Su una cosa la piattaforma delle donne cattoliche e delle femministe si incontra: più asili per tutti (in modo da conciliare meglio lavoro e maternità).
Quello che non capisco: perché più asili e non più flessibilità sul lavoro e sui servizi all' infanzia?
A volte due problemi tendono a mescolarsi: quello della povertà e quello vero e proprio della conciliazione tra lavoro e maternità.
Leviamo di mezzo il primo, quello della povertà e immaginiamo un mondo perfettamente flessibile.
Ebbene, io, mamma lavoratrice, posso tappare tutti i buchi che crea la gestione di un figlio attraverso il baby sitting, in questo modo risolverò ogni problema.
Qualcuno potrebbe obiettare: ma io considero un valore passare più tempo col bambino, voglio tempo per me e per noi due insieme, non mi basta "tappare i buchi".
Risposta: non c' è problema, paghi questo tuo valore rinunciando a parte del tuo stipendio (su un mercato flessibile questa operazione risulta semplice) e acquisti una porzione del tuo "valore" sul mercato.
Conclusione. grazie alla flessibilità è facile conciliare bimbi e lavoro, ognuno puo' farlo restando in linea con i valori che intende professare. Va da sé che alcuni valori saranno più costosi di altri, ma questo non ci sorprende, è sempre così.
I problemi potrebbero nascere una volta che introduciamo l' elemento povertà, ma a questo punto dobbiamo anche segnalare che cessiamo di occuparci di un problema come la "conciliazione bimbi/lavoro" per occuparci invece della "povertà" delle perone nella società contemporanea.
Domanda: se una persona non guadagna a sufficienza per permettersi una baby sitter tappa-buchi, perché mai dovrebbe pagarla in sua vece un' altra persona finanziando la realizzazione di "più asili"?
Se il lavoro della baby sitter vale di più del lavoro della "lavoratrice" allora quest' ultima potrebbe dedicarsi al primo. Farsi pagare da terzi per avere una baby sitter è una mera redistribuzione di reddito a cui si accede facendo un figlio, nulla ha a che vedere con la conciliazione tra lavoro e figli. E' è un po' come farsi pagare per avere un figlio. Io dico: "voglio fare un figlio, non posso permettermelo perché svolgo un lavoro a basso valore aggiunto e tu mi devi pagare il suo mantenimento".
Non so se sia molto etico farsi pagare per avere un figlio. Puo' darsi di sì, puo' darsi che i figli siano un diritto, che avere figli sia considerato un bene essenziale per il soggetto e che quindi debba essere fatto rientrare nel "reddito minimo" a cui accede ogni cittadino povero. Purché sia chiara una cosa: stiamo parlando di povertà (e quindi di reddito minimo), non di "conciliazione" tra maternità e lavoro, a quella, come chiarito, ci pensa la flessibilità: deregolamentazione dei contratti, deregolamentazione del babysitting, deregolamentazione degli asili...