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mercoledì 27 gennaio 2016

La libertà in fumo di Lord Harris of Hight Cross

La libertà in fumo di Lord Harris of Hight Cross
  • Intro mingardi
  • Il diritto dei bar a scegliersi i propri clienti
  • Intro harris
  • Tutto fa male, in particolar modo la vita
  • Elettrosmog, latte, miele caffè noccioline pomodori carne cotta alcolici vino cucina cinese puglilato dottori radon esercizi palestra latte cellulari borotalco raggi x microonde
  • L autopsia contraddice la diagnosi nel 30-50% dei casi. Human and experimental toxicology 1994 vol 13
  • Cap 1
  • Hitler: ecologista animalista laico amante del futuro della gioventù delle generazioni future salutista anti fumo e anti alcol anti armi
  • Quanto sono esperti gli esperti. La ricerca del titolo di giornale. 1 imbroglioni 2 inesperti (pontificano su materie che nn sono le loro) 3 vanagloriosi 4 militanti
  • Trucchetti: 1 correlazioni spurie 2 finanziamenti
  • Complessità. Per le malattie del cuore 300 fattori di rischio a tutt oggi
  • Altro limite delle statistiche: esiste un limite etico alla sperimentazione medica, cosicchè i test più probanti sono impraticabili
  • Chi invia la relazione sbagliata lavorerà ancora per la ditta che commissiona?
  • Tipico sondaggio sul fumo passivo: 1 si chiedono fatti successi 40 anni prima 2 lo scopo è esplicito cosicchè chi corrisponde possa attivare le sue ideologie 3 tutte domande relative al fumo 4 molte domande sono passibili di reticenza 5 sondaggi lunghissimi: l intervistatore vuole finire alla svelta e l intervistato vuole compiacerlo
  • Comunicazione: il 25% di rischio in più è irrilevante qualora la % di partenza è minima (tipo quella di essere colpito da un fulmine). Per ovviare si gioca con gli intervalli di confidenza andando agli estremi.
  • Prova scientifica: nn esiste niente del genere, si può provare una tesi ma mai una teoria scientifica.
  • Il ruolo della cultura predominante nelle risposte ai sondaggi
  • 435000 americani all anno muoiono per problemi legati al fumo. Solo stime: nessuna persona reale è stata presa in considerazione. Si fa una regressiine con tutti i limiti appena visti e si estrapola un numero.
  • Scienza marcia ma causa giusta. Siamo giustificati a mentire. Il "si ma" nn serve a nulla men che meno alla propaganda
  • Il fumo indica scarsa volontà e spesso è assoggettato alla povertà. Ma qs condizione si attira tutti i malanni che poi vengono scaricati sul fumo
  • In occidente siamo tutti molto buoni, troppo buoni. Occorre qualcuno da odiare. Ecco allora il fumatore.
  • Perchè i fumatori hanno una minor incidenza del parkinson, tumori intestinale e al sistema nervoso, nevralgie al trigemino e diabete ma soprattutto alzheimer
  • Fumare migliora le capacità mentali migliora l attenzione
  • Le compensazioni dell industria del tabacco: altrs molla che muove gli studi.
  • Conclusioni
  • 1 Il fumo uccide? Una cosa è certa: ci sono attività ben più pericolose, per es l alpinismo vela sci, uscire la sera, auto, stress
  • 1 il funo infastidisce? anche l'aglio, o chi si lava poco o usa profumi forti
  • 2 i rischi sono esagerati. il trucco: amolificare l incremento di piccoli rischi
  • 3 fattori di confusione. il funo ne porta con se molti dato che si abbina a scarso autocontrollo
  • 4 l'invenzione del fumo passivo: ricerche che nn stanno in piedi. uno spettro che ogni tanto riappare
  • il perverso piacere puritano di impedire agli altri di divertirsi. mencken: la paura che ci perseguita al sospetto che qualcuno da qualche parte possa essere felice
  • sul fumo passivo si ripristini la norma civile del mutuo rispetto e degli spazi riservati ai fumatori
  • pierre lemieux i fascisti della salute
  • sanità pubblica: un tempo si occupava solo di malattie contagiose. oggi è il grimaldello per minare le libertà individuali: poiché ti curo devi ubbidirmi. la salute è correlata con tutto.
  • dopo la ettura delle statistiche 1 fumatore su 3 valuta che i benefici siano superiori ai costi
  • il costo sanitario imposto è più che compensato dalle tasse pagate. lo stesso nn si puo' dire della sedentarietà, per es.
  • minoranze perseguitate. murray rothbard
  • il pietismo evangelico (neo puritanesimo): l individuo è debole e la comunità deve prendersene cura. istinto per la crociata. cristo sparisce e il suo posto viene preso dal governo 8a immagine e somiglianza)
  • la lotta dei neo puritano vs la cc: tutti nella scuola di stato (visto che la cc non poteva essere messa fuori legge).
  • woodrow wilson, il neo puritano per antonomasia. proibizionismo ovunque, specie nell'alcol
  • fumatori, sveglia! siete uomini o conisgli
  • appendice con un "lo sapevate che" sul fumo
continua









sabato 13 settembre 2014

Volontà e dipendenze

Come si giustifica il divieto al commercio della droga?

Per esempio così: l' acquirente soffre di una dipendenza e non è quindi in grado di esprimere la sua reale volontà.

In altri termini: non siamo di fronte a un contratto volontario.

Si tratta di una giustificazione che presenta dei problemi, specialmente per lo strano uso che fa del concetto di "libera volontà".

L' alternativa, più corretta, consiste nel pensare che il drogato non sia altro che un soggetto con una preferenze  estreme.

Tutti noi abbiamo preferenze più o meno estreme, il drogato ha la sua.

In fondo cosa significa essere liberi?

Significa poter scegliere tra due alternative.

La libertà è questo "potere".

Questo "potere" esiste anche quando siamo fortemente condizionati da fattori esterni.

Chi più chi meno, siamo tutti condizionati da fattori esterni.

La cosa non è chiara a molti che confondono "potere" e "prevedibilità".

Costoro pensano che se un comportamento è prevedibile, allora non è libero.

Eppure è prevedibile che io non mi amputi il braccio da qui ad un' ora. Ciò nonostante potrei farlo: se qualcuno mi offrisse in cambio il Paradiso lo farei. In altri termini: il mio comportamento è perfettamente prevedibile ma è anche libero. Quindi prevedibilità e libertà sono cose ben diverse.

Ammettiamo che io dica in modo credibile al drogato: se oggi non ingoi la tua pastiglietta ti consegno un milione di euro.

La mia proposta è sensata?

Direi di sì, direi che anche il drogato più intontito ci pensa due volte di fronte ad una simile alternativa.

In ogni caso, per dire quello che voglio dire, basta che la proposta appaia sensata.

Se la proposta ci appare sensata è perché ammettiamo implicitamente che il drogato possa scegliere un' alternativa alla pastiglia.

Non avrebbe infatti nessun senso che io facessi la stessa proposta ad un robot programmato per assumere la pastiglia: lui non puo' scegliere nessuna alternativa!

Di conseguenza, lo scambio tra drogato e spacciatore è e resta uno scambio volontario.

Cio' non toglie che possa essere proibito, purché si giustifichi in altro modo la proibizione.

Si potrebbe per esempio dire: il drogato agisce in modo volontario ma, conoscendolo, so già che commetterà degli errori, quindi gli impedisco di agire.

E' una giustificazione paternalistica. E' una scelta proibizionistica criticabile finché si vuole ma perlomeno giustificata correttamente dal punto di vista filosofico.

***

Mi viene in mente un' altra frequente confusione filosofica, non so fino a che punto imparentata con la prima. Forse deriva, come la prima, dal fatto che non si ragiona in modo ordinato, non si fanno i passi uno dopo l' altro e si mette invece insieme tutto.

Veniamo al dunque.

Quando si dice che le tasse sono un' estorsione, spesso c' è chi reagisce negandolo.

Purtroppo per costoro non c' è modo di negare l' evidenza: le tasse sono un' estorsione: dammi i tuoi soldi e ti dò questi servizi. O mangi sta minestra o salti dalla finestra. Più estorsione di così!

Bisogna davvero imboccare percorsi labirintici e cervellotici per dimostrare il contrario. Più onesto e pratico adeguarsi all' evidenza.

Cio' non significa che le tasse siano un male. Chi le difende puo' sempre dire che si tratta di un' estorsione giustificata. E fornire le giustificazioni (che spesso sono pù che sensate).

sabato 23 aprile 2011

La scelta giusta

Mi assento qualche giorno, ci vediamo verso la fine di settimana prossima… Buona Pasqua, e… nel giorno delle uova… l’ artista delle uova (Franc Gromm):


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P.S. Nel frattempo, i commenti a questo post mi fanno riflettere sull’ influsso pervasivo dell’ ideologia proibizionista.


Non ci limitiamo a simpatizzare con la risposta proibizionista (divieti, controlli…) ma non riusciamo nemmeno a concepire il problema al di fuori di quello schema. E’ proprio la seconda incapacità che detta la prima risposta.


Chissà perchè ma sembra che il concetto di “dipendenza” non possa andare scompagnato a quello di “denuncia”.


Eppure, se una persona è “dipendente” da certi consumi, fino a prova contraria, è solo un drogato, mica un truffato nè tantomeno un “debole”. Non c’ è nessuno da “denunciare”.


La “dipendenza” non è di per sè disdicevole, ma bisogna uscire dal paradigma proibizionista per capirlo.


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“Drogarsi” puo’ essere la scelta giusta, non una debolezza: solo l’ “onnisciente” che legge come un libro aperto la mente altrui, non si rassegna a questa conclusione.


Una persona puo’ scegliere razionalmente di divenire “dipendente”; perchè no? Basta che il piacere di oggi sia maggiore degli inconvenienti di domani (opportunamente scontati). E per molti probabilmente è proprio così.


Un modello coerente e alternativo a quello canonico del proibizionismo esiste, bisogna solo vedere in un confronto quale dei due spieghi meglio i fatti.


Il confronto è in parte stato fatto e il primo modello, oltre che più semplice, sembra vincente anche sul piano dell’ evidenza.


Ci si è ingegnati a disegnare esperimenti vari, giungendo a sapere che: il drogato reagisce ora a cambi di prezzo annunciati e che si verificheranno in futuro, per un consumatore normale cio’ sarebbe assurdo ma per un consumatore in “dipendenza” la tattica è corretta; il drogato, per smettere, sceglie la crisi di astinenza, il che è razionale: quando il prezzo dell’ alcol cresce molto, è soprattutto la domanda degli alcolizzati a crollare, per loro non ha senso diminuire, ha senso solo smettere e lo sanno; la diffusione di pubblicità che promettono rimedi per smettere è sempre legata ad aumenti nei consumi. Eccetera.


E allora, perchè anche la persona ben intenzionata non riesce nemmeno a concepire un simile paradigma?


Forse si è impressionati dalla reale sofferenza del soggetto in “assuefatto” giunto a fine corsa. La psicologia ci fa sragionare.


Sì perchè, non solo la sofferenza, anche la rendita che deriva dalla sua ostentazione rientra nel calcolo iniziale. Presentarsi come “vittima” fa parte di un piano coerente. D’ altronde, il potenziale soccorritore non se la sente di infierire preferendo vedere di fronte a sè un ”debole”: il piano funziona e incentiva ulteriori consumi della sostanza.


Altro punto: dichiararsi “insoddisfatti” della propria vita o del proprio lavoro, non smentisce certo il carattere razionale delle scelte fatte. Ho in mente Diana quando dice: … non ho problemi con le porno-attrici che si dichiarano soddisfatte…. E se una si dichiara insoddisfatta?


Se una scelta è vincente lo si giudica dopo (“dopo”, tutti sono professori), ma se una scelta è giusta lo si giudica prima.


Si badi bene, non sto parlando di un “calcoli a tavolino” fatti con la penna in bocca; sì perchè magari qualcuno non vedendo il “tavolino” pensa ingenuamente di provare l’ infondatezza dell’ ipotesi “rational addiction”. Sto parlando invece di come gira il fumo nel mondo dell’ uomo “animale razionale”, o comunque non stupido. Se la “ragionevolezza” ci favorisce nell’ evoluzione, allora tutti noi l’ ereditiamo nei cromosomi.


Chiudo sottolineando quanto contino le “alternative”. Facciamo il caso delle ragazze che cadono nella “trappola” del porno. Chissà come mai è ben difficile incontrare ragazze che hanno superato l’ esame da notaio, o che hanno rinunciato ad una brillante carriera di agente di borsa o che siano punte di diamante nell’ equipe del prof. Rubbia. Di solito, per loro, l’ alternativa è fare la cassiera all’ Esselunga. Altro indizio che ci rassicura sulla possibile razionalità della scelta. La droga non è una “debolezza” ma una scelta calcolata dei caratteri deboli.




Chiudo rivolgendo la mia attenzione a chi pensa di lavarsi la coscienza invocando “più controlli” (si parlava del “porno”) Puo’ essere un’ opzione, ma, visto che abbiamo a che fare con soggetti razionali, valutiamo bene le conseguenze. Ammettendo che i controlli a tutela degli attori, oggi pari a 2, vengano portati a 5 grazie ad un’ imposizione. Cosa succederebbe? Più giovani spinti ad entrare nel mondo del porno e più set con controlli pari a 0.


 


 


lunedì 18 ottobre 2010

Nuove religioni, nuovi profeti, nuovi peccatori

Viviamo tempi grami, il paradigma religioso è sottoposto a furibondo rinnovamento, nuovi credenti si affollano intorno a noi, conferme viventi della profezia di Chesterton (dove manca la fede abbonda la creduloneria).

E con le nuove religioni, sfilano a capo chino segnati a dito anche i nuovi peccatori.

Dopo il Dio del Deserto, c' è toccata la famigerata Dea-Ragione. Ma se quella rappresentava la padella, la brace ci si para oggi dinnanzi nelle vesti della potente Dea-Salute.

Una lucente lettera scarlatta viene ogni giorno stampigliata sulle carni degli obesi: questi figli del demonio, con la loro sola nefanda presenza bestemmiano e profanano la Dea ai piedi della quale si affollano armati fino ai denti i veri devoti del nostro tempo, quelli dal sentimento più barbaro e refrattario al dubbio. Bisogna punire gli impuri - ovvero aiutarli, che spesso è la stessa cosa. Bisogna "liberarli" facendo conoscere loro la Verità: conoscere per deliberare.

Ma perchè, chiede timidamente il razionalista autistico, non implementiamo piuttosto un vasto programma governativo per la conversione di massa al Dio biblico della Tradizione, visto che ormai è appurata una robusta correlazione tra fede canonica e salute fisica?

Non sia mai! L' ateo, così bright ed energico, non funziona come vittima sacrificale, e poi faremmo rientrare in campo un Dio concorrente, meglio infastidire l' obeso (che è anche statisticamente povero ed esteticamente ributtante; l' estetica e la religione, si sa, si rinforzano a vicenda).

Mille volte meglio... un milione di volte meglio impalare l' obeso: è schifoso e deforme come il naso adunco di una strega reduce dal sabbah.

Vada per lui allora, partiamo pure con la crociata salvifica... anche se gli studi si affastellano dimostrando che le armi predilette da chi partecipa alla progetto di redenzione siano come minimo spuntate. Non è facile rassegnarsi al fatto che Diete & Moto, le strategie previste, funzionino all' incirca quanto l' aglio e il paletto di faggio. Ma questi sono particolari.

Quando una flebile speranza ci dice che con uno sforzo sovrumano potremmo giusto far rientrare nel peso forma chi è in leggero sovrappeso, ecco spuntare il dubbio che "essere in leggero sovrappeso" sia quanto mai salutare.

Se la lotta all' obesità è un mito ricorrente, poco male: ogni religione ha i suoi miti.

Non sarà mai che i panzoni vogliono restare tali e non hanno affatto voglia di essere convertiti, per quanto ne dicano loro stessi. In fondo già Becker e Murphy ci avevano spiegato che le dipendenze (droga, fumo, gioco e altri stravizi) in genere sono scelte perfettamente razionali.

Non sia mai che il peccatore la pensi diversamente da noi, non sia mai che abbia gusti che si discostano dai nostri. Non sia mai, anche perchè l' integralista non riesce a concepire che al mondo esistano "gusti" diversi dai suoi. la cosa lo indigna.

Con incongruenze del genere figuriamoci chi ci va per primo a nozze.

"When an entire society is told that thinner is better and studies everywhere agree diets don't work, it's time to take a look at the assumptions behind the messages..."

Humans clearly attend closely to status, an important part of status is dominance, and a key way we show dominance is to tell others what to do. Whoever gets to tell someone else what to do is dominating, and affirming their own status. But we are also clearly built to not notice most of our status moves, and so we attribute them to other motives... So we tend to think we tell others what to do in order to help them, and not to dominate them. In particular we tend to think we tell fat folks what to do, and control their behavior, because this will help those fat folks... Yet it is completely crazy to imagine that fat folks have not yet heard that fat might be unhealthy or unattractive. Believe me, they’ve heard! If they are choosing to be fat, they are doing so reasonably informed of the consequences. Our constant anti-fat “public health” messages are not at all kind – such messages just serve to put fat folks down, and lift the rest of us up.


Robin Hanson

Paul Campos - The Obesity Myth

p.s. chi vuol saperne qualcosa in più clicchi qui e qui.

La punch line è dedicata ai legislatori così solerti nel tutelare la dieta dei bambini: I know, I know . . . it's for the children! I am very fond of children. But I do not actually think that they are some sort of master race in whose name anything at all can be justified. And if I did, I'd be a lot more worried about, oh, abortion, than McDonalds ads.

Tradotto: che ne dite di non accanirvi sulla forfora quando avete un tumore al cervello da curare?