Christina Hoff Sommer su pedagogia e penalizzazione dei ragazzi
- Fenomeno sotto la lente: i ragazzi a scuola rendono meno delle ragazze e si annoiano di più. Perchè? E' un guaio?
- Oggi il fenomeno è riconosciuto ma le scuole che tentano di fare qualcosa cadono sotto l' accusa di penalizzare le ragazze
- Tutto è femminilizzato nelle nostre scuole: prendi il tema dei sentimenti, o della competitività, o dell'atteggiamento verso il rischio, o della relazione con il corpo.
- Perché preoccuparsi per una simile svolta? Perché sono i nostri ragazzi e perché sono i ragazzi che vivranno con le nostre ragazze e con loro costruiranno il loro futuro. Vogliamo davvero che restino indietro? Vogliamo sprecare le loro potenzialità per ché ragioniamo chiusi in un confronto relativo tra uomini e donne?
- C'è ormai una montante evidenza relativa alle prestazioni superiori delle ragazze: le matricole donne sono più ambiziose, partecipano di più alle attività extracurriculari, scrivono e leggono meglio, si iscrivono più facilmente all' università, si laureano più spesso.
- Consideriamo come vengono valutate le ricerche: lo stile oggi pesa molto di più rispetto a ieri, e in questo le ragazze possono prendersi un bel vantaggio.
- Ma i ragazzi non dominano nei test? Come si conciliano le discrepanze?
- E' così ma sempre meno ragazzi affrontano il SAT.
- Esiste poi uno spread ben noto: tra i ragazzi abbondano geni e scarsoni e questi ultimi non ci provano nemmeno col SAT.
- Dove sono finiti gli uomini?: ormai nelle università sono il 60/40. La loro defaillance non sembra più contestabile.
- Reazione femminista: nn sono i ragazzi nei guai sono le ragazze che progrediscono sempre di più.
- Perchè il femminismo non dà il dovuto peso a queste evidenze? Perché è preoccupato dal fatto che l'uomo continua a predomina ai vertici della società civile (più politici, più CEO eccetera). Domina anche nei salari. Ma dimentica il fenomeno della polarità: il maschio domina anche nelle carceri o tra gli scoraggiati.
- Ma sul wage gap la responsabilità non sembra la discriminazione dei datori di lavoro quanto piuttosto le scelte delle donne stesse (i settori prediletti ma anche le poche ore lavorate, i tanti permessi richiesti e così via)
- Ultimamente le femministe sembrano riconoscere l' evidenza che il gap sui salari non sia da imputarsi a discriminazione, però tornano alla carica: le scelte delle donne sono condizionate dagli stereotipi. Insomma la buttano sul filosifico tanto xchè nulla sia più dimostrabile. Un piccolo vantaggio pedagogico è sentito come dovuto. Tuttavia, pressioni decennali verso impieghi più remunerati non sembrano sortire effetti.
- I maschi prevalgono nei test di scienza e matematica (laddove pesa di più la competizione) ma non nei voti (dove pesa di più la pedagogia). In lettura e scrittura, poi, soccombono sempre. E qui forse pesa anche la natura.
- Cosa spiega il disallineamento test/voti: le abilità nn cognitive (pazienza self control) che le femmine sviluppano prima e che l' impostazione didattica esalta. I bimbi 8e sono soprattutto bimbe) che hanno qs abilità raccolgono i frutti migliori.
- E' chiaro, per esempio, che l'enfasi sulla condotta penalizzi i maschietti.
- Reazione comune: peggio x i maschietti. Ok, ma xchè nn provare una pedagogia altrrnativa? Si ha la netta sensazione che i ragazzi siano puniti in quanto tali.
- Zero tollerance sulla condotta: vale x l' adulto ma nn x il ragazzo x il quale cresce contando di + sulla vicinanza e sulla pressione
- I maschietti necessitano struttura più ancora che che femmine. In loro si riscontra un rifiuto della disciplina. Chi non ricorda il Signore delle mosche? La lontananza dell'adulto è per loro ancora più deleteria.
- Nei ragazzi puo' registrarsi una certa propensione a comportamenti antisociali. Prendiamo lo stupro e vediamo la cause. Si fanno due ipotesi: 1) educazione alla cultura machista e patriarcale oppure 2) mancanza di educazione. Nel primo caso l'educazione dovrà essere ancor più "androgina", nel secondo caso dovrà essere più "adatta a loro".
- In favore della seconda ipotesi: la propensione allo stupro si abbina con la propensione al vandalismo (molto meno riconducibile a machismo e patriarcato).
- Nei violenti cresce l'autostima. Anche per questo la disciplina e l' etica devono essere chiari ai maschietti. Loro più delle femminucce sono aggressivi, arrischiati e anticonformisti
- Il fattore della disciplina è stato letto in passato come un fattore di repressione, cosicché è stato rimosso. A risentirne sono stati soprattutto i maschi.
- Pedagogia di Aristotele, ovvero pedagogia del buon senso: inculcare i principi morali anche con premi e punizioni affinché ci si formi un carattere a si sia degli adulti autonomi
- Il rifiuto di Aristotele e l'avvento della value clarification: noi proponiamo il bimbo sceglie. Il bimbo è già autonomo
- Siccome il value clarification ci consegnava bambini ansiosi e insicuri si è ripiegato sull' autostima: coltiviamo di più quella!
- La precisazione di Mill: sia chiaro che nn parlo de bimbi quando parlo di libertà...
- L' uomo ha un vantaggio sull' animale: non deve reimparare da capo tutto. Cerchiamo di sfruttarlo!
- Ma l' approccio permissivista non danneggia tutti allo stesso modo: i maschietti sono le vittime designate.
- Persino il diritto rende difficile educare: sentenze contro insegnanti autoritari
- Accusa alla tradizione: propone un lavaggio del cervello. Difesa: solo il cervello delle persone autonoma può essere lavato.
- Greci, romani, illuministi, vitttoriani, tutti uniti nel metodo pedagogico migliore: inculcare i principi di onestà, lealtà, coraggio, decenza. Con Dewey i contenuti sono diventati più specifici: non dobbiamo formare l'uomo ma il cittadino, inculcargli i valori di cittadinanza (che sono poi i valori progressisti della condivisione). E' dagli anni sessanta che è cambiato tutto.
- Buon senso e scienza convergono nel supporto ad Aristotele.
- Columbine? Si fanno molte ipotesi sulle cause: 1) povertà 2) armi 3) divorzio 4) repressi? La risposta più lineare è una: semplice mancanza di valori. Un esito perverso dell'educazione progressista.
- Non si chiede molto, solo un ritorno ad Aristotele. Magari facoltativo, magari dando l'opportunità di scegliere classi maschili.
continua