IL MASSACRO DI FORT APACHE.
In questo post vorrei sostenere che il movimento politically correct recupera da sinistra pratiche tipicamente di destra ed è il degno erede dell' "esoterismo", una pratica millenaria per cui è bene che certe verità insidiose siano custodite solo da una ristretta élite. Al centro di tutto c'è una visione tragica della vita e la necessità della censura. Cerco di spiegarmi meglio partendo dal famoso film di John Ford che ho appena visto in TV.
Qui l'arrogante comandante Thursday - contro il saggio parere di York - decide scriteriatamente di assalire gli Apache disponibili alla pace, cacciandosi così in una trappola senza via di scampo. La CENSURABILITA' di questa scelta dissennata è manifesta, ma successivamente, con gli opportuni ritocchi, il capitano York – superstite insieme ad un pugno di uomini e promosso al comando del reggimento – ne farà l’apologia di fronte ad amici e cronisti ed esalterà il valore del defunto Thursday facendone un padre della patria. C'è chi ingenuamente ha visto in tutto cio' una contraddizione fordiana ma in realtà la “contraddizione” non è tale, perché Ford intende sottolineare la necessità che la leggenda prevalga sulla realtà e anche la necessità che la nazione abbia degli eroi da ammirare. Insomma, per fare in modo che il Big Country cresca forte e vitaminizzato occorre una "narrazione" che si discosti da quella realtà che York ha visto ma forse ha già rimosso.
Anche il politically correct è uno sforzo affinché la leggenda prevalga sulla realtà, nella mancata armonia tra bene e verità occorre lavorare per il bene. In questa discrasia sta tutta la sua visione tragica. Ma questo era l'atteggiamento comune sia nell'uomo antico che in quello medievale. E'sempre stato così, nulla di nuovo sotto il sole! Sarà l'illuminismo ad introdurre l' "armonia" come grande novità, in questo senso il politically correct rappresenta un tentativo di ripristinare la visione tradizionale che ci ha accompagnato per secoli, quella tipica dell'esoterismo. E quando non si ha la forza morale di ammettere la propria ipocrisia - e l'uomo moderno, condizionato dall'illuminismo, spesso tentenna - si aggiusta il tutto affermando che la verità non esiste proprio, così cessiamo anche di percepirci come falsi o reticenti.