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giovedì 21 novembre 2019

TUTTI A LAS VEGAS CON LA TUA CARTA DI CREDITO

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TUTTI A LAS VEGAS CON LA TUA CARTA DI CREDITO
La storia delle crisi finanziarie parla chiaro e si ripete: la risposta a un grande fallimento della regolamentazione finanziaria è... più regolamentazione finanziaria.
La banca centrale, per esempio, nasce dopo le crisi di inizio XX secolo. Risultato? Crisi ancora più acute, con il ben noto apogeo raggiunto nell' america alla fine degli anni venti. Successivamente si è pensato bene di assicurare i depositi dei correntisti. Ma offrire depositi assicurati ai banchieri è come inviare tuo cognato a Las Vegas consegnandoli la tua carta di credito. Il governo allora ha iniziato a regolamentare nel dettaglio la struttura del capitale detenuto dagli istituti di credito. Ma, ti svelo un segreto, chi sta a Las Vegas con la tua carta di credito diventa incredibilmente creativo pur di spassarsela, e così ripartono le crisi.
Dall' Illinois Continental alla crisi dei risparmi e dei prestiti, alle crisi dell'America Latina e del Sud-Est asiatico, a LTCM e Bear Stearns, e infine alla grande crisi del 2008, la storia si è sempre ripetuta: la politica salva grandi classi di creditori, aggiunge restrizioni nel vano tentativo di interrompere la spirale dei rischi sempre più creativi e concentra il potere nelle mani di un regolatore assumendo che possa vedere il futuro in anticipo. Nel frattempo si catechizza la folla dicendo che i guai appena passati mai e poi mai si sarebbero ripetuti. Dodd Frank, e la politica "macroprudenziale" di oggi non sono roba nuova, sono vecchie toppe dimenticate messe sulle ultime falle nello scafo della nave che imbarca acqua.
Un'idea alternativa in realtà esiste dagli anni '30. Le crisi finanziarie si identificano con la corsa agli sportelli: chi prima arriva si salva, dopo che la banca fallisce chi non corre resta con il cerino in mano. La soluzione allora è semplice: consentire alle banche di ottenere la maggior parte dei loro fondi emettendo azioni e obbligazioni a lungo termine. Roba che non fa correre nessuno. Stop alle gare, stop al panico. Tali banche non necessitano di regolamentazioni sulla struttura di capitale o protezione dalla concorrenza, poiché semplicemente non possono fallire. Il risparmio a breve sarebbe detenuto da casse di deposito - magari gestito dalle stesse banche - che si limitano a "detenere", con i tassi di oggi la differenza non sarebbe certo traumatica.

sabato 20 aprile 2019

LA FINAZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA

LA FINAZIARIZZAZIONE DELL’ECONOMIA

Ne avete sentito parlare anche voi, vero?

Esiste?

Forse no.

Chi la sostiene fa notare che i volumi finanziari rappresentano una quota crescente del PIL.

Ma la finanza si occupa di gestire i patrimoni, non il reddito. Sarebbe meglio rapportarla alla ricchezza disponibile, non al PIL.

In questo caso la quota della finanza nell’economia è costante da almeno mezzo secolo.

giovedì 13 dicembre 2018

BASILEA ADDIO…


BASILEA ADDIO…

La regolamentazione finanziaria è soggetta ad una regola: quanto più è sofisticata, tanto più sono sofisticate e imprevedibili le strategie per eluderla. Non solo: una normativa sofisticata, lasciando poche scappatoie, rende omogenee le strategie degli operatori.
Comportamenti imprevedibili e tutti uguali accrescono il rischio di sistema. Non male per uno strumento che mira a rendere tutto meno rischioso.
BASILEA zero intimava: “andateci piano con la leva finanziaria”. Tradotto: “piano con i debiti in rapporto al capitale”. Piuttosto rozzo, non è vero? Sì perché ci sono debiti e debiti, capitale e capitale. Prestare a una start up spericolata con un’idea bizzarra da realizzare non è come prestare al governo degli Stati Uniti. Occorreva una regolamentazione più sofisticata, era chiaro a tutti.
BASILEA I, nelle sue 30 e rotte pagine, prevedeva 5 profili di rischio con cui classificare capitale e debiti. Lo sport delle Banche divenne quello di buttarsi sui differenziali tra rischio di carta (quello previsto da Basilea) e rischio effettivo (quello previsto dal mercato). Se il primo è più basso del secondo, infatti, oltre ad incassare rendimenti più elevati (il rischio viene pagato bene) si puo’ fare più leva (si viene considerati più “capitalizzati”). Poiché la legge era a maglie larghe, le strategie per aggirarla erano tante e le banche investivano un po’ ovunque. Bisognava rendere la regolamentazione più sofisticata per limitare l’elusione.
Nacque BASILEA II con le sue terrificanti 347 pagine. Non cambiò nulla, se non una cosa: le scappatoie erano diminuite e così gli investimenti di tutti si concentrarono nelle poche scappatoie rimaste (il “cigno nero” aleggiava). Ma lì dove? Facile: siccome l’accordo era fatto dai governi, avvantaggiava i governi considerando il rischio del prestito ai governi pari a zero. Inoltre, siccome tutti i governo fanno politiche per la casa, anche i mutui ipotecari furono considerati investimenti a basso rischio. Diventava così un affarone prestare alla Grecia (alto rischio effettivo e basso rischio di carta) e all’operaio che voleva farsi il villone (idem come sopra). Non solo, diventava estremamente conveniente costruire derivati su questi prestiti. Tanti bei castelli di carta.
Il resto è storia nota.
Dopo la catastrofe un tale andò a controllare le banche più compromesse. Risultato: fondamentalmente chi aveva violato BSILEA zero.
Morale: nella finanza (come altrove?) meglio poche regole. Se saranno necessariamente generiche, pazienza.  

venerdì 8 giugno 2018

FACEBOOK E LA FINANZA

FACEBOOK E LA FINANZA
BlackRock, Vanguard, Fidelity, State Street… ecco di chi parliamo quando parliamo del “mercato” e di “spread”. Questi soggetti, esistono, vivono alla luce del sole, hanno una governance trasparente e controllano 1/5 del risparmio statunitense (potrei fare altrettanti nomi di investitori istituzionali europei): perché non li conosciamo? Perché sfuggono ai radar? Perché di loro si occupa solo la stampa specializzata?
Forse perché per conoscerli meglio ci toccherebbe leggere e imparare, il che è molto meno divertente che cazzeggiare su Facebook e costruire appassionate narrazione sui poteri forti e il complotto finanziario.
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Revolutionary ideas on how to use markets to bring about fairness and prosperity for allMany blame today's economic inequality, stagnation, and political instability on the free market. The solution is to rein in the market, right? Radical Markets turns this thinking--and pretty much all conventi...

lunedì 12 febbraio 2018

Perché la finanza è odiata dai potenti

La finanza è fluida e capovolge spesso gli equilibri, anche per questo è odiata da molti potenti. Negli Stati Uniti, dove il mercato finanziario è particolarmente vivace, una buona metà delle società classificate fra le prime 20 per volume d'affari nel 1999 non erano fra le prime 20 nel 1985. Al contrario, in Germania, dove i mercati finanziari erano poco attivi fino a poco tempo fa, l' 80% per cento delle prime 20 società nel 1999 erano fra le prime 20 anche nel 1985.
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Salvare il capitalismo dai capitalisti
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Dove prospera la finanza

Per quale motivo i mercati finanziari si sono sviluppati solo in alcuni paesi e in altri no? Nel 1790, tanto per dire, il paese più ricco del mondo su base pro capite era Haiti ma non sviluppò mai le istituzioni necessarie a sostenere un solido sistema finanziario.
La finanza è sottosviluppata laddove i potenti la considerano una minaccia alla loro egemonia. Chi è economicamente potente teme le istituzioni che sostengono i liberi mercati perché queste trattano tutte le persone allo stesso modo, annullando l'importanza del potere precostituito.
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martedì 16 gennaio 2018

Ci devono delle spiegazioni!

La spiegazione più urgente che ci devono gli studiosi della finanza moderna: come mai anziché essere pagati per rischiare, noi paghiamo?

mercoledì 25 ottobre 2017

Troppa finanza?

Troppa finanza?

vescovi denunciano un giorno sì e l’altro pure la “finanziarizzazione” dell’economia, come una delle cause della mancanza di lavoro, e chiedono “una conversione spirituale”.
La finanziarizzazione dell’economia avrebbe raggiunto livelli ormai insostenibili. Il PIL mondiale ammonta a circa 75.000 miliardi di dollari, mentre il controvalore degli strumenti finanziari in circolazione è oramai pari a 1.000.000 di miliardi di dollari (oltre 13 volte il PIL mondiale) di cui il 70% sono titoli derivati.
Sono numeri buttati lì per impressionare: se uno saltasse su dicendo che c’è “troppa poca finanza” e facesse gli stessi numeri, io francamente non lo noterei.
***
Ma c’è davvero troppa finanza nel mondo?
Primo: troppa rispetto a cosa?
Per un economista,  almeno la risposta a questa seconda domanda, è facile: qualcosa è ” troppa” se in eccesso rispetto rispetto ad un’ allocazione efficiente delle risorse.
Torniamo allora  alla prima domanda, la risposta migliore da dare è: “probabilmente sì”.
Probabilmente la finanza che ci ritroviamo è troppa, anche se non ha nessun senso sgranare numeri a vanvera, basta un ragionamento per concludere in questo senso.
La finanza è troppa perché il nostro sistema economico è “troppo” regolamentato. Ha troppe regole che eccedono quelle di mercato.
La catena logica è semplice: troppe regole, minori opportunità di profitto, ed ecco che ci si rifugia nella finanza. Ma chi glielo fa fare ad un imprenditore di sputare sangue lottando ogni giorno con burocrazia, tasse e sindacati? Meglio speculare al trading on line con i fondi che ha accumulato.
Ma in questo caso c’è di più. La finanza è un settore particolare. Praticamente tutti i paesi hanno deciso di assicurare i depositi delle banche a causa dell’ asimmetria informativa che rende difficile al risparmiatore valutare gli esatti rischi del sistema.
Il fatto di garantire i depositi è probabilmente un bene ma ha una conseguenza negativa, ovvero che il fallimento di una banca comporta l’intervento a sostegno dei contribuenti.
La conseguenza ulteriore è che l’imprenditore finanziario non risponde completamente dei rischi e quindi è incentivato a prenderne in eccesso.
La contromossa per riequilibrare questa situazione di solito consiste nel chiedere requisiti di “capitale minimo”. Alle banche è fatto obbligo di detenere una riserva minima di legge.
Per eludere il vincolo nasce il cosiddetto “sistema bancario ombra“.
Questo di per sé non sarebbe un grave problema, semplicemente finirebbero per convivere un sistema bancario regolamentato in cui i depositi sono garantiti dallo stato e uno non regolamentato e senza protezioni di sorta.
Il problema vero si configura quando la protezione dei depositi nel sistema bancario ombra, pur non esistendo ex-ante, sia credibilmente presente ex-post.
In altri termini, la lobby delle banche ottiene implicitamente ciò che si chiama “privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite” potendo così agire fuori dalle regole di mercato.
E’ un perverso incentivo all’assunzione inefficiente di rischi enormi da parte delle stesse, nasce un chiaro interesse ad esporsi oltre il giusto: questo meccanismo è noto come too big to fail.
Il settore tende  a svilupparsi eccessivamente, si crea “troppa finanza” poiché esiste un’assicurazione implicita gratuitache tutti intendono sfruttare.
Le grandi banche sanno bene che il sistema politico non potrá lasciarle fallire e non si pongono più freni. Sanno in anticipo che la politica interverrà per acquistare le attività tossiche nei loro bilanci, salvando così, oltre che i depositi, anche azionisti e obbligazionisti.
La collusione tra banche e tesoro – e le regole implicite ed esplicite che da essa promanano – è all’origine della finanziarizzazione dell’economia.
Non è un caso che molti ministri del tesoro arrivino direttamente da Goldman Sachs.
Guardiamo per contrasto al mondo non regolamentato degli hedge funds, ovvero a quei fondi speculativi dove di solito investono i ricchissimi. Si tratta di un mercato caratterizzato da una competizione brutale, tutti sanno di non poter contare su nessun aiuto del governo né sulla simpatia dell’opinione pubblica. Ebbene, durante la crisi le prestazioni fornite sono state rassicuranti, negli USA solo 500 fondi su un totale di 7000 sono scomparsi, lo hanno fatto in silenzio e senza gravi effetti sistemici, e molti di loro hanno continuato nel corso della crisi a fare profitti.
Un effetto collaterale della dinamica descritta sono i compensi dei manager,  altra grande fonte di indignazione nel mondo cattolico.
Guadagnano troppo questi soggetti?
Il problema in un certo senso è secondario, l’importante è che i manager guadagnino quando la loro società acquista valore e perdano quando ne perde.
Molti sostengono che gli incentivi ai manager fossero troppo a breve termine per realizzare incentivi corretti, ma anche questo è un problema secondario, le soluzioni tecniche ci sarebbero.
L’interrogativo più inquietante è un altro: perché mai gli azionisti delle banche avrebbero deciso di compensare i propri manager in questo modo all’apparenza assurdo? Non erano i contribuenti a pagare, in questo caso.
Che senso ha riservare a manager che hanno fallitoliquidazioni miliardarie?
E qui si torna al too big to fail: i manager di cui parliamo hanno fallito perché hanno preso rischi eccessivi, ma abbiamo appena visto come fosse razionale farlo. Quindi, in un certo senso, il loro comportamento non è censurabile, nemmeno dall’azionista. E’ solo andata male quando rischiare era doveroso.
finanz

martedì 24 ottobre 2017

Favole & numeri: L'economia nel paese di santi, poeti e navigatori (Italian Edition) Alberto Bisin

Favole & numeri: L'economia nel paese di santi, poeti e navigatori (Italian Edition)
Alberto Bisin
Last annotated on Tuesday October 24, 2017
28 Highlight(s) | 25 Note(s)
Yellow highlight | Location: 677
C’ è troppa finanza al mondo ?
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 678
Troppa rispetto a che cosa?
Yellow highlight | Location: 687
Assicurare i depositi è bene, quindi. Ma ha una conseguenza negativa: il fatto che il fallimento di una banca comporti l’intervento dei contribuenti
Note:UN SETTORE PARTICOLARE

Yellow highlight | Location: 689
non rispondano completamente dei rischi
Note:CONSEGUENZA

Yellow highlight | Location: 689
interesse a prenderne troppi
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 691
requisiti di capitalizzazione
Note:CONTROMOSSA X RIEQUILIBRARE

Yellow highlight | Location: 693
incentivi allo sviluppo di un sistema bancario «ombra»,
Note:L AGGIRAMENTO DEI REQUIREMENTS

Yellow highlight | Location: 696
Il problema vero, l’esternalità grave, si configura qualora la protezione dei depositanti nel sistema bancario ombra, pur non esistendo ex ante, sia prevedibilmente presente ex post.
Note:IL VERO PROBLEMA

Yellow highlight | Location: 700
Nel sistema bancario regolamentato sono solo i depositanti a essere assicurati.
Note:CON REGOLE CHIARE

Yellow highlight | Location: 707
Questo si chiama privatizzazione dei profitti e socializzazione delle perdite, ed è naturalmente un incentivo all’assunzione inefficiente di rischi enormi da parte delle banche.
Note:COSA OTTIENE LA LOBBY DI FATTO

Yellow highlight | Location: 709
ogni interesse a esporsi
Yellow highlight | Location: 711
Questo meccanismo è noto come too big to fail:
Yellow highlight | Location: 714
il settore tende a svilupparsi eccessivamente, c’è troppa finanza.
Note:CONSEGUENZA

Yellow highlight | Location: 739
Too big to fail
Note:ttttttttr

Yellow highlight | Location: 740
l’eccessiva assunzione di rischio
Note:LA CAUSA FONDAMENTALE

Yellow highlight | Location: 745
too big to fail: le grandi banche sapevano bene che il sistema politico non avrebbe potuto lasciarle fallire
Note:AZZARDO MORALE

Yellow highlight | Location: 748
acquistato attività tossiche nei bilanci
Note:SOCCORSO PRONTO

Yellow highlight | Location: 748
salvare azionisti e obbligazionisti delle stesse.
Note:SALVATAGGI EXTRA LEGGE

Yellow highlight | Location: 750
collusione tra le grandi banche e il Tesoro
Note:CIÒ CHE È EMERSO

Yellow highlight | Location: 751
il ministro del Tesoro, Henry Paulson, arrivasse al governo direttamente da Goldman Sachs,
Note:ANEDDOTO

Yellow highlight | Location: 752
fondi hedge,
Note:TERMINI DI PARAGONE

Yellow highlight | Location: 755
sanno di non poter contare sull’aiuto
Note:PERCHÈ NN SONO CROLLATI

Yellow highlight | Location: 756
500 fondi (su un totale di 7 mila) negli Stati Uniti sono scomparsi
Note:500/7000

Yellow highlight | Location: 758
I manager e i loro compensi
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 763
È importante che i manager guadagnino quando la loro società acquista valore e perdano quando ne perde.
Note:L IMPORTANZA DEGLI INCENTIVI

Yellow highlight | Location: 772
Molti sostengono che gli incentivi fossero inefficientemente a breve termine.
Note:BREVE

Yellow highlight | Location: 773
perché mai gli azionisti delle banche avrebbero deciso di compensare i propri manager
Note | Location: 774
MISTERO

Yellow highlight | Location: 774
Si torna al too big to fail:
ANCORA

lunedì 11 settembre 2017

HL Sei La prevenzione dei disastri finanziari, ovvero: «decoupling»

Sei La prevenzione dei disastri finanziari, ovvero: «decoupling» - Elogio dell'errore: Perché i grandi successi iniziano sempre da un fallimento (Saggi) (Italian Edition)
Tim Harford
Note:6@@@@@@@@@@@@

Yellow highlight | Location: 3,273
Quando il fallimento è impensabile
Note:ttttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,313
le istituzioni finanziarie e i suoi regolamentatori si convinsero che i nuovi strumenti finanziari stessero arginando i rischi «spalmandoli» su chi era nelle condizioni migliori per affrontarli, e i precedenti storici suggerivano che i pacchetti di contratti di riassicurazione fossero molto sicuri. Infine – come nella stretta creditizia – per i protagonisti fu praticamente impossibile rendersi conto delle reali dimensioni del rischio cui stavano andando incontro, almeno fin dopo che la situazione degenerò orribilmente. In entrambi i casi le innovative tecniche finanziarie si rivelarono costosi fallimenti.
Note:LA SPIRALE DELLE RIASSICURAZIONI

Yellow highlight | Location: 3,319
la crisi finanziaria ha dimostrato che un atteggiamento di tolleranza nei confronti degli errori è pericoloso per il sistema bancario.
Note:TOLLERANZA CATTIVA

Yellow highlight | Location: 3,324
sistemi che concedono poco spazio al «prova e sbaglia»,
Note:TRIAL AND ERROR E ONE SHOT

Yellow highlight | Location: 3,326
«Il sistema bancario supera per complessità qualsiasi impianto nucleare che abbia mai studiato»
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,330
James Reason,
Note:LO PSICOLOGO DEGLI ERRORI

Yellow highlight | Location: 3,339
Perrow si è fatto un nome pubblicando un libro, Normal Accidents, dopo Three Mile Island e prima di Chernobyl. Il libro esplorava le dinamiche dei disastri e sosteneva che in un certo tipo di sistema gli incidenti erano inevitabili, o «normali».270 Secondo Perrow, la concomitanza pericolosa si verifica quando un sistema è sia complesso, sia «strettamente correlato».
Note:INCIDENTI INEVITABILI

Yellow highlight | Location: 3,360
Poche invenzioni umane sono più complesse e tanto strettamente correlate come il sistema bancario, che secondo Perrow «supera per complessità qualsiasi impianto nucleare che abbia mai studiato».
Note:IL SISTEMA PIÚ COMPLESSO E CORRELATO

Yellow highlight | Location: 3,364
Perché i sistemi di sicurezza hanno effetti collaterali
Note:tttttttt

Yellow highlight | Location: 3,369
Immaginiamo una serie di sistemi di sicurezza messi uno sull’altro come fette di Emmental. Ogni fetta di formaggio ha i suoi buchi, e così ogni dispositivo di sicurezza ha le sue falle. Ma aggiungendo altre fette di formaggio si può essere abbastanza sicuri che i buchi non saranno mai uno in coincidenza dell’altro.
Note:SICUREZZA A FORMAGGIO SVOZZERO

Yellow highlight | Location: 3,387
quello che è accaduto nella crisi finanziaria: non mancavano i sistemi di sicurezza, ma tali sistemi hanno aggravato i problemi.
Note:LA SICUREZZA CHE AGGRAVA GLI INCIDENTI

Yellow highlight | Location: 3,389
I CDS sono una sorta di assicurazione contro un prestito non rimborsato.
Note:CDS

Yellow highlight | Location: 3,397
Furono due i modi in cui questi CDS causarono guai. Il primo è semplicemente che avendo assicurato qualcuno per i suoi rischi, le banche potevano alzare con fiducia il credito.
Note:PRIMO GUAIO DEI CDS

Yellow highlight | Location: 3,400
«È come se le persone prendessero l’invenzione delle cinture di sicurezza come un’opportunità per guidare ubriachi».
Note:ANALOGIA

Yellow highlight | Location: 3,407
I contratti CDS aumentarono sia la complessità, sia la stretta correlazione del sistema finanziario. Le istituzioni che in precedenza non avevano connessioni reciproche si ritrovarono legate le une alle altre,
Note:DANNO INDIRETTO

Yellow highlight | Location: 3,417
Se un bond veniva assicurato, ereditava semplicemente il rating sul credito dell’assicuratore. Le compagnie assicurative come AIG, naturalmente, avevano una valutazione sul rischio di credito molto alta,
Note:IL PROBLEMA DEL RATING

Yellow highlight | Location: 3,422
Un gran numero di bond venne abbassato di rating all’unisono e le banche furono obbligate a venderli tutti a causa di una normativa apparentemente ragionevole che vietava loro di avere in portafoglio un numero eccessivo di bond a rischio.
Note:UNA NORMA RAGINEVOLE CHE CREA GUAI

Yellow highlight | Location: 3,425
una banca può evitare tutte le principali fonti di guai finanziari, come il mercato dei mutui subprime, e tuttavia venire spinta verso la bancarotta.
Note:QUANDO È IL TUO ASSICURATORE A FINIRE NEI GUAI... CI FINISCI ANCHE TU...

Yellow highlight | Location: 3,428
subisce un ribasso di rating sul credito non perché sia cambiata la sua qualità, ma perché il suo assicuratore naviga in cattive acque.
Note:ccccccccc

Yellow highlight | Location: 3,429
come per un alpinista che scala prudentemente una falesia ma è legato a una squadra di spericolati: improvvisamente si ritrova spinto negli abissi
Note:ALPINISTI

Yellow highlight | Location: 3,432
Più che ridurre i rischi, i CDS hanno trovato invece il modo di massimizzarli, facendoli emergere in superficie là dove non si prevedeva potessero manifestarsi.
Note:IL PARADOSSO

Yellow highlight | Location: 3,443
Se quindi un’aggiunta alla Rube Goldberg di un sistema di sicurezza dopo l’altro non è la soluzione né per le catastrofi industriali, né per quelle finanziarie, che cosa ci resta da provare?
Note:IL VANO CUMULO DELLE SICUREZZE

Yellow highlight | Location: 3,446
«Le persone che stavano lavorando sull’impianto erano completamente perse»
Note:tttttt

Yellow highlight | Location: 3,447
Il disastro del 1979 a Three Mile Island
Note:tttt

Yellow highlight | Location: 3,448
alcuni ingegneri, provando a pulire un filtro intasato, hanno accidentalmente permesso che una quantità d’acqua pari a un bicchiere penetrasse nel sistema sbagliato.278 La perdita, di per sé innocua, innescò un dispositivo di sicurezza automatico che spense le pompe principali che facevano circolare l’acqua attraverso lo scambiatore di calore, le turbine a vapore e le torri di raffreddamento. A quel punto il reattore aveva bisogno di essere raffreddato in un altro modo.
Note:IL CASINO DEI SISTEMI DI SICUREZZA

Yellow highlight | Location: 3,452
singoli errori recuperabili si sommano irrimediabilmente l’uno all’altro.
Note:CUMULI

Yellow highlight | Location: 3,463
Una cacofonia di oltre un centinaio di allarmi provvide a creare i presupposti per questo confuso scambio di opinioni.
Note:CONFUSIONE

Yellow highlight | Location: 3,469
Alle 6.20 del mattino una nuova squadra con occhi freschi e riposati si accorse che
Note:OCCHI RIPOSATI

Yellow highlight | Location: 3,478
fare in modo che gli operatori non debbano più cercare di controllare un reattore in panne frastornati dal suono di un centinaio di allarmi e da migliaia di piccoli indicatori luminosi impazziti.
Note:LA LEZIONE

Yellow highlight | Location: 3,491
rivestimenti colorati pensati per aiutare gli operatori a capire, in un momento di panico o confusione, quali interruttori e quali indicatori sono collegati gli uni con gli altri.
Note:I COLLEGAMENTI

Yellow highlight | Location: 3,494
gli stessi errori di confusione e stanchezza che hanno caratterizzato la tragedia di Three Mile Island hanno complicato il processo decisionale durante la crisi finanziaria.
Note:CONFUSIONE STANCHEZZA E STRESS

Yellow highlight | Location: 3,504
AIG costituiva sia una minaccia più grande di Lehman, sia una sorpresa decisamente più imprevista. Eppure nella testa di Geithner il campanello d’allarme fu meno forte di quanto avrebbe dovuto.
Note:TROPPO CONCENTRATI SU LEHMAN

Yellow highlight | Location: 3,506
Per vari motivi – forse fatica, forse perché non ebbe il tempo di studiare la nota di Willumstad, o forse perché questa non era sufficientemente esplicita – Tim Geithner accantonò la questione AIG e ritornò a concentrarsi su Lehman Brothers.
Note:DISTRATTO DA UN ALLARME SECONDARIO

Yellow highlight | Location: 3,512
abbiamo passato le ultime quarantott’ore a occuparci della cosa sbagliata?»
Note:LA COSA SBAGLIATA

Yellow highlight | Location: 3,518
Dare la colpa a quelli come Geithner e ai capi di Lehman Brothers e di AIG ci fa stare meglio, ma gli esperti di sicurezza come Perrow sanno che è molto più utile ideare sistemi migliori che non sperare in persone migliori.
Note:DARE LA COLPA ALL OPERATORE

Yellow highlight | Location: 3,541
«Non abbiamo avuto il tempo»
Note:tttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,553
non esiste il caso di una banca d’investimento che scivoli lentamente verso la bancarotta. O succede rapidamente o non succede affatto.
Note:FALLIMENTO IN TEMPO ZERO

Yellow highlight | Location: 3,593
Chi doveva essere pagato, quanto e quando?
Note:IL CAOS DEL FALLIMENTO LEHMAN

Yellow highlight | Location: 3,598
Con il tempo si capì che la banca aveva sistematicamente nascosto l’ammontare delle sue ristrettezze finanziarie grazie a un trucco contabile legale chiamato «Repo 105»,
Note:REPO 105

Yellow highlight | Location: 3,611
non abbiamo avuto il tempo di farlo».
Note:IMPOSTARE UN BUON FALLIMENTO

Yellow highlight | Location: 3,618
Il domino e le banche «zombie»
Note:ttttttttt

Yellow highlight | Location: 3,618
Quello strano gioco chiamato domino è forse l’esempio più chiaro di un sistema strettamente correlato.
Note:DOMINO

Yellow highlight | Location: 3,627
Nel 2005 un centinaio di volontari ha trascorso due mesi a predisporre 4.155.476 tessere in una sala espositiva olandese, quando un passero ci volò dentro e ne fece cadere una. Ma grazie a queste porte di sicurezza, caddero solo ventitremila tessere:
Note:PORTE DI SICUREZZA

Yellow highlight | Location: 3,633
ha bisogno dell’equivalente di queste porte di sicurezza.
Note:IL SISTEMA FINANZIARIO

Yellow highlight | Location: 3,654
Questo tipo di strategia ha evitato che il crollo avesse effetti ancora più gravi sull’economia, ma ha comportato un costo. Non solo spese (e rischi) maggiori per i contribuenti, ma anche il messaggio pericolosamente rassicurante per i creditori delle banche: prestate quanto vi pare a chi vi pare, perché il contribuente garantirà sempre che veniate ripagati.
Note:INIEZIONE DI LIQUIDOTÀ E AZZARDO MORALE

Yellow highlight | Location: 3,658
Disaccoppiare» (decoupling) il sistema finanziario significa istituire gli equivalenti finanziari delle porte di sicurezza,
Note:DISACCOPPIARE

Yellow highlight | Location: 3,660
«Decoupling»
Note:ttttttt

Yellow highlight | Location: 3,661
assicurarsi che queste dispongano di più capitale.
Note:PRIMA MISURA

Yellow highlight | Location: 3,663
è probabile che requisiti di capitale più alti rendano i prestiti e le assicurazioni più care.
Note:COSTO

Yellow highlight | Location: 3,686
Il terzo modo per togliere rigidità al sistema consiste nel creare un meccanismo decisamente migliore per la gestione del fallimento bancario.
Note:FALLIMENTO

Yellow highlight | Location: 3,688
Le autorità potrebbero e dovrebbero pretendere che le più grandi aziende finanziarie preparino questo genere di piani d’emergenza
Note:cccccccc

Yellow highlight | Location: 3,697
È altresì assurdo che un anno dopo la bancarotta di Lehman Brothers i tribunali stessero valutando quattro strategie legali diverse per gestire il denaro nei conti della banca.
Note:QUATTRO ANNI DOPO

Yellow highlight | Location: 3,701
l’equivalente della causa Jarndyce & Jarndyce descritta nella Casa desolata di Dickens, che si protrae così a lungo che le spese legali consumano l’intera eredità
Note:DICKENS

Yellow highlight | Location: 3,709
Bulow e Klemperer
Note:METODI DI RISTRUTTIRAZIONE

Yellow highlight | Location: 3,710
i due teorici propongono che le autorità di regolamentazione possano forzatamente dividere una banca che lotta per la sopravvivenza in una banca «ponte» buona e in una banca «superstite» cattiva.
Note:BAD BANK

Yellow highlight | Location: 3,713
In un colpo solo la banca ponte è perfettamente funzionante,
Note:ccccccc

Yellow highlight | Location: 3,715
Questo significa che i creditori della banca superstite sono stati derubati? Con calma, non così in fretta. Ecco il gioco di prestigio: la banca superstite è proprietaria della banca ponte!
Note:ET VOILÀ

Yellow highlight | Location: 3,723
John Kay.
Note:IDEATORE DEL NARROW BANKING

Yellow highlight | Location: 3,723
Kay suggerisce di separare le funzioni «casinò» e «utility» del moderno sistema bancario. La funzione utility è quella che assicura che i bancomat emettano denaro,
Note:SEPARARE

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L’idea è infatti assicurare che le banche che procurano utility non possano giocare al casinò.
Note:cccccc

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Come abbiamo visto nel terzo capitolo, le idee nuove hanno bisogno di finanziamenti arrischiati, e molte buone idee sono destinate a fallire.
Note:IL COSTO

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senza attività in stile casinò come il venture capital il mondo sarebbe un luogo più povero e meno innovativo.
Note:ccccccccc

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Non è nemmeno così semplice distinguere tra utility e casinò:
Note:DISTINGUERE

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Scivoloni, errori e violazioni
Note:ttttttttt

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I più evidenti sono gli scivoloni, quando per via di goffaggine o mancanza d’attenzione si fa qualcosa che semplicemente non si voleva fare.
Note:IL PRIMO DI TRE POSIBILI ERRORI

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«errori del dito ciccione»,
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Poi ci sono le violazioni, per cui qualcuno ha deliberatamente fatto la cosa sbagliata.
Note:VIOLAZIONI

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Bernard Madoff
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Più insidiosi sono invece gli errori, che sono azioni compiute consapevolmente ma con conseguenze inattese, perché basate su una percezione errata della realtà.
Note:CONSEGIENZE INATTESE

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L’ipotesi matematica che stava dietro alle CDO era altresì un errore: i genietti che li hanno progettati sbagliavano riguardo alla implicita distribuzione dei rischi,
Note:CDO

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sono generalmente molto più difficili da individuare rispetto agli scivoloni,
Note:ERRORI E VIOLAZIONI

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le persone che dovrebbero individuare i rischi sono i revisori contabili e le autorità finanziarie. Dopotutto, è il loro lavoro. Ma lo fanno?
Note:CHI CONTROLLA I CONTROLLORI?

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Dyck, Morse e Zingales
Note:ESPERTI IN FRODI

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Delle varie frodi venute a galla, le società di revisione contabile e le autorità di regolamentazione finanziaria ne avevano scoperte solo una su sei.
Note:UNA SU SEI

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Questo suggerisce che le persone nella posizione migliore per individuare le frodi – o, a essere più precisi, ogni tipo di pericolo si celi dietro un’organizzazione – sono i dipendenti che lavorano in prima linea
Note:LA POSIZIONE PRIVILEGIATA DEL DIPENDENTE

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a fare luce sul numero maggiore di frodi erano stati i dipendenti.
Note:cccccccc

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«Non avevo nulla da guadagnarci a dire la verità»
Note:tttttttt

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ricevuto pressioni affinché vendesse i mutui necessari a raggiungere gli obiettivi aziendali, non importava quali rischi correlati ci fossero.
Note:PRESSIONI SUL DIPENDENTE

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il personale della HBOS concedeva prestiti in denaro a persone che non erano nelle condizioni di restituirlo.
Note:CONSEGUENZA

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licenziato.
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È vero, alcuni informatori tirano acqua al proprio mulino, e alcuni sono ex dipendenti frustrati desiderosi di creare problemi:
Note | Location: 3,846
DIFFICILE CAPIRE CHI PRENDERE SUL SERIO

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Molti di essi si dicono pentiti di avere parlato: più dei quattro quinti del campione analizzato da Dyck, Morse e Zingales raccontano di essersi dovuti dimettere, di essere stati licenziati o retrocessi.
Note:PENTITI DI INFORMARE

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«Sta’ attento a non farti nemico uno come me».
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non è impossibile creare un sistema che incoraggi gli informatori
Note:INCORAGGIARE

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Non sorprende, quindi, che la prospettiva di vincere «il primo premio della lotteria» abbia sciolto la lingua di numerosi dipendenti del settore sanitario, nel quale le denunce sono tre volte più frequenti che in qualunque altro settore.
Note:PREMIO AGLI INFO

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durante la crisi finanziaria molti videro i segnali dei guai all’interno delle singole banche e delle istituzioni finanziarie, ma non ravvisarono alcun tornaconto a raccontarlo.
Note:E NELLA FINANZA?

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Rendere sostenibili gli esperimenti
Note:tttttttt

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La fine degli errori nella finanza sarebbe anche la fine delle nuove idee,
Note:SACRIFICARE LE NUOVE IDEE?

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Negli anni Sessanta mio suocero provò a chiedere un mutuo, ma senza successo. Era un dentista, cioè un libero professionista, quindi un rischio troppo grande per le banche.
Note:DIAMO X SCONTATE TROPPE COSE

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Come in qualsiasi altro settore, alcune innovazioni finanziarie falliranno inevitabilmente. E come in ogni altro settore, questi insuccessi inevitabili sono il prezzo da pagare
Note:INNOVAZIONE

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La proposta di John Kay della «banca a operatività limitata» mira a strutturare le banche in modo tale che il sistema finanziario possa continuare ad assumersi dei rischi
Note:PROPOSTA KAY

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Evitare che le banche diventino «troppo grandi per fallire» è il giusto tipo di approccio, ma è il modo sbagliato per dirlo, come dimostrato dall’analogia con il domino: sarebbe infatti assurdo dire che una singola tessera è troppo grande per fallire. Ciò di cui abbiamo bisogno sono barriere di sicurezza all’interno del sistema
Note:TESSERE DEL DOMINO TROPPO GRANDI X FALLIRE

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Deepwater Horizon
Note:tttttttt

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La prima lezione è che i sistemi di sicurezza spesso falliscono.
Note:PRIMA LEZIONE

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La seconda lezione è che gli errori latenti possono essere letali.
Note:SECONDA LEZIONE

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La terza lezione è che se gli informatori avessero avuto la sensazione di poter parlare, l’incidente si sarebbe evitato.
Note:INFORMATORI

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Quarto, il sistema della piattaforma era correlato in maniera troppo stretta.
Note:QUARTA LEZIONE... DIVERSITÀ

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Quinto, come avrebbe confermato Tony Lomas, dei piani d’emergenza avrebbero aiutato.
Note:QUINTO... AVERE UN PIANO DI EMERGENZA

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La lezione finale è quella della teoria degli incidenti «normali»: gli incidenti accadono, e dobbiamo essere preparati alle conseguenze.
Note:LEZIONE FINALE: L INCIDENTE ACCADE

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La risposta istintiva sarebbe di cercare di eliminare gli errori, ma si tratta di un sogno impossibile. L’alternativa è provare a semplificare e «disaccoppiare» il più possibile questi sistemi ad alto rischio, incoraggiare le «gole profonde» a denunciare errori latenti che aspettano di colpire e, purtroppo, prepararsi al peggio.
CONCLUSIONE