venerdì 23 ottobre 2015

HL Legittima difesa e proporzionalità

Calcolare la proporzionalità quando ci si difende contro un malvivente non è un calcolo banale: dipende infatti da come la prenderà il ladro a cui dico di accomodarsi fuori da casa mia. Teniamo conto che non è un tipo qualunque, rischia anni di galera e si sente in pericolo, inoltre è un tipo già propenso ad aggredirmi (lo ha appena fatto entrando in casa mia). Essendo questo un calcolo probabilistico è inevitabilmente soggettivo. Chi concentra le colpe su chi “inizia” l’aggressione – anche per semplificare questo genere di calcoli col bilancino dietro cui spesso si nasconde ideologia - vede difesa legittima ovunque. Eroi poi no, forse non parlerei di eroi. Ad ogni modo terrei monitorato il futuro tasso di furti nella zona, tanto per confrontarlo con quello precedente.

ricapitolando:

  • la vittima è offesa poiché subisce l'intrusione di un ladro
  • la vittima è offesa perché messa in pericolo dal fatto di sorprendere il ladro
  • il pericolo è grave poiché il ladro stesso si sentirà in pericolo (rischio di galera)
  • il pericolo è grave poiché il ladro è individuo propenso ad aggredire la vittima visto che lo ha già fatto con la sua intrusione
  • il calcolo della proporzionalità è probabilistico e quindi soggettivo.
  • le vittime che reagiscono costituiscono un deterrente a beneficio di tutti. Producendo un'esternalità positiva meritano un compenso extra.
  • soluzione possibile: non compensiamo né puniamo chi uccide un ladro in una situazione di pericolo.
  • altra soluzione (meno radicale): l'onere della prova che la vittima non era in pericolo di vita è sempre a carico di chi difende il ladro (diritto italiano).
  • la soluzione di cui sopra è particolarmente soddisfacente per i libertari che pongono molta enfasi sulla colpevolezza di chi inizia un'aggressione
  • la soluzione di cui sopra pone limiti all'arbitrio a cui si presta il calcolo probabilistico
  • precisazione: restano aperti molti casi possibili di eccesso di legittima difesa: per esempio quello di chi spara ad un ladro chiaramente in fuga.
  • abche per il punto precedente un processo alla vittima che si è difesa va sempre intentato per accertare i fatti e raccogliere le prove.
  • il ladro che sa che la vittima puo' difendersi potrebbe aumentare la sua reazione
  • parenti e amici del ladro potrebbero cercare vendetta nei confronti della vittima che si è difesa.
continua

Carlo Nordio aveva pensato ad una legge che esentasse la vittima da ogni incriminazione: le indagini avrebbero dovuto provare al di là di ogni dubbio la sua colpevolezza.

Ora cosa non va?: Il cittadino che si difende in casa viene messo sotto indagine perché ha commesso un reato, dovrà spendere soldi per l’avvocato, poi starà all’indagine chiarire se c’è o meno quella che noi chiamiamo l’esimente.

L'alternativa: Anche in un codice liberale valgono i principi di proporzione e attualità, ma in quel caso non ci si pone il problema dei limiti in cui il cittadino si difende. La questione è fino a che punto lo Stato abbia il diritto di punire il cittadino che reagisce ad un reato che lo Stato stesso non è stato in grado di prevenire». «La legittima difesa non diventa più causa di non punibilità, ma un non delitto, un non reato. Questo significa che non si viene indagati, non serve un avvocato. Può essere che non siano stati rispettati i limiti di cui sopra, ma dovrà essere l’indagine a dimostrarlo. C’è una sorta di inversione dell’onere della prova».



http://corrieredelveneto.corriere.it/veneto/notizie/cronaca/2015/29-ottobre-2015/nordio-chi-si-difende-un-reato-non-merita-essere-indagato-2302113099779.shtml