Oggi la maggioranza dei credenti evita di puntellare la propria fede con la ragione, al più la si utilizza per respingere gli attacchi razionalisti. Eppure la Tradizione ha da sempre messo a disposizione del dubbioso argomenti razionali a supporto, da un certo punto in poi attingere al deposito della cosiddetta teologia naturale è diventato un atto caduto in discredito. la teologia naturale cerca di ricavare da cio' che vediamo qualche notizia su cio' che non vediamo e non potremo mai vedere. Nella storia del pensiero spiccano due nomi che potrei indicare come maggiori responsabili dell'atteggiamento generale oggi prevalente quando si valuta il rapporto fede/ragione: Hume e Kant, hai detto poco. La loro critica alla logica induttiva, ovvero alla possibilità di passare da una conoscenza delle cose sensibili alla conoscenza delle cose incondizionate e inosservabili, è stata devastante. Eppure oggi sappiamo che quella critica non poggiasse su argomenti particolarmente solidi e utilizzava altresì un concetto di "conoscenza" che escludeva quella probabilistica, ovvero l'unico genere di conoscenza oggi accettato nel processo bayesiano. Del resto la scienza ha cominciato proprio nel XIX secolo a costruire le sue teorie postulando la presenza probabilista di oggetti inosservabili, peccato perché se i due avessero assistito a questa evoluzione di una disciplina che ammiravano molto probabilmente avrebbero rivisitato i loro testi.