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venerdì 15 novembre 2019

nord e sud storia di un divario

https://www.youtube.com/watch?v=fwRrBkmIpQ4&feature=youtu.be&fbclid=IwAR0evCwTD_YrAD85zHVVYwienhby8-NptqRpn4sBFqs210MP7Iy02RYjSfI


il divario nord sud dall'unità a oggi

il divario esisteva fin dall'unità, anche se parecchio più piccolo, poi si allargò

ma il nord aveva molte più potenzialità che maturarono dopo. differenze oggettive e nelle politiche.

differenze oggettive: acqua (fiumi  contro torrenti inutilizzabili) e vicinanza all'europa.

differenza nelle politiche per unità: il nord puntò sull'istruzione (scuole private e parrocchiali). i borboni si opponevano per paura, i piemontesi no (vedi leggi casati). al sud istruzione solo per i ricchi - università di napoli.

poi c'è la questione delle ferrovie pre unitarie... ne approfittarono soprattutto il piemonte e la toscana gli austriaci un po' meno ma soprattutto al sud... la famosa napoli portici serviva a portare il re nella sua residenza in campagna.

politica doganale pre unitaria. protezionista al sud zero concorrenza... toscana liberista, piemonte brutale svolta liberista con cavour.... industria moderna quasi solo al nord...al sud solo industria cotoniera a salerno fatta dagli svizzeri e un paio di grandi fabbriche a zero concorrenza tipo la pietrazza (macchine a vapore, navi a vapore)

produzione pre unitaria... al sud tutte aree agricole autosufficienti. al nord una produzione più promettente... la seta del nord era una produzione ad alta intensità di capitale

amministrazione pubblica. difficile da misurare. buona l'eredità austriaca, almeno di fama.

***

ricordiamo che cavour voleva fare l'italia leghista, non aveva nessuna idea di conquistare il sud. il casino lo fece garibaldi. per cavour fu una rogna.

come rapportarsi con il popolo meridionale? la destra storica decise allearsi con le classi più elevate borghesia e nobili trascurando il popolo. nessuna riforma agraria, niente terra..  il popolo si rivoltò con il brigantaggio, una forma di lotta di classe. le classi dirigenti locali usavano i piemontesi (guardia nazionale ovvero borghesi del luogo) per reprimere i loro contadini. durissime repressioni.

amministrazione. il paese fi gestito con le leggi piemontesi. esempio: liberismo ex abrubto e deindustrializzazione, distruzione degli artigiani...

altra politica italiana: ferrovie ovunque, specie sulle dorsali nord sud...deficit alle stelle...

a proposito di debito...negli anni 50 il piemonte si indebitò per le sue guerre contro gli austriaci e comprare la francia...il debito piemontese fu trasformato in debito italiano...il sud spendeva poco e non aveva debiti, non doveva difendersi da nessuno. Ma il debito successivo fu fatto soprattutto per le ferrovie del sud.

eccezione alla centralizzazione (a imitazione della francia): le banche di emissione (erano sei). la banca centrale erano le banche private. proprietà di nobili, ricchi (banco di napoli, banco di sicilia). a fine anni ottanta la banca romana fece buchi spaventosi e fu nazionalizzata. le banche del sud rimasero private fino al 1926.

emmanuele felice: perché il sud è rimasto indietro tesi problematica...

mercoledì 27 dicembre 2017

L'estremismo della chiesa.

Difficile sentire la chiesa dire che i poveri stanno diminuendo. Si preferisce lanciare allarmi anziché rivendicare risultati. La Caritas preferisce dire che in Italia ci sono 8 milioni di poveri piuttosto che mostrare Quanti poveri ha fatto uscire dalla miseria.

La Caritas vive di sussidi pubblici e privati. Amplificare le cifre e creare emergenze e il marketing tipico di chi deve raccogliere fondi.

In secondo luogo la Caritas vuole sensibilizzare. In casi del genere ritiene che sparare balle sia consentito.

Un trucco che usa la Caritas è quello di usare i dati della povertà relativa anziché quelli della porta vera e propria. Ma il disprezzo della verità spesso finisce in tragedia. Inoltre è meglio "conoscere per deliberare" anziché essere sensibilizzati.

Altro problema. Non è che a forza di rappresentare i mali della società come invincibili la rivolta morale si trasforma in rassegnazione? La partecipazione si fonda sulla sensazione di poter cambiare le cose, è qualcosa che ci dicono gli psicologi.

Perché i politici vanno pazzi per il riscaldamento globale? POST

La teoria del riscaldamento globale. Primo, la terra si sta scaldando. Secondo, la causa principale sono le attività umane. Iii, le conseguenze negative prevalgono su quelle positive. Iv, l'unica strada per evitare la catastrofe e la riduzione di emissioni di gas serra.
Il primo punto Sembra quello meno contrastato. Sugli altri l'incertezza domina. Bjorn lomborg ha sostenuto che le conseguenze positive prevalgono. E che in ogni caso la guerra alle emissioni deve avere un ruolo secondario.
Tuttavia, la teoria ha una grande successo soprattutto tra i giovani. La cosa non mi meraviglia, è l'ultima ideologia rimasta.
Il politico si occupa di riscaldamento globale perché la corsa di Porta prestigio e autorevolezza.
Ma se ne occupa anche perché un problema insolubile non fa apparire come un fallito Chi non riesce a risolverlo. Le responsabilità sono talmente frammentate da scomparire.
Combattere l'inquinamento locale porta allo scontro con interessi precisi. Dando una dimensione globale al problema la grande industria locale può inquinare qui e compensare altrove il suo misfatto cose che non si viene mai allo scontro.

L'invenzione delle emergenze

I massmedia Se solo lo volessero potrebbero parlare ogni giorno di incidenti sul lavoro, stupri, suicidi e atti di bullismo. Ciò non significherebbe che incidenti sul lavoro, stupri, suicidi e atti di bullismo sono aumentati poiché tali comportamenti presenti nel nostro paese in numero superiore a tre al giorno sono sempre notiziabili.

Nel 2007 i morti sul lavoro sono stati 1207, oltre tre al giorno.

Nel 2007 i suicidi sono stati 2867, quasi 8 giorno.

Nel 2007 i casi denunciati di violenza sessuale sono stati 4897, ossia più di 13 al giorno.

Questi dati ci dicono quanto sia facile inventare le emergenze.

Mezzogiorno, il potere di acquisto È come quello del Nord

Il sud produce meno del nord. Lo scarto è circa del 48%.

Il tenore di vita invece è molto simile.

I redditi nominali del Sud sono inferiori del 26% rispetto al nord. Inoltre, il carico familiare è superiore. + 10%.

Ma il sud può contare su 3 vantaggi. Primo, una maggiore evasione fiscale. Secondo, maggiori aiuti pubblici. Prezzi decisamente più bassi.

I referenti sui prezzi. Luigi campiglii. Gli studi dell'istat. Gli studi della banca d'italia, in particolare di Luigi cannari e Giovanni iuzzolino.

Facendo i conti risulta che la famiglia media meridionale consuma il 5% in più rispetto a quella del nord. Il divario Si capovolge, ma di poco, meno 5 %, se si corregge per la maggiore numerosità della famiglia meridionale.

Il sud torna a stare meglio se si considera il tempo libero.

Se i poveri si concentrano al sud e perché i conteggi della povertà relativa ignorano del tutto la differenza del costo della vita.

Conta poi il fatto che i servizi pubblici siano di qualità superiore al nord. E i servizi pubblici alleviano la povertà.

Inoltre, nel sud Le diseguaglianze sono più accentuate.

lunedì 8 maggio 2017

Due modi per giudicare la sanità italiana

Per giudicare la Sanità dei vari paesi uno va a vedere la classifica ufficiale.
Solo che ne esistono due: una dei governi (OMS) e una dei consumatori (HCP).
Di solito, con qualche eccezione, chi va bene nella prima, va male nella seconda e viceversa, cosicché, quando si deve far propaganda oppure criticare, c'è sempre una classifica a cui potersi appoggiare...
... l' OMS si concentra sui risultati... lo stato di salute... mentre l' HCP sulla qualità dei servizi...
Da quanto detto capiamo bene come la classifica OMS sia destituita di fondamento: non esiste un legame tra sanità e stato di salute.
L'Italia, figuriamoci, va benone nella classifica OMS, ovvero quella sullo stato di salute...
... che però deve molto a fattori extramedici come per esempio l'alimentazione... "olive oil effect"...
Va invece male nella qualità dei servizi offerti. Anche se migliora leggermente una volta considerato quanto spende.
E la sanità USA?...
... malino nello stato di salute... che però risente dello stile di vita... eccellente nella qualità dei servizi e disastrosa per efficienza...
Luca Ricolfi: Illusioni italiche.

Gli strani numeri della Caritas

È difficile sentire la Caritas dire che i poveri stanno diminuendo, o la FAO dire che sempre meno gente soffre la fame, o l’ OMS minimizzare i rischi di una pandemia, o l’IPCC rassicurarci sui rischi del riscaldamento globale.
Al contrario: il loro mestiere sembra consistere nel lanciare allarmi
… perchè la Caritas preferisce denunciare l’esistenza di 8 milioni di poveri anzichè dirci quante persone ha fatto uscire dalla miseria?…
Ma perché?
Risposta possibile…
… queste istituzioni vivono di sussidi e devono di mostrare che si tratta di soldi ben spesi…
Una seconda risposta…
… bisogna sensibilizzare il pubblico per una buona causa…
Perché se i poveri in Italia sono 3 milioni la Caritas deve dire che sono 8?…
… perché usa i dati della povertà relativa… (per cui è “povero” chi guadagna meno della metà del reddito mediano)… anziché quelli della povertà vera (per cui è povero chi non guadagna abbastanza da poter acquistare un paniere di sussistenza)…
Svelato il trucco, veniamo a considerazioni più generali.
Il novecento è pieno di degnissime cause che proprio per il loro disprezzo della realtà sono finite in tragedia…
… non è che questo vizietto di rappresentare i mali come invincibili produce rassegnazione?…
Le ricerche sulla partecipazione politica
… si è scoperto che la partecipazione politica si fonda sulla sensazione di poter cambiare le cose… il senso di impotenza conduce verso il privato e il qualunquismo…
Chi si occupa di povertà nel mondo si limita a lanciare allarmi mantenendo il vizietto di non accennare mai ai grandi successi ottenuti nel recente passato. Poiché l’allarmismo è continuo, rassegnarsi è la reazione più naturale.
Luca Ricolfi: Illusioni italiche

lunedì 6 febbraio 2017

Il mito della scuola elementare

C'è uno strano consenso tra chi si occupa di scuola...
...  fra i vari ordini di scuola l'anello forte sarebbe la scuola elementare mentre la media inferiore costituirebbe l'anello debole...
Evidenze a sostegno?...
.... nei confronti internazionali l'Italia peggiora man mano che si avanza negli studi... nel Pirls e nel Timss della quarta elementare siamo piazzati bene... molto peggio invece nel Timss sui ragazzi di terza media... e malissimo nel Pisa dei quindicenni...
Ma il ragionamento ha delle falle. La prima...
... le elementari italiane sono piazzate bene per la lettura... discretamente per le scienze e male in matematica... non si tratta di un giudizio uniforme, quindi…
Seconda...
... da altre fonti sappiamo che i risultati nella lettura risultano pesantemente influenzati dalla frequentazione delle scuole materne... che in Italia è più frequente...
Terza...
... le prove INVALSI (prove nazionali) consentono di misurare il declino dei  saperi calcolando la percentuale di risposte esatte... ebbene, il declino più preoccupante avverrebbe tra la seconda e la prima media...
La conclusione va quindi rovesciata: sono le scuole elementari a costituire l'anello debole del percorso di studi. D'altronde,  in molti constatano come alle medie (sia superiori che inferiori) tantissimi ragazzi abbiano una conoscenza della lingua italiana che un tempo nessuna scuola elementare avrebbe accettato.
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Alle nostre università vanno pochi soldi? È socialmente desiderabile rispondere di sì per evitare attacchi belluini. Ma ci sono eccezioni...
... il Prof. Perotti nel libro " L'università truccata" risponde invece di no: se il contributo per iscritto è scarso, il contributo per frequentante è tra i più elevati d'Europa...
L'Italia spende per l'Università una quota di PIL inferiore a quella dei maggiori stati europei ma produce una quota di laureati ancora più bassa.
Stando a questi dati, i tagli all’ Università dovrebbero essere ancora più profondi data la sua inefficienza. In altri termini: per quel che produce, l'università riceve troppi quattrini.
- Luca Ricolfi: Illusioni italiche
bogdanovstudenti

lunedì 16 gennaio 2017

Storia e cronaca di un divario

Fra i grandi problemi del Paese campeggia l'eterna "questione meridionale", un problema irrisolto su cui il Luca Ricolfi di "Mezzogiorno sconosciuto" ha qualcosa di originale da ricordarsi...
... un divario del 5-10% rientra nell'ordine delle cose, un divario del 30-40% che persiste nel tempo diventa un fatto patologico...
Ma così dicendo si dà per scontato che una questione meridionale esistesse prima dell'unità d'Italia e che l'unità non sia riuscita a risplverlo...
... fino a poco tempo fa gli studiosi pensavano che al momento dell'unità il sud avesse un ritardo del 15-20%...
Si tratta di un pregiudizio. I due studiosi che l’hanno in buona parte sfatato sono Paolo Malanima e Vittorio Daniele, pubblicano per Bankitalia...
… secondo la loro certosina ricostruzione... fino agli anni 40 non esisteva la moderna contabilità nazionale... non è affatto vero che al momento dell'unità il sud fosse economicamente più arretrato del nord... il divario sarebbe interamente un portato della storia unitaria... qualcosa che non esisteva nel 1861 e si sarebbe prodotto dopo... il periodo nero va dal 1880 al 1951... quello migliore va dai primi 50 ai primi 70...
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Ma vediamo meglio la natura del divario tra Nord e Sud...
... se per divario intendiamo che il Sud produce meno del nord, questo è indiscutibile... nel settore market lo scarto è del 48%...
E il tenore di vita?...
... se invece confrontiamo come se la passano le famiglie, il quadro si fa assai più sfumato... il reddito disponibile è effettivamente inferiore... 26%... oltre ad avere un numero maggiore di componenti...
Ma la famiglia del Sud gode di tre vantaggi formidabili...
... una maggiore evasione fiscale... una redistribuzione favorevole negli aiuti pubblici e un livello di prezzi al consumo decisamente più basso...
Chi ha studiato il costo della vita del Sud?...
… Luigi Campiglio iniziò le sue ricerche già alla fine degli anni 80... l'Osservatorio prezzi del ministero dello sviluppo economico... due recenti studi dell'Istat sui prezzi e sulla povertà assoluta... una ricerca molto accurata della Banca d'Italia condotta da Luigi Cannari e Giovanni Uzzolino...
Risultato?...
... ne esce un quadro complesso, alcuni beni sono anche più cari al sud ma molti beni costano significativamente meno: per esempio le case, gli affitti, la maggior parte dei servizi pubblici, in generale i beni di prima necessità... circa il 30% in meno... lo scarto negli alimentari fresche è circa del 25%...
Facendo quattro conti e ci troviamo di fronte ad un colpo di scena...
... il consumo reale di una famiglia meridionale risulta mediamente del 5% più elevato... e diventa appena un po' inferiore... 5%... se si corregge per la numerosità familiare... diciamo che siamo vicini alla parità... se poi conteggiamo il tempo libero, la parità diviene difficilmente contestabile...
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Ma se il tempo tenore di vita è simile a quello del Nord, come mai il 70% dei poveri lo troviamo al Sud?...
... la cosa è in parte dovuta alle statistiche che riguardano la povertà relativa... e che quindi ignorano del tutto le differenze nel costo della vita... se ne teniamo conto il tasso di povertà del Sud diventa una volta e mezza quello del Nord anziché cinque volte...
Ma se il tenore di vita è comparabile, anche una volta e mezza è tanto! Perché così tanto?...
... innanzitutto i servizi pubblici del Sud sono inferiori per quantità e qualità a quelli del Nord... e spesso tra i servizi pubblici rientrano gli strumenti di contrasto alla povertà...
Secondo motivo...
... nel mezzogiorno il reddito è distribuito in modo più diseguale... c'è una Casta politico-burocratico-affaristica, spesso collegata alla criminalità organizzata... che si appropria di una fetta consistente delle risorse destinate al Sud...
Conclusione...
... al sud non serve un euro in più... basterebbero servizi pubblici gestiti meglio... e risorse distribuite in modo più equo...