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venerdì 18 gennaio 2019

FILOSOFIA MACROECONOMICA



La mia si puo' riassumere nella massima: “se una banca centrale fa il suo dovere la crisi è sempre imprevedibile”.




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mercoledì 26 settembre 2018

Io e il mio amico John Maynard Keynes SAGGIO

Io e il mio amico John Maynard Keynes

Siamo nel bel mezzo di una dolorosa crisi economica, è scoppiata una “bolla” da qualche parte – forse in America – e la gente sfiduciata non spende più. Il consiglio che senti in giro è sempre quello: “stai fermo”, “non muoverti”, “mantieni la posizione”, “a’ da passà la nottata…”, “aspetta che la buriana si calmi”. Sta di fatto che la gente mette i soldi nel materasso, la deflazione avanza, le insolvenze si accumulano, i fallimenti si moltiplicano e i disoccupati pullulano. I propagandisti parlano di “fallimento del neoliberismo”, i razzisti proclamano la “colpa dei negri” e anche gli anti-semiti vivono il loro momento d’oro.
L’unico a mantenere la calma è il mio amico Keynes, lui vede chiaro anche in questo nebbione e parla con sicumera di “trappola della liquidità”, cosa intenderà con questa espressione esoterica non lo so e non voglio saperlo. Sia come sia è un tipo simpatico, soprattutto sofisticato, ama le cose belle e come me non bada a spese, quando ha quattro soldi da parte subito passa all’azione. Come me odia il risparmio. Ci conosciamo da anni e lui conosce la mia prodigalità, non ho molti mezzi ma possiedo nientemeno che un castello, che posso farci, i castelli sono la mia passione. Nulla di che ma ho investito lì dentro tutti i miei risparmi. Più volte l’ho invitato a soggiornare da me offrendogli vitto, alloggio e non solo. Lui ha sempre bisogno di ambienti tranquilli per elaborare le sue teorie cervellotiche e ha sempre accettato stupendosi della mia generosità, mi ha anche confessato candidamente di considerarmi una cavia per i suoi studi di economia sperimentale. Il mio amico Keynes, infatti, non ha mai amato la teoria astratta e la coerenza fine a se stessa, adora invece l’esperimento in corpore vivi: il mondo è capriccioso e va fronteggiato con pragmatismo, il resto sono “castelli in aria”.
Anche di fronte alla malattia attuale che ha colpito il nostro sistema economico il dott. Keynes sembrerebbe aver distillato una sua medicina. L’ha potuto fare nel mio eremo proprio grazie alle osservazioni sperimentali in cui il sottoscritto svolgeva l’umile ruolo della cavia, tanto è vero che ha deciso di battezzare la formula al cuore della sua taumaturgica ricetta ric-M (che sta per “moltiplicatore riccardiano”, dove Riccardo – con due c – sono io, non il suo celebre predecessore).
Lui ha cercato di spiegarmi l’arcano per filo e per segno ma mi sono perso subito, probabilmente non sono all’altezza, mi viene sempre mal di testa quando i numeri entrano in scena, questo fin dai tempi della ragioneria. Ad ogni modo riporto qui sotto un foglio dei suoi appunti, uno dei tanti lasciati nella sua stanza, magari voi ci capirete qualcosa in più…
Partiamo da una semplice identità: Y = C+G+I. Ovvero: il reddito della nazione (Y) è pari ai consumi (C) più gli investimenti (I) più la spesa pubblica (G). Semplice, no?
Poi notiamo che C=0.8Y. In fondo noi non consumiamo tutto il nostro reddito. Plausibile, no?
Poi facciamo un po’ di aritmetica elementare e sostituiamo nell’identità originale: Y=0.5(G+I); dal che deriva che se aumentiamo G di uno, Y ci aumenta di cinque (sottolineato nell’originale). Grande! facciamolo subito e i disoccupati spariranno.
Ma calma, si puo’ fare di meglio! Posso anche dire che: Y=YR+YA. Ovvero: il reddito totale è pari al reddito di Riccardo (la cavia che sto studiando) più il reddito di tutti gli altri.
Possiamo ben dire che YA è circa il 99.999999% di Y. In formula YA=0.9999999Y; sostituendo nell’identità di partenza ottengo che Y=100000000YR. Ovvero, se consegno un euro a Riccardo il reddito nazionale mi aumenta di un fattore 1000000000. E’ un “moltiplicatore” pazzesco! Facciamolo subito e usciremo all’istante dalla crisi!!!
Sia come sia sembra proprio che il mio amico Keynes goda di molta stima negli ambienti ministeriali dove è stato ricevuto con tutti gli onori e dove si è deciso – in assenza di alternative credibili – di adottare la sua cura nella speranza di uscire da tunnel.
Una cosa è certa: l’implementazione della cura di John mi ha piacevolmente colpito, in buona sostanza consisteva nel consegnare A ME un numero indefinito di miliardi di euro affinché li spendessi. Non so bene dove se li fossero procurati – sembra siano stati fatti dei debiti – ma a me la cosa interessa molto relativamente (non sono affari miei), io devo solo pensare a spenderli in Italia, r-M, dicono loro, avrebbe pensato al resto.
E così ho potuto dar sfogo alla mia vena e coltivare la mia vera passione: i castelli. Ho cominciato a comprare castelli a destra e a manca ma soprattutto a costruirne di nuovi dando lavoro a migliaia di persone che prima incrociavano le braccia (o giravano i pollici) in attesa del sussidio di disoccupazione. Grazie ai miei castelli l’economia è “ripartita” (come dicono loro) e il paese ha tirato un sospiro di sollievo. I 3/4 del nostro sistema produttivo è al mio servizio specializzandosi nella costruzione di castelli medievali. Vista dall’estero la cosa appare strana ma l’importante era il PIL che finalmente galoppava a pieno regime grazie al buon lavoro di r-M. Inutile dire che John vinse il Nobel a mani basse e il nostro paese venisse portato ad esempio ovunque.
Un giorno il Ministro mi convocò nel suo ufficio per comunicarmi che finalmente il Paese poteva dirsi “ufficialmente uscito dalla crisi”, che loro avevano ripagato i debiti fatti e che quindi non aveva più senso trasferire nelle mie tasche tanta ricchezza, il rubinetto veniva chiuso poiché non serviva più azionare l’ r-M. Ci saremmo rivisti nel “momento del bisogno”, disse proprio così nil signor Ministro. Da un giorno all’altro la domanda di castelli si azzerò, la cosa non fu considerata un problema poiché ormai la fiducia aveva ricominciato a circolare e la gente spendeva, la “trappola della liquidità”, diceva John, era solo un ricordo lontano. Sarà stato anche vero che la gente aveva ricominciato a spendere ma poiché conosco bene i miei connazionali so anche che spendono praticamente tutto in gioco d’azzardo e prostituzione mentre la parte produttiva del paese fu presa alla sprovvista poiché si aspettava di dover costruire castelli medievali (quelli con i merletti); occorreva così riconvertire le imprese edili specializzate nella costruzione di castelli medievali in prostitute e biscazzieri, un’impresa non da poco (per usare un eufemismo). E’ così che precipitammo in una nuova recessione ben peggiore della prima. Non dico altro.
Come usciremo da questo nuovo guaio non lo so bene, so solo che quando io e il mio amico Keynes ci presentammo timidamente al Ministero ritenendo che “il momento del bisogno” fosse tornato e vantando le imprese passate dell’ r-M fummo scacciati in malo modo :-(.
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giovedì 26 ottobre 2017

2 The Undercover Economist Strikes Back: How to Run or Ruin an Economy Tim Harford

2 The babysitting recession
Note:2@@@@@@@@@@

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Why am I not surprised?
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a group of parents who would babysit for each other,
Note:IL CASO

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LA STORIA

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Families who joined the co-op were issued with forty pieces of scrip
Note:FICHES

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each worth half an hour
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On reflection, we’d better not go out this weekend.
Note:QUANDO LE FICHE DIFETTANO... FAMIGLIA A CORTO

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everyone else was thinking it, too.
Note:E SE TUTTI PENSANO DI ESSERE A CORTO DI FICHE?

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everybody wanted to stay in and save up some scrip. And if nobody goes out, who’s going to get the chance to babysit and earn scrip?
Note:IL PROBLEMA... TROPPO RISPARMIO

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Nobody gets the chance to build up their reserves
Note:NESSUNO ACCUMULA A SUFFICIENZA X SPENDERE

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It was a self-perpetuating circle,
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The result was a babysitting recession
Note:ESITO... MANCANZA DI BABYSITTER

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The co-op was largely run by lawyers (we’re talking about Washington DC here), so they tried a legalistic approach
Note:SOLUZIONI? L APPROCCIO LEGALISTICO

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displaying the antisocial ways and morals that were destroying the co-op,’
Note:NON USCIRE LA SRA È ANTISOCIALE... STIMMATE

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The co-op introduced a rule making it mandatory to go out every six months.
Note:LEGGE: AOBBLIGATORIO USCIRE

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The solution was actually rather simple: print more money.
Note:TUTO FALLISCE... SI PASSA ALLA SOLUZIONE ECONOMICA... SI STAMPANO OLTRE FICHE

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each member received an extra ten hours
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miracle of miracles! – the recession abated.
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mere stories, if chosen well, can tell us quite a lot about how economies work.
Note:OTTIMA PARABOLA

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monetary policy
Note:SPIEGA BENE LA CURA

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You can print as much money as you like.
Note:FACILE USCIRE DALLA CRISI

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Print the money. Problem solved.
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named the leaf as legal tender.
Note:PEECHÈ ALLORA NON SOSTITUIRE LE FICHES CON LE FOGLIE

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Printing money doesn’t create more roads,
Note:STRANO. IN FONDO... QUEL CHE CONTA REALMENTE

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he neglects to mention how the story ends.
Note:TUTTO FACILE PER CHI NN CONOSCE IL FINALE

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‘After a while, it naturally followed there was too much scrip and more people wanted to go out than to sit.’
Note:DALLA PADELLA NELLA BRACE

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The end result was much the same: a babysitting recession,
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turned to crude legalistic tactics again.
Note:PROIBITO USCIRE PIÙ DI...

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you might point out that the Capitol Hill co-op was a rather simpler affair than a twenty-first-century economy
Note:SE SI INCARTA UN ECONOMIA COSÌ SEMPLICE...

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the lesson remains: in principle you can stimulate an economy by printing money. So we should understand why that might happen. And the fundamental reason is sticky prices.
Note:PREZZI RIGIDI... LA CAUSA DI TUTTO

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If prices adjusted with complete freedom in response to competitive forces, then the actual amount of currency in an economy simply would not matter.
Note:MONETARISMO: I PREZZI RIMEDIANO ALLA QUANTITÀ SBAGLIATA DI MONETA

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why didn’t people offer to sit for six hours in exchange for three hours’ worth of scrip?
Note:QUANDO NESSUNO VUOLE USCIRE PERCHÈ I PREZZI DELLE BABY NN SI ABBASSANO?

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players could agree to redenominate all the values in the game, so that £1 becomes worth £2,
Note:RINOMINARE IL VALORE NOMINALE

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Because prices do not, in fact, adjust smoothly, sometimes the central bank needs to print more money.
Note:PREZZI VISCOSI... STAMPARE FUNZIONA .... QUANDO I SALARI NN SI ABBASSANO

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But why do prices stick?
Note:CAUSE

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our sense of fairness tends to constrain what we do,
Note:PRIMA CAUSA

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much emotional impact.
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It seems selfish and greedy.
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reluctance to cut wages is a matter of simple humanity. But it has negative consequences
Note:UMANITARISMO DELETERIO

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why don’t companies just whack the price up?
Note:IPAD E LE CODE PREVEDIBILI

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a sharp, temporary price hike would really annoy potential customers
Note:STIGMA SOCIALE

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This isn’t just a theory: in fact, Apple once tried something like this. When they launched the original iPhone, in 2007, they cut the price from $600 to $400 after two and a half months. What happened? Early adopters were infuriated,
Note:PSICOLOGIA DELLA CODA...LA STRATWGIA APPLE

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Steve Jobs quickly handed out $100 vouchers as compensation
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nobody wanted to risk social pariah status
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Number two is what economists call ‘menu costs’.
Note:SECONDA CAUSA

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That’s right: for seven decades, the price of a bottle of Coke never budged from five cents. In comparison, the price of coffee rose eightfold over the same time.
Note:ES COCA: PREZZO FISSO E TONDO X DECENNI

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Restaurants do not reprint their menus
Note:COSTO DI STAMA

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Coke was sold in vending machines that accepted only nickels.
Note:DISTRIBUTORI

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Coca-Cola wrote to his friend President Eisenhower in 1953 to suggest, in all seriousness, a 7.5 cent coin.
Note:RICHIESTA DI NUOVE MONETINE

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Coke also advertised heavily that a glass of Coke cost five cents.
Note:UNCA CONSOLAZIONE... PUBBLICIZZARE AL MASSIMO

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Daniel Levy, has also estimated that in the mid-1990s, it cost 52 cents to change the price of a single type of product in a supermarket.
Note:IL COSTO DEL CAMBIO PREZZO STIME

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The total cost of changing prices was over 20 per cent of profits.
Note:cccccc

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Imagine a world where two companies sell exactly the same product, and customers are completely aware of all price changes.
Note:VISCOSITÀ DEI PREZZI AL RIBASSO. PROBLEMI DI COORDINAMENTO. TERZO... POSSIBILITÀ DI SPECULARE

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the essence of how a small amount of price stickiness can balloon into a very slow price adjustment.
Note:BASTA UNA PICCOLA POSSIBILITÀ DI SPECULAZ X BLOCCARE L AGGIUSTAMENTO

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That’s reason number three for price stickiness: coordination problems.
Note:PROBLEMI DI COORDINAMENTO

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the same man received another pay cut. This time, no tantrums. In fact, he was perfectly content.   Why the change of attitude? Because the pay cut didn’t look like a pay cut: it looked like a pay rise. Specifically, the professor’s salary was increased by 3 per cent at a time when inflation was 6
Note:TAGLI DI SLARIO CHE FANNO INCAZZARE E TAGLI CHE CI RENDONO CONTENTI... INFLAZ TASSA OCCULTA TRASCURATA

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I MIRACOLI DELL INFLAZIONE

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what economists call ‘money illusion’.
Note:ILLUSIONE MONETARIA: UN TOCCASANA

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Psychological research demonstrates that nominal salaries influence our thinking even though real salaries are, logically speaking, all that should count.
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in the real world, all successful economies have a substantial government presence that creates still further possibilities for prices to stick: regulated prices, minimum wages, public-sector pay that becomes a political football.
Note:REGOLAMENTAZIONE

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If wages and prices quickly adjust downwards, the suffering that this fall in GDP will cause is going to be contained. But if firms hesitate to cut prices because of coordination problems and menu costs, their products are going to be overpriced. Sales will fall. They will need to reduce costs, but workers will be outraged at a cut in their nominal wages, so some will be sacked instead. Unemployment will be higher than it should be, meaning that demand for goods and services will be lower, and firms will need to reduce costs more, and on, and on. Sticky prices are a recipe for trouble. Indeed, the consequences can be as severe as the Great Depression.
RIEPILOGO

2 Mia cognata impara la macroeconomia sulla sua pelle


Mia cognata impara la macroeconomia sulla sua pelle


Mia cognata ha scoperto il mondo della macroeconomia, ora lo capisce molto meglio di prima e saprebbe persino decriptare certi oscuri messaggi di Draghi che le giungono via TG.
Ma come ha fatto?
Semplice, ci si è trovata in mezzo.
Non c’è miglior pedagogia che “trovarsi in mezzo”.
Vale la pena di raccontare la sua piccola odissea.
***
Nel suo super-condominio ci sono molte coppie giovani (di avvocati) con figli, cosicché hanno deciso di organizzarsi al meglio per  un mutuo servizio di babysitting. Agli avvocati non piace spendere.
La soluzione è stata geniale: coniare una serie di fiche – ognuna del valore di “1 ora” – e poi distribuirle in egual misura a tutti i partecipanti all’impresa cooperativa.
Se mi serve la babysitter pago con le fiche anziché con i soldi. D’altronde, sarà mio interesse prestare servizio quando posso per non esaurire la mia scorta di fiche e restare a secco nel momento del bisogno.
Geniale, vero? D’altronde sono tutti avvocati laureati freschi di esame di stato.
Solo che, mia cognata, dopo aver contato e ricontato le fiche assegnatele ha notato la loro pochezza: sarebbe stata sufficiente un’ uscita di piacere per rimanere scoperti nel caso di un’ improvvisa uscita di bisogno.
Che fare? Ovvio: prima di uscire meglio accumulare altre fiche per non correre rischi.
Problema: come lei hanno ragionato tutti.
In breve tempo il supercondominio si è trasformato in uncarcere: non usciva più nessuno poiché nessuno voleva spendere fiche correndo il rischio di restare a secco.
Che fare?
Dapprima si è provato con lo stigma sociale: “boia chi non esce”.
Una versione condominiale del “bisogna spendere per far girare l’economia”.
Ma non funzionava: se sei tu il primo a non uscire il tuo “boia chi non esce” suona fesso.
Poi – ricordo che erano tutti avvocati – hanno provato con l’approccio legalistico: obbligatorio uscire una volta al mese.
La vita del supercondominio ha assunto toni farseschi: gente infreddolita che usciva per fare il “giro obbligatorio” dell’isolato con i vicini affacciati alle finestre che ridevano.
Poi si sono convertiti finalmente alla soluzione (pseudo) economica: coniare nuove fiche.
Con le nuove fiche tutto è andato a posto: grazie al gruzzolo integrato il timore delle uscite avventate è cessato e il sistema di babysitting ha cominciato a marciare.
E qui mia cognata ha ricevuto la prima grande lezione di economia: quando la gente non “spende” la soluzione è “stampare” moneta.
Ma questa, purtroppo, non è stata l’unica lezione. Il triste finale aveva in serbo ben altri insegnamenti.
Qualcuno, infatti, si è entusiasmato talmente che ha proposto di sostituire le fiche con le foglie secche del parco (eravamo in autunno inoltrato).
Tutti si sono fatti una risata, però l’idea di aumentare il monte-fiche non era affatto peregrina.
Detto, fatto.
Mia cognata ha ricevuto un ulteriore mucchietto di fiche.
A questo punto tutti volevano uscire… e mancavano le babysitter.
Si è ricaduti ben presto in piena recessione.
E gli avvocati cosa hanno fatto? E te pareva, non capendoci più niente hanno imposto il babysitting minimo obbligatorio.
Ah ah ah.
***
Perché il sistema degli avvocati è caduto dalla padella nella brace?
Risolvere una recessione “stampando” fiche puo’ funzionare ma  non è mai “la soluzione”. Loro ci hanno creduto e ci hanno lasciato le penne.
La soluzione – quella seria – è un altra: avere prezzi flessibilie affidarsi a loro.
Se c’è carenza di una risorsa il prezzo per quella risorsa cresce. Deve crescere! Altrimenti sono guai.
Se c’è abbondanza di una risorsa il prezzo diminuisce. Deve diminuire! altrimenti sono guai.
Se c’è abbondanza di babysitter il loro prezzo DEVE diminuire, altrimenti sono guai.
E invece gli avvocati cosa facevano? Guardavano la loro fiche con sopra scritto “vale 1h di babysitter” e ci credevano! Poi, dissennatamente, dicevano alla potenziale candidata: “se mi copri per 1h ti do questa fiche che vale 1 ora”.
E’ chiaro che se c’è abbondanza di babysitter la persona razionale offre una fiche con scritto sopra “1h” per DUE ore di servizio.
Ma l’avvocato si attiene ottusamente al diritto: se c’è scritto “1h” quella fiche vale un’ora, punto e basta. E nel supercondominio tutto va a scatafascio.
Naturalmente, lo stesso dicasi nel caso opposto: quando c’è carenza di babysitter la persona razionale come minimo offre 2 fiche da 1h per un’ora sola di servizio.
In un mondo di persone razionali non c’è dunque mai bisogno di  cambiare la quantità di fiche a disposizione per risolvere i problemi: basta che cambino i prezzi.
Questa è la seconda lezione che si porta a casa mia cognata: nel mondo gli avvocati prevalgono sulle persone razionali.
***
prezzi rigidi sono dunque la causa delle recessioni, sia nel supercondominio che nel mondo reale.
Ma perché i prezzi sono rigidi? Perché in recessione i salari non si abbassano riequilibrando il sistema?
Ci sono ditte che addirittura preferiscono fallire piuttosto che toccare gli stipendi!
Prima causa: su chi abbassa i salari piomba lo stigma sociale.
Ma è lo stesso soggetto deputato che si sente una merdaqualora abbassasse gli stipendi. E’ un po’ come se dentro di noi avessimo un senso di giustizia che ci induce in errore.
E’ lo stesso fenomeno per cui quando esce il nuovo IPhone ci sono code chilometriche. Non si potrebbe smaltirle alzando i prezzi? No, su Apple calerebbe lo stigma sociale degli avvocati ottusi ed impermeabili ad ogni legge economica. Quando Apple ci ha provato (ribassando i prezzi dopo un mese) i clienti della prima ora hanno inveito al punto che il povero Jobs ha dovuto tenerli buoni elargendo voucher per acquisti gratuiti.
Seconda causa: il costo del menù.
A volte i prezzi non si cambiano perché ci toccherebbe ristampare i menù.
Ridi, ridi ma è un problema serio. La Coca Cola ha tenuto per 70 anni il prezzo fermo a 50 centesimi perché aveva installato i distributori che prendevano solo quella monetina. Poi è persino arrivata a chiedere al presidente Eisenhower di coniare una nuova moneta per fare cifra tonda con il prezzo aumentato!
C’è poi un terzo problema di coordinamento: se sono l’ultimo a “diminuire” posso fare la mia piccola speculazione. Anzi, forse l’economia si riprende grazie alla diminuzione altrui e io nemmeno devo passarci!
Infine c’è un quarto problema, anche questo da “avvocati”, quello delle tasse occulte.
Ricordo che mio papà buonanima mi raccontava di un collega avvocato che aveva fatto irruzione nell’ufficio dei boss imprecando perché gli avevano tagliato lo stipendio. Cristo di qua, cristo di là… quasi ci scappava il morto. In lui era scattato quel senso di ingiustizia di cui ho parlato più sopra al primo punto.
Due anni dopo la stessa persona subiva un ulteriore taglio ma questa volta brindava in famiglia.
Perché una reazione tanto diversa?
Semplice, perché il taglio si realizzava sotto forma di aumento.
Aveva ottenuto un bell’ aumento… ma inferiore all’inflazione. A quanto pare l’inflazione è una tassa che gli avvocati pagano volentieri.
L’inflazione aveva salvato i boss da nuove fastidiose irruzioni.
I boss, che conoscono i loro polli, chiedono al governo più inflazione: è un modo per far fare il lavoro sporco ad altri.
E non hanno torto: il mondo è pieno di avvocati come l’iracondo di cui sopra.
***
Ecco allora la lezione vera che si porta a casa mia cognata: il sistema dei prezzi risolve da solo tutti i problemi macroeconomici. Purtroppo il mondo è pieno di avvocati, cosicché l’irrigidimento dei prezzi è frequente. In questi casi puo’ giovare agire sulla quantità di moneta stando bene attenti a non cadere dalla padella alla brace, come è capitato a lei nel supercondominio.
MACRO