In un'intervista, Howard Stern ha chiesto a Ian Hunter se si fosse sentito lusingato quando, nel 1972, al suo gruppo Mott the Hoople fu offerta "All The Young Dudes" da un "artista iconico" come David Bowie. No, rispose Ian, perché all'epoca era solo un ragazzino di Beckenham senza arte né parte. Questa è la verità.
domenica 28 dicembre 2025
IL PIRLA QUALUNQUE
Per noi del 65 l’“icona” rock non esiste: guardo Elton John e non vedo un monumento, vedo un uomo che è invecchiato in pubblico, inciampando, cambiando pelle, mentendo su se stesso; il presente crede che le star nascano finite; ricordo quando erano solo dei pirla qualunque, provinciali con ambizioni enormi e cattivo gusto; l’adorazione viene dopo, quando il rischio è ormai finito, le squallide faffe svanite; il passato ci infastidisce: dimostra che anche gli dèi hanno fatto la fila, hanno avuto paura e la loro consacrazione è pressoché casuale.
PRO E CONTRO DELLA RELIGIONE
PRO E CONTRO DELLA RELIGIONE.
CONTRO
Danno epistemico (false credenze)
Le religioni organizzate risultano false nei loro principi fondamentali. Producono una comprensione distorta della realtà su questioni cruciali. Le credenze religiose erronee contaminano la metafisica, l’etica e l’epistemologia individuali.
Persecuzioni religiose
Una lunga storia di carcerazioni, roghi e repressione dell’eresia. Ancora oggi persistono persecuzioni attive, soprattutto nelle teocrazie islamiche.
Guerre di religione
Decine di milioni di morti nel corso della storia. Anche quando le cause sono molteplici, la religione costituisce spesso un fattore rilevante.
Rallentamento del progresso morale
L’allineamento ai valori tradizionali genera resistenza alle riforme. Ostacolo a:
– accettazione dell’omosessualità
– suffragio femminile
– abolizione della schiavitù
La religione ha giustificato norme oggi riconosciute come ingiuste.
Peggioramento del carattere individuale (possibile)
Può rendere le persone più dogmatiche, ipocrite e intolleranti.
Spreco di tempo e sacrifici inutili
Tempo sottratto ad attività produttive in pratiche rituali. Rinunce personali motivate da divieti arbitrari (ad esempio in ambito sessuale).
Rallentamento del progresso scientifico (il costo maggiore)
Opposizione diretta a teorie corrette (eliocentrismo, evoluzionismo). Talenti intellettuali dirottati verso lo studio teologico anziché scientifico. Caso emblematico: Newton dedicò più scritti alla teologia che alla scienza. Il dominio cristiano nel Medioevo comportò secoli di ritardo scientifico.
PRO DELLA RELIGIONE
Maggiore felicità soggettiva
Fede nella vita ultraterrena. Consolazione nel dolore attraverso l’idea di un “piano divino” e di una giustizia finale.
Senso del significato della vita
Offre un “perché” esistenziale. Indica un ruolo e uno scopo personali.
Coesione sociale e comunità
Le chiese creano legami sociali stabili. Riduzione dell’isolamento individuale.
Riduzione della criminalità
Timore della punizione divina. Controllo sociale esercitato dalla comunità. Maggiore felicità soggettiva associata a minori comportamenti antisociali.
Promozione delle virtù morali
Ideali di amore, perdono e umiltà (in particolare nel cristianesimo). Anche se spesso irraggiungibili, innalzano lo standard morale.
Benefici epistemici paradossali
Immunità rispetto a ideologie considerate distruttive:
– relativismo morale
– nichilismo
– positivismo logico
– determinismo
– fisicalismo
Maggiore affidamento al buon senso.
VALUTAZIONE FINALE
Non esiste una risposta univoca: l’esito dipende dalla specifica religione e dal contesto storico-istituzionale. Il cristianesimo, quando contenuto da altre ideologie e istituzioni, risulta probabilmente più utile che dannoso.
La gente odia l’arte moderna
La gente odia l’arte moderna: il modernismo emerge come sottoprodotto dell’ascesa delle professioni; gli artisti non hanno “scoperto verità eterne”, hanno conquistato autonomia politica. Musei, curatori e critici funzionano come ordini professionali, certificando una qualità che nessuno fuori dal giro riconosce. Il gusto popolare diventa irrilevante, anzi sospetto: se ti piace, sei volgare. Così l’arte smette di piacere e inizia a segnalare appartenenza.
sabato 27 dicembre 2025
Dylan è interessante perché è il primo a non credere alla propria aura
Dylan è interessante perché è il primo a non credere alla propria aura: scappa dai fan, monetizza il brand, suona ovunque, vende canzoni a Victoria’s Secret e incassa pure il Nobel, con relativo assegno, dietro discorsetto di dieci minuti riciclato. L’idea che un artista “vero” debba disprezzare i soldi è una fantasia da hippy. Dylan fa arte come facevano Williams o Sinatra: tempo contro compenso, lavoro contro cachet, la canzone come mestiere ripetuto, il palco come fabbrica.
venerdì 26 dicembre 2025
PROPAGANDA GALILEIANA
PROPAGANDA GALILEIANA
Galileo sostituisce un'interpretazione naturale con un'altra assai diversa e, almeno fino al 1630, in parte ancora innaturale. Ma come procede? Le sue affermazioni sono, in apparenza, argomentazioni; in realtà, Galileo fa uso di propaganda. Ricorre a espedienti psicologici oltre che a motivazioni intellettuali. Tali espedienti si rivelano estremamente efficaci: lo conducono alla vittoria. Tuttavia, offuscano il nuovo atteggiamento nei confronti dell’esperienza che sta emergendo e rinviano per secoli la possibilità di una filosofia ragionevole. Offuscano il fatto che l’esperienza su cui Galileo intende fondare la visione copernicana non è altro che il frutto della sua fervida immaginazione, un’invenzione.
Paul Feyerabend
LA BELLA VITA DEI PRIMITIVI
LA BELLA VITA DEI PRIMITIVI
"Nel trattare le origini della teoria della “società opulenta originaria” nel suo libro The Foraging Spectrum, Robert Kelly osserva che l’attenzione si è focalizzata sulla classica affermazione secondo cui i cacciatori-raccoglitori lavorano poco, con il risultato che l’antropologia ha “sostituito uno stereotipo semplicistico con un altro”. Uno dei problemi evidenziati da Kelly riguarda la definizione di “lavoro”: veniva infatti considerato tale solo il tempo trascorso a procurarsi il cibo nella natura, escludendo invece quello dedicato alla preparazione degli alimenti, alla fabbricazione degli utensili, alla cura dei figli, al trasporto dell’acqua, alla raccolta della legna o alla pulizia. Stime più accurate del tempo impiegato nella raccolta e nella lavorazione del cibo dimostrano che, sebbene vi siano variazioni tra le diverse società di cacciatori-raccoglitori, alcuni gruppi arrivano a dedicare sette, otto o più ore al giorno ad attività che rientrano a pieno titolo nella sfera del “lavoro”. Per quanto riguarda la condivisione del cibo, questa assume spesso la forma del cosiddetto “demand sharing”, in cui chi possiede il cibo viene assillato dagli altri affinché lo distribuisca, mentre alcuni membri del gruppo riescono comunque a occultare parte delle proprie risorse per evitare di spartirle. Le donne tendono a limitare la propria attività di raccolta proprio per non dover affrontare richieste di condivisione da parte di individui esterni al proprio nucleo familiare. I cacciatori, dal canto loro, consumano carne o i grassi ad alto contenuto calorico direttamente nel luogo dell’uccisione, assicurandosi così la prima porzione prima di far ritorno al gruppo per condividere il resto. La distribuzione della carne, inoltre, non è necessariamente equa: donne e bambini ricevono spesso quantità nettamente inferiori rispetto agli uomini."
LYNN SAXON
La finzione è più vera dei fatti
La finzione è più vera dei fatti
Adolescence è stato un successo planetario su Netflix, spesso citato anche da esponenti politici, nonostante raccontasse una delle storie statisticamente meno probabili che si possano immaginare. La politica è spesso profondamente influenzata dalla narrativa, anche quando si tratta di vicende decisamente implausibili.
Proprio perché la serie è rivolta a genitori preoccupati, l’assassino risulta del tutto inverosimile sotto ogni aspetto: minuto, sensibile, con una predilezione per la storia e un’ammirazione particolare per Brunel. Francamente, ho quasi perso il conto delle volte in cui Isambard Kingdom Brunel è stato citato da aggressori armati di coltello nei rapporti di polizia.
L'ALIENO VEROSIMILE
L'ALIENO VEROSIMILE
Nonostante la grande popolarità delle riviste pulp di fantascienza e delle costose produzioni hollywoodiane, gli alieni non devono necessariamente assumere le sembianze di omini verdi o di mostri minacciosi dai denti aguzzi. Andrebbero bene persino umili microbi, liquidati come «sporcizia da doccia» dal New York Times, purché soddisfacessero un requisito fondamentale: differire da noi in misura sufficiente sul piano biochimico, così da rendere evidente che si siano originati ed evoluti in modo autonomo. Due origini distinte all’interno dello stesso sistema solare implicherebbero che l’universo sia generosamente disseminato di vita.
Gli esseri viventi si presentavano in una molteplicità di dimensioni e di forme, ma davamo per scontato che fossero tutti costituiti della medesima sostanza, della stessa carne. Quando erano feroci, potevano divorarci; quando erano domestici, potevamo farne il nostro nutrimento. Questa aspettativa veniva estesa anche alla vita aliena nella narrativa, nel mito e nell’immaginazione. Gli invasori marziani della Guerra dei mondi di H. G. Wells venivano infine sopraffatti dall’infezione provocata dai microbi terrestri. Le creature della serie cinematografica Alien potevano incubarsi negli esseri umani e trarne nutrimento. Gli uomini potevano avere incontri sessuali con intrusi giunti su dischi volanti, così come un tempo li avevano avuti con gli dèi dell’antica Grecia. Per citare il premio Nobel George Wald: «Lo dico ai miei studenti: imparate qui la vostra biochimica e sarete in grado di superare esami anche su Arturo». Tutto ciò sarà smentito.
A SEPARATE ORIGIN FOR LIFE ROBERT SHAPIRO.
giovedì 25 dicembre 2025
Non c’è nessuna Welthanschauung innocente.
Non c’è nessuna Welthanschauung innocente.
Se ciò è tanto vero per Nietzsche e Schopenhauer “inconsapevoli” patrocinatori del nazismo, altrettanto lo deve essere per Lenin e ahimè per lo stesso Marx: la volontà di potenza sta ai carri armati e lager di Hitler, quanto la “dittatura del proletariato” e “tutto il potere ai soviet” sta ai gulag e alla grande tragedia del comunismo.
computazionalismo biologico
Il cosiddetto computazionalismo biologico uccide l’idea del cervello come software: il calcolo è inchiodato a limiti energetici, rumore, materia, attrito, come un motore che pensa mentre si surriscalda. Non esiste un livello simbolico pulito da salvare. Se questo è vero, allora l’IA forte non è in ritardo: è concettualmente sbagliata.
martedì 23 dicembre 2025
IL PILOTA AUTOMATICO DELL' "IO"
IL PILOTA AUTOMATICO DELL' "IO"
Se ficco tutte le mie tracce vitali - scritti, opzioni, stile di vita, carattere, test... - nella testa di un bot, è plausibile che questo bot, dietro delega, possa decidere per mio conto nel migliore dei modi, per lo meno quando sono indeciso o stanco di pensare. Posso appaltare il mio pensiero al suo cervello, che rappresenta un secon best di tutto rispetto. Cure sanitarie, investimenti, compagnia telefonica, assicurazioni, vacanze, destinazione TFR... potrò girare a lui questo opprimente carico cognitivo. In gergo tecnico diciamo che potremo abbattere tutti gli insopportabili costi di transazione, un po' come il web ha ridotto drasticamente l'asimmetria informativa. Un po' come abbattiamo disintegrato con il GPS i costi di ricerca del percorso stradale. Ora, torniamo a noi, sapete come possiamo descrivere in modo stenografico la funzione dello stato moderno? Facile: abbattere i costi di transazione. Adesso, fate due più due. Ora, non dico che lo stato subirà una drastica riduzione, quelle che spariranno saranno piuttosto le ragioni economiche della sua esistenza.
IL CERCELLO E' UN MERCATO
IL CERVELLO E' UN MERCATO
Come si presenterà a noi l'AGI? Molti se la immaginano come un bot super-intelligente, magari dotato anche di un corpo robotico, solo molto più potente di quelli in circolazione oggi. Quando qualcuno sapra costruire intelligenze superiori alla propria, questo meccanismo innescherà un'iperbole che, a sua volta, condurrà ad un monopolio naturale dell'intelligenza. Una visione alternativa che al momento cattura molta meno attenzione propone invece uno "sciame" di bot egoisti che interagisce immerso in un sistema di incentivi allineati per deliberare una strategia di gruppo. Eppure, questa seconda via sembra in grado di esprimere un'intelligenza ben più forte della prima poiché, nell'esperienza umana, il mercato è stata l'istituzione epistemicamente più efficiente, ben più del genio esperto, per esempio. Non si capisce perché la via umana verso il miglioramento, costituita da divisione del lavoro e libero scambio tra agenti, non debba essere ripercorsa anche da agenti digitali destinati a superare le nostre conquiste. Si noti che questa seconda ipotesi, è anche più tranquillizzante. Il mega Bot super-intelligente finirà per annientarci ma la coalizione di bot lascia qualche speranza. Un po' come nelle gerarchie della giungla ogni accenno di tirannia del tipo alfa veniva rintuzzato dal formarsi rapido di coalizione tra i tipi beta, domani le coalizioni tra bot deboli impediranno ad un bot forte di emergere e schiavizzare tutti, uomini compresi.
P.S. Il più convinto sostenitore della seconda ipotesi è Séb Krier, un autore che vale la pena leggere.
Ancora nessun commento
Commenta prima di tutti.
LA MORALE NON È VERA, FUNZIONA.
Come guidare a destra o a sinistra. Anche il tennis è una convenzione, ma prova a chiamare ‘fuori’ una palla buona e vedi quanto dura la partita.
LAVORARE RENDE LA GENITORIALITÀ PIÙ CARA
LAVORARE RENDE LA GENITORIALITÀ PIÙ CARA
Quando aumentano le opportunità (lavoro, mobilità, patente, carriera), fare figli diventa una scelta costosa. Le politiche “pro-famiglia” che aumentano l’autonomia spesso riducono le nascite.
lunedì 22 dicembre 2025
L’INTELLIGENZA DIVENTA SEMPRE PIÙ GENETICA COL PASSARE DEL TEMPO
L’INTELLIGENZA DIVENTA SEMPRE PIÙ GENETICA COL PASSARE DEL TEMPO
Da bambini l’ambiente conta, eccome. Poi cresci, scegli, ti selezioni il mondo addosso, e il QI si “genetizza”. Più libertà hai, più diventi ciò che sei già. L’istruzione non crea geni, li amplifica. E l’uguaglianza delle opportunità non produce uguaglianza dei risultati, produce differenze ancora più visibili.
L’ORIENTAMENTO SESSUALE È MOLTO MENO GENETICO DI QUANTO PIACCIA CREDERE
L’ORIENTAMENTO SESSUALE È MOLTO MENO GENETICO DI QUANTO PIACCIA CREDERE
I dati dicono ~30% di ereditarietà: poco. Il resto? Biologia prenatale, ormoni, sviluppo—non “educazione”, non propaganda.
domenica 21 dicembre 2025
LA RISATA NON È “SIMPATIA”, È UN’ARMA SOCIALE CHE RISCRIVE I RAPPORTI DI FORZA
LA RISATA NON È “SIMPATIA”, È UN’ARMA SOCIALE CHE RISCRIVE I RAPPORTI DI FORZA
Il bello (e il subdolo) è la sua involontarietà: proprio perché non la controlli, la risata suona come se dicesse “non è propaganda, ci stiamo solo rilassando”. Ad ogni modo, la civiltà non cade per il conflitto di idee, cade quando la gente smette di trattenersi di fronte al politico o al sacerdote.
Di più nel Pinker nei commenti.
APOCALISSI
APOCALISSI
Una decina di anni fa — forse anche di più — mi consideravo un “apocalittico” e oggi, dopo una lunga migrazione intellettuale, mi ritrovo nuovamente al punto di partenza. Il quadro di riferimento prende le mosse dal paradosso di Fermi: “Come mai non c’è nessuno là fuori?”. La risposta che trovo più convincente è la seguente: le civiltà che si sviluppano oltre una certa soglia collassano, si estinguono o restano comunque paralizzate in cicli periodoci. Nessuna, dunque, riesce a raggiungere il livello tecnologico necessario per viaggiare e conquistare l’universo. Chiamo questa soglia GRANDE FILTRO, e non escludo del tutto che qualcuno possa superarla.
Seconda domanda: il GRANDE FILTRO è già alle nostre spalle, o lo abbiamo ancora davanti? Per qualcuno il GF è la nascita della vita, per altri il passaggio dai batteri agli eucarioti, questa sarebbe per noi una buona notizia. Seguendo però un ragionamento di tipo antropico, poiché le civiltà cosmiche che hanno superato il grande filtro sono rare, mentre quelle che ancora devono affrontarlo sono numerose, un semplice calcolo probabilistico ci colloca fra queste ultime. Ciò implica che stiamo andando incontro all’apocalisse, ovvero all'implacabile selezione imposta dal GRANDE FILTRO.
Terza domanda: in che modo ci estingueremo? Le ipotesi sono numerose, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Personalmente, mi trovo in sintonia con quelle formulate da Peter Turchin, forse perché ravviso già in atto, in Occidente — la civiltà più avanzata del pianeta — alcuni meccanismi di marcescenza. Lo schema è il seguente: in una civiltà fiorente nasce un diffuso ottimismo, e questo sentimento genera in ciascuno la sensazione di possedere una ricetta per il successo sociale. Tuttavia, per sua natura, tale ricetta non è scalabile, poiché il successo sociale è un gioco a somma zero: se io ambisco al vertice della gerarchia, devo inevitabilmente scalzare chi già lo occupa.
Questo difetto strutturale genera delusione e frustrazione nei soggetti più ambiziosi, i quali, per come funziona la mente umana, difficilmente attribuiranno a se stessi la responsabilità dell’insuccesso. Preferiranno, piuttosto, individuare dei capri espiatori — che, in una società estremamente ricca, non mancheranno mai: disuguaglianze, clientele, ingiustizie sistemiche. Un simile malcontento nella fascia degli ambiziosi — quella che Turchin definisce “élite in eccesso” — alimenta conflitti intestini le cui conseguenze possono variare: dalla paralisi alla distruzione della civiltà.
Per rendere lo schema più concreto con esempi piuttosto puerili: nella nostra epoca si crede che la via al successo passi per lo studio e l’istruzione. Tuttavia, dopo aver attraversato il sistema universitario di massa, ci si ritrova spesso nella condizione di neo-proletari, anziché di dirigenti, e ciò avviene all’interno di una società impoverita anche per aver investito pesantemente in istituzioni — le università — che, invece di emettere “segnali onesti”, producono soltanto “rumore” inutilizzabile. Trattandosi di una tipica dinamica di “corsa agli armamenti”, ciò che ieri valeva per il diploma, oggi vale per la laurea, e domani varrà per i master e le scuole di specializzazione. Non c'è fine, almeno finché ci sono risorse pubbliche per finanziare un inutile "passo oltre".
Questa è soltanto una teoria del collasso — nota come “sovrapproduzione delle élite” — ma esistono numerosi riscontri storici che delineano, se non un’estinzione, una traiettoria ciclica paralizzante in attesa di estinzione: al collasso segue una ripresa, e poi un nuovo collasso. Vi sono però molte altre teorie non meno ragionevoli: ad esempio, quella secondo cui la crescente avversione al rischio e la femminilizzazione delle istituzioni finisce, in assenza di armi adeguate, per condannarci alla resa non appena i cavalieri dell'apocalisse si profileranno all'orizzonte. Mi fermo qui ma ognuno è libero di scegliere la sua via del declino preferita.
pil
Io difendo il PIL perché misura soldi, non “come ti senti". Il PIL non dice se sei una brava persona, dice se stai diventando più produttivo. Senza produttività non c’è welfare, clima, cultura, né tempo libero: solo retorica. Attaccare il PIL è come distruggere il termometro perché hai la febbre.Se fosse così è solo perché il legislatore non ha fatto il suo lavoro con le tasse pigouviane. Il difetto del PIL, piuttosto, è che ricomprende beni e servizi non sottoposti al test di mercato. Parlo dei servizi elargiti dal settore pubblico. Una stortura del genere fa sì che il PIL possa essere aumentato alzando lo stipendio degli statali anche quando non producono nulla di utile. Cosa che sperimentiamo tutti i giorni. In questo senso, il PIL potrebbe essere migliorato limitandosi alla quota di produzione del settore privato.Un'altra carenza del PIL è che non considera il lavoro gratuito che si svolge in gran parte in famiglia ed è in gran parte opera delle donne. Questa è una tara importante perché una donna che lavora produce PIL, una donna che lavora in casa no, una pastasciutta fatta al ristorante aumenta il PIL, una pastasciutta fatta in casa no. Occorrerebbe un modo per correggere questo errore, affinché i governanti, inseguendo le statistiche, non siano attratti verso politiche sbagliate. Sembra infatti a volte che la donna che esce di casa e lavora aumenti la ricchezza nazionale ma molto spesso non è affatto così.
CULTURE WAR
CULTURE WAR
L'ossessione per “costruire nuove culture” è autoinganno. Senza isolamento non nasce nulla di profondo. La cultura vera è disciplina che si eredita, senza figli che restano, senza costi d’uscita, resta solo turismo identitario, censura e decreto legge emergenziale.
Iscriviti a:
Commenti (Atom)