1) Hobbes aveva torto. La vita senza governo non è affatto breve, violenta e spiacevole. La storia ci dice che ci si organizza.
2) In particolare ci si organizza con le persone di fiducia, i familiari innanzitutto. Dalla famiglia si passa alla famiglia allargata fino ad arrivare al clan e alla tribù. Difficile andare oltre, il collante sociale non terrebbe.
3) Il bene da produrre per convivere è la fiducia. Per farlo si ricorre alla cultura dell' onore e alla legge dei clan. Bisogna dire che senza un governo la vita sociale non assomiglia certo a quella sognata dai liberali individualisti. La legge del clan contempla la colpa collettiva: tu sei responsabile anche delle colpe di tuo fratello.
4) Uno dei tipici collanti sociali è la "creazione del nemico comune". I clan sono spesso in guerra tra loro, altro particolare che non piacerebbe agli amanti del pacifico commercio.
5) Le guerre portano a un vincitore che sottomette gli altri formando una specie di superclan dove le relazioni tra i membri cominciano a diventare anonime. Una casta detta legge sul popolo. Qualcuno anziché parlare di superclan parla di "stato naturale".
6) Lo stato naturale, al fine di perpetuarsi, adotta degli espedienti tipici. Innanzitutto facilita la mobilità tra governati e governanti al fine di tener buoni i primi, che son anche i più numerosi. Poi, anche per incrementare la sua efficienza, concede e garantisce i diritti individuali, in particolare il diritto di proprietà. In questo modo ottimizza gli incentivi.
7) I diritti individuali mandano in sollucchero i liberali di ogni risma, ma qui sta il paradosso dell' individualismo: i libertari vedono nello stato un nemico ma senza uno stato centrale forte che crea fiducia i loro adorati diritti individuali rischiano di regredire e venire fagocitati dalla legge dei clan.
8) E' anche vero che lo stato concede strumentalmente i diritti individuali e quindi, altrettanto strumentalmente, li viola non appena gli conviene farlo. Tasse esose, iper-regolamentazione sono la regola dello stato moderno. Lo stato attacca di continuo i diritti individuali ma per paradosso la sua presenza è anche garanzia per essi.
9) Dal punto di vista dell' etica individualista lo stato è ingiustificabile, eppure la sua presenza migliora la nostra condizione visto che garantisce i nostri diritti. Diciamo allora che la presenza dello stato emerge in violazione dei principi in cui crede il libertario ma la sua presenza puo' essere accettata come eccezione al principio, almeno finché lo stato si limita a garantire i diritti individuali (stato minimo) senza estendere la sua azione con interferenze condannabili.