- A cosa credere? Come stanno i fatti? A favore del fenomeno AGW si esprime la stragrande quantità degli scienziati senonché serpeggia anche in loro una certa ideologia catastrofista/ambientalista. Chi, come me, crede agli esperti ma non ai catastrofisti e agli ambientalisti, se la cava pensando che il fenomeno AGW esiste anche se non nell' entità che ci vorrebbero far credere.
- Come affrontare un problema complesso? Ci sono quattro vie: 1) affiliati a un partito e milita 2) studialo con la tua testa 3) senti cosa dicono gli esperti 4) guarda come scommettono gli esperti e verifica le predizioni.
- Il problema con l' IPCC non è tanto che sbagli (e chi non sbaglia in questo campo!) ma che sbaglia sempre nello stesso senso.
- Il problema dei negazionisti è che non accettano scommesse, anche se la materia è l' ideale per scommettere.
- Il 97% degli scienziati pensa che esista l' AGW. Peccato che chi ha condotto questa ricerca, Cook, ha poi detto che il 97% degli scienziati affermava che "... il riscaldamento globale è una realtà e le attività umane ne sono la causa principale...". In realtà solo l' 1-2% dei lavori scientifici parla di "CAUSA PRINCIPALE". La maggior parte dei lavori considera l' attività umana tra le cause e non ne parla in termini di CAUSA PRINCIPALE.
- Le conseguenze positive del riscaldamento globale sono sempre trascurate nei modelli, e questo fa dubitare. Si dice che i sunk cost rendono trascurabili gli effetti positivi. Tuttavia 1) è vero, occorre migrare per sfruttare le nuove occasioni, ma oggi spostarsi costa molto meno che un tempo e 2) i sunk cost sono rilevanti per cambiamenti repentini, noi abbiamo a che fare con cambiamenti lenti se non lentissimi.
- Il problema della sostenibilità entra nei programmi scolastici, qualche considerazione:
- Definizione: una soluzione non è sostenibile se la sua applicazione pregiudica le generazioni future.
- Problema: dovremmo conoscere il mondo delle generazioni future per attuare programmi sostenibili, in particolare dovremmo conoscere le preferenze di queste ultime: vogliono un mondo più comodo o più "verde"? O ancora: puo' darsi che le generazioni future non abbiano più acqua potabile che sgorgherà dai loro rubinetti. Ma tutto cio' è irrilevante se quelle generazioni potranno permettersi di acquistare acqua in bottiglia.
- Altro problema: se anziché considerare i danni alle generazioni future consideriamo i "danni netti", il tutto si riduce al classico calcolo costi/benefici.
- Il più rilevante indicatore di sostenibilità è la capacità di fare utili senza sussidi.
- Chi non concorda col giudizio di mercato probabilmente considera solo i costi visibili, un caso classico è il km0: si guarda ai costi di trasporto ma non ai costi allocativi delle risorse (fare del centro di una grande città un campo di grano è uno spreco bell e buono).
- La sostenibilità alternativa al mercato (vedi riciclaggio) richiede una notevole regolamentazione e quindi spreco e corruzione.
- il calcolo della sostenibilità è troppo complesso per non essere affidato ai prezzi di mercato.
Continua. - Molti assumono "rischi catastrofici" del mancato intervento ambientale ma non i "costi catastrofici" del mancato sviluppo in caso d' intervento ambientale. E' normale tutto cio'? D' altronde tutti noi, tutti i giorni abbiamo a che fare con conseguenze catastrofiche a bassa probabilità. La sluzione più prudente non è quasi mai considerata come ottimale. Non sempre la cosa migliore è "comprarsi un' assicurazione", dipnde dai costi.
- Nemmeno si considerano i "benefici catastrofici": potremmo essere ad un passo dalla "foom AI" e non raggiungerla causa l' austerity da effetto serra, questo prolungherebbe per anni l' agonia del pianeta proprio mentre noi crediamo di salvarlo.
- Spesso gli ambientalisti trascurano l' analisi costi-benefici? Quanto ci costa in termini di PIL ogni grado di temperatura in più tra 100 anni? E quanto ci costa prevenirlo? E come fissare i tassi di sconto? Nordhaus presenta il suo lavoro sui "danni netti" concludendo che se non si fa nulla il conto sarà caro, e per farlo deve considerare come essenziali i costi catastrofici a bassa probabilità del mancato intervento trascurando quelli del mancato sviluppo. Eppure, prendendo i suoi stessi numeri, si evince che non far nulla per un secolo ci costerà lo 0.06% del PIL mondiale. Mettendo sulla bilancia i costi della politica viene da fare un elogio alla passività.
- Per chi non accetta una politica passiva ("non far niente"), il modo più razionale per affrontare il problema consisterebbe nell' istituzione di una carbon tax globale. Tuttavia una simile misura è utopica, meglio allora l' acquisto governativo sul mercato aperto di combustibile fossile (stockpiling): il prezzo della merce aumenterebbe, e aumenterebbe in tutto il mondo.
- Le soluzioni a livello regionale (es. carbon tax) potrebbero essere più dannose che utili: il prezzo dei carburanti fossili diminuirebbe in tutto il mondo spingendo i paesi senza normativa verso consumi più elevati.
- Qualsiasi misura governativa raccomandata per combattere il GW dovrebbe in ogni caso fare i conti con problemi di public choice.
- Molte politiche governative esacerbano il problema, penso solo ai parcheggi gratuiti e all' impossibilità di tariffare i consumi energetici secondo l' orario. Cominciamo con far cessare le politiche dannose prima di implementare quelle utili.
- Perché c' è tanta opposizione ambientalista verso il geoengineeiring o lo stockpiling o il nucleare pulito? Semplice, sono soluzioni che non cambierebbero il nostro stile di vita. Molti ambientalisti sono più interessati al nostro stile di vita che all' ambiente. L' ideologia in queste materie abbonda.
- Perché il Papa non dedica un' Enciclica al pericolo numero uno che minaccia la vita sul nostro pianeta: l'impatto con un asteroide? Eppure si tratta pur sempre di una minaccia ambientgale, eppure richiede per essere affrontato e superato uno sforzo comune. Già, purtroppo non richiede un cambio di stile di vita, quindi non interessa molto.
- L' adattamento ha almeno due vantaggi sulla prevenzione: 1) internalizza i benefici 2) aggredisce i fattori negativi lasciando intatti quelli positivi.
- La materia è divenuta preda del "politically correct". PC e onestà intellettuale non vanno mai d' accordo. Gli scambi di mail privata tra studiosi dell' IPCC ha rivelato collusioni su come presentare in modo "opportuno" i risultati delle ricerche e su come tenere in ombra certe ricerche dai risultati disturbanti.
- Nell' affare del riscaldamento globale sono coinvolti molti scienziati: economisti, climatologi, agronomi, ingegneri... Delle conclusioni sono possibili solo mettendo insieme il lavoro di più persone. Se si accetta l' approccio politically correct - e molti scienziati lo accettano - quello che potrebbe essere un' innocente disonestà è destinata a moltiplicarsi conducendo a distorsioni rilevanti http://daviddfriedman.blogspot.it/2014/11/implications-of-academic-dishonesty.html
- Negli ultimi vent' anni la temperatura terrestre ha cessato di alzarsi. Come spiegare questo fenomeno?
- A seconda del periodo considerato le conclusioni possono cambiare: il lasso 1500/2014 fa apparire il problema in tutta la sua gravità. Il periodo -40000/2000 fa apparire la nostra fase come nella norma.
- Ricordiamoci sempre del reverendo Bayes. Lanciando due volte in aria una moneta regolare, potrei ottenere due volte "testa". La probabilità è del 25% ma cio' non implica che se ottenessi due volte testa, allora la probabilità che la moneta sia truccata è del 75%! Questa premessa è per dire che, a volte, il modo in cui vengono rappresentati certi lavori scientifici che fanno uso di regressioni statistiche trae in inganno. Li si presenta in termini probabilistici: "la probabilità di X è dieci volte più grande della probabilità di Y!", eccetera. Una regressione collega un' evidenza disponibile (E) ad un' ipotesi di lavoro (I) stabilendo una relazione (R) tra le due cose. Per convenzione, si dice che questa relazione sia "statisticamente rilevante" quando la probabilità dell' ipotesi nulla (N) è inferiore al 5% (in alcuni casi dell' 1%). L' ipotesi nulla è l' ipotesi per cui non esiste alcuna relazione tra I ed E. Nel caso precedente, se ipotizziamo una moneta truccata, l' ipotesi nulla è che la moneta sia regolare. Diciamo che se p (N dato E) minore di 5, allora la relazione R è rilevante. Ma attenzione, dire che p (N dato E) minore di 5 non significa dire che p(E dato N) minore di 5! Le due probabilità non sono affatto collegate in modo così immediato, sono invece messe in relazione dalla probabilità che l' esperimento possa essere ripetuto, ovvero da una probabilità soggettiva espressa con la frazione pE/pN. In ogni lavoro statistico, è questa una probabilità ineliminabile visto che noi potremmo anche ripetere l' esperimento ma l' esito andrà di nuovo pesato da un "coefficiente di ripetiblità". Le regressioni, allora, non fissano delle probabilità, come sembrerebbero far capire talune divulgazioni. Come diceva il reverendo Bayes, la regressione non stabilisce ma aggiorna delle probabilità a priori, che sono sempre soggettive.
- La retorica dell' effetto serra alluviona i giornali. A proposito di alluvioni, perché anzichè tante chiacchiere sul "dissesto idrogeologico" non si fa mai cenno alla soluzione più semplice e meno costosa?: sturare i tombini e costruire gli argini.
- L' effetto serra scatena un problema etico: chi emette co2 è moralmente responsabile? La risposta non è facile, forse il co2, al netto di tutto, contribuisce a diminuire l' inquinamento. Esempio: l' energia solare e quella eolica possono esistere solo grazie a petrolio e carbone che riempiono i vuoti. Carbone e petrolio hanno migliorato di parecchio il nostro standard di vita. http://www.amazon.it/dp/B00INIQVJA/ref=cm_sw_r_fa_ask_wfJYI.15V0BTS
- Ancora sull' etica gw. L' esternalità di cui parliamo è risolvibile in termini di proprietà? No, poiché sono coinvolte troppe persone e i costi transazionali sarebbero troppo elevati. E' risolvibile in termini di responsabilità personale? No, perché non esiste un danno oggettivo, tanto più un danno oggettivo personalizzabile. Stando così le cose, non si intervenga. Analogia: la libertà di espressione. Perché noi riteniamo di non punire i discorsi offensivi? Questo argomento, contro la carbon tax ed ogni altro intervento governativo, riabilità l' importanza della propaganda culturale, per esempio a scuola. https://fahreunblog.wordpress.com/2013/04/08/rodot-zagrebelski-gino-strada-e-il-brutto-affare-di-steubenville/
- Una trattazione più completa del problema etico legato al gw: è importante distinguere deontologia e virtù: http://broncobilli.blogspot.it/2014/12/un-etica-per-i-cambiamenti-climatici.html
- Cio' che sappiamo della relazione tra co2 e temperature: sono correlate positivamente con una funzione logaritmica (che tende ad azzerare la relazione). Come poi la co2 interferisca con altri elementi naturali, i modelli in nostro possesso sono tutt' altro che accurati (vedi tutti gli errori e sempre nello stesso senso dell' ICPP).
- Retorica: spesso i difensori del gw utilizzano la tecnica del castello e della torre: sfruttano affermazioni difficilmente negabili (come per esempio quelle relative alla tendenza delle temperature e alla relazione tra co2 antropica e riscaldamento) per poi avanzarne altre molto problematiche, magari in tema di modelli previsionali o soluzioni. Nel momento in cui metti in discussione le seconde vieni fatto passare come negazionista, ovvero come negatore delle prime http://www.amazon.it/dp/B00INIQVJA/ref=cm_sw_r_fa_ask_wfJYI.15V0BTS
- Motivazioni. Le motivazioni possono essere interiori o esteriori. Se pago mia figlia per lavare le stoviglie potrei darmi la zappa sui piedi perché mi appello a motivazioni esteriori (guadagno) anziché a quelle interiori, che in questi casi, di solito, sono più accentuate. Magari mia figlia ha voglia di sentirsi parte della famiglia e contribuendo volontariamente alle faccende di casa realizzerebbe un suo desiderio di compartecipazione, ecco allora che io ostacolo il suo progetto mettendo un prezzo alla sua opera. La motivazione interiore ha a che fare con la formazione della personalità: chi sono io? Chi ho voglia di essere? Nella mia lotta per l' identificazione costruisco le mie motivazioni interiori. Il contributo volontario alle faccende di casa diventa importante qualora intenda identificarmi con la mia famiglia, mentre invece dare un prezzo alla mia opera ostacola il mio desiderio profondo espellendomi di fatto dal nucleo familiare. Le motivazioni interiori e quelle esteriori, quindi, sono spesso autoescludenti, come per esempio nel caso dei figli pagati per fare i lavori di casa. Di questa legge va tenuto conto anche quando parliamo di coscienza ambientale: se riciclo i miei rifiuti edifico la mia coscienza ambientale ma nel momento in cui mi sanzionano qualora non lo facessi, ecco che tutto il mio lavoro per formare una coscienza verde viene vanificato.
- Esperti. Alex Epstein sul pessimo track record degli esperti ambientali: “Si concentrano sui pericoli trascurando i benefici… Il fatto è che costoro sono esperti in quei settori in cui la continua produzione di CO2 genera allarme e pericoli (clima, oceani, ghiacci, eccetera)… Nessuno puo’ essere esperto di tutto e nessuno sa ora in quali settori la crescente emissione di CO2 genererà i maggiori benefici… Se negli anni passati avessimo seguito la ricetta di tagli energetici proposta dai “catastrofisti” oggi probabilmente non avremmo internet, la rivoluzione digitale, la sconfitta della povertà nel mondo… E, d’altro canto, chi si occupa di internet, di rivoluzione digitale e di povertà difficilmente partecipava ieri al dibattito sugli effetti dei crescenti quantitativi di CO2 nell’ atmosfera… C’ era una voce ma giocoforza mancava l’altra cosicché il dibattito sotto gli occhi dell’ opinione pubblica risultava sbilanciato”. L' esperto va ascoltato ma poi va soppesato quel che puo' sapere.
- L' uomo. Per prendere delle scelte bisogna avere degli standard. Ebbene, molti ambientalisti non mettono l' uomo al centro, hanno anche altri valori: la natura selvaggia, per esempio.
- Statistiche. la statistica più trascurata: climate related deaths. Crollo verticale: 98% in 80 anni. https://www.facebook.com/photo.php?fbid=10206278993080887&set=a.1718977461419.2101737.1447752724&type=1&theater
- Il principio di pro-azione si pone come alternativa a quello di precauzione. Il primo privilegia la conoscenza, la simmetria (valutazione dei pro e contro di tutte le alternative), l' uomo sulla natura, i problemi vicini su quelli lontani, i problemi certi su quelli incerti. Naturalmente le ultime due priorità sono da assumere coeteris paribus Il principio di pro-azione si pone come alternativa a quello di precauzione. Il primo privilegia la conoscenza, la simmetria (valutazione dei pro e contro di tutte le alternative), l' uomo sulla natura, i problemi vicini su quelli lontani, i problemi certi su quelli incerti. Naturalmente le ultime due priorità sono da assumere coeteris paribus. http://econlog.econlib.org/archives/2007/02/the_proactionar.html
- In noi la morale è una risorsa limitata, se la investiamo qui ne avremo meno lì. Chi "compre verde" è più disposto a imbrogliare una volta fatta la spesa. Per approfondire questi test leggere Tyler Cowen EGL
- Rilassare i piani regolatori: più densità di popolazione meno utilizzo mezzi privati. Cowen EGL.
- Impronta ecologica. Ci vogliono cinque lauree per conoscere la propria, bisogna raccogliere diecimila info che a breve diventano obsolete. Meglio far lavorare i prezzi con una carbon tax
- L' inconveniente della carbon tax: ad un certo momento il governo deve stabilirne l' entità e i beneficiari, il che è operazione praticamente impossibile anche se l' uso più razionale della carbon tax consiste nell' acquistare energia fossile e lasciarla inutilizzata (vedi stockpile solution), in questo modo si evita una discesa dei prezzi che farebbe aumentare i consumi nei paesi che non applicano la tassa.
- Km 0. L' impatto ambientale del cibo è da imputare al trasporto solo per il 10%. I prodotti a Km 0 spesso richiedono una massa di microviaggi. La produzione a Km 0 per poter essere sufficientemente varia è spesso inefficiente e quindi più inquinante.
- Il cibo più inquinante è la carne rossa. Limitarne il consumo sarebbe sensato.
- Evitare i boicottaggi, non funzionano. Le multinazionali hanno già cattiva fama e chi vuole evitarle già le evita. Quando funziona abbassa i prezzi aumentando la domanda altrove. Più efficace concentrarsi nelle attività dove si opera in modo professionale per finanziare con gli extraprofitti le alternative alla soluzione che avremmo voluto boicottare.
- Le alternative al Pigou club: 1) negare le esternalità 2) negare il diritto ad un intervento governativo sulle esternalità 3) sostenere che il governo già interviene a sufficienza 4) prediligere interventi regolatori e di cap and trade 5) Public choice. IMHO: scelgo 2. La regola di fronte all' esternalità è la tolleranza, mica la tassazione. E' per questo che esiste il diritto di stampa o il diritto a professare una certa religione minoritaria che gli altri trovano assurda o a sposare una ragazza odiata dai genitori.
- Tassare le città costiere http://www.overcomingbias.com/2015/12/tax-coastal-cities.html
- le soluzioni convenzionale soffrono del TROPPO POCO (ci vorrebbe molto di più per avere un qualche effetto ) TROPPO TARDI (ormai la frittata è fatta anche ad emissione zero) TROPPO OTTIMISMO (non si cambiano i comportamenti schioccando le dita). Meglio una soluzione business as usual con il piano B della geoingegneria. vedi david leavitt
- Steven Landsburg su come deprogrammare i vostri bambini dall'indottrinamento ambientalista.
- Il miglior modo x combattere la religione oggi consiste nel combattere l'ambientalismo: è lì che si concentrano i dogmi più irrazionali. Una regolare de-programmazione dei figli sembra necessaria...
- L'antidoto alle superstizioni è la scienza. L'antidoto all'ambientalismo è l'economia...
- IMHO: perchè se colpiamo un collega con un bastone diciamo che un gesto del genere è inammissibile anzichè dire che "bisogna portare rispetto x il bastone". Xché? Eppure qs ultima è la formula che utilizziamo quando danneggiamo il prossimo attraverso l'ambiente. Una forzatura tutt'altro che innocente. Un modo x dare la precedenza all'abiente sull'uomo. Perchè esiste l'anno della terra e nn l'anno del bastone?…
- L'errore dell'ambientalismo: anteporre la morale alle preferenze. Costruiamo un parcheggio o un parco? È un dilemma e la scienza propone alcuni metodi x risolverlo. L'ambientalismo, per contro, pensa di avere la Ragione dalla sua. Si obbietta che il profitto nn è una preferenza. E xchè mai? Oltretutto il profitto trasmette le preferenze dei consumatori...
- La retorica delle generazioni future: ma le g.f. preferiscono ereditare un bosco o i profitti accumulati negli anni da un parcheggio? la questione è aperta, inutile far finta di vederla chiusa...
- Senza l'assunto della "superiorità morale" nn si spiega la leggerezza dei verdi nell'argomentare...
- I verdi impugnano sempre qualche statistica ma dopo averla declamata saltano a conclusioni arbitrarie: le foreste stanno decrescendo, quindi ricicliamo. È + attendibile la conclusione contraria: vuoi più foreste? spreca + carta e i produttori creeranno + foreste. Ma l'ambientalista nn vuole + alberi, a lui interessa il rituale del riciclaggio, del sacrificio. Al fondo è un religioso...
- Pesticidi: sono cancerogeni ma abolirli fa collassare il consumo di frutta con effetti sulle malattie legate al cancro. Xché il verde guarda solo al primo effetto? Perchè è un sacerdote...
- Estinzione delle specie. Nn sappiamo bene cosa succede quando si estingue una specie, sperimentare sarebbe utile. In fondo ieri una nuova scimmia è stata scoperta in Amazzonia e la mia vita nn ne ha risentito molto. Ma i verdi si oppongono a priori...
- Xchè nn ricollocare le industrie + inquinanti nei paesi poveri? Staremmo tutti meglio. Eppure la proposta ha sollevato un coro d'indignazione e l'atteggiamento religioso ha prevalso: inquinare è peccato....
- Il verde mira a convertire il tuo stile di vita. Le soluzioni che nn implicano qs conseguenza, x quanto efficaci, sono escluse a priori dal suo catechismo..…
- Quando il padre dice al figlio:"chiudi il rubinetto" la cosa ha un senso. Se a dirlo è il tuo amico verde -magari x mezzo di un politico- la cosa è assurda visto che tu paghi x l'acqua che consumi di conseguenza nn esiste spreco ma preferenza....
- Ai bimbi viene insegnato a nn sprecare le risorse ma nn viene insegnato che anche il tempo è una risorsa...
- Xchè nn scambiare un pò di natura selvaggia in cambio di più confort. Con il trasporto pubblico risparmiamo ma l'auto privata è più comoda...
- L'economia - mettendo al centro la diversità umana- insegna la tolleranza...
- Come c'è l'esonero dall'ora di religione, dovrebbe esserci l'esonero dalle lezioni di ambientalismo
continua - Alex Epstein su gw
- Il gw non è un problema così terrorizzante vista la ns capacità di progresso e adattamento.
- I benefici dell' uso di ff compensano i rischi (IMHO: bisogna ragionare al margine, però). Ad ogni modo è ai ff che dobbiamo il nostro standard di vita.
- Le fonti alternative di energia nn sono affidabili ma tichiedono sempre un'integrazione cospicua.
- Le scorte sono abbondanti, il problema non sta lì.
- Gli esperti hanno fallito le loro previsioni di 30 anni fa: ci attendeva la catastrofe e siamo invece migliorati in tutti gli aspetti della ns vita. Possiamo ancora fidarci di loro? Di certo dobiamo aggiornare il giudizio che ne abbiamo.
- Inquinamento e salute: viviamo meglio oggi che consumiamo + ff
- Perché il catastrofista che perde le sue scommesse mantiene intatta la sua fama. Consigli disattesi: il consumo è raddoppiato... epico disastro? no epico miglioramento!
- Evidentemente nn sapiamo bene come agisce co2 nell'atmosfera...
- Nè intrrnet nè rivoluzione digitale seguendo le misure dei catastrofisti...
- Perchè l esperto fallisce? xchè si concentra sui rischi + che sui benefici d' altronde lui, quasi sempre, è un esperto di clima, ovvero dei potenziali pericoli. Purtroppo non sappiamo di cosa bisogna essere esperti x valutare i benefici visto che non sappiamo su quale settore della nostra vita impatteranno...
- Un indice eliquente: il "climate related death". Andiamo verso la catastrofe e lui diminuisce!... l' esperto va ascoltato ma va soppesato con quel che può sapere, difficilmente si soffermerà sui limiti della sua conoscenza. Inoltre, nessuno può essere esperto di tutto e in qs problematiche occorre connettere molti campi del sapere per guardare alla "big picture"...
- Il criterio principe: mettere sempre l'uomo al centro.
continua - Non si puo' negare che in chi minimizza le problematiche ambientale pesino le vicende intorno alla "bomba demografica": mezzo secolo di allarmismi rivelatisi infondati.
- L'IPCC molto probabilmente sovrastima le temperature future, questo perché adotta un modello che di fatto considera "eccezioni" le stasi registrati nell'ultimo secolo (1940-1970 e 2002-oggi) imputandole ad effetti di aereosol http://daviddfriedman.blogspot.it/2015/09/an-explanation-for-pattern-of-warming.html
- The Reign of Recycling di JOHN TIERNEY
- domanda: il r. aiuta la comunità e migliora l ambiente in cui viviamo ?...
- in una fase iniziale il r. era costoso e sprecone. tuttavia si pensava che quella fosse una fase transitoria. oggi a 20 dagli inizi cosa possiamo dire?...
- risposta: nn si vedono miglioramenti nè da un punto di vista ambientale nè da un punto di vista economico...
- ancora oggi per il comune è più conveniente mandare in discarica che riciclare....
- il crollo nei prezzi delle materie prime dovuto al petrolio penalizza il riciclaggio...
- la voglia di riciclare stagna. presso gli utenti più che presso gli amministratori...
- dinamica: più il riciclaggio si raffina più crescono i costi e calano i benefici ambientali..
- retorica: il riciclaggio è un bene in sè. dall asilo l indottrinamento è martellante....
- es: se prima di riciclare una bottiglia la lavi il bilancio netto di anidride carbonica diventa negativo. e l epa raccomanda il lavaggio...
- calcoli dell epa: nn ha senso riciclare più del 25% dei rifiuti...
- può aver senso riciclare alcuni cartoni e alcuni metalli ma andare oltre ha poco senso. men che meno l umido...
- manca spazio x le discariche? 1000 anni di rifiuti usa stanno nell'1% del territorio adibito a pascolo. si tratta oltretutto di spazi riutilizzabili. open usa di tennis...
- problemi nimby? no. le comunità rurali sono ben felici di arrotondare...
- le discariche moderne nn inquinano: il metano è catturato e riutilizzato...
- inceneritori? sono la soluzione preferita in nord europa e giappone. figuriamoci....
- il riciclaggio inquina: flotte di camion e operazioni di decompostaggio con i loro odori nauseabondi...
- meno bisogno di costruire nuovi prodotti meno lavoro. molte comunità soffrono...
- e il risparmio di co2? più del 90% deriva solo dai cartoni e da certi metalli tipo alluminio. il rimanente compensa appena i fattori inquinanti che produce...
- quanto costa riciclare? molto. di sicuro con quella somma si possono fare moltissime cose più utili x l ambiente...
- economia: il costo del lavoro aumenta quello delle materie diminuisce. 2 trend negativi x il riciclatore....
- il pericolo maggiore: la sete degli amministratori che vogliono riciclare materie di valore sempre più basso...
- conclusione: molto meglio x tutti tassare la co2 della spazzatura diretta in discarica (o,in presenza di una carbon tax, rimborsare chi ricicla. di certo aumenterebbe di molto raggiungendo l ottimo. la cosa migliore è dare un premio a chi ricicla lattine e carta...
- xchè c è resistenza? la gente vuol sentirsi virtuosa. ha così poche possibilitá senza una religione
continuaThe Political Economy of Recycling Michael C. Munger Edwar Melissa Walsh Innes Steven E. Landsburg- Munger: zero waste è una politica irrazionale. anche quando l obiettivo primario è l ambiente...
- hume: r. può essere efficiente se inserito in un mix. pagare la monnezza è una buona soluzione...
- innes: responsabilizzare il produttore...
- landsburg: nn facciamo di r. una questione moralistica. l unica morale è quella che rispetta i prezzi. le altre corrompono ma soprattutto instupidiscono
continua - l'immigrazione attenua il riscaldamento globale trasferendo consumatori da città inquinanti a città verdi.
- Plastic Bags Are Good for You di Katherine Mangu-Ward
- un miracolo tecnologico da nobel: tanto sottili quanto resistenti
- dopo di loro basta borse basta carta
- 2007: parte la proibizione che presto diventerà una guerra. ma è giustificata?
- ostruiscono le fogne? eppure costituivano solo lo 0.6% della spazzatura visibile.
- soffocano gli animali marini? la seria minaccia è asserita da studi vecchi e improbabili
- e l'effetto serra? e l'impronta biologica? per compensarla la carta deve essere usata 11 volte il cotone 131 volte. e questo postulando che la plastica non venga riutilizzata
- e il riciclo? occupano poco spazio, il materiale di base con cui sono costruite è minimo.
- l'igiene delle borse riutilizzabili è dubbia a dir poco
conclusioni - due verità riconosciute ormai anche a 1 The first is that, until now, fossil fuels have been good for humanity… 2 the second inconvenient truth: Nuclear power is the world’s most abundant and scalable carbon-free energy sourcesinistra: http://www.bostonglobe.com/opinion/2015/11/23/inconvenient-truths-for-environmental-movement/esDloe97894keW16Ywa9MP/story.html?event=event25
- The Bet di Paul Sabin
- ehrlich: fisso al carson show ad evocare la catastrofe diventando celebrities
- simon: a casina a mangiarsi le dita
- problema: la sovrapopolazione ci porterá a carestie rovinose
- eh converte nixon che fonda l epa
- il legame tra cibo e demografia
- la controidea di simon: benvenuta la crescita di uomini: piú uomini più idee
- simon il convertito: temeva la bomba demogr
- la scommessa semplice: 5 materie 10 anni prezzi su o prezzi giù? 1000 dollari
- il great divide dell ambientalismo anni 70.
- vince simon e i conservatori prendono coraggio
- i precursori di eh: malthus
- quelli di simon: goodwin e engels
- reagan vs carter
- il dilemma filisofico: cosa conta nella vita?
- simon: solo l uomo e la sua felicitá. debito vs bentham
- eh: la natura. l uomo è solo una parte in qs equilibrio
- il dibattito attuale sul riscaldamento. cosa nn riproporre: la contrapposizione frontale. cosa riproporre: la passione il rigore e la chiarezza. imho: anche la scommessa come strumento epistemologico
continua - Thomas Schelling: tassare le città costiere (le più esposte al gw) per scoraggiare gli insediamenti (e costruire le dighe). Gli intervento di difesa sono sottovalutati rispetto agli interventi preventivi.
- Posso dire che l'ambientalismo è una bufala? Perché?Forse perché la temperatura del pianeta non si stia alzando?Forse perché su questo trend le attività umane non incidano in alcun modo?No, per altri motivi facili da capire se solo si fa la conoscenza dell’ “Ambientalista Standard” (AS). Una personalità a dir poco illuminante.Dio è morto e la persona che più ne ha risentito è proprio lui. Fortunatamente, dopo un periodo di sbandamento ha trovato Gaia e i computer dell’ IPCC, così la sua vita di misero laico alla deriva è rifiorita acquistando nuovo senso.Eschimesi e beduini, ghiaccio e deserto, Toronto e Arizona. La civiltà umana fiorisce in tutte le condizioni ambientali, ne abbiamo prove continue dalla storia. Eppure l’ AS considera l’aumento di due gradi centigradi (tra un secolo) come la porta della Catastrofe.Dall’India all’Europa, dalla Scandinavia alle Americhe, l’uomo è sempre migrato in condizioni avverse migliorando la sua vita. Eppure l’AS sente incombere l’apocalisse qualora l’aumento di due centimetri del livello marino costringerà qualche riccone a trasferirsi dalla propria villa in Florida (tra un secolo).Nucleare, geoengeneering, carbon tax, cape and trade… le soluzioni fattive al riscaldamento globale non mancano. Ma provate solo a vedere la faccia dell’ AS quando vengono messe sul tappeto. Un mix di orrore e disgusto. E’ chiaro che l’AS non tolleri molto le alternative al “vegetarianesimo” o al “fare meno docce” o al “km 0”.AS vorrebbe tanto salvare l’umanità, ha in grande considerazione l’umanità. Peccato che consideri un po’ meno l’uomo, in particolare le sue capacità di adattamento. AS non ama la storia, che ha il torto di esaltare proprio queste capacità: lui guarda avanti, non indietro. Guarda al futuro, all’ Uomo Nuovo. Quello vecchio lo disturba, troppo poco mistico, troppo poco prevedibile, troppa inventiva, troppa resilienza.E che atteggiamento tiene AS nei confronti di “carbone & petrolio”? Odio, repulsa e un senso di degrado. Strano perché chi ama l’uomo dovrebbe alzare un altarino a “carbone & petrolio” visto quanto hanno migliorato le nostre vite, semmai dispiacersi del fatto che il loro utilizzo prolungato potrebbe – forse - comportare qualche inconveniente in un futuro piuttosto lontano.La materia è complessa, come ama dire chi ritiene di aver domato questa complessità. Anche per questo le poche previsioni verificabili segnalano errori, normale. Un po’ meno normale che si tratti di errori sempre nello stesso senso. La cosa non sembra però turbare troppo l’ AS, d’altronde nell’”ambiente” non mancano certo le variabili da reperire per giustificare le precedenti imprecisioni senza alterare le conclusioni. i modelli non vanno mai “corretti”, al massimo possono essere “integrati” affinché mantengano fedeli sempre la medesima direzione di marcia precedente.Gli AS sono molto interconnessi tra loro, si vedono, discutono, ma soprattutto si scambiano e-mail dove sottolineano il valore civile del “taroccamento dati” su queste delicate materie.AS ama le previsioni secolari, quelle in cui è lecito prevedere un po’ di tutto e dove l’irrazionalità religiosa puo’ travestirsi più facilmente da “principio di precauzione”.Alcuni teologi cristiani hanno teorizzato l’assenza dell’ Inferno. Nella teologia AS manca invece il Paradiso: gli eventi estremi considerati sono solo quelli negativi.L' AS affida le soluzioni alla Politica Attiva auspicando una fantomatica “grande riforma”, la Politica a sua volta sottolinea la ragionevolezza degli allarmi AS e come il buon senso ci inviti a considerarli. AS si sente gratificato da tanta considerazione (e dai fondi per la ricerca che riceve), il Politico si sente rafforzato dai nuovi poteri incassati per far fronte al mandato. Così tutti vissero felici e contenti. Per “tutti” intendo gli AS e i Politici.AS si concentra sulle “generazioni future”, vuole salvarle costi quel che costi. Il fatto che rischi (eufemismo) di impoverirle non rientra nel suo schema mentale, non rientra nemmeno nel suo lessico che, essendo cripto-teologico, contempla solo il termine “salvare”.Ecco, conoscendo meglio la personalità dell’ “Ambientalista Standard” abbiamo più informazioni su come fare la tara al messaggio che passa dai media e dalle accademie.Bè, fatta la tara mi sembra si possa parlare di quasi-bufala. Perché non preoccuparsi degli asteroidi vaganti (spostando lì qualche fondo)? A conti fatti mi sembra una minaccia non meno concreta.
- Dall'effetto serra alla pianificazione economica di AAVV
- Prefazione di lomborg
- 1 anno di kyoto costa quanto dotare il 3 mondo di acqua e strutture sanitarie
- Secolo scorso: la temperatura è aumentata dello 0.6%. Esiste u a cesura netta col passato? Nn sembra prob
- Sappiamo come si comporta la co2 nell atmosfera? No, ci sono problemi con l aerosol e il feedback delle nubi. I modelli ipcc sono ipotetici
- Ipcc: 40 scenari. Un po' come dire: che ne so? 3 ci assicurano un mondo più ricco.
- Tagliare drasticamente la co2 sarebbe molto più costoso che adattarsi, questo an he perchè le generazioni futura saranno molto più ricche
- Kyoto senza il cape and trade inclusivo del terzo mondo: il mondo starebbe peggio. Il c&t globale è essenziale
- La morale: ti interessa la vita umana? Investi nel terzo mondo più che sull ambiente
- Intro antonio gaspari
- Il clima si sta alzando?
- La posizione delle stazioni di misurazione incide. Le misure satellitari sono recenti
- Ci sono zone dell antartide col ghiaccio in espansione. I ghiacci si ritirano sulle alpi ma si espandono in nord europa.
- L uomo incide?
- La co2 creata dall uomo è solo il 4%
- Il gw è necessariamente un dramma?
- La copertura erde del pianeta si espande da 20 anni a qs parte e anche per causa dell accresciuta co2 nell atmosfera
- I climi secchi sono diventati più piovosi grazie al riscaldamento
- Catastrofe in arrivo? L uomo è vissuto con climi ben più caldi: annibale e le alpi l uomo del similaum la groellandia elefanti e gazzelle in italia
- Tesi: più fondi alla ricerca scientifica e meno a kyoto
- Cap1 indur goklany
- Tesi: meglio adattarsi che ridurre
- Rendimento agricolo: aumenta col caldo
- Morti dovuti alla temperatura esterna: minori nei paesi caldi
- I danni e i morti x eventi estremi? diminuiti o stabili
- Secolo scorso: secondo ogni misurazione concepibile il benessere umano è migliorato. Siamo alla goccia che farà traboccare il vaso.
- Considerati 5 parametri nell analisi: 1 produzione di cereali 2 popolazione a rischio di malattie contagiose x il caldo 3 rischio di approvigionamento idrico 4 area forestale globale 5 eventi climatici estremi
- Tesi: tolte le inondazioni costiere gli eventi significativi per il ns futuro nn sono certo quelli climatici
- Kyoto: è indifferente x tutte le 5 categorie considerate
- Due metodi d azione: 1 agire sull ultima goccia rintuzzandola per diminuire il rischio am ientale2 puntare all intero vaso guardando al rischio globale
- Vantaggi di 2: 1 i benefici si vedono prima 2 i problemi sono molto meno aleatori
- La ricchezza: migliora tutto. Per qs i paesi poveri sono più vulnerabili
- Più diseguaglianze da gw? Più libero scambio per attenuarle
- Con l adattamento più risorse disponibili per una riduzione mirata in futuro
- Cap2 dominic standish il MOSE
- Tesi: le preoccupazioni ambientali hanno ritardato il MOSE
- Alternativa: sollevare le parti più basse della città. WWF
- Alternativa: misure diffuse. Piccoli accorgimenti.
- Opposizione al MOSE: nascono dal movimento antinucleare
- Riscaldamento ambientale: le chiuse nn salveranno venezia
- Perchè venezia affonda? Non per l innalzame to dei mari ma per la costruzione del polo di marghera
- Per molto ambientalismo la natura è società e un intervento sulla natura è violenza in sè. Il principio di precauzione rappresenta un avversione al rischio radicale che nasconde un atteggiamento del genere
- Ma venezia è l innaturalezza x eccellenza
- Cap3 carlo stagnaro
- Tesi: esistono incertezze scientifiche sul clima e incertezze soggettive sull economia
- Italia: uno d1ei paesi più colpiti da kyoto e dei meno beneficiati
- Riscaldamento globale: si concentra dal 10 al 45 e dal 75 a oggi. Come mai? Nn saperlo è indice che qualcosa ci sfugge, anche perchè le emissioni sono aumentate in modo costante.
- Il ruolo dell attività solare
- Ipcc: emanazione onu e gruppo d interesse evidente. Le sue analisi: inevitabili fiabe al pc
- Le previsioni economiche: ancora più aleatorie. Nei modelli ipcc i pil sono convertiti ai valori di cambio, procedura inammissibile negli studi seri.
- Congettura plausibile: esiti predeterminati e razionalizzazione nei modelli.
- Mercato e innovazione: come valutarle su una distanza secolare? Impossibile
- Domanda: cosa sarebbe successo nel 1950 se avessimo saputo che la popolazione mondiale sarebbe raddoppiata nei 30 anni successivi? Altro che kyoto.
- Le società avanzate inquinano meno. Lo sviluppo diminuisce l inquinamento.
- L imbarazzo degli ambientalisti: metà dell inquinamento avviene nei paesi poveri. Come includerli senza penalizzarli? Impossibile senza un imperialismo ecologico.
- Kyoto? Solo un blando aperitivo
- Il problema radicale: quali saranno le preferenze delle generazioni future?
- Il problema etico di reisman: il danno o è del singolo o è della natura. Quando deriva dalla collettività è un danno naturale.
- Quote: devono essere anche intranaziinali. In caso contrario meglio la carbon tax
- Soluzioni di mercato o il mercato? Mercato:lo smog equivale ad un aggressione (la buona vecchia common law). Privatizzazione delle strade e responsabilizzazione.
- Cap5 kendra okonski
- Meglio occuparsi dei poveri o del clima?
- I due partiti: 1 meno consumi 2 più efficienza energetica
continua - Eco imperialismo di Paul Driessen
- Tesi:opporsi allo sviluppo causa morte tra i più poveri. Il caso della dissenteria. L ambiente prima dell uomo
- Ddt ogm biomassa
- La lotta alle multinazionali... che pagano per scampare il pericolo. La massa di ricchezza spostata senza argomenti.
- Lester brown paul elrich e il millenarismo delle sette. Il mito della grande madre terra. I nuovi barbari.
- L eco primitivismo george zerzan fulco pratesi
- David graber: nn siamo interessati all uomo o ad una particolare specie. L elogio della carestia. La presenza umana è sempre "troppa". Ambientalismo come candidato al totalitarismo del nuovo millennio.
- Cap 1 la responsabilità dell impresa
- L ipocrisia di bp. Investimenti verdi in perdita per calmare le proteste
- Il costo delle politiche di responsabilità sociale d impresa scaricato sui consumatori e sui lavoratori più deboli
- Usa e pubblicità menzognera. Le ong sono esenti
- Denuncia di green peace: ormai l ambientalismo è stato sequestrato dalla politica e da un "no" a tutto
- Cap 2 radici dell eco imperialismo
- 1 Teoria sviluppo sostenibile: soddisfare i propri bisogni senza compromettere la soddisfazione delle generazioni future
- 2 Teoria del principio di precauzione: finchè nn è chiarita una pratica potenzialmente minacciosa bisogna astenersi dal porla in esserre.
- 3 Teoria della responsabilità sociale: le imprese devono adeguarsi volontariamente ai due principi precedenti
- 4Teoria partecipativa: chiunque è coinvolto negli effetti di una decisione deve partecipare nel prenderla
- 4 blocca tutto. I chipko e la strada nel bosco per sfruttare la foresta. L opposizione di vandana shiva. Gli attacchi di greenpeace alla shell per proteggere gli ogoni nn si sa bene da cosa.
- 2 blocca l innovazione
- 3 sacrifica i più miseri sull altare dei più pasciuti
- Cap 3 sterco di mucca forever
- L ambientalista romanticizza la povertà
- Cap 4 giocare con la fame
- Zambia: 2mn di affamati. Gli usa spediscono 26000 di tonnellate di cereali ogm. Il presidente: meglio affamati che intossicati, e respinge. Gli americani consumano da anni quella merce: la metà dei loro cereali sono ogm
- L europa minaccia di sanzioni i paesi africani che si mettono a trafficare con ogm
- La biotecnologia che salva le banane ugandesi dal fungo. Rigettata: se voglio banane biotecnologiche vado negli usa, nn qui da me, dice il presidente mal consigliato.
- Precauzione: nn sono più le autorità a dimostrare la dannosità di un prodotto o di un trattamento
- Le farfalle monarca sono danneggiate dal grano ogm? E la digestione del topo bianco? I lussi occidentali creano morte in africa
- Si punta sul biologico in africa (e sulla fame). Laboratori monsanto distrutti
- La moderna biotech è solo un perfezionamento della pratica dell innesto e dell ibridazione. Come l auto un perfezionamento del carro
- 3200 scienziati. 20 premi nobel. Associazione medica. Accademia francese delle scienze
- Perchè il trial degli ogm deve essere più severo di quello dei farmaci.
- L africa ha già perso il treno della prima rivoluzione verde, quella di barlaug, vediamo di...
- Cap 5 zanzare sostenibili
- 1 la malaria è uno dei più grandi mali 2 il DDT è efficacissimo
- Quanta gente è stata sacrificata pur di battersi contro la multinazionale?
- Cap 6 aziende sfruttatrici e prostituzione
- Regole uniformi. Gioco equo, salari dignitosi. A volte sono concetti pericolosi per i poveri
- Salari di fame? L alternativa: salari più bassi, malnutrizione, furto prostituzione...
- Oxfam: o lavoro minorile o prostituzione o criminalità. In nepal boicottati i tappeti, inizia il bordello a cielo aperto.
- Quanto paga la nike x cucire i palloni? Il salario più alto del pakistan
- Cap 7 il miraggio dell energia rinnovabile
- Eolico e uccelli. Il dilemma verde. Coprire la virginia di pale
- Sole: uso intensivo del territorio. Generatori a gas cmq richiesti.
- Amory lovins" se penso agli usi che ne faremo ritengo sia un disastro scoprire una fonte di energia pulita a basso costo".
- Paul elrich: " dare alla società energia pulita a buon mercato sarebbe come dare una mitragliatrice in mano ad un idiota"
- La semplice verità: le rinnovabili al momento nn sono pronte, rassegnamoci.
- L esaurimento dell energia? Un giorno lontano. I prezzi ci avvertiranno, nn i catastrofisti
- Cap 8 arricchirsi con l effetto serra
- La principale fonte di finanziamento degli attivisti gw? BP e Shell. Ricatto o amore x il pianeta?
- Molte compagnie sfruttano l allarme gw x fare profitti con le price discrimination
- Le grandi compagnie anticipano la regolamentazione facendo grandi profitti (es: investimenti BP nel gas naturale). D'altronde sono le più informate
- Richard Lindzen: studi politicizzati. Il caso delle mail. Macchie solari. Il medioevo. Riassunti ad hoc x i media. Riscaldate soprattutto le regioni fredde
- Stephen schneider: dobbiamo colpire l immaginazione offrendo scenari paurosi.
- Ghandi: la povertà è il peggior inquinante.
- Kyoto: 1 costi altissimi 2 problemi risolti vicini allo zero. Si può fare ben poco senza coinvolgere i paesi poveri in via di sviluppo
- Il nucleare e l idroelettrico potrebbe dare una mano, ma anche qui il verde radicale si oppone
- Il consulente stephen pacala ppconsiglia bp di abbracciare le teorie gw x alzare i prezzi del petrolio senza doversi giustificare
- Le politiche gw sono anche viste in chiave anti americana da moltj paesi europei. Qs xchè il consumo pro capite usa è maggiore
- Policy: trasparenza nei bilanci delle ong. Scienziati indipendenti e nn a libro paga dei governi. Dibattiti pubblici.
- Cap 9 verdi e verdoni
- Il caso bp. Mai speso tanto in pubblicità x costruire un immagine ecologista. Mai trovato un filone pubblicitario a così alto rendimento.
- E i locali che fanno? Spingono per le trivellazioni sui loro territori in modo da incassare le cospicue indennità.
- Si chiama greenwashing: finanzi la lobby ambientalista, fai una campagna pubblicitaria e passi all incasso. Le vendite aumentano e gli ambientalisti ti lasciano in pace anche se nn sei diverso come fai credere.
- Avete notato che l amore per il verde cresce al crescere del reddito?
- Cap 10 frodi finanziarie
- Fai una dichiaraziine ingannevole, i titoli crollano e passi all incasso
- Ilfatto che trasparenza e controlli riservati alle imprese nn si applicano anche alle ong? Oggi una loro parola sposta mln di dollari, nn possono continuare ad essere delle scatole nere.
continua - parlando di gw etica, climatologi ed ambientalismo si mescolano spesso senza che ce ne accorgiamo, così tendiamo a dare peso alle parole di un esperto anche quando sono in realtà incentrate su una materia di cui nn è affatto esperto. Un esempio: a recent survey of 365 economistswho publish in the field of climate change shows that a majority of them, 59%, think climate change will have a negative impact by 2025...Robert Murphy, whose post I will quote from liberally, doesn't quite get it right. He writes: As the numbers indicate, 59 percent--a solid majority--thought that climate change would be beneficial for the global economy at least through the year 2025. Moreover, 37 percent of the experts thought that climate change would be beneficial to the global economy until at least the year 2050....... Murphy quotes David Roberts, who's touting this survey as a case for immediate action, as follows: The median answer here is 2025, which is considerably earlier than many prominent economic models estimate. For instance, Tol's FUND model -- one of the three big models used in the field -- estimates that impacts will not be net negative until 2080..........
So why do many of these economists go beyond some "prominent economic models?".......It's because of the weight they think should be given to benefits to future generations versus costs to current generations..... Murphy comments:......... Although they may have expertise on certain matters of analysis, professional economists have no claim to superior ethical standards than the community at large. - The Proactionary Principle By Bryan Caplan
- precazione vs proazione
- punti del pro azione:
- 1 privilegiare ciò che migliora la conoscenza anzichè ciò che la blocca
- 1 bis riconoscere i limiti della conoscenza che impediscono la mera analisi utilitaristica costi/benefici
- 2 simmetria: pesare i pro e i contro di tutte le azioni alternative
- 3 privilegiare l uomo sulla natura
- 4 privilegiare il vicino sul distante c.p.
- 5 privilegiare il certo sull incerto c.p
- ...
- a neat essay by Max More defending a "Proactionary Principle" against the far more popular "Precautionary Principle."
- 3. Triage: Give precedence to ameliorating known... over acting against hypothetical risks.
- 4. Symmetrical treatment...Treat technological risks on the same basis as natural risks... Fully account for the benefits of technological advances.
- 9. Prioritize
- Esempi. (a) Give priority to risks to human and other intelligent life over risks to other species;
- priority to immediate threats over distant threats;
- concept of opportunity cost... progress you don't see...
- ...
- 1 Libertà di innovare
- 2 Obiettività
- 3 Comprehensiveness
- 4 Apertura/Trasparenza
- 5 Semplicità
- 6 Verifica
- 7 Trattamento simmetrico
- 8 Proporzionalità
- 9 Prioritizzazione
- 10 Rinnovare e Rinfrescare
- i. Il principio di proazione è basato sull'osservazione che, storicamente, le innovazioni tecnologiche più utili e importanti non erano né ovvie né ben comprese al momento della loro invenzione.
- Il primo principio di More, libertà di innovare, piazzerebbe il peso della prova su quelli che propongono delle misure restrittive.
continua - Paul Sabin - The Bet - IntroductionEhrlich had made his name two years earlier with a blockbuster jeremiad, The Population Bomb.Read more at location 110
Ehrlich warned in his book, predicting that hundreds of millions of people “are going to starve to death.”Read more at location 111
in Urbana, Illinois, a little-known business administration professor named Julian Simon, also thirty-seven, watched Ehrlich’sRead more at location 121
Carson asked Ehrlich about the relation between population growth and the food supply.Read more at location 122
Ehrlich said it was “already too late to avoid famines that will kill millions.”Read more at location 123
Yet to Julian Simon, the relation between population and food was anything but simple.Read more at location 125
processed fish, soybeans, and algae could “produce enough protein to supply present and future needs, and at low cost.”Read more at location 126
Simon and Ehrlich represented two poles in the bitter contest over the future that helped define the 1970s.Read more at location 131
Simon’s increasing skepticism helped fuel a conservative backlash against federal regulatory expansion.Read more at location 133
Ehrlich commented broadly on nuclear power and endangered species, immigration and race relations. He readily denounced “growthmanic economists and profit-hungry businessmen”Read more at location 136
Meanwhile, Simon for years played the role of frustrated and largely ignored bystander.Read more at location 139
in the late 1960s, Simon too had argued urgently in favor of slowing population growth.Read more at location 141
Rather than sparking the world’s crises, population growth would help resolve them.Read more at location 145
Ehrlich agreed to bet Simon that the cost of chromium, copper, nickel, tin, and tungsten would increase in the next decade.Read more at location 150
Ehrlich’s conviction reflected a more general sense after the 1973 Arab oil embargoRead more at location 153
The outcome of the bet would either provide ammunition for Ehrlich’s campaign against population growth and environmental calamity or promote Simon’s optimism aboutRead more at location 156
their bet resonated with the cultural clash occurring in the country as a whole.Read more at location 159
The bet also captured the starkly different paths of Democrat Jimmy Carter and his Republican challenger Ronald Reagan in the 1980 election.Read more at location 159
Ehrlich’s widely publicized fears about population growth revived the arguments of the Reverend Thomas Malthus,Read more at location 176
Early critics of Malthus, however, such as the English philosopher William Godwin, anticipated Julian Simon’s critique of Ehrlich, mocking Malthus’s conviction that humanity was doomed to misery.Read more at location 185
Other nineteenth-century critics of Malthus, such as Friedrich Engels, thought that agricultural productivity could be “increased ad infinitum by the application of capital, labour and science.”Read more at location 189
What is the purpose of humans on earth? How should we measure the success of human societies?Read more at location 197
Julian Simon welcomed continued population growth because it meant that more people could live productive and meaningful lives.Read more at location 199
Simon did not speak in the elementary terms of “pain and pleasure.” But he also placed human welfare at the center of his moral universe.Read more at location 201
Humans needed to accept their proper role in a larger balance of nature on earth.Read more at location 204
the bet epitomized the increasingly polarized rhetoric of American politics.Read more at location 208
Underlying differences in social values and attitudes toward societal risk also often were left unacknowledged.Read more at location 212
prominent political debates over climate change, for example, starting in the 1990s slipped into rhetorical ruts established in earlier debates over population growthRead more at location 213
Instead of reading Paul Ehrlich’s clash with Julian Simon as a simple white hat–black hat morality tale, their story can move us beyond stereotyped portrayals of environmentalists and conservativesIntroductionRead more at location 107
Note: ehrluch: fisso al carson show ad evocare la catastrofe diventando celebrities simon: a casina a mangiarsi le dita problema: la sovrapopolazione ci pirterá a carestie rovinose eh converte nixon che fonda l epa il legame tra cibo e demografia la controidea di simon: benvenuta la crescita di uomini: piú upmini più idee simon il convertito: temeva la bomba demogr la scommessa semplice: 5 materie 10 anni prezzi su o prezzi giù? 1000 dollari il great divide delk ambientalismo anni 70. vince simon e i conservatori prendono coraggio i precursori di eh: malthus quelli di simon: goodwin e engels reaganvs carter il dilemma filisofico: cosa conta nella vita? simob: solo l uomo e la sua felicitá. debito vs bentham eh: la natura. l uomo è solo una parte il dibattito attuale sul riscaldamento. cosa nn riproporre: la contrapposizione frontale. cosa riproporre: la passione il rigore e la chiarezza. imho: anche la scommessa come strumento epistemologico - Contro la modellistica dei climatologi (Phil Magness). In a strange way, modern climatology shares much in common with the approach of 1950s Keynesian macroeconomics. It usually starts with a number of sweeping assumptions about the relation between atmospheric carbon and temperature, and presumes to isolate them to specific forms of human activity. It then purports to “predict” the effects of those assumptions with extraordinarily great precision across many decades or even centuries into the future. It even has its own valves to turn and levers to pull – restrict carbon emissions by X%, and the average temperature will supposedly go down by Y degrees. Tax gasoline by X dollar amount, watch sea level rise dissipate by Y centimeters, and so forth. And yet as a testable predictor, its models almost consistently overestimate warming in absurdly alarmist directions and its results claim implausible precision for highly isolated events taking place many decades in the future. These faults also seem to plague the climate models even as we may still accept that some level of warming is occurring.
- Bryan Caplan e l'ambientalismo
- come formulare le scommesse su gw
- cosa dicono gli esperti. il sondaggio ideale
- 6 critiche alla retorica ambientalista CBA. prob&catastrofi. cheap tech. ideologia.
- riconciliare scienziati e catastrofisti: il problema c è ma è anche pompato
- Bias del low probability
- ....
- Why I Believe in Moderate Global Warming, But Lose No Sleep Over It
- CAPIRE LA SCIENZA. examining the bets experts are willing to make is a great substitute for understanding what they are talking about.
- CONTRO GLI SCETTICI. when Robin Hanson reports that global warming skeptics aren't betting, at least at reasonable odds, I infer that strong skepticism is cheap talk.
- ATTENUANTE. I don't see the climate change bet as very interesting. Why not bet on world per-capita GDP and life expectancy in 2057 (or 2107) conditional on doing nothing
- Global Warming: The Experts Speak
- ESPERTI. Yes, I'm an elitist:
- MODERAZIONE. The experts almost always lean in the way Al Gore says they would, but they rarely lean strongly.
- SONDAGGIO TRA ESPERTI. Personally, I wish the survey measured the political views of the respondents, allowing us to test for ideological bias
- The High Points of Superfreakonomics
- CONTRO IL PIGOU CLUB. Dubner don't seem ready for the Pigou Club: …………….But when it comes to actually solving climate-change externalities through taxes, all we can say is good luck. Besides the obvious obstacles - like determining the right size of the tax and getting someone to collect it - there's the fact that greenhouse gases do not adhere to national boundaries...
- The Cartoon Introduction to Climate Change
- COSTI BENEFICI. 1. We can use cost-benefit analysis to put climate change in perspective... even high estimates are a small percentage of global GDP.... 2. Cost-benefit analysis is sensitive to discount rates.
- DESIDERABILITY BIAS. Insurance is NOT a no-brainer. Yes, insurance sounds wonderful; that's Social Desirability Bias.....Bauman repeats the cliche that "It's a good idea to buy insurance, just in case."
- RESILIENZA. 4. Leading techno-fixes really do look vastly cheaper than abatement... geoengineering,
- EFFETTI PERVERSI. 5. National emissions regulations can have perverse global effects. Se i paesi avanzati riducono i consumi... price falls - encouraging further consumption in relatively dirty countries.
- VOTO ESPRESSIVO. 6. Expressive voting is a big deal... showing commitment...rather than improving outcomes.
- DOMANDA ALL AMBIENTALISTA. Costco.com sells a year's supply of dehydrated food for $1499.99. This product provides excellent insurance against a long list of natural and man-made disasters. Question: Have you bought it? If not, why not?
- CATASTROFE. Low-probability catastrophes lurk around every corner, but the standard response seems to be, "Until I see concrete dangers, I'll take my chances."
continua - L'ambientalista scettico di Bjorn Lomborg
- Non è vero che l ambiente si sta degradando
- Non è vero che le risorse naturali si stanno esaurendo
- Non è vero che le ns città sono sempre più inquinate
- Non è vero che le foreste stanno scomparendo
- Previsione di Julian Simon:le condizioni di vita miglioreranno per la maggior parte della popolazione nella maggior parte dei paesi per la maggior parte del tempo per un periodo indeterminato. Ma molti continueranno a dire che quelle condizioni stanno peggiorando.
- Prefazione
- Lomborg: per lungo tempo esponente dell ala sinistra di greenpeace e professore di statistiche. Un giorno si è chiesto: perchè nn verificare le fonti di julian simon? Prime verifiche per lui sconvolgenti: l inquinamento dell aria nei paesi avanzati stava diminuendo. La fame nel mondo pure. La statistica può essere manipolata ma è anche l unico strumento di conoscenza che abbiamo.
- Cap 1 LA SITUAZIONE STA' MIGLIORANDO
- La litania ambientalista s incarna in un testo paradigmatico: the stateof the world di lester brown. "... come tutti sanno il pianeta gode di pessima salute...."... le risorse sono in via di esaurimento... la popolazione in continuo aumento è una minaccia... l acqua e l aria sono sempre più inquinate... le specie animali sono in pericolo... le foreste si riducono...
- Lo stato reale: la situazione migliora anche se nn è ancora buona...
- Antilitania:... le risorse energetiche sono ben lungi dall esaufirsi, c è cibo x tutti, la povertà si riduce e la vita media si allunga ovunque, il riscaldamento globale è in atto ma gli scenari più pessimisti sono irrealistici, decisioni radicali di riduzione della co2 sarebbero peggiore del male. L acqua e l aria sono sempre meno inquinate e le specie che vedremo sparire nella ns vita sono lo 0.7%. La maggior parte degli indicatori ci dice che la vita sul pianeta è migliorata moltissimo. La strada i trapresa è quella giusta. La situazione va migliorando e chi propond altre strade spesso sbaglia.
- I giudizi assoluti hanno poco senso. Bisobna confrontarsi col precedente. È la tendenza che fa testo,il resto è cherry picking.
- Segnalare un problema ha poco senso se nn si stabiliscono e giustificano delle priorità.
- Il punto focale deve essere sempre l uomo. Animali e piante vengono dopo. Concezio eantropocentrica.
- Foreste: il mango forestale è aumentato dal 50 al 95. Ma ingenerale tutti iproblemi segnalati dal worldwatch institute wwi sono migliorati, tranne uno. È facile cogliere quanga ideologia pesa in qs ricerche. La tesi:l economia capitalistica deteriofa il pianeta
- Esempio di politicizzazione delwwi. La prima causa di desgabilizzazione dell africa? Il mancato contrasto all aids dei paesi neoliberisti.
- Altro esempio il wwf e gli incendi del 1997. Dramma. Realtà: fuoco sull 1 per cento delle foreste. Si parlò del 25% utilizzando trucchi statistici. Persino l onu smentisce il wwf sulle superfici forestali. Il che dice tutto. Ma anche due studi indipendenti dell università del sussex.
- Hestved di greenpeace: se la gente non ha paura i verdi nn verranno mai presi sul serio.
- Il prezzo delle energie rinnovabili: una bufala che sia inferiore a quello dei combustibili fossili. Wwi: l energia eolica può competere con l energia tradizionale.
- L acqua: per i verdi manca in 30 paesi. In realtà il problema nn è la mancanza d acqua ma la mancanza di accesso all acqua. Il problema nn è dunque lo spreco. C è da aggiungere che considerando gli aumenti della popolazione anche l accesso è migliorato sensibilmente.
- Wwi e greenpeace isolano un trend e affermano che se prosegue ci saranno guai. Ma questo è un truismo se nn si indica la soglia critica e quanto siamo distanti.
- 1975. The cooling world. Si noti come vengano tralasciate tutte le conseguenze positive del raffreddamento. La metafora più usata è quella dell isola di pasqua . Una metaforaimpropria.
- Lomborg usa lo stesso materiale di wwf wwi e greenpeace.
- La scommessa lomborg brown sulla superficie forestale dal 1950 a oggi. Rifiutata.
- Lomborg è consigliato di tacere: la gente poi sottovaluta. Ma tutto qs è anti democratico.
- Tesi di alcuni: la paura ci ha spinto a migliorare il ns ambiente. Tesi debole: nei paesi prosperi l ambiente è migliorato ben prima dell avvento dell ambientalismo. La curva di kuznet è sempre stata valida.
- Solo l evento fa notizia. La catastrofe. Esempio: la carestia tiopica del 1984.. una foto di bimbo agonizzante ed ecco l evento.
- Julian simon: quando laviamo i oiatti il ns obiettivo è di ridurre lo sporco ad un livello accettabile non di pulirli.
- Cap. 2 PERCHÈ TANTE CATTIVE NOTIZIE.
- sondaggio: per quasi tutti l ambiente peggiora su quasi tutto. Spesso l ansia è più alta laddove si vive meglio. Conclusione: in qs ambiti la comunicazione è decisiva.
- Il paradosso del ricercatore:se la tua ricerca nn evidenzia problemi nn avrai fondi per proseguire. Un esempio? Le pioggie acide: le teorie sulla defogliazione attirarono una marea di fondi. Quando si scoprì il rimedio fu anche chiaro che piogge acide e deforestazione nn erano affatto collegate.
- L industria dei generatori di energia eolica. La classica lobby che finanzia ricerche. Le lobby sono ovunque.
- Notizie. Quelle negative pesano di più. Conta l evento. La catastrofe. La foto che turba.
- Il nino: danni per 4 mlrd di dollari. E i benefici per 19 mlrd?
- Cosa amano i giornali? La partita buoni/cattivi e uno a cui dare la colpa.
- CAP. 3 MISURARE IL BENESSERE UMANO.
- Tesi: 1 la crescita demo sta rallentando 2 la povertà interessa per lo più le regioni rurali
- L aumento di popolazione nel mondo arriva da solo 12 paesi.
- Il problema nn è la densità: le aeree più ricche sono anche le più densamente popolate. Il problema è la produzione di ricchezza.
- CAP 4 ASPETTATIVA DI VITA E SALUTE
- CAP 5 FAME
- CAP 6 PROSPERITÀ
- Tesi: il ns modello 1 riduce leggermente la poverta relativa 2 riduce drasticamente la diseguaglianza di benessere 3 riduce sensibilmente la povertà assoluta 4 promette di ridurre la povertà assoluta.
- CONCLUSIONI SENZA PRECEDENTI
- CAP 7 ABBIAMO I GIORNI CONTATI?
- Per molti nnostante il ns modello abbia conseguito diversi successi nn è sostenibile. Siamo destinati verso il burrone.
- Sostenubilità: soddisfare i ns bisogni consentendo anche alle generazioni future di farlo.
- CAP 9 AVREMO CIBO A SUFFICIENZA?
- CAP 10 LE FORESTE STANNO SCOMPARENDO?
- a livello globale sono costanti nell ultimo mezzo secolo.
- La definizione di foresta è costantemente cambiata per avere i risultati desiderati
- Nelle aree temperate l estensione delle foreste è aumentata.
- I problemi sono nelle aree tropicali. I diritti di proprietà sono mal definiti e mal protetti.
- Inoltre nei paesi poveri il legname è spesso l unica risorsa.
- A volte la mancanza di energia fa ripiegare sulla legna.
- Il mito dell amazzonia come polmone del mondo. C è molto marketing
- L ossigeno prodottodalle piante nn supera di molto quello consumato dalla loro decomposizione. Cosicchè una foresta in equilibrio...
- La carta è una minaccia? Il consumo complessivo di legno e carta è soddisfatto dal 5% del patrimonio forestale.
- CAP 11 ENERGIA
- il grido d allarme: il petrolio sta finendo.
- Critica di robert solow al principio di sostenibilità: meglio chedersk se le generazioni future avranno più o meno opportunità di noi 7n generali (essere ri chi, per esempio, dà molte opportunità). Conoscenza e capitale contano piùdi una singola risorsa. Una società può consumare petrolio ma anche arricchirsi e sviluppare co oscenze grazie a quel consumo.
- L età della pietra nn è finita x mancanza di pietre ma perchè eravamo troppo ricchi per accontentarci delle pietre.
- Le crisi petrolifere nn hanno a che fare con la mancanza di petrolio ma con pruduzioni rallentate.
- La tesi catastrofista:1 ci si riproduce a ritmi esponenziali 2 le risorse sono limitate. Malthus padre putativo.
- Trascurati:1 il valore creativo della mente umana e 2 il valore segnaletico dei prezzi.
- Energia nucleare:stagnante per la diatriba sulla sicurezza degli impianti. I materiali restano radioattivi per 100mila anni. La fusione nn sarà disponibile pri a del 2030.
- Energia rinnovabile: no rischio esaurimento. L aumento di produzione in termini% è notevole ma le % sono piccole. Oggil 86% dell energia prodotta è non ri novabile. È energia costosa: il combustibile (vento sole) è solo una a parte del costo (la dereghlation poi ha diminuito il costo di gas petrolio). In origine il sostegnoalle rinnovabili era giustificato dal fatto cbe "il mercato scoprirà troppo tardi l esaurimento delle risorse". Ma qs ragione era sbagliata. Domani forse le rinnovabili ssaranno concorrenziali, oggi senza sostegni sono inaccessibili.
- RISORSE NON ENERGETICHE
- Simon vinse la sua scommessa. Ehrich scelse 5 materie prime ma ne avrebbe potute scegliere altte 5 e l esito nn sarebbe cambiato
- Negli ultimi 150 anni i prezzi delle materie prime sono diminuiti dell 80 per cento
- ACQUA
- il problema dell acqua nn è la mancanza di acqua ma di tubi, quindi di prosperità e di capitalismo.
- C è abbondanza d acqua. Noi consumiamo il 17 per cento dell acqua disponibile.
- In alcuni paesi come l italia lo spreco dell acqua distribuita si avvicina all 80 per cento. Urge privatizzazione.
- CONCLUSIONE: LA PROSPERITÀ ESISTE, DURERÀ, AUMENTERÀ, SI ALLARGHERÀ
- Legenerazioni futuredovrebbero ringraziare
- L I QUINAMENTO DELL ARIA
- effetto kuznet:l aria delle ns città è sempre meno inquinata.
- Tipico caso che ricchezza e ambiente nn sono sempre incompetizione: la drastica diminuzione dei fattori inquinanti si è avuta in concomitanza conla crescita.
- PIOGGE ACIDE
- untipico caso. Oggi sappiamo che nn erano poi così pericolose. Ogni tanto il mito è prontoa rispuntare.
- ALLERGIE E ASMA
- ipotesi dell igene:organismi più espostiai microbi sono anche più resistenti.
- SPAZIO PER I RIFIUTI
- premessa:la crescita dei rifiuti cresce di pari passo col pil.
- Distinguiamo il problema dello spazio dal problema NIMBY
- Senso delle proporzioni:tutti i rifiuti usa del XXI secolo potrebbero essere raccolti inunadiscarica grande come una frazione della contea di woodward in oklahoma.
- riciclaggio: 1 il problema dello spazio nn esiste 2 il problema del risparmio nemmeno.
- gli in eneritori producono energia termica
- CONCLUSIONI: L I QUINAMENTO SI È ATTENUATO
- LA PAURA DEGLI AGENTI CHIMICI
- Ca cro e pesticidi. Chi si oppone agli ogm favorisce i direttamente i pesticidi.
- BIODIVERSITÀ
- Timori nn fondati sui fatti
- Domanda: è il caso di porsi ancora il problema ora che l uomo può manipolare il dna degli organismi. Oggi esistono diverse genoteche dove alcune piante, anche se sparissero potrebbero essere riprodotte.
- Ricordiamo che il 9t per cento delle specie inpericolo è costituita da scarafaggi, vermi microscopici ecc.
- RISCALDAMENTO GLOBALE
- i calcoli ipcc sono improntati allo scenario BAU piuttosto inverosimile.
- gli scenari vengono considerati equivalenti. In realtà alcuni sono palesemente assurdi:assenza di sviluppo.
- l effetto delle nubi nn è considerato.
- l effetto delle macchie solari nn è ben considerato.
- l interdipendenza cei solfati nn è ben considerata
- gli scenari, se visti da vicino, presentano notevoli problemi. Foreste che crescono smisuratamente eccetera. Ad ogni modo i riscontri effettuati fanno registrare errori tutti con lo stesso segno
- Le catastrofi ambientalj sembrano ben soppesate. L effetto dello sviluppo sulla risoluzione dei problemi ambientali sembrano minimizzate. Es. La probabilità di una soluzione instile beoeneneering sembra del tutto assente. Assente le soluzioni instile titanic: il problema dell iceberg è stato risolto con gli aerei e nn con un nuovo tagliaghiacci
- la discussione sembra falsata da ambizio i politiche. Vedi beffa della fusione fredda.
- Senza soluzioni di mercato in stile commercio dei diritti, ogni soluzione è diseconomica
- DISAGIO E POVERTÀ
- il maggior problema è ancora la fame nel mondo.e la povertà. Anche se ci sono stati notevoli miglioramenti. L ambiente migliore è solo un modo molto indiretto per aggredire il problema.
- CONCLUSIONI
- Al Gore. Tipico catastrofista. Per lui la ns civiltà è il nazismo di ieri
- Invece... abbiamo più tempo libero più sicurezza più istruzione più comodità più redditi più cibo vige più lunghe e più salute...
- Salviamo al gore come memento e niente più
- tesi di al gore: siamo migliorati facendo pagare un alto prezzo all ecosistema. Cultura del pessimismo
- lester brown e al gore: unsenso di colpa calvanista
- Un disprezzo per la creatività umana
- aaron wildaski:la civiltà più ricca e sicura della storia è anche la più spaventata. Un paradosso. Poco cibo: un bel problemi. Tanto cibo:molti problemi.
- la per ersione dei media e il loro amore per la catastrofe. È da loro che la scala delle priorità diventa irrazionale e i limiti assurdi della ns regolamentazione. Vedi tabella rischi p. 346. Allarme: ignorare le priorità ci fa commettere deglj omjcidi statistici.
- OGM
- Ottimi per la lotta alla malnutrizione: più economici, più resistenti.
- L opposizione di greenpeace e amici della terra. 1 preoccupazione per la terra e 2 preoccupazione x la salute
continua - CHAPTER 24 WHY I AM NOT AN ENVIRONMENTALIST The Science of Economics Versus the Religion of Ecology - The Armchair Economist (revised and updated May 2012): Economics & Everyday Life by Steven E. Landsburg - #ildoveredideprogrammare #preferenzecattive? #profittoepreferenze #religioneomercatomancante? #conservaretuttotranneiltempo #ritoosostanza? #cosedanondire:mancasempreunmercato #inquinareipoveri #spreconinelladoccia #insegnareiltradeoff #cosavoglionolegenerazionifuture? #inquinare=peccare
- Ronald BaileyThe IPCC Mitigation report notes that the optimal scenario that it sketches out for keeping greenhouse gas concentrations below 450 ppm would cut future incomes by 2100 by between 3 and 11 percent... [P]rojected IPCC income losses that would result from doing nothing to adapt to climate change appear to be roughly comparable to the losses in income that would occur following efforts to slow climate change. In other words, it appears that doing nothing about climate change now will cost future generations about the same as doing something now.
- l'ambientalista ragionevole ha ormai abbandonato l'analisi costi-benefici classica elaborado il "dismal theorem": quando rischi bassissimi di un danno altissimo sono presenti bisogna comq intervenire per eliminarli. Il lato debole di questa politica è che noi non l'adottiamo mai: per es. quanto spendiamo per ridurre il rischio già bassissimo che un asteroide collida con la terra? Quando i rischi sono così bassi è più ragionevole supporre che valgano anche in senso opposto: un invenzione imprevedibile potrebbe azzerrare completamente ogni problema ambientale o di altra natura.
- ci sono scelte ecologiche decisive che ci sfuggono. esempio: meglio i grattacieli o le villette a schiera? sul piano dell'impronta ecologica non si discute, meglio i primi! eppure c'è chi continua a pensare che rispettare la natura significa vivere tra gli alberi. la città è il più grande investimento verde che si possa fare. vedi edward glaeser the triumph of the city.
- L’incidenza dell’anidride carbonica sul clima è esagerata per il semplice fatto che l’anidride carbonica non è il principale gas serra, il metano contribuisce all’effetto serra 25 volte più dell’anidride carbonica. Ed in ogni caso il fattore più importante resta il vapore acqueo, ma i modelli del clima attuali non sanno come gestire il vapore acqueo e i diversi tipi di nuvole! Al contrario, l’inquinamento particellare prodotto negli ultimi decenni potrebbe avere raffreddato l’atmosfera schermando la radiazione solare. Fu quello il “raffreddamento” che negli anni Settanta aveva attirato l’attenzione degli scienziati, una tendenza che cominciò a invertirsi ai primi risultati nella diminuzione dell’inquinamento. In altre parole, la maggior parte del riscaldamento osservato negli ultimi decenni in realtà potrebbe essere dovuta a una buona gestione dell’inquinamento canonico.
- Persino il movimento del consumo "a KM 0", che propugna il consumo esclusivo di cibo prodotto in zona, fa la sua parte nel contribuire al riscaldamento globale. Uno studio recente di due ricercatori dell’Università Carnegie Mellon, Christopher Weber e Hulk Scott Matthews, ha evidenziato che l’acquisto di cibo «locale» in realtà aumenta le emissioni dei gas serra. Perché? Più dell’80% delle emissioni associate al cibo avviene nella fase produttiva e le grandi aziende sono molto più efficienti delle piccole fattorie. I trasporti rappresentano solo l’ 11% delle emissioni alimentari e la consegna dal produttore al dettagliante equivale solo al 4%
martedì 8 luglio 2014
Riscaldamento globale, il punto
Scienziati e clima
Sarebbe bello se i "catastrofisti" fossero motivati da amore di verita' scientifica. Purtroppo cosi' spesso non e', e il recente incidente delle e-mail e' solo uno degli indizi di disonesta' intellettuale alimentata dallo spirito di crociata. Gia' nel lontano 1988 il climatologo di Stanford Stephen Schneider ammetteva, in un articolo di Discovery Magazine:
On the one hand, as scientists we are ethically bound to the scientific method, in effect promising to tell the truth, the whole truth, and nothing but – which means that we must include all doubts, the caveats, the ifs, ands and buts. On the other hand, we are not just scientists but human beings as well. And like most people we’d like to see the world a better place, which in this context translates into our working to reduce the risk of potentially disastrous climate change. To do that we need to get some broad based support, to capture the public’s imagination. That, of course, means getting loads of media coverage. So we have to offer up scary scenarios, make simplified, dramatic statements, and make little mention of any doubts we might have. This “double ethical bind” we frequently find ourselves in cannot be solved by any formula. Each of us has to decide what the right balance is between being effective and being honest. I hope that means being both.
O, per chi preferisce la lingua di Dante:
Da un lato, come scienziati, siamo eticamente vincolati al metodo scientifico, in effetti promettendo di dire la verita', tutta la verita' e nient'altro che la verita' - il che significa che dobbiamo includere tutti i dubbi, i caveat, i "se", e i "ma". Dall'altro, non siamo solo scienziati ma anche esseri umani. E, come la maggior parte delle persone, vorremmo vedere il mondo un posto migliore, il che nel contesto si traduce nel nostro lavorare per ridurre il rischio di un cambiamento climatico potenzialmente disastroso. Cio', ovviamente, significa ottenere una gran quantita' di copertura mediatica. Cosi' dobbiamo presentare scenari paurosi, fare affermazioni semplificate e drammatiche, e menzionare poco qualunque dubbio ci capiti di avere. Questo "doppio vincolo etico" in cui frequentemente ci troviamo non puo' essere risolto da alcuna formula. Ognuno di noi deve decidere qual e' il giusto equilibrio tra essere efficace ed essere onesto. Io spero che cio' significhi essere entrambe le cose.
Non ricorda la "verita' politica" dei comunisti di ieri o della Santa Inquisizione dell'altroieri?
Same sex parents and adopted children
Same sex parents and adopted children:
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una voce critica: http://www.campariedemaistre.com/2014/07/figli-di-coppie-gay-piu-felici-degli.html
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una voce critica: http://www.campariedemaistre.com/2014/07/figli-di-coppie-gay-piu-felici-degli.html
lunedì 7 luglio 2014
sabato 5 luglio 2014
Evangelizzazione o valori? I cattolici tra riduzione etica e silenzio
Evangelizzazione o valori? I cattolici tra riduzione etica e silenzio | Libertà e Persona:
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Il post chiarifica diversi metodi di evangelizzazione al fine di condannarli e ricondurli nell' alveo dell' ortodossia.
La stessa opera di chiarificazione si potrebbe fare, e forse in modo più proficuo, mettendo in evidenza i punti di forza di ciascuna alternativa in modo che la linea ortodossa, la più raccomandabile, si possa rafforzare traendone un sano insegnamento.
Scegliere la prima o la seconda impostazione dipende probabilmente dalla psicologia dell' autore e dalle sue intenzioni: vuol predicare ai convertiti o a tutti?.
Passiamo allora in rassegna le diverse evangelizzazioni così come le propone Guzzo:
La posizione progressista-hegeliana
Nelle parole di Guzzo i progressisti "ritengono necessario mutare radicalmente sia il contenuto della fede che quello della morale, al fine di adeguarsi il più possibile al processo storico-culturale del progresso del mondo in atto in tutta l’umanità".
Detto così sembrerebbe che i "progressisti hegeliani" vogliano "cambiare tanto per cambiare" al fine di appiattirsi su posizioni moderniste. Naturalmente questo è inaccettabile, tuttavia cio' non toglie che taluni insegnamenti della Chiesa possano e debbano mutare nel tempo, specie se nel frattempo sono confutati dalla scienza. Tutto cio' non è solo logico ma è già stato fatto in molti campi dalle Istituzioni consacrate. Un piccolo esempio per rendere ancora più chiaro il concetto: la Chiesa condannava come usura qualsiasi prestito ad interesse. Oggi che le scienze sociali hanno ampiamente dimostrato come l' intermediazione finanziaria sia indispensabile per la prosperità di un paese e per offrire una chance agli ultimi, la Chiesa ha profondamente rivisto le sue posizioni in materia mutando l' insegnamento.
Probabilmente Guzzo ha in mente altri casi - accenna, per esempio, a come oggi molti "progressisti-hegeliani" dicano "... basta con l’affermazione della resurrezione reale di Cristo: essa sarebbe solo un simbolo della forza dello Spirito Assoluto che si sviluppa in ogni passaggio storico..." - dopodiché, condanna a tutto campo. Ma risulta problematico estendere la giusta condanna dei casi specifici alla condanna del metodo. Basterebbero dei controesempi per denunciare la fallacia di questa estensione indebita, e i controesempi abbondano.
La linea del silenzio etico
Nelle parole di Guzzo appartiene a questa linea di evangelizzazione chi "... sostiene le verità della fede come fatti oggettivi e come insegnamenti immutabili, ma si pone in modo dialettico-diplomatico sulle questioni morali: esse cioè, pur accettate come un dato permanente e innegabile, vengono mantenute sotto stretto riserbo nella presentazione della fede e dell’esperienza cristiana...".
Secondo Guzzo un simile approccio è fallimentare, e fa il caso dell' aborto: sì è ritenuto che silenziare gli appelli in materia - almeno queli ritenuti più "esagitati" - potesse dare frutti, ma così non è stato.
Nella mia piccola esperienza questa linea presenta molti pregi: i contenuti della fede non possono essere presentati allo scettico tutti insieme, bisogna fare un passo alla volta. Se non si hanno entrambi i piedi ben saldi su un gradino è vano affrontare il successivo.
Mi sgancio un attimo dai temi della morale per fare un esempio più neutro: quello dei miracoli. E' difficile essere convincenti sul tema dei Miracoli, la reazione dello scettico acculturato è da manuale:
I pani e i pesci... ah ah ah.
Il vino di Cana... ih ih ih ih.
La Madonna che piange sangue... uh uh uh.
E via di questo passo. Mi sembra inutile allora insistere con lui e provarci con il classico "Lazzaro, alzati e cammina".
Meglio sarebbe affrontare altre questioni, per esempio quella dualista: la nostra realtà è solo di tipo materiale? Rispondere "no" non suscita certo sarcasmi e apre la via ad una sensata possibilità del miracolo.
Se in questo campo non si procede gradualmente presentando le verità in modo ordinato e solo quando si è pronti al passo successivo, il fallimento è assicurato. Provate a consolare l' afflitto condensando una serie di passaggi per annunciargli trionfali che vive "nel migliore dei mondi possibili"!
Ebbene, molto spesso la dinamica si ripete anche quando dobbiamo giustificare certi obblighi morali.
Senza contare che in tema etico molto spesso la posizione scettica è convincente: "trovo giusto non uccidere il mio fratello e non ho certo bisogno di credere in dio per credere in questo precetto". Come dubitarne, certi precetti sono iscritti nei nostri geni prima ancora che sulle tavole del Sinai. I problemi cominciano quando dobbiamo stabilire se, per esempio, esiste un "dovere di digiunare" o un "dovere di non clonare".
Certi doveri che derivano dalla fede non possono essere sentiti in mancanza di fede. Occorre instillare la fede quindi per stimolarli. Ma l' unico modo con cui possiamo interloquire con lo scettico in tema di fede è presentare gli argomenti ragionevoli a suo sostegno.
Guzzo tende a trascurare questo lato della discussione. Secondo lui non sembrano esistere precetti (omicidio) adottabili a prescindere dalla fede, così come sottovaluta l' esistenza di precetti (digiuno) la cui forza è tratta essenzialmente dalla fede. Questa sottovalutazione fa passare in secondo piano il fatto che evangelizzare sui primi è pressoché inutile poiché sganciati dalla fede, mentre evangelizzare sui secondi è possibile solo facendo un passo alla volta, ovvero presentando in modo ragionevole la fede.
La riduzione etica del cristianesimo
Secondo l' apologeta Guzzo questa posizione è contraria alla precedente e appartiene a colui che "...si interessa ai valori morali cristiani ma appare quasi completamente disinteressata ai contenuti della fede e al loro scopo, che è l’unione dell’uomo con Dio".
Devo ammettere che neanch' io stravedo per l' evangelizzazione moralistica, eppure non posso non constatare i suoi punti di forza.
Qual è del resto l' obiezione più ficcante che l' ateo puo' avanzare verso l' uomo di fede? Semplice: "la tua è solo ideologia, credi quel credi e dici quel che dici perché ti costa poco e non potrai mai essere smentito, se dovessi sacrificare davvero qualcosa alla tua fede ci penseresti due volte e cambieresti idea". Ebbene, il moralista sarà anche pedante ma, almeno all' apparenza, sacrifica molto. Lo sforzo del volontariato missionario, per esempio, è enorme ed è difficile opporre l' "obiezione fondamentale" a colui che per l' immane sua opera dice di trovare la forza nella fede.
***
Guzzo prosegue poi enunciando la prospettiva autentica della Chiesa che consiste nell' inseparabilità della fede dalla morale che sancisce l' unione di "Verità e Amore". Sulla scorta della "prospettiva autentica"
Si passa poi all' analisi di casi concreti come quello dell' aborto. In questa battaglia in molti hanno scelto la via del silenzio anziché quella del grido, e i risultati sono stati disastrosi.
Puo' darsi anche che vie alternative potessero rivelarsi più produttive, ma sembra quasi che Guzzo veda in queste occasioni mancate delle conversioni mancate.
Torna allora la distinzione che facevamo prima: un conto è la discussione ragionevole sulla liceità dell' aborto, un' altra è la questione dell' evangelizzazione. Guzzo, in questo articolo, sembra abbia a cuore la seconda, senonché finisce per concentrarsi sulla prima al fine di screditare chi contrasta la "prospettiva autentica". Ironia della sorte molti atei sono potenzialmente sensibili alla questione dell' aborto ma rifuggono dal prendere una posizione esplicita proprio per non mescolarsi a chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione. E chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione? Guzzo, il quale sostiene che le due cose (verità e fede) non possano mai procedere proficuamente disgiunte.
In conclusione, ammetto che la mia sensibilità fatica su un articolo del genere, per quanto sia chiaro e informato. L' approccio apologetico lo guida ad una rappresentazione caricaturale delle prospettive di evangelizzazione concorrenti a quella "autentica" rendendolo poco credibile sulle conclusioni, almeno agli occhi dei non credenti. Per carità, azioni di questo tipo sono legittime, sopratutto in chi deve rafforzare una fede anemica e non è interessato al dialogo, sebbene il problema dell' evangelizzazione sia essenzialmente un problema di dialogo con l' altro. Peccato che così facendo si perdano per la strada molti insegnamenti che invece un' "interpretazione caritativa" consentirebbe di far fruttare mantenendo comunque ferma una condanna di fondo dell' eresia.
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Il post chiarifica diversi metodi di evangelizzazione al fine di condannarli e ricondurli nell' alveo dell' ortodossia.
La stessa opera di chiarificazione si potrebbe fare, e forse in modo più proficuo, mettendo in evidenza i punti di forza di ciascuna alternativa in modo che la linea ortodossa, la più raccomandabile, si possa rafforzare traendone un sano insegnamento.
Scegliere la prima o la seconda impostazione dipende probabilmente dalla psicologia dell' autore e dalle sue intenzioni: vuol predicare ai convertiti o a tutti?.
Passiamo allora in rassegna le diverse evangelizzazioni così come le propone Guzzo:
La posizione progressista-hegeliana
Nelle parole di Guzzo i progressisti "ritengono necessario mutare radicalmente sia il contenuto della fede che quello della morale, al fine di adeguarsi il più possibile al processo storico-culturale del progresso del mondo in atto in tutta l’umanità".
Detto così sembrerebbe che i "progressisti hegeliani" vogliano "cambiare tanto per cambiare" al fine di appiattirsi su posizioni moderniste. Naturalmente questo è inaccettabile, tuttavia cio' non toglie che taluni insegnamenti della Chiesa possano e debbano mutare nel tempo, specie se nel frattempo sono confutati dalla scienza. Tutto cio' non è solo logico ma è già stato fatto in molti campi dalle Istituzioni consacrate. Un piccolo esempio per rendere ancora più chiaro il concetto: la Chiesa condannava come usura qualsiasi prestito ad interesse. Oggi che le scienze sociali hanno ampiamente dimostrato come l' intermediazione finanziaria sia indispensabile per la prosperità di un paese e per offrire una chance agli ultimi, la Chiesa ha profondamente rivisto le sue posizioni in materia mutando l' insegnamento.
Probabilmente Guzzo ha in mente altri casi - accenna, per esempio, a come oggi molti "progressisti-hegeliani" dicano "... basta con l’affermazione della resurrezione reale di Cristo: essa sarebbe solo un simbolo della forza dello Spirito Assoluto che si sviluppa in ogni passaggio storico..." - dopodiché, condanna a tutto campo. Ma risulta problematico estendere la giusta condanna dei casi specifici alla condanna del metodo. Basterebbero dei controesempi per denunciare la fallacia di questa estensione indebita, e i controesempi abbondano.
La linea del silenzio etico
Nelle parole di Guzzo appartiene a questa linea di evangelizzazione chi "... sostiene le verità della fede come fatti oggettivi e come insegnamenti immutabili, ma si pone in modo dialettico-diplomatico sulle questioni morali: esse cioè, pur accettate come un dato permanente e innegabile, vengono mantenute sotto stretto riserbo nella presentazione della fede e dell’esperienza cristiana...".
Secondo Guzzo un simile approccio è fallimentare, e fa il caso dell' aborto: sì è ritenuto che silenziare gli appelli in materia - almeno queli ritenuti più "esagitati" - potesse dare frutti, ma così non è stato.
Nella mia piccola esperienza questa linea presenta molti pregi: i contenuti della fede non possono essere presentati allo scettico tutti insieme, bisogna fare un passo alla volta. Se non si hanno entrambi i piedi ben saldi su un gradino è vano affrontare il successivo.
Mi sgancio un attimo dai temi della morale per fare un esempio più neutro: quello dei miracoli. E' difficile essere convincenti sul tema dei Miracoli, la reazione dello scettico acculturato è da manuale:
I pani e i pesci... ah ah ah.
Il vino di Cana... ih ih ih ih.
La Madonna che piange sangue... uh uh uh.
E via di questo passo. Mi sembra inutile allora insistere con lui e provarci con il classico "Lazzaro, alzati e cammina".
Meglio sarebbe affrontare altre questioni, per esempio quella dualista: la nostra realtà è solo di tipo materiale? Rispondere "no" non suscita certo sarcasmi e apre la via ad una sensata possibilità del miracolo.
Se in questo campo non si procede gradualmente presentando le verità in modo ordinato e solo quando si è pronti al passo successivo, il fallimento è assicurato. Provate a consolare l' afflitto condensando una serie di passaggi per annunciargli trionfali che vive "nel migliore dei mondi possibili"!
Ebbene, molto spesso la dinamica si ripete anche quando dobbiamo giustificare certi obblighi morali.
Senza contare che in tema etico molto spesso la posizione scettica è convincente: "trovo giusto non uccidere il mio fratello e non ho certo bisogno di credere in dio per credere in questo precetto". Come dubitarne, certi precetti sono iscritti nei nostri geni prima ancora che sulle tavole del Sinai. I problemi cominciano quando dobbiamo stabilire se, per esempio, esiste un "dovere di digiunare" o un "dovere di non clonare".
Certi doveri che derivano dalla fede non possono essere sentiti in mancanza di fede. Occorre instillare la fede quindi per stimolarli. Ma l' unico modo con cui possiamo interloquire con lo scettico in tema di fede è presentare gli argomenti ragionevoli a suo sostegno.
Guzzo tende a trascurare questo lato della discussione. Secondo lui non sembrano esistere precetti (omicidio) adottabili a prescindere dalla fede, così come sottovaluta l' esistenza di precetti (digiuno) la cui forza è tratta essenzialmente dalla fede. Questa sottovalutazione fa passare in secondo piano il fatto che evangelizzare sui primi è pressoché inutile poiché sganciati dalla fede, mentre evangelizzare sui secondi è possibile solo facendo un passo alla volta, ovvero presentando in modo ragionevole la fede.
La riduzione etica del cristianesimo
Secondo l' apologeta Guzzo questa posizione è contraria alla precedente e appartiene a colui che "...si interessa ai valori morali cristiani ma appare quasi completamente disinteressata ai contenuti della fede e al loro scopo, che è l’unione dell’uomo con Dio".
Devo ammettere che neanch' io stravedo per l' evangelizzazione moralistica, eppure non posso non constatare i suoi punti di forza.
Qual è del resto l' obiezione più ficcante che l' ateo puo' avanzare verso l' uomo di fede? Semplice: "la tua è solo ideologia, credi quel credi e dici quel che dici perché ti costa poco e non potrai mai essere smentito, se dovessi sacrificare davvero qualcosa alla tua fede ci penseresti due volte e cambieresti idea". Ebbene, il moralista sarà anche pedante ma, almeno all' apparenza, sacrifica molto. Lo sforzo del volontariato missionario, per esempio, è enorme ed è difficile opporre l' "obiezione fondamentale" a colui che per l' immane sua opera dice di trovare la forza nella fede.
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Guzzo prosegue poi enunciando la prospettiva autentica della Chiesa che consiste nell' inseparabilità della fede dalla morale che sancisce l' unione di "Verità e Amore". Sulla scorta della "prospettiva autentica"
Si passa poi all' analisi di casi concreti come quello dell' aborto. In questa battaglia in molti hanno scelto la via del silenzio anziché quella del grido, e i risultati sono stati disastrosi.
Puo' darsi anche che vie alternative potessero rivelarsi più produttive, ma sembra quasi che Guzzo veda in queste occasioni mancate delle conversioni mancate.
Torna allora la distinzione che facevamo prima: un conto è la discussione ragionevole sulla liceità dell' aborto, un' altra è la questione dell' evangelizzazione. Guzzo, in questo articolo, sembra abbia a cuore la seconda, senonché finisce per concentrarsi sulla prima al fine di screditare chi contrasta la "prospettiva autentica". Ironia della sorte molti atei sono potenzialmente sensibili alla questione dell' aborto ma rifuggono dal prendere una posizione esplicita proprio per non mescolarsi a chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione. E chi interviene sul tema con fini di evangelizzazione? Guzzo, il quale sostiene che le due cose (verità e fede) non possano mai procedere proficuamente disgiunte.
In conclusione, ammetto che la mia sensibilità fatica su un articolo del genere, per quanto sia chiaro e informato. L' approccio apologetico lo guida ad una rappresentazione caricaturale delle prospettive di evangelizzazione concorrenti a quella "autentica" rendendolo poco credibile sulle conclusioni, almeno agli occhi dei non credenti. Per carità, azioni di questo tipo sono legittime, sopratutto in chi deve rafforzare una fede anemica e non è interessato al dialogo, sebbene il problema dell' evangelizzazione sia essenzialmente un problema di dialogo con l' altro. Peccato che così facendo si perdano per la strada molti insegnamenti che invece un' "interpretazione caritativa" consentirebbe di far fruttare mantenendo comunque ferma una condanna di fondo dell' eresia.
giovedì 3 luglio 2014
Lessico cristiano
Così come esistono i meta-credenti - ovvero coloro che affollano le Chiese senza credere sul serio - può darsi che esistano anche i meta-atei.
E chissà che anche qualche meta-ateo non si salvi.
D'altronde è detto che esistono "vie speciali" attraverso cui salvarsi stando fuori dalla Chiesa.
L'argomento è delicato ma anche molto indeterminato, si spende in merito solo qualche vaga parola. Forse quando andrà chiarendosi avremo uno spiraglio anche per il meta-ateo.
Immagino che il meta-ateo debba per lo meno aderire ad alcune verità che costituiscono il suo Catechismo minimale.
Non voglio con questo dire che il catechismo del meta-ateo debba essere diverso da quello ortodosso ma solo che darà risalto ad alcuni aspetti che sarebbe inutile enfatizzare se a leggere fosse un credente tutto d'un pezzo. Cambia solo il gergo senza che i concetti vengano intaccati.
Riconoscersi cristiani non è facile, è un lavoraccio che porta via un sacco di tempo: tra il lavoro, la famiglia, gli hobby, lo spazio che concediamo a questa scoperta è talmente limitato che uno rischia di essere potenzialmente un discreto credente senza accorgerse.
Qui cerco di facilitare l'agnizione liberando alcune verità della fede dal gergo teologico in cui sono intrappolate. La mia speranza è di non storpiarle e la mia convinzione è che si possano ricondurre al senso comune e quindi all'adesione di una platea più vasta rispetto a quella dei credenti.
Questa premessa farà suonare molti allarmi visto che di solito un discorso con questi accenti anticipa le eresie più provocatorie. Mi auguro vivamente che in questo caso non sia così, d'altronde non mi sento di buttare insieme alle eresie una premessa in sè valida.
Di seguito ho steso una quarantina di punti ciascuno dei quali meritevole di ben altro sviluppo, in effetti ho preferito privilegiare la quantità alla qualità. Alcuni non sono nemmeno in linea con l'ortodossia vigente, altri in palese contrasto (vedi quello sul Diavolo). Pazienza, si tratta solo di suggestioni, l' importante è che sia chiara l'intenzione di fondo, dopodichè le correzioni di rotta sono sempre possibili.
- Dio. Il discorso è troppo lungo, comunque un pezzo è qua.
- Le immagini della scrittura. Il non credente trova decisamente assurdi molti passaggi scritturali. A costui bisogna ricordare di contestualizzare storicamente gli eventi ma soprattutto bisogna ricordare che noi vediamo le verità ultime come attraverso uno specchio; molte descrizioni sono quindi solo un' immagine della verità. E' nostro compito interpretare queste immagini per avere un' idea la più fedele possibile dei concetti legati alla fede cristiana. Molto di cio' che risulta ostico al non credente si dissolve poi una volta che si approfondisce la metafora sottostante.
- Giudizio universale - La responsabilità individuale sta alla base dell' individualismo moderno, non dovrebbe essere difficile accettare un concetto come quello di Giudizio Universale.
- Provvidenza - In molti casi quell' ordine spontaneo con cui l' uomo moderno affronta la complessità emerge naturalmente senza un responsabile; superfluo far notare quanto echeggi il concetto di Provvidenza.
- Peccato originale - Viviamo in un mondo con risorse limitate, è l' assunto della modernità. Se il credente rigetta il senso di colpa che accetti almeno i suoi limiti, un riconoscimento in tal senso è più che sufficiente per penetrare il concetto teologico di peccato originale.
- Albero della conoscenza... - Nella vulgata liberale l' abuso della conoscenza è l' errore più grave anche nel mondo moderno
- Condanna della richezza.
- Poveri di spirito: la fiducia, merce rara di cui la modernità è assetata, si costruisce anche con l' apporto di una certa povertà di spirito.
- Poveri di spirito - L' umile del Vangelo - Gesù in primis - non spreca energie per difendere il suo status e la sua immagine, se prendessimo esempio da lui, quanta invidia eviteremo, quante risorse risparmieremo.
- Fine del mondo. Ascoltando il Santone che proclama l' imminente fine del mondo con accenni millenaristi scatta l' ilarità. Eppure le riflessioni più pacate e razionali sul futuro del nostro pianeta confermano - sempre in termini probabilistici - una fine vicina.
- Paradiso/Inferno - Una vivida immagine della nostra responsabilità, ovvero di un' architrave delle società contemporanee.
- Inferno: c' è chi si è turbato per una pena tanto dura. Esimi giuristi hanno addirittura affermato che non è costituzionale. La mia impressione è che la profonda comprensione del diritto non sia accompagnata da una altrettanto valida comprensione della teologia. L' Inferno è un luogo fuori dal tempo nonostante le immagini che ce ne diamo. Se dovessimo davvero trasporlo nel tempo allora dovremmo immaginare i dannati come eterni recidivi. Ecco, una volta tradotto in termini rigorosi l' Inferno, una volta immaginati i dannati per quel che sono, l' immagine dell' Inferno non solleva più obiezioni gravose.
- Povertà evangelica. L' esaltazione della povertà e la condanna della ricchezza che ricorre nei Vangeli crea imbarazzo nella mentalità contemporanea. In realtà crea imbarazzo anche in me e non so come uscirne. Forse il "ricco" dei Vangeli è semplicemente il disonesto, oppure il superbo. Arduo problema.
- Riti e sacramenti. Forse la liturgia religioso non incontra le simpatie della mentalità moderna che vede in essa, al limite, un affascinante arredamento. Eppure non si sottovaluti troppo la funzione che il rito ha giocato nella storia. Mi limiterei a considerare otto punti, chi li ritiene importanti sarà portato a rivalutare i sacramenti.
- Anima - La modernità non puo' prescindere da identità e continuità della persona e delle sue responsabilità.
- Anima in attesa di Giudizio. Sembra davvero assurdo che le anime possano vivere distaccate dai corpi, ed invero alcuni teologi lo negano. Eppure a guardar bene la cosa non è così impossibile. Innanzitutto non è impossibile da immaginare: pensate di svegliarvi e farvi delle domande al buio, l' ipotesi che non abbiate un corpo vi apparirà credibile. Ma c' è di più: attraverso gli esperimenti mentali del teletrasporto e del brain split è possibile constatare che il legame tra corpo ed identità è molto più tenue e problematico di quel che si pensa comunemente.
- Trinità - Dio è amore: 1) l' amore più nobile è quello tra pari e 2) la fiducia è contagiosa (si autoalimenta). Per il punto uno: Dio genera il Figlio per poter amare un suo pari. Per il punto duo: per la prosperità delle comunità la fiducia è un bene essenziale, lo spirito è la forza che lo diffonde.
- Trinità - Molte persone ritengono il concetto della Trinità cristiana un' assurdità, eppure tutti noi sperimentiamo di continuo la presenza di più persone in un unico soggetto. Esempio: io non voglio mangiare dolci, eppure, se ora mi trovassi di fronte ad un dolce non potrei fare a meno di divorarlo. È prorpio come se in me convivessero più persone. Il fenomeno è noto agli economisti come "incoerenza temporale". Inoltre, a ben vedere, potrei immaginare che in me c' è una terza persona che agisce strategicamente affinchè io non possa trovarmi di fronte ad un dolce. Un pò come Ulisse che si fece legare all' albero per non seguire il canto delle Sirene. Ebbene, qui forse non esiste alcuna analogia nel merito rispetto alla Trinità cristiana, tuttavia balza all' occhio come anche per l' uomo moderno la convivenza di più persone nello stesso soggetto sia tutt'altro che assurda
- Spirito - Il determinismo materialista non si coniuga bene con la responsabilità personale, concetto chiave della modernità. Come se non bastasse persino la scienza - ammesso e non concesso che spieghi tutto - smentisce i resoconti meccanicistici in cui le realtà materiali sono sufficienti a spiegare tutto.
- A immagine di Dio - L' uomo è un' intelligenza, di portata inferiore a quella divina ma pur sempre un intelligenza. In questo senso ci distinguiamo dagli altri animali. Una distinzione confermata dalla scienza, in particolare dalla linguistica.
- Il dominio sul creato - La concezione proprietaria è tipica delle civiltà più avanzate. Quando denunciamo un abuso di solito lo facciamo perché le vittime sono altre persone, altri esseri umani. Perché, per esempio, si condanna il riscaldamento globale? Perché questi processi rischiano di danneggiare le generazioni future, è più raro che lo si faccia per salvaguardare i ghiacci del Polo presi come risorsa naturale a se stante. Certo, qualcuno lo fa ma difficilmente la sua denuncia ci tocca. L' uomo, quindi, resta al centro di tutte le nostre preoccupazioni etiche, il creato è solo uno strumento a sua disposizione per consentirgli di prosperare.
- Perdono e giustizia. Molti osservatori delle cose della religione cristiana trovano difficoltoso conciliare perdono e giustizia. Secondo me questo imbarazzo si ridimensiona se andiamo a vedere cosa richiede il perdono cristiano: innanzitutto il pentimento, poi le scuse ed infine il risarcimento, almeno fin dove si può. A ciò si aggiunga anche un senso di debito perenne verso l' offeso. Mi sembra che in questa ottica l' atto del perdono assuma dimensioni molto più umane e prossime al senso comune.
- Perdono - Una certa tolleranza informa le società più dinamiche; l' azione è tutelata e si perdona molto a chi opera, spesso a scapito della passività.
- Gesù e la legge ebraica - Legalità e legittimità sono distinzioni tipiche della modernità
- Santi - La funzione trainante delle élites conta molto anche nelle società moderne.
- Vocazione - Valorizzare il proprio talento è un imperativo della modernità.
- I pani e i pesci - Moltiplicare i beni per distribuirli è l' obbiettivo di molte società moderne.
- Preghiera, obbedienza e clausura - Sono forme di passività molto apprezzate nelle società complesse dove domina incontrastato lo "specialista" (divisione del lavoro).
- Confessione ed esame di coscienza. L' introspezione è l' atto da cui parte ogni forma di conoscenza anche del mondo moderno.
- Pace - Il pacifismo cristiano a volte puzza d' ingenuità ma forse merita una riconsiderazione. La guerra è un mostro che raramente l' uomo è stato in grado di controllare, e se la dottrina della "guerra giusta" è in teoria la più corretta, la professione di un sano pacifismo alla fine dei conti risulta più pragmatico.
- Sacra famiglia - La famiglia monogamica "tradizionale" nasce con la proprietà privata, favorisce da sempre l' accumulo di capitale ed è quindi funzionale ad ogni società moderna capitalistica.
- Sacro – Premesso che la religione cristiana ha ridotto al minimo il ruolo del “sacro” nel vivere sociale, a volte scordiamo che anche la modernità ammette l’ esistenza di un nucleo oggettivo di realtà “non negoziabile”. L’ equivoco alligna in chi mescola modernità e post-modernità, quest’ ultima propone una narrazione alquanto seduttiva ma, alla resa dei conti, presa sul serio solo da pochi intellettuali barricati nelle loro università.
- Legge naturale - Spesso dileggiata non è affatto un concetto strambo, specie per una mentalità liberale. Occorre però un minimo di approfondimento.
- Il dono della vita. Per un credente la vita è dono e per questa elargizione è tenuto a ringraziare il Creatore. Un atteggiamento spesso estraneo all' ateo, specie se misantropo. Eppure l' assioma delle preferenze rivelate (su cui si basa la scienza economica, forse la più "atea" tra tutte le scienze) prevede che se consegno cento euro a Tizio miglioro - o al limite mantengo stabile - il suo benessere. Se la cosa vale quando conferisco cento euro a maggior ragione vale quando conferisco "la vita". Se l'ateo misantropo è insensibile alle bellezze della vita che mediti per lo meno sugli assunti fondamentali delle scienze economiche che dominano la civiltà contemporanea.
- Laicità - In paradiso non ci sono solo i santi, eppure è un dovere tendere alla santità. Il confine tra diritto al paradiso e santità è un concetto che prefigura quello della laicità: c' è un minimo a cui siamo tenuti e un massimo a cui tendere. Deontologia e Virtù, in questo spazio si gioca la laicità della società cristiana.
- Extra ecclesia nulla salus. Il precetto extra ecclesia nulla salus non può essere digerito dall'ateo e mette in crisi anche molti cristiani. In effetti, se lo si approfondisce, si coglie una certa indeterminatezza, quasi che i lavori su questo punto siano ancora in corso: Dio salverebbe anche chi si colloca fuori dalla sua Chiesa attraverso "vie speciali". delle quali sappiamo poco o niente. Lasciamo perdere i bambini morti e le grandi personalità del passato e chiediamoci se esiste una speranza anche per le persone di buona volontà che non militano. Forse, chissà, l'accettazione delle verità di senso comune espresse in questo dizionario, una volta completato e corretto, è un primo passo verso l'accesso alle cosiddette "vie speciali".
- Essenze. Credere a verità soprannaturali implica una fede nelle essenze. L' uomo moderno accoglie con disturbo la parola stessa. Ma per riconciliarlo basta tornare all' eterna questione degli universali. Esistono gli universali? Esempio: sappiamo che esistono i gatti bianchi, che esistono i cavalli bianchi… ma esiste la “bianchezza”? Ha senso parlarne come di qualcosa in sé? I nominalisti negano tale esistenza, i realisti immanenti la ammettono ma non “in sè” (essenza) bensì sempre legata indissolubilmente ai “particolari”. I platonisti invece sostengono che gli universali esistono e sono autonomi. La posizione nominalista mi sembra assurda mentre quella “immanentista” è più vicina al senso comune. Il platonismo è una posizione spesso non necessaria, specie quando si ragiona su concetti che non siano quelli di Dio o della persona umana (vedi anima). Perché spingersi dunque a tanto? Il realismo degli universali, però, è accettabile, innanzitutto perché un certo platonismo (temperato) facilita la grammatica delle dimostrazioni. Faccio un esempio: 1) il giallo è un colore, 2) l’ affermazione precedente è vera, quindi 3) il giallo esiste. Semplice no? Ma è facile dimostrare anche la falsità del nominalismo (l’ idea per cui “giallo” è solo una comoda parola di cui ci serviamo per indicare certi fenomeni): 1) il giallo è un colore e i limoni lo posseggono 2) non esistono parole che sono colori e che sono possedute dai limoni, quindi 3) giallo non è solo una parola. Facile no? Perché allora cercarsi rogne? Direi che oggi il nominalista rinuncia a queste comodità servite sul vassoio d’ argento solo perché ha dei secondi fini, per esempio è un empirista radicale e certe forme di platonismo gli romperebbero le uova nel paniere. La filosofia moderna, anche quella di genealogia empirista, per esempio con Putnam e Kripke, recupera un certo essenzialismo che sembrava morto e sepolto.
- Alcuni valori cristiani sembrano del tutto incomprensibili a chi non vive dal di dentro la religione, eppure non è escluso che "la parte migliore della popolazione" li comprenda e li pratichi, magari inconsciamente. Prendiamo il valore della verginità: "... In high school each extra IQ point above average increases chances of male virginity by about 3%. 35% of MIT grad students have never had sex, compared to only 13% of the average high school population. Compared with virgins, men with more sexual experience are likely to drink more alcohol, attend church less, and have a criminal history. A Dr. Beaver (nominative determinism again!) was able to predict number of sexual partners pretty well using a scale with such delightful items as “have you been in a gang”, “have you used a weapon in a fight”, et cetera. An analysis of the psychometric Big Five consistently find that high levels of disagreeableness predict high sexual success in both men and women..."
- Demonio e Angeli. A molti l' idea del Demonio e degli Angeli appare infantile. Devo dire che anch'io, nonostante le chiare affermazioni della Scrittura, non trovo il bisogno di credere all'esistenza di un diavolo personale, e nemmeno di angeli con una loro presenza reale, vedo invece queste figure come metafore. Naturalmente ciò non toglie che esista il Male ma è qualcosa che non esiste a prescindere da noi. Il Male sulla terra non deriva cioè dal pernicioso residuo della battaglia ingaggiata tra Dio e il Diavolo e vinta dal primo solo in parte, il Male è una precisa scelta divina allorchè viene elargita all'uomo la sua libertà, può essere immaginato quindi come una realtà metafisica ma immanente, come il colore "giallo", per fare un esempio, non mi sembra necessario immaginarlo platonicamente come una realtà a se stante. Quanto ho affermato mi sembra divergere dall'insegnamento ortodosso, che ammette perfino l' esorcismo,e quindi, ammetto, merita una meditazione ulteriore.
- Verità rivelate. Tu dici "rivelazione" e subito si pensa all'irrazionalità, al lato superstizioso della fede. Ma perchè? Anche il discorso del razionalista abbonda di rivelazioni. Lui magari gli chiama assiomi o postulati o premesse. Sta di fatto che sono verità indimostrate - sia fattuali che logiche - utilizzate ad ogni piè sospinto. Magari il razionalista sosterrà che la fonte di tali rivelazione è la dea ragione piuttosto che un qualche altro Dio, ma ciò qui non fa molta differenza visto che il mio intento è solo quelle di indicare come il concetto di rivelazione non sia affatto sparito nel pensiero moderno, si presenta solo in altre forme e neanche tanto velate. E d'altronde, come diavolo avrebbe potuto essere altrimenti?
- Preghiera. La preghiera intercessoria sembrerebbe un nonsense ma frse non è così. Se la nostra libertà toglie a Dio parte della sua onniscienza, ha senso allora mostrargli l'intensità dei nostri desideri. Forse lui non li conosce esattamente e constatandone la portata può intervenire per mutare le cose secondo le leggi della teodicea.
- Purgatorio. Il Purgatorio fa venire in mente tutti gli aspetti più bizantini della fede cristiana, lo avrà pensato anche chi tra gli uomini diChiesa non molto tempo fa voleva abolirlo. Eppure a me il Purgatorio sta simpatico, lo trovo consonante con la radicale libertà conferita all'uomo, una libertà che mette in crisi anche l'onniscienza divina e che costringe Dio a farci vivere per poterci giudicare. Ebbene, anche dopo morti Dio potrebbe non essere in grado di capire il bene e il male che ha compiuto una persona sulla terra. A questo punto diventano decisive le esternazioni intercessorie, ovvero le manifestazioni d'affetto, di quei testimoni ancora in vita. E per soppesarle con la dovuta calma un"parcheggio" quale il Purgatorio è l'ideale.
- continua...
...
martedì 1 luglio 2014
Le razze esistono?
Dopo la mappatura del genoma possiamo affermare che le razze esistono ed hanno un' origine biologica.
Il genoma è una biblioteca che ospita il progetto del ns. corpo. I volumi di questa biblioteca sono i cromosomi e le pagine dei volumi sono i geni.
I geni sono in realtà sequenze proteiche che si trasmettono con il meccanismo dell' ereditarietà. Spesso nemmeno sappiamo dove inizia e dove finisce la sequenza completa di un gene, ma nemmeno ci importa di saperlo. Di certo le sequenze più brevi sono anche quelle che hanno più chance di trasferirsi.
Dire che le razze hanno una base biologica non significa dire che abbiano una base genetica. Tutti gli uomini condividono gli stessi geni e gli stessi alleli (varianti con cui si presenta un gene). Quel che cambia è la frequenza con cui si presentano i vari alleli nelle varie razze.
L' esperimento da compiere è semplice: ci si fissa su un allele e si scannerizzano migliaia di genomi. Poi si formano dei cluster statistici (gruppi omogenei) in relazione alla frequenza dell' allele oggetto di analisi. Poi si ripete l' operazione con altri alleli. Analizzando il risultato finale si constata che i 5 principali cluster coincidono con i continenti e scendendo più giù c' è una coincidenza con le varie regioni.
Gli alleli considerati nelle sperimentazioni di cui sopra erano "neutrali" (non influivano sui tratti della personalità) ma da altri esperimenti noi sappiamo che 1) la pressione evolutiva agisce anche su geni ben più fondamentali 2) la pressione evolutiva agisce in tempi più brevi di quanto credevamo (2-3000 anni anziché 30-50000) e 3) la pressione evolutiva agisce a livello regionale.
Il genoma è una biblioteca che ospita il progetto del ns. corpo. I volumi di questa biblioteca sono i cromosomi e le pagine dei volumi sono i geni.
I geni sono in realtà sequenze proteiche che si trasmettono con il meccanismo dell' ereditarietà. Spesso nemmeno sappiamo dove inizia e dove finisce la sequenza completa di un gene, ma nemmeno ci importa di saperlo. Di certo le sequenze più brevi sono anche quelle che hanno più chance di trasferirsi.
Dire che le razze hanno una base biologica non significa dire che abbiano una base genetica. Tutti gli uomini condividono gli stessi geni e gli stessi alleli (varianti con cui si presenta un gene). Quel che cambia è la frequenza con cui si presentano i vari alleli nelle varie razze.
L' esperimento da compiere è semplice: ci si fissa su un allele e si scannerizzano migliaia di genomi. Poi si formano dei cluster statistici (gruppi omogenei) in relazione alla frequenza dell' allele oggetto di analisi. Poi si ripete l' operazione con altri alleli. Analizzando il risultato finale si constata che i 5 principali cluster coincidono con i continenti e scendendo più giù c' è una coincidenza con le varie regioni.
Gli alleli considerati nelle sperimentazioni di cui sopra erano "neutrali" (non influivano sui tratti della personalità) ma da altri esperimenti noi sappiamo che 1) la pressione evolutiva agisce anche su geni ben più fondamentali 2) la pressione evolutiva agisce in tempi più brevi di quanto credevamo (2-3000 anni anziché 30-50000) e 3) la pressione evolutiva agisce a livello regionale.
lunedì 30 giugno 2014
DEFINITIVO La mia filosofia
Non ho mai studiato la filosofia a scuola, cosicché conosco poco la storia e gli eroi di questa disciplina. In un caso come il mio l’ approccio più semplice consiste nell’ affidarsi alla narrativa anglosassone (o “analitica”) che insiste su specifici problemi di facile descrizione, e di accantonare la narrativa continentale più concentrata sui singoli autori (e quindi sulla storia e sugli eroi). In termini provocatori: Platone con i suoi codicilli interessa agli “analitici” quanto Democrito puo’ interessare ai fisici contemporanei, praticamente una lettura da spiaggia, al limite. E questo, come è facile capire, risulta rassicurante per un ragiunat.
Fatta questa premessa si capirà perché l’ esposizione che segue consiste in un semplice elenco dei problemi sul tappeto seguito dalla soluzione che prediligo.
Ci tengo solo a precisare che non si tratta della “mia” soluzione ma della soluzione che ho comprato girando per le bancarelle dei migliori filosofi contemporanei in circolazione. I principi guida di questo shopping sono presto detti: semplicità e buon senso. In genere ci sono sempre soluzioni verso cui il buon senso è attratto; ebbene, le abbandono solo di fronte a critiche devastanti. Naturalmente mi riservo di cambiare idea in qualsiasi momento.
Ancora una cosa prima di partire: per questioni di economia molti dei “problemi” e delle “formule” a cui faccio riferimento non sono specificati a dovere ma chi è interessato basta che visiti in rete Wikipedia per avere una delucidazione sommaria oppure la SEP (Stanford Encyclopedia of Philosophy) per avere una panoramica più completa.
***
Esiste la conoscenza a priori? Direi di sì. Si possono fare molti esempi, mi limito ad uno: la logica. Noi conosciamo le leggi fondamentali della logica senza sentire l’ esigenza di una conferma empirica. Se dico che Giovanni è più alto di Paolo che è più alto di Nicola, so (a priori) che Giovanni è più alto di Nicola e per saperlo non mi occorre verificarlo empiricamente metro alla mano. Ebbene, di fronte a tanta evidenza del fatto che la conoscenza a priori è possibile, il compito di provare il contrario è piuttosto gravoso, e non mi risulta sia mai stato adempiuto in modo convincente.
Astrazioni: platonismo o nominalismo? Essenze. Credere a verità soprannaturali implica credere nelle "essenze". All' uomo moderno, ammettiamolo, disturba la parola stessa. Agisce qui, forse, l' indottrinamento liceale ricevuto sul finire del millennio, per riconciliarlo con il concetto di essenza e di soprannaturale basterebbe tornare per un attimo alla vetusta questione degli universali. Esempio: sappiamo che esistono i gatti bianchi, che esistono i cavalli bianchi… ma esiste la “bianchezza”? Se esiste è di certo una realtà incorporea. Ebbene, i cosiddetti nominalisti negano tale esistenza, i realisti immanenti la ammettono ma non “in sè” bensì sempre a partire dalle cose (nel nostro caso il gatto, il cavallo...). I platonisti invece sostengono che gli universali esistono e sono autonomi, ci sarebbero a prescindere dal mondo. La posizione nominalista per me è abbastanza incomprensibile, quella “immanentista” è la più vicina al senso comune e alla nostra esperienza quotidiana. Il platonismo, dal canto suo, è una posizione che si puo' comprendere ma è non-verificabile e spesso non necessaria, noi del resto facciamo ben di rado esperienze "spiritiste" e non sappiamo fino a che punto siano affidabili. Perché spingersi dunque a tanto? Il realismo degli universali non è accolto solo dal senso comune ma anche dalla grammatica (e quindi dalle dimostrazioni logiche). Faccio un esempio: 1) il giallo è un colore, 2) l’ affermazione precedente è vera, quindi 3) il giallo esiste. Semplice no? Procedendo per assurdo è poi facile dimostrare le incongruenze grammaticali a cui conduce il nominalismo (l’ idea per cui “giallo” è solo una comoda parola di cui ci serviamo per indicare certi fenomeni): 1) il giallo è un colore e i limoni lo posseggono 2) non esistono parole che sono colori e che sono possedute dai limoni, quindi 3) giallo non è solo una parola. Facile no? Perché allora cercarsi rogne torturando il linguaggio naturale? In mancanza di prova contraria si fa molto prima ad accettarlo accettandone tutte le conseguenze. Direi che oggi il nominalista rinuncia a queste comodità servite sul vassoio d’ argento solo perché ha dei secondi fini, per esempio è un empirista radicale e certe forme di "essenzialismo" gli romperebbero le uova nel paniere. Ma a noi delle sue "uova" ci interessa molto poco. Accettiamo pure l' "essenzialismo" magari in una versione moderato che sta tra l' immanentismo e il platonismo: le essenze esistono e originano sempre dal mondo. Il Diavolo (essenza platonica) magari non esiste ma il Male (essenza immanentista) forse sì. Eppure anche la versione immanentista mi lascia dubbioso. A parte il fatto che Dio non sarà mai concepibile da un immantentista, prendiamo le Leggi di Natura e chiediamoci: seguono o precedono la natura? A me sembra ovvio, la precedono. Come puo' la natura creare le sue leggi. La natura, al limite, ubbidisce alle leggi. La cosa è rilevante anche per capire bene il concetto di "creato dal nulla". Il "nulla" non è semplicemente qualcosa provo di oggetti ed energia, è anche privo di realtà astratte come le leggi di natura, che sono concepibili separatamente dalla natura in quanto la precedono. Per questo il nulla dei fisici che ipotizzano un inizio grazie al "salto quantico" è pensato male: il nulla non contiene nemmeno le leggi della fisica, ovvero quelle leggi per cui si realizza un salto quantico. La filosofia moderna, con Putnam e Kripke, recupera un certo essenzialismo che sembrava morto e sepolto. Bene.
La metafisica ha ancora un senso? L’ opzione per il realismo immanentista non implica comunque rinuncia alla trascendenza. Un realista immanentista, per esempio, puo’ essere anche un dualista sostanzialista (vedi sotto), ovvero credere che l’ identità delle persone risieda nell’ anima, cioè in un’ entità trascendentale, ovvero in una sostanza soprannaturale concepibile separatamente dal corpo fisico anche se originata da esso.
E’ possibile distinguere tra giudizi analitici e giudizi sintetici? Chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi analitici (“il quadrato ha 4 lati”, “il gatto miao è un gatto”, eccetera) così come chiunque è in grado di fornire esempi di giudizi sintetici (il quadrato è blu”, “il gatto miao è feroce” eccetera). E’ forse un caso se possiamo farlo in tanti senza il minimo disaccordo? No, è semplicemente la prova che la distinzione tra giudizi analitici e giudizi sintetici è evidente a tutti e chi la nega deve provare la negazione con altrettanta evidenza. L’ empirismo radicale si trova nella condizione di negarla – e lo ha anche fatto in modo geniale (Quine) – ma questo è un punto debole di quella filosofia, non un punto di forza.
La giustificazione epistemica è di tipo “internalista”? Sì perché la conoscenza si fonda sul senso comune che è una facoltà dell’ uomo, ovvero una facoltà “interiore” attraverso la quale abbiamo un accesso diretto alla realtà esterna grazie all’ intuizione e al tribunale dell’ introspezione. Se parlassi solo della realtà esteriore (esternalismo), come fa il naturalismo, senza specificare nulla sull’ affidabilità di intuizione e/o introspezione, la teoria epistemica sarebbe incompleta e sempre in balia di uno scetticismo “à la” Hume. Questa posizione fondata sul principio di conservazione delle apparenze (“se mi sembra “F”, allora è “F”) supera poi il cosiddetto Gettier problem, la bestia nera degli “internalisti”, poiché non “prova” ma si limita a trasferire l’ “onere della prova” su chi contesta le apparenze. Un argomento “giuridico” che viene buono anche per questioni filosofiche.
Fenomeni o oggetti? Esiste una distinzione importante tra oggetti e fenomeni. L' oggetto ha una sua fisicità e le sue proprietà possono essere ben rese attraverso descrizioni fisiche. Il fenomeno invece è un evento inestricabilmente legato alla coscienza umana e non puo' quindi essere penetrato a prescindere dalla coscienza stessa. Per esempio, il suono è da molti ritenuto un fenomeno poiché il sordo non puo' comprenderlo appieno, non puo' capire di cosa si parla quando parliamo di suoni, per quanto comprenda perfettamente il resoconto oggettivo che descrive i suoni in termini di vibrazioni frequenziali di un oggetto. Ebbene, chi considera questa interpretazione dei suoni come la più appropriata, e io sono tra costoro, considera i suoni dei fenomeni piuttosto che degli oggetti o delle proprietà di un oggetto.
Atteggiamento verso il mondo esterno? Scarterei sia l’ ipotesi idealista che quella scettica attestandomi su posizioni realiste. Quel che ho detto finora già basterebbe per far capire come questa scelta sia dovuta.
La conoscenza deve essere fondata? Una conoscenza è fondata se dedotta o auto-evidente. Secondo la tradizione empirista una conoscenza è auto-evidente se appartiene alla logica fondamentale o alla matematica fondamentale o ai sensi. Secondo l’ epistemologia riformata e l’ intuizionismo, però, esistono molte altre conoscenze auto-evidenti: la causa, la mente, la realtà del mondo esterno, i principi morali fondamentali… e anche Dio. Insomma, è il senso comune (l’ intuizione) a costituire il fondamento.
Libero arbitrio? Scarto sia il negazionismo che il compatibilismo per dirmi favorevole al libero arbitrio. Almeno un pochino noi siamo liberi di scegliere, me lo sento! E’ una delle questioni spesso affrontate nel blog e quindi mi astengo dal menare ulteriormente il torrone.
Dio? Se non si è capito mi dichiaro teista, da un punto di vista filosofico. Ma anche qui vale quanto detto sopra. Ad ogni modo rinvio al post “La mia fede”.
E quanto al relativismo? Non posso certo dichiararmi tale anche se certe varianti “contestualiste” hanno il loro fascino. Credo comunque che esistono delle verità fisse verso cui noi siamo in cammino, magari non le raggiungeremo mai su questa terra ma possiamo avvicinarle e vale la pena crederci e procedere.
Razionalismo o pragmatismo empirista? Penso che la conoscenza parta dalle nostre intuizioni per poi svilupparsi razionalmente, la verifica delle tesi è possibile solo in alcuni ambiti del sapere, dove del resto è doverosa. Chiamerei tutto cio’ “razionalismo intuizionista”. Ad ogni modo rinvio al post “la mia ragione”.
Esiste una legge di natura? Penso di sì e penso che la scienza sia in cammino per scoprirne alcune. In questo senso rigetto lo scetticismo humeniano e la necessità di ricorrere a “finzioni utili”: c’ è qualcosa di più di semplici correlazioni, ci sono vere e proprie cause. Così come rifiuto la soluzione kantiana per aggirare questo scetticismo, ovvero un idealismo che ancori al soggetto e solo al soggetto la verità delle nostre credenze.
I fatti e i valori sono sempre separati? E’ possibile passare dall’ “essere” al “dover essere” (is/ought problem)? Sì. A prima vista sembrerebbe di no ma a ben vedere nella matematica lo facciamo senza problemi: "examination of just about any mathematical proposition would reveal this mode of cognition - you cannot derive most theorems solely on the basis of definitions. You must also have some intuitive judgements, usually made explicit in the form of axioms". Allo stesso modo per l'etica: noi guardiamo e ricorrendo ad alcune intuizioni morali giudichiamo passando dall'essere al dover essere. C' è chi osserva: “il comunismo conduce regolarmente a schiavitù e miseria, quindi il comunismo è male”. Ma in un sillogismo del genere manca una premessa: “schiavitù e miseria sono male”. In altri termini, non puo’ esistere una conclusione valoriale se manca una premessa valoriale. Il problema is/ought è agevolmente superato dall’ etica intuizionista (vedi il post “la mia etica”): la miseria descritta implica una condanna morale https://fahreunblog.wordpress.com/2020/01/14/i-fatti-separati-dalle-opinioni/
L’ origine delle credenze: internalismo o esternalismo? Un individualista non puo’ che essere “internalista”: le credenze originano nell' individuo (che ne è dunque responsabile) prima ancora che dall’ ambiente. Del resto un dualista sostiene agevolmente questa posizione, che imbarazza invece il fisicalista monista. E’ infatti facile immaginare che due gemelli fisicamente uguali abbiano credenze diverse se posti in ambienti anche solo leggermente diversi. L’ olismo dei contenuti mentali (come del resto l’ olismo dei significati) sembra il destino dei fisicalisti.
L’ unica logica valida è quella classica? Non direi, l’ esempio delle scienze parla chiaro: l’ interpretazione standard della fisica delle particelle, per esempio, non sarebbe possibile se avessimo a disposizione solo la logica standard. Così come senza la logica delle relazioni sarebbe difficile dar conto del divenire e senza la logica modale (che interpreta l’ “esistenza reale” come un predicato) dar conto dell’ esistenza di Dio e di mille altri fenomeni che tutti noi crediamo reali. Tuttavia è pur vero che buona parte della logica classica contenga verità a priori. Diciamo allora che esiste un “cuore” logico invariabile e che non ricomprende tutta la logica classica.
Teoria del significato. La teoria descrittiva di Frege (teoria internalista) resta un caposaldo ma si è dimostrata di fatto insufficiente a trattare la nostra esperienza. Gli “esternalisti” seguendo Putnam e Kripke hanno elaborato teorie del significato differenti (“teoria del battesimo”) più ricche e confacenti alla bisogna.
E sul naturalismo? Da teista posso solo dire che…
E sul problema mente/corpo? Mi ritengo un dualista: il “mentale” è chiaramente qualcosa di diverso dal “materiale” e i tentativi di ricondurre il mentale al fisico mi sembrano fallimentari. Il mentale (anima) è essenziale per risolvere il problema dell’ identità: il caso del “brain split” ci dice che in condizioni di continuità fisica si realizza una discontinuità identitaria (chi sono se il mio cervello viene diviso e trapiantato su due persone differenti?) e il caso del “teletrasporto del colpevole” ci dice che in caso di discontinuità fisica puo’ realizzarsi una continuità identitaria (“se l’ omicida si teletrasporta con distruzione, continua a vivere nella copia teletrasportata che puo’ dunque essere legittimamente arrestata”). Tutto cio’ ci dice che sia l’ approccio fisicalista che quello psicologista falliscono quindi ci deve essere qualcosa d’ altro che mi consente di dire “chi sono io”. Non mi basta nemmeno il cosiddetto “dualismo delle proprietà”, la mente non è una proprietà del cervello, tanto è vero che puo’ trasferirsi da un corpo all’ altro (vedi teletrasporto) quando non ha senso pensare che che le proprietà del corpo A possano trasferirsi nel corpo B (A e B possono avere la stessa altezza ma non si riesce a concepire come l’ altezza di A possa trasferirsi in B). Non so se esistano menti senza corpo, so però che la mente è concepibile anche senza corpo (dualismo sostanzialista), ovvero so che potrebbero anche esistere menti senza corpo: se mi sveglio privo dei cinque sensi non so se ho ancora un corpo. In altri termini, è possibile che non l’ abbia e devo lasciare aperta questa ipotesi in mancanza di confutazione. Da ultimo, penso che ci sia un’ influenza reciproca tra mente e corpo (dualismo cartesiano), in caso contrario l’ idea di libero arbitrio sarebbe improbabile. In questo modo non resta che la posizione del “dualista-sostanzialista-cartesiano”. Ammetto che non è molto di moda. Poco male visto che questa posizione è anche la più naturale per trattare le questioni legate alla Resurrezione. Per una difesa aggiornata del dualismo sostanzialista vedi Richard Swinburne. Anche il dualismo tomistico - o aristotelico - è incoerente (vedi questo mio saggio.
Giudizi morali. Penso che esista anche una componente razionale per esprimerli. Mi ritengo un oggettivista (vedi Huemer) anche se nella variante anti-realista (vedi Scruton). Ma sul punto rinvio al post “La mia etica” in cui parlo del cosiddetto “intuizionismo etico”. Il desiderio non è l’ unica fonte della moralità. Noi possiamo “predicare bene e razzolare male”, ovvero distinguere il bene dal male con la mente ma poi avere impulsi di segno contrario.
Problema di Newcomb? Faccio un’ eccezione e prima della risposta fornisco un breve riassunto del dilemma: un tipo dalle previsioni infallibile ci convoca dicendoci “potrei aver nascosto 5000 euro sotto una di queste due scatole, per appropriartene puoi scegliere di scoperchiarne una o entrambe ma ti avviso che nel sistemare “il bottino” ho tenuto conto della scelta che farai e ho voluto castigarti lasciandoti a secco se opterai per la seconda”. Che fai? Personalmente scoperchio entrambe le scatole perché non penso che il futuro possa determinare il passato: è proprio questo che implicherebbe l’ alternativa! La teoria delle scelte razionali è cogente – e imporrebbe di scoperchiare una sola scatola - ma l’ unidirezionalità del tempo lo è ancora di più, a mio avviso.
Etica: deontologia, virtù o utilitarismo? L’ utilitarismo lo scarterei perché propone troppi controesempi confutanti, argomento di coscienza incluso (ovvero: nemmeno l’ utilitarista più rigoroso seguirebbe mai i precetti della sua dottrina, nemmeno i più elementari, per esempio donare tutto ai poveri africani). Deontologia e virtuismo ripropone il solito dilemma: quanto conta la ragione nei giudizi etici? Io penso molto, almeno nello stabilire i principi di base. Cio’ però non significa che il sentimento non giochi un suo ruolo: non si puo' negare che il sentimento di ripugnanza abbia un ruolo in taluni giudizi etici. In questo senso l' etica puo' essere vista come divisa in due: principi di base (cognitivi) e limiti ai principi + precetti secondari (non cognitiva). Deontologia e virtuismo possono convivere e forse questa distinzione è la base della laicità. Le virtù devono dunque trovare un loro spazio, anche perché la virtù è un buon antidoto contro il moralismo: la virtù non si puo’ esportare visto che è congenita o comunque radicata nel soggetto che la riceve nell’ educazione sin da bambino. La deontologia invece tollera un “riformismo” qui ed ora che finisce sempre nella tentazione di “riformare” l’ altro ricostruendolo come “uomo nuovo” e ubbidiente. Inoltre, sebbene per un’ etica laica l’ approccio deontologico sembra promettente, per un credente i principi supererogatori diventano obbligatori, di conseguenza la virtù e la possibilità di migliorarsi sempre diventa essenziale. Concludo osservando che, se è vero come è vero che la laicità è possibile anche senza ripiegare sulla deontologia pura, allora non c’ è ragione di rinunciare ai molti pregi del “virtuosismo”, ovvero dell’ etica in forma di comando divino (per i credenti) e di ordine spontaneo (per tutti). Anche qui rinvio al post “la mia etica”.
Il bello è soggettivo? Francamente penso di no, anche se il punto non è poi così evidente. Forse gli equivoci maggiori nascono dal fatto che la meta-estetica più adeguata sembra essere quella anti-realista. Tuttavia, l’ anti-realismo estetico è pur sempre compatibile con l’ oggettività dei giudizi estetici.
Come prendiamo contatto con il mondo esterno? Affidarsi ai sensi apre le porte allo scetticismo di Hume, poiché sappiamo che i sensi tradiscono producendo illusioni e allucinazioni. Del resto affidarsi alle semplici “rappresentazione mentale” è qualcosa che apre le porte al soggettivismo e all’ idealismo. Tra questa Scilla e Cariddi la teoria migliore è il cosiddetto “realismo diretto” nella sua variante “intenzionalista” che vede la percezione come una presa di coscienza diretta degli oggetti attraverso le rappresentazioni mentali.
Chi sono? Il problema dell’ identità. Le sperimentazioni con la macchina del teletrasporto confutano in modo credibile sia la soluzione fisicalista che quella psicologista. Non resta che pensare all’ identità personale come a una forma di trascendenza. L’ esperimento mentale del “brain split” è molto utile in questo senso. Per ulteriori considerazioni vedi il punto del dualismo.
Politica? Rinvio al post “La mia politica”.
Sul problema del teletrasporto? Riassumo: una macchina teletrasportatrice funziona così: noi entriamo nella cabina A, veniamo disintegrati e ricomposti con materia simile (ma non la stessa) nella cabina B situata a migliaia di km di distanza (o nella stanza accanto). Possiamo dire che siamo morti o morti e rinati? La mia risposta è “no”. Ci siamo semplicemente spostati. Il fenomeno ha un solo significato: le teorie psicologiche dell’ identità sopravanzano quelle fisicaliste. E se la prima cabina non distrugge il “teletrasportato”? Evidentemente neanche la psicologia è un mezzo sufficiente per stabilire l’ identità. Conclusione: ci vuole qualcos’altro per “spiegare” le nostre scelte. Magari un concetto trascendente come quello di “anima”.
Teoria del tempo? Non vedo la necessità di abbracciare una B-theory contraria al senso comune (né tantomeno la C-theory). Certo, la relatività speciale pone problemi non da poco che comunque possono essere superati. Inutile dire di più su un punto tanto complesso, rinvio in merito alla trattazione del filosofo Howard Stein, per me convincente.
Problema del trolley? Rinvio al post “La mia etica”.
Teoria della verità? Da realista propendo per la “verità come corrispondenza” rinunciando a relativismo e coerentismo: esiste un mondo esterno e sono vere le credenze che stabiliscono una corretta corrispondenza con questo mondo. “La neve è bianca” è una credenza vera se la neve è bianca.
Il concetto di zombi è concepibile? Ricordo il dilemma: possono essere concepite creature in tutto uguali a noi ma prive di coscienza? La mia risposta: penso di sì perché penso che la coscienza sia in effetti qualcosa di cui la scienza contemporanea non riesce a dar conto in modo soddisfacente, priva com’ è del linguaggio adatto per farlo (su questo punto vedi il recente libro di Thomas Nagel). Non è un caso se per molti scienziati l’ uomo è ormai un “robottone” che procede per scosse elettriche, e tra i vari robottoni che popolano la natura nemmeno il più interessante. Per costoro gli zombi non sono di certo concepibili visto che coincidono in tutto e per tutto con noi, ma io non riesco a seguirli su quella via. Una via che contempla la “scienza naturale” come unico sapere
sabato 28 giugno 2014
Lo stato è un' azienda?
A prima vista viene da rispondere di sì. Un capo di governo è tenuto a far prosperare lo stato che dirige, esattamente come un manager l' azienda.
Ma se ci fermassimo qui saremmo degli utilitaristi.
Cio' che differenzia un governante da un manager è il ruolo delle presunzioni. Un governante, per agire, deve superare il precetto "liberty first" posto a tutela dei cittadini. Un manager non è tenuto a tanto. Un governante deve poter dire: "limito le tue libertà perché posso mostrare una quantità ragguardevole di prove che così facendo il paese diventerà più prospero. La "quantità ragguardevole" di prove consente quindi al governante di superare il liberty first. Per un manager il lasciapassare per l' azione è costituito unicamente dalle proprie convinzioni personali circa il bene dell' azienda. Bastano quelle ad autorizzarlo.
Quantità ragguardevole di prove contro convinzioni personali. Ecco cosa differenzia il governante dal manager ed ecco perché uno stato non potrà mai dirsi pari ad un' azienda.
Ma se ci fermassimo qui saremmo degli utilitaristi.
Cio' che differenzia un governante da un manager è il ruolo delle presunzioni. Un governante, per agire, deve superare il precetto "liberty first" posto a tutela dei cittadini. Un manager non è tenuto a tanto. Un governante deve poter dire: "limito le tue libertà perché posso mostrare una quantità ragguardevole di prove che così facendo il paese diventerà più prospero. La "quantità ragguardevole" di prove consente quindi al governante di superare il liberty first. Per un manager il lasciapassare per l' azione è costituito unicamente dalle proprie convinzioni personali circa il bene dell' azienda. Bastano quelle ad autorizzarlo.
Quantità ragguardevole di prove contro convinzioni personali. Ecco cosa differenzia il governante dal manager ed ecco perché uno stato non potrà mai dirsi pari ad un' azienda.
giovedì 26 giugno 2014
I beni infiniti
Anche l’ economista ha qualcosa da imparare dal credente e dall’ economia dei “beni infiniti”. Oggi, infatti, anche molti beni materiali sono diventati “infiniti”. Se programmo un buon software posso poi riprodurlo all’ infinito a costo zero. Se realizzo un solo e-book posso poi moltiplicarlo all’ infinito a costo zero. Tutto cio' ha delle conseguenze: se il mio software è anche solo leggermente migliore delle alternative, mi accaparro l’ intero mercato, proprio perché stendere la mia produzione a livello cittadino o mondiale mi è indifferente dal punto di vista dei costi. Si tratta di giochini cosiddetti “winner take all”. Se Facebook è anche solo di poco migliore di MySpace, Facebook si prende tutto e MySpace sparisce. Anche grazie a queste dinamiche le ricchezze si concentrano ed emergono pochi super-ricchi dal patrimonio quasi infinito. Il credente ci insegna che quando disponiamo di beni infiniti cio’ che manca, cio’ che scarseggia è il senso, ovvero cio’ che ci consente di trasformare la ricchezza in felicità e realizzazione personale. Noi non viviamo per accumulare patrimoni ma per trasformarli in felicità personale. Ecco allora che intorno al super-ricco si forma una corte di gente che “offre” senso: il cuoco con i suoi piatti unici al mondo, l’ esperto dei vini con i suoi consigli sofisticati, il monaco buddista con la sua filosofia immaginifica, il personal trainer con le idee per una forma perfetta, l’ artista con le sue trasgressioni uniche… Il futuro è di chi sa trasformare la ricchezza in senso e vende i suoi consigli e la sua arte ai super-ricchi. A volte il senso ha bisogno del sacro per emergere, cosicché l' opposizione del credente alla mercificazione che abbiamo cacciato dalla porta, potrebbe rientrare dalla finestra.
mercoledì 25 giugno 2014
Ave Maria
Ave Maria - Il saluto con cui il divino incontra l' uomo
Piena di Grazia - Dall' esistenza contrassegnata dai miracoli (verginità, ascensione...)
Il Signore sia con te - Unita a Dio nella generazione del Figlio
Sia benedetto il tuo nome e benedetto il frutto del tuo seno - Destinato a grandi cose nel bene
Santa Maria - Dall' umanità esemplare
Madre di Dio - Destinata a partorire il figlio di Dio
Prega per noi peccatori - Intercedi presso Dio invocando il suo perdono
Adesso e nell' ora della nostra morte - Ora e finché dura il tempo utile per decidere il nostro destino.
Piena di Grazia - Dall' esistenza contrassegnata dai miracoli (verginità, ascensione...)
Il Signore sia con te - Unita a Dio nella generazione del Figlio
Sia benedetto il tuo nome e benedetto il frutto del tuo seno - Destinato a grandi cose nel bene
Santa Maria - Dall' umanità esemplare
Madre di Dio - Destinata a partorire il figlio di Dio
Prega per noi peccatori - Intercedi presso Dio invocando il suo perdono
Adesso e nell' ora della nostra morte - Ora e finché dura il tempo utile per decidere il nostro destino.
Globalizzazione e compenso ai manager
la globalizzazione ha fatto esplodere i compensi ai manager. Perché? Essenzialmente due ragioni:
1) La globalizzazione richiede all' impresa strategie allocative, un compito demandato ai manager.
2) Mercati più ampi (globalizzati), spingono la specializzazione del lavoro, il che aumenta la domnda di "coordinatori", ovvero di manager.
1) La globalizzazione richiede all' impresa strategie allocative, un compito demandato ai manager.
2) Mercati più ampi (globalizzati), spingono la specializzazione del lavoro, il che aumenta la domnda di "coordinatori", ovvero di manager.
lunedì 23 giugno 2014
sabato 21 giugno 2014
Come emerge uno Stato?
1) Hobbes aveva torto. La vita senza governo non è affatto breve, violenta e spiacevole. La storia ci dice che ci si organizza.
2) In particolare ci si organizza con le persone di fiducia, i familiari innanzitutto. Dalla famiglia si passa alla famiglia allargata fino ad arrivare al clan e alla tribù. Difficile andare oltre, il collante sociale non terrebbe.
3) Il bene da produrre per convivere è la fiducia. Per farlo si ricorre alla cultura dell' onore e alla legge dei clan. Bisogna dire che senza un governo la vita sociale non assomiglia certo a quella sognata dai liberali individualisti. La legge del clan contempla la colpa collettiva: tu sei responsabile anche delle colpe di tuo fratello.
4) Uno dei tipici collanti sociali è la "creazione del nemico comune". I clan sono spesso in guerra tra loro, altro particolare che non piacerebbe agli amanti del pacifico commercio.
5) Le guerre portano a un vincitore che sottomette gli altri formando una specie di superclan dove le relazioni tra i membri cominciano a diventare anonime. Una casta detta legge sul popolo. Qualcuno anziché parlare di superclan parla di "stato naturale".
6) Lo stato naturale, al fine di perpetuarsi, adotta degli espedienti tipici. Innanzitutto facilita la mobilità tra governati e governanti al fine di tener buoni i primi, che son anche i più numerosi. Poi, anche per incrementare la sua efficienza, concede e garantisce i diritti individuali, in particolare il diritto di proprietà. In questo modo ottimizza gli incentivi.
7) I diritti individuali mandano in sollucchero i liberali di ogni risma, ma qui sta il paradosso dell' individualismo: i libertari vedono nello stato un nemico ma senza uno stato centrale forte che crea fiducia i loro adorati diritti individuali rischiano di regredire e venire fagocitati dalla legge dei clan.
8) E' anche vero che lo stato concede strumentalmente i diritti individuali e quindi, altrettanto strumentalmente, li viola non appena gli conviene farlo. Tasse esose, iper-regolamentazione sono la regola dello stato moderno. Lo stato attacca di continuo i diritti individuali ma per paradosso la sua presenza è anche garanzia per essi.
9) Dal punto di vista dell' etica individualista lo stato è ingiustificabile, eppure la sua presenza migliora la nostra condizione visto che garantisce i nostri diritti. Diciamo allora che la presenza dello stato emerge in violazione dei principi in cui crede il libertario ma la sua presenza puo' essere accettata come eccezione al principio, almeno finché lo stato si limita a garantire i diritti individuali (stato minimo) senza estendere la sua azione con interferenze condannabili.
2) In particolare ci si organizza con le persone di fiducia, i familiari innanzitutto. Dalla famiglia si passa alla famiglia allargata fino ad arrivare al clan e alla tribù. Difficile andare oltre, il collante sociale non terrebbe.
3) Il bene da produrre per convivere è la fiducia. Per farlo si ricorre alla cultura dell' onore e alla legge dei clan. Bisogna dire che senza un governo la vita sociale non assomiglia certo a quella sognata dai liberali individualisti. La legge del clan contempla la colpa collettiva: tu sei responsabile anche delle colpe di tuo fratello.
4) Uno dei tipici collanti sociali è la "creazione del nemico comune". I clan sono spesso in guerra tra loro, altro particolare che non piacerebbe agli amanti del pacifico commercio.
5) Le guerre portano a un vincitore che sottomette gli altri formando una specie di superclan dove le relazioni tra i membri cominciano a diventare anonime. Una casta detta legge sul popolo. Qualcuno anziché parlare di superclan parla di "stato naturale".
6) Lo stato naturale, al fine di perpetuarsi, adotta degli espedienti tipici. Innanzitutto facilita la mobilità tra governati e governanti al fine di tener buoni i primi, che son anche i più numerosi. Poi, anche per incrementare la sua efficienza, concede e garantisce i diritti individuali, in particolare il diritto di proprietà. In questo modo ottimizza gli incentivi.
7) I diritti individuali mandano in sollucchero i liberali di ogni risma, ma qui sta il paradosso dell' individualismo: i libertari vedono nello stato un nemico ma senza uno stato centrale forte che crea fiducia i loro adorati diritti individuali rischiano di regredire e venire fagocitati dalla legge dei clan.
8) E' anche vero che lo stato concede strumentalmente i diritti individuali e quindi, altrettanto strumentalmente, li viola non appena gli conviene farlo. Tasse esose, iper-regolamentazione sono la regola dello stato moderno. Lo stato attacca di continuo i diritti individuali ma per paradosso la sua presenza è anche garanzia per essi.
9) Dal punto di vista dell' etica individualista lo stato è ingiustificabile, eppure la sua presenza migliora la nostra condizione visto che garantisce i nostri diritti. Diciamo allora che la presenza dello stato emerge in violazione dei principi in cui crede il libertario ma la sua presenza puo' essere accettata come eccezione al principio, almeno finché lo stato si limita a garantire i diritti individuali (stato minimo) senza estendere la sua azione con interferenze condannabili.
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