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sabato 19 gennaio 2019

MISERIA DEI TRIBUNALI

MISERIA DEI TRIBUNALI

Nelle aule di giustizia noi “accertiamo i fatti”.

E’ lì che troviamo i grandi esperti dell’ “accertamento”, loro sanno persino distinguere un fatto semplicemente “accertato” da un fatto “accertato oltre ogni ragionevole dubbio”.

Purtroppo basta un giochetto da ragazzi per incrinare questa fiducia negli operatori del diritto.

Poniamo di avere due urne di 100 palline: nella prima – l’urna proibita - ci sono 70 palline bianche e 30 nere, nella seconda – l’urna accessibile - 30 bianche e 70 nere. Tu, giudice, hai di fronte a te un ragazzo con in mano un dozzina di palline (8 bianche e 4 nere). Sai che le ha estratte a caso da una delle due urne. Ora, che fai? Condanni perché colpevole “oltre ogni ragionevole dubbio” o scagioni per mancanza di prove?

Il problemino è stato sottoposto a giudici di tribunale e ad altri operatori del diritto. A parte risposte stravaganti del tipo: “la mia esperienza mi insegna che la realtà è contorta e ingannevole, mai fidarsi quindi delle apparenze”, in genere si è capito che il bimbo aveva violato “l’urna proibita”. Ma si poteva condannarlo? I “professionisti dell’accertamento dei fatti” quantificavano la probabilità di colpevolezza intorno al 55%.

In realtà è del 98%, basta un calcolino di terza ragioneria per scoprirlo. Ma “i professionisti dell’accertamento” non erano in grado di farlo.

La differenza tra 55 e 98 è enorme, ma soprattutto in mezzo ci sta la soglia fatidica del “ragionevole dubbio”. Ma dove sta poi questa fatidica soglia? A quota 70? A quota 80? A quota 99? I primi ad ignorarlo sono quelli che con questa soglia ci lavorano tutti i giorni, se chiedi a loro fanno scena muta. Prendo allora per buone le parole del giurista William Blackstone il quale sosteneva: “meglio dieci colpevoli fuori che un innocente in galera”, il che si traduce in una soglia del 90%, ovvero si condanna solo con probabilità di colpevolezza superiore al 90%. Direi che nel nostro caso anche la prudenziale soglia-Blackstone viene superata abbondantemente in barba alla miopia degli “accertatori”.

martedì 20 novembre 2012

Stasera niente Peppa.

Basta, sono stufo di passare intere serate raccattando giocattoli sul pavimento di casa!
Sembra che il divertimento consista nel pescarli dal cesto per poi disseminarli in modo meticoloso in tutto il soggiorno, anfratti (mai esplorati prima) compresi.
Ora poi che le bimbe sono due, raddoppiano anche i cesti, uno per Marghe e uno per Vichi. Entrambi ben ricolmi, mi raccomando: a tutt’ oggi tocchiamo i 100 pezzi ciascuno.
Disperato mi sono fatto mettere a punto un meccanismo che riduca il danno impedendo l’ apertura del secondo cesto una volta che si accede al primo. E che cavolo!
Non parliamo poi dei gusti, ognuna ha i suoi: la Marghe predilige la serie Hello Kitty ed è arrivata a collezionare una settantina di pupazzetti, i restanti sono della famiglia Winnie Poh. L’ esatto contrario la piccolina.
Il senso della proprietà è forte ma, almeno nella Marghe, è forte anche il senso della ribalderia e della sfida: ho il sospetto che non vista attinga alla cesta della sorella nonostante le abbia promesso una solenne punizione qualora l’ avessi pescata con le mani nella marmellata. Devo anche dire di aver presagire il peggio nel momento già mentre “predicavo”, sembrava quasi le stessi fornendo delle idee!
L’ indomani dovevamo andare dai nonni e, dopo uno sforzo sovrumano, la famiglia era sulla soglia pronta a partire quando la Marghe ha manifestato l’ improrogabile esigenza di prendere con sé alcuni pupazzetti. E’ tornata lei stessa indietro per accaparrarsene una dozzina.
Una volta in macchina ho notato che, oltre a quattro Hello Kitty, aveva - tra Changu,  Pimpi, Tigro… - ben otto pupazzetti della famiglia Winnie!
Questa qui ha fregato dal cesto della sorella, mi sono detto. Ho avuto anche la sensazione di scorgere un sorrisino beffardo dell’ imputata; di sicuro giocava con particolare gusto. Troppo, direi, trattandosi della “solita minestra”.
Marghe, hai preso dal cesto della Vichi?”. “No”.
Che fare, punire? Mi è stato fatto notare che forse avevo ragione, che forse la marachella c’ era stata, ma rischiare una punizione ingiusta portava solo danni, meglio sorvolare: magari gli era solo venuta la voglia di Winnie Poh.
Macché voglia, mi dicevo. Con quei braccini corti pesca dalla cesta che sceglie senza neanche poter vedere cosa stia prendendo!
Ripensandoci meglio la mia rabbia è sbollita e la soluzione più equa è emersa: avevo o non avevo parlato di “mani nella marmellata”? Questa fattispecie presentava condizioni affatto differenti; quando si punisce così duramente come faccio io: niente Peppa la sera, bisogna farlo solo a colpo sicuro, quando la colpevolezza è acclarata oltre ogni ragionevole dubbio.
peppa
Sentivo di aver agito correttamente quando la sera, giunti a casa e messe a nanna le bimbe (àpres abbondante razione di Peppa), mi siedo alla scrivania e quasi per gioco comincio a smanettare sulla calcolatrice…
… noooo… mi ha turlupinato… mi sono turlupinato da solo… colpevole al 98%… altro che ragionevole dubbio… ci sono veramente poche cose al mondo di cui sono scuro al 98%!…
D’ ora in poi, lo giuro: mai più giustizia senza calcolatrice!