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giovedì 4 gennaio 2018

Autoinganno

autoinganno***
Matrimonio. Mantenere un'immagine positiva del coniuge è il segreto dei lunghi matrimoni. È difficilissimo farlo.
Dimenticanza selettiva. Requisito essenziale.
L'autoinganno ci fa considerare sopra la media. Ma soprattutto siamo convinti di migliorare con il tempo.
L'Orgoglioso è il consumatore per eccellenza dell'autoinganno.
Shakespeare ne parla spesso. Romeo e Giulietta non sono affatto sicuri della loro amore.
Settori come quello delle palestre prosperato sull autoinganno proponendo abbonamenti.La gente sipravvaluta la propria capacità di tener fede ai propri impegni. Difficile annullare un abbonamento si ammetterebbe del proprio fallimento.
Non prendete la pillola contro l'autoinganno segnerebbe la vostra fine. I depressi tendono ad avere opinioni più sincere di se stessi. Per questo si parla di realismo depressivo.
Chi si sopravvaluta tende a fare meglio. Ad ottenere di più.
L'ideale. Mantenere l'autoinganno come stabilizzatore generale sopprimendo la su questioni specifiche.
È di fronte ai dati oggettivi? Per esempio il compito nel compito in classe? Molti studenti non studiano abbastanza per poter avere una scusa.
Si stava meglio quando si stava peggio. In Unione Sovietica per esempio almeno c'era qualcuno con cui prendersela.
Abbiamo bisogno di gratificazioni. Spesso le troviamo negli acquisti. Come limitarli? Primo, fare del primo acquisto un piacere colpevole. Secondo, andare in negozi diversi. Si spende di più se si compra tutto nello stesso negozio.
Problemi con lo studio. Noi studiamo per avere l'impressione di impegnarci. Aggirare il bias dedicandosi alle domande e alla risoluzione di problemi piuttosto che allo studio. Ma attenzione a non intaccare la propria autostima.
Pensare in gruppo è controproducente. Le vere idee nascono in solitudine. L'individuo è meno produttivo in gruppo. Da soli l'assenza di progressi Salta agli occhi ed è facile constatarla.
L'autoinganno il bisogno di controllo. Ci affidiamo alla razionalità quando le scelte non riguardano noi stessi.

lunedì 13 febbraio 2017

Autoinganno!

Il massimo esperto in materia è Robert Trivers, o per lo meno è l’unico che ha tentato una teoria sistematica del fenomeno scrivendoci sopra un libro godibilissimo “The Folly of Fools: The Logic of Deceit and Self-Deception in Human Life”.
La logica adottata è quella evoluzionista.
Tesi:
… We are thoroughgoing liars, even to ourselves. Our most prized possession—language—not only strengthens our ability to lie but greatly extends its range….
Il nostro cervello è tanto grande perché dire la verità è semplice - e son capaci tutti - mentre raccontar palle è complicatissimo, ci vuole un cervello enorme per farlo bene.
Il linguaggio sofisticato dell’uomo ha su per giù questa funzione.
Ricordiamoci che una “palla” funziona se quando ti smascherano puoi dire che in realtà non era affatto una palla ma al limite reticenza, equivoco o altra roba del genere. Gli scienziati chiamano questo processo “girare la frittata”.
Ci si auto-inganna per raccontare meglio le palle: se ci credi tu per primo, sarai più credibile.
Tutto cio’ è molto triste (ma tremendamente coerente e credibile). E’ la teoria generale dell’ Homo Hypocritus
… The topic is a negative one. This book is about untruth, about falsehoods, about lies, inward and outward. At times, it is a depressing subject…
Premessa necessaria per comprendere, è sapere cosa sia la selezione naturale
… Natural selection refers to the fact that in every species, some individuals leave more surviving offspring than do others, so that the genetic traits of the reproductively successful tend to become more frequent over time…
Nel gioco delle relazioni umane ci sono contesti in cui chi “tradisce” (chi non coopera lealmente) riceve enormi compensi, per questo a volte mentiamo.
Ma il traditore indebolisce la comunità in cui vive, cosicché la lealtà è una virtù molto apprezzata in società.
Il valore della lealtà è qualcosa che tutti noi abbiamo dentro, forse è qualcosa di ineliminabile. Qualcosa che ci impedisce di tradire, o per lo meno ci pone dei problemi di coscienza.
La selezione naturale innesca dentro di noi due forze: la voglia di tradire e quella di essere leali. Entrambe hanno un portato evolutivo.
Una soluzione possibile consiste nel tradire pensando di essere leali. Tutto cio’ richiede autoinganno….
… at the heart of our mental lives, there seemed to be a striking contradiction—we seek out information and then act to destroy…
L’arte di cancellare certe informazioni nel nostro cervello è importantissima, potremmo chiamarla “arte del dimenticare”.
Si va dai casi estremi alla Franzoni, ai casi sofisticati dei politici. Di certo, se sai “cancellare” cio’ che hai nella testa farai strada.
Abbiamo occhi d’aquila
… together our sensory systems are organized to give us a detailed and accurate view of reality…
… e menti diaboliche
… But once this information arrives in our brains, it is often distorted and biased to our conscious minds…
La memoria umana lavora incessantemente per il nostro bene…
… We repress painful memories, create completely false ones, rationalize immoral behavior, act repeatedly to boost positive self-opinion, and show a suite of ego-defense mechanisms…
Ripetiamo allora la tesi arricchendola di un particolare
… Applied more broadly, the general argument is that we deceive ourselves the better to deceive others. the primary function of self-deception is offensive—measured…
E qui c’è una particolarità della teoria proposta: ci si auto-inganna per offendere, non per autodifesa.
Non confondiamo allora la spiegazione biologica con quella psicologica! Qui non stiamo facendo della psicologia.
Non ci auto-inganniamo per “sentirci meglio” ma per “fregare il prossimo”…
… the central claim of this book is that self-deception evolves in the service of deception—the better to fool others. Sometimes it also benefits deception by saving on cognitive load during the act, and at times it also provides an easy defense against accusations of deception (namely, I was unconscious of my actions)…
Dimenticare temporaneamente  alleggerisce anche il nostro carico cognitivo rendendoci più efficienti allorché stiamo ingannando il prossimo, un’operazione estremamente sofisticata che richiede tutto il nostro potenziale cognitivo…
… That is, the brain can act more efficiently when it is unaware of the ongoing contradiction…
Non siamo soli: l’autoinganno è comune a molte specie.
La teoria generale dell’autoinganno non è altro che una teoria dell’intelligenza
… Deceiver and deceived are trapped in a coevolutionary struggle that continually improves adaptations on both sides. One such adaptation is intelligence itself…
Ci sono esperimenti classici per provare l’autoinganno…
… the classic experiment demonstrating human self-deception shows that we often unconsciously recognize our own voices while consciously failing to do…
L’autoinganno ci fa bene: è associato a più alti livelli di difesa immunitaria.
L’autoinganno opera sul modo che abbiamo di vederci e di raccontarci. Chi si auto-inganna si perdona più facilmente.
E la religione? Come si rapporta con l’autoinganno?…
… religion, which acts as both an antidote to self-deception and an accelerant
Da un lato ci si consola con verità dubbie, in questo senso nasconde spesso degli auto-inganni. Dall’altro, si riscontra in molte preghiere l’allarme per i possibili autoinganni a cui potremmo essere soggetti: evidentemente, c’è una consapevolezza del pericolo.
Autoinganno e scienziati
… the more social a discipline, the more its development is retarded by self-deception…
L’autoinganno è onnipresente nella vita del pianeta terra…
… when I say that deception occurs at all levels of life, I mean that viruses practice it, as do bacteria, plants, insects, and a wide range of other animals…
In economia l’autoinganno è la regola…
… It always amazes me to hear some economists say that the costs of deceptive excesses in our economy (including white-collar crime) will naturally be checked by market forces…
Il concetto di autoinganno ha una tradizione nobile. Cosa si è inteso esattamente?…
… Some philosophers have imagined that self-deception is a contradiction in terms…
L’invenzione dell’inconscio ha segnato una svolta…
… This contradiction is easily sidestepped by defining the self as the conscious mind…
La definizione migliore: capacità della mente di selezionare e sopprimere le informazioni…
… the key to defining self-deception is that true information is preferentially excluded from consciousness…
Quando avremo una conoscenza adeguata dell’autoinganno potremo costruire la Macchina della Verità
Probabilmente la MdV misurerà il nervosismo
… is one of the negative consequences of being detected…
Ma anche l’attivazione di facoltà di autocontrollo
… control: In response to concern over appearing nervous (or concentrating too hard) people may exert control, trying to suppress behavior, with possible detectable side effects such as overacting…
Senz’altro il carico cognitivo
… cognitive load: Lying can be cognitively demanding. This usually takes time and concentration, both of which may give off secondary cues and reduce performance on simultaneous tasks…
Il concetto di “prevalenza dell’overreaction” è molto utile per la MdV in quanto contro-intuitivo…
… overeaction... we blink less under increasing cognitive load (for example, while solving arithmetic problems). Recent studies of deception suggest that we blink less when deceiving... Nervousness is almost universally cited as a factor associated with deception, both by those trying to detect it as well as by those trying to avoid it, yet surprisingly enough, it is one of the weaker factors in predicting deception in scientific work…
Chi mente si agita meno, la cosa non è lapalissiana.
Chi mente fa più pause
… men use fewer hand gestures while deceiving and both sexes often employ longer pauses when speaking deceptively…
Prima di spararla grossa c’è quasi sempre una pausa.
Si mente usando i registri più elevati della voce.
L’energia bloccata da chi mente di solito trova sfogo in attività irrilevanti.
Il linguaggio dei bugiardi è abbastanza tipico…
… We cut down on the use of “I”and “me”and increase other pronouns, as if disowning our…
Grande impiego del “sebbene”…
… A truth teller might say, “Although it was raining, I still walked to the office”; a liar would say, “I walked to the office.”…
Una cosa è certa: in presenza di autoinganno la MdV è impotente
… If it is cognitively expensive to lie, there is no obvious way to reduce the expense, other than to increase unconscious control…
Una cosa inattesa: l’autoinganno precede il linguaggio
… in at least two widespread contexts—aggressive conflict and courtship—selection for deception may easily favor self-deception even when no language is involved…
Probabilmente, il linguaggio si è formato poiché amplia le possibilità dell’autoinganno. Una teoria deprimente ma da tenere in considerazione.
L’autostima è un motore per l’azione. Ebbene, autostima e ignoranza sono correlate…
… A very disturbing feature of overconfidence is that it often appears to be poorly associated with knowledge—that is, the more ignorant the individual, the more confident he or she maybe…
Un caso di scuola…
 witnesses who are more mistaken in eyewitness identification and more confident that they are right, and this in turn has a positive effect on jurors…
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L’autoinganno prende diverse forme, vediamone alcune.
Chi si auto-inganna, per esempio, è capace di “animare” gli oggetti pur di far tornare i conti: ecco un caso divertente…
… the man in San Francisco in 1977 who ran his car into a pole and claimed afterward, as recorded by the police: “The telephone pole was approaching. I was attempting to swerve out of the way, when it struck my front end.” …
Spesso si divide il mondo in gruppi in modo da collocarsi in quello giusto…
… Just make some wear blue shirts and others red and within a half-hour you will induce in-group and out-group feelings based on shirt color. Once we define an individual as belonging to an out-group, a series of mental operations are induced that, often quite unconsciously, serve to degrade our image…
Cambiamo persino il nostro linguaggio per descrivere la stessa azione compiuta da persone diverse…
… For example, if an out-group member steps on my toes, I am more likely to say, “He is an inconsiderate person,”though with an in-group member I will describe the behavior exactly: “He stepped on my toes.”…
Il potere corrompe i nostri pensieri…
… When a feeling of power is induced in people, they are less likely to take others’viewpoint and more likely to center their thinking on themselves…
Il doppio standard è la regola in campo morale…
… moral hypocrisy is a deep part of our nature: the tendency to judge others more harshly for the same moral infraction than we judge ourselves—or to do so for members of other groups compared to members of our own group…
Cio’ che è prevedibile è più facilmente neutralizzato: una scossa random è una pena molto più dura che la stessa scossa annunciata. In questo senso è più facile auto-ingannarsi in un contesto prevedibile e sotto controllo.
Se non abbiamo controllo sulle cose ce lo inventiamo, come quando riconosciamo una forma nelle nuvole
… it is interesting to note that lacking control increases something called illusory pattern recognition…
L’autoinganno agisce sulla teorizzazione. Tutti noi abbiamo delle teorie: sul nostro matrimonio (do molto e ricevo poco), sul nostro lavoro (il capo non ci apprezza abbastanza), sulla società in generale (i politici sono ladri)…
… these kinds of theories presumably evolved not only to help understand the world and to detect cheating and unfairness but also to persuade self and others of false reality, the better to benefit ourselves…
Passiamo la vita a costruire una falsa narrativa ad uso e consumo personale…
… we were more moral, more attractive, more “beneffective” to others than in fact we were…
Gli errori sono sempre lontani e il miglioramento sempre in atto…
… An older self acted badly; a recent self acted better…
La grande asimmetria:
… When people are asked to supply autobiographical accounts of being angered (victim) or angering someone else (perpetrator), a series of sharp differences emerges…
Tutti noi siamo dei piccoli ladri. In università, per esempio, si usa molto rubare le penne altrui… solo che non ce ne accorgiamo, l’autoinganno è in azione… 
… I am an unconscious petty thief. I steal small objects from you while in your presence. I steal pens and pencils, lighters and matches, and other useful objects that are easy to pocket. I am completely unconscious of this. In summary, there appears to be a little unconscious module in me devoted to petty thievery, sufficiently isolated to avoid interfering with ongoing activity (such as talking)…
… ma rubiamo anche le idee
… Stealing ideas will not leave much evidence and is very common in academia. I once wrote a paper that borrowed heavily from a well-known book…
Ma c’è un indizio su tutti che ci fa riconoscere la presenza dell’autoinganno:
… the hallmark of self-deception in the service of deceit is the denial of deception…
Chi nega di auto-ingannarsi è particolarmente sospetto.
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sabato 14 novembre 2015

No crac Tyler Cowen

  • Programma: superare i ns bias e sfruttare quelli altrui
  • Cap 1 la complessità delle motivazioni
  • Il mercato è ovunque. Chi lo nega nn capusce che il centro del mercato è l incentivo nn il denaro. Che il problema è come scambiare nn cosa scambiare.
  • Perchè nn ci sono tanti mercati x il miglioramento xsonale?
  • Setting del mercato: operazione delicata.
  • Landsburg e friedman: spesso peomuovono la caricatura dell economista. Il setting del mercato e la complessità delle motivazioni per loro contano poco
  • L economia applicata è un arte.
  • Una buone teoria economica: 1 deve entrare in una cartolina 2 deve capirla la nonna
  • Per alcuni l imperfezuone umana è la fine della storia per altri l inizio.
  • Cap 2 ii e ie
  • Cosa incentiva l uomo: 1 premi/punizioni e 2 riconoscimento/rispetto
  • Ul problema: 1 spiazza 2 e viceversa
  • L apologo dei piatti sporchi: nn pago mia figlia x lavarli. Incentivo il suo desiderio di far parte della famiglia. Incentivo interiore ii
  • Puntare ii è molto più economico ma nn sempre possibile
  • L apologo del rivenditore mostra come ie possa essere la soluzione migliore.
  • Il problema: la soluzione ottimale varia da xsona a persona da contesto a contesto da cultura a cultura.
  • L apologo dei parcheggi. Le multe nn funzionano con i diplomatici kuwaitiani
  • Facile dire "privatizziamo"
  • Pagare gli studenti: funziona dove gli studenti sono demotivati.
  • L approvazione sociale conta.
  • Certi premi possono mettermi sotto pressione. Autodistruzione.
  • Cap 3 esempi di complessità
  • La scommessa di fare sport. Può rovinarmi il gusto di farlo.
  • Legarsi le mani: strategia logica ma il bisogno di controllo è istinto base.
  • Quando pagare molto sul lavoro: quando la missione richiede talento occultabile (complessità). In qs caso la paga nn motiva ma conferisce uno status.
  • Propaganda contro il fumo: fai come gli altri!
  • Economisti contro i ritardi: multe. All asilo sono state vissute come un autorizzazione!
  • Come far rispondere all rsvp? Distribuire biglietti della lotteria a chi risponde per primo.
  • come motivare l avvocato o il dentista? 1 regali di natale 2 procacciatori di clienti 
  • perché a marakesh ci serve una guida? per tener lontane le altre
  • le riunioni di lavoro a che servono? 1 per consolidare potere e gerarchie 2 per fare squadra e motivare in qs modo
  • cap 4 incentivi e cultura
  • beni scarsi nella società del benessere: attenzione e tempo. la sensazione di un rilassamento
  • in questi casi l incentivo dobbiamo applicarlo su di noi
  • ti piace l arte ma ti vengono le gambe da museo (specie se passi più tempo a leggere i cartelli) e sei contento quando il concerto finisce
  • l abbondanza ti fa sentire in colpa. costo opportunità.
  • l arte non è mai stata tanto economica cosa c è che non va?
  • due consigli: 1 ammettere cosa scarseggia 2 rassegnarsi a quel che si perde
  • consigli al museo: 1 scegliere il quadro da portarsi a casa per ogni sala 2 saltare netta la prima sala (troppo traffico) 3 stroncare anche i grandi maestri 4 fuori: quali quadri restano in testa?
  • confrontare i quadri e tornarci su a costo di trascurarne altri
  • ammettere: noi non amiamo l arte per l arte ma per l immagine che ci conferisce. esiste un fattore io
  • un museo non è mc donald non sta lì per farti felice, devi lavorarci su altrimenti...
  • i guai della sovraesposizione: gioconda guglielmo tell. forse è anche per questo che la gente non ama il contatto frequente con la grande arte
  • consigli per letture noiose
  • leggere in mezzo stimola l interesse
  • saltare dove la noia raggiunge una soglia x
  • leggere bene l inizio magari più volte
  • leggere tutto a volo d uccello poi riprendere
  • cominciare leggendo il riassunto del libro
  • prendere appunti su nomi ed eventi principali
  • mollare il libro più spesso. robert hall: se non hai mai perso un aereo passi troppo tempo negli aeroporti

  • cambiare l ideologia sottostante al libro. ci fa sembrare più intelligenti dell autore turlupinato
  • la lettura d avanguardia è sovvenzionata. un tempo la condivisione con il lettore era più forte
  • perché compriamo solo dischi recenti? cos è questo irrazionale amore per il nuovo?
  • risposta: la musica ci dà identità. non posso identificarmi col vecchio devo essere originale. più gente detesta un genere più individui vi si identificano
  • quelli a cui piace tutto? quelli che hanno superato il problema identitario. i più esperti.
  • la musica ribelle? un segno del consumismo: non appena i giovani avevano da spendere il mercato li ha studiati
  • una legge: il meglio di qualsiasi genere di solito è di qualità. solo il fattore io ci fa odiare un genere.
  • come avvicinare qualsiasi musica: pensarla come se parlasse di me.
  • com è difficile cambiare idea: se abbiamo pagato per un ricco buffet mangiamo tutto. se abbiamo lottato per qualcosa diamo valore a prescindere.
  • tirannia dello status quo: serve per cementare amore e figli ma in ambito culturale è disastrosa.
  • cap 5  segnali
  • I segnali che mandiamo sono la ns pubblicità
  • Se i fiori fossero gratis le donne nn li gradirebbero
  • Il segnale è efficace solo se si crede che sia involontario
  • Come lasciare la tavoletta del water? Economista: così come è. Segnalista: abbassata in segno di rispetto x la moglie.
  • Una scuola dura senza che la durezza sia necessaria. Sacrifici nn necessari. Segnali di xseveranza
  • In amore vince chi fugge? È una strategia troppo facile da imitare. Prima bisogna dimostrare la propria unicità.
  • Ronin hanson: teoria radicale anti segale (anti ipocrisia)
  • La sanità senza segnali. Costerebbe la metà.
  • Robin: uno gnostico un predicatore armato bs l ipocrisia.
  • Il progetto di robon è utopico. Meglio adattarsi
  • Come tesistere alla tortura?
  • Il nugiardo nn distoglie gli occhi. Semmai li fissa fin troppo
  • Il bugiardo gesticola poco.
  • Il b è eccessivamente preciso
  • Per capire cosa pensa X chidili cosa pensa che pensi Y. Noi riteniamo comune la ns esperienza.
  • Controsegnale: la falsa modestia
  • Vestirsi troppo bene nn dà affidamento
  • Non annunciate mai belle notizie. Prima o poi escono da sole
  • Il casual funziona solo con chi ha già reputazione.
  • Sengnali + controsegnali = nn si può nn segnalare.
  • Controsegnalare se esistono buone prospettive senza rischio caduta. Chi controsegnala rischia con chi inganna ma anche con chi segnala
  • Le donne segnalano di più. Vita interessante ma anche stressante.
  • Cap 6 l autoinganno
  • Matrimonio; memoria selettiva sul coniuge
  • Studenti: la maggioranza si crede sopra la media
  • Il controsegnale x eccellenza: la falsa modestia. Il sacrificio dell io passato
  • Le virtù dell autoinganno: ci tende più produttivi e affidabili
  • Nn prendere la pillola contro l a! Realismo depressivo

  • Economia che prospera su a: le palestre coi loro abbonamenti mensili.
  • Lo studente "bravo ma nn si impegna": è una scusa x giustificare i voti.
  • Strategia ottima: usare l a come stabilizzante generale superandolo selettivamente
  • Contro il consumosmo: fare un acquisto che ci metta i sensi di colpa. Pagare separatamente.
  • Studio: x molti è solo tempo contro i sensi di colpa. Risolvere problemi rispondere a domande.
  • Pensare da soli. In gruppo si impara poco. Rimeditare.
  • Quantificate le probabilità
  • Autocontrollo e autoinganno: aereo vaccino
  • Siamo più razionali se pensoami agli altri
  • Pandemia: cercare il virus e mettere in quarantena o estendere i pronto soccorsi. Seconda strategia più efficace ma la prima titilla il ns autocontrollo
  • Terrorismo. Meglio sviluppare i soccorsi che sgominare le bande. Ma è la seconda strategia che titilla
  • Sanitá: innovare o preoccuparci dei nn assicurati?
  • Prevenire o combattere?
  • Ambiente: controllare o resistere?
  • Cap 8 peccato e forza di volontàF
  • Ieri c erano meno peccato? C era meno di tutto
  • Oggi ci sono mercati x pgni peccato. Esempi: errori ortografia su ebay. Noleggio ospiti x matrimoni. Vendota alibi. Fornitura sottofondi telefonate. Moduli x il consenso al rapporto. Lezioni x i possibili ergastolani
  • Continua
  • Cap 9 i regali di natale
  • Walgfogel ha calcolato il peso morto dei regali. valore dono 80% del costo. i donatori peggiori sono gli anziani, per loro meglio il denaro.
  • il regalo vale la pena solo se consideriamo la gioia del nonatore
  • regalo segnale: ti dimostro come ti conosco quanto ti penso.
  • Elemosina efficiente: meglio dare a chi nn chiede
  • es: evitare le mance, sono uno spreco. aiutano chi ha un lavoro. fanno risparmiare il proprietario
  • voglia di affiliazione. prevale sul reale altruismo. ci piace stare coi vincenti
  • le donne belle raccolgono più fondi
  • pro microcredito: compatibile con la disciplina del lavoro
  • pro microcredito: leva di mezzo gli scocciatori che tormentano chi riceve doni.





sabato 6 aprile 2013

Homo Hypocritus

Negare, negare sempre, anche l’ evidenza, anche a se stessi. Guarda e impara:
Divertente, ma ci dobbiamo preoccupare per lui?
Macché, tutt’ altro. Semplicemente un Homo Hypocritus in erba che cresce forte e sano. Tutto bene, quindi.
Ragiona: che c’ è di male? Il cucciolo comincia in modo grezzo a sperimentare la fondamentale arte dell’ inganno. E’ nella sua come nella nostra natura. Se i primi tentativi sembrano un po’ ingenui è perché deve ancora imparare che re Inganno richiede una corte di Mezze Verità per regnare. Tuttavia il piccolo ha forse già scoperto l’ arma più micidiale per ingannare il prossimo, ovvero l’ arte di ingannare se stessi. E se ancora non l’ ha scoperta, è sulla giusta strada.
Diamogli tempo e sarà dei nostri.
***
Secondo Robert Trivers i tempi sono maturi…
… ormai è possibile formulare una teoria generale dell’ autoinganno basata sulla logica evoluzionista…
L’ argomento prescelto per il suo ultimo libro è piuttosto deprimente: il trionfo dell’ ipocrisia.
Talmente deprimente che un credente potrebbe pensarlo come un libro di scienze naturali sul Peccato Originale.
Non a caso RT dedica un capitoletto alla preveggenza del Padre Nostro.
Perché mentiamo agli altri e a noi stessi? Perché proiettiamo istintivamente sugli altri i nostri difetti? Perché reprimiamo le memorie dolorose? Perché ne costruiamo di completamente false? Perché ci sovrastimiamo? Insomma, perché degradiamo la realtà? Ma soprattutto, perché la selezione naturale favorisce queste deprecabili pratiche?
La nostra personalità ha un lato oscuro che fatichiamo a considerare perché ci inquieta…
… ma è anche fonte di umorismo e feconde sorprese intellettuali…
La cosa riguarda da vicino quella particolare scimmia che è l’ uomo:
il linguaggio, ovvero il dono più prezioso che abbiamo ricevuto… non solo ci consente di dire bugie ma anche di essere particolarmente creativi… abbiamo poi in dotazione organi meravigliosi in grado di valutare l’ informazione giunta fino a noi e di modificarla opportunamente prima di inviarla alla coscienza…
Ma perché mentiamo a noi stessi?
… essenzialmente per mentire meglio agli altri… lo sforzo cognitivo è inferiore se il cervello non è consapevole delle contraddizioni in cui incorre… non pensate alle bugie autoinflitte come a forme consolatorie e difensive… le motivazioni fondamentali sono offensive…
Ma cosa significa spiegare un comportamento in termini di “logica evolutiva”?
… significa spiegarlo in termini di vantaggio biologico… dove il vantaggio è misurato come effetto positivo sulle chance di sopravvivenza e riproduzione…
E non confondiamo “vantaggio biologico” e “vantaggio psicologico”…
… l’ autoinganno ci fa sentire bene ma non spiega il radicamento della pratica poiché non dimostra affatto che i benefici siano superiori ai costi… esistono infatti “costi biologici” notevoli nel perdere il contatto con la realtà… il depresso potrebbe alleviare le sue sofferenze mediante forme artefatte di deresponsabilizzazione ma non aumenta per questo le sue probabilità di riproduzione…
Prendiamo un problema qualsiasi: perché esistono due sessi?:
… ogni uomo può avere migliaia di figli, ogni donna puo’ averne al massimo una dozzina…  la legge evolutiva seleziona fenomeni naturali che massimizzano numero e cura della prole… il fatto che esistano due sessi (donna e uomo) si spiega allora perché un giusto mix garantisca sia la numerosità della prole (uomo), sia la cura della stessa (donna)…
Ecco spiegato un fatto naturale (esistenza di due sessi differenti) in termini evolutivi.
Veniamo ora al “problema sociale”. Come schematizzarlo?
… due individui si incontrano ed entrano in relazione… se entrambi sono ben disposti e collaborano verranno ripagati da questa scelta ma se confliggono subiranno entrambi un costo… Purtroppo tradire chi è in buona fede è il comportamento che ripaga di più in termini evolutivi… così come fidarsi di un traditore è il comportamento più penalizzante…
Le regole del gioco sono semplici ma le strategie implementate per vincere possono essere anche molto complesse.
L’ Homo Hypocritus non è poi così strano:
… le strategie di bluff e auto-bluff non dovrebbero sorprendere perché si presentano anche in altre specie…
Per qualcuno l’ intelligenza sarebbe l’ antidoto. Ma…
… è l’ intelligenza stessa ad essere un sottoprodotto dell’ ipocrisia. E non consola molto il fatto che la direzione del nesso di causalità tra queste due variabili sia incerto…
Puntare sulla valutazione coscienziosa delle circostanze non è una buona idea:
… di solito attiviamo la coscienza dopo aver agito, prima ci affidiamo ad altre facoltà… per lo più con la coscienza non ragioniamo, con la coscienza razionalizziamo la realtà a seconda delle nostre esigenze…
Ma  autoingannarsi è davvero una pratica tanto demoniaca?
… dipende… per esempio fa bene alla salute… specie al sistema immunitario…
ingannoo
A questo punto RT affronta diversi settori della vita quotidiana in cui si ricorre comunemente all’ ipocrisia. Io mi limiterò a considerare famiglia e religione, due ambiti in cui più fissiamo la realtà e più ci appare in movimento anche quando è immobile.
inganno
L’ inganno e l’ autoinganno sono due formidabili armi evolutive ma contro i nostri nemici dichiarati (gli estranei) non sono poi così “formidabili” visto che divengono prevedibili.
A volte diventa più cruciale far capire al nostro nemico che non lo stiamo ingannando. E’ per questo che Cesare brucia le navi quando sbarca nelle terre straniere che intende invadere: i nemici sapranno che fa sul serio e si arrenderanno senza simulare una bellicosità che non appartiene loro.
In famiglia le cose vanno diversamente: le aspettative dell’ altro sono più sfumate e quindi le simulazioni più efficaci.
La famiglia è un gruppo di individui geneticamente connessi e nei rapporti infra-gruppo vale la regola di Hamilton:
…se due individui hanno un fattore di connessione genetica pari a un mezzo (esempio due fratelli)… pur aspettandoci che il primo individuo tenterà di ottenere dei vantaggi a scapito del secondo, a questo comportamento porrà un limite evitando che le sofferenze della “vittima” siano più che doppie rispetto al godimento del “carnefice”…
Si tratta di sfumature che creano un ambiente favorevole all’ ipocrisia.
Il gioco familiare è altrettanto semplice quanto il gioco sociale:
… i genitori devono decidere come e quanti sforzi investire nella prole… quest’ ultima deve tentare di sfruttare al massimo i genitori indirizzando su di sè gli sforzi… queste spinte egoistiche sono temperate dalla regola di Hamilton…
L’ inganno serve ai figli per esagerare i loro bisogni e serve ai genitori per apparire più deboli e quindi dare meno a chi ritengono abbia meno bisogni.
In alcuni casi perversi i genitori vogliono dare meno indipendentemente dai bisogni. In questo caso l’ autoinganno è una buona strategia per figli che non hanno accesso a una exit-strategy:
… la convivenza forzata condiziona la strategia dei figli abusati per i quali diventa conveniente autoingannarsi attraverso una dissociazione che minimizzi gli abusi ricevuti… resistere o denunciare renderebbe le cose anche peggiori…
I genitori hanno interessi differenti poiché trasferiscono in modo differente il loro patrimonio genetico ai figli…
… per comprendere le dinamiche familiari è buona cosa immaginare la prole come portatrice di un’ identità scissa che persegue interessi multipli e divergenti… le due principali identità saranno quella materna e quella paterna…
I figli “preferiti” di un genitore saranno quelli che ricevono da lui la parte più cospicua di eredità genetica. La preferenza è sempre accompagnata dal classico autoinganno per cui “i figli preferiti” non esistono per definizione.
Geni differenti hanno regole ereditarie differenti e a volte sono isolabili delle regolarità. Per esempio, il cromosoma Y viene trasmesso da padre in figlio mentre il cromosoma X viene trasmesso dal padre alla figlia. Ora, quest’ ultimo è 10 volte più “ricco” da un punto di vista genetico…
… in realtà non ci sono chiari segni di una preferenza del padre verso le bambine anche se esistono evidenze di una predilezione nei confronti delle nipotine da parte delle nonne paterne
Ci sono alcuni insegnamenti ricorrenti che i genitori impartiscono ai figli:
… la connessione genetica tra genitori e figli è più potente rispetto a quella tra fratelli… è quindi normale che i primi spingano i secondi verso comportamenti reciproci più improntati all’ equità rispetto a quelli istintivi…
D’ altro canto padre e madre, in ambito familiare, avranno anche messaggi conflittuali da trasmettere. Tanto per restare in tema di reciprocità:
… il patrimonio del padre spingerà i figli verso comportamenti più egoistici per la possibile presenza di fratellastri mentre il patrimonio della madre sarà improntato alla condivisione in modo da realizzare una ripartizione equa… e questo è ovvio visto che la madre è certa…
Ho detto “in ambito familiare” non a caso. In ambito sociale, infatti, il messaggio si ribalta:
… l’ eredità materna spinge a comportamenti più gretti e improntati al familismo… l’ eredità paterna spinge a comportamenti più equi… questo perché l’ uomo dissemina la sua numerosa prole nel gruppo allargato mentre la donna concentra la sua esigua prole nella famiglia…
I geni paterni agiscono con la logica di cui sopra già nella vita uterina del feto:
… un eccesso di ifg2 (gene paterno) moltiplica il fattore di crescita fetale assorbendo risorse sottratte a eventuali competitori… il gene materno ifg3 ha invece l’ effetto contrario…
L’ identità scissa della prole è messa a dura prova quando i genitori litigano:
… quando i genitori litigano è un po’ come se dentro di lui litigassero le sue due identità… puo’ essere una sofferenza lacerante… alla base della quale sta la minaccia di un fratellastro…
A 2/3 anni il bambino comincia a mentire sistematicamente:
… finti pianti per invocare cure… riconoscibili dal fatto che spesso si interrompono per dar modo al piccolo di capire se qualcuno sta ascoltando… Finte risate per dimostrare che si partecipa alla vita familiare… già a questa età l’ inganno varia ed è modulato sulla potenziale vittima… Uno studio recente rivela che a due anni e mezzo si mente una volta ogni due ore… le “bugie bianche” subentrano a 5/6 anni… L’ intelligenza del bambino è correlata in modo potente con l’ inclinazione a mentire e l’ inclinazione a mentire è correlata con l’ inclinazione a mentire a se stessi…
Vorrei soffermarmi su questa realtà sperimentale:
… sebbene manchi una chiara evidenza per l’ uomo adulto sembra ormai assodato che nelle scimmie superiori e nei bambini le capacità e l’ intelligenza crescono al crescere della disonestà [intellettuale]…
Certo che sarebbe interessante capire come far tesoro di questo dato. Pensiamo solo alla politica.
Si potrebbe provare così: le istituzioni contano più della moralizzazione, ovvero, privilegiando l’ etica sacrifichiamo le capacità mentre rendendola conveniente tramite istituzioni ben concepite salviamo capra e cavoli.
A proposito di politica:
… i soggetti carismatici con particolare attitudine alla leadership presentano… una maggiore propensione all’ inganno e all’ autoinganno… nonché una più debole capacità di smascherare i comportamenti ipocriti di chi li circonda (in genere i sottoposto)…
Anche in ambito accademico
… i soggetti intellettualmente più dotati sono più propensi a ricorrere a manipolazioni su di sé e sugli altri…
Poiché il gioco è propedeutico alla vita in società, non sorprende che gran parte dei giochi esaltino la capacità di bluff:
… nei giochi si bluffa senza sensi di colpa… è il viatico ideale per poi tessere quella rete di piccoli inganni e reticenze che ci sarà tanto utile in società…
L’ autoinganno è favorito dalla selezione naturale, perché dovremmo disinnescarlo nella nostra opera educativa?
… per me la risposta è semplice: non credo in una vita, in una relazione, in una società costruita sull’ inganno…
C’ è un problema: più riusciamo a costruire una vita, una relazione, una società senza ricorrere all' inganno e all’ autoinganno, più inganno e autoinganno diventano efficaci.
Chi s’ impegna per la verità conferisce valore all’ inganno, chi è tollerante svaluta l’ inganno. Se contano le intenzioni, poco male, ma se contano i fatti…
In famiglia la retorica della trasparenza rende l’ ipocrisia inconscia un’ arma quasi irrinunciabile.
Quando una società diventa completamente “trasparente”, le parole scambiate dietro le quinte sono poche ma dal peso decisivo. La società dello streaming è storia di oggi: http://www.corriere.it/politica/13_marzo_27/battista-al-vertice-come-al-grande-fratello_b1807690-96c9-11e2-b7d6-c608a71e3eb8.shtml#.UVLk6mFlvzk.twitter
Ad ogni modo penso sia giusto, almeno a parole, combattere l’ ipocrisia.
Ma come possono i genitori combattere l’ ipocrisia dei figli (qualora lo si ritenga cosa buona e giusta)?:
… la punizione funziona poco… perché la si puo’ evitare ingannando… e quindi finisce paradossalmente per diventare un incentivo a raffinare gli espedienti…
Altro errore da evitare:
contraddirsi… essere incoerenti… ricorrere a bugie in presenza dei bimbi… sono molto sensibili a questi comportamenti…
Qualcuno pone al bimbo le domande cruciali “guardandolo fisso negli occhi”:
… puo’ funzionare perché mentire è difficile e farlo guardandosi negli occhi lo è ancora di più… detto questo è possibile che si sviluppino tecniche sofisticate come l’ autoinganno…
La cosa migliore da fare è dare il buon esempio evitando la reticenza. Anche su questioni cruciali come la separazione o la morte di un genitore:
… creare un ambiente improntato alla fiducia è la cosa migliore per la crescita dei nostri figli…
ingannoooo
La religione è un ambito dove gli autoinganni abbondano, non si puo’ negarlo.
… qualcuno si è spinto a dire che è la religione in sé a costituire un immenso autoinganno… un grande nonsense con effetti dannosi sull’ umanità, compresa quella fetta di umanità che la professa… una grande illusione perpetratasi grazie all’ inganno… Le cose potrebbero anche stare così ma chi lo sostiene non ha una teoria seria e si limita a proporre una metafora… la religione sarebbe come un virus che si diffonde nel corpo dell’ umanità… un virus che viaggia contagiando le menti degli uomini più deboli… un meme che ci minaccia… Ora, non si puo’ dire che una metafora, per quanto suggestiva, possa costituire un serio fondamento per una teoria evolutiva plausibile… Quando questi crociati dell’ ateismo sostengono con sicumera che tra venticinque anni le religioni saranno sparite mi viene da sorridere e pagherei per parlare con qualcuno di loro tra venticinque anni… semmai ci sarà ancora qualcuno in circolazione…
Darwin o Gesù?
… la verità probabilmente sta nel mezzo… la religione fa ampio ricorso all’ autoinganno, penso alle preghiere per l’ intercessione, al ripudio della razionalità e al conferimento di uno status speciale all’ adepto… ma c’ è pur sempre nelle religioni un nucleo irriducibile che punta sulla verità delle cose… per esempio, sembra un paradosso, in quelle religioni che insistono molto nel denunciare il rischio di autoingannarsi… la cosa migliore consiste nell’ analizzarle pazientemente separando le credenze fallaci da quelle benefiche…
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Ma perché non ci basta una fede probabilistica e riteniamo di doverla rafforzare per autoingannarci?
Innanzitutto perché una fede piena fa bene alla salute:
… salute e religiosità sono positivamente correlate… forse perché la persona religiosa è inserita in un gruppo di mutuo supporto… forse perché stabilire relazioni forti aiuta… forse perché molte religioni consentono al fedele di confessare in privato i propri traumi sfogandosi…
Fin qui la religione potrebbe essere facilmente sostituita da pratiche alternative. Ma c’ è anche qualcosa che è più specifico:
… il possedere una forte credenza  è positivo di per sè per la nostra salute mentale… anche avere a disposizione una struttura di significati attraverso la quale comprendere e agire nel mondo conferisce benefici psicologici non indifferenti…
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Il celibato richiesto ai preti è facilmente giustificabile in termini teorici: obbliga alla dedizione completa.
Ma lo è anche in termini pratici: limita la corruzione azzerando il nepotismo:
… nella Chiesa Cattolica le dinastie sono molto rare… almeno se la confrontiamo con Nord Corea, Siria, Egitto, Giordania, India, Haiti, sette americane…
Forse dovremmo imporlo ai politici.
Ma perché il celibato è maschile?
… perché è più facile… nel maschio l’ attaccamento alla famiglia è più tenue…
Detto questo, alcune dichiarazioni della CC in tema di celibato appaiono quantomeno bizzarre:
… il celibato non contribuirebbe alla pedofilia dei preti mentre l’ omosessualità sì…
E’ chiaro invece che, a parità di tutto il resto, sia il gruppo dei celibi che il gruppo degli omosessuali sono più esposti a fenomeni di pedofilia. Per comprimere il fenomeno è normale si chieda loro standard morali più elevati.
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Le religioni più promettenti sono quelle aperte, universali e che puntano sull’ evangelizzazione (conversione dell’ infedele). Insomma, il cattolicesimo sembra più funzionale dell’ ebraismo:
… spesso i precetti religiosi richiedono o consigliano in modo pressante matrimoni tra correligionari, il che favorisce la congiunzione tra consanguinei con i noti inconvenienti che questo comporta in termini di diversificazione di rischio epidemico… solo le conversioni frequenti e l’ apertura a tutti i gruppi sociali possono neutralizzare il fenomeno…
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Molte religioni ci mettono in guardia dall’ autoinganno:
… Matteo 7: 1-5 è un invito a non giudicare il prossimo… la pagliuzza e la trave… chi è senza macchia scagli la prima pietra… la parabola del buon Samaritano…
Per non dire del Padre Nostro. “Venga il tuo regno, sia fatta la tua volontà”:
… una professione di umiltà del soggetto di fronte alla realtà e al suo piano più ampio… ci si impegna di fronte al reale e al rischio di auto-suggestione…
“non indurci in tentazione”:
… un’ ammissione di debolezza volta a mettere in guardia il fedele arrogante…
Forse il cattolicesimo dovrebbe puntare su questa peculiarità. Già Gide affermava:
… Gesù non ha detto nulla di sconvolgente sull’ amore… si è limitato a ripetere verità già diffuse da secoli… il vero messaggio rivoluzionario del cristianesimo è un altro: non giudicare
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L’ autonganno si manifesta con le preghiere d’ intercessione. Esperimenti multimilionari sono stati approntati per misurarne l’ effetto. Risultato:
… nessun effetto… anzi, i soggetti informati che si pregava per loro hanno avuto mediamente una degenza post operatoria peggiore…
Nell’ esperimento Benson, quello a cui fa cenno RT, i gruppi di preghiera non conoscevano i destinatari delle loro richieste d’ intercessione. Secondo Richard Swinburne cio’ invaliderebbe l’ esperimento poiché la dottrina teologica sottesa alla preghiera d’ intercessione parla chiaro. C’ è una metafora che rende bene i dubbi del professore oxoniense: 
… what I have written… can be seen by an analogy. Suppose that I am a rich man who  sometimes gives sums of  money to worthy causes, and that I am very well informed and I know just how useful (or not) different gifts would be. I receive many letters asking me to give such gifts. Some foundation wants to know if there is any point in people writing such letters to me - do they make any difference to whether know if there is any point in people writing such letters to me - do they make any difference to whether  I give money to this cause or that? So the foundation commissions a study. Many people are enrolled to write letters to me on behalf of several causes rather than others in order to see whether subsequently I give more to those causes rather than to the other causes. In fact, let us suppose, I am normally moved by such letters; I think that the fact that many people take the trouble to write to me on behalf of some cause about which they care a lot is a reason for giving to that cause. But I now discover why I am suddenly bombarded with a stream of letters on behalf of certain causes; and I realise that on this
occasion, unlike on other occasions, the letter writers have no deep concern for the causes for which they write. So of course on this occasion I pay no attention to the letters…

giovedì 21 febbraio 2013

Beati gli umili

… l’ umiltà è la presunzione di chi l’ ha preso in quel posto…
anonimo
Ma che significa essere “umili”?
In un saggio sull’ argomento, Robert Roberts, docente di etica alla Baylor University, comincia facendo quello che faremmo tutti, ovvero legge alla voce “umiltà” dell’ English Oxford Dictionary:
… umiltà è la qualità dell’ essere umili, ovvero dell’ avere una modesta opinione di sé…
Ma avere “una bassa opinione di sé” è tutt’ altro che una virtù!
Purtroppo, Hume e altri filosofi appartenenti alla tradizione empirica, identificarono il sentimento di umiltà con una carente auto-stima.
Qualcuno cercò allora di aggiustare il tiro pensando all’ umile come a persona che, esente da presunzioni, riesce a giudicare se stesso e gli altri con una certa accuratezza.
Anche qui non ci siamo.
Forse che il più grande pianista del mondo è umile perché ritiene – giustamente - di essere tale? Costui, è vero, non si sovrastima ma, non scherziamo, l’ umiltà è altra cosa. Giudicare sé e gli altri in modo corretto, al limite, rivela onestà intellettuale più che umiltà:
… andrei oltre dicendo che chi si concentra troppo sui giudizi, sia verso sé che verso gli altri, difficilmente coltiverà la virtù dell’ umiltà…
Altri confondono umiltà e conformismo:
… essere umili non significa andare con il gregge, sebbene nella tradizione orientale qualcosa del genere, magari spurgato delle connotazioni negative… puo’ essere vero…
Non parliamo poi di chi assimila umiltà e servilismo. Costoro usano il termine in modo denigratorio.
umili
Secondo la tradizione cristiana, Gesù di Nazareth è il perfetto modello di umiltà. Vediamolo allora da vicino:
… abbiamo di fronte una persona che si disinteressa del suo status…
Gesù non è interessato a confezionare accattivanti “biglietti da visita”. La cura dell’ “immagine” non è in cima ai suoi pensieri.
Nasce in una stalla e lava i piedi ai suoi discepoli. Più sfigato di così!
Allo stesso tempo, Gesù, è perfettamente consapevole della sua condizione superiore di figlio di Dio e, quando si viene al dunque, non fa niente per dissimularla. Anzi, sul punto è “scandalosamente” chiaro, la sua “scorrettezza politica” rischia spesso di offendere l’ interlocutore. Pagherà cara la chiarezza e la mancanza di peli sulla lingua.
Secondo questo modello, quindi, l’ umiltà coincide con un disinteresse per l’ apparire. Un disinteresse ben lontano dall’ ignoranza circa le proprie doti e la propria natura. Trascurare le apparenze per dedicarsi alla sostanza è tipico di Gesù.
In questo senso Socrate lo anticipa. Il filosofo greco prende continuamente le distanze sia dalla falsa modestia che dalla ricerca di approvazione sociale.
L’ esempio di questi giganti è straordinario, e ce lo conferma la scienza contemporanea:
… per i primati, incluso l’ uomo, la caratteristica saliente dell’ ambiente in cui sono immersi, è rappresentata dalle tensioni che la “caccia allo status” crea tra gli agenti… se mai esiste un sentimento universale nello spazio e nel tempo questi è l’ invidia…
Insomma, vogliamo essere degli “alpha”, se non in assoluto, perlomeno rispetto a qualcuno.
Solo quando questa ansia viene frenata – per esempio dall’ amore per Dio o da qualche altro interesse genuino – noi potremo imboccare la via dell’ umiltà.
Ricordiamo che dallo “status” dipende la nostra rispettabilità e la nostra reputazione sociale, nonché una serie di conseguenze pratiche. Per questo risulta tanto difficile trascurarlo.
Il progetto di fare dell’ umiltà una virtù si scontra allora con il fatto che potrebbe essere impossibile praticarla in modo verace e i “doveri impossibili” sono anche “doveri insensati”.
umil
La psicologia evolutiva interpreta praticamente tutto in termini di “caccia allo status”. Dallo status dipendono in modo cruciale le opportunità di riproduzione. Lo sfigato medio non ha una prole numerosa.
Perché desideriamo vestire bene? Perché essere eleganti ci piace, ma anche per curare il nostro status. Perché vogliamo una casa dignitosa? Perché abitare una bella casa è meglio che abitare una casa squallida, ma anche per coltivare il nostro status. Perché vogliamo fare “vacanze speciali”? Perché siamo alla ricerca di comodità o di emozioni forti, ma anche per innalzare il nostro status presso i terzi che ne vengono a conoscenza.
Non facciamo mai qualcosa (solo) per fare quella cosa, in realtà stiamo lavorando al nostro status. A chi nelle università  studia queste tematiche viene assegnato un sintomatico nomignolo: “departement isn’t”: non si cucina un piatto appetitoso perché ci piace mangiarlo, non si va a votare perché si sposa la linea di un certo partito, non ci si fidanza perché siamo intimamente innamorati di quella persona…
E le percentuali? Mah, vogliamo fare un 50 e 50?
Per lo psicologo evolutivo, insomma, l’ uomo è dominato da una fissa: lo status. Hai voglia a incitarlo all’ umiltà! L’ insegnamento di Cristo si rivolge a gente nei cui geni è scritta una storia differente. La personalità umile è  contro-natura.
Si parla di Homo Hypocritus proprio perché lo status, oltre a essere tremendamente importante, è anche facilmente falsificabile.
Lo status è sempre relativo, dipende quindi da un confronto con gli altri, una “guerra dei tutti contro tutti” in cui si sprecano energie preziose nel pompare in modo credibile il proprio e nel demistifcare il pompaggio altrui.
In questa guerra l’ arte dell’ ipocrisia è cruciale e poiché l’ umiltà intacca proprio l’ ipocrisia, cominciamo a cogliere il legame tra “umiltà” e “verità”.
In merito a umiltà, status e ipocrisia, il prof. Robert Trivers ha elaborato una teoria ingegnosa quanto convincente. Per lui l’ arte dell’ ipocrisia è funzionale all’ implementazione di strategie vincenti dal punto di vista evolutivo.
Se riusciamo a presentarci meglio di cio’ che siamo e, nello stesso tempo, coltiviamo competenze idonee a smascherare l’ ipocrisia altrui, saremo dei vincenti.
C’ è un piccolo inconveniente: le competenze sviluppate dagli altri per smascherare la nostra ipocrisia progrediscono quanto la nostra abilità a dissimulare.
Smascherare l’ ipocrisia altrui non è poi così difficile. Chi mente manifesta segnali di nervosismo e chi riesce a dominare il nervosismo fa emergere comunque la classica freddezza artefatta del mentitore; insomma, ci sono mille segnali che ci denunciano! Inoltre, al mentitore viene richiesto un grande sforzo cognitivo: deve infatti distruggere l’ edificio della verità e rimpiazzarlo con uno fasullo! Mica paglia: la memoria è sottoposta a uno stress non indifferente, bisogna ricordarsi e incastrare le proprie bugie per non cadere in contraddizione sul lungo termine. Guai a chi non organizza in modo “scientifico” le proprie ipocrisie!
Sono problemi ardui che potrebbero orientarci verso una soluzione di “second best”: la sincerità. Ricordiamoci che in questa morra il “bugiardo” sopravanza il “sincero” ma il “bugiardo sbugiardato” perde con tutti.
Fortunatamente (o sfortunatamente), Madre Natura ha sviluppato nel nostro organismo un’ arma letale: l’ autoinganno. Ricorrendo all’ autoinganno, dominare il “nervosismo” e l’ “organizzazione” delle mezze verità diventa molto meno impegnativo. Autoingannandoci potremo sfoggiare un’ ipocrisia calma e coerente.
*** 
L’ umiltà è dunque un obiettivo molto ambizioso per almeno due motivi: 1. la presunzione è pur sempre una brutta gatta da pelare (temiamo il giudizio altrui) e 2. noi per primi crediamo di essere già umili a sufficienza (temiamo il giudizio della nostra coscienza).
Non ammetterei mai di avere preoccupazioni di status nel momento in cui scelgo una camicia, oppure se sistemo la casa dei miei sogni, né tantomeno quando si tratta di scegliere se e dove andare in vacanza. Anzi, trovo offensivo che qualcuno possa anche solo insinuare l’ esistenza di preoccupazioni tanto meschine. Oltretutto mi sento sincero quando nego un collegamento che invece è patente. Questo perché, spiega il Prof. Trivers, sia la trasparenza che l’ ipocrisia nuda e cruda sono strategie perdenti. L’ ipocrisia unita all’ autoinganno, per contro, vince su tutti i fronti!
Inutile aggiungere che, poiché la selezione naturale ci ha prescelti, la nostra strategia deve necessariamente essere quella vincente.
Il libro del prof. Trivers è ricco di aneddoti illuminanti. In uno, per esempio, le fotografie delle “cavie umane” vengono manipolate in modo da abbellire o imbruttire le persone che vi compaiono. Si è notato come gli interessati si riconoscano più velocemente nelle prime. Evidentemente – autoingannandosi - si pensano più belli di quel che sono.
In un altro viene detto a dei bambini di non spiare il giocattolo racchiuso in una scatola presente nella stanza dove verranno lasciati soli. Naturalmente la maggior parte di loro, tradendo la parola data, spia. Ma la cosa più interessante è che la probabilità di spiare cresce con l’ IQ del bambino. Poiché l’ intelligenza ci serve per rintracciare strategie vincenti, se ne deduce che la “propensione al tradimento” sia tale. L’ inganno e l’ autoinganno non fanno che rispecchiare una “propensione al tradimento”.
… l’ ipocrisia ci aiuta a rappresentare e a rappresentarci il mondo in modo distorto per affrontare al meglio la competizione con gli altri… cio’ comporta una continua inflazione delle nostre conquiste e delle nostre competenze… una svalutazione dei fallimenti e una razionalizzazione degli errori… l’ ipocrisia gioca un ruolo fondamentale in questo processo in quanto si mente molto più efficacemente agli altri se si sa mentire a se stessi… la capacità di autoingannarsi è un  caratteristica vincente selezionata dall’ evoluzione per vivere in società proprio come la pelle chiara è selezionata per vivere nelle regioni nordiche e quella scura per vivere all’ equatore…
***
C’ è chi si rassegna a considerare l’ ossessione per lo status connaturata all’ uomo e cerca di consolarsi: meglio le guerre non cruente che quelle cruente. Meglio la caccia allo status veicolata dalla pubblicità che quella veicolata dalle guerre.
Ci sono dei “rassegnati” che cercano poi di metterci una pezza esortando a costruire una società ricca e variegata in cui ciascuno di noi possa trovare una nicchia in cui primeggiare e appagare le sue vanità.
C’ è invece chi non si rassegna e grida “beati gli umili”, convinto che l’ umiltà si possa conquistare indipendentemente dal cablaggio dei nostri cervelli.
La mia posizione? Trovo che, tutto sommato, l’ introspezione sia un buon antidoto all’ autoinganno. Ma, proprio perché il resoconto di RT sembra abbastanza convincente, non saprei se raccomandarlo a tutti (me compreso): un’ introspezione troppo accurata potrebbe disarmarci lasciadoci inermi.
La conclusione è dunque sorprendente: l’ umiltà è una virtù élitaria. Roba per pochi. Roba per chi riesce a compensare l’ ipocrisia con altre doti evolutive. In partenza avrei detto il contrario, l’ umiltà mi appariva più come una virtù tipica della massa.
***
P.S. Umiltà e conoscenza
Una cosa comunque è certa: se l’ umiltà dichiara guerra alla “ricerca dello status”, dichiara guerra anche all’ “auotinganno” divenendo così, almeno all’ apparenza, uno strumento di verità.
Veniamo così alla cosiddetta “umiltà intellettuale”: perché desideriamo conoscere? In parte per amore della verità, in parte per coltivare il nostro status.
E le percentuali? Anche qui 50 e 50? Secondo il San Paolo della lettera ai Corinzi, quello per cui “la conoscenza inorgoglisce, l’ amore edifica”, probabilmente anche 40 e 60!
Ma l’ umiltà è poi davvero “strumento di verità”? Non ne sono del tutto convinto. Sicuramente alimenta il nostro amore per la verità, ma da qui a essere funzionale al suo conseguimento ne corre.
Purtroppo gli esempi di grandi scienziati “poco umili” sono parecchi.
Galilei non dubitò mai delle sue tesi pur avendo in mano ben poche prove oggettive.
James Watson
… nella sua biografia ammette candidamente che lui e Francis Crick, allorché scoprirono la struttura fondamentale del DNA, erano motivati da molto più che un desiderio di conoscenza scientifica… cercavano un posto nei libri di storia e il riconoscimento dei colleghi… in particolare temevano che Linus Pauling arrivasse prima alla scoperta e non esitarono a utilizzare la strumentazione ideata da Rosalind Franklin senza chiedere il suo permesso…
Spesso percepiamo la nostra immagine sfregiata dallo spettro di una correzione ricevuta da un nostro pari. Quando cio’ avviene, emerge l’ istinto di correre a buttarla in rissa pur di provare (innanzitutto a noi stessi) che siamo nel giusto e che la nostra condizione primigenia è stata ripristinata:
… per chi difetta di umiltà è particolarmente seccante essere corretto in un forum pubblico… il disturbo che se ne riceve fa passare presto in secondo piano la ricerca della verità…
Un sintomo dell’ arroganza è l’ attacco ad hominem:
… chi è intellettualmente umile considera gli argomenti indipendentemente dalle persone che li espongono… costui non sferrerà mai un attacco ad hominem, non è interessato alle persone e ai confronti tra persone… ma unicamente alle idee di cui sono portatrici...
RR si concentra poi sulle radici dell’ arroganza intellettuale:
… nella ricerca, i precoci successi rischiano di portare una certa arroganza negli scienziati affermati…
In effetti ho notato che è senz’ altro importante studiare il lavoro dei Nobel, purché ci si concentri su quello prodotto prima del ricevimento del premio. Quello successivo, spesso nemmeno esiste, e quando esiste di solito ha scarso valore.
Si osa perfino portare Einstein come esempio negativo:
… il suo biografo disse che dopo l’ elaborazione della teoria della relatività, non essendo riuscito ad accettare i fondamenti della meccanica quantistica, non riuscì mai nemmeno a dare un contributo apprezzabile in un campo tanto importante…