giovedì 5 novembre 2009
C' è sempre chi lavora gratis per la vostra felicità
Siete anche voi di fronte ad un crocevia? Avete anche voi una decisione cruciale da prendere? Qualcosa di veramente importante che probabilmente avrà effetti non trascurabili sulla vostra vita e sulla vostra felicità futura? Una questione che richiede la massima cura? Un affare che vi tortura con i suoi possibili esiti tutti imprevedibili?
In questi casi gli esperti in "felicità" sconsigliano di puntare troppo sulla propria testa.
Concordo abbastanza. Per fare una scelta intelligente bisogna affidarsi alla migliore intelligenza in circolazione e se vado a vedere la classifica che ho stilato a suo tempo, la mia non sta esattamente in cima alla lista.
Allora il problema è praticamente risolto, basta vedere cosa sta in cima alla lista.
Siccome anche la vostra classifica sarà simile alla mia, non indugiate e connettetevi al più presto con la più potente intelligenza a cui potete avere accesso, per esempio qui.
Unica condizione: gli esiti possibili della vostra decisione devono essere minimamente misurabili a posteriori.
Adesso smettete di arrovellarvi e andate a riposare o a divertirvi: gli scommettitori lavoreranno alacremente (e gratis) per voi, lasciateli fare; non pensate e non disturbate.
Al midollo della questione
Siccome le idee hanno conseguenze e le idee perverse hanno conseguenze perverse, applicando il medesimo schematismo al midollo osseo si ottengono i medesimi (perversi) risultati, se possibile ancor più evidenti.
La dazione di midollo osseo è considerata infatti dazione d' organi, è quindi possibile solo nella forma di donazione, la compravendita è vista come barbarie. Nessuno si stupisca se, quindi, di midollo ne circola pochino, praticamente niente. Eppure per molti è vitale averne a disposizione. Sappiamo che il secondo rene è di fatto inutile finchè ne abbiamo due; il prelievo di midollo è se possibile ancor più irrilevante per la persona che vi si sottopone: in poche settimane cio' che gli è stato tolto si riformerà.
Fortunatamente esiste un mercato nero che salva molte vite e consente di aggirare i ragionamenti perversi.
mercoledì 4 novembre 2009
In attesa della perfezione
Gould impallina l' ipotesi della direzionalità ("Gli alberi..." cap XIV) lasciando però aperta una strada: si potrebbe sostenere che una spinta direzionale interessi le singole linee evolutive, anche se a livello empirico la cosa è tutta da dimostrare ("Gli alberi..." p.202).
A questo punto ci sarebbero due forze all' opera: una neutra, o cieca (evoluzione complessiva) e una direzionata (evoluzione localizzata). L' esito finale sarebbe un' evoluzione debolmente progressiva ma pur sempre tale.
Ma come è possibile che l' evoluzione localizzata non segua quella generale? Qui entra in gioco la cultura (memi). Mi sia consentita una breve speculazione.
Poniamoci una domanda retorica: come immaginiamo l' organismo più adatto a vivere sulla terra? Probabilmente sarebbe intelligentissimo e dalla capacità di calcolo sufficientemente ampia per poter predire e far fronte ad ogni cambiamento ambientale.
Questa vita non conoscerebbe estinzione. Per definizione.
Il secondo posto sulla scala della perfezione - la perfezione biologica, quella che garantisce dall' estinzione - spetterebbe a chi possiede quelle stesse doti anche se in misura appena inferiore.
E' vero, l' evoluzione in sè non ha direzione, ma, imbeccati da Gould, concentriamoci solo sulle singole linee evolutive, in particolare su quelle linee in grado di produrre cultura (memi).
La cultura, innanzitutto, diversamente dalla vita, evolve in modo più chiaramente progressivo (meccanismo lamarkiano).
Ancora più importante: la cultura è in grado di diffondersi e costituire un brodo primordiale interagendo con l' evoluzione biologica. Esempio di interazione: nella nostra società il successo è facilitato da un alto IQ che quindi, nella logica darwiniana, alla lunga verrà selezionato e si diffonderà. Lo capiamo tutti, se la stupidità impoverisce e rende amara la vita, gli stupidi avranno più difficoltà a riprodursi.
Conclusione: partendo da forme di "vita minimale" il meccanismo darwiniano mette in moto, sebbene indirettamente, una tendenza statistica alla complessità. Il post precedente che ho linkato si fermava qui. Ora siamo in grado di aggiungere qualcosa.
Possiamo dire che, toccata una certa soglia di complessità, quelle linee evolutive in grado di produrre microambienti culturali saranno inevitabilmente interessate da una successiva evoluzione nel senso della complessità e del perfezionamento. Un progresso che, questa volta, non sarebbe solo il frutto statistico di una serie di estrazioni alla lotteria.
P.S. Forse già Darwin pensava a qualcosa del genere distiguendo l' evoluzione biotica da quella abiotica. Per l' idea dei "memi" e della "cultura come brodo primordiale" rinvio a Dawkins (Il gene... cap. 11)
martedì 3 novembre 2009
La sveglia
Ottimo! Sarà difficile per gli ambienti cattolici non udire il trillo argentino di questa sveglia! Speriamo li ridesti dal sonno inciucista (vedi ora di religione) di questi ultimi anni e li riconduca su uno dei pochi fronti in cui hanno sempre combattuto come vera "avanguardia" di libertà; parlo naturalmente della lotta per dare anche da noi un ruolo centrale alla scuola privata.
I promessi sposi
Poichè non ho potuto leggere tutto quanto precede, chiedo in anticipo di essere scusato se le mie considerazioni sono state anticipate o se i miei interrogativi hanno già ricevuto risposta.
Miriam ha proposto argomenti interessanti per un adolescente di oggi. Visto che non si lascia mai sola una signorina in questi frangenti, mi affianco a lei nel sostenere la debordante ricchezza tematica dei Promessi Sposi.
Ammetto subito di non avere nessun rapporto con le attività didattiche e di non sapere nemmeno cosa passi per la testa di un minorenne, cio' nonostante mi rifiuto di considerare poco attrattivi alcuni temi che informano il Romanzo. Sopratutto sostengo con forza la loro bruciante attualità.
Miriam, hai già parlato di Don Abbondio, un tale che ci passa davanti ogni giorno tre volte al giorno. E in più, come se non bastasse, me lo ritroverò nello specchio anche domani mattina. Ti ringrazio di avermi tolto questo peso, una fatica in meno.
Il mio contributo arricchirà la tua lista con altri tre soli punti.
Il capitolo sulla peste contiene la prima lezione di un corso di Sociologia. Poi anche la seconda e la terza. Siamo introdotti alla Psicologia delle Masse senza che si debba rinunciare al godimento artistico. Siamo pronti per Ortega Y Gasset o per Elias Canetti. Penso al fenomeno dell' untore: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni tre che si fanno nei vicini forum di fahre improntati all' attualità. E' abbastanza attuale?
Il capitolo sull' assalto ai forni contiene la prima lezione di ogni corso di Economia degno di questo nome. Poi anche la seconda e la terza. Penso all' aberrazione dei prezzi controllati e al popolo bestia pazza: si potrebbero estrarre citazioni buone, ad esempio, per una discussione ogni due che si tengono nei vicini forum sull' attualità. Si va dalle commissioni sulle ricariche telefoniche, fino ai problemi negli stadi e alle manifestazioni di piazza. E' abbastanza attuale?
E non dimentichiamoci infine il "sugo" della storia. Contiene la prima lezione di ogni corso rispettabile di Etica. Poi anche la seconda e la terza. Penso al concetto manzoniano di Provvidenza e alle incomprensioni a cui va soggetto, mi impressiona la ricchezza di riferimenti all' attualità che si potrebbero fare: un arguto commentario alle spericolate cronache intorno al recente tsunami, uno scavo sulle basi logiche delle ossessioni climatiche e del pensiero isterico-catastrofista, una delucidazione quanto mai urgente sui concetti oggi indistinguibili di male e di ingiustizia.
Mi fermo qui per ora, basta che sia chiaro che Manzoni vive e lotta insieme a noi, la sua spada ci divide ancora profondamente e, se compresa, deve farci litigare nel dialogo proprio per quello che dice.
Le sue tematiche sono roventi e seminatrici di zizzania, la sua semina si tiene oggi, ora.
Forse chi propone una "soluzione" non va di moda, forse l' adolescente preferisce il lamento del disperato che si limita a comunicarci il suo fremito. Io invece considero l' interiezione, i bronci e i musi lunghi abbastanza demodé.
Questo per quanto riguarda "il contenuto". Il linguaggio è tutt' altra cosa. Probabilmente, qua e là, devono soccorrere forme di "mediazione", ma su questo punto lascio volentieri la parola al didatta.
lunedì 2 novembre 2009
Ricostruisci ogni giorno e per sempre la mia dimora
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Dio, benedici qesto pane. Mio Dio, non ti lascio finchè non benedici questo pane.
Dio, tu che sei possente ricostruisci la mia dimora. Apparecchia la mia tavola. Fallo presto, prestissimo. O Dio, ricostruisci la mia dimora ogni giorno e porta il pane alla mia tavola.
Egli Che è prescelto ricostruirà la Sua dimora presso la mia, lo farà presto, prestissimo, nel corso della mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è grande ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita l' avrà ultimata. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è onorato, fedele, giusto, pio riapparecchierà la Sua tavola presto, prestissimo, durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora e apparecchia la tua tavola accanto alla mia, mangeremo insieme già nella sera della mia vita!
Egli Che è puro, unico, possente, saggio, re, dotto, forte, prode, liberatore, giusto ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, già durante la mia vita lo farà. O Dio, ricostruisci, ricostruisci presto la tua dimora presso la mia!
Egli Che è santo, pietoso, onnipotente, forte ricostruirà la Sua dimora presto, prestissimo, durante la mia vita già potrò vederla. O Dio, ricostruisci la tua dimora presso la mia e apparecchia la tua tavola accanto alla mia. Mangeremo insieme il pane di vita eterna di cui mi farai dono. Lo mangeremo come amici. Lo mangeremo presto, prestissimo.
riadattamento di una preghiera ebraica pasquale link
L' illusione dell' ateismo
Poniamoci dunque la domanda concentrati sulla biologia. Per una risposta affermativa si raccomanda di notare come i processi evolutivi appaiono "direzionati": dal semplice al complesso. E, inoltre, come sommamente complessa sia quel prodotto che chiamiamo intelligenza umana. Attenzione però a non confondere quanto detto con la fantomatica spinta interiore di lamarkiana memoria che gli organismi avrebbero ad evolvere in un certo senso.
Il mondo che ci circonda esiste per filtrare e produrre intelligenza? La scienza non si pone queste domande, tuttavia, trasferendo il piano del discorso in ambito filosofico, è lecito valutare se l' interpretazione sia compatibile con i fatti che la scienza stessa ci mette a disposizione.
Le mutazioni saranno anche casuali, l' ambiente sarà anche costituito da un insieme di fenomeni dall' origine casuale, sta di fatto che questo impulso e questo filtro, selezionano gli organismi in modo da privilegiare nel tempo una crescente complessità organizzativa fino a raggiungere livelli sorprendenti, come nel caso dell' intelligenza umana.
Se il mondo è un posto dove i tipi intelligenti sono anche i più adatti a campare, allora una certa spinta verso la complessità esiste. Uscendo dall' ambito scientifico, la domanda "chi spinge?" diverrebbe ragionevole.
Obiezione dell' onnipresente Gould: l' ambiente seleziona il più adatto, ok. Ma se andiamo a vedere quali organismi siano risultati i "più adatti" nella storia della vita, ovvero quali organismi resistono meglio alla selezione, notiamo che tra essi la maggioranza è estremamente semplice.
Vero, cio' non inficia l' esistenza di una spinta verso la complessità, almeno sul nostro pianeta.
Si potrebbe insistere che, per quanto sia inconfutabile una spinta verso la complessità, bisogna mettere in conto eventi catastrofici - sempre possibili - tali da estinguere anche le intelligenze più sofisticate. La spinta in "avanti" sarebbe dunque compensata da una pari spinta all' "indietro".
Gould convince: i meccanismi dell' evoluzione non garantiranno mai un progresso lineare e generale verso forme di vita più sofisticata, si avanza a tentoni, non tutti avanzano, e a volte si torna indietro.
Resta vero comunque che esiste una tendenza statistica alla comparsa nel tempo di forme mediamente (non modalmente) sempre più complesse. Si procede in avanti a tentoni ma si procede. Perchè, tanto per fare un esempio la vita non tende ad arretrare ma piuttosto ad avanzare? Non tutto è una lotteria, come potrebbero concludere i lettori frettolosi di Gould.
A proposito, importante: l' approccio proposto è indifferente all' intrinseca probabilità che sorga la vita umana date certe premesse iniziali. La "spinta direzionale" (trial and error) esisterebbe comunque, indipendentemente dal numero di "trial" che forza e dal numero di "error" che frena. Nel tempo, prima o poi, l' improbabile accade. Se sulla terra l' uomo sia comparso sfidando leggi probabilistiche, l' importanza è relativa. Cio' che conta è che la "direzione" sia quella.
Ironia: l' analogia proposta si attaglia meglio all' evoluzione pensata nei termini di un ultradarwinista ateo come Dawkins, rispetto ai medesimi processi pensati da uno studioso come Gould che appare molto più incline a concessioni verso la sensibilità religiosa. Non a caso è Dawkins a parlare di "gene egoista", ovvero ad introdurre la metafora di una volontà in azione che spinge e spiega i processi evolutivi. La metafora di Gould è invece quella della "lotteria", una metafora decisamente inservibile ai nostri fini.
E' pur vero che ad un Dio di questo genere l' appellativo di "architetto" sta un po' stretto; pensiamolo pure senza inconvenienti come un "chimico" o un biologo.
Quale mondo dovrebbe consegnarci la scienza per mettere in crisi l' ipotesi appena formulata? Semplice, un mondo caotico dove ricorsivamente e ineluttabilmente si ripropongono sempre le medesime forme di vita prive di una complessità minimale nonchè di un' ambizione a raggiungerla intrappolate come sono nella loro gabbia ciclica.
Da notare che chi accoglie questa versione della prova cosmologica, deve dismettere ogni condanna e disprezzo del mondo, atteggiamento diffuso tra molti religiosi "puritani": la prova di Dio dipenderebbe infatti dalla particolare attitudine dell' intelligenza a valorizzare le risorse mondane e a potenziarsi con esse.
add: link
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Considerazioni sul cap. IV par. 5 di Roberto Timossi: "L' illusione dell' ateismo"
venerdì 30 ottobre 2009
Timossi colpisce ancora
«Userei la famosa diade del matematico e filosofo Gottlob Frege: senso e significato. La scienza ci mostra come non sia il caos a prevalere, come esistano delle leggi, un’intelaiatura del reale. Questo è quello che potremmo chiamare il ' senso'. Il problema su cui devono lavorare invece filosofia e teologia, partendo da quanto è mostrato dalla scienza, è quello del ' significato'».
senso e significato
il libro
Breve Teoria del Male
Ma il Male innocente?
Bel problema.
In passato mi affidavo alla necessità di particolari "prove" affinchè Dio potesse giudicare l' uomo. Mi spiego meglio, forse Dio puo' giudicarci solo se osserva la nostra reazione di fronte ad una catastrofe. E allora la catastrofe è necessaria.
Ma la soluzione migliore (nonchè canonica) al problema del "Male Innocente" è di natura economica. Mi riferisco alla teoria del "Migliore dei Mondi Possibili": attraverso una "race" evolutiva dal Male esce il Bene. In altri termini, se Dio ci avesse risparmiato quel male, non godremmo del suo prelibato frutto.
Notare che questa visione si accorda meglio con una mentalità speranzosa e ottimista verso il futuro. Così come la sua negazione comporta la negazione di un futuro migliore.
link
La più innamorata del mondo
Durante lo shopping la scorsi tra polveri vellutate che occhieggiava dal fondo di una cieca feritoia cartacea.
Nidificava quieta senza cipria nè lacche, reclinata languidamente verso un tomo suo compagno di scaffale.
Ero all' ultima vetrina, all' ultimo minuto commerciale della settimana. Le sette e mezza del Sabato sera.
Per quanto male in arnese (sembrava piuttosto "usata"), da quell' anfratto inaccessibile, la "scienziata del riserbo" si smentì sciorinando una moina che mi fece gemere in tutte le giunture.
Intanto, dalla Cassa, un Bravaccio del Libraccio in piena Febbre del Sabato Sera ci lumava palleggiando lo sguardo ansioso tra noi, lo Swatch e l' ingresso.
Decisi di affrontarlo, ci volle poco, con 3,5 euri ottenni di passare la serata con Marina la Russa, ero ufficialmente autorizzato a fendere la fitta siepe di spine che la circonda a protezione.
Chiusa la transazione, il tempo per lei di mettersi un po' in ordine pettinandosi le pagine, definendo gli inchiostri...e prendemmo alla cieca, uscendo come pula soffiata per le srade dalla saracinesca che sbatteva.
Allo sbaraglio, a rompicollo, allo stordimento, a vuoto...
Fin da subito, poichè lo sguardo era più grande degli occhi, fu necessario spalpebrarsi per guardarsi meglio nel vivo dell' animo. Con Marina la Russa va così.
Fin da subito, poichè i gesti erano più ampi delle braccia, fu necessario smembrarsi per comunicare meglio l' intimità. Con Marina la Russa funziona così.
Non so da voi (12 Novembre), ma qui un' uggiosa serata autunnale senza nome trasfigurò in una notte di canicole. Investito da brividi afosi contavo sul suo fresco palmo per mitigare le contagiose febbri.
Ancora non mi spiego una simile saturazione di energia elettrica in assenza di cavi nei paraggi.
Poi la Poetessa prese la Parola.
E la Parola ci portò lungo un baratro senza ringhiere.
Dapprima si scatenò la complicità tipica di chi rompe insieme le regole, che birichini! Imbrogliavamo le carte, baravamo sui conti, rubavamo sul peso.
Violavamo tutto pur restando miti e mansueti come foglie d' insalata.
Al momento giusto la spinsi nel portone giusto e quando le scale terminarono di scricchiolare entrammo in casa.
Lì potei s(f)pogliarla delle sue carni residue e avvolgermi nel calore odoroso della sua Serra Cartacea.
Tattica: la feci sognare un po' - ci volle poco, parte subito la Russa - in modo da poter frugare meglio nell' anima fitta di ferite e misteri.
Figurati te che al primo profondo fischio dell' uccello mattutino, nell' ora che manca sui quadranti, quando il sonno è più Santo che mai, io ero ancora lì, incastrato in un rosato mucchio di corpi senza carne, tutto sospiroso e con l' occhio a palla.
Naturalmente, fin dal giorno dopo, non mancai di relazionare il mio migliore amico (noi ce le scambiamo!).
La presentai senza reticenze come si conviene: la Russa più innamorata del mondo, Marina Cvetaeva.
Amante perfetta non lascia tracce, non proietta ombre, scompare da tutti gli specchi, si disfa senza ceneri residue, mai un bigodino, fuoriesce da ogni orizzonte, non perde capelli, sussurra fantasmatica...
...la sua posologia è singolare: da sfogliare/spogliare nottetempo, preferibilmente negli ispirati week end novembrini.
Al mio migliore amico l' ho caldamente consigliata. Mi permetto di consigliarla anche a voi.
giovedì 29 ottobre 2009
Circoncisione e infibulazione
Le due pratiche vengono respinte e considerate abusive: mancano buone ragioni.
Ma la ragione religiosa non puo' considerarsi buona?
Ammettere la circoncisione e respingere l' infibulazione è possibile solo gettando alle ortiche il relativismo culturale.
E il libertario che fa? Lascia libertà?
Non riesco a prendere una chiara posizione, specie se si da' corso a queste pratiche animati da un amore in buona fede per i figli. In questi casi non vedo come poter respingere la soluzione liberale.
Inutile, quando ci sono di mezzo i bambini, il liberale va sempre in crisi.
Dawkins e il creato
Evolution is God’s redundancy notice, his pink slip. But we have to go further. A complex creative intelligence with nothing to do is not just redundant. A divine designer is all but ruled out by the consideration that he must be at least as complex as the entities he was wheeled out to explain
Landsburg si acciglia:
But Darwinian evolution can’t replace God, because Darwinian evolution (at best) explains life, and explaining life was never the hard part. The Big Question is not: Why is there life? The Big Question is: Why is there anything? Explaining life does not count as explaining the Universe.
Il discorso si fa serio e l' inglese non demorde:
D.: Making the universe is the one thing no intelligence could do, because an intelligence is complex—statistically improbable —and therefore had to emerge, by gradual degrees, from simpler beginnings.
Qui non seguo più L. e se voi colete farlo linkatevi più sotto. Io mi astengo poichè L. segue fin troppo D. e condivide con lui l' espressione "making the universe" nel senso di assemblare. Ma l' universo è costruito o creato? E' un bricolage o una creazione ex nhilo? Poichè un Cristiano - ma non solo lui - compie la seconda opzione, il seguito dell' argomento decade. Lo scienziato non coglie questa differenza fondamentale e inferisce in modo all' apparenza scorretto. La complessità divina non è dunque del genere di quelle osservabili poichè noi non assistiamo ad alcuna creazione quaggiù. Taciamo agnosticamente dunque sulla struttura e teniamoci la dimostrazione dell' esistenza.
"Esistere", ecco il verbo che gli atei dovrebbero togliere di mezzo per convincerci. Purtroppo per loro la parolina sembra godere ancora di buona salute.
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La Beltà delle donne comparisce la sera
Strano che da un pennino femminile sgorghi una potente quanto inattesa apologia del Patriarcato e delle sue ragioni. Ma le ragioni in realtà sono flebili e sfumano quasi subito risolvendosi in bellezza, unica vera "ragione" residua. E in tanta bellezza, la bellezza del ruolo femminile - sapientemente incastonato nell' articolata struttura oppressiva - rifulge facendole sembrare tutte Madonne che tramutano la Morte in un travestimento. Quelle donne sono invece solo Madri, ovvero la nostra prima e indimenticabile compagnia.
L' uomo - unico essere autorizzato ad uscire di casa, bambino in difficoltà tra i flutti di una vita attiva che è chiamato a vivere da solo - conosce a fondo una sola elaboratissima arte: quella di chiedere aiuto. Lo fa nei modi più disparati e strani, ricorrendo ad una fantasia pittoresca quanto ignorante.
Solo la preziosa conchiglia dell' orecchio femmineo puo' echeggiare e percepire l' ingiunzione, solo un muliebre talento puo' decodificare l' esse o esse.
E' un mondo che pullula di marmocchi travestiti da grandi, tutti smaniosi all' apparenza di accaparrarsi l' odio di lei con occhiate bellicose. La cattiveria si fa immaginifica per offenderla più in profondità. La crudeltà s' ingegna per sorprendere e deturpare la passività accogliente dei grembi.
Insopportabile per noi ragionatori quell' amore non perturbato da alcun pensiero.
Irritante la presenza di tanti motivi d' infelicità, tutti resi irrilevanti da un empito misterioso.
Fastidiosa quella bontà automatica, indifferente quanto la bellezza del fiore notturno. Una bellezza che comparisce la sera e si svela del tutto solo violandola.
Intollerabili quei seni che danno solo latte cristiano e convertono creature ombrose, creature cresciute inventando parole selvatiche mentre poppano latte caprino.
Che rabbia quella debolezza sempre opposta e che ci impedisce di sfogare al meglio la nostra ira! L' unica via d' uscita consiste nel colpire di rimbalzo.
Non aspettarmi più! E soffri il colpo che m' infliggo.
Non scaldarmi più. E vergognati per l' azione che mi degrada.
Non rincuorarmi più. E soccombi alla sciagura che mi attinge.
Non cucinarmi più. E piangi la sventura che mi procuro.
Non accudirmi più. E disperati alle mortificazioni che m' intaccano.
"Perchè non ti vergogni di me! Voglio che ti vergogni di me!".
Ricordati che da vecchia mi chiederai il pane e ti darò un sasso. Ti colpisco, e grazie al disonore mi metto in salvo.
Voglio salvarmi dal vizio della tua santità e tornare a respirare con i miei polmoni in un mondo freddo, liberato dalle pastoie del sentimento.
E' un inferno essere amati da chi non ama nè la felicità, nè la vita, nè se stesso ma solo te. Donne, tacete, non opinate, se dite ancora una parola vi ammazzo... non mi servite... l' amore delle femmine è il contrario dell' amore... vi lascio volentieri a quei disgraziati che sono liberi solo la Domenica... mi sdoganate l' impropero per il solo fatto d' ingombrare l' aria... guardate come vi guardo, vi guardo come il dotto guarda l' ignorante... occhi bassi quando vi leggo il Codice della verità Assoluta... io sono scandaloso, ricordatevelo sempre, ficcatevelo in testa... e adesso che ore abbiamo fatto con tutta sta tiritera, guardate l' orologio al mio polso... non tengo voglia di alzare il braccio...
Una Madre in declino non capirà mai che la bellezza di noi Figli è impermeabile e rifugge il suo sfacelo, che accostare le due cose produce scintille mortali per entrambi. Ma da quell' amore, eterno parassita, nulla scampa. Se piove, nel suo pensiero è pioggia che ti bagna; se boffa, è vento che ti sferza; se rischiara, è sole che ti essica. Scappa pure lontano, sarà sempre vicino a te, sarà sempre incinta di te.
Sazio di negazioni, il bambino fanfarone impartisce i suoi ordini contraddittori e scoordinati con voce soffocata dal piacere d' infierire. Lei tace ed esegue scevra d' insubordinazioni, sa a memoria che quando tutto venne stabilito lei non era presente; è appena nata e, inoltre, è nata stupida come solo una donna puo' esserlo. Un simile destino d' ignoranza eterna non puo' avere l' ardire di scancellare leggi sacre confitte nel nostro cuore come piloni a sostegno di pianeti gravosissimi. Solo un' ombra leggera d' interrogazione stupefatta è consentita.
Non resta che la fatale semplicità dell' inazione peritosamente descritta una volta per tutte. Non resta che la concavità dell' accoglienza geometricamente misurata da goniometri professionali.
La società patrircale è resa quale barca con timone saldamente retto dalla callosa e virile mano maschile. Le sue ragioni e le sue rotte sono Sacramenti da non dibattere. Ma pur sempre barca che naviga in un mondo dove la donna è vento, mare, notte e tutto. Vento che incoraggia, mare che agevola, notte che giustifica (occultando); e poi Tutto: proscenio colossale che regge e osserva impietosito il beccheggio e il rollio della barchetta alla deriva.
Ora, non fraintendetemi: mai mi convertirò ai "bei" tempi andati. Ma proprio questa repulsione mi aveva impedito di capirli. Strano e bello, poi, che l' illuminante spiega provenga da una delle poche donne italiche inserite di diritto nel solco della grande letteratura. E pensare che il fantasma aleggiante di una "quota rosa" che potesse schizzarla col suo fango mi stava facendo perdere qusto autentico talento. Ah... i dannosi effetti collaterali dell' azione affermativa!
***
Un libro da leggere, dunque, raccomandato soprattutto ai lettori miopi, a chi reca nel corpo il prezzo della sua passione: quando la qualità della scrittura si mantiene alta e costante, il principiante cessa quasi subito di percepirla; quando la tensione non si allenta, il neofita s' imbambola come su una vetta senza ossigeno. Che spreco. Alla larga.
mercoledì 28 ottobre 2009
Ve la cantano e ve la suonano
link
Zingales contro il Glass-Steagall Act
1) alza il costo del credito;
2) la crisi viene dalle banche d' investimento, non da quelle commerciali;
La distinzione che conta non è quella tra banche d' affari e banche commerciali, ma tra banche "too big to fail" e le altre.
(24 ore 20.10.2009 "C' era una volta il senatore Glass)