IMHO: penso francamente che il carattere uno lo erediti.
Con grandi sforzi puo’ cambiarlo (o possono cambiarglielo gli educatori), ma solo temporaneamente, proprio perché i grandi sforzi non possono che essere temporanei: la natura poi è flessibile e torna al suo stato di partenza.
E l' educazione? L’ educazione è un atto d’ amore più che di utilità. L’ utilità svanisce presto ma l’ amore resta in chi l’ ha ricevuto. Resta innanzitutto in termini di riconoscenza (o risentimento) verso l’ educatore, meno in termini di conquiste sul campo, soprattutto caratteriali! Il resto è istruzione, e serve anche quella.
Detto questo quel che un tipo combina nella vita puo’ variare anche di molto, a parità di carattere.
Qui, infatti, entrano in gioco circostanze e fortuna (e sulle circostanze, vorrei dire, l’ educatore puo’ comunque incidere anche se indirettamente, ovvero puo’ indirizzare il figlio verso certi incontri e certe scelte che si riveleranno felici per lui). Senza dimenticare che, in un mondo dove “lo sbatter d’ ali di una farfalla procura cataclismi”, anche la nostra poca libertà – per chi crede che esista - fa la differenza.
Da quanto ho detto si sarà capito che "ambiente” è un termine un po’ ambiguo: di sicuro incide ma bisogna separare l’ ambiente che modifica le nostre doti interiori da quello che le fertilizza in modo opportuno. L' esistenza del secondo è indubitabile (va cercato e costruito), quella del primo molto più incerta.
Io sono un “tesoro” ma se non avessi incontrato le persone giuste, avrei anche potuto essere un killer, a prescindere dall' amore e dalla cura ricevute. Altri sono amabili per loro natura, anche in situazioni estremamente critiche.
La famiglia è un posto dove puoi vedere le persone da vicino, per quello che sono dentro e non solo per come fruittificano nell' ambiente in cui si vengono a trovare. E’ un posto quindi dove puoi toccare con mano l' eventuale differenza non spiegata tra doti e risultati, il posto migliore per non cadere nella just-world-fallacy.