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giovedì 14 novembre 2024

sull esistenza della mente

 Sull'esistenza della mente.


L'idea a cui sono pervenuto è che i disaccordi autentici non esistano, cio' che esiste sono solo descrizioni differenti di cio' che ci sta davanti. Un determinato evento può essere descritto allo stesso modo in termini fisiologici e psicologici, non intenzionali e intenzionali. Il disaccordo si sana quando scopriamo la descrizione più utile nel contesto in cui siamo. Esempio, la psicologia popolare rimarrà probabilmente il modo migliore per prevedere cosa faranno domani i nostri amici e conoscenti. Questo è tutto ciò che intendo dicendo "le menti esistono". D'altro canto, lo studio della fisiologia e dell'evoluzione è il modo migliore per capire come "funzioniamo", e questo è cio' che intendo quando dico "le menti non esistono". Di conseguenza, "le menti esistono" in certi contesti e "non esistono" in altri. Questo vale anche per la libertà, la giustizia, i colori, eccetera. Insomma, le ragioni sono anche cause. Oltretutto, non c'è un contesto più significativo. Le "cose del mondo" non rendono vere le frasi. La distinzione tra vero e falso possiamo sostituirla con una distinzione tra le frasi che servono a un certo scopo e quelle che servono ad altri scopi.

p.s. la cosa mi è apparsa evidente discutendo in rete sulla "medicalizzazione della scuola". Chi si oppone e chi la critica in nome della classica "responsabilizzazione" (o "scuola del merito") sta descrivendo in modo diverso la stessa identica cosa. Non c'è disaccordo genuino. Molto più semplicemente gli "oppositori" mirano ad una società che massimizzi il capitale umano mentre i sostenitori a una società che "minimizzare il dolore" degli studenti. Forse sopravviveranno solo le società più efficienti, cosicché avranno ragione gli "oppositori", oppure la scuola è di fatto slegata dalla formazione del capitale umano e allora avranno ragione i "sostenitori".

domenica 10 novembre 2024

esperienze religiose misticismo

 Ecco un saggio sul fenomeno delle esperienze religiose, è fatto su misura per chi va di fretta (bibliografia al terzo commento).

Il compito dei sensi è quello di raccogliere sparuti indizi, poi trasformati in scosse elettriche che il cervello legge come un codice per realizzare la sua allucinazione nella nostra testa. Sì, ognuno di noi vive in un'allucinazione autocreata idonea alla vita che conduce. Per i mistici non è molto diverso, anche loro come tutti noi hanno visioni apparenti. Questi individui non sono "pazzi" e non sono nemmeno rari. Questa condizione interessa milioni di persone. Il fatto centrale è che la nostra "tecnologia biologica" non è in grado di elaborare la stragrande maggioranza degli impulsi esterni, la banda di cui disponiamo non è molto larga cosicché si realizza una "fiction" col poco che si riesce a raccattare, e in questo senso siamo molto fantasiosi. Per esempio, per quel che ne sappiamo non c'è alcun suono là fuori. Se un albero cade in una foresta e non c'è nessuno a sentirlo, crea cambiamenti nella pressione dell'aria e vibrazioni nel terreno, niente di più. Anche i colori che "vediamo" sono mediati dalla cultura. Il colore è una bugia, una scenografia elaborata dal cervello che si è rivelata utile in passato.

post facebook

venerdì 12 luglio 2024

Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.

 Una teoria della coscienza derivata dalla teoria generale dell'autoinganno.


La coscienza è stata "inventata" dalla natura per rendere possibile l'autoinganno e creare un doppio simulato di noi stessi. Esempio: se devo mentire, lo farò meglio quando penso di dire la verità ma per creare queste condizioni mi occorre un doppio me stesso: qualcuno che curi i miei interessi materiali (inconscio) e qualcun altro che sia il mio addetto stampa o avvocato difensore (coscienza). A livello neuronale la coscienza è quindi un processo ridondante che, rispetto al processo sottostante, interessa anche certi circuiti correlati con la gratificazione, fiducia e autostima. Così definita, dubito che gli animali abbiano coscienza. Non  sono ipocriti e la coscienza esisterebbe solo come base dell'ipocrisia.


Esiste un autore che ha percorso questa via? 

mercoledì 27 novembre 2019

RICCARDI MARIANI

https://feedly.com/i/entry/ty+AzTYZ3TUuMuPycOdkUNamwQCXNpDbajbdLnbrc5c=_16eab55c9dd:1d2dca:69b9f616
RICCARDI MARIANI
La premessa del libro: il nostro comportamento è guidato dall' "apprendimento emotivo". Le emozioni intense generano gli schemi che ci facciamo su come funziona il mondo e il cervello usa poi questi modelli per guidarci al meglio. Anche l'irrazionalità si genera indirettamente dalla coesistenza di più modelli del mondo impliciti che si sono formati in risposta a varie sfide esterne.
Esempio: un uomo di nome Riccardo non riesce a parlare nelle riunioni aziendali. Ha buone idee ma ha inspiegabilmente paura di esporle al momento opportuno. Durante la terapia ha descritto suo padre come un narcisista chiacchierone che metteva bocca dappertutto. Tutti lo odiavano o lo prendevano in giro per essere uno sciocco che non sta mai zitto. Il terapeuta ipotizza che Riccardo lo osservasse e formasse un suo modello predittivo, qualcosa come "parlare ti rende odioso". Si tratta di una regola generale ma quando sei un bambino non hai molti dati e generalizzare in questo modo è normale.
La regola del tipo "parlare ti porta ad essere odiato" è una "memoria emotiva" di Riccardo. Puo' razionalmente capire che non è più utile, ma ciò non sempre aiuta poiché la sua memoria emotiva non se ne va, resta lì e si fa sempre sentire in modo più o meno conscio.
Cosa dovrebbe fare il terapeuta? Puo' somministrare anisomycina, ma è una sostanza tossica. Puo' fare un bell'elettroshock, ma ci sono danno collaterali. Puo' somministrare sostanze psichedeliche, ma si tratta di terapie in embrione. Occorre comunque fare qualcosa per indebolire la memoria emotiva passata e "riconsolidarla" diversamente. Il libro illustra una sua terapia ma qui diventa per me meno interessante e lo lascio alla vostra eventuale lettura.
La cosa interessante è invece l'idea di mente che ne viene fuori. Noi non siamo una persona ma tante persone, non un cervello ma tanti. Gli schemi interpretativi vengono generati dalle emozioni e le emozioni che proviamo sono le più disparate, così di schemi ce ne sono tanti nella nostra testa ma soprattutto poco connessi tra loro, anche perché noi non li abbandoniamo mai, nemmeno di fronte alla prova provata che non funzionano. Il potere di ricucirli è assai limitato.
Il nostro cervello deve essere immaginato come un paesaggio montuoso con fertili vallate separate da alte vette. Ogni ricordo (con annesso relativo schema interpretativo) scava e vive nella sua valle (un po' come un fiume). Ma non possono parlarsi. I valichi sono stretti e insidiosi. Gli schemi vivono autonomamente, non vincolati dalle conclusioni raggiunte altrove. La coscienza è una capitale che si stende su un'ampia pianura. Quando il cervello ha bisogno delle informazioni archiviate in una valle particolare, invia messaggeri sui passi. Questi messaggeri sono in gamba, ma portano semplici lettere, non tomi pesanti né tanto meno files; spesso possono solo trasmettere ciò che pensano gli abitanti della valle e non il perché. I collegamenti tra capitale e valli di solito sono precari e il commercio tra valle e valle è quasi inesistente. Puoi avere due valli in cui ferve il lavoro ma che non comunicheranno mai tra loro. A volte, quando è molto importante, il re può ordinare di costruire una strada. Ma non è la norma, e costruire su quei territori è molto dura.
In parole povere siamo dei dissociati. I pazienti dello psichiatrico sono la nostra caricatura... fedele. Avete presente quel tale a cui piace tanto il suo dottore? Lo ama, lo loda di fronte a tutti gli altri pazienti, dice che una volta fuori da lì lo nominerà per il Nobel. Poi, quando il dottore prende una decisione poco gradita - magari rifiuta un permesso - improvvisamente quel medico diventa un violento, peggio di Hitler, peggio di Mengele. Quando sarà fuori lo denuncerà a tutte le autorità portandogli via anche le mutande. Poi il dottore prende una decisione gradita e lui torna ad amarlo incondizionatamente. Ecco, un soggetto del genere non riesce ad integrare i suoi giudizi sul medico, ha schemi diversi che si formano in vallate diverse e non comunicanti del suo cervello.
Così noi non siamo il nostro cervello ma la moltitudine dei nostri cervelli. Non esiste un dipartimento verso cui si convogliano i dati e che, in base alla sua potenza (IQ), riuscirà in modo più o meno brillante a comporre in modo razionale, generando qua e là qualche sbavatura che noi chiameremo pomposamente "bias cognitivo". No, non funziona così. E infatti noi vediamo persone intelligentissime e istruite che credono a cose sciocche e dicono cose sceme quando escono dal loro ambito. Le persone faziose, per esempio: magari intelligentissime quando sono nella loro valle preferita ma completamente deficienti e impermeabili ad ogni argomento ragionevole non appena ci si sposta in una valle collaterale del loro cervello. Ci sono persone intelligenti che hanno letto molto su un argomento ma che alla fine prendono posizioni dettate solo da schemi sballati internalizzati a suo tempo. Alcuni temi (aborto, cambiamento climatico, famiglia, religione, patria, scuola statale, omosessualità...) si prestano particolarmente ad essere elaborati in vallate assai periferiche del nostro cervello. Proprio come nel caso del nostro Riccardo. Riccardo ha prove sufficienti per rendersi conto che in azienda non odiano affatto tutti quelli che parlano durante le riunioni. Ma sente ancora, a un livello profondo, che parlare alle riunioni lo metterebbe nei guai. Le prove a sua disposizione non sono riuscite a connettersi con il suo schema emotivo, la parte di lui che prende le decisioni. Quando parli di aborto o riscaldamento globale succede un po' la stessa cosa? Le prove razionali non si collegano agli schemi dell'apprendimento emotivo? I messaggeri del Re riusciranno a recapitare il loro precario dispaccio nella sperduta vallata?
In un certo senso questo è spaventoso, significa che puoi essere uno scienziato di livello mondiale e avere dimestichezza con la matematica bayesiana e ancora non riuscire ad evitare credenze puerili che neanche un bambino di dieci anni... I razionalisti si consumano per classificare i bias cognitivi, ma ho la netta impressione che la maggior parte dei bias siano spiegati dalla mancata integrazione tra i paesini che costellano l'aspra montagna del nostro cervello.

sabato 14 settembre 2019

HL Brain-reading tech is coming. The law is not ready to protect us. Javier Zarracina/Vox

Brain-reading tech is coming. The law is not ready to protect us.
Javier Zarracina/Vox
Citation (APA): Zarracina/Vox, J. (2019). Brain-reading tech is coming. The law is not ready to protect us. [Kindle Android version]. Retrieved from Amazon.com

Parte introduttiva
Evidenzia (giallo) - Posizione 2
Brain-reading tech is coming. The law is not ready to protect us. By Javier Zarracina/ Vox•
Nota - Posizione 3
Neurocapitalismo
Nota - Posizione 3
Neurocapitalismo
Evidenzia (giallo) - Posizione 8
Over the past few weeks, Facebook and Elon Musk’s Neuralink have announced that they’re building tech to read your mind— literally.
Evidenzia (giallo) - Posizione 11
The researchers say they’ve already built an algorithm that can decode words from brain activity in real time.
Nota - Posizione 11
SCRIVERE PENSANDO
Nota - Posizione 11
SCRIVERE PENSANDO
Evidenzia (giallo) - Posizione 12
Musk’s company has created flexible “threads” that can be implanted into a brain and could one day allow you to control your smartphone or computer with just your thoughts.
Evidenzia (giallo) - Posizione 15
This might sound like science fiction, but it’s already begun to change people’s lives. Over the past dozen years, a number of paralyzed patients have received brain implants that allow them to move a computer cursor or control robotic arms.
Nota - Posizione 18
I PARALIZZATI
Nota - Posizione 18
I PARALIZZATI
Evidenzia (giallo) - Posizione 20
Some neuroethicists argue that the potential for misuse of these technologies is so great that we need revamped human rights laws
Evidenzia (giallo) - Posizione 24
how to handle “neurorights.”
Evidenzia (giallo) - Posizione 24
bills that would make brain data protection a human right
Evidenzia (giallo) - Posizione 29
Marcello Ienca, a researcher at ETH Zurich,
Evidenzia (giallo) - Posizione 31
“I’m very concerned about the commercialization of brain data in the consumer market,”
Evidenzia (giallo) - Posizione 36
“I’m tempted to call it neurocapitalism.”
Evidenzia (giallo) - Posizione 41
1. The right to cognitive liberty
Nota - Posizione 41
I QUATTRO DIRITTI 1
Nota - Posizione 41
I QUATTRO DIRITTI 1
Evidenzia (giallo) - Posizione 44
“If your employer wants you to wear an EEG headset to monitor your attention levels, that might qualify as a violation of the cognitive liberty principle,”
Nota - Posizione 45
Ccccccc
Nota - Posizione 45
Ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 51
2. The right to mental privacy
Nota - Posizione 51
2
Nota - Posizione 51
2
Evidenzia (giallo) - Posizione 53
“If brain-reading devices have the ability to read the content of thoughts,” he said, “in the years to come governments will be interested in using this tech for interrogations and investigations.”
Nota - Posizione 54
CONTROLLO DEL CRIMINE
Nota - Posizione 54
CONTROLLO DEL CRIMINE
Evidenzia (giallo) - Posizione 58
3. The right to mental integrity
Nota - Posizione 58
3
Nota - Posizione 58
3
Evidenzia (giallo) - Posizione 59
BCIs equipped with a “write” function can enable new forms of brainwashing, theoretically enabling all sorts of people to exert control over our minds: religious authorities who want to indoctrinate people, political regimes that want to quash dissent, terrorist groups seeking new recruits.
Nota - Posizione 61
Ccccccc
Nota - Posizione 61
Ccccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 64
brainjacking.
Evidenzia (giallo) - Posizione 65
4. The right to psychological continuity
Nota - Posizione 65
4
Nota - Posizione 65
4
Evidenzia (giallo) - Posizione 67
an epileptic woman who’d been given a BCI came to feel such a radical symbiosis with it that, she said, “It became me.” Then the company that implanted the device in her brain went bankrupt and she was forced to have it removed. She cried, saying, “I lost myself.”
Nota - Posizione 69
DISSOCIAZIONE...VITA NUOVA
Nota - Posizione 69
DISSOCIAZIONE...VITA NUOVA
Evidenzia (giallo) - Posizione 69
psychological continuity can be disrupted
Nota - Posizione 70
Ccccc
Nota - Posizione 70
Ccccc
Evidenzia (giallo) - Posizione 71
Another threat to psychological continuity comes from the nascent field of neuromarketing, where advertisers try to figure out how the brain makes purchasing decisions and how to nudge those decisions along. The nudges operate below the level of conscious awareness, so these noninvasive neural interventions can happen without us even knowing it.
Nota - Posizione 74
MINACCIA
Nota - Posizione 74
MINACCIA

giovedì 21 marzo 2019

QUAL E’ LA META DELL’UOMO?

QUAL E’ LA META DELL’UOMO?
Filosofia: soddisfazione.
Religione: armonia.
Psicologia: felicità.
Economia: interesse.
Evoluzionismo: trasmissione dei geni.
Neuroscienze: riduzione dell’incertezza.

https://slatestarcodex.com/2019/03/20/translating-predictive-coding-into-perceptual-control/

https://slatestarcodex.com/2018/03/04/god-help-us-lets-try-to-understand-friston-on-free-energy/



Teoria del cervello come macchina bayesiana.

Cos'è il teorema di Bayes?

Il teorema di Bayes è la regola matematica per determinare come "pesare" le prove. Il cervello è a volte chiamato macchina bayesiana, perché deve creare un'immagine coerente del mondo "pesando" tutti i diversi dati che ottiene da milioni di neuroni,  di fotorecettori, di  recettori cocleari, dal ragionamento logico, dall'esperienza passata e così via. Purtroppo l'uso bayesiano su tutti questi dati diventa rapidamente intrattabile dal punto di vista computazionale, anche per questo l'IA è ferma al palo.

lunedì 10 dicembre 2018

L’UOMO E LA SUA MACCHINA

L’UOMO E LA SUA MACCHINA

Nell’era della macchina quale sarà il ruolo dell’uomo?
Molti rispondono: non esisterà più alcun ruolo rilevante, le macchine saranno più intelligenti di noi, non ha senso interferire con la loro opera.
Io non ne sarei così sicuro. Guardiamo agli scacchi: lì già esistono macchine più “intelligenti” dell’uomo, ovvero macchine in grado di battere l’uomo. Eppure l’uomo conserva ancora un ruolo: decide quando i software di cui si avvale sono in conflitto tra loro. Se Deep Blue e AlphaZero non concordano sulla mossa da compiere, decide lo scacchista che li consulta.

L’uomo viene azzerato se esiste solo una macchina super-intelligente, ma se ne esistono tante – a prescindere dal loro livello di intelligenza - conserva il ruolo di arbitro.

venerdì 30 novembre 2018

SUPER-INTELLIGENZE A CONFRONTO

SUPER-INTELLIGENZE A CONFRONTO

Mi immagino domani la presenza di una macchina benevola e super intelligente. Di certo sarà in grado di prevedere al meglio il futuro, in questo caso è più che ragionevole per la comunità umana collocare quella macchina in un ministero e uniformarsi ai suoi consigli. Governati da lei saremo tutti più ricchi e felici. Intraprendere una strada alternativa sarebbe un’impresa disperata.

Ma pensiamo meglio da cosa dipende il futuro. innanzitutto dalle leggi fisiche, e fin qui quanto detto prima continua a valere. Dipende però anche dall’azione degli altri soggetti, e finché la mente che guida queste azioni è debole, possiamo ancora restare fermi sulle conclusioni precedenti.
Cosa succede invece se l’azione degli altri soggetti è guidata da altre super-intelligenze? Ogni mente cercherà di anticipare l’azione guidata dalle altre menti e in questo gioco di specchi la complessità esploderà rendendo la qualità delle previsioni non molto migliore di quella disponibile in un mondo come il nostro dove simili super-intelligenze non esistono ancora. In questo caso non ha più senso che gli uomini si uniformino a certi consigli piuttosto che ad altri. Ognuno faccia come crede!

Purtroppo, una super-intelligenza opera sempre in un mondo super-complesso cosicché i servigi previsionali che rende potrebbero anche essere inferiori di quelli resi oggi dalle nostre normalissime intelligenze.

domenica 23 settembre 2018

Emisferi

The Master and His Emissary http://www.overcomingbias.com/2018/09/the-master-and-his-emissary.html

venerdì 31 agosto 2018

Emisferi

There seems to be a lot of disagreement on how best to summarize how the hemispheres differ. Here are two summaries:

The left hemisphere deals with hard facts: abstractions, structure, discipline and rules, time sequences, mathematics, categorizing, logic and rationality and deductive reasoning, knowledge, details, definitions, planning and goals, words (written and spoken and heard), productivity and efficiency, science and technology, stability, extraversion, physical activity, and the right side of the body. … The right hemisphere specializes in … intuition, feelings and sensitivity, emotions, daydreaming and visualizing, creativity (including art and music), color, spatial awareness, first impressions, rhythm, spontaneity and impulsiveness, the physical senses, risk-taking, flexibility and variety, learning by experience, relationships, mysticism, play and sports, introversion, humor, motor skills, the left side of the body, and a holistic way of perception that recognizes patterns and similarities and then synthesizes those elements into new forms. (more)

The [left] is centered around action and is often the driving force behind risky behaviors. This hemisphere heavily relies upon emotional input leading it to make brash and uncalculated decisions. … The [right] … relies primarily on critical thinking and calculations to reach its decisions.[11] As such the conclusions reached by the [right] often result in avoidance of risk taking behaviors and overall inaction. … . In environments of scarcity, … taking risks is the foundational approach to survival. … However, in environments of abundance, as humans have observed, it is far more likely to die to damaging stimuli. … In areas of prosperity, … [right] domination is prevalent. … In areas of scarcity where cold and limited food are concerns [left] domination is prevalent. (more)

After reading a bit, I tentatively summarize the difference as: the right hemisphere tends to work bottom-up, while the left tends to work top-down.

Separate Top-Down, Bottom-Up http://www.overcomingbias.com/2018/08/separate-top-down-bottom-up.html

venerdì 23 febbraio 2018

LA VERITA' NONOSTANTE IL CERVELLO

Il guaio: il nostro cervello vuole avere ragione e guadagnarsi alleati, alla verità è decisamente poco interessato.
Ragionare è pericoloso per chi vuole sopravvivere.

Most people believe democracy is a uniquely just form of government. They believe people have the right to an equal share of political power. And they believe that political participation is good for us―it empowers us, helps us get what we want, and tends to…
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martedì 11 dicembre 2012

Piccola difesa del dualismo

Swinburne è un dualista, trova che questa posizione sia il frutto di una esperienza.

Con questo non mancano gli argomenti per sostenerla, per esempio quello noto del cervello spezzato:


You take my brain out of my skull and you divide it into two, and you put one half
into one otherwise empty skull and the other half into another otherwise empty skull.
And if that’s not enough to produce two conscious persons, you add bits to each of
these brains from my identical clone and then you start these operating and you have
two living persons with conscious lives.  But you do not know which is me – it may
be that number 1 is me and it maybe that number 2 is me and it maybe that neither are
me. But one of these answers must be correct. And that again illustrates the point that
you could know everything that has happened to bodies (what has happened to every
atom of what was previously my brain) and yet no know what has happened to me.
Hence being me must involve something else as well as my body

E' davvero strano che il fisicalismo abbia preso piede in questo modo:


I just don’t think that physicalists have seriously faced
up to what are the data which need explaining. I suppose that they are thinking rather
loosely that since physical science has been very successful in explaining physical
events, all events must be physical events! But obviously that doesn’t follow

Sulla neuroscienza e sui correlati:


the discovery of innumerable causal correlations of this
kind is not the discovery of a scientific theory. For a scientific theory we need more
general laws indicating why certain sorts of brain event give rise to certain sorts of
mental event – why this brain event gives rise to that thought, and the other brain
event gives rise to the other thoughts. I don’t think there can be such a theory

L' internalismo uccide le pretese assurde di certi filosofi ispirati dalla neuroscienza:


There isn’t a quantifiable
difference between a red image and a blue image, although of course there is a
quantifiable difference between their causes. There isn’t a quantifiable difference
between the thought that ‘today is Friday’, and the thought that ‘Russia is a big
country’. Yet to have a scientific  theory you need general functional laws
determining how a certain sort of variation will give rise to another sort of variation

 http://users.ox.ac.uk/~orie0087/framesetpdfs.shtml







sabato 4 settembre 2010

Il giorno in cui diventai ateo

Chissà mai che in futuro non scriva un post con questo titolo.

Sì perchè potrei anche diventare ateo... se solo succedessero un paio di cosette.

Purtroppo non si puo' evitarlo, quando la religiosità si fonda in larga parte sulla ragione, è sempre sotto minaccia.

Parlando schiettamente, ritengo in qualche modo che la mia fede sia falsificabile. L' espressione è impropria ma rende l' idea.

Ma veniamo al dunque con esempi concreti.

E allora, se solo smettessi di credere nell' esistenza della "coscienza" umana (ma anche solo della "mente" umana) nel giro di pochi giorni mi convertirei all' ateismo.

E le neuroscienze, manco a farlo apposta, per molti (non per tutti), stanno denunciando proprio l' illusorietà di concetti quali quello di "mente" o di "coscienza".

Tutta roba che, secondo parecchi neuroscienziati, puo' essere "ridotta" al cervello e alla sua evoluzione senza inconvenienti.

Ma quando quest' opera di demolizione potrà dirsi realizzata? Quando potrò finalmente convertirmi? Qual è il segnale che attendo per fare il salto della quaglia?

Qualcuno potrebbe pensare alla realizzazione dell' "uomo artificiale", ma non se basterebbe (... o forse basta meno).

Certo, bisogna capire cosa s' intende per "uomo artificiale", in fondo le mamme hanno sempre fabbricato uomini con la pancia, se qualche scienziato lo fabbricherà in laboratorio con le mani la cosa non mi smuove granchè, quel giorno, leggendo il giornale, nonostante i titoloni, continuerò a dare la precedenza alla pagina del calcio.

Forse c' è qualcosa di ben più decisivo che potrebbero combinare i nostri prodi scienziati.

Finchè scendono in affari, tutto bene, tutto normale, approvo fin da subito.

Ma domani potrebbero "scendere in politica" e magari io mi troverei nelle condizioni di dover giudicare sensata questa risoluzione.

Ebbene, qualora le neuroscienze "scendessero in politica", ovvero informassero talune politiche condivisibili, allora ecco, quello sarebbe un buon segnale per la mia conversione.

Ma non è tanto facile che la cosa succeda.

Ammettiamo che la neuroscienza produca un "vaccino della felicità" che se iniettato attivi quelle aree della corteccia che segnalano uno stato del benessere.

Ebbene, non ha senso che la politica si occupi di somministrazione del vaccino: chi lo vuole DECIDE LIBERAMENTE di comprarselo.

Di conseguenza, almeno in questo caso, non ha senso che le neuroscienze "scendano in politica".

Quel "DECIDE LIBERAMENTE" fa sì che noi possiamo, anzi dobbiamo, ancora riconoscere l' esistenza di una coscienza.

C' è poi la questione del FELICIOMETRO.

Se il neuroscienziato riuscisse a costruirlo, magari grazie all' rfm, una redistribuzione delle ricchezze potrebbe apparire sensata, e quelle sono "politiche" a tutti gli effetti.

Ma restano pur sempre problemi insormontabili, come quello dell' abisso pascaliano, una roba che impedisce alla politica di brandire i feliciometri, anche i più aggiornati.

E poi una cosa del genere, oltre a sabotare la mia religiosità, minerebbe la fede nell' efficienza del mercato. Ma il mercato è davvero inefficiente?

Che strano, fede in Dio e fede nel mercato vanno di pari passo? Bè, forse non è poi così strano.

Accantonate queste ipotsi, forse qualcuno riesce a formularne altre. Per favore, fatemele sapere.

Al momento mi sembra molto più ragionevole tenersi il proprio Dio.

La presenza di convincenti politiche informate alle neuroscienze è decisiva per la mia conversione, perchè mai, infatti, dovrei votarmi ad una filosofia zeppa di contraddizioni come quella materialista se il mondo non ricevesse nemmeno alcun vantaggio concreto?