Non ci sono molte ragioni per sovvenzionare l' arte.
Ovvero, in realtà ci sarebbero: la legge sul copyright - quella che garantisce al creatore la sua fetta di torta - è di difficile applicazione.
Nell' arte, gli innovatori non catturano tutto il valore che producono.
Ma se la ragione fosse davvero quella, oggi dovremmo sovvenzionare più che altro la star pop o heavy metal, sono loro le vittime principali della pirateria.
In realtà nessuno pensa a niente del genere, quindi le ragioni stanno altrove.
In più non avrebbe senso sovvenzionare l' arte per poi metterla in un museo: non è certo il posto migliore per renderla disponibile al pubblico.
In realtà l' arte viene sovvenzionata per questioni simboliche: si ritiene prestigioso farlo e si ritiene che il museo sia il luogo più adatto per enfatizzare questo prestigio.
Non solo, si ritiene prestigioso avere un governo che sovvenzioni l' arte di qualità.
Un po' come per le "compagnie di bandiera". La Francia è un campione di questo orgoglio nazionalista.
In questo senso le ragioni economiche passano in secondo piano. Ma chi ha detto che l' economia è tutto? I simboli contano, checché ne pensi qualcuno.
A volte contano talmente - magari perché derivano da una tradizione centenaria - che hanno anche pesanti ripercussioni economiche. Ci sono casi molto chiari: nessuno dubita che si debba preservare il prestigio che ha nel mondo la bellezza di una città come Venezia, ricoprire i canali facendoci passare sopra una strada asfaltata non sarebbe certo una buona idea, neanche dal punto di vista economico.