliaia di anni fa... Recentemente anche le donne si sono affacciate al mondo della "cultura" e non sono mancate le incomprensioni... ma era inevitabile che fosse così... chi viene dal mondo della "cura" e dell' amorevole "preservazione" difficilmente accetta di trasformarsi in carne da cannone... difficile procurarsi quella sete di vittoria che esalta l' uomo nell' agone fino a renderlo infantile... difficile di punto in bianco considerare la propria vita come "expendeble"... l' equivoco è stato alimentato poi anche da certo femminismo perennemente innamorato di concetti come quello di "discriminazione"... alcune pratiche discriminatorie sono sempre possibili, nessuno lo esclude, ma qui l' attenzione andava indirizzata altrove... l' elemento rilevante era costituito dal fatto che le donne chiedevano di non essere trattate come la gran parte degli uomini era sempre stata trattata ovvero, come vite qualsiasi rimpiazzabili e sacrificabili... poco degne di rispetto in assenza di un successo da guadagnarsi sul campo e che arride comunque ad una ristretta minoranza... anche parecchi uomini, devo dire, cadono nell' equivoco di pensare che le donne vogliano affiancarli operando sulle loro stesse basi...

Roy Baumeister - Is there anything good about men



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martedì 8 marzo 2011

La dieta del Minotauro

Prendete un gruppo di persone, diciamo tutte coloro che oggi sono vive sul pianeta terra. Ora considerate i loro avi chiedendovi quanti siano donne e quanti siano uomini.

Non arrovellatevi, i conti li ha fatti per voi Jason Wilder coadiuvato dalla sua équipe dopo un' analisi meticolosa dei DNA: le progenitrici donne sono quasi il 70%, i progenitori uomini poco più del 30.

Come tutto cio' sia possibile lo si capisce bene osservando che la metà dei bambini nati in centro Asia oggi, è discendente di Gengis Khan.

Considerato poi che tra i nuovi nati le femminucce costituiscono il 50% del totale, cosa ne ricaviamo?

Semplice, ne ricaviamo che ai fini riproduttivi una vita femminile vale molto molto di più di una vita maschile. A parità di disponibilità, servono molte più donne che uomini.

E una "cultura vincente" non puo' trascurare un simile conto della serva.

A quanto pare questo semplice fatto è il più sottovalutato della storia umana.

Una conclusione tanto lineare quanto facilmente verificabile, appare controintuitiva se non sconcertante. Come mai? Forse perchè tesi differenti, per quanto fragili, vengono pubblicizzate e diffuse in modo rumoroso dalla propaganda del femminismo politicizzato.

Pensate a Gloria Steinem e Naomi Wolf, per esempio. Entrambe, in epigrafe ai loro libri, menzionavano il fatto che ogni anno negli USA muoiono 150.000 donne annientate dall' anoressia. Secondo loro, sono i modelli proposti dai media a richiedere un simile mostruoso olocausto.

Dopo quell' esempio preclaro, ormai il compitino della femminista standardizzata è riproducibile con lo stampino: si inanella un' anedottica purchessia concludendo poi che la cultura predominante imola le donne sul suo altare. Si dà per scontato che le vite maschili siano invece salvaguardate sotto vetro come preziose reliquie. Ecco, la rotativa che stampa questo genere di libri gira in continuazione indifferente agli interrogativi.

Ebbene, se il messaggio preponderante è di questo tenore, sarà una sorpresa scoprire che è vero esattamente il contrario.

Quando al telegiornale sentiamo che "tra le vittime ci sono anche donne e bambini", è sottointeso il fatto che quelle vite vengono considerate di maggior valore.

Quando sulla nave che affonda si dà la precedenza a donne e bambini, questo è un segno del tipo di cultura che vige presso quelle persone.

Mestieri pericolosi, incidenti sul lavoro, prigione, pena capitale, guerre... è sempre o quasi sempre l' uomo che ci va di mezzo.

La nostra Cultura è molto preziosa ma in essa c' è come un Minotauro che chiede di continuo sacrifici umani. I gusti del Minotauro sono precisi: desidera maschi, possibilmente giovani.

Alcune vite maschili sono molto preziose, nel corso di un attacco nucleare, la vita del Presidente degli USA (probabilmente un maschio), riceve particolari cure. Ma la stragrande maggioranza è carne da macello.

La Cultura spinge l' uomo al rischio: pochissimi scaleranno il vertice, a tutti gli altri è riservato una specie di baratro. Ma è logico che sia così: per mandare avanti la razza umana basta un maschio alfa circondato da miriadi di donne (tutte preziose). Il resto è inutile e puo' fungere da pasto per il Minotauro.

P.S. Se in questo post avete scorto un tono lamentoso, siete fuori strada. Basti considerare che la Cultura resta pur sempre una creatura realizzata dai maschi per perseguire i loro fini.

P.S. Qualcuno dirà "in molti casi il Maschio puo' scegliere delle alternative al sacrificio di sè". "Scegliere"? Ma nessuno sceglie... "è la cultura baby"! Forse voi non capite ma una femminista di ultima generazione, quelle per cui la parola "scegliere" ha poco o nullo senso, sicuramente capirà.

P.S. In che senso si dice che "la cultura sfrutta l' uomo". La Cultura non è un agente dotato di volizione, è solo un sistema grazie al quale le persone coordinano le loro vite. Lo "schema" di Trapattoni "sacrificava" l' ala destra prevedendo che corresse incessantemente su e giù per la fascia. Ecco, il senso dello "sfruttamento" è un po' quello.

P.S. Le 150000 vittime di anoressia all' anno denunciate dalla Wolf e dalla Steinem erano una panzana originata da dati non verificati. Le morti USA accertate erano circa 70. 150000 erano i casi di anoressia che qualcuno (?) avrebbe stimato. Insomma, quisquillie.