Tesi del suo ultimo libro sul genocidio ebraico (Black Earth: The Holocaust as History and Warning): la shoah fu possibile solo laddove lo stato nazionale cedette. Si consideri solo un fatto: contrariamente a quanto si crede, la gran parte degli ebrei uccisi non era tedesca ma apparteneva ai territori sottratti dalla Germania alla Russia; nel corso di quelle guerre si creò una situazione di anarchia che rese più semplice il compito degli aguzzini. Rispetto a questi popoli gli ebrei tedeschi erano quasi al sicuro!
In un certo senso si tratta di una tesi banale. A noi sembra ovvio che sia più facile compiere atti contro ogni legge laddove una legge non c'è, ma soffermiamoci su un aspetto più sottile: la shoah non potette manifestarsi appieno in Germania, ovvero nel regno di Hitler. Cosa significa? Fondamentalmente che ci fu perfetta identificazione tra il progetto hitleriano e la Germania. Per il tedesco medio l'idea della shoah era un'esagerazione iperbolica, per quanto il tedesco medio odiasse gli ebrei. Troverebbero conferma le tesi di Nolte: Hitler nacque e stava lì, almeno all'inizio, in funzione anti-comunista e non per edempiere alla sua missione di sterminatore degli ebrei.