Il principale responsabile dello scetticismo moderno è Kant, il filosofo che con le sue "critiche" dimostrò i limiti della nostra ragione.
Secondo lui la nostra ragione puo' conoscere ben poco.
Senonché, nel frattempo, qualcosa è successo anche in campo filosofico.
Innanzitutto cio' che Kant dava per assodato non è più tale: la differenza tra conoscenza e credenza.
Per dire che "la ragione non puo' conoscere questo e quello" bisogna avere un' idea precisa di quel che intendiamo per "conoscere".
Dopo Edmund Gettier le cose si sono un po' confuse e nemmeno una credenza vera e giustificata puo' chiamarsi "conoscenza".
In secondo luogo Kant intendeva dimostrare che noi non possiamo conoscere le cose inosservabili (per esempio le cose di estensione infinita).
Kant aveva un grande rispetto delle scienze fisiche, e forse traeva proprio da questo rispetto il principio di cui sopra.
Sarebbe rimasto sorpreso se solo avesse vissuto abbastanza per scoprire che le scienze naturali oggi formulano molte teorie intorno a eventi e cose non osservabili perché troppo piccole o troppo grandi o troppo vecchie.
D' altronde non fanno che uniformarsi al senso comune: noi tutti cerchiamo di "conoscere" cio' che non possiamo osservare basandoci sugli effetti che possiamo osservare. L' apparenza, in assenza di prova contraria, domina sull' ipotesi dell' illusione, e quando si presentano le prove contrarie si affrontano e si valutano. Insomma ci si inserisce in un processo facendo della conoscenza qualcosa di coerente con la critica di Gettier.
Se poi si vuole dire che Kant parlando di "osservabile" si riferisse a cose "logicamente osservabili", allora possiamo tirare un sospiro di sollievo, lo scetticismo non risulterebbe poi così giustificato. Ogni immaginazione è logicamente osservabile, basta che non violi i principi della logica, appunto.
E' tempo di superare le critiche di Kant alla metafisica, ce lo dice il senso comune, ce lo dice lo sviluppo delle scienze naturali, ce lo dice la filosofia contemporanea.