Perche' la LN non fa la secessione
In breve: la LN ha cercato seriamente di dare la secessione, ha avuto vigoroso consenso su questo programma in parte del Nord nel 1996-1998 ma non sufficiente ad arrivare al risultato. Questo e' il motivo principale per cui la LN non fa veramente la secessione. Nessuno in Italia specie tra i politici e' in grado di fare un bilancio attendibile dei vantaggi e svantaggi della secessione, questo e' uno dei tanti motivi per cui non e' certo da queste valutazioni che la LN ha (ad oggi) abbandonato l'indipendenza della Padania. Personalmente ritengo una secessione altamente nel medio-lungo periodo benefica sia per il Nord e forse anche piu' per il Sud, esattamente come e' avvenuto nel caso della secessione Cecoslovacca, ma non e' certo questo che determina i programmi politici che dipendono invece dalle preferenze degli elettori e dal consenso politico e dalla percezione che di tutto questo hanno i politici.
Ora espongo piu' in dettaglio. Bossi ha cercato seriamente di fare la secessione, a partire dalla campagna per le elezioni del 1996 quando la LN si e' presentata sola, prendendo piu' voti di ogni singolo altro partito nel Nord geografico dall'Emilia Romagna inclusa in su. Di seguito ci sono state la dichiarazione di indipendenza della Padania, e la manifestazione che secondo Massimo Fini ha raccolto se ricordo bene 300-600mila persone sulle rive del Po. Inizialmente il programma indipendentista della LN ha raccolto ampio consenso, specialmente nelle province pedemontane e montane, dove la LN ha preso tra il 30% e il 42% nel 1996, incrementando questi numeri gia' elevati dopo aver ulteriormente chiarito di voler puntare all'indipendenza. Ad esempio, nel giugno del 1997 la LN ha vinto le supplettive per il seggio di Tradate con il 46.2% aumentando il gia' largo consenso del 38.2% con cui aveva vinto lo stesso seggio nel 1996. Sempre nel 1997 alle elezioni amministrative la LN ha vinto da sola le province di Varese, Como e Vicenza e i comuni di Alessandria, Lecco e Pordenone. Nel Veneto i sondaggi indicavano un consenso alla LN aumentato dal 30% del 1996 al 47% nel 1997 - 1998. Tuttavia il consenso all'indipendenza della Padania, pur vigoroso in alcune delle aree piu' economicamente forti e produttive del Nord, non ha raggiunto il livello (maggioranza assoluta in un insieme ragionevole di province) che potesse innescare una secessione di fatto sia pure iniziale. Inoltre a partire dal 1999 gli elettori padani hanno progressivamente deciso di puntare Berlusconi piuttosto che sulla LN per raggiungere una soluzione piu' rapida ai danni che loro provocava il governo dell'Ulivo del tempo. Indicativi di questa tendenza sono i risultati delle amministrative del 1999 quando per un soffio la LN ha perso la provincia di Bergamo a favore del centro-destra. Da quella data Bossi cambia programma nella direzione di un accordo con Tremonti e SB per arrivare ad una riforma federale dello Stato, un accordo che SB effettivamente mantiene nonostante il magro risultato (3.9%) della LN nel 2001, approvando le riforme nella legislatura 2001-2006. Il resto e' storia recente, la LN sta riprovando la riforma elettorale, ma questa volta ha preso l'8.4% e poi il 10% alle europee invece del 3.9% del 2001.
Il bilancio dei trasferimenti di ricchezza tra Nord e Sud Italia
In passate discussioni su nFA l'entita' dei trasferimenti di ricchezza da Nord a Sud era stata gia' approfondita. Ricordo come riassume la situazione Mario Draghi nelle considerazioni finali del 2008:
La spesa pubblica è tendenzialmente proporzionale alla popolazione, mentre le entrate riflettono redditi e basi imponibili pro capite che nel Meridione sono di gran lunga inferiori. Si stima che il conseguente afflusso netto verso il Sud di risorse intermediate dall'operatore pubblico, escludendo gli interessi sul debito, sia dell'ordine del 13 per cento del prodotto del Mezzogiorno, il 3 per cento di quello nazionale. È un ammontare imponente; per il Sud, è anche il segno di una dipendenza economica ininterrotta. La sua incidenza non è uguale dappertutto: varia dal 5 per cento del prodotto regionale in Abruzzo al 20 per cento in Calabria. Nonostante un tale impegno finanziario, resta forte la differenza tra Mezzogiorno e Centro Nord nella qualità dei servizi pubblici prestati, a parità di spesa. Divari si trovano in tutti i settori: dalla sanità all'istruzione, dall'amministrazione della giustizia a quella del territorio, dalla tutela della sicurezza personale alle politiche sociali, alla stessa realizzazione di infrastrutture.
Negli interventi Spesa pubblica e tributi pagati nelle Regioni d'Italia e Mezzogiorno, Villa La Pietra, 2009 (pdf) (trasparenze 10 e 13) sono elencati i residui fiscali pro-capite per Regione, cioe' quanto ogni cittadino in media paga di tasse meno la spesa pubblica mediamente erogata nel suo territorio: questi numeri sono piu' concreti dei tuoi dati che contengono un profluvio di dati assoluti e di percentuali le cui conseguenze pratiche per il contribuente medio sono piuttosto nebulose. I dati elencati sopra spiegano che ogni famiglia lombarda di 4 persone invia verso Roma e verso il Sud 20mila euro all'anno (senza ottenere alcun risultato, aggiungo io). Questo in fin dei conti e' il numero che conta, e che le riflessioni sul fatto che lo Stato spende per acquistare prodotti delle industrie settentrionali non intacca se non marginalmente. Anche nel caso del Belgio i trasferimenti tra fiamminghi e valloni venivano efficacemente riassunti nella considerazione che ogni 3 anni ogni famiglia fiamminga regala un'automobile ad una famiglia vallone: in Italia e' molto di piu', per i lombardi, e anche le altre Regioni del Nord contribuiscono pesantemente.
Non ci puo' essere dubbio alcuno che questi soldi che i settentrionali "regalano" a Roma e al Sud senza ottenere alcuno sviluppo anzi ricevendo indietro servizi statali che l'Economist correttamente definisce "miserabili" sono una perdita netta per tutta la societa' italiana, incluso il Sud dove drogano e distorcono l'economia e la stessa societa'. Non c'e' dubbio alcuno pertanto a mio parere che in base a queste considerazioni sia opportuno dividere i destini economici e politici del Nord e del Sud Italia, a beneficio di entrambi. E' corretto che ci saranno anche conseguenze negative, di rilevanza minore, come ce ne sono state nel caso cecoslovacco, ma non mi risulta che nessuno dei due Paesi voglia tornare indietro e anzi mi sembra che entrambi stiano progredendo autonomamente e serenamente senza rimpiangere il passato unitario.
Alberto Lusiani su nfa
giovedì 22 ottobre 2009
mercoledì 21 ottobre 2009
La scommessa del professore
Lo sforzo dell' idomito professor Tetlock si pone come unico scoglio teso ad arginare il mare della fluida chiacchera politica.
Dopo aver riscontrato come in queste materie il giudizio speculativo degli scienziati non sopravanzi in modo significativo quello del dilettante esperto, dopo aver rilevato che un semplice algoritmo è sufficiente per ottenere prestazioni migliori, dopo aver indagato sugli stili cognitivi più congeniali a chi fa questo mestiere, tenta di chiudere il suo libro con qualche suggerimento di policy.
Parlando di politica si entra in un dedalo e in simili labirinti occorre un filo d' Arianna; speculando intorno agli scenari possibili, cala un nebbione in men che non si dica e in un mare tanto periglioso si cerca avidamente un faro.. In altre parole, occorre un "mercato delle predizioni politiche", un' arena in cui scommettere parte del proprio stipendio (gettoni di presenza per le comparsate TV compresi).
Che gli esperti vengano dunque chiamati periodicamente a formulare delle previsioni pubbliche e verificabili, meglio se in forma di scommessa.
Avrebbero un incentivo economico e, ancor più importante, un incentivo reputazionale.
Non partecipare al giochetto fornirebbe segnali non meno preziosi. Un vero atto di sfiducia verso le capacità predittive della propria disciplina. Non è un dramma, significa che verranno valorizzate altre funzioni.
Ci sarebbe poi il fatto che una borsa delle predizioni darebbe indicazioni migliori di quanto potrebbe fare il singolo esperto. Conosciamo bene il fenomeno.
Non ultimo, il pubblico potrebbe rendersi conto di quanto poco gli esperti abbiano da dirci sugli scenari futuri. Una consapevolezza che oggi manca, forse per il linguaggio forbito che sfoggiano gli accademici quando vengono interpellati in TV.
Un inconveniente ci sarebbe: il concetto di "errore giusto". Pensiamo a titolo esemplificativo alla necessità di evitare il grido "al lupo al lupo". Sapremmo tutto dell' esperto che c' azzecca, meno di quello che sbaglia facendo gli "errori giusti". Naturalmente questo concetto condensa tutta la soggettività ineliminabile che un progetto del genere porta necessariamente con sè.
Eppure vale la pena affiancare qualcosa alla scontata e autoreferenziale certificazione degli albi professionali.
p.s. Hanson è già avanti su questa strada, lui. Link.
aggiornamento: Finance Profs Won’t Bet
Dopo aver riscontrato come in queste materie il giudizio speculativo degli scienziati non sopravanzi in modo significativo quello del dilettante esperto, dopo aver rilevato che un semplice algoritmo è sufficiente per ottenere prestazioni migliori, dopo aver indagato sugli stili cognitivi più congeniali a chi fa questo mestiere, tenta di chiudere il suo libro con qualche suggerimento di policy.
Parlando di politica si entra in un dedalo e in simili labirinti occorre un filo d' Arianna; speculando intorno agli scenari possibili, cala un nebbione in men che non si dica e in un mare tanto periglioso si cerca avidamente un faro.. In altre parole, occorre un "mercato delle predizioni politiche", un' arena in cui scommettere parte del proprio stipendio (gettoni di presenza per le comparsate TV compresi).
Che gli esperti vengano dunque chiamati periodicamente a formulare delle previsioni pubbliche e verificabili, meglio se in forma di scommessa.
Avrebbero un incentivo economico e, ancor più importante, un incentivo reputazionale.
Non partecipare al giochetto fornirebbe segnali non meno preziosi. Un vero atto di sfiducia verso le capacità predittive della propria disciplina. Non è un dramma, significa che verranno valorizzate altre funzioni.
Ci sarebbe poi il fatto che una borsa delle predizioni darebbe indicazioni migliori di quanto potrebbe fare il singolo esperto. Conosciamo bene il fenomeno.
Non ultimo, il pubblico potrebbe rendersi conto di quanto poco gli esperti abbiano da dirci sugli scenari futuri. Una consapevolezza che oggi manca, forse per il linguaggio forbito che sfoggiano gli accademici quando vengono interpellati in TV.
Un inconveniente ci sarebbe: il concetto di "errore giusto". Pensiamo a titolo esemplificativo alla necessità di evitare il grido "al lupo al lupo". Sapremmo tutto dell' esperto che c' azzecca, meno di quello che sbaglia facendo gli "errori giusti". Naturalmente questo concetto condensa tutta la soggettività ineliminabile che un progetto del genere porta necessariamente con sè.
Eppure vale la pena affiancare qualcosa alla scontata e autoreferenziale certificazione degli albi professionali.
p.s. Hanson è già avanti su questa strada, lui. Link.
aggiornamento: Finance Profs Won’t Bet
martedì 20 ottobre 2009
Inspiegabili discriminazioni
the issue is why those concerned about other inequalities, such as re genders or ethnicities, seem so uninterested in inequalities associated with beauty, etc. Not only could we cause some people to look less pretty, we could use money to compensate ugly folk, reducing total inequality of utility (and increasing total utility if we are risk-averse in status). Yes we can influence our beauty to some extent, but compensation could be tied to more fixed features such as height, skin smoothness, or body symmetry
Cercasi teoria urgentemente. Chi ne ha una credibile da prestarmi?
Cercasi teoria urgentemente. Chi ne ha una credibile da prestarmi?
I rendimenti decrescenti delle profezie
Sembra un film già visto, chi ha previsto il crack finanziario non ne azzecca più una.
Peace Through Music
Non c' ho mai creduto, significa che godo meno? Non credo proprio... la tenerezza delle illusioni umane è altrettanto commovente.
Playing For Change | Song Around The World "One Love" from Concord Music Group on Vimeo.
Apologetica dell' IT
In difesa dell' Insider trading, altrochè.
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E allora perchè lo si vieta? Perchè, senza sfavorire la società, sfavorisce la maggioranza dei votanti.
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E allora perchè lo si vieta? Perchè, senza sfavorire la società, sfavorisce la maggioranza dei votanti.
Meglio il Potere che la Felicità
In tal senso hanno deliberato le donne nell' ultimo mezzo secolo.
Inevitabile pensare alla reazione offesa verso chi si rivolge loro appellandole "Signora".
Inevitabile pensare alla reazione offesa verso chi si rivolge loro appellandole "Signora".
lunedì 19 ottobre 2009
L' inutile relativismo radicale dei dogmatici
E' stato Michel Foucault ad incarnare al meglio il pensiero relativista nel secolo scorso.
Per lui la realtà era una costruzione intersoggettiva alla cui realizzazione dedicava sforzi indefessi il Potere. La battaglia contro il Potere era dunque una battaglia delle idee al fine di garantirsi l' accesso alla cabina di comando, una cabina da cui era possibile "costruire" il reale e spacciarlo ovunque traendone beneficio.
La parabola di questo esimio intellettuale si concluse con un paradosso tragico.
Mentre bollava cio' che si soleva chiamare la "piaga dell' AIDS" come un costrutto sociale ordito per colpire la comunità gay internazionale, contrasse la malattia e morì.
Viene in mente la scenata con cui il Dott. Johnson rigettò il relativismo del Reverendo Berkley. Lo fece con parole passate a proverbio: "Non posso accettarlo per questo...", e così dicendo sferrò un calcio ad una pietra rompendosi il piede. Aveva "solidi" argomenti.
Cio' non toglie che anche i relativisti ne abbiano e riescano ad insinuarli, specie nelle scienze sociali.
Osservando come la neutralità sia impossibile e come i giudizi di valore pervadano ogni osservazione, concludono con un rinvio radicale al soggettivismo.
In questo caso i relativisti sfruttano anche la sponda loro offerta dai molti che enfatizzano il ruolo dei valori, per esempio da chi aderisce ad una credenza religiosa. Vero Davide?
Strana alleanza, ma non necessaria. Il metodo positivista potrebbe tranquillamente procedere in parallelo con la fede in alcuni valori non negoziabili. Eppure non lo fa mai come potrebbe, si preferisce confondere il metodo positivista con la filosofia positivista.
Ammettiamo che esca una ricerca condotta con i classici metodi neo-positivisti la quale asserisca che la felicità media delle donne è precipitata dopo l' avvento del pensiero femminista degli anni 60 e 70.
Ecco che, anzichè rispondere nel merito, si adottano i classici argomenti relativistici per revocare senza appello i metodi adottati nella ricerca, e lo si fa infervorati da valori senz' altro condivisibili. Come se il metodo positivista, da solo ordisse un attentato contro un sistema di valori. Invece i valori possono tranquillamente restare anche a fronte dell' esito di certi studi.
Altri lavori indicano come l' introduzione dell' aborto, a decenni di distanza, riduca la criminalità nei paesi studiati. Molti reagiscono ribellandosi allo studio, come se lo studio avesse implicanze morali. Forse lo studio invita chi professa un' etica utilitarista a cambiare posizione, ma nulla dice di significativo agl' altri. Temiamo forse di essere degli utilitaristi mascherati? Oppure che tali siano i nostri vicini? In caso contrario, perchè preoccuparsi? In base a quale logica?
Per le stesse ragioni non ha nessun senso tirare un sospiro di sollievo quando lo studio viene criticato entrando nel merito.
Eppure "rabbie" e "sospiri di sollievo" esistono eccome. Eppure anche chi abitualmente si presenta come apodittico nelle sue affermazioni, tutto ad un tratto ripiega su un relativismo radicale revocando in dubbio il metodo scientifico per il semplice fatto che l' esito è affetto da inevitabili imprecisioni e approssimazioni statistiche, come se cio' fosse sufficiente a fare tabula rasa di tutto. E' un sentimento irrazionale, pigro e controproducente, eppure esiste. Forse è anche il sentimento per cui i "credenti" sono così sottorappresentati nella comunità scientifica. Vale la pena farsi un esame di coscienza.
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Per lui la realtà era una costruzione intersoggettiva alla cui realizzazione dedicava sforzi indefessi il Potere. La battaglia contro il Potere era dunque una battaglia delle idee al fine di garantirsi l' accesso alla cabina di comando, una cabina da cui era possibile "costruire" il reale e spacciarlo ovunque traendone beneficio.
La parabola di questo esimio intellettuale si concluse con un paradosso tragico.
Mentre bollava cio' che si soleva chiamare la "piaga dell' AIDS" come un costrutto sociale ordito per colpire la comunità gay internazionale, contrasse la malattia e morì.
Viene in mente la scenata con cui il Dott. Johnson rigettò il relativismo del Reverendo Berkley. Lo fece con parole passate a proverbio: "Non posso accettarlo per questo...", e così dicendo sferrò un calcio ad una pietra rompendosi il piede. Aveva "solidi" argomenti.
Cio' non toglie che anche i relativisti ne abbiano e riescano ad insinuarli, specie nelle scienze sociali.
Osservando come la neutralità sia impossibile e come i giudizi di valore pervadano ogni osservazione, concludono con un rinvio radicale al soggettivismo.
In questo caso i relativisti sfruttano anche la sponda loro offerta dai molti che enfatizzano il ruolo dei valori, per esempio da chi aderisce ad una credenza religiosa. Vero Davide?
Strana alleanza, ma non necessaria. Il metodo positivista potrebbe tranquillamente procedere in parallelo con la fede in alcuni valori non negoziabili. Eppure non lo fa mai come potrebbe, si preferisce confondere il metodo positivista con la filosofia positivista.
Ammettiamo che esca una ricerca condotta con i classici metodi neo-positivisti la quale asserisca che la felicità media delle donne è precipitata dopo l' avvento del pensiero femminista degli anni 60 e 70.
Ecco che, anzichè rispondere nel merito, si adottano i classici argomenti relativistici per revocare senza appello i metodi adottati nella ricerca, e lo si fa infervorati da valori senz' altro condivisibili. Come se il metodo positivista, da solo ordisse un attentato contro un sistema di valori. Invece i valori possono tranquillamente restare anche a fronte dell' esito di certi studi.
Altri lavori indicano come l' introduzione dell' aborto, a decenni di distanza, riduca la criminalità nei paesi studiati. Molti reagiscono ribellandosi allo studio, come se lo studio avesse implicanze morali. Forse lo studio invita chi professa un' etica utilitarista a cambiare posizione, ma nulla dice di significativo agl' altri. Temiamo forse di essere degli utilitaristi mascherati? Oppure che tali siano i nostri vicini? In caso contrario, perchè preoccuparsi? In base a quale logica?
Per le stesse ragioni non ha nessun senso tirare un sospiro di sollievo quando lo studio viene criticato entrando nel merito.
Eppure "rabbie" e "sospiri di sollievo" esistono eccome. Eppure anche chi abitualmente si presenta come apodittico nelle sue affermazioni, tutto ad un tratto ripiega su un relativismo radicale revocando in dubbio il metodo scientifico per il semplice fatto che l' esito è affetto da inevitabili imprecisioni e approssimazioni statistiche, come se cio' fosse sufficiente a fare tabula rasa di tutto. E' un sentimento irrazionale, pigro e controproducente, eppure esiste. Forse è anche il sentimento per cui i "credenti" sono così sottorappresentati nella comunità scientifica. Vale la pena farsi un esame di coscienza.
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Cacciari sul "Date a Cesare..."
Come sempre il Cacciari imbeccato dalla Caramore è molto stimolante.
Ma non concordo.
Se simili posizioni (dialettiche) fossero prevalse, probabilmente la Chiesa sarebbe soccombuta nel giro di qualche decennio.
Viene il dubbio che l' esito non sia sgradito a chi propone certe esegesi.
Che malizia, la cosa non vale certo per il sindaco/filosofo...
Da ascoltare comunque.
Ma non concordo.
Se simili posizioni (dialettiche) fossero prevalse, probabilmente la Chiesa sarebbe soccombuta nel giro di qualche decennio.
Viene il dubbio che l' esito non sia sgradito a chi propone certe esegesi.
Che malizia, la cosa non vale certo per il sindaco/filosofo...
Da ascoltare comunque.
venerdì 16 ottobre 2009
Perchè i libertari stanno con la Binetti
La Binetti si è rifiutata di votare il disegno di legge contro l' omofobia. Recitava così:
"All'articolo 61, comma 1, del codice penale, dopo il numero 11-ter), è aggiunto il seguente: «11-quater) l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato».
Cerco di pensare, non sono un giurista, come un liberale giustificherebbe un' aggravante sulla base delle funzioni della pena di solito riconosciute: deterrenza e rieducazione. Si tratta di questioni importanti poichè parliamo della stessa azione punita in modo diverso, dobbiamo procedere con i piedi di piombo.
Prendo come esempi due aggravanti: l' associazione mafiosa e i "futili motivi".
L' aggravante per associazione mafiosa è giustificata dal fatto che il mafioso gode di un reticolo di complicità che ne ostacla la cattura. L' elevato rischio di sfuggire alla pena ne giustificherebbe l' inasprimento. Posso anche accettarlo.
L' aggravante per futili motivi è attribuita a chi, poco meno che folle e con gravi problemi di self control, necessita di una lunga rieducazione.
Ma l' aggravante per "reati commessi con finalità inerenti all' orientamento sessuale della vittima"?
Per me, anche giudicare socialmente pericoloso o fonte di corruzione morale l' ostentazione orgogliosa di un certo orientamento sessuale, costituisce un' idea perfettamente lecita finchè non degenera. Probabilmente è l' idea della Binetti e del Papa. Ma se è così, non esiste nessuna rieducazione extra da fare, e quindi nessuna aggravante da imporre.
Nessuno del resto potrebbe sostenere che un' idea simile sia più criminogena della sete di ricchezza che anima una comune rapina, non c' è quindi neanche una extra deterrenza da imporre.
Inoltre, perchè pensare al gay come ad un soggetto particolarmente debole circondato dal comune disprezzo e non in grado di difendersi quando interviene la violenza nei suoi confronti (l' altro giorno due aggressori sono stati suonati di santa ragione)?
O perlomeno, perchè pensarlo più debole di altre categorie, del barbone, della vecchia, della persona comune quando cammina in una periferia isolata, del pedofilo appena scarcerato, tutte potenziali vittime di reati per cui nessuno si sognerebbe di proporre aggravanti?
Sicuramente esistono altri modi che io non conosco per giustificare la presenza di un' aggravante, ma sono modi accettabili per un liberale desideroso di non interferire nella libertà di pensiero e di espressione altrui?
link
"All'articolo 61, comma 1, del codice penale, dopo il numero 11-ter), è aggiunto il seguente: «11-quater) l'avere, nei delitti non colposi contro la vita e l'incolumità individuale, contro la personalità individuale, contro la libertà personale e contro la libertà morale, commesso il fatto per finalità inerenti all'orientamento o alla discriminazione sessuale della persona offesa dal reato».
Cerco di pensare, non sono un giurista, come un liberale giustificherebbe un' aggravante sulla base delle funzioni della pena di solito riconosciute: deterrenza e rieducazione. Si tratta di questioni importanti poichè parliamo della stessa azione punita in modo diverso, dobbiamo procedere con i piedi di piombo.
Prendo come esempi due aggravanti: l' associazione mafiosa e i "futili motivi".
L' aggravante per associazione mafiosa è giustificata dal fatto che il mafioso gode di un reticolo di complicità che ne ostacla la cattura. L' elevato rischio di sfuggire alla pena ne giustificherebbe l' inasprimento. Posso anche accettarlo.
L' aggravante per futili motivi è attribuita a chi, poco meno che folle e con gravi problemi di self control, necessita di una lunga rieducazione.
Ma l' aggravante per "reati commessi con finalità inerenti all' orientamento sessuale della vittima"?
Per me, anche giudicare socialmente pericoloso o fonte di corruzione morale l' ostentazione orgogliosa di un certo orientamento sessuale, costituisce un' idea perfettamente lecita finchè non degenera. Probabilmente è l' idea della Binetti e del Papa. Ma se è così, non esiste nessuna rieducazione extra da fare, e quindi nessuna aggravante da imporre.
Nessuno del resto potrebbe sostenere che un' idea simile sia più criminogena della sete di ricchezza che anima una comune rapina, non c' è quindi neanche una extra deterrenza da imporre.
Inoltre, perchè pensare al gay come ad un soggetto particolarmente debole circondato dal comune disprezzo e non in grado di difendersi quando interviene la violenza nei suoi confronti (l' altro giorno due aggressori sono stati suonati di santa ragione)?
O perlomeno, perchè pensarlo più debole di altre categorie, del barbone, della vecchia, della persona comune quando cammina in una periferia isolata, del pedofilo appena scarcerato, tutte potenziali vittime di reati per cui nessuno si sognerebbe di proporre aggravanti?
Sicuramente esistono altri modi che io non conosco per giustificare la presenza di un' aggravante, ma sono modi accettabili per un liberale desideroso di non interferire nella libertà di pensiero e di espressione altrui?
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Fare figli è un cattivo investimento
E' sempre stato così.
Non resta che farli perchè piacciono!
P.S. nell' articolo però c' è qualcosa che non va: è pur vero che anche nelle sociatà di cacciatori e di agricoltori le risorse investite nel figlio non tornavano per intero, ma non c' era altro modo per cumularle che questo secchiello, per quanto bucato era sempre un secchiello! Il figlio quale bene di consumo, quindi, sarebbe una novità recente.
Non resta che farli perchè piacciono!
P.S. nell' articolo però c' è qualcosa che non va: è pur vero che anche nelle sociatà di cacciatori e di agricoltori le risorse investite nel figlio non tornavano per intero, ma non c' era altro modo per cumularle che questo secchiello, per quanto bucato era sempre un secchiello! Il figlio quale bene di consumo, quindi, sarebbe una novità recente.
mercoledì 14 ottobre 2009
Cosa deve fare la scuola
Se la scuola funzioni o meno lo si stabilisce avendo in mente a cosa sia preposta. E, per quanto si converga nel segnalare il "disastro educativo", su questo punto decisivo non c' è affatto unanimità.
La scuola deve sollecitare domande di senso o insegnare dei metodi per risolvere problemi concreti?
La scuola deve instillare valori o deve far "apprendere come apprendere"?
La scuola deve presentare una visione del mondo o deve proporre un sapere operativo?
La scuola deve educare o formare?
La scuola deve trasmettere un sapere disinteressato o un sapere che si confronti con i problemi della realtà?
La scuola deve trasmettere un sapere qualitativo o un sapere in qualche modo quantificabile?
La prima ipotesi è fortemente sostenuta dalla CEI in questo libro, la seconda rappresenta la vulgata oggi di gran lunga dominante.
La visione della CEI parte dall' osservazione che l' Uomo è un soggetto di libertà e non un uomo-macchina che agisce secondo procedure determinate.
Questa distinzione non puo' comunque essere decisiva, poichè l' Uomo è entrambe le cose.
Ancora pieno d' incertezze, esprimo la mia idea sul tema: la visione educativa della CEI probabilmente è più vicina alle mie corde, ma poichè si è fatto della scuola un bene pubblico che solo una "burocrazia" centralizzata è in grado di produrre, la seconda visione s' impone necessariamente per evitare degenerazioni. I motivi sono ovvi: ad un sistema burocratico è applicabile qualche incentivo solo se le prestazioni sono misurabili oggettivamente.
Attenzione a non intendere il riferimento ai "burocrati" in senso dispregiativo; in realtà ho in mente gente a cui non resta che incentivarsi mediante l' autoresponsabilizzazione. Giù il cappello quindi a chi ci riesce, mi chiedo solo se un sistema dove l' autoresponsabilizzazione riveste un ruolo tanto centrale potrà mantenersi su alti livelli a lungo?
link
La scuola deve sollecitare domande di senso o insegnare dei metodi per risolvere problemi concreti?
La scuola deve instillare valori o deve far "apprendere come apprendere"?
La scuola deve presentare una visione del mondo o deve proporre un sapere operativo?
La scuola deve educare o formare?
La scuola deve trasmettere un sapere disinteressato o un sapere che si confronti con i problemi della realtà?
La scuola deve trasmettere un sapere qualitativo o un sapere in qualche modo quantificabile?
La prima ipotesi è fortemente sostenuta dalla CEI in questo libro, la seconda rappresenta la vulgata oggi di gran lunga dominante.
La visione della CEI parte dall' osservazione che l' Uomo è un soggetto di libertà e non un uomo-macchina che agisce secondo procedure determinate.
Questa distinzione non puo' comunque essere decisiva, poichè l' Uomo è entrambe le cose.
Ancora pieno d' incertezze, esprimo la mia idea sul tema: la visione educativa della CEI probabilmente è più vicina alle mie corde, ma poichè si è fatto della scuola un bene pubblico che solo una "burocrazia" centralizzata è in grado di produrre, la seconda visione s' impone necessariamente per evitare degenerazioni. I motivi sono ovvi: ad un sistema burocratico è applicabile qualche incentivo solo se le prestazioni sono misurabili oggettivamente.
Attenzione a non intendere il riferimento ai "burocrati" in senso dispregiativo; in realtà ho in mente gente a cui non resta che incentivarsi mediante l' autoresponsabilizzazione. Giù il cappello quindi a chi ci riesce, mi chiedo solo se un sistema dove l' autoresponsabilizzazione riveste un ruolo tanto centrale potrà mantenersi su alti livelli a lungo?
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Stoccolma dichiara guerra all' obesità...
martedì 13 ottobre 2009
Il declino dell' Impero Americano
Vite salvate e vita bruciate dal casco
L' esperto degli esperti
L' esperto degli esperti si chiama Philip Tetlock, quando lui entra nella stanza non sono poche le teste d' uovo che s' inventano una scusa ed escono; come noi vede tutti i giorni sfilare in TV una lunga teoria di sapienti che ci spiegano per filo e per segno la politica e l' economia, la rava e la fava; come noi si è chiesto se tutto cio' abbia un senso; non potremmo, per esempio, sostituirli con una scimmia equipaggiata di dadi?
Al contrario di noi, però, lui è andato in fondo alla questione. Per vent' anni ha raccolto dati e verificato con puntiglio le sentenze della scienza politica, in questo libro emette il suo verdetto sulla sostituzione di cui sopra. E' un libro che vale la pena leggere, le perplessità maggiori di un simile lavoro le ho lette nel libro medesimo, e questo depone a suo favore.
I motivi di scetticismo nei confronti dell' "esperto" abbondano. L' Uomo è una bestia ben difficile da ingabbiare, un protagonista molto più recalcitrante dell' atomo o del gene, diversi ostacoli si frappongono a chi cerca di prevederne le mosse. Elenchino ad uso e consumo di chi sceglie la riposante posizione dello scettico radicale:
Path-dep - Da un' urna contenente una pallina bianca e una nera, pescane una a caso e ributtala dentro insieme ad un' altra dello stesso colore. Ripeti l' operazione finchè, poniamo al centesimo pescaggio, l' urna è piena di palline. Di che colore saranno? Al primo pescaggio regna l' imprevedibilità, al novantesimo saremo invece tutti professori. Molti processi storici potrebbero essere formalizzati proprio così. Tutti professori alla fine, tutti scimmie con la monetina in mano all' inizio. Senonchè a noi interessa l' inizio.
Complessità - Giovanni denuncia Franco: quel fatale mattino lo fermò per un cordiale saluto facendogli perdere il treno. Prese quello successico, quello che deragliando lo rese invalido per sempre. Ma la denuncia venne respinta, è ovvio: la vita è fatta di mille eventi insignificanti da cui scaturiscono eventi decisivi, impossibile fare previsioni quando la farfalla batte le sue ali, impossibile addossare colpe. Impossibile? Già, proprio così...
Giochi - Sherlock Holmes vs. Dr. Moriarty (genio del male). Per uccidere H., M. deve conoscere la stazione in cui farà scalo: è logico che scenda a Parigi se vuole sbrigare efficacemente i suoi affari, questo il Dr. M lo sa bene, ma sa anche che H. è a conoscenza del suo criminale progetto. D' altronde H. sa che M. sa che lui sa. Dove si fermerà quindi H.? Magari proprio a Parigi prendendo due piccioni con una fava: scampare l' assassinio e sbrigare i suoi affari. Sta di fatto che l' esito di un simile gioco è indeterminato perchè affetto da "conoscenza profonda" (lui sa che io so che lui sa...), esattamente come la gran parte dei giochi a cui partecipiamo durante la nostra giornata fatta di relazioni umane. Mille rapporti, tutti con esito indeterminato... e tu vorresti renderli tutti prevedibili?
Probabilità - Nel nostro mondo le variabili possono essere studiate solo in gruppo, possiamo solo dire timidamente che da A e B deriva C, ma anche qui senza garanzie di essere di fronte ad una reale relazione, poichè quanto osservato potrebbe essere il frutto di una compensazione di errori. In altri termini, una teoria sbagliata e sperimentata con metodi erronei puo' risultare conforme a quanto si osserva. Se questo è vero per le scienze tradizionali, figuriamoci per quelle umane dove le variabili sono moltissime e ancor meno isolabili. Meglio allora rinunciare.
La semplicità - La nostra mente si è formata per facilitarci la vita nella savana africana. Il ragionamento probabilistico proprio non lo digeriamo. Purtroppo è l' unico ragionamento compatibile con una descrizione delle attività umane.
L' ambiguità - Siamo attratti dai discorsi quando filano via lisci come treni nella notte, pur di mantenerli ci costruiamo sempre dei mondi paralleli che giustifichino le stranezze di quello in cui viviamo. Il marxista, quando crolla l' URSS, ci intratterrà a lungo sugli agitprop infiltrati. Simili trucchetti ci sono sempre consentiti e noi ne approfittiamo.
La dissonanza - Vorremmo che dal bene derivi il bene e dal male derivi il male, ma abitiamo in un posto dove una simile semplificazione non vige; ci rifiutiamo di prenderne atto perchè districare la matassa sarebbe scoraggiante. Con una testa siffatta come potremo mai avere un' idea del mondo degli uomini?
Il controllo - Ci irrita pensare che il caso (o la Provvidenza) abbiano tanta parte nelle cose terrene. Prendere decisioni "capitali" forse ci atterrisce, ma quando ci dicono che non sono affatto "capitali" diventiamo molto nervosi e rimpiangiamo quelle paure vitali. Ci piace pensare che il fato non sia affatto capriccioso. Invece, purtroppo...
Il culto della "legge" - Il cibo puo' comparire sia a destra che a sinistra, dipende da un algoritmo random che ha un unico vincolo: fare in modo che a destra compaia 60 volte su cento. Un topo gareggia con una classe di laureati a Yale. Vince il topo. La bestia segue una strategia del tipo: vado dove il formaggio compare più spesso. I laureati, loro no. Loro erano convinti che dietro ci sia una regola da scoprire, e così facendo hanno finito per seguire quella che via via ritenevano la regola confermata trascurando la semplice probabilità. Gran parte dei nostri errori sono dovuti al fatto che siamo degli intelligentoni, che non ci rassegnamo a minimizzare l' errore ma vorremmo eliminarlo scoprendo una "legge". Ma nei fenomeni troppo complessi bisogna deporre le armi: rinunciare alla precisioni delle leggi e limitarsi molto più modestamente a contare le probabilità. L' uomo è uno di questi "fenomeni".
***
Per chi è curioso, la sentenza di Tetlock è questa: l' esperto mediamente batte la scimmia (non il dilettante informato). Ma di poco, veramente di poco. E' impressionante questa pochezza.
Il libro prosegue indagando a cosa si debba l' esiguo margine e quali siano gli esperti con le migliori performance.
In proposito vengono introdotte due figure: le volpi, coloro che sanno molte cose approssimativamente e i ricci, coloro che sanno una cosa ma molto bene.
In media la prestazione di un esperto-volpe è migliore rispetto a quella di un esperto-riccio. Eppure la prestazione del gruppo esperti-ricci è mediamente superiore, o almeno pari, rispetto a quella del gruppo esperti-volpe.
Al contrario di noi, però, lui è andato in fondo alla questione. Per vent' anni ha raccolto dati e verificato con puntiglio le sentenze della scienza politica, in questo libro emette il suo verdetto sulla sostituzione di cui sopra. E' un libro che vale la pena leggere, le perplessità maggiori di un simile lavoro le ho lette nel libro medesimo, e questo depone a suo favore.
I motivi di scetticismo nei confronti dell' "esperto" abbondano. L' Uomo è una bestia ben difficile da ingabbiare, un protagonista molto più recalcitrante dell' atomo o del gene, diversi ostacoli si frappongono a chi cerca di prevederne le mosse. Elenchino ad uso e consumo di chi sceglie la riposante posizione dello scettico radicale:
Path-dep - Da un' urna contenente una pallina bianca e una nera, pescane una a caso e ributtala dentro insieme ad un' altra dello stesso colore. Ripeti l' operazione finchè, poniamo al centesimo pescaggio, l' urna è piena di palline. Di che colore saranno? Al primo pescaggio regna l' imprevedibilità, al novantesimo saremo invece tutti professori. Molti processi storici potrebbero essere formalizzati proprio così. Tutti professori alla fine, tutti scimmie con la monetina in mano all' inizio. Senonchè a noi interessa l' inizio.
Complessità - Giovanni denuncia Franco: quel fatale mattino lo fermò per un cordiale saluto facendogli perdere il treno. Prese quello successico, quello che deragliando lo rese invalido per sempre. Ma la denuncia venne respinta, è ovvio: la vita è fatta di mille eventi insignificanti da cui scaturiscono eventi decisivi, impossibile fare previsioni quando la farfalla batte le sue ali, impossibile addossare colpe. Impossibile? Già, proprio così...
Giochi - Sherlock Holmes vs. Dr. Moriarty (genio del male). Per uccidere H., M. deve conoscere la stazione in cui farà scalo: è logico che scenda a Parigi se vuole sbrigare efficacemente i suoi affari, questo il Dr. M lo sa bene, ma sa anche che H. è a conoscenza del suo criminale progetto. D' altronde H. sa che M. sa che lui sa. Dove si fermerà quindi H.? Magari proprio a Parigi prendendo due piccioni con una fava: scampare l' assassinio e sbrigare i suoi affari. Sta di fatto che l' esito di un simile gioco è indeterminato perchè affetto da "conoscenza profonda" (lui sa che io so che lui sa...), esattamente come la gran parte dei giochi a cui partecipiamo durante la nostra giornata fatta di relazioni umane. Mille rapporti, tutti con esito indeterminato... e tu vorresti renderli tutti prevedibili?
Probabilità - Nel nostro mondo le variabili possono essere studiate solo in gruppo, possiamo solo dire timidamente che da A e B deriva C, ma anche qui senza garanzie di essere di fronte ad una reale relazione, poichè quanto osservato potrebbe essere il frutto di una compensazione di errori. In altri termini, una teoria sbagliata e sperimentata con metodi erronei puo' risultare conforme a quanto si osserva. Se questo è vero per le scienze tradizionali, figuriamoci per quelle umane dove le variabili sono moltissime e ancor meno isolabili. Meglio allora rinunciare.
La semplicità - La nostra mente si è formata per facilitarci la vita nella savana africana. Il ragionamento probabilistico proprio non lo digeriamo. Purtroppo è l' unico ragionamento compatibile con una descrizione delle attività umane.
L' ambiguità - Siamo attratti dai discorsi quando filano via lisci come treni nella notte, pur di mantenerli ci costruiamo sempre dei mondi paralleli che giustifichino le stranezze di quello in cui viviamo. Il marxista, quando crolla l' URSS, ci intratterrà a lungo sugli agitprop infiltrati. Simili trucchetti ci sono sempre consentiti e noi ne approfittiamo.
La dissonanza - Vorremmo che dal bene derivi il bene e dal male derivi il male, ma abitiamo in un posto dove una simile semplificazione non vige; ci rifiutiamo di prenderne atto perchè districare la matassa sarebbe scoraggiante. Con una testa siffatta come potremo mai avere un' idea del mondo degli uomini?
Il controllo - Ci irrita pensare che il caso (o la Provvidenza) abbiano tanta parte nelle cose terrene. Prendere decisioni "capitali" forse ci atterrisce, ma quando ci dicono che non sono affatto "capitali" diventiamo molto nervosi e rimpiangiamo quelle paure vitali. Ci piace pensare che il fato non sia affatto capriccioso. Invece, purtroppo...
Il culto della "legge" - Il cibo puo' comparire sia a destra che a sinistra, dipende da un algoritmo random che ha un unico vincolo: fare in modo che a destra compaia 60 volte su cento. Un topo gareggia con una classe di laureati a Yale. Vince il topo. La bestia segue una strategia del tipo: vado dove il formaggio compare più spesso. I laureati, loro no. Loro erano convinti che dietro ci sia una regola da scoprire, e così facendo hanno finito per seguire quella che via via ritenevano la regola confermata trascurando la semplice probabilità. Gran parte dei nostri errori sono dovuti al fatto che siamo degli intelligentoni, che non ci rassegnamo a minimizzare l' errore ma vorremmo eliminarlo scoprendo una "legge". Ma nei fenomeni troppo complessi bisogna deporre le armi: rinunciare alla precisioni delle leggi e limitarsi molto più modestamente a contare le probabilità. L' uomo è uno di questi "fenomeni".
***
Per chi è curioso, la sentenza di Tetlock è questa: l' esperto mediamente batte la scimmia (non il dilettante informato). Ma di poco, veramente di poco. E' impressionante questa pochezza.
Il libro prosegue indagando a cosa si debba l' esiguo margine e quali siano gli esperti con le migliori performance.
In proposito vengono introdotte due figure: le volpi, coloro che sanno molte cose approssimativamente e i ricci, coloro che sanno una cosa ma molto bene.
In media la prestazione di un esperto-volpe è migliore rispetto a quella di un esperto-riccio. Eppure la prestazione del gruppo esperti-ricci è mediamente superiore, o almeno pari, rispetto a quella del gruppo esperti-volpe.
Come valutare un docente universitario?
La missione è impossibile. Lasciamo che sia l' Università a farlo autonomamente, ci limiteremo a valutare quest' ultima.
Per valutare l' ateneo esistono criteri meno problematici: per esempio si guarda alla sistemazione lavorativa dei laureati che sforna in relazione al numero di matricole che iscrive.
Per valutare l' ateneo esistono criteri meno problematici: per esempio si guarda alla sistemazione lavorativa dei laureati che sforna in relazione al numero di matricole che iscrive.
L' ultima parola
I’m not ready to go, but I have no choice... If there’s anything I have left to say, it would be that I wish I had a Shakespearean vocabulary...
—Raymond Kinnamon, 53 anni, assassino durante una rapina...
—Raymond Kinnamon, 53 anni, assassino durante una rapina...
***
I "dead man walking" del Texas parlano prima di tacere per sempre.
lunedì 12 ottobre 2009
Applausi
Al Nobel per l' economia.
Applaudono anche gli anarchici, ormai ben inseriti nell' accademia: Elinor Ostrom ha spiegato con dovizia di particolari come spesso siano i privati a produrre i beni pubblici (comprese le leggi).
Dopo un nero premiato in quanto nero, una donna premiata non in quanto donna.
Un suo libro da bruciare lo misi nelle cataste di Fahrenheit, che infatti lo brucio' (evitando accuratamente di parlarne).
Applaudono anche gli anarchici, ormai ben inseriti nell' accademia: Elinor Ostrom ha spiegato con dovizia di particolari come spesso siano i privati a produrre i beni pubblici (comprese le leggi).
Dopo un nero premiato in quanto nero, una donna premiata non in quanto donna.
Un suo libro da bruciare lo misi nelle cataste di Fahrenheit, che infatti lo brucio' (evitando accuratamente di parlarne).
Salvati dalla "fine del mondo"
Scrivo le righe seguenti pensando ancora a quanto dicevo pochi giorni fa.
***
Solidi valori religiosi in senso tradizionale, rendono più stabile il comportamento economico di un operatore.
Credere alla fine del mondo, per esempio, ci fa mantenere i nervi saldi di fronte alla catastrofe e all' eccitazione generale.
Sarà per questo che le comunità statunitensi dove più si concentra la presenza evangelica hanno attraversato indenni la crisi finanziaria: per loro nessun boom immobiliare.
Se cio' fosse vero, una credenza del genere diverrebbe "bene comune" e andrebbe sussidiata e diffusa. Argomenti contrari?
Ricordo per inciso che il 70% degli evangelici crede alla "fine del mondo" (per i protestanti si scende al 28% e per i Cattolici al 18%).
link
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Solidi valori religiosi in senso tradizionale, rendono più stabile il comportamento economico di un operatore.
Credere alla fine del mondo, per esempio, ci fa mantenere i nervi saldi di fronte alla catastrofe e all' eccitazione generale.
Sarà per questo che le comunità statunitensi dove più si concentra la presenza evangelica hanno attraversato indenni la crisi finanziaria: per loro nessun boom immobiliare.
Se cio' fosse vero, una credenza del genere diverrebbe "bene comune" e andrebbe sussidiata e diffusa. Argomenti contrari?
Ricordo per inciso che il 70% degli evangelici crede alla "fine del mondo" (per i protestanti si scende al 28% e per i Cattolici al 18%).
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Per avere più bambini basta tagliare le pensioni
venerdì 9 ottobre 2009
Alla Facci(a) delle statistiche
Ve lo ricordate il buon Filippo Facci che dichiarava: "Sull' aborto abbiamo una buona legge, tanto è vero che gli aborti calano". Io m' interrogavo sullo strano ragionamento, prima ancora che sui suoi contenuti.
Ma un simile ragionamento è tutt' altro che una primizia, si ripete spesso sotto altre vesti:
A new study by the Guttmacher Institute and the World Health Organization shows that abortion rates are similar in different countries whether the procedure is legal or not. Shocking, I know. Of course, what wasn't similar was the risk to women's health.
Megan McCardle rievoca il suo passato di femminista quando era di moda ripetere la filastrocca "facciana". Ora, rinvenuta dallo stordimento sembra riflettere con più accuratezza
... I'm not quite sure why I thought that abortion was a magical exception to the rule that when you make something much harder and more costly to do, fewer people do it...
Il trucco che c' è sotto non è certo dei più sofisticati:
abortions are generally high in the developing world, where it is usually illegal, and low in the developed world, where it is usually legal
Naturalmente i numeri che abbiamo a disposizione sul modo migliore di difendere i nascituri raccontano una storia ben diversa: dove l' aborto è legalizzato c' è strage di feti, dove è interdetto si impennano le nascite.
Respiro, forse non ero io ad avere le traveggole.
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Ma un simile ragionamento è tutt' altro che una primizia, si ripete spesso sotto altre vesti:
A new study by the Guttmacher Institute and the World Health Organization shows that abortion rates are similar in different countries whether the procedure is legal or not. Shocking, I know. Of course, what wasn't similar was the risk to women's health.
Megan McCardle rievoca il suo passato di femminista quando era di moda ripetere la filastrocca "facciana". Ora, rinvenuta dallo stordimento sembra riflettere con più accuratezza
... I'm not quite sure why I thought that abortion was a magical exception to the rule that when you make something much harder and more costly to do, fewer people do it...
Il trucco che c' è sotto non è certo dei più sofisticati:
abortions are generally high in the developing world, where it is usually illegal, and low in the developed world, where it is usually legal
Naturalmente i numeri che abbiamo a disposizione sul modo migliore di difendere i nascituri raccontano una storia ben diversa: dove l' aborto è legalizzato c' è strage di feti, dove è interdetto si impennano le nascite.
Respiro, forse non ero io ad avere le traveggole.
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Chicago e Vienna: i due liberalismi
A Chicago piace il mercato: è il miglior modo per sviluppare incentivi.
Piace pure a Vienna perchè fa emergere informazioni altrimenti destinate a restare sepolte.
Chicago riconosce che il mercato puo' fallire nella produzione di beni pubblici. In questo caso bisogna intervenire.
A Vienna questi interventi dispiacciono enormemente: verrebbe sabotato irreparabilmente quel prezioso crogiolo informativo costituito dal sistema dei prezzi.
Per Chicago l' Uomo è tutto sommato prevedibile: il problema è quello di motivarlo spingendolo all' efficienza.
Vienna vede nell' uomo un mistero sempre pronto ad innovare cambiando tutto, anche la sua testa.
A Chicago piaccioni i numeri e la matematica: qualche statistica è meglio che niente per dichiarare su basi di fatto inefficiente un mercato e far scattare l' intervento governativo.
A Vienna i numeri non servono: di interventi non ne vuole sapere, i mercati non falliscono e l' Uomo è troppo imprevedibile per essere ingabbiato in un' equazione.
Chicago è pragmatica, i fatti cambiano i suoi giudizi: un mercato efficiente nel secolo scorso puo' anche rivelarsi inefficiente oggi.
Vienna è più costante nel suo giudizio: chiede di aspettare e mantenere la calma, la verità emergerà e le previsioni giungeranno a compimento. Anche per questo la sua visione può essere agevolmente trasformata da economica a filosofica.
Non accetto richieste su chi buttare dalla torre, non saprei rispondere. Innanzitutto perchè le due visioni non sono poi così distanti e una conciliazione è possibile.
Ma poi, come potrei rinunciare al realismo di Chicago, ai suoi argomenti che consentono di intervenire con pertinenza nel dibattito contemporaneo? D' altro canto: come potrei mettere da parte la ben più ricca antropologia viennese, le sue intuizioni sulla razionalità limitata, la sua lotta culturale contro l' abuso delle conoscenze e i suoi input etico-filosofici?
Chiudo con una curiosità. In questi anni il liberalismo è sotto assalto, specie quello chicagoano. Lo difendo volentieri ma resto spiazzato quando le accuse, portate da autentici nemici del mercato, echeggiano quelle che i viennesi, veraci amici del mercato, rinfacciano di solito ai loro cugini.
Piace pure a Vienna perchè fa emergere informazioni altrimenti destinate a restare sepolte.
Chicago riconosce che il mercato puo' fallire nella produzione di beni pubblici. In questo caso bisogna intervenire.
A Vienna questi interventi dispiacciono enormemente: verrebbe sabotato irreparabilmente quel prezioso crogiolo informativo costituito dal sistema dei prezzi.
Per Chicago l' Uomo è tutto sommato prevedibile: il problema è quello di motivarlo spingendolo all' efficienza.
Vienna vede nell' uomo un mistero sempre pronto ad innovare cambiando tutto, anche la sua testa.
A Chicago piaccioni i numeri e la matematica: qualche statistica è meglio che niente per dichiarare su basi di fatto inefficiente un mercato e far scattare l' intervento governativo.
A Vienna i numeri non servono: di interventi non ne vuole sapere, i mercati non falliscono e l' Uomo è troppo imprevedibile per essere ingabbiato in un' equazione.
Chicago è pragmatica, i fatti cambiano i suoi giudizi: un mercato efficiente nel secolo scorso puo' anche rivelarsi inefficiente oggi.
Vienna è più costante nel suo giudizio: chiede di aspettare e mantenere la calma, la verità emergerà e le previsioni giungeranno a compimento. Anche per questo la sua visione può essere agevolmente trasformata da economica a filosofica.
Non accetto richieste su chi buttare dalla torre, non saprei rispondere. Innanzitutto perchè le due visioni non sono poi così distanti e una conciliazione è possibile.
Ma poi, come potrei rinunciare al realismo di Chicago, ai suoi argomenti che consentono di intervenire con pertinenza nel dibattito contemporaneo? D' altro canto: come potrei mettere da parte la ben più ricca antropologia viennese, le sue intuizioni sulla razionalità limitata, la sua lotta culturale contro l' abuso delle conoscenze e i suoi input etico-filosofici?
Chiudo con una curiosità. In questi anni il liberalismo è sotto assalto, specie quello chicagoano. Lo difendo volentieri ma resto spiazzato quando le accuse, portate da autentici nemici del mercato, echeggiano quelle che i viennesi, veraci amici del mercato, rinfacciano di solito ai loro cugini.
Un pugno di mosche morte...
... non è l' equivalente del nulla.
Una mente creativa pronta ad oscillare tra il macabro ed il puerile puo' tirarci fuori una serie di sketch...
link
Una mente creativa pronta ad oscillare tra il macabro ed il puerile puo' tirarci fuori una serie di sketch...
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giovedì 8 ottobre 2009
Le conseguenze politiche dell' ignoranza
Ammettere i nostri limiti conoscitivi ha delle conseguenze sulle nostre scelte politiche?
Certo, lo spiega bene David Brooks in quello che si candida ad essere il miglior editoriale 2009 del NYT.
ps trattasi di conseguenze anti-obamiane.
Certo, lo spiega bene David Brooks in quello che si candida ad essere il miglior editoriale 2009 del NYT.
ps trattasi di conseguenze anti-obamiane.
Lo sapevate che la morte è azzurra?
Le dinamiche della violenza sono per noi qualcosa di misterioso anche e soprattutto per la grande diffusione di film violenti.
One reason that real violence looks so ugly is because we have been exposed to so much mythical violence. … Contemporary film style … may give many people the sense that entertainment violence is, if anything, too realistic. Nothing could be farther from the truth
Un paio di esempi? Lo scontro violento non è affatto contagioso (come sembrerebbe osservando le risse da saloon); lo scontro violente è quasi sempre molto breve, la resistenza prolungata è una rara eccezione. Per chi è avido di altri particolari ecco il link al primo capitolo del libro di Collins: Violence.
Solo il sesso puo' ambire ad una rappresentazione ancora più distorta.
P. S. Con tutti quei morti in TV anche della morte potrebbe sfuggirci un' idea realistica. Forse possiamo recuperarla grazie alla rete. Qui sotto la morte reale arriva a cavallo dei respiri e dei singulti dello sciatore sotto la valanga. Il tempo della morte è fatto di noia, terrore, rassegnazione... e molto azzurro. La morte è azzurra, non lo sapevo. Penso che sotto la valanga o sull' asfalto sia molto simile. Ma non preoccupatevi, in questo caso tutto finisce bene, anche se non è un film di John Ford, dopo quattro minuti anche qui "arrivano i nostri".
One reason that real violence looks so ugly is because we have been exposed to so much mythical violence. … Contemporary film style … may give many people the sense that entertainment violence is, if anything, too realistic. Nothing could be farther from the truth
Un paio di esempi? Lo scontro violento non è affatto contagioso (come sembrerebbe osservando le risse da saloon); lo scontro violente è quasi sempre molto breve, la resistenza prolungata è una rara eccezione. Per chi è avido di altri particolari ecco il link al primo capitolo del libro di Collins: Violence.
Solo il sesso puo' ambire ad una rappresentazione ancora più distorta.
P. S. Con tutti quei morti in TV anche della morte potrebbe sfuggirci un' idea realistica. Forse possiamo recuperarla grazie alla rete. Qui sotto la morte reale arriva a cavallo dei respiri e dei singulti dello sciatore sotto la valanga. Il tempo della morte è fatto di noia, terrore, rassegnazione... e molto azzurro. La morte è azzurra, non lo sapevo. Penso che sotto la valanga o sull' asfalto sia molto simile. Ma non preoccupatevi, in questo caso tutto finisce bene, anche se non è un film di John Ford, dopo quattro minuti anche qui "arrivano i nostri".
Avalanche Skier POV Helmet Cam Burial & Rescue in Haines, Alaska from Chappy on Vimeo.
mercoledì 7 ottobre 2009
Punito per aver limitato i danni
Pensando a David Letterman...
Perchè la legge punisce il ricattaore e non il pettegolo?
Il secondo è ben più dannoso: mentre il ricattatore ti mette nelle condizioni di limitare i danni, il pettegolo non ti dà scampo.
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Perchè la legge punisce il ricattaore e non il pettegolo?
Il secondo è ben più dannoso: mentre il ricattatore ti mette nelle condizioni di limitare i danni, il pettegolo non ti dà scampo.
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Psicologia del terzomondismo
Lo si sente dire spesso: è l' ignoranza del "diverso" ad alimentarne la paura e l' odio.
Quanto sia lacunosa una simile posizione lo ricaviamo dal fatto che quella contraria è ancor più vera e più documentata: maggiori informazioni abbiamo dell' "altro" e più lo disprezziamo.
Non solo. La tesi contraria è anche più facilmente spiegabile: amare l' "altro" ci rende più amabili e compensa le nostre insicurezze. Inoltre, finchè l' "altro" se ne sta ben lontano, difficilmente "sfrutterà" il nostro amore imponendoci dei costi.
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Quanto sia lacunosa una simile posizione lo ricaviamo dal fatto che quella contraria è ancor più vera e più documentata: maggiori informazioni abbiamo dell' "altro" e più lo disprezziamo.
Non solo. La tesi contraria è anche più facilmente spiegabile: amare l' "altro" ci rende più amabili e compensa le nostre insicurezze. Inoltre, finchè l' "altro" se ne sta ben lontano, difficilmente "sfrutterà" il nostro amore imponendoci dei costi.
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martedì 6 ottobre 2009
Perchè non sono un utilitarista
Chi cerca un' etica senza dogmi finisce inevitabilmente nelle braccia dell' utilitarismo. Magari fatica a chiamarlo così, il termine "pragmatismo" è più rassicurante.
Personalmente non posso accettare l' impostazione utilitarista, ci sono troppi contro-esempi che la invalidano.
Bottom line, tanto per evitare equivoci: sto dicendo che non tutto puo' essere ricondotto all' utilitarismo; in altri termini: scelgo di dare ancora un ruolo importante ai dogmi.
Personalmente non posso accettare l' impostazione utilitarista, ci sono troppi contro-esempi che la invalidano.
Bottom line, tanto per evitare equivoci: sto dicendo che non tutto puo' essere ricondotto all' utilitarismo; in altri termini: scelgo di dare ancora un ruolo importante ai dogmi.
venerdì 18 settembre 2009
giovedì 17 settembre 2009
Anti-semitismo come forma di anti-capitalismo
Ascoltato in casa: chissà perchè gli ebrei sono sempre tanto odiati?
George Gilder intervistato da Front Page Magazine
FP: Israel has a powerful and progressive government. Why does the left hate Israel so much?
Gilder: The left loved Israel as long as it was socialist and utopian, pacifist and beleaguered. The left loved the Kibbutzim with their fatuous and always unfulfilled dreams of transcending family and property. The left loves Jews as victims. When Israel emerged as a leading capitalist state, capable of defending itself from deadly enemies, and pragmatic in its policies, the Left turned against it. But whether in Russia, Hungary, Germany, or Israel itself, socialism has always brought catastrophe for Jews. Socialism focuses on gaps between groups rather than on achievements of superior individuals. Socialism concentrates on equalizing excellence rather than promoting it. Historically, equalizing excellence has always meant suppression of Jews. This rule applies everywhere, whether by quotas as in the United States, or by pogroms in Stalin’s nationalities policy designed to equalize ethnic groups in the USSR.
FP: But isn’t hatred of Israel chiefly an effect of anti-Semitism?
Gilder: Anti-Semitism is chiefly a virulent form of anti-capitalism. In my book I closely scrutinize Hitler’s Mein Kampf . His fundamental objection to Jews is their superiority to Aryans as capitalists, as financiers, as entrepreneurs, as “middlemen.” Thomas Sowell has shown in several books that during bad times such hostility to “middleman minorities” flares up wherever an identifiable ethnic group outperforms the rest of the population in the economy.
George Gilder intervistato da Front Page Magazine
FP: Israel has a powerful and progressive government. Why does the left hate Israel so much?
Gilder: The left loved Israel as long as it was socialist and utopian, pacifist and beleaguered. The left loved the Kibbutzim with their fatuous and always unfulfilled dreams of transcending family and property. The left loves Jews as victims. When Israel emerged as a leading capitalist state, capable of defending itself from deadly enemies, and pragmatic in its policies, the Left turned against it. But whether in Russia, Hungary, Germany, or Israel itself, socialism has always brought catastrophe for Jews. Socialism focuses on gaps between groups rather than on achievements of superior individuals. Socialism concentrates on equalizing excellence rather than promoting it. Historically, equalizing excellence has always meant suppression of Jews. This rule applies everywhere, whether by quotas as in the United States, or by pogroms in Stalin’s nationalities policy designed to equalize ethnic groups in the USSR.
FP: But isn’t hatred of Israel chiefly an effect of anti-Semitism?
Gilder: Anti-Semitism is chiefly a virulent form of anti-capitalism. In my book I closely scrutinize Hitler’s Mein Kampf . His fundamental objection to Jews is their superiority to Aryans as capitalists, as financiers, as entrepreneurs, as “middlemen.” Thomas Sowell has shown in several books that during bad times such hostility to “middleman minorities” flares up wherever an identifiable ethnic group outperforms the rest of the population in the economy.
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martedì 15 settembre 2009
Offensiva contro la charter school
Salvarsi evadendo dal pubblico sarebbe un comportamento segregazionista.
I ragionamenti a pancia piena di Greenpeace
Chi è più degno di ammirazione?
Madre Teresa di Calcutta o Norman Borlaug?
Sarei stupito e dispiaciuto di abitare in un mondo che ignora queste due grandi figure.
Sarei dispiaciuto ma nient' affatto stupito di abitare in un mondo che si limitasse ad ignorarne una delle due, sicuramente quella che c' ha lasciato ieri.
Quanto all' opzione poi, che ognuno, sulla base dei propri valori, scelga chi vuole.
Se però date un peso alle vite salvate (magari con intenti egoistici), sappiate che non c' è partita. L' uomo di Cresco, il padre della rivoluzione verde, con il suo bilioncino all' attivo, non puo' essere insidiato neanche da lontano.
Bush, consegnando un premio, ebbe a dire che Barlaug era la dimostrazione vivente di come un uomo e un' idea potevano cambiare il mondo. Julian Simon avrebbe detto che B. è la dimostrazione vivente di quanto sia rischioso il controllo demografico.
P.S. Reason: Why do you think people still listen to Ehrlich? One can go back and read his doomsday scenarios and see that he was wrong.
Borlaug: People don't go back and read what he wrote. You do, but the great majority of the people don't, and their memory is short. As a matter of fact, I think this [lack of perspective] is true of our whole food situation. Our elites live in big cities and are far removed from the fields. Whether it's Brown or Ehrlich or the head of the Sierra Club or the head of Greenpeace, they've never been hungry.
Madre Teresa di Calcutta o Norman Borlaug?
Sarei stupito e dispiaciuto di abitare in un mondo che ignora queste due grandi figure.
Sarei dispiaciuto ma nient' affatto stupito di abitare in un mondo che si limitasse ad ignorarne una delle due, sicuramente quella che c' ha lasciato ieri.
Quanto all' opzione poi, che ognuno, sulla base dei propri valori, scelga chi vuole.
Se però date un peso alle vite salvate (magari con intenti egoistici), sappiate che non c' è partita. L' uomo di Cresco, il padre della rivoluzione verde, con il suo bilioncino all' attivo, non puo' essere insidiato neanche da lontano.
Bush, consegnando un premio, ebbe a dire che Barlaug era la dimostrazione vivente di come un uomo e un' idea potevano cambiare il mondo. Julian Simon avrebbe detto che B. è la dimostrazione vivente di quanto sia rischioso il controllo demografico.
P.S. Reason: Why do you think people still listen to Ehrlich? One can go back and read his doomsday scenarios and see that he was wrong.
Borlaug: People don't go back and read what he wrote. You do, but the great majority of the people don't, and their memory is short. As a matter of fact, I think this [lack of perspective] is true of our whole food situation. Our elites live in big cities and are far removed from the fields. Whether it's Brown or Ehrlich or the head of the Sierra Club or the head of Greenpeace, they've never been hungry.
Tolleranti alla riscossa. Nuove vite blindate in arrivo?
Una banda di tolleranti (motto: Disapprovo quello che dici, ma difenderò fino alla morte il tuo diritto a dirlo) discute della riforma scolastica a suo modo:
La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l'artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è
l'ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta...Chi è Giorgio Israel?...Ti è venuto il prurito a leggerne il cognome?
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La Gelmini a questa riforma sta dando solamente il nome e la faccia. In realtà, l'artefice dietro le quinte di essa, il puparo, è
l'ebreo Giorgio Israel. Come lo era Biagi, il riformatore della legge del lavoro, come lo è quel nano malefico di Brunetta...Chi è Giorgio Israel?...Ti è venuto il prurito a leggerne il cognome?
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L' italietta di noi ragionieri
lunedì 14 settembre 2009
Come Mike spaccò l' Italia
Più razionalità e giustizia nel mondo del lavoro
sabato 12 settembre 2009
Bossi assume il figlio all' Expo: 12.000 euro al mese
E Gilli chiosa:
Per sconfiggere corruzione, guerra e malefatte varie della politica, la soluzione non si trova in una moralizzazione forzata della politica (la famosa “questione morale”), né tanto meno in altre soluzioni più o meno estemporanee (dal divieto di avere parenti in politica, al limite di due mandati nel Parlamento, etc.). Piuttosto, se dove c’è politica c’è corruzione, la soluzione si trova nel ridurre al minimo lo spazio della politica nell’arena sociale. Dove c’è economia c’è efficienza. Dove c’è politica c’è, inevitabilmente, inefficienza.
Certo, il potere corrompe e la politica sfuma inevitabilmente in corruzione. E' così da duemila anni e non c' è Di Pietro che tenga.
L' importante è vedere se l' economia non degeneri naturalmente in politica creando un unico circuito. D' altronde il capitalismo da chi va difeso se non dai capitalisti?
Se un circuito simile esiste non ha nessun valore pragmatico il consiglio di puntare sull' economia, è un proclama al pari di quello dei moralizzatori.
Per diminuire la politica ed esaltare l' efficienza si punti piuttosto sulla sete localistica di potere. Un potere decentrato entra necessariamente in competizione e accresce la necessità di efficienza facendo in modo che ci si rivolga all' economia. W il federalismo, quindi (e magari anche i paradisi fiscali).
Non è che per combattere il Bossi dell' Expo sia necessario il Bossi di Pontida?
Per sconfiggere corruzione, guerra e malefatte varie della politica, la soluzione non si trova in una moralizzazione forzata della politica (la famosa “questione morale”), né tanto meno in altre soluzioni più o meno estemporanee (dal divieto di avere parenti in politica, al limite di due mandati nel Parlamento, etc.). Piuttosto, se dove c’è politica c’è corruzione, la soluzione si trova nel ridurre al minimo lo spazio della politica nell’arena sociale. Dove c’è economia c’è efficienza. Dove c’è politica c’è, inevitabilmente, inefficienza.
Certo, il potere corrompe e la politica sfuma inevitabilmente in corruzione. E' così da duemila anni e non c' è Di Pietro che tenga.
L' importante è vedere se l' economia non degeneri naturalmente in politica creando un unico circuito. D' altronde il capitalismo da chi va difeso se non dai capitalisti?
Se un circuito simile esiste non ha nessun valore pragmatico il consiglio di puntare sull' economia, è un proclama al pari di quello dei moralizzatori.
Per diminuire la politica ed esaltare l' efficienza si punti piuttosto sulla sete localistica di potere. Un potere decentrato entra necessariamente in competizione e accresce la necessità di efficienza facendo in modo che ci si rivolga all' economia. W il federalismo, quindi (e magari anche i paradisi fiscali).
Non è che per combattere il Bossi dell' Expo sia necessario il Bossi di Pontida?
L' ipotesi più confermata nelle scienze sociali
It’s fun to say we didn’t see the crisis coming, but the central empirical prediction of the efficient markets hypothesis is precisely that nobody can tell where markets are going – neither benevolent government bureaucrats, nor crafty hedge-fund managers, nor ivory-tower academics. This is probably the best-tested proposition in all the social sciences.
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venerdì 11 settembre 2009
Liberali o Radicali?
Cofrancesco prova a tracciare il discrimine usando come cavia Della Vedova.
Per scoprire dove ci di colloca, forse basta chiedersi quale sia il miglior cervello in circolazione. La due e la tre sono le posizioni cruciali. Proprio quelle che mi danno più da pensare.
Per scoprire dove ci di colloca, forse basta chiedersi quale sia il miglior cervello in circolazione. La due e la tre sono le posizioni cruciali. Proprio quelle che mi danno più da pensare.
Un saluto a Mike
E un particolare ricordo della sua lotta indomita per lo sponsor
La tirannia dell' esperto
The professionalization of everyday life was a trend from the outset of modernity, and has grown hugely since the 1960s. It’s a tyranny of experts...
Quello dell' esperto non è il mio cervello preferito, anche se una certa soggezione la mantengo.
Forse è per questo che tirio un sospiro di sollievo quando scopro che non ne sanno granchè.
Quello dell' esperto non è il mio cervello preferito, anche se una certa soggezione la mantengo.
Forse è per questo che tirio un sospiro di sollievo quando scopro che non ne sanno granchè.
Cenerentola
Cenerentola aveva una vita infelice tra le mura domestiche, ma non aveva ereditato alcun patrimonio genetico dalla matrigna che abusava di lei. Il messaggio della favola è che si puo' riuscire bene nella vita, si trionferà sulle avversità se si è abbastanza fortunati da aver ereditato buoni geni. Oliver Twist racconta la stessa storia. Il cattivo era il fratellastro malvagio di Oliver, figlio di una madre malvagia. Oliver aveva una madre diversa, d' animo gentile come lui. Storie del genere sembrano ingiuste, ed in effetti lo sono. Di sicuro non sono mai state lette da molti ricercatori impegnati ad isolare gli effetti dell' abuso dei genitori sui minori.
***
La materia è delicata, preferisco articolare meglio il discorso della Harris sugli abusi in famiglia.
1) Abusi gravi possono avere conseguenze permanenti: a) danni al cervello se il bambino è colpito in testa, b) disturbi post-traumatici dovuti allo stress c) personalità multipla.
2) Evitati i casi estremi di cui al punto 1, non c' è prova di altri inconvenienti.
3) Eppure molti studi segnalano delle conseguenze. Esempio classico: chi ha subito abusi è più aggressivo, più inquieto, più infelice...
4) Sono questi, inconvenienti con spigezioni alternative esaurienti.
5) Per esempio considerando i geni ereditati.
5) Per esempio considerando gli abusi tra pari, che il bambino cresciuto ricorda meglio. Molti bambini sono vittime ovunque. E' triste ed ingiusto ma alcuni tratti della personalità o dell' aspetto fisico fomentano il maltrattamento sia in famiglia che fuori.
6) Per esempio gli spostamenti continui a cui questi bambini, spesso sottratti alle famiglie d' origine, sono soggetti.
***
La materia è delicata, preferisco articolare meglio il discorso della Harris sugli abusi in famiglia.
1) Abusi gravi possono avere conseguenze permanenti: a) danni al cervello se il bambino è colpito in testa, b) disturbi post-traumatici dovuti allo stress c) personalità multipla.
2) Evitati i casi estremi di cui al punto 1, non c' è prova di altri inconvenienti.
3) Eppure molti studi segnalano delle conseguenze. Esempio classico: chi ha subito abusi è più aggressivo, più inquieto, più infelice...
4) Sono questi, inconvenienti con spigezioni alternative esaurienti.
5) Per esempio considerando i geni ereditati.
5) Per esempio considerando gli abusi tra pari, che il bambino cresciuto ricorda meglio. Molti bambini sono vittime ovunque. E' triste ed ingiusto ma alcuni tratti della personalità o dell' aspetto fisico fomentano il maltrattamento sia in famiglia che fuori.
6) Per esempio gli spostamenti continui a cui questi bambini, spesso sottratti alle famiglie d' origine, sono soggetti.
giovedì 10 settembre 2009
I tre bubboni della Sanità USA
La sanità USA è sotto attacco da parte dell' amministrazione Obama. Mi dispiaccio perchè ritengo quel modello superiore al nostro.
Eppure, a parte la mitologia imbastita sui cadaveri senza carta di credito che ostruiscono le porte dei Pronto Soccorsi, ci sono anche difetti che all' apparenza vale la pena prendere in considerazione.
Trattandosi di numeri oggettivi il dibattito sembrerebbe finito. Obama sventola la sua bandiera. Eppure, come dice Davide, i numeri vanno interpretati.
Questa volta ci pensa l' ottimo Greg, con la consueta pacatezza della ragione, a ribaltare alcune conclusioni affrettate. Buona lettura.
P.S.
SUNTO
Speranza di vita. Togli omicidi, incidenti... e gli USA balzano al primo posto. Ricorda poi che sulla mortalità gli stili di vita incidono comunque molto più dei servizi sanitari.
Non assicurati: Togli 1) non cittadini (tra cui molti immigrati illegali) 2) chi puo' permettersela 3) chi ha diritto ma non s' iscrive... e il fenomeno si ridimensiona. Tieni conto comunque che un non assicurato USA riceve più cure che un Canadese (assicurazione universale).
Costi: 1) distingui tra costi all' utenza e costo sociale 2) chi è più ricco di solito spende di più proprio nei servizi sanitari.
Eppure, a parte la mitologia imbastita sui cadaveri senza carta di credito che ostruiscono le porte dei Pronto Soccorsi, ci sono anche difetti che all' apparenza vale la pena prendere in considerazione.
- Speranza di vita: la nostra (Europa) è più alta.
- Non assicurati: sono 47 milioni. Continuiamo così?
- Costi: toccano il 16% del PIL. Noi europei ce la caviamo molto meglio.
Trattandosi di numeri oggettivi il dibattito sembrerebbe finito. Obama sventola la sua bandiera. Eppure, come dice Davide, i numeri vanno interpretati.
Questa volta ci pensa l' ottimo Greg, con la consueta pacatezza della ragione, a ribaltare alcune conclusioni affrettate. Buona lettura.
P.S.
SUNTO
Speranza di vita. Togli omicidi, incidenti... e gli USA balzano al primo posto. Ricorda poi che sulla mortalità gli stili di vita incidono comunque molto più dei servizi sanitari.
Non assicurati: Togli 1) non cittadini (tra cui molti immigrati illegali) 2) chi puo' permettersela 3) chi ha diritto ma non s' iscrive... e il fenomeno si ridimensiona. Tieni conto comunque che un non assicurato USA riceve più cure che un Canadese (assicurazione universale).
Costi: 1) distingui tra costi all' utenza e costo sociale 2) chi è più ricco di solito spende di più proprio nei servizi sanitari.
Alla ricerca delle vittime
La Rich, affidandosi ai fatti, revoca in dubbio diverse certezze relative al rapporto genitori-figli. Noi profani rimaniamo un po' spiazzati perchè ritenevamo di averle apprese da una scienza ben fondata.
Mi chiedo chi sia la vittima della sua requisitoria? Chi, al termine della sparatoria, resti davvero sul campo. Forse gli psicologi che uscirebbero ridimensionati?
Direi di no, l' accusa è formulata grazie all' erculeo e geniale sforzo di molti psicologi. Un lavoro meticoloso che è giunto a maturazione regalandoci risultati piuttosto univoci.
Sarebbe come accusare gli economisti se la loro materia ha dei limiti. E' grazie al puro genio di molti economisti se oggi sappiamo qualcosa in più intorno a quei limiti. La loro individuazione è un successo adamantino per la professione, non uno smacco.
E' come accusare i logici se nessun ragionamento potrà mai essere fondato su presupposti logico-matematici. E' grazie alle geniali intuizioni di Godel se possediamo questa preziosissima certezza sui limiti. Conosciamo forse per quelle materie una stagione più fulgida?
E allora, dove stanno le vittime?
Sono forse i genitori, lasciati ormai in balia di se stessi?
Non penso proprio: se un genitore riteneva corretto un certo comportamento tenuto con i figli, continuerà su quella via anche dopo aver saputo che cio' che fa ha scarsa influenza nella formazione del bambino. Perchè mai dovrebbe cambiare? Cio' che è giusto è giusto, l' utilità è una questione secondaria.
Forse l' unica vittima della faccenda è il genitore ipocritamente "moralista". Quello che non ha a cuore una relazione etica con il bambino ma solo il bene di quest' ultimo. Costui, in realtà, si disinteressa all' etica genitore-figlio concentrando le sue preoccupazioni sulla riuscita della prole.
Devo ammettere che mi annovero in quest' ultima categoria, faccio fatica ad immaginare un' etica tra genitore e figlio svincolata dalla felicità e riuscita del figlio nella vita, svincolata dalla relazione di utilità. Una relazione che sembra saltata sul serio per aria.
Mi chiedo chi sia la vittima della sua requisitoria? Chi, al termine della sparatoria, resti davvero sul campo. Forse gli psicologi che uscirebbero ridimensionati?
Direi di no, l' accusa è formulata grazie all' erculeo e geniale sforzo di molti psicologi. Un lavoro meticoloso che è giunto a maturazione regalandoci risultati piuttosto univoci.
Sarebbe come accusare gli economisti se la loro materia ha dei limiti. E' grazie al puro genio di molti economisti se oggi sappiamo qualcosa in più intorno a quei limiti. La loro individuazione è un successo adamantino per la professione, non uno smacco.
E' come accusare i logici se nessun ragionamento potrà mai essere fondato su presupposti logico-matematici. E' grazie alle geniali intuizioni di Godel se possediamo questa preziosissima certezza sui limiti. Conosciamo forse per quelle materie una stagione più fulgida?
E allora, dove stanno le vittime?
Sono forse i genitori, lasciati ormai in balia di se stessi?
Non penso proprio: se un genitore riteneva corretto un certo comportamento tenuto con i figli, continuerà su quella via anche dopo aver saputo che cio' che fa ha scarsa influenza nella formazione del bambino. Perchè mai dovrebbe cambiare? Cio' che è giusto è giusto, l' utilità è una questione secondaria.
Forse l' unica vittima della faccenda è il genitore ipocritamente "moralista". Quello che non ha a cuore una relazione etica con il bambino ma solo il bene di quest' ultimo. Costui, in realtà, si disinteressa all' etica genitore-figlio concentrando le sue preoccupazioni sulla riuscita della prole.
Devo ammettere che mi annovero in quest' ultima categoria, faccio fatica ad immaginare un' etica tra genitore e figlio svincolata dalla felicità e riuscita del figlio nella vita, svincolata dalla relazione di utilità. Una relazione che sembra saltata sul serio per aria.
Divide et impera
Vuoi pubblicare uno studio "scientifico" sullla socializzazione in famiglia? Niente di più facile: procurati una buona base dati e non preoccuparti se c' è un po' da lavorare con la calcolatrice. Isola cinque elementi familiari e 5 fattori della personalità infantile, potrai abbinarli in 25 modi diversi ottenendo 25 possibili correlazioni. Basandosi puramente sul caso, è possibile che un paio di correlazioni possano essere statisticamente significative. E se non dovessi trovarne nemmeno una? Niente paura, non tutto è perduto, possiamo suddividere i dati e riesaminarli. Separando i maschi dalle femmine si raddoppia immediatamente il numero delle correlazioni: 50 possibilità di successo anzichè 25! Puo' anche valere la pena di considerare separatamente padri e madri. Poi si passa all' età. Procedi nella suddivisione finchè lo ritieni opportuno. Avrai ottenuto di sicuro una paio di correlazioni significative pubblicabili (sono quelle che escono dal computer con l' asterisco di fianco. Mi raccomando di non fare alcuna menzione della tua scoperta più importante: la montagna di dati irrilevante dal punto di vista statistico che avrai prodotto. Una proliferazione di questo tipo, accompagnata dal silenzio sulle relazioni inesistenti, portò due eminenti studiosi dell' età evolutiva a domandarsi "se il numero di correlazioni significative rivelate sia maggiore di quello attribuibile al caso"- Io chiamo il metodo "dividi et impera": funziona come la lotteria, compri più biglietti e raddoppi le probabilità di vittoria.
Genitori interscambiabili
In altre parole, si scopre che la maggior parte degli elementi che si riteneva avessero effetto rilevante sui bambini non l' hanno per nulla. Che i genitori lavorino o non lavorino, leggano o non leggano, bevano o non bevano, litighino o non litighino, rimangano insieme o si dividano: questi fattori si suppongono sostanzialmente uguali per tutti i bambini in una stessa famiglia e pertanto sembrano avere un impatto assai limitato sui figli nel medio lungo periodo. Con un tratto di penna, Maccoby e Martin avevano cancellato la maggior parte di cio' su cui i ricercatori della socializzazione si erano guadagnati da vivere per decenni.
Per chi non accetta come prove le opinioni di molti psicologi, elenco altri elementi che non incidono o incidono in modo modesto sulla personalità dei figli nel lungo periodo alla luce dei fatti conosciuti:
- metodo educativo (autoritario, lassista, "just right");
- madri che lavorano;
- frequenza del nido;
- qualità del nido;
- genitori omosessuali (e altre famiglie non convenzionali);
- gravidanza indesiderata;
- figlio unico;
- divorzio;
- punizioni corporali.
Per chi non accetta come prove le opinioni di molti psicologi, elenco altri elementi che non incidono o incidono in modo modesto sulla personalità dei figli nel lungo periodo alla luce dei fatti conosciuti:
- metodo educativo (autoritario, lassista, "just right");
- madri che lavorano;
- frequenza del nido;
- qualità del nido;
- genitori omosessuali (e altre famiglie non convenzionali);
- gravidanza indesiderata;
- figlio unico;
- divorzio;
- punizioni corporali.
mercoledì 9 settembre 2009
Ora di Religione
Siete favoreli ad un' ora di religione che spieghi i contenuti della religione cattolica? La vorreste come materia scolastica al pari di tutte le altre? Io, personalmente, sì.
E per quale motivo? Innanzitutto per lo stesso motivo per cui preferisco che mio figlio conosca gli affluenti del Po' piuttosto che quelli del Brahmaputra.
Secondo poi... bè, lasciamo perdere.
Eppure, lo sappiamo bene, qualcuono opina su questo punto come su molti altri relativi ai programmi scolastici.
E allora?
E allora W l' autonomia, purchè responsabilizzata.
Che ciascun fornitore scelga cosa offrire e ne sopporti le conseguenze.
Più facile di così.
E per quale motivo? Innanzitutto per lo stesso motivo per cui preferisco che mio figlio conosca gli affluenti del Po' piuttosto che quelli del Brahmaputra.
Secondo poi... bè, lasciamo perdere.
Eppure, lo sappiamo bene, qualcuono opina su questo punto come su molti altri relativi ai programmi scolastici.
E allora?
E allora W l' autonomia, purchè responsabilizzata.
Che ciascun fornitore scelga cosa offrire e ne sopporti le conseguenze.
Più facile di così.
La Diabolica Morra
Un Placido furioso perde le staffe dopo che un cronista lo rimprovera: "ti dici di sinistra e poi fai i film con Medusa".
Trattasi veramente di una contraddizione?
A prima vista la deduzione non sembra esatta visto che lo stesso rilievo potrebbe essere rivolto a Medusa. Come è possibile che entrambi nuocciano alla propria ideologia quando si tratta di ideologie opposte l' una all' altra?
In realtà c' è stato solo uno scambio.
Un momento, ma l' ideologia capitalista (Medusa) è proprio una religione che venera l' "idolo dello scambio".
E' proprio vincendo una Morra del genere che il Capitalismo ha sconfitto in Occidente chi lo osteggiava. Altro che Guerra all' Impero del Male!
P.S. Pasolini, mordendosi le dita fino a farle sanguinare, ci guida nei meandri di questo giochino tanto semplice quanto gravido di conseguenze.
Trattasi veramente di una contraddizione?
A prima vista la deduzione non sembra esatta visto che lo stesso rilievo potrebbe essere rivolto a Medusa. Come è possibile che entrambi nuocciano alla propria ideologia quando si tratta di ideologie opposte l' una all' altra?
In realtà c' è stato solo uno scambio.
Un momento, ma l' ideologia capitalista (Medusa) è proprio una religione che venera l' "idolo dello scambio".
E' proprio vincendo una Morra del genere che il Capitalismo ha sconfitto in Occidente chi lo osteggiava. Altro che Guerra all' Impero del Male!
P.S. Pasolini, mordendosi le dita fino a farle sanguinare, ci guida nei meandri di questo giochino tanto semplice quanto gravido di conseguenze.
Alta tecnologia nella "rete"
Esistono economie di rete nell' alta tecnologia? Mica tanto.
Previsioni autoirrealizzabili
La previsione di uno scienziato sociale gode di scarso credito, inutile negarlo. Di questo non c' è da stupirsi, la loro imprecisione è proverbiale, oltre che comprensibile.
Il fatto singolare è che lo scetticismo si prolunga anche quando ci prendono, anche mentre ci prendono. Sembra quindi che la questione non sia solo legata ai "fatti". Un esempio canonico?
Osservando il mondo negli ultimi vent' anni, quali sono le più importanti tendenze in atto? Direi 1) il mondo è sempre più pacifico, 2) il mondo è sempre più democratico e 3) il mondo è sempre più aperto al mercato.
In altre parole, si potrebbe dire così: il mondo intero tende ad adottare il modello occidentale.
Vent' anni fa qualcuno predisse questa convergenza e mal gliene incolse. Ricordate Francis Fukuyama e la sua affermazione per cui "La Storia sta finendo"?
Bene, se la ricordate probabilmente sarete d' accordo nel constatare che nessuna previsione fu tanto sbertucciata proprio nel mentre si stava realizzando. Non solo, nessuna previsione è stata tanto ridicolizzata anche dopo che si è realizzata.
Come mai?
via ss
Il fatto singolare è che lo scetticismo si prolunga anche quando ci prendono, anche mentre ci prendono. Sembra quindi che la questione non sia solo legata ai "fatti". Un esempio canonico?
Osservando il mondo negli ultimi vent' anni, quali sono le più importanti tendenze in atto? Direi 1) il mondo è sempre più pacifico, 2) il mondo è sempre più democratico e 3) il mondo è sempre più aperto al mercato.
In altre parole, si potrebbe dire così: il mondo intero tende ad adottare il modello occidentale.
Vent' anni fa qualcuno predisse questa convergenza e mal gliene incolse. Ricordate Francis Fukuyama e la sua affermazione per cui "La Storia sta finendo"?
Bene, se la ricordate probabilmente sarete d' accordo nel constatare che nessuna previsione fu tanto sbertucciata proprio nel mentre si stava realizzando. Non solo, nessuna previsione è stata tanto ridicolizzata anche dopo che si è realizzata.
Come mai?
via ss
martedì 8 settembre 2009
La vecchiaia non è un picnic
Philip Roth è un ottimo scrittore. Anche se non ha ancora vinto il Nobel, si puo' stare tranquilli: è americano!
Questa estate ho scelto la sua compagnia intrattenendomi con un piccolo capolavoro forgiato nella sua operosa officina, "Patrimonio".
Il soggetto è, come al solito, un evento biografico. C' è un Padre da accompagnare lungo l' ultimo anno di vita concessogli dal cancro che, partendo dal cervello, ha già cominciato a divorarlo. Ci sono parole consolatorie che devi pronunciare al genitore mentre ti scopri incapace di crederle.
E c' è anche una dentiera dimenticata sulla poltrona da spostare: ecco, Roth nel suo libro racconta l' umidore che s' irradia dal palmo del figlio mentre la ripone in un bicchiere di fortuna.
Come capita in questi casi, ci si sveglia un mattino e l' uomo che il giorno prima assomigliava così tanto a lui non gli somiglia più: metà del suo viso se n' è andata per conto suo, non è più quella. Piccoli ictus hanno cominciato il loro singolare e grottesco lavorio notturno.
La bocca è storta e parla come fosse appena fuggita dalle grinfie di un dentista.
Mangiare è causa di frustrazione mascherata. Quel che non riesce a nascondere è il residuo di cibo che staziona a sua insaputa sul mento mentre ti guarda tra un boccone e l' altro.
E ora, che ne faremo di questo vecchietto?
Non fa più paura a nessuno quel vecchio leone in disarmo con le orecchie stiracchiate quasi fossero caramelle mou e il viso che gli regala la pappagorgia di famiglia afflosciandosi sempre più sulle ossa facciali.
Stringere le radiografie di quel cranio tra le mani... che esperienza! E' il suo cervello! Il cervello che lo faceva dormire ai concerti giudicati poi "bellissimi" al risveglio tra gli applausi. Quel cervello che lo faceva pensare in modo tanto brusco, che lo faceva parlare in modo tanto enfatico e primitivo, che lo faceva combattere ottusamente ogni punto di vista che si discostasse anche di poco dai suoi trionfanti pregiudizi.
Un modo insopportabile, specie per un figlio che ha fatto la metà della metà di lui e studiato il doppio del doppio.
E' il miracoloso cervello che nella prole spargeva tanta preoccupazione e frustrazione ai tempi della sua onnipotenza; il cervello che animava una tale ansiosa dispotica tirannia in grado di spegnere mestamente, al solo contatto, ogni vivace indipendenza in fieri.
Un cervello che si appresta ora ad ingolfarsi causa "grande massa neo plastica localizzata in zona parietale". E' una meraviglia che tanta vita vissuta e fatta vivere potè uscire da quel "coso". D' altronde la volontà di Dio eruppe da un roveto ardente e, in modo non meno miracoloso, quella del Padre scaturì da lì.
Vecchio, vedovo e con un cancrone nel cervello... che fare? Una strana pigrizia pre-mortuaria avvolge la vittima predestinata. Si consumano ancora dei pasti, ovvio. Ma ci si limita a qualche wurstel bollito o a fagioli in scatola.
Nonostante la solida situazione finanziaria non si esce nemmeno a comprare il giornale: si aspetta tutto il giorno di riceverne una copia da qualcuno nel condominio.
Vestiario: si comincia a tirar via su cio' che agli altri non è visibile; pigiama, fazzoletti, mutande, calzini: sembrano attendere una moglie che li sistemi.
Poca voglia di parlare. Qualche crocchio sul pianerottolo dove il vicino racconta del cognato, un tale con un tumore del tutto simile: gli hanno fatto le radiazione ed è andato via.
Solo il portinaio riesce a rianimarlo: ce l' hai da dieci anni, il ritmo è tanto lento che ce l' avrai per altri dieci, sono ben altre le bestiacce ti fotteranno. E lui che rintraccia ogni parente per elencare con autentica gioia i potenziali assassini alternativi.
La vecchiaia non è un picnic, e scopri solo oggi quel misto patetico di sfida e rassegnazione dissimulata che i figli scambiano per onnipotenza castrante.
Onnipotenza? Il ricordo del rifiuto grezzo con cui ti rovinava la vita impedendoti di uscire la sera, oggi lo riconosci, ne cogli la disperazione di fondo e ti commuove: è lo stesso con cui allontana da sè la croce del catetere.
Roth è talmente cristallino nella sua prosa che tutti lo capiscono. Ma se tuo padre non è stato uno stinco di santo, lo capisci ancora meglio.
E ho in mente quei Padri criticabili che non riesci fisicamente a criticare: e a 58 anni è difficile come a 18, come a 8. Che persino oggi sanno disseccare i virgulti intorno a loro con incazzature degne di chi ha davanti una vita intera. Sono casi in cui è molto più semplice uccidere che criticare.
Che pacchia, pensi, quando a sopravvivere è la mamma! Per lui non c' era nulla della mamma che andava bene, doveva rassegnarsi all' inevitabile: sarebbe diventato il boss della mamma come di tutti gli altri; anche se la mamma non aveva affatto bisogno di un boss, anche se nessuno in famiglia aveva più bisogno di un boss.
Il bisognoso era lui, anche all' acme del vigore aveva sempre impellente necessità di un partner placido, bonario e paziente a cui correggere continuamente i difetti.
La mamma non era in grado di opporsi; incitata pronunciava mentalmente la solita solfa: "come faccio a fargli una scenata... lui non è come me... non la sopporterebbe... andrebbe a pezzi...". Quando il sacro terrore di mandare a pezzi qualcosa invasa chi hai al tuo fianco, puoi permetterti un vitalismo oggi irreperibile.
Lo senti sbraitare verso la zia che apre la scatola di fagioli senza mantenerla ferma, è sinceramente stizzito... ma possibile che non capisca... che non la tenga dal basso... che sia così tonta... ma come si fa... lui gliel' ha detto mille volte?! Ascolti dall' altra stanza: "sei sull' orlo della catastrofe, vecchio scemo, fai solo passi piccolissimi per non cadere e allarghi le braccia per tenerti alle pareti del corridoio, lascia che apra quella scatola come cazzo vuole".
Poi, un bel giorno, un Padre così si smerda. E tu devi pulire. Lo trovi piagnucolante in bagno, gli fai una doccia e lo metti a letto. Operazioni durante le quali è riuscito a spargere merda ovunque. E tu devi pulire senza capire bene da dove cominciare.
Si pulisce la merda del proprio padre perchè va pulita: una volta sfuggita la nausea, ignorato il disgusto e dominate quelle fobie che hanno raggiunto la forza di un tabù, c' è ancora tantissima vita da accogliere dentro di se', c' è un intero Patrimonio nascosto da ereditare.
Morire è un lavoro e i nostri padri erano sia dei gran lavoratori che dei gran datori di lavoro.
***
Un padre ebreo che muore facendosi odiare a più non posso, dunque. Come gli ebrei traffichini nei campi di Maus. E quando l' odio cresce nel cuore insieme alla compassione, libera una fragranza che rinuncio fin da subito a descrivere perchè per essere all' altezza del compito ci vorrebbe molto più di un premio Nobel. Ci vorrebbe un bel Nobel americano.
Questa estate ho scelto la sua compagnia intrattenendomi con un piccolo capolavoro forgiato nella sua operosa officina, "Patrimonio".
Il soggetto è, come al solito, un evento biografico. C' è un Padre da accompagnare lungo l' ultimo anno di vita concessogli dal cancro che, partendo dal cervello, ha già cominciato a divorarlo. Ci sono parole consolatorie che devi pronunciare al genitore mentre ti scopri incapace di crederle.
E c' è anche una dentiera dimenticata sulla poltrona da spostare: ecco, Roth nel suo libro racconta l' umidore che s' irradia dal palmo del figlio mentre la ripone in un bicchiere di fortuna.
Come capita in questi casi, ci si sveglia un mattino e l' uomo che il giorno prima assomigliava così tanto a lui non gli somiglia più: metà del suo viso se n' è andata per conto suo, non è più quella. Piccoli ictus hanno cominciato il loro singolare e grottesco lavorio notturno.
La bocca è storta e parla come fosse appena fuggita dalle grinfie di un dentista.
Mangiare è causa di frustrazione mascherata. Quel che non riesce a nascondere è il residuo di cibo che staziona a sua insaputa sul mento mentre ti guarda tra un boccone e l' altro.
E ora, che ne faremo di questo vecchietto?
Non fa più paura a nessuno quel vecchio leone in disarmo con le orecchie stiracchiate quasi fossero caramelle mou e il viso che gli regala la pappagorgia di famiglia afflosciandosi sempre più sulle ossa facciali.
Stringere le radiografie di quel cranio tra le mani... che esperienza! E' il suo cervello! Il cervello che lo faceva dormire ai concerti giudicati poi "bellissimi" al risveglio tra gli applausi. Quel cervello che lo faceva pensare in modo tanto brusco, che lo faceva parlare in modo tanto enfatico e primitivo, che lo faceva combattere ottusamente ogni punto di vista che si discostasse anche di poco dai suoi trionfanti pregiudizi.
Un modo insopportabile, specie per un figlio che ha fatto la metà della metà di lui e studiato il doppio del doppio.
E' il miracoloso cervello che nella prole spargeva tanta preoccupazione e frustrazione ai tempi della sua onnipotenza; il cervello che animava una tale ansiosa dispotica tirannia in grado di spegnere mestamente, al solo contatto, ogni vivace indipendenza in fieri.
Un cervello che si appresta ora ad ingolfarsi causa "grande massa neo plastica localizzata in zona parietale". E' una meraviglia che tanta vita vissuta e fatta vivere potè uscire da quel "coso". D' altronde la volontà di Dio eruppe da un roveto ardente e, in modo non meno miracoloso, quella del Padre scaturì da lì.
Vecchio, vedovo e con un cancrone nel cervello... che fare? Una strana pigrizia pre-mortuaria avvolge la vittima predestinata. Si consumano ancora dei pasti, ovvio. Ma ci si limita a qualche wurstel bollito o a fagioli in scatola.
Nonostante la solida situazione finanziaria non si esce nemmeno a comprare il giornale: si aspetta tutto il giorno di riceverne una copia da qualcuno nel condominio.
Vestiario: si comincia a tirar via su cio' che agli altri non è visibile; pigiama, fazzoletti, mutande, calzini: sembrano attendere una moglie che li sistemi.
Poca voglia di parlare. Qualche crocchio sul pianerottolo dove il vicino racconta del cognato, un tale con un tumore del tutto simile: gli hanno fatto le radiazione ed è andato via.
Solo il portinaio riesce a rianimarlo: ce l' hai da dieci anni, il ritmo è tanto lento che ce l' avrai per altri dieci, sono ben altre le bestiacce ti fotteranno. E lui che rintraccia ogni parente per elencare con autentica gioia i potenziali assassini alternativi.
La vecchiaia non è un picnic, e scopri solo oggi quel misto patetico di sfida e rassegnazione dissimulata che i figli scambiano per onnipotenza castrante.
Onnipotenza? Il ricordo del rifiuto grezzo con cui ti rovinava la vita impedendoti di uscire la sera, oggi lo riconosci, ne cogli la disperazione di fondo e ti commuove: è lo stesso con cui allontana da sè la croce del catetere.
Roth è talmente cristallino nella sua prosa che tutti lo capiscono. Ma se tuo padre non è stato uno stinco di santo, lo capisci ancora meglio.
E ho in mente quei Padri criticabili che non riesci fisicamente a criticare: e a 58 anni è difficile come a 18, come a 8. Che persino oggi sanno disseccare i virgulti intorno a loro con incazzature degne di chi ha davanti una vita intera. Sono casi in cui è molto più semplice uccidere che criticare.
Che pacchia, pensi, quando a sopravvivere è la mamma! Per lui non c' era nulla della mamma che andava bene, doveva rassegnarsi all' inevitabile: sarebbe diventato il boss della mamma come di tutti gli altri; anche se la mamma non aveva affatto bisogno di un boss, anche se nessuno in famiglia aveva più bisogno di un boss.
Il bisognoso era lui, anche all' acme del vigore aveva sempre impellente necessità di un partner placido, bonario e paziente a cui correggere continuamente i difetti.
La mamma non era in grado di opporsi; incitata pronunciava mentalmente la solita solfa: "come faccio a fargli una scenata... lui non è come me... non la sopporterebbe... andrebbe a pezzi...". Quando il sacro terrore di mandare a pezzi qualcosa invasa chi hai al tuo fianco, puoi permetterti un vitalismo oggi irreperibile.
Lo senti sbraitare verso la zia che apre la scatola di fagioli senza mantenerla ferma, è sinceramente stizzito... ma possibile che non capisca... che non la tenga dal basso... che sia così tonta... ma come si fa... lui gliel' ha detto mille volte?! Ascolti dall' altra stanza: "sei sull' orlo della catastrofe, vecchio scemo, fai solo passi piccolissimi per non cadere e allarghi le braccia per tenerti alle pareti del corridoio, lascia che apra quella scatola come cazzo vuole".
Poi, un bel giorno, un Padre così si smerda. E tu devi pulire. Lo trovi piagnucolante in bagno, gli fai una doccia e lo metti a letto. Operazioni durante le quali è riuscito a spargere merda ovunque. E tu devi pulire senza capire bene da dove cominciare.
Si pulisce la merda del proprio padre perchè va pulita: una volta sfuggita la nausea, ignorato il disgusto e dominate quelle fobie che hanno raggiunto la forza di un tabù, c' è ancora tantissima vita da accogliere dentro di se', c' è un intero Patrimonio nascosto da ereditare.
Morire è un lavoro e i nostri padri erano sia dei gran lavoratori che dei gran datori di lavoro.
***
Un padre ebreo che muore facendosi odiare a più non posso, dunque. Come gli ebrei traffichini nei campi di Maus. E quando l' odio cresce nel cuore insieme alla compassione, libera una fragranza che rinuncio fin da subito a descrivere perchè per essere all' altezza del compito ci vorrebbe molto più di un premio Nobel. Ci vorrebbe un bel Nobel americano.
lunedì 7 settembre 2009
Quando l' Apartheid funziona
Se in classe si creasse il gruppo dei "secchioni" affianco a quello degli "scansafatiche", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze degli alunni siano varie, il divario nei rendimenti sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finisse per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per quanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi separate ed isolate sì.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi separate ed isolate sì.
Quando l' Apartheid funziona
Se in classe si creasse il gruppo dei "migliori" affianco a quello dei "peggiori", e la cosa è molto probabile allorchè le provenienze siano varie, il divario sarebbe destinato ad accrescersi nel tempo. Non solo, chi finirebbe per sbaglio nel secondo gruppo, dopo poco meriterebbe di stare lì a pieno titolo. Il contrasto funziona come un' altalena: quando uno sale, l' altro scende; ma il saldo non è neutro: peggiorare è molto più facile. A questo punto è chiaro il motivo per cui bambini che frequentano scuole private o parrocchiali riescono così bene. Queste scuole si rivolgono ad una popolazione omogenea: i bambini che le frequentano provengono da ambienti in cui i genitori danno a queste cose un' importanza tale da essere disposti a pagare per l' istruzione dei figli. Inserite in queste scuole un piccolo numero di alunni che hanno una borsa di studio, e assumeranno i comportamenti dei loro compagni. Margaret Thatcher, ex primo ministro britannico, aveva frequentato, dopo aver vinto una borsa, una scuola privata di lusso. Omogeneità: è questo il motivo, per uanto paradossale possa sembrare, per il quale le femmine riescono meglio in matematica e scienze in scuole di sole femmine, e le Università che per tradizione ammettono solo neri, sfornano un numero incredibile di scienziati e matematici neri fra i più dotati del Paese.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi isolate sì.
La Harris risponde ai dubbi di una vecchia discussione: classi separate no; classi isolate sì.
venerdì 4 settembre 2009
I danni dell' autostima
Secondo molti esperti, la stima di sè è la cosa più preziosa che un genitore possa dare ad un figlio. Forse costoro mettono il carro davanti ai buoi, non tengono conto del semplice principio che molti nostri sentimenti derivano da quello che facciamo anzichè esserne la causa. L' approccio promosso dai guru del "benessere spirituale" potrebbe avere addirittura un effetto negativo scoraggiando le persone al tentare di ritagliarsi una vita decente e incoraggiandole invece a fare di tutto per star bene con se stesse senza migliorarsi in nulla. Esiste addirittura una teoria che collega la violanza alla bassa autostima, ma la conclusione opposta sembra meglio confermata: la violenza deriva da un egotismo minacciato. Quando le capacità di chi gode di alta autostima vengono revocate in dubbio, scatta una reazione violenta. La violenza è una faccenda rischiosa, difficilmente attrae i pavidi sfiduciati. Guidare ubriachi e restare incinte senza volerlo, per esempio, è tipico di chi gode di ottima autostima. Lo sfiduciato resta in casa una vita torturandosi per non riuscire ad uscire e sparare a qualcuno, di solito finisce invece nello studio di qualche psichiatra, il quale, quasi sempre, intraprende la cura con un obiettivo preciso: fare in modo che il paziente smetta di biasimare se stesso per incolpare finalmente i genitori. Poichè spesso ha a che fare con depressi, la cosa è abbastanza facile, costoro rivangano l' infanzia mantenendo un' intonazione infelice e malinconica. E' così facile convincere persone del genere che la colpa di tanta tristezza sia di mamma e papa'.
botte agli antipatici
Gli studiosi della "socializzazione" sono chiamati a dimostrare quanto l' ambiente conti nella formazione di un bambino. Oggi sappiamo che conta all' incirca per la metà. Tuttavia, il compito di questi studiosi non si limita a dimostrare che l' ambiente ha degli effetti sui bambini ma che quei particolari aspetti dell' ambiente a cui s' interessano - in particolare i metodi educativi dei genitori nell' allevare i figli - hanno effetti su di essi. A mio parere non l' hanno dimostrato. Una conclusione canonica afferma che il bambino coccolato ha maggiori possibilità di risultare simpatico, mentre quelli picchiati hanno maggiori possibilità di risultare sgradevoli. Basta rovesciare questa affermazione per ottenerne una altrettanto plausibile: i bambini simpatici sono dei candidati ideali alle coccole, i bambini sgradevoli verranno picchiati più spesso. Sono le carezze a causare la simpatia o è la simpatia a stimolare le carezze? Sono le punizioni a rendere antipatici i bambini o è più probabile che i genitori perdano la pazienza con figli antipatici? Nel tipico studio sulla socializzazione non vi è modo di distinguere.
giovedì 3 settembre 2009
Curarsi con i piedi
Dalla scuola alla sanità, il problema è sempre lo stesso: come assegnare i fondi pubblici quando si vogliono premiare i meritevoli.
L' ideale sarebbe un bel voucher da mettere nelle mani dei bisognosi, e che vadano dove vogliono. Ma molti contestano. Almeno per la scuola si ritiene che i genitori non abbiano la minima idea di quale sia il bene dei figli, meglio escluderli. Fortunantamente in materia sanitaria la mentalità è più aperta, sebbene non si arrivi ancora a concepire i buoni, si è più disposti a far pesare l' opinione dell' interessato nella valutazione finale.
Superato un ostacolo, ecco presentarsi il successivo.
Alcuni dicono di preferire il medico X al medico Y, ma poi, quando si ammalano, corrono a farsi curare da Y. Tutti noi interpretiamo in modo unanime un fenomeno del genere: le azioni valgono più delle parole.
E allora: a parole (sondaggi d' opinione) la Sanità dell' Emilia Romagna vince di misura su quella lombarda. Nei fatti (mobilità sanitaria) la seconda predomina alla grande.
Bottom line: 1) il confronto Emilia/Lombardia conta: il modello lombardo punta sul privato 2) esiste un indicatore migliore della mobilità sanitaria? 3) dati: la fonte è il rapporto 2008 di Osservasalute così come citato sul cdr di oggi.
L' ideale sarebbe un bel voucher da mettere nelle mani dei bisognosi, e che vadano dove vogliono. Ma molti contestano. Almeno per la scuola si ritiene che i genitori non abbiano la minima idea di quale sia il bene dei figli, meglio escluderli. Fortunantamente in materia sanitaria la mentalità è più aperta, sebbene non si arrivi ancora a concepire i buoni, si è più disposti a far pesare l' opinione dell' interessato nella valutazione finale.
Superato un ostacolo, ecco presentarsi il successivo.
Alcuni dicono di preferire il medico X al medico Y, ma poi, quando si ammalano, corrono a farsi curare da Y. Tutti noi interpretiamo in modo unanime un fenomeno del genere: le azioni valgono più delle parole.
E allora: a parole (sondaggi d' opinione) la Sanità dell' Emilia Romagna vince di misura su quella lombarda. Nei fatti (mobilità sanitaria) la seconda predomina alla grande.
Bottom line: 1) il confronto Emilia/Lombardia conta: il modello lombardo punta sul privato 2) esiste un indicatore migliore della mobilità sanitaria? 3) dati: la fonte è il rapporto 2008 di Osservasalute così come citato sul cdr di oggi.
Innanzitutto, decidere il nemico
Israel è spaventato, teme l' avvento di una nuova tecnocrazia: 1) la fede nella razionalità dei mercati e 2) una sempre più diffusa mentalità scientista sarebbero gli apripista di questa seria minaccia.
Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".
Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.
La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.
Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.
Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.
Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.
Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!
Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!
Israel argomenta in modo convincente, ma deve decidersi a quale paura abbandonarsi visto che le due menzionate non possono convivere: EMH è infatti l' antidoto migliore contro la "tecnocrazia".
Sono gli esempi che lui stesso porta a rivelarlo con chiarezza, prendiamo il caso LTCM.
La società d' investimenti mobiliari LTCM è fallita nel 1998. I suoi gestori pensavano di avere tra le mani la formula "scientifica" per arricchirsi sui mercati finanziari. Tutto cio' è il preoccupante sintomo di una mutazione scientista della società? Direi di no: LTCM era solo un operatore del mercato in concorrenza con altri, e il fatto stesso che un mercato continuasse ad esistere costituiva la migliore gatranzia contro pretese tecnocratiche.
Detto cio', è ben difficile capire come la paura dello scientismo si saldi con la paura del mercato visto che il mercato è proprio uno scudo contro lo scientismo.
Altra confusione: come puo' il fallimento di un mercato (la grande crisi) essere interpretato come prova della sua inefficienza? EMH (Efficiency Market Hypotesis) dice qualcosa di ben diverso e non garantisce certo la libera economia da crisi e fallimenti.
Detto questo, qualcuno potrebbe sospettare che EMH non sia falsificabile. Al contrario, è falsificabilissima: basta portare un algoritmo attraverso il quale fare soldi sicuri in borsa (battere il mercato) e l' ipotesi della razionalità crolla.
Ma quarda un po' che caso! E' proprio l' esistenza di una classica "formula" che Israel classificherebbe come "scientista", paura 1, a distruggere l' ipotesi della razionalità dei mercati, paura 2!
Falkenstein esprime in modo superbo questi concetti e le frequenti confusioni che generano. Ancora una volta: attaccare il mercato concorrenziale equivale ad aprire le porte ai tecnocrati e ai loro monopolistici algoritmi. In conclusione, le accuse contro razionalità dei mercati e scientismo possono essere sostenute con buoni argomenti, purchè si eviti accuratamente di formularle insieme!
mercoledì 2 settembre 2009
Ictus
... guardandosi allo specchio del bagno vide che metà del suo viso non era più suo. L' uomo che il giorno prima assomigliava a lui ora non somigliava più a nessuno... provò a dirsi che forse aveva dormito in posizione sbagliata, che la pelle era così perchè si era corrugata nel sonno... ma quello che pensava era di aver avuto un ictus...
Brufoli soto la lente
... è difficile immaginare un essere più cretino, più aggressivo, più insopportabile e odioso di un preadolescente, soprattutto quando è in compagnia di altri maschi della sua età. Il preadolescente è un mostro e un imbecille, il suo conformismo è incredibile; il preadolescente è la cristallizzazione malefica di cio' che c' è di peggio nell' uomo. Come si puo', allora, mettere in dubbio che la sessualità sia una forza assolutamente maligna?
lunedì 31 agosto 2009
Vite straordinarie
Una vita da onesto faticatore e indagatore della realtà.
E un altro capitolo di un immaginario "Vite straordinarie".
Il suo libro più importante:
The True Believer. Thoughts on the Nature of Mass Movements
Thomas Sowell ricorda Eric Hoffer.
Eric Hoffer su wikipedia
It is my impression that no one really likes the new. We are afraid of it. It is not only as Dostoyevsky put it that “taking a new step, uttering a new word is what people fear most.” Even in slight things the experience of the new is rarely without some stirring of foreboding. In the case of drastic change the uneasiness is of course deeper and more lasting. We can never be really prepared for that which is wholly new. We have to adjust ourselves, and every radical adjustment is a crisis in self-esteem: We undergo a test; we have to prove ourselves. It needs inordinate self-confidence to face drastic change without inner trembling.
sabato 22 agosto 2009
Per una teologia "benestante"
Da non molto il magistero pontificio ha smesso di esigere la sottomissione della moglie al marito (imperativo esposto a chiare lettere nella Scittura e poi ininterrottamente sostenuto nell' insegnamento).
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
***
"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
Bene, dei capovolgimenti interpretativi sono dunque possibili. Cio' significa anche che una Verità assoluta puo' essere comunicata con messaggi che variano nel tempo.
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"... la dottrina sociale della chiesa assume un atteggiasmento critico nei confronti sia del capitalismo liberista che del collettivismo marxista..." (Sollecitudo Rei Socialis)
Spero che presto anche insegnamenti come quello qui sopra possano essere rivisti. La cosa non è facile poichè sembrano uno sbocco naturale a chi legge i Vangeli.
Attenendosi ai testi sembra infatti che essi impongano in forma pregiudiziale di rinunciare alla ricchezza e al mondo terreno. Sembra che i Vangeli esigano di cercare la mortificazione (prendere la croce), di rinunciare ai diritti (porgere l' altra guancia), di fuggire la ricchezza (guai ai ricchi), non la povertà (beati i poveri). Molti cristiani amano quaesta visione con parecchi aut aut.
La ricchezza è dunque malvista, e non mi riferisco solo alla provenienza o all' utilizzo. A quando una svolta?
Un' alternativa è infatti possibile. Gli espropri subiti durante il Risorgimento hanno sensibilizzato la Chiesa nei confronti del diritto di proprietà; GPII, nella centesimus annus, ha tessuto un inatteso elogio dell' imprenditore; ma si puo' procedere oltre su questa strada?
Di seguito imposto la rotta per circumnavigare i 4 principali scogli che s' incontrano leggendo le Scritture.
1. "Beati i poveri", "Guai ai ricchi" - (Lc 6,20; Lc 6,24 - Mt 5,4-12)
Luca sembra categorico. Ma ricordiamoci che nella Bibbia si parla di "poveri" e "indigenti" per indicare coloro (Israele) che subiscono la dura oppressione dallo straniero. Si indica quindi il popolo di Dio in ambasce, non una categoria sociologica. Per Matteo poi, è ancora più facile: ci si riferisce ai "poveri in spirito", ovvero agli umili.
2. "Non accumulate tesori sulla terra...", "vendete e date in elemosina...", "E' più facile per un cammello..."; "Non potete seguire Dio e mammona..." (Mt 6,19; Lc 12,13-21; Lc 18,25)
Non si tratta di insegnamenti sapienziali, bensì profetici: la fine è prossima, investite oculatamente. seguire Gesù comporta rischi di persecuzione materiale: sistemate i vostri averi nel migliore dei modi.
3. "Va', vendi cio' che possiedi e dallo ai poveri...". (Mt 19,21; Mt )
Gesù usa un' iperbole. Tipo: se la tua mano ti dà scandalo, tagliala.
4. La messa in comune dei beni nelle prime comunità cristiane (Atti 2,42-47; 4,32-35; 5,12-16).
Innanzitutto, mettere in comune le proprie ricchezze non significa farsi poveri. Poi, la realtà descritta in Atti non è la realtà storica. In terzo luogo trattasi di insegnamento profetico e non sapienziale: bisognava convogliare l' attenzione sull' eschaton e sui compiti terreni relativi a questa imminenza. Anche guadagnare l' ammirazione degli ellenisti contava.
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