lunedì 21 novembre 2022

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sabato 19 novembre 2022

lunedì 14 novembre 2022

il punto suo computer quantistici

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giovedì 10 novembre 2022

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Desideriamo disperatamente vedere il mondo in modi che si riflettano favorevolmente sul nostro gruppo di appartenenza e che proteggano la nostra reputazione e il nostro status al suo interno. Quando ciò accade, il risultato è quasi sempre una razionalizzazione compulsiva.

sabato 5 novembre 2022

 La rivoluzione statunitense è stata un esempio da manuale di guerra a causa degli interessi delle élite divergenti da quelli della maggior parte dei cittadini.


la terra e la sua fortuna personale erano anche al centro della mente del primo presidente.

George Washington era un consumatore dissoluto. Desiderava le migliori carrozze, vestiti e mobili. Ricco di terra e povero di contanti, finanziò il suo stile di vita lussuoso con enormi prestiti da mercanti britannici.

sarebbe sciocco ignorare l'interesse economico dei padri fondatori,

La maggior parte degli americani all'epoca si oppose a una guerra rivoluzionaria, ma in quei primi anni la maggior parte degli americani non poteva votare.

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mercoledì 2 novembre 2022

https://feedly.com/i/entry/JI6spjyEdTdIvVzx/f6RYP3g/OEs9osHPduRg+bQ/GA=_18429e9a820:13351cf:53488cc6


 I PERVERTITI


La biologia ipotizza che ogni uomo si un animale tra gli altri e che, quindi, il suo fine ultimo sia quello di massimizzare la discendenza. Negli altri animali questo obbiettivo è scoperto; tuttavia, se mi guardo intorno, è difficile rintracciarlo nell'uomo contemporaneo.


Perché? Perché ci siamo pervertiti.


L'obbiettivo ci mette in concorrenza con il nostro prossimo. Siamo degli "intelligentoni" che combattono tra loro, è normale che le strategie siano iper-sofisticate. Talmente sofisticate che perseguirle ci ha fatto dimenticare l'obbiettivo ultimo. Nonostante tutte le alienazioni, è ancora possibile notare che ognuno di noi cerca rispetto, prestigio e ammirazione (magari mostrandosi umile) ma molti sembrano essersi dimenticati che questi sono solo strumenti per massimizzare la discendenza. Chi se lo ricorderà conquisterà ilmondo.


Le generazioni passate, grazie alla strategia religiosa, erano meno alienati di noi. IMO: il futuro sarà di nuovo religioso, penso che coniugherà religione e tecno-ottimismo. I neo-religiosi conquisteranno il mondo. Già oggi i "bianchi-laici-occidentali" sono destinati a sparire nel nulla. Il meglio della loro cultura verrà eraditata dai tecno-religiosi.


POLITICA PERVERSA


E' perversa la politica che devia dall'obbiettivo naturale, che è la riorganizzazione della società secondo le tue linee preferite. Il pervertito politico continua a distogliere lo sguardo dalla meta: si perde in segnali, simboli e feticci. La politica diventa un piacere segreto, o una sorta di ornamento, e alla fine si vincono i referendum solo per "lanciare un segnale".


Il pervertito dalla politica ha unnome ben preciso: POLITICO.


IL PERVERTITO SESSUALE


Il sesso in sé non è così interessante: ci si incontra e ci si accoppia. In 10 minuti è finito tutto.


La cosa interessante è l'elemento perverso del sesso: il corteggiamento, l'innamoramento, l'amore, il romanticismo, le litigate e le riappacificazioni, le schermaglie, la vita di coppia, l'immaginario, i sogni...

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 QUANDO LA SELEZIONE NON SELEZIONA (perché siamo pieni di autistici, schizofrenici, omosessuali...)


Supponiamo di misurare un tratto su una scala da 1 a 10, dove 10 è il punto in cui hai un disturbo mentale debilitante. Se il valore di fitness ottimale per quel tratto è 5, i valori elevati del tratto scompaiono quasi subito dal pool genetico. Ma se il valore di fitness ottimale è 9, in ogni generazione appariranno molti soggetti con valore 10.


https://feedly.com/i/entry/hbTZV+BuJ7BbtHroKVkB1Vs/vLWiE6ouxLIjd5FEv5M=_18432e4f9f3:5eb11e:4fb599db

sabato 29 ottobre 2022

 LA RISERVA DELLE PREOCCUPAZIONI


Le persone evitano di affrontare più eventi negativi contemporaneamente: una catastrofe climatica ci fa pensare meno al problema della "diversità&inclusione", la pandemia ci fa preoccupare meno del cambiamento climatico, la guerra ci fa dimenticare la pandemia...

C'è da preoccuparsi della "riserva limitata di preoccupazioni", oppure quando retrocediamo una preoccupazione la stiamo pensando meglio?

https://feedly.com/i/entry/Od/Z0OrlTBzSrJtcae1t5qtueOtvOco3UFNx6gD9Pd4=_18422448d54:9d872f:4fb599db

venerdì 28 ottobre 2022

 LA STRADA VERSO IL BENE


Perché un Dio perfettamente giusto permetterebbe al male di esistere?


Risposta tipica: Dio non sta cercando di massimizzare una visione utilitaristica del Bene, sta cercando di massimizzare la Sua stessa gloria. Consentire un po' di male aiuta in questo, perché può punirlo giustamente (ed essere giusto è glorioso) o perdonarlo misericordiosamente (ed essere misericordioso è anche glorioso). L'opzione per massimizzare la gloria è dare al diavolo un po' di potere, ma non troppo.


Dubbi: un Dio perfettamente giusto è anche un Dio perfettamente buono. Suona male che una persona perfettamente buona abbia come meta ultima la propria glorificazione. Al limite, potrebbe essere un'esca per condurre le pecorelle alla fede e quindi al bene. Ma non puo' essere nemmeno questo, considerato quanto sia facile da smascherare una simile strategia. Parto dall'assunto che diffiderei di una persona buona che cerca il mio bene inducendomi intenzionalmente ad ammirarla, specie se questa strategia è così scoperta. 


https://feedly.com/i/entry/hp7zdYlKSlGYuA31kyTRqj8gG7wuHeIjPMXwHhRq2yQ=_1841bfcd640:17c11a:53488cc6

diritti dei robot

 https://feedly.com/i/entry/osrPmlDZFInp6SMWQP3mml8q6Kt6TihJNu+iYEXtyCE=_1841ae35538:3b4c02:ef30d9e1


UNA CATASTROFE MORALE


Se la tecnologia continua di questo passo dovremo affrontare una catastrofe morale. Creeremo sistemi di intelligenza artificiale che alcune persone considerano ragionevolmente meritevoli di diritti umani o simili. Ma è praticamente impossibile che ci sia consenso sul tema. 


Cosa risponderemo al robot intelligente quando ci chiederà di non essere abusato, di non essere spento, di non essere obbligato a fare determinate cose? L'entità della catastrofe in vista potrebbe potenzialmente rivaleggiare con quella di una guerra mondiale o di un grande genocidio. I "sensibili" saranno giustificati nell'aggredire gli "insensibili"? I John Brown si moltiplicheranno e al diavolo la dialettica aggressore-aggredito.

martedì 25 ottobre 2022

QUANDO VOLEVO ESSERE UN FASCISTA INTELLIGENTE parole e cose

 QUANDO VOLEVO ESSERE UN FASCISTA INTELLIGENTE

Anni fa notai come i miei post sulla discriminazione fossero tra i pochi a raccogliere qualche reazione, cosicché ho aumentato la loro frequenza interessandomi dell'argomento. Ho subito notato che si discuteva sulle parole più che sui fatti e - forte del mio motto "prima i concetti, poi i suoni per esprimerli" - ho subito pensato che invertire la rotta fosse la prima cosa da fere. Ammetto, ho anche pensato che la bontà dell'operazione fosse di un'evidenza lapalissiana e mi aspettavo grande accoglienza. Tuttavia, la saggia Rita Vergnano, da tempo impegnata a sporcarsi le mani nel fango della contesa, mi ammonì: "guarda che la terminologia è tutt'altro che banale". Allora non capii, la liquidai come persona invischiata in diatribe secondarie che, una volta dentro, tieni a portare a casa con successo. Oggi, al contrario, registro l'importanza della battaglia sulle parole come un fatto e come l'ennesima prova che le persone non sono interessate a cio' che dicono ma a qualcos'altro. Non so come ho fatto ad equivocare, in fondo io stesso denuncio un giorno sì e un giorno no i limiti della democrazia come regime massimamente esposto a "desiderability bias". Occorre immaginarsi - sulla scorta della buonanima di Kripke - le parole come contenitori ancora in buona parte da riempire. Alcune, riempite a metà, hanno già assunto connotazioni altamente positive (suonano bene) e, se fai politica, appropriarsene per terminare ad hoc l'opera di riempimento è decisivo. Difendere la propria causa utilizzando quelle parole e non altre costituisce la conquista di un caposaldo, hai nelle tue mani la potente arma della desiderabilità sociale, unica bussola dei (razionalmente) superficiali. La gente giudica dal "suono" più che dalla sostanza; dai fonemi più che dalle parole. La connotazione vale più della denotazione, direbbe un esperto. Per dimostrare quanto sprezzavo questo atteggiamento superficiale, per un certo periodo mi sono definito "razzista" e "sessista", ero cioè disposto a cedere sui nominalismi purché fosse chiara la mia posizione sostanziale. Mai avrei creduto di essere un razzista, un sessista o un fascista ma, considerato il fatto che non avevo nessuna intenzione di sprecare energie nella "guerra sulle parole", cedevo su certe posizioni puntando a diventare un "razzista intelligente", un "sessista intelligente", un "fascista intelligente". Chi mi conosceva non mi prendeva sul serio, e chi non mi conosceva... nemmeno mi leggeva. Ma se mi avesse letto e giudicato mi avrebbe disprezzato perché per lui, come per tutti, il "suono" era significato. Razzista suona male? Allora suona male anche razzista intelligente (un razzista ancora più infido). Fascista suona male? Allora suona male anche "fascista intelligente" (un fascista ancora più pericoloso). E si noti che, fosse per me, mai mi definirei razzista o fascista, lo facevo solo perché ansioso di terminare la discussione sui termini e iniziare quella sui concetti. Sono anche un fiero anti-femminista, per esempio, almeno da quando il termine "femminismo" è stato derubato da una banda di estremiste. Prendiamo poi l'esempio recente della parola "privilegio". Sono un privilegiato? Mah, usando l'italiano normale direi di no ma usando la neo-lingua lo sono eccome: in fondo sono un maschio, in fondo sono bianco, in fondo sono più alto di mio cugino, in fondo sono più bello di Alvaro Vitali, in fondo non sono rimasto vittima della valanga sull'Adamello del Settembre scorso (anche perché ero al mare)... In fondo, tranne l'uomo più sfigato del pianeta, secondo la neo-lingua siamo tutti dei privilegiati avendo tutti il privilegio di non essere l'uomo più sfigato del pianeta. Purtroppo, la gente non ascolta la verità, la vede, e in me, anche per ingenua ammissione, vede un razzista, fascista, sessista, omofobo, anti-femminista e privilegiato. Quindi inutile ascoltare, meglio deplatformare. La discussione sui concetti che ero tanto ansioso di iniziare non è mai partita, provati ad aprire bocca in queste condizioni di partenza, altro che "sostanza". Avrei dovuto ascoltare la Rita, ma anche Orwell.

mercoledì 6 ottobre 2021

Epistemologia definitivo - cos'è la scienza

 LA SCIENZA SPIEGATA AL POPOLO 


Non dire mai che la scienza si fonda sulla sperimentazione, incorreresti in un'affermazione circolare poiché (si spera) l'esperimento si fonda a sua volta su ipotesi scientifiche. Inoltre, si presta a equivoci (la fede nell'esistenza dell'esperimento cruciale) e il popolo non vede l'ora di equivocare. Dì piuttosto che il pensiero scientifico ha natura probabilistica. Il fatto è che vogliamo sapere cosa spiega un certo fenomeno ma la scienza si limita a fare, esempio, 10 ipotesi e ad attribuire ad ognuna di esse una probabilità. Le probabilità sono fastidiose per tre motivi: 1) hanno sempre un contenuto soggettivo, 2) sono da aggiornare continuamente e 3) ragionare in termini probabilistici è difficile e ci dà poca soddisfazione: il nostro cervello riesce a pensare facilmente che A causa Z ma non riesce a pensare bene che A (prob. 5%) + B (prob. 3%) + C (prob. 1%) eccetera... causano Z. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. La cosa non si presta nemmeno a formulare quelle affermazioni apodittiche con cui cerchiamo l'ammirazione altrui discutendo nelle varie sedi, dal bar alla TV. Ogni tanto una probabilità svetta sulle altre per cui senti dire "la scienza dice che...". Questa sparata, quando va bene, è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia. è una verità pragmatica ma resta comunque semplificazione ascientifica. Questa spiegazione non ha la pretesa di far capire cosa sia la scienza, tuttavia spero si sia capito almeno perché la capiamo così poco, in particolare chi ha la pretesa di spiegare agli altri cosa sia.


DEFINIRE LA SCIENZA


Dopo l'epistemologia novecentesca, l'impresa è diventata proibitiva. Si potrebbe rinunciare del tutto (tanto bene o male sappiamo cosa sia la scienza, anche senza definirla). In alternativa, si potrebbe studiare un metodo pratico. Qui ne propongo uno.


Quando entri in una comunità, di solito non contraddici mai pubblicamente il tuo capo o comunque i notabili di quella comunità, a meno che tu non possa contare su "alleati" di livello piuttosto elevato. Sai benissimo che la forza del tuo argomento di solito non è un buon "alleato" per sostenere la sfida, in molti casi nemmeno verrà ascoltato, soprattutto se il tuo rango è basso, magari perché sei un dilettante. Quindi è degno di nota che ci siano almeno alcune comunità che sono insolitamente orientate all'argomento. Queste includono, per esempio, vaste aree della matematica e aree più piccole di filosofia e fisica. E, ahimè, includono aree ancora più piccole della maggior parte delle cosiddette "scienze umane e sociali". Questo "gradiente di sfida" rende alcune discipline standard più "scientifiche" di altre.

lunedì 27 settembre 2021

POLITICAMENTE CORRETTO - definitivo

 LE TRE FASI DEL POLITICAMENTE CORRETTO.


FASE 1 - Nella prima fase il p.c. è poco più che una cortesia, una virtù civica contro cui nessuno obbietta seriamente. Talvolta è all'origine di ipocrisie ma funziona. Essere gentili è quasi sempre meglio che essere cafoni, tutti concordano.

FASE 2 - Nella seconda fase il p.c. viene utilizzato da chi pensa che con il linguaggio si possa plasmare la cultura di un paese. Ad opinare è chi vorrebbe una cultura differente, ma anche molti linguisti. Tra linguaggio e cultura c'è un solido nesso, nessuno lo nega, ma va nella direzione opposta.

FASE 3 - Nella terza fase il p.c. serve più che altro per apporre la lettera scarlatta: chi non usa la parola giusta è bollato come nemico politico da boicottare. In questo modo ci si distingue (politica dell'identità). Ad opinare è chi non crede nella polarizzazione e nel progresso attraverso il conflitto.

Le tre fasi non sono sempre chiaramente distinguibili, per via della solita strategie "tiro il sasso e nascondo la mano". Se tenti di apporre lettere scarlatte in un contesto che si rivela refrattario, puoi sempre dire che stai "solo" chiedendo di essere più rispettosi (quanti ne leggo!), nessuno potrà mai rimproverarti oltre, nel frattempo aspetti momenti più favorevoli.

venerdì 24 settembre 2021

SIMULAZIONE - definitivo

 Ecco due proposizioni convincenti e rilevanti per l'evangelizzazione:


1) tra 10 anni i "poveri" penseranno quello che i "ricchi" pensano oggi (link omessi);

2) tra i ricchi (élite) l'ateismo è più diffuso che tra i poveri (link omessi).

Ergo: occorre occuparsi del "centro" (i ricchi), non delle "periferie" (i poveri).

E adesso il post vero e proprio.

Titolo: IL PRIMO PASSO (rubrica: evangelizzare l'élite)

Puo' l'ateo materialista compiere un primo passo verso l'idea di un Creatore? Sì, in molti modi. In genere lo si invita a meditare sull'origine dell'universo e sul fine tuning. Qui, invece, lo invito a meditare l'idea di simulazione.

Viviamo in una simulazione? Penso che l'ateo materialista e razionalista debba accordare un certo credito a questa ipotesi.

Innanzitutto, è possibile creare una realtà virtuale? Un presupposto comune nella filosofia della mente è quello dell' "indipendenza dal substrato". L'idea è che gli stati mentali possano "emergere" da configurazioni complesse di qualsiasi substrato fisico. In natura emergono dal carbonio ma potrebbero emergere anche dal silicio dei computer. Al momento non abbiamo né hardware sufficientemente potente né il software necessario per creare menti coscienti nei computer ma alcuni autori sostengono che questa fase è a pochi decenni di distanza da noi. Simulare l'intero universo a livello quantistico è ovviamente impossibile ma per ottenere una simulazione realistica dell'esperienza umana serve molto meno - solo tutto ciò che è necessario per garantire che gli umani simulati, interagendo in modi normali con il loro ambiente simulato, non notino alcuna irregolarità.

Secondo punto, è necessario ipotizzare che una civiltà in grado di realizzare la simulazione esista e ne produca una quantità significativa. Considerate le potenziali della nostra civiltà è del tutto ragionevole pensare che possano esistere nell'universo civiltà post-umane tecnologicamente matura e con un'enorme potenza di calcolo; se anche una piccola percentuale di loro dovesse eseguire "simulazioni di antenati", il numero totale di antenati simulati eccederebbe di gran lunga quello degli antenati reali In tali condizioni e in assenza di altre informazioni, dobbiamo presumere di appartenere alla categoria più numerosa, quella dei "simulati".

Terzo punto: ma una civiltà avanzata è anche interessata a produrre simulazioni? Si può ipotizzare un divieto etico di eseguire simulazioni di antenati a causa della sofferenza che verrebbe inflitta a costoro. O forse molti dei nostri desideri umani saranno considerati stupidi da chi accede alla condizione post-umana. Tuttavia, è più plausibile pensare ad una civiltà curiosa che finisce per fare cio' che pio' fare, ovvero realizzare mondi.

Per dirla in sintesi: è del tutto razionale pensarci come menti simulate. Anzi, se non lo facciamo perdiamo il diritto a credere che avremo discendenti in grado di eseguire molte di queste simulazioni. Non penso che un ateo razionalista e materialista voglia perdere questo diritto, specie se ha grande fiducia nella tecnologia. In altri termini, l'ateo razionalista dovrebbe concludere che la presenza di miracoli e di esseri creatori onnipotenti e onniscienti sia un'ipotesi meritevole di difesa. In un certo senso, i post-umani che eseguono una simulazione sono come divinità in relazione alle persone che abitano la simulazione: i post-umani hanno creato il mondo che vediamo; sono di intelligenza superiori; sono “onnipotenti” nel senso che possono interferire nel funzionamento del nostro mondo anche in modi che violano le sue leggi fisiche (miracoli); e sono “onniscienti” nel senso che possono monitorare tutto ciò che accade. Ulteriori ruminazioni su questi temi potrebbero culminare in una teogonia naturalistica.

Ma com'è ragionevole comportarci nei confronti del nostro creatore? Nonostante alcune sconcertanti scoperte, le implicazioni sui comportamenti non sono poi così radicali. La nostra migliore guida su come i nostri creatori post-umani hanno scelto di creare il nostro mondo è lo studio empirico standard dell'universo che vediamo. Le revisioni alla maggior parte delle nostre reti di credenze sarebbero piuttosto lievi e sottili. Certo che una relazione di riverenza verso chi ci ha dato la vita è tutt'altro che insensata, anche per gli atei materialisti e razionalisti.

Questo scenario non coincide certo con quello delle religioni ma per lo meno avvicina la sensibilità atea all'idea di un creatore. Certo, il primo contrasto che mi viene in mente con la teologia classica è che quest'ultima ci parla di un Dio fuori dal tempo mentre il creatore di simulazioni vive nel tempo. Tuttavia, l'immagine classica del Dio come Triangolo è combattuta già oggi anche nei dibattiti tra cristiani. Chi vede il Dio cristiano come una persona che agisce nel tempo (teologia personale) - e qui ammetto le mie simpatie - attenua, almeno su questo punto, il contrasto con il Simulatore.

post facebook

https://www.simulation-argument.com/simulation.html?fbclid=IwAR1-9tG-y6wm2MISwmPH8Dx7YqNIc7k6wK9rsH3WQQ2Z0MX6jOGQ6fu21kg

martedì 21 settembre 2021

PROBLEMA DELMALE - DEFINITIVO

 IN SINTESI


PERCHE' IL MALE INNOCENTE?


Due ipotesi:

1) Disarmonia. Il nostro antenato ha turbato l' Ordine e noi ne subiamo le conseguenze.

2) Test. Dio ci concede di "meritarci" il Paradiso.

La prima ipotesi è quella più ortodossa, ma a me piace la seconda.

-------IN DETTAGLIO

IL PROBLEMA DEL MALE RISOLTO

Ho sempre coltivato una teodicea eretica, specie sul "male naturale" (terremoti, fulmini,inondazioni, pandemie e disgrazie varie). Laddove l'ortodossia individua come causa la "caduta" dei nostri primi antenati e il turbamento di un'armonia, io vedo una messa alla prova dell'uomo libero affinché possa guadagnarsi il Paradiso.

Una simile visione ha conseguenze (eretiche) su alcune tematiche classiche della fede.

PARADISO. Esiste un Paradiso donato (Eden) e un Paradiso meritato, solo il secondo è veramente tale e rappresenta il fine ultimo della nostra esistenza. 

ONNISCIENZA DIVINA. E' limitata dalla libertà umana. Dio deve vederci all'opera per conoscerci (e giudicarci). In questo modo si giustifica la nostra vita terrena (perché vivere se Dio puo' già indirizzarci verso la nostra sorte?). Inoltre, non si tratta di un limite problematico, basta adottare le soluzioni retoriche utilizzate dall'ortodossia per limitare l'ONNIPOTENZA. Un Dio onnisciente, quindi, è un Dio "che puo' sapere tutto cio' che possiamo immaginare si possa sapere". Conoscere con certezza il comportamento di un uomo libero è letteralmente "inimmaginabile".

LIBERTA'. La libertà umana è radicale e ci rende imprevedibili persino ad esseri onniscienti.

INDIVIDUO. Siamo tutti radicalmente differenti e Dio puo' conoscerci solo sottoponendoci a prove differenti.

EDEN. L'Eden è già una condizione pienamente terrena perché in esso agiva un uomo libero sottoposto ad una prova. Nella sostanza la nostra identica condizione.  

PECCATO ORIGINALE. Non deriva da una colpa bensì dalla creazione stessa. Siamo stati creati con delle tare affinché potessimo conquistare il Paradiso Meritato. Se Dio si fosse limitato ad elargire un Paradiso Donato non avrebbe agito per il nostro massimo bene.

ATEI. Ora la dottrina del peccato originale non crea più sconcerto . Anche un ateo ammette senza problemi l'incompletezza radicale dell'uomo.

BAMBINI MORTI. Personalmente credo nella loro reincarnazione e nella possibilità di vivere un'altra vita.