Come si giustifica il divieto al commercio della droga?
Per esempio così: l' acquirente soffre di una dipendenza e non è quindi in grado di esprimere la sua reale volontà.
In altri termini: non siamo di fronte a un contratto volontario.
Si tratta di una giustificazione che presenta dei problemi, specialmente per lo strano uso che fa del concetto di "libera volontà".
L' alternativa, più corretta, consiste nel pensare che il drogato non sia altro che un soggetto con una preferenze estreme.
Tutti noi abbiamo preferenze più o meno estreme, il drogato ha la sua.
In fondo cosa significa essere liberi?
Significa poter scegliere tra due alternative.
La libertà è questo "potere".
Questo "potere" esiste anche quando siamo fortemente condizionati da fattori esterni.
Chi più chi meno, siamo tutti condizionati da fattori esterni.
La cosa non è chiara a molti che confondono "potere" e "prevedibilità".
Costoro pensano che se un comportamento è prevedibile, allora non è libero.
Eppure è prevedibile che io non mi amputi il braccio da qui ad un' ora. Ciò nonostante potrei farlo: se qualcuno mi offrisse in cambio il Paradiso lo farei. In altri termini: il mio comportamento è perfettamente prevedibile ma è anche libero. Quindi prevedibilità e libertà sono cose ben diverse.
Ammettiamo che io dica in modo credibile al drogato: se oggi non ingoi la tua pastiglietta ti consegno un milione di euro.
La mia proposta è sensata?
Direi di sì, direi che anche il drogato più intontito ci pensa due volte di fronte ad una simile alternativa.
In ogni caso, per dire quello che voglio dire, basta che la proposta appaia sensata.
Se la proposta ci appare sensata è perché ammettiamo implicitamente che il drogato possa scegliere un' alternativa alla pastiglia.
Non avrebbe infatti nessun senso che io facessi la stessa proposta ad un robot programmato per assumere la pastiglia: lui non puo' scegliere nessuna alternativa!
Di conseguenza, lo scambio tra drogato e spacciatore è e resta uno scambio volontario.
Cio' non toglie che possa essere proibito, purché si giustifichi in altro modo la proibizione.
Si potrebbe per esempio dire: il drogato agisce in modo volontario ma, conoscendolo, so già che commetterà degli errori, quindi gli impedisco di agire.
E' una giustificazione paternalistica. E' una scelta proibizionistica criticabile finché si vuole ma perlomeno giustificata correttamente dal punto di vista filosofico.
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Mi viene in mente un' altra frequente confusione filosofica, non so fino a che punto imparentata con la prima. Forse deriva, come la prima, dal fatto che non si ragiona in modo ordinato, non si fanno i passi uno dopo l' altro e si mette invece insieme tutto.
Veniamo al dunque.
Quando si dice che le tasse sono un' estorsione, spesso c' è chi reagisce negandolo.
Purtroppo per costoro non c' è modo di negare l' evidenza: le tasse sono un' estorsione: dammi i tuoi soldi e ti dò questi servizi. O mangi sta minestra o salti dalla finestra. Più estorsione di così!
Bisogna davvero imboccare percorsi labirintici e cervellotici per dimostrare il contrario. Più onesto e pratico adeguarsi all' evidenza.
Cio' non significa che le tasse siano un male. Chi le difende puo' sempre dire che si tratta di un' estorsione giustificata. E fornire le giustificazioni (che spesso sono pù che sensate).