- Riassuntino. La giustificazione dei limiti alla pubblicità: la pubblicità manipola il consumatore, dobbiamo proteggerlo. Poca evidenza: prodotti molto pubblicizzati sono stati un flop clamoroso. Esistono informazioni indipendenti. I competitori fanno contro-pubblicità riequilibrando il campo. L' informazione reale della pubblicità è innegabile e andrebbe perduta col bando. Ne risentirebbe la concorrenza: l' innovazione resterebbe poco accessibile. Le forze di mercato puniscono già chi fa pubblicità ingannevole: la cattiva reputazione è un asset primario. La responsabilità civile per il prodotto è una valida alternativa ai limiti posti alla pubblicità. Proibire la pubblicità commerciale significa porre un limite alla libertà d' espressione: la pubblicità commerciale è indistinguibile dalla pubblicità politica. L' eccesso di protezione incoraggia il consumatore ad abbassare la guardia, il che richiama ulteriore protezione in un piano inclinato che porta dritti al paternalismo.
- Impossibile distinguere tra persuasione e informazione
- La p. abbassa i prezzi rendendo la competizione più aspra
- La p. abbassa i prezzi ampliando i mercati e favorendo le economie di scala
- La p. sussidia la stampa e altri media
- La p. fabbrica uno status e delle identità, una merce preziosa
- Lo status è un' esigenza primaria dell' uomo, se non arriva dalla pubblicità se lo procura attraverso mezzi molto più deleteri, per esempio la guerra
- La prodotto tipico della p., ovvero l' aurea di prodotto, non impegna risorse fisiche, è dunque un "prodotto verde"
- La p. e il glamour spesso sono belli; per molti è addirittura la più significativa esperienza estetica tra quelle quotidiane.
- La p. non è manipolativa in nessun modo significativo al netto dello status che incorpora, vale anche per alcol e tabacco
- Attaccare la p. è un attacco alla libertà di espressione
- Le campagne pubblicitarie più disoneste sono quelle delle elettorali con cui vengono eletti coloro che proibiranno molte p.
- la p. viene additata come lo strumento attraverso cui il capitalismo diffonde l' irrazionalità. Ricordiamo allora che la pubblicità potrebbe anche fomentare comportamenti irrazionali nel consumatore ma rende sempre più razionali i produttori, non a caso le società ipercapitaliste premiano IQ, istruzione e autocontrollo. Vedi recensione di Tabarrok a Heath.
- Paradosso: ci immaginiamo immersi in un mondo materialistico/consumistico quando in realtà viviamo in un mondo dove il gratuito e l'immateriale trionfa. L'unica vera innovazione tecnologica che ci coinvolge tutti è internet: passiamo gran parte del nostro tempo sulla rete, costa poco (o nulla) e possiamo accedere a sempre nuove esperienze.
La vera rivoluzione consiste allora nel passaggio da consumi materiali a consumi immateriali se non spirituali. Oltretutto questi ultimi spiazzano i primi oltre che l'attività produttiva classica. Il materialismo è la vera vittima del nostro tempo. - In Praise of Commercial Fame di Tyler Cowen
- La celebrità rimpiazza oggi l' eroismo di ieri ma sono in molti a lamentarsi del degrado della cultura che questa dinamica favorisce.
- Ci si concentra solo sui costi di un simile cambiamento: il degrado. Ma i benefici? A volte l'eroismo o per lo meno la sua ricerca era fonte di guai, di violenza diffusa. meglio competere sul mercato che in guerra
- Problemi di filtro: la fama ci orienta almeno all inizio. E' una bussola utile anche a chi vuole fuggire certi prodotti.
- La fama ci coordina dandoci un comune argomento di discussione
- Non esiste solo la fama assoluta ma anche quella relativa, cosicché uno puo' lamentarsi della fama assoluta ma puoi trarre i benefici di cui sopra dalla fama relativa
- Problemi di status: le nicchie della celebrità sono molte. Il libro dei record è un tomo immenso e anche mia nonna puo' trovare una specialità in cui primeggiare e appagare il proprio status. La varietà è incentivata dalla molteplice scala dei valori: se ci fosse un solo record da battere migliaia di recordmen resterebbero a casa frustrati
- Se merito e fama nn fossero separati nn avremmo varietà e le frustrazioni si moltiplicherebbero...
- Le forze commerciali forse non educano ma rintracciano i gusti reali delle persone meglio di molti critici.
- La celebrità innesca anche un rito di coordinamento che instaura relazioni (giù i costi di comunicazione)
- La celebrità offre opportunità di giudizio estetico anche agli esclusi. Spesso la celebrità offre esperienze estetiche anche a chi non ne avrebbe mai avute.
- La celebrità offre ampie garanzie ai prodotti che sponsorizza: il suo patrimonio reputazionale è immenso
- Un mondo costruito sulla fama lascia molte vie di fuga ai fan rispetto al mondo costruito sul merito oggettivo. Tutto cio' è consolatorio.
- C'è manipolazione delle menti? Difficile in un mondo dove i medium sono tanti: il medium modella il messaggio ma spesso è il messaggiato che sceglie il medium
- Con il metodo della sottoscrizione costruisci la tua cultura
continua - YOU ARE NOT SO SMART di David McRaney - selling out
- Teoria standard: il capitalismo è sostenuto dalla creazione di bisogni indotti da parte delle multinazionali...
- Comportamento classico: prendiamo le misure al mondo dove siamo capitati e ci "ribelliamo" ad esso x costruire la ns identità...
- Il ribelle è la linfa del consumismo: senza stili altrrnativi il magazzino non si rinnova
- ......
- THE MISCONCEPTION: Both consumerism and capitalism are sustained by corporations and advertising. THE TRUTH: Both consumerism and capitalism are driven by competition among consumers for status.
- Il ciclo. you started to realize who was in control, and you rebelled.
- you sought out something real, something with meaning.
- Think about an archetypal punk rocker with chains and spikes, gaudy pants and a leather jacket. Yeah, he bought all of those clothes. Someone is making money off of his revolt.
- Every niche opened by rebellion against the mainstream is immediately filled by entrepreneurs
- Fight Club, American Beauty, Fast Food Nation, The Corporation, etc. The creators of these works may have had the best intentions, but their work still became a product designed for profit.
- Michael Moore, Noam Chomsky, Kurt Cobain, Christopher Hitchens— once their output fell into the marketplace, it found its audience, and that audience made them wealthy.
- Il libro. Joseph Heath and Andrew Potter, The Rebel Sell.
- Tesi: you can’t rage against the machine through rebellious consumption.
- La posizione ortodossa: All the interconnected institutions in the marketplace need everyone to conform in order to sell the most products to the most people... you must turn your back and ignore the mainstream culture.
- The problem, say Heath and Potter, is the system doesn’t give a shit about conformity. In fact, it loves diversity and needs people like hipsters and music snobs so it can thrive.
- Now people are hired by corporations to go to bars and clubs and observe what the counterculture is into... The counterculture, the indie fans, and the underground stars—they are the driving force behind capitalism.
- This brings us to the point: Competition among consumers is the turbine of capitalism.
- You attain status by having better taste in movies and music, by owning more authentic furniture and clothing...
- so you reveal your unique character through your consumption habits.
- your desire for authenticity is what moves these items and artists and services and goods up from the bottom to the top— where they can be mass-consumed.
- trying to run counter to the culture is what creates the next wave of culture people
- The value, then, is not intrinsic. The thing itself doesn’t have as much value as the perception of how it was obtained or why it is possessed.
- Competition for status is built into the human experience at the biological level. Poor people compete with resources. The middle class competes with selection. The wealthy compete with possessions.
continua - One THE AESTHETIC IMPERATIVE - The Substance of Style by Virginia Postrel - problemidabbondanza ilsecolodellabellezzadiffusa trionfodeisensi riflessioneedespressione emozionefunzione piùsensibilichemai vendereunesperienza saltanolegerarchie artearredamento bellisidiventa medicooestetista? biologiadelpiacereestetico universalidellabellezza lavarietàlatrionferà
- harris. storicamente la pubblicità ha favorito la nascita della stampa libera.
- harris. la pubblicità ha reso accessibili alla massa beni differenziati, prima erano un privilegio delle classi più agiate
- harris. storicamente la pubblicità si è sempre accompagnata con forti abbassamenti nel prezzo. la p. facilita l'entrata sul mercato di nuovi e agguerriti operatori