Secondo i "georgisti" il captalismo non presenta problemi morali salvo il fatto che non sappiamo se la distribuzione delle risorse naturali (essenzialmente la terra) all' inizio del "gioco del libero mercato" fossero eque. Siccome possiamo presumere un' equità, vale la pena di tassare i fortunati a tutto vantaggio degli sfortunati.
Obiezioni:
1) se la responsabilità è individuale, come individuare vittime e carnefici?
2) il valore originale della terra rispetto al suo valore attuale è infinitesimale, non copre un' eventuale tassazione.
3) ammettiamo pure di non considerare il valore originario ma il valore attuale; dove la terra vale molto? Dove ci consente di stare vicino a persone che promuovono gli scambi. Ma allora questo valore è da imputare a queste persone, che probabilmente sono anche le più ricche: un disoccupato, per esempio, contribuisce ben poco agli scambi. Anche accettando per amore di conversazione talune forzature proposte dai georgisti, basta mantenere fermo il principio per cui "il valore và a chi lo produce" e difficilmente una tassa sulla terra beneficierebbe le persone indicate dai georgisti.
http://www.cato-unbound.org/2014/08/28/michael-huemer/more-about-georgism-land-taxes