mercoledì 16 ottobre 2024

il demonio

 

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Condiviso con Amici, tranne: Eleonora Parnigoni, Milena Parnigoni, Benedetta Marni, Caterina Marni
Amici tranne...
"... è pratica della Scrittura e della parola nominare ogni spirito immondo Diabolus, da Dia, che è Due, e Bolus, che è Boccone, perché divora due cose, il corpo e l'anima. E questo è in accordo con l'etimo, sebbene in greco Diabolus significhi rinchiuso in prigione, il che è anche appropriato, poiché non gli è permesso di fare tanto male quanto vuole. Oppure Diabolus può significare Discendente, poiché è sceso, cioè è caduto. È anche chiamato Demone, cioè Astuzia del Sangue, poiché ha sete e procura il peccato con una triplice conoscenza, essendo potente nella sottigliezza della sua natura, nella sua esperienza secolare e nella rivelazione degli spiriti buoni. È chiamato anche Belial, che significa Senza Giogo o Maestro, poiché può combattere contro colui al quale dovrà essere soggetto. È chiamato anche Belzebù, che significa Signore delle mosche, cioè delle anime dei peccatori che hanno lasciato la vera fede di Cristo. Anche Satana, cioè l'Avversario; vedi S. Pietro ii: Come tuo avversario il diavolo si aggira, ecc. Anche Behemoth, cioè Bestia, perché rende gli uomini bestiali. Ma lo stesso diavolo della fornicazione, e il capo di quell'abominio, è chiamato Asmodeus, che significa la creatura del giudizio: poiché a causa di questo tipo di peccato fu eseguito un terribile giudizio su Sodoma e le altre quattro città. Allo stesso modo il diavolo dell'orgoglio è chiamato Leviatano, che significa la loro aggiunta, perché quando Lucifero tentò i nostri progenitori promise loro, per orgoglio, l'aggiunta della Divinità. Di lui il Signore disse attraverso Isaia: Lo visiterò sul Leviatano, quel serpente antico e tortuoso. E il diavolo dell'Avarizia e della Ricchezza si chiama Mammona, che anche Cristo cita nel Vangelo (S. Matteo VI): Voi non potete servire Dio e Mammona..."
Potrebbe essere un'illustrazione
Commenti: 1
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Riccardo Mariani
L'origine del Demonio mi sembra abbastanza chiara: se il nostro comportamento è dubbio, la nostra coscienza (ovvero il nostro avvocato difensore) ci racconta una storia che dà la colpa alle circostanze, al diavolo o ai nostri cattivi nemici, tutti terribili agenti con un tono provocatorio e una connaturata capacità di de-escalation. Queste visioni cervellotiche ci rendono ciechi di fronte alla realtà di ciò che siamo. Siamo giocatori tutti tesi a preservare il nostro grado di prestigio/dominanza anche di fronte a segnali impercettibili emessi da terzi che sembrano declassarlo. Siamo, in breve, giocatori di strani giochi di status che imitano strategie che hanno funzionato per milioni di anni.