Qui uso il termine omofobia in senso lato: è omofobica qualsiasi posizione che sostiene un trattamento differenziato per gli omosessuali. Escludo quindi il significato più militante del termine, ovvero: una persona è omofobica quando odia gli omosessuali.
Veniamo ora al sodo.
Premessa maggiore: ogni bimbo che viene al mondo è un bene sia per i genitori che per l' umanità intera. In questo senso procreare è un atto che realizza delle esternalità positive. L' ipotesi diventa plausibile se ciò che produce quella persona, specie in termini di idee, è maggiore di ciò che consuma, ovvero se il bimbo che viene alla luce è un cervello prima che uno stomaco. Una condizione altamente probabile specie nelle società avanzate. È la classica posizione difesa con buone ragioni dai natalisti, ovvero da studiosi non implicati nel conflitto pro/anti-gay.
Premessa minore: in una società che legittima l' omosessualità gli omosessuali tenderanno a procreare molto meno degli eterosessuali mentre in una società che stigmatizza gli omosessuali costoro saranno spinti a sposarsi e ad avere figli (come è successo finora, specie se l' ipotesi di un' omosessualità di origine genetica o virale venisse confermata).
Tesi: l' omosessualità va quindi tassata in qualche modo per riequilibrare l' esternalità positiva di cui gode. La tassazione può avvenire anche in natura sottraendo dei diritti.
Considerazioni finali: si tratta di una variante della tassa sul celibato, senonché viene pagata in natura. La premessa maggiore è la più problematica e, secondo i miei standard, per quanto plausibile, non sufficientemente confermata da poter essere adottata.