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mercoledì 13 ottobre 2010

Consiglio per leggere in santa pace "Lo strano Caso del Dott. Jekyll

Poichè è mia ferma intenzione avere tutte le carte in regola per rientrare nella nutrita schiera dei "lettori moderni", l' osservazione di alcuni comandamenti è per me imprescindibile.
Per esempio, quello che invita a riempirsi prontamente di bolle in presenza di una Allegoria.
Oggi posso dire di essere vicino a conseguire questo obiettivo.
Non appena nel testo mi capita di subodorare la presenza di una Allegoria comincio a soffiare come un mantice, a lubrificarmi come un culturista, a sentire una pervasiva spossatezza, per poi afflosciarmi inerme sulla pagina.
Segue ulteriore perdita di colpi & sensi.
Alcuni sintomi sono allarmanti: le "orecchie" s' infittiscono, anzichè pensare al felpato assassino che sopraggiunge mi chiedo se ho spento il gas, il lembo di polvere sul libro s' ispessisce fino a pareggiare quello del comodino...
Dopo una settimanella vissuta in simili ambasce procedo mestamente all' archiviazione della causa di tutti questi sintomi.
Lo posso dire: sono un vero "lettore moderno", io.
E' inutile, l' allegoria ormai non la reggo proprio, ne sento tutta l' artificiosità e l' inadeguatezza. Sono proprio un "lettore moderno" io.
Da buon "lettore moderno", anelo al contatto incandescente. Il che puo' avvenire solo con la Realtà o con il Sogno.
Non so che farmene di una alientante guaina protettiva sempre sospettabile di pedanterie didascaliche.
Noi "lettori moderni", di queste cose, non ne possiamo proprio più.
***
Detto questo adesso pongo una domanda a bruciapelo: e secondo voi, per ragioni del genere, dovrei privarmi del piacere che puo' dare una parabola come "Lo strano Caso del Dott. Jekyll e di Mr. Hyde"?
Perchè lì dentro di puzze allegoriche ce ne sono parecchie. Il Male, il Bene...
Urge rimedio.
Un modo elegante per eludere l' ostacolo consistebbe nel fingere di appassionarsi alle diatribe ermeneutiche combattute all' ultimo sangue che introduce puntualmente la presenza di uno sfuggente codice Allegorico.
Insomma, recuperare la passione gettandosi nella mischia per fare cio' che in fondo piace a noi faziosi: schierarsi (schierarsi partecipando è molto moderno, quindi pretendo che sia consentito anche al "lettore moderno").
Segue esempio.
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Nella rutilante girandola in cui le nostre personalità si intersecano inseguendosi senza posa, sono isolabili curiose e sintomatiche asimmetrie.
Facci caso. E' sempre il nostro lato benigno a prendersi cura di quello maligno, mai viceversa.
I due elementi evitano di guardarsi frontalmente, è il primo che si protende alla conversione del secondo.
Quest' ultimo invece si dà alla fuga criminale aprendo il fuoco su tutto quanto gli capiti a tiro.
Per Chercheston la novella ha la finalità anti-manichea di illustrare questa regolarità persistente. Una vera legge di natura agostiniana.
Altri, come Oreste del Buono, contestualizzano storicamente le vicende narrate sottolineando come questa missione del bene non sia altro che una ansiogena, subdola, interessata e maniacale difesa della Reputazione Formale Soggettiva.
Il Male non va combattuto e vinto ma solo occultato alla vista altrui, magari spingendolo sotto il tappeto.
Nello "Strano Caso..." la frusta di questa ossessione puritana sollecita e giustifica ogni azione ed ogni sgomento dei protagonisti.
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Ora l' aut-aut è nitido. A questo punto, Signori, bisogna prendere partito e imboccare una delle due vie.
Purtroppo (per fortuna!!) per scegliere oculatamente occorre anatomizzare in modo certosino ogni singolo rigo del testo in questione.
Che vogliamo fare? Vogliamo fare di Stevenson un ritardatario moralista secentesco. Oppure vogliamo farne un profetico precursore di paranoie kafkiane?
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Detto sottovoce non m' interessa granchè il responso, ma accolgo con sollievo l' esistenza di un dilemma tanto profondo e insolubile (e "moderno").
Finalmente un delizioso pretesto per rileggersi avidamente tutto da cima a fondo senza sensi di colpa.