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giovedì 11 maggio 2017

Il divorzio tra fama e meriti nel mondo delle arti SAGGIO

Quando merito e fama divergono, la cultura di un popolo è nei guai.
Lo credono in molti ma sul punto Tyler Cowen ha qualcosa da dire, e lo fa nel saggio "In Praise of Commercial Fame".
La sua tesi: "il mercato moltiplica le diversità", e questo bene controbilancia talune forme di innegabile degrado.
Dietro molte star del firmamento patinato c'è solo una macchina per far soldi, è chiaro che nel constatare la popolarità di certi artisti dal talento lacunoso, ci sia chi scuote la testa. Uno pensa ai "fenomeni" di ieri e sbotta: "non c'è più religione".
Con l'avvento della fama commerciale, la cultura si degrada e i modelli per i giovani si sviliscono di conseguenza. In questo senso il mercato della cultura fallisce: se dai alla gente quel che desidera, i suoi desideri si degradano. Fin qui i critici.
L'errore dei critici: guardano solo ai costi trascurando i benefici.
Iniziamo col dire che la ricerca della fama appartiene alla natura umana, si tratta di un istinto difficile da espellere completamente, in molti casi è una forza pericolosa e se lo sfogo avviene nelle arti si limitano i danni...
... That people are motivated by a desire for fame is not a new insight. Many of the classic authors recognized the craving for approval. Thus, Adam Smith viewed the search for approval as "the end of half the labours of human life."...
La ricerca della fama è oggi esasperata dalla natura dei media disponibili...
... These fame incentives have been strengthened and intensified in this century by the development of the technologies of mass communication... These technologies themselves are in large part the products of markets...
Questi nuovi mezza danno la possibilità di condividere tutto e diffondere tramite contagio in progressione geometrica...
... Television personalities, musicians, movie stars, fashion models, athletes, and other entertainers have become shared experiences, which we can use in various ways....
E qui abbiamo un primo vantaggio: la superstar, essendo a tutti nota, è un punto di riferimento, un ancoraggio. Grazie alla sua esistenza si rompe il ghiaccio nelle conversazioni, ne parliamo come si parla del tempo, costituisce un modo per "prendere contatto"...
... These well-known images serve as what economists call focal points: they lower the costs of trading and communication...
Secondo vantaggio: la superstar ha un enorme capitale investito nella sua persona, cosicché è in grado di offrire garanzie. Se ci mette il suo "faccione" possiamo starne certi... Il caso dei prodotti pubblicizzati da Tiger Woods...
... Stars also contribute directly to the efficient functioning of markets. For example, Tiger Woods is too busy playing golf to learn much about most of the products he endorses. But he (and his agent) have every incentive to maintain his reputation by projecting the right image and not disappointing his fans. Thus, Woods's agent makes sure that he endorses only "the right" products...
Terzo vantaggio: nel mondo della fama molti possono avere una loro nicchia e realizzarsi come persone a tutto tondo. Non esiste un'unica "classifica" che fa vincere una persona e perdere tutti gli altri...
... The world of fame... it also satisfies the expressive dimension of the human psyche...
Dietro quello che in modo sprezzante chiamiamo materialismo, o consumismo, o feticismo della merce, spesso c'è un sincero sforzo di esprimersi...
... markets do more than provide us with material goods and services; markets also supply vehicles for emotional and aesthetic expression...
Quarto beneficio: la varietà... Da quanto detto potevamo darla per scontata...
... Finally, a world with fame is likely to be a diverse world, because fame produces many kinds of renown, not just the celebrity of Britney Spears or Eddie Murphy. More than ever before, we have minority niche audiences who know that Antoine Oleyant is the best Haitian voodoo flag maker, that Sergiu Celibadache was the leading Rumanian conductor, and that Pale Fire is the book to read by Nabokov... is not the grim "winner-take-all" world portrayed by its critics…
Il culto per la celebrità si viene a creare anche a livello micro. La libertà di scegliere e la diversità delle opinioni si concretizza in una varietà di risposte.
Nonostante questi vantaggi il divorzio che il mercato celebra tra fama e meriti continua a terrorizzare i critici...
... It is easier to make money by promoting Madonna— who produces saleable, reproducible outputs like movies and musical CDs— than by promoting Mother Teresa...
Ma separare fama e meriti è l'unico modo per moltiplicare quantità e qualità delle proposte...
... they overlook the greater quantity and diversity of stars that are only available when we separate fame and merit...
La meritocrazia è l'ideale solo se i meriti fossero noti a priori in modo infallibile. Il divorzio funziona invece se si deve ricercare e se si mette al centro del progetto la conoscenza.
Ma cosa vuole la gente?...
... commercial producers spend a great deal of time trying to find out what fans want. These commercial forces often do a better job of matching performers and audience than would "objective" critics with no financial interest at stake...
L'imprenditore culturale ha un vantaggio decisivo: la sua ricerca non è inquinata da preferenze precostituite.
I produttori commerciali non sono persuasori occulti, tanto è vero che molti loro prodotti non sfondano. La libertà di scelta delle società commerciali fa pensare che la gran parte delle persone riceva un autentico appagamento estetico...
... fans are not powerless against the biases of commercial culture. They have a variety of ways of escaping the market. Rather than listening to commercial advertisements, or mainstream Top 40, fans can turn to friends. And, in most cities, they can turn to a variety of niche marketers, from college radio stations to Internet chat groups....
Inoltre, sappiamo cosa aspettarci da un prodotto commerciale, cosicché possiamo scegliere il livello di "commercializzazione" che desideriamo...
... Each consumer can choose the level of commercial influence which suits him or her best...
Poi c'è sempre il metodo della sottoscrizione...
... fans can pay for the promoters themselves, through direct subscription...
Ognuno può costruirsi la propria cultura...
... In almost Marxian fashion, subscription finance allows fans to construct their culture as a conscious project...
L'errore di Mc Luhan...
... Media guru Marshall McLuhan pointed out that a medium shapes its messages, but he neglected to emphasize the role of consumers in choosing the medium and in choosing which kind of shaping will occur...
Il medium sarà anche il messaggio ma uno si sceglie il medium come si sceglie il messaggio.
La competizione ci fa giocare a carte scoperte: la cultura commerciale non è il demonio, e in una società commerciale, come si diceva, puoi dosare la quota di "commercialità" che intendi sopportare. La tua scelta non sarà mai "o tutto o niente"...
... Competition does not eliminate the biases of fame-producing media, but it does allow fans to select which biases they will encounter and therefore to minimize the costs of those biases...
fama

mercoledì 30 settembre 2015

In Praise of Commercial Fame di Tyler Cowen

In Praise of Commercial Fame di Tyler Cowen
  • La celebrità rimpiazza oggi l' eroismo di ieri ma sono in molti a lamentarsi del degrado della cultura che questa dinamica favorisce.
  • Ci si concentra solo sui costi di un simile cambiamento: il degrado. Ma i benefici? A volte l'eroismo o per lo meno la sua ricerca era fonte di guai, di violenza diffusa. meglio competere sul mercato che in guerra
  • Problemi di filtro: la fama ci orienta almeno all inizio. E' una bussola utile anche a chi vuole fuggire certi prodotti. 
  • La fama ci coordina dandoci un comune argomento di discussione
  • Non esiste solo la fama assoluta ma anche quella relativa, cosicché uno puo' lamentarsi della fama assoluta ma puoi trarre i benefici di cui sopra dalla fama relativa
  • Problemi di status: le nicchie della celebrità sono molte. Il libro dei record è un tomo immenso e anche mia nonna puo' trovare una specialità in cui primeggiare e appagare il proprio status. La varietà è incentivata dalla molteplice scala dei valori: se ci fosse un solo record da battere migliaia di recordmen resterebbero a casa frustrati
  • Se merito e fama nn fossero separati nn avremmo varietà e le frustrazioni si moltiplicherebbero... 
  • Le forze commerciali forse non educano ma rintracciano i gusti reali delle persone meglio di molti critici.
  • La celebrità innesca anche un  rito di coordinamento che instaura relazioni (giù i costi di comunicazione)
  • La celebrità offre opportunità di giudizio estetico anche agli esclusi. Spesso la celebrità offre esperienze estetiche anche a chi non ne avrebbe mai avute.
  • La celebrità offre ampie garanzie ai prodotti che sponsorizza: il suo patrimonio reputazionale è immenso
  • Un mondo costruito sulla fama lascia molte vie di fuga ai fan rispetto al mondo costruito sul merito oggettivo. Tutto cio' è consolatorio
  • C'è manipolazione delle menti? Difficile in un mondo dove i medium sono tanti: il medium modella il messaggio ma spesso è il messaggiato che sceglie il medium
  • Con il metodo della sottoscrizione costruisci la tua cultura
continua

venerdì 24 aprile 2015

Obliqua difesa di Fabio Volo

Dopo i successi riscossi in radio e in televisione quel simpaticone di Fabio Volo ha cominciato a scrivere libri dominando ben presto le classifiche con oltre 5 milioni di copie vendute.
Il dibattito si è subito aperto: per molti la fama letteraria di Fabio Volo è un chiaro sintomo del degrado culturale in cui è precipitata la nostra editoria, d'altronde non poteva che finire altrimenti quando il dio denaro detta legge anche nel sacro tempio della cultura.
volo
E' difficile difendere il ragazzone bergamasco, specie se non hai letto i suoi libri, tuttavia si puo' tentare di farlo in modo obliquo, difendendo quel mondo di cui Fabio Volo rappresenta l' esito obbligato: la cultura commerciale. Nel mondo della cultura commerciale meriti e fama viaggiano separati, è chiaro che in casi del genere ti becchi tonnellate di Fabio Volo e anche di peggio.
Parto subito con un'ammissione: se il vostro obbiettivo è quello di educare il prossimo la cultura commerciale non è lo strumento ideale. Si tratta di un difetto così grave? Non penso: difficile educare un ventenne che entra in libreria, ormai è tardi. Vale la pena di ricordare il motto dei gesuiti: "dateci un bambino di sei anni e ne tireremo fuori un uomo". Per loro è tardi anche a sette anni! Se la cultura educa poco vorrà dire che ci penserà la scuola o qualcos’altro, vi sembra davvero una richiesta tanto bizzarra?
Ecco, molti si fermano qui: se la cultura non educa allora che me ne faccio? La scarsa capacità educativa della cultura commerciale è senz'altro un costo ma in un'analisi costi/benefici bisognerebbe dare un'occhiata anche ai secondi.
La cultura commerciale esalta le scelte del consumatore e se hai delle tare nella testa queste si trasferiscono anche nelle tue scelte. Il lato buono della faccenda è che perlomeno sarai più motivato in quel che fai. La motivazione non è cosa da poco, è la premessa necessaria per fare un'esperienza autentica. Così come molti hanno le loro poche ma reali esperienze estetiche guardando la pubblicità, molti avranno le loro uniche sincere emozioni letterarie impugnando un libro di Volo. Meglio che niente, lo deve ammettere anche chi immagina facilmente standard più elevati.
Tra le virtù della "celebrità" c'è quella di convivere bene col "merito".
La celebrità si limita ad essere celebre, non vuole accollarsi alcun merito, lo lascia volentieri ad altri, anzi, in un mondo complicato le chiare leggi della celebrità ci orientano, e orientano anche chi è ossessionato dai "meriti". Quando il fine letterato entra in libreria sa già dove trovare i libri di Iosif Aleksandrovič Brodskij di cui è sempre in caccia: nell' angolo in fondo a destra (quello con la muffa incipiente), giammai in vetrina o sul bancone centrale, da cui gira debitamente alla larga senza perder tempo. In fondo l' importante non è dove sta il suo tesoretto ma saperlo reperire alla svelta. Nel mondo dei fan di Volo posso leggere Dante in santa pace, ne posso disporre a poco prezzo, in tempo reale e in quantità elefantiache; nel mondo dei fan di Dante (per esempio la scuola obbligatoria) posso leggere Volo solo sottobanco, anzi, sotto il banco. Il paradosso è che in quel mondo scarseggia persino "Dante", è razionato con cura ed elargito dall'alto ad un'élite ristretta.
L'esistenza delle celebrità migliora il mondo anche facilitando le relazioni. Se voglio attaccare bottone con una ragazza posso buttar lì qualcosa su Volo, funziona! Funziona sia con l'analfabeta che con l’ esegeta di Paul Celan. Grazie a Volo non dobbiamo sempre ricorrere al tempo atmosferico, è un  gran passo avanti!
Ma la separazione tra fama e merito ha un pregio che s' impone su tutti: moltiplica la varietà. La varietà ci fa digerire meglio l’ abbondanza.
Nel mondo del merito oggettivo i Sacerdoti vergano  un unico canone letterario con al vertice una ristretta élite: la (ormai) sparuta schiera dei consumatori di libri registra e legge (spesso annoiandosi), quella dei produttori potenziali di libri registra e per una vita si rode  il fegato dall' invidia.
Nel mondo dove fama e merito convivono, invece, ognuno puo' cercare la sua nicchia e lì dentro realizzarsi. Ci sono nicchie ovunque.
Andy Warhol disse che c'è un quarto d'ora di celebrità per tutti. Un quarto d'ora dura poco ma di quarti d'ora ce n'è una caterva.
Avete presente quanto è voluminoso Il libro dei Guinness? Trovate la vostra nicchia e primeggiate se ne avete voglia, così anche in letteratura.
Cercate la vostra specialità! Il mondo è talmente vario che primeggia anche mia nonna: in parrocchia nella gara delle torte di ribes vanta una striscia di successi non indifferente e vive beata nella sua nicchia dove puo' sfoggiare uno status invidiabile, tutti si scappellano quando passa sul sagrato, anche se la gara delle torte ormai si perde indietro nel tempo.
E allora, basta rosicare! Cercate la vostra nicchia e coltivate lì una vostra rispettabilità. Un mondo vario ci salva dalle umiliazioni della “gerarchia unica” dove avrete inevitabilmente un posto infame.
I libri di volo vi offendono? Chiamateli libroidi e continuate a vivere tranquilli leggendo cio' che vi esalta, c'è posto per tutti nel grande mondo della cultura commerciale.
Senza contare che la varietà ha anche un valore sperimentale, a volte fai delle scoperte che neanche un pool di critici super-selezionati avrebbe potuto mai preventivare: alcuni videogame sono vere opere d'arte! Chi l'avrebbe detto? In fondo la cultura USA (una delle più commerciali) non ha prodotto solo schifezze, regge bene il confronto con la cultura sussidiata di stampo europeo, e parlo per eufemismi. Certo, noi abbiamo un grande passato ma spesso dimentichiamo che persino gran parte di quel passato era “cultura commerciale” sponsorizzata da mecenati.
Per tirare le somme mi sembra proprio che i benefici compensino i costi, scelgo allora il mondo della cultura commerciale, scelgo il mondo che scinde fama e meriti, scelgo il mondo della varietà, scelgo il mondo che consacra Fabio Volo. E' il mondo migliore, forse, anche per leggere Dante.