Non ci sono molte ragioni per sovvenzionare l' arte.
Ovvero, in realtà ci sarebbero: la legge sul copyright - quella che garantisce al creatore la sua fetta di torta - è di difficile applicazione.
Nell' arte, gli innovatori non catturano tutto il valore che producono.
Ma se la ragione fosse davvero quella, oggi dovremmo sovvenzionare più che altro la star pop o heavy metal, sono loro le vittime principali della pirateria.
In realtà nessuno pensa a niente del genere, quindi le ragioni stanno altrove.
In più non avrebbe senso sovvenzionare l' arte per poi metterla in un museo: non è certo il posto migliore per renderla disponibile al pubblico.
In realtà l' arte viene sovvenzionata per questioni simboliche: si ritiene prestigioso farlo e si ritiene che il museo sia il luogo più adatto per enfatizzare questo prestigio.
Non solo, si ritiene prestigioso avere un governo che sovvenzioni l' arte di qualità.
Un po' come per le "compagnie di bandiera". La Francia è un campione di questo orgoglio nazionalista.
In questo senso le ragioni economiche passano in secondo piano. Ma chi ha detto che l' economia è tutto? I simboli contano, checché ne pensi qualcuno.
A volte contano talmente - magari perché derivano da una tradizione centenaria - che hanno anche pesanti ripercussioni economiche. Ci sono casi molto chiari: nessuno dubita che si debba preservare il prestigio che ha nel mondo la bellezza di una città come Venezia, ricoprire i canali facendoci passare sopra una strada asfaltata non sarebbe certo una buona idea, neanche dal punto di vista economico.
martedì 11 novembre 2014
Good and Plenty: The Creative Successes of American Arts Funding di Tyler Cowen - Il giudizio estetico
Vale di più l' Amleto o Re Lear?
Quante canzoni di Gershwin ci vogliono per fare una sinfonia di Prokofiev?
Anche chi professa l' oggettività dei valori estetici deve ammettere che c' è un problema di incomparabilità.
Forse, se proprio dobbiamo "misurare" ha più senso misurare la qualità di un' epoca storica piuttosto che raffrontare le singole opere.
Ma come?
La qualità media in questo ambito ha poco senso, meglio concentrarsi sui picchi.
Ma anche i picchi isolati possono trarre in inganno.
Propongo due criteri: 1) qualità estesa (esempio i primi cento picchi) e 2) varietà (picchi per genere).
Quante canzoni di Gershwin ci vogliono per fare una sinfonia di Prokofiev?
Anche chi professa l' oggettività dei valori estetici deve ammettere che c' è un problema di incomparabilità.
Forse, se proprio dobbiamo "misurare" ha più senso misurare la qualità di un' epoca storica piuttosto che raffrontare le singole opere.
Ma come?
La qualità media in questo ambito ha poco senso, meglio concentrarsi sui picchi.
Ma anche i picchi isolati possono trarre in inganno.
Propongo due criteri: 1) qualità estesa (esempio i primi cento picchi) e 2) varietà (picchi per genere).
lunedì 10 novembre 2014
Dissesto idrogeologico?
Oggi due perle di buon senso sul Corriere (l'... - Riccardo Mariani:
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Tombini e agini, la soluzione migliore.
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Tombini e agini, la soluzione migliore.
Against the Negative Income Tax
Against the Negative Income Tax | National Review Online:
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1) Scoraggia il lavoro.
2) Scoraggia la religiosità.
A prima vista 2 non interessa al laico. A seconda vista sì: + religiosità + impegno sul lavoro.
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1) Scoraggia il lavoro.
2) Scoraggia la religiosità.
A prima vista 2 non interessa al laico. A seconda vista sì: + religiosità + impegno sul lavoro.
Against the Negative Income Tax
Against the Negative Income Tax | National Review Online:
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1) Scoraggia il lavoro.
2) Scoraggia la religiosità.
A prima vista 2 non interessa al laico. A seconda vista sì: + religiosità + impegno sul lavoro.
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1) Scoraggia il lavoro.
2) Scoraggia la religiosità.
A prima vista 2 non interessa al laico. A seconda vista sì: + religiosità + impegno sul lavoro.
sabato 8 novembre 2014
Dilemmi sessisti
E' "sessismo" se le donne si pagano meno... - Riccardo Mariani:
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https://www.facebook.com/riccardo.mariani.585/posts/10205579406951671?pnref=story
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venerdì 7 novembre 2014
giovedì 6 novembre 2014
mercoledì 5 novembre 2014
Un problema per l' assolutismo etico
To illustrate the problem, suppose one holds, with Anscombe, that it is always
wrong to knowingly punish the innocent, regardless of the consequences. If so,
what level of certainty of guilt ought we to require before the defendant in a
criminal trial may be convicted and punished? If we require absolute certainty,
then we have the implausible result that accused criminals should never be
punished. If we require something less than certainty, such that criminals may
periodically be punished, then it is virtually certain that the system will also punish
some innocent people. If it is always wrong to knowingly punish an innocent
person, then it would seem also to be wrong to institute a system that one knows
will punish a number of innocent people. Anscombe’s absolutist view of criminal
justice thus threatens to generate a prohibition on any meaningful criminal justice
2system. Other absolutist proscriptions are likely to lead to similar problems.
wrong to knowingly punish the innocent, regardless of the consequences. If so,
what level of certainty of guilt ought we to require before the defendant in a
criminal trial may be convicted and punished? If we require absolute certainty,
then we have the implausible result that accused criminals should never be
punished. If we require something less than certainty, such that criminals may
periodically be punished, then it is virtually certain that the system will also punish
some innocent people. If it is always wrong to knowingly punish an innocent
person, then it would seem also to be wrong to institute a system that one knows
will punish a number of innocent people. Anscombe’s absolutist view of criminal
justice thus threatens to generate a prohibition on any meaningful criminal justice
2system. Other absolutist proscriptions are likely to lead to similar problems.
Democrazia, il punto
- Letteratura public choice o dell' ignoranza razionale: l' informazione è un bene pubblico per l' elettore.
- Nell' antichità la democrazia veniva liquidata come "il governo dei peggiori".
- Magariaga sosteneva che l' Occidente si fondava su due morti: Socrate e Gesù, entrambe un portato della democrazia.
- Genealogia storica della democrazia: democrazia ateniese, cesarismo, settarismo eretico, rivoluzione gloriosa, rivoluzione francese.
- Mano nella mano: millenarismo, nazionalismo, puritanesimo, egalitarismo socialismo.
- Per quanto la democrazia non sia un regime assoluto (le decisioni non si concentrano in un solo uomo) resta un regime totalitario (decide in ogni ambito della nostra vita).
- Perché oggi la democrazia è tollerata? Probabilmente perché, per quanto adotti soluzioni irrazionali, non è bellicosa e non muove guerra, perlomeno alle altre democrazie.
- Rational irrationality: l' urna è una festa ideologica per l' elettore democratico
- Il voto è un dovere? No. Anzi, non votare è un dovere per chi si sente disinformato. Perché non istituire degli esami che autorizzino al seggio? magari con un microsuffragio che restringa l' elettorato allo 0.01% del totale affinché il singolo voto conti.
- Il media bias affligge la democrazia e la precipita in un circolo vizioso: la realtà è vista con occhiali ideologicamente orientati a sinistra (se il pubblico si distribuisce 50/50 i giornalisti si distribuiscono 90/50), il pubblico si sposta a sinistra dopodiché le distorsioni aumentano. Vedi qui per i particolari: http://broncobilli.blogspot.it/2015/02/le-lenti.html
- Il numero dei rappresentanti dovrebbe essere minimi, in Italia una cinquantina, affinché siano tenuti d' occhio il più possibile.
- Il federalismo competitivo è un buon freno contro le degenerazioni democratiche. Votare coi piedi, poi, è il modo migliore di votare.
- la speculocrazia è un buon freno alla democraziaabilmente per mantenerne un' altra. Rimedio (voto incrociato): la regione A dovrebbe eleggere il rappresentante della regione B e viceversa.
- Camera del no. Un senato che può solo abolire leggi.
- Legislatura del no. Una legislatura che può solo abolire leggi.
- In democrazia il rischio è che una regione finisca st
- Sistemi elettorali. Il migliore è quello australiano che non spreca voti e favorisce la governabilità
- Perché non allargare l' elettorato passivo? Magari anche agli stranieri, magari anche a soggetti collettivi.
- Conflitto d' interesse. Giusto porlo purché ci si limiti all' elettorato attivo. Per esempio, i dipendenti pubblici hanno un gigantesco conflitto: loro votano il datore di lavoro prima ancora che il governante.
- Perché non rendere negoziabile il voto: peseranno meno le opinioni di chi è disinteressato
- In democrazia l' opinione dei ricchi pesa di più. A volte mi sembra che sia cio' che la rende tollerabile.
- La democrazia si fonda su un patto mai stipulato
- 45 ragioni per preferire la monarchia: http://broncobilli.blogspot.it/2011/06/w-il-re.html
- Le democrazie, per quanto bellicose, non si fanno guerra tra loro
- L' elettore democratico che sa di non sapere puo' limitare i danni. Se l' ignorante rinuncia al voto fa del bene alla comunità.
- Contro la minaccia autoritaria meglio una buona dose di ricchezze private accumulato e un robusto ceto medio.
- Il collegamento tra ricchezza e democrazia appare estremamente debole
- La tradizione è una democrazia in cui il diritto di voto viene esteso ai nostri avi
- Esportare la democrazia? Dipende, non di sicuro verso i paesi poveri.
- Più mercato? Di sicuro più mercato e competizione in politica.
- Facilitare l' abrogazione di leggi e complicarne la promulgazione: Sostituire il criterio di maggioranza semplice con uno di maggioranza qualificata (o unanimità) + eventuale sorteggio in caso di mancato accordo.
- La secessione regolata era un pallino di Miglio.
- Soldi nelle campagne elettorali: perché si investe così poco?
- Soldi nelle campagne elettorali. perché è tanto facile dire prima che partano i finanziamenti chi vince?
- "Dovremmo privilegiare forme di demarchia... ovvero assembee elettive che si occupino non tanto delle esigenze particolari di gruppi particolari, quanto dei principi permanenti generali sulla base dei quali regolare le attività della comunità..."
- Democrazia e violenza (nei paesi in via di sviluppo): Paul Collier: Dispelling some common myths about what elections can and cannot do in emerging democracies will help us face more realistically the difference between a ballot box and a magic bullet... In the societies of the last millennium, democracy has increased political violence instead of diminishing it.
- La cosa migliore è votare coi piedi: I just think that the wisdom of crowds is channeled more effectively through exit than through voice.
- La democrazia offre un buon modo per il ricambio della gente al potere. Per il resto è sopravvalutata.
- Tra democrazia e crescita non esiste un buon rapporto: le deocrazie non producono più ricchezza delle dittature, al limite le seconde sono soggette a maggior variabilità (vedi Bryan Caplan: democracy and dictatorship)
- Le democrazie contano i voti anziché pesarli, un grave difetto. Un' idea di Glen Weyl: addebitiamo all’ elettore che esprime il suo voto una tariffa che crescerà in modo esponenziale rispetto al numero di voti da lui già espressi… come conseguenza la gente voterà in proporzione al reale interesse verso il risultato di quella elezione specifica http://papers.ssrn.com/
sol3/ papers.cfm?abstract_id=2003 531 - Bryan Caplan: far votare solo chi ha un titolo di studio o dare più voti a seconda del titolo. oppure fare un test specifico.
- bryan caplan: fare meno elezioni, diradarle
- hanson: kilovoter pay a fee to become kilovoter.
- tabarrok wyel: voto quadratico: Voters making a binary decision purchase votes from a clearinghouse paying the square of the number of votes purchased.... Simple vote trading won’t work, because buying a single vote is too cheap and thus a liquid buyer could accumulate too much political power. No single vote seller internalizes the threshold effect which arises when a vote buyer approaches the purchase of an operative majority. Paying the square of the number of votes purchased internalizes this externality by an externally imposed pricing rule, as is demonstrated by the authors.
- Unchecked e Unbalanced di Arnold Kling
- governi competitivi vs governi democratici
- eleggere selezionare
- i pionieri
- cherles tiebout elabora il suo modello di governo competitivo. il cittadino è un cliente con le sue preferenze
- l eq di t. è una finzione: votare con i piedi è pur sempre costoso
- albert hirschman: urlare o uscire
- negli anni 80 e 90 il 50% delle case vendute negli usa apparteneva ad associazioni di vicinato gated comunity. l esempio della spazzatura
- altri precursori: david friedman e bruno frey con le sue focj extraterritoriali
- i fallimenti della democrazia
- guarda quanti votano e scopri quanti saranno insoddisfatti: sempre di più. perchè? sempre più astenuti e sempre più materie trattate dai governi
- voto irrazionale: la capacità d'influire è minima
- benefici concentrati e costi dispersi. tutti gli inconvenienti
- ignoranza razionale dell'elettore
- ignoranza ludico-ideologica dell'elettore
- teoria dell'elettore mediano: solo lui decide e tutto viene speso per lui.
- politico: più spende più compra voti. espansione della spesa pubblica
- costituzione strumento inefficiente: nessuna ha realmente limitato i poteri di governo. tutti si occupano di tutto
- un esempio virtuoso: la svizzera. piccolo è bello. controlli pervasivi. lì la democrazia ha ancora un senso
- alternative alla democrazia: uscire dai programmi governativi: previdenza, scuola, tribunali, sanità...
- obiezioni all'uscita: se si puo' uscire i programmi governativi si degradano ulteriormente (nessuno si impegna veramente a preservarli). obiezione di hirschman. spesso è il contrario: le scuole pubbliche beneficiano della concorrenza
- se si puo' uscire usciranno i migliori: selezione avversa. si puo' fare in modo che non sia così.
- se si puo' uscire sa già che verrà salvato: compassione vincolante del governo. si combatta la compassione non il pluralismo.
- la gente ha una mente creazionista e non evolutiva: vuole sapere chi comanda e vuole che sia una persona sola. che cambi mentalità
- obiezione del mercato: il mercato fallisce spesso. ok, ma anche i governi
- come implementare la concorrenza istituzionale
- evitare una concorrenza sleale del governo (dove è arbitro e giocatore)
- esempio: scuola con rette e regolamenti asimmetrici; gate comunity con statuti vincolati dalla contea, arbitrati sempre rivedibili dalle corti...
- ogni uscita sarà seguita da un rimborso di tasse corrispondenti
- donazioni: così come sono deducibili quelle fatte al governo lo saranno anche quelle fatte ai suoi concorrenti al di là del profit o non profit
- le tasse restituite devono avere una destinazione vincolata? ardua questione, rimandiamola e poniamo di sì
- competizione sulla regolamentazione del prodotto. ovvero che competizione tribunali
- obiezione: tutto molto troppo complesso. soluzione: ci si iscrive ad un agenzia di protezione ed è finita lì. c'è cmq sempre un tribunale di default
- prerequisito alla riforma: fissare un agenzia alla competizione che reprima i soprusi governativi
- 8 per mille trasformato in 800 per mille
- gradualismo. esempio: nei primi 10 anni si fissi un numero massimo di opting out dalla previdenza. eccetera.
continua - Vote Markets do Christopher Freiman voto di scambio compravendita
- nessuno difende la negoziabilità del diritto di voto, gli argomenti non mancano
- 1 con uno scambio tutti stanno meglio. ill solito arg.vale anche qui
- 3 meglio rispecchiate l'intensità delle preferenze
- 3 le esternalità possibili sono possibili anche senza scambio. l'elettore puo' votare male anche da solo. anzi, forse il piccolo elettore vota peggio
- 4 dare soldi promettendo una politica o direttamente non cambia le carte in tavola
- obiezioni
- 1 i ricchi prevarranno
- in realtà già si pesano sui finanziamenti, infatti si mettono limiti senza proibire alcunché. facciamo lo stesso
- 2 il voto serve il bene comune
- risposta: parole. se la cosa avesse un senso dovremmo limitare il suffragio e ammettere solo chi supera un esame di economia o filosofia politica
conclusioni - By the people di Charles Murray
- troppe regole, occorre una disobbedienza civile contro le più stupide
- obiezioni
- 1 la disobbedienza della sinistra non tarderà
- risposta: più regole non rispettate, meno stato
- 2 disobbedienza inefficace contro i maggiori programmi governativi
- 3 la disobbedienza è pur sempre un voto democratico, meglio assicurarsi l' opting out
- il colpevole: la costituzione. ha fallito nel porre limiti al governo. la corte costituzionale in particolare
- il principio della chiarezza è stato sostituito da quello dell' ordine pubblico. da lì il caos
- riformare è impossibile. occorre disubbidire.
- creare un madison fund per sostenere le spese dei perseguiti
- scegliere oculatamente le regole a cui disubbidire. devono essere ridicole
- molte lacune sono inattaccabili con questo metodo: l inefficienza del dipendente pubblico si vince solo distruggendo il sindacato, riforma possibile solo con i metodi ordinari
- tecnologia: aiuterà la supremazia del privato. il governo non sa usarla.
- ottimismo: le regole son tante ma il governo non riesce ad applicarle, un sentimento trasparente di non compliance aiuterà ad annientarle
- un settore promettente: la regolamentazione della piccola impresa (salute, sicurezza...)
- previsione progr: saremo una nazione sempre più uniforme facile da regolare sotto una sola regola. previsione fallata: siamo un popolo sempre più eterogeneo
- la previsione fallata è un portato dell era industriale. l'era dell informazione è profondamente diversa
conclusione - The Myth of rational voter di Bryan Caplan
- tesi: in democrazia il problema non sono i politici ma il popolo
- La dittatura produce decisioni ripugnanti la dem decisioni sconcertanti
- L elettore è ignorante e ideologico
- Ignorante xchè nn conviene approfondire
- Ideologico xchè la politica è un divertimento a basso costo
- Evidenza: il votante nn è razuonale. Nn tutela i suoi interessi
- Il difensore della dem tira fuori churchill ma l alternativa alla dem nn è la dittatura bensì il mercato o il federalismo o l opting out o l epistemocrazia...
- Esperti vs uomo comune. Differenze
- Cap1 aggregazione preferenze
- Votare è assurdo così come lo è informarsi
- Intellettuale tipo: cittadino sveglia!
- Intellett publi choice: privatizzare l ignoranza è pericolosa
- Alternativa: le preferenze aggregate mitigano l ignoranza
- Ob: gli errori dell elettore sono sistematici. Esiste per es un antimarket bias
- Falsa analogia: votare e comprare.
- Assunto falso: le credenze sono sempre strumentali. No vedi religione
- Rational irrational: credere è divertente ma nn sempre conveniente. In politica lo è
- Perchè spesso i poveri votano il partito dei ricchi? Ideologia più seducente
- Il populismo è la normale condizione della democraz
- Se l errore è ideologico e nn x ignoranza salgono le possibilitá di bias sistematico
- Cap2 bias sistematici in ambito economico
- Domanda la spesa pubblica 1 welfare 2 difesa 3 aiuto estero 4 pensioni. Errori ripetuti e sempre uguali
- I ricchi sono i più informati
- Politica estera: i più info sono più colombe
- I più info sono più a sinistra sulle questioni sociali e più a destra sulle questioni ec.
- Antimarket bias: si presenta chiaro nell elettore medio se cfrtato con l esperto. Benefici del mercato sottostimati. Chiaro anche in intellos nn specialusti
- Antiforeign bias: tendenza a sottostimare i benefici di un economia aperta
- Make work bias: tendenza a sottostimare i benefici della flessibilitá
- Pessimiatic bias: tendenza a gonfiare i problemi economici
- Le ricerche confermano: l economista sa ul pubbluco no e gli errori sono sistematici
- Cap4 il fallimento della classica public choice
- Downs e tullock. Il modello: egoismo e ignoranza razionale
- Evidenza: egoismo confutato e ignoranza confutata. Impossibile fiustificare / di voto tanto elevate
- Critica degli aggregazionisti: publuc choice inferisce in modo errato dal suo modello
- Wittman: l elettore è razionale ma sa di esserlo e si comporta di conseguenza
- Solo rarional irrational supera qs critiche devastanti
- Supply side: propaganda a mille
- Soluzioni: limitiamo il suffragioo con l esamino. Facciamo votare solo i laureati ecc
continua - la democrazia dà l'impressione di esprimersi e quindi rilassa le tensioni garantendo pace sociale. naturalmente è solo un'impressione ingannevole. vedi 5 Semiotic Objections in Markets without Limits: Moral Virtues and Commercial Interests by Jason F. Brennan, Peter Jaworski
- jason brennan: la democrazia funziona perché non funzionana. Appena cadono tutti quei filtri che deformano la reale volontà popolare, ecco che abbiamo i Trump eccetera
- Democrazia delle aste
- Dove realizzare una discarica? Quattro candidati: A-B-C-D. Si fa un'asta in busta chiusa in cui perde il minor offerente, esempio A. La discarica si realizza in A e B-C-D- pagano ad A il prezzo che ha richiesto in busta ripartendoselo pro quota in base alle offerte fatte dai vincenti (chi ha offerto di più per scampare con maggior sicurezza alla discarica pagherà di più).
- Complicazione N.1: i luoghi e i paesi coinvolti restano quattro ma ad usufruire della discarica saranno molte più persone, l'intera cittadinanza.
- Si stabilisce una penale (es. l' 1% del prezzo della discarica). Si istituisce l'asta di cui sopra. I vincenti pagheranno la penale al perdente ripartendosela come detto. Il resto del prezzo sarà pagato dall'intera popolazione in modo equo.
- Complicazione n.2: Il problema grandi navi a Venezia
- Si creano due liste (una pro e una contro, esempio: "lista commercianti" e "lista verdi") a cui tutti i cittadini sono tenuti ad iscriversi (gli astenuti sono iscritti d'ufficio alla prima o alla seconda in virtù di un criterio prescelto). Si elegge un rappresentante della lista. Al giorno X i due rappresentanti consegnano le buste sigillate al battitore d'asta: chi fa l'offerta più bassa perde. Il perdente viene risarcito secondo la sua offerta dal vincente. Le risorse passano dai cittadini della lista vincente a quelli della lista perdente.
continua - Why Is Democracy Tolerable? Evidence from Affluence and Influence Bryan Caplan
- The median American is no Nazi, but he is a moderate national socialist
- I discuss several mechanisms that might explain why, given public opinion, democracies' policies are better than you'd expect. But I was simply unaware of the facts presented in Martin Gilens' new Affluence and Influence: Economic Inequality and Political Power in America... Democracy has a strong tendency to simply supply the policies favored by the rich.To avoid misinterpretation, this does not mean that American democracy has a strong tendency to supply the policies that most materially benefit the rich
- On distributional issues, there is high consensus. But the rich are noticeably less statist on both economic and social policy. Rich and poor alike favor raising the minimum wage, but the support of the poor is nearly unanimous. The poor are slightly more in favor of extending unemployment benefits. They're much more anti-gay. They're much less opposed to restricting free speech to fight terrorism. The list goes on.
- In contrast, I find Gilens' results not only intellectually satisfying, but hopeful. If his results hold up, we know another important reason why policy is less statist than expected: Democracies listen to the relatively libertarian rich far more than they listen to the absolutely statist non-rich.
continua - Sostituiamo la democrazia con l’epistemocrazia: chi più sa, più vota. I voti non si contano, si pesano. Patente a punti per l’elettore: se superi il quarto livello dei quiz il tuo voto puo’ valerne mille! Jason Brennan Against Democracy
- Fare del senato una camera negativa: che puo' solo abolire leggi.
- istituire una legislatura negativa ogni cinque: in cui si possono solo abolire leggi
lunedì 3 novembre 2014
The crucial importance of stay-at-home wives
http://www.aei.org/publication/crucial-importance-stay-home-wives/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter
I bambini ci rendono felici?
Poiché recentemente ho letto parecchio sul tema, mi vengono di getto alcune considerazioni.
1) La risposta più rigorosa alla domanda di cui al titolo è "sì". Quando nascono i tuoi figli la tua felicità è in pericolo. Troppe ricerche lo confermano in modo concorde, non puo’ essere un caso.
2) Bisogna aggiungere che l' effetto negativo riscontrato è "tenue".
3) Talmente "tenue" che la felicità regalataci dal matrimonio (o comunque da un' unione stabile) lo compensa abbondantemente, Ovvero: un genitore sposato è mediamente più felice di un single, e questo anche se su di lui insiste il gravame che i figli sembrerebbero avere sulla felicità delle persone.
4) Memento: le ricerche sulla felicità restano comunque problematiche poiché i confronti intersoggettivi sono sempre difficili da fare. Mi spiego meglio: posso dire in modo attendibile che su una scala da “uno” a “dieci” mi sento felice "otto" ma non posso dire con certezza che il mio "otto" equivalga al tuo "otto".
5) L' infelicità che apportano i figli è chiara in alcune aree specifiche (godimenti puri, vita di società... e te credo, quando ti nasce un figlio la tua vita sociale si azzera o quasi). Lo è meno se consideriamo il "grado di soddisfazione generale" della persona oggetto d' indagine.
6) Ormai esistono molte banche dati che consentono di seguire un individuo nel corso degli anni. Dalle ricerche che ne fanno uso veniamo a sapere una cosa molto interessante: chi decide di avere figli di solito aumenta il grado della propria felicità (e per le donne è ancora più vero!). Naturalmente lo stesso dicasi per chi decide di non avere figli: anche costui aumenta la propria felicità assecondando la sua propensione. Condizione sufficiente per riscontrare questi effetti è quella di trovarci di fronte ad autentiche scelte di vita personali. In sintesi: le persone sono abbastanza razionali quando scelgono se avere o non avere figli.
7) Il punto 6) ci permette di concludere che, sebbene i figli globalmente abbiano un effetto negativo sulla felicità delle persone, chi ha scelto di averli ha agito razionalmente: senza quei figli sarebbe stato più infelice. E lo stesso, mutatis mutandi, si puo' dire anche per chi ha scelto di non averne.
8) Se torniamo a considerare il punto 4) dobbiamo concludere che la parte più affidabile delle ricerche (quella che non implica confronti intersoggettivi) mette in luce un "effetto positivo" piuttosto che "negativo". Questo anche se nelle ricerche globalmente considerate l’ “effetto negativo” – quello più problematico per la natura stessa delle ricerche - prevale su quello “positivo”.
9) La felicità di avere figli si manifesta soprattutto nel lungo periodo, e questo puo’ ingannare chi non è lungimirante o sospetta sempre delle tradizioni. Avere molti nipotini è piacevole. Un nipotino impegna meno di un figlio. Purtroppo senza figli i nipotini non ci saranno mai o saranno pochi. Spesso ce lo dimentichiamo.
10) E' bene ricordare anche che un figlio "non voluto" che ci capita tra capo e collo rende molto meno infelici di un figlio voluto che non arriva. Un bambino non voluto in arrivo sembra una tragedia, senonché la tragedia si ridimensiona molto presto, e magari si trasforma in una festa. Il figlio cercato e non ottenuto invece è una spina che ci tormenterà a lungo, forse per sempre.
11) L' impegno che profondiamo nella cura dei figli è stressante e fonte d’ infelicità ma – fortunatamente – anche eccessivo. Qualora lo razionalizzassimo, ci sono buone speranze di mitigare l' "effetto negativo" che la prole ha sulla nostra felicità. E magari di ribaltarlo in un “effetto positivo”.
12) La "felicità" non è comunque tutto nella vita di un uomo; c' è anche la "speranza", per esempio. In un certo senso potremmo dire che fare un figlio è "conveniente" poiché - rispetto alla "speranza" che ci regala la sua presenza - costa davvero poco in termini d "felicità".
13) Come distinguere tra "speranza" e "felicità"? nel pormi la domanda penso sempre ad un immigrato che ho conosciuto e che mi raccontava in modo appassionato quanto era felice al suo paese: ok, era più povero, ma anche più felice. Se la felicità fosse tutto quell' immigrato sarebbe tornato di corsa a casa. Posso ben dirlo visto che lo conosco come persona razionale. Ma lui non lo fa. Non lo fa perché solo stando qui (dove è un po' più infelice) puo' coltivare cio' che evidentemente reputa ancora più prezioso: la sua speranza.
14) Che poi tra figli e "speranza" ci sia un legame inscindibile lo spiega bene il poeta Charles Peguy:
Il portico del mistero della seconda virtù
La fede che più amo, dice Dio, è la speranza.
La fede, no, non mi sorprende.
La fede non è sorprendente.
Io risplendo talmente nella mia creazione.
Nel sole e nella luna e nelle stelle.
In tutte le mie creature.
Negli astri del firmamento e nei pesci del mare.
Nell'universo delle mie creature.
Sulla faccia della terra e sulla faccia delle acque.
Nei movimenti degli astri che sono nel cielo.
Nel vento che soffia sul mare e nel vento che soffia nella valle.
Nella calma valle.
Nella quieta valle.
Nelle piante e nelle bestie e nelle bestie delle foreste.
E nell'uomo.
Mia creatura.
La fede non è sorprendente.
Io risplendo talmente nella mia creazione.
Nel sole e nella luna e nelle stelle.
In tutte le mie creature.
Negli astri del firmamento e nei pesci del mare.
Nell'universo delle mie creature.
Sulla faccia della terra e sulla faccia delle acque.
Nei movimenti degli astri che sono nel cielo.
Nel vento che soffia sul mare e nel vento che soffia nella valle.
Nella calma valle.
Nella quieta valle.
Nelle piante e nelle bestie e nelle bestie delle foreste.
E nell'uomo.
Mia creatura.
Nei popoli e negli uomini e nei re e nei popoli.
Nell'uomo e nella donna sua compagna.
E soprattutto nei bambini.
Mie creature.
Nello sguardo e nella voce dei bambini. Perché i bambini sono più creature mie.
Che gli uomini.
Non sono ancora stati disfatti dalla vita.
Della terra.
E fra tutti sono i miei servitori.
Prima di tutti.
E la voce dei bambini è più pura della voce del vento nella calma della valle.
Nella quieta valle.
E lo sguardo dei bambini è più puro dell'azzurro del cielo, del bianco latteo del cielo, e di un raggio di stella nella calma notte.
Ora io risplendo talmente nella mia creazione.
Sulla faccia delle montagne e sulla faccia della pianura.
Nel pane e nel vino e nell'uomo che ara e nell'uomo che semina e nella mietitura e nella vendemmia.
Nella luce e nelle tenebre.
E nel cuore dell'uomo, che è ciò che di più profondo v'è nel mondo.
Creato.
Così profondo da esser impenetrabile a ogni sguardo.
Tranne che al mio sguardo.
Nella tempesta che scuote le onde e nella tempesta che scuote le foglie.
Degli alberi della foresta.
E al contrario nella quiete d'una bella serata.
Nelle sabbie del mare e nelle stelle che son sabbia nel cielo.
Nella pietra della soglia e nella pietra del focolare e nella pietra dell'altare.
Nella preghiera e nei sacramenti.
Nelle case degli uomini e nella chiesa che è la mia casa sulla terra.
Nell'aquila mia creatura che vola sui picchi.
L'aquila reale che ha almeno due metri d'apertura d'ali e fors'anche tre.
E nella formica mia creatura che striscia e che ammassa miseramente.
Nella terra.
Nella formica mio servitore.
E fin nel serpente.
Nella formica mia serva, mia infima serva, che ammassa a fatica, la parsimoniosa.
Che lavora come una disgraziata e non conosce sosta e non conosce riposo.
Se non la morte e il lungo sonno invernale.
(...)
Nell'uomo e nella donna sua compagna.
E soprattutto nei bambini.
Mie creature.
Nello sguardo e nella voce dei bambini. Perché i bambini sono più creature mie.
Che gli uomini.
Non sono ancora stati disfatti dalla vita.
Della terra.
E fra tutti sono i miei servitori.
Prima di tutti.
E la voce dei bambini è più pura della voce del vento nella calma della valle.
Nella quieta valle.
E lo sguardo dei bambini è più puro dell'azzurro del cielo, del bianco latteo del cielo, e di un raggio di stella nella calma notte.
Ora io risplendo talmente nella mia creazione.
Sulla faccia delle montagne e sulla faccia della pianura.
Nel pane e nel vino e nell'uomo che ara e nell'uomo che semina e nella mietitura e nella vendemmia.
Nella luce e nelle tenebre.
E nel cuore dell'uomo, che è ciò che di più profondo v'è nel mondo.
Creato.
Così profondo da esser impenetrabile a ogni sguardo.
Tranne che al mio sguardo.
Nella tempesta che scuote le onde e nella tempesta che scuote le foglie.
Degli alberi della foresta.
E al contrario nella quiete d'una bella serata.
Nelle sabbie del mare e nelle stelle che son sabbia nel cielo.
Nella pietra della soglia e nella pietra del focolare e nella pietra dell'altare.
Nella preghiera e nei sacramenti.
Nelle case degli uomini e nella chiesa che è la mia casa sulla terra.
Nell'aquila mia creatura che vola sui picchi.
L'aquila reale che ha almeno due metri d'apertura d'ali e fors'anche tre.
E nella formica mia creatura che striscia e che ammassa miseramente.
Nella terra.
Nella formica mio servitore.
E fin nel serpente.
Nella formica mia serva, mia infima serva, che ammassa a fatica, la parsimoniosa.
Che lavora come una disgraziata e non conosce sosta e non conosce riposo.
Se non la morte e il lungo sonno invernale.
(...)
Io risplendo talmente in tutta la mia creazione.
Nell'infima, nella mia creatura infima, nella mia serva infima, nella formica infima.
Che tesaurizza miseramente, come l'uomo.
Come l'uomo infimo.
E che scava gallerie nella terra.
Nel sottosuolo della terra.
Per ammassarvi meschinamente dei tesori.
Temporali.
Poveramente.
E fin nel serpente.
Che ha ingannato la donna e che perciò striscia sul ventre.
E che è mia creatura e che è mio servitore.
il serpente che ha ingannato la donna.
Mia serva.
Che ha ingannato l'uomo mio servitore.
Io risplendo talmente nella mia creazione.
In tutto ciò che accade agli uomini e ai popoli, e ai poveri.
E anche ai ricchi.
Che non vogliono esser mie creature.
E che si mettono al riparo.
Per non esser miei servitori.
In tutto ciò che l’uomo fa e disfa in male e in bene.
(E io passo sopra a tutto, perché sono il signore, e faccio ciò che lui ha disfatto e disfo quello che lui ha fatto).
E fin nella tentazione del peccato.
Stesso.
E in tutto ciò che è accaduto a mio figlio.
A causa dell'uomo.
Mia creatura.
Che io avevo creato.
Nell'incorporazione, nella nascita e nella vita e nella morte di mio figlio.
E nel santo sacrificio della messa.
Nell'infima, nella mia creatura infima, nella mia serva infima, nella formica infima.
Che tesaurizza miseramente, come l'uomo.
Come l'uomo infimo.
E che scava gallerie nella terra.
Nel sottosuolo della terra.
Per ammassarvi meschinamente dei tesori.
Temporali.
Poveramente.
E fin nel serpente.
Che ha ingannato la donna e che perciò striscia sul ventre.
E che è mia creatura e che è mio servitore.
il serpente che ha ingannato la donna.
Mia serva.
Che ha ingannato l'uomo mio servitore.
Io risplendo talmente nella mia creazione.
In tutto ciò che accade agli uomini e ai popoli, e ai poveri.
E anche ai ricchi.
Che non vogliono esser mie creature.
E che si mettono al riparo.
Per non esser miei servitori.
In tutto ciò che l’uomo fa e disfa in male e in bene.
(E io passo sopra a tutto, perché sono il signore, e faccio ciò che lui ha disfatto e disfo quello che lui ha fatto).
E fin nella tentazione del peccato.
Stesso.
E in tutto ciò che è accaduto a mio figlio.
A causa dell'uomo.
Mia creatura.
Che io avevo creato.
Nell'incorporazione, nella nascita e nella vita e nella morte di mio figlio.
E nel santo sacrificio della messa.
In ogni nascita e in ogni vita.
E in ogni morte.
E nella vita eterna che non avrà mai fine.
Che vincerà ogni morte.
E in ogni morte.
E nella vita eterna che non avrà mai fine.
Che vincerà ogni morte.
Io risplendo talmente nella mia creazione.
Che per non vedermi realmente queste povere persone dovrebbero esser cieche.
La carità, dice Dio, non mi sorprende.
La carità, no, non è sorprendente.
Queste povere creature son così infelici che, a meno di aver un cuore di pietra, come potrebbero non aver carità le une per le altre.
Come potrebbero non aver carità per i loro fratelli.
Come potrebbero non togliersi il pane di bocca, il pane di ogni giorno, per darlo a dei bambini infelici che passano.
E da loro mio figlio ha avuto una tale carità.
La carità, no, non è sorprendente.
Queste povere creature son così infelici che, a meno di aver un cuore di pietra, come potrebbero non aver carità le une per le altre.
Come potrebbero non aver carità per i loro fratelli.
Come potrebbero non togliersi il pane di bocca, il pane di ogni giorno, per darlo a dei bambini infelici che passano.
E da loro mio figlio ha avuto una tale carità.
Mio figlio loro fratello.
Una così grande carità.
Una così grande carità.
Ma la speranza, dice Dio, la speranza, sì, che mi sorprende.
Me stesso.
Questo sì che è sorprendente.
Me stesso.
Questo sì che è sorprendente.
Che questi poveri figli vedano come vanno le cose e credano che domani andrà meglio.
Che vedano come vanno le cose oggi e credano che andrà meglio domattina.
Questo sì che è sorprendente ed è certo la più grande meraviglia della nostra grazia.
Ed io stesso ne son sorpreso.
E dev'esser perché la mia grazia possiede davvero una forza incredibile.
E perché sgorga da una sorgente e come un fiume inesauribile
Da quella prima volta che sgorgò e da sempre che sgorga.
Nella mia creazione naturale e soprannaturale.
Nella mia creazione spirituale e carnale e ancora spirituale.
Nella mia creazione eterna e temporale e ancora eterna.
Mortale e immortale.
E quella volta, oh quella volta, da quella volta che sgorgò, come un fiume di sangue, dal fianco trafitto di mio figlio.
Quale non dev'esser la mia grazia e la forza della mia grazia perché questa piccola speranza, vacillante al soffio del peccato, tremante a tutti i venti, ansiosa al minimo soffio,
sia così invariabile, resti così fedele, così eretta, così pura; e invincibile, e immortale, e impossibile da spegnere; come questa fiammella del santuario.
Che brucia in eterno nella lampada fedele.
Una fiamma tremolante ha attraversato la profondità dei mondi.
Una fiamma vacillante ha attraversato la profondità delle notti.
Da quella prima volta che la mia grazia è sgorgata per la creazione del mondo.
Da sempre che la mia grazia sgorga per la conservazione del mondo.
Da quella volta che il sangue di mio figlio è sgorgato per la salvezza del mondo.
Che vedano come vanno le cose oggi e credano che andrà meglio domattina.
Questo sì che è sorprendente ed è certo la più grande meraviglia della nostra grazia.
Ed io stesso ne son sorpreso.
E dev'esser perché la mia grazia possiede davvero una forza incredibile.
E perché sgorga da una sorgente e come un fiume inesauribile
Da quella prima volta che sgorgò e da sempre che sgorga.
Nella mia creazione naturale e soprannaturale.
Nella mia creazione spirituale e carnale e ancora spirituale.
Nella mia creazione eterna e temporale e ancora eterna.
Mortale e immortale.
E quella volta, oh quella volta, da quella volta che sgorgò, come un fiume di sangue, dal fianco trafitto di mio figlio.
Quale non dev'esser la mia grazia e la forza della mia grazia perché questa piccola speranza, vacillante al soffio del peccato, tremante a tutti i venti, ansiosa al minimo soffio,
sia così invariabile, resti così fedele, così eretta, così pura; e invincibile, e immortale, e impossibile da spegnere; come questa fiammella del santuario.
Che brucia in eterno nella lampada fedele.
Una fiamma tremolante ha attraversato la profondità dei mondi.
Una fiamma vacillante ha attraversato la profondità delle notti.
Da quella prima volta che la mia grazia è sgorgata per la creazione del mondo.
Da sempre che la mia grazia sgorga per la conservazione del mondo.
Da quella volta che il sangue di mio figlio è sgorgato per la salvezza del mondo.
Una fiamma che non è raggiungibile, una fiamma che non è estinguibile dal soffio della morte.
Ciò che mi sorprende, dice Dio, è la speranza.
E non so darmene ragione.
Questa piccola speranza che sembra una cosina da nulla.
Questa speranza bambina.
Immortale.
E non so darmene ragione.
Questa piccola speranza che sembra una cosina da nulla.
Questa speranza bambina.
Immortale.
Perché le mie tre virtù, dice Dio.
Le tre virtù mie creature.
Mie figlie mie fanciulle.
Sono anche loro come le altre mie creature.
Della razza degli uomini.
La Fede è una Sposa fedele.
La Carità è una Madre.
Una madre ardente, ricca di cuore.
O una sorella maggiore che è come una madre.
La Speranza è una bambina insignificante.
Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell'anno scorso.
Che gioca ancora con il babbo Gennaio.
Con i suoi piccoli abeti in legno di Germania coperti di brina dipinta.
E con il suo bue e il suo asino in legno di Germania. Dipinti.
E con la sua mangiatoia piena di paglia che le bestie non mangiano.
Perché sono di legno.
Ma è proprio questa bambina che attraverserà i mondi.
Questa bambina insignificante.
Lei sola, portando gli altri, che attraverserà i mondi passati.
Le tre virtù mie creature.
Mie figlie mie fanciulle.
Sono anche loro come le altre mie creature.
Della razza degli uomini.
La Fede è una Sposa fedele.
La Carità è una Madre.
Una madre ardente, ricca di cuore.
O una sorella maggiore che è come una madre.
La Speranza è una bambina insignificante.
Che è venuta al mondo il giorno di Natale dell'anno scorso.
Che gioca ancora con il babbo Gennaio.
Con i suoi piccoli abeti in legno di Germania coperti di brina dipinta.
E con il suo bue e il suo asino in legno di Germania. Dipinti.
E con la sua mangiatoia piena di paglia che le bestie non mangiano.
Perché sono di legno.
Ma è proprio questa bambina che attraverserà i mondi.
Questa bambina insignificante.
Lei sola, portando gli altri, che attraverserà i mondi passati.
Come la stella ha guidato i tre re dal più remoto Oriente.
Verso la culla di mio figlio.
Così una fiamma tremante.
Lei sola guiderà le Virtù e i Mondi.
Verso la culla di mio figlio.
Così una fiamma tremante.
Lei sola guiderà le Virtù e i Mondi.
Una fiamma squarcerà delle tenebre eterne.
(...)
Si dimentica troppo, bambina mia, che la speranza è una virtù, che è una virtù teologale, e che di tutte le virtù, e delle tre virtù teologali, è forse quella più gradita a Dio.
Che è certamente la più difficile, che è forse l'unica difficile, e che probabilmente è la più gradita a Dio.
Che è certamente la più difficile, che è forse l'unica difficile, e che probabilmente è la più gradita a Dio.
La fede va da sé. La fede cammina da sola. Per credere basta solo lasciarsi andare, basta solo guardare. Per non credere bisognerebbe violentarsi, torturarsi, tormentarsi, contrariarsi. Irrigidirsi. Prendersi a rovescio, mettersi a rovescio, andare all'inverso. La fede è tutta naturale, tutta sciolta, tutta semplice, tutta quieta. Se ne viene pacifica. E se ne va tranquilla. È una brava donna che si conosce, una brava vecchia, una brava vecchia parrocchiana, una brava donna della parrocchia, una vecchia nonna, una brava parrocchiana. Ci racconta le storie del tempo antico, che sono accadute nel tempo antico. Per non credere, bambina mia, bisognerebbe tapparsi gli occhi e le orecchie. Per non vedere, per non credere.
La carità va purtroppo da sé. La carità cammina da sola. Per amare il proprio prossimo basta solo lasciarsi andare, basta solo guardare una tal miseria. Per non amare il proprio prossimo bisognerebbe violentarsi, torturarsi, tormentarsi, contrariarsi. Irrigidirsi. Farsi male. Snaturarsi, prendersi a rovescio, mettersi a rovescio. Andare all'inverso. La carità è tutta naturale, tutta fresca, tutta semplice, tutta quieta. È il primo movimento del cuore. E il primo movimento quello buono. La carità è una madre e una sorella.
Per non amare il proprio prossimo, bambina mia, bisognerebbe tapparsi gli occhi e le orecchie.
Dinanzi a tanto grido di miseria.
Dinanzi a tanto grido di miseria.
Ma la speranza non va da sé. La speranza non va da sola. Per sperare, bambina mia, bisogna esser molto felici, bisogna aver ottenuto, ricevuto una grande grazia.
È la fede che è facile ed è non credere che sarebbe impossibile. È la carità che è facile ed è non amare che sarebbe impossibile. Ma è sperare che è difficile
(...)
(...)
E quel che è facile e istintivo è disperare ed è la grande tentazione.
La piccola speranza avanza fra le due sorelle maggiori e su di lei nessuno volge lo sguardo.
Sulla via della salvezza, sulla via carnale, sulla via accidentata della salvezza, sulla strada interminabile, sulla strada fra le sue due sorelle la piccola speranza.
Avanza.
Fra le due sorelle maggiori.
Quella che è sposata.
E quella che è madre.
E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione che alle due sorelle maggiori.
La prima e l'ultima.
Che badano alle cose più urgenti.
Al tempo presente.
All'attimo momentaneo che passa.
il popolo cristiano non vede che le due sorelle maggiori, non ha occhi che per le due sorelle maggiori.
Quella a destra e quella a sinistra.
E quasi non vede quella ch'è al centro.
La piccola, quella che va ancora a scuola.
E che cammina.
Persa fra le gonne delle sorelle.
E ama credere che sono le due grandi a portarsi dietro la piccola per mano.
Al centro.
Fra loro due.
Per farle fare questa strada accidentata della salvezza.
Ciechi che sono a non veder invece
Che è lei al centro a spinger le due sorelle maggiori.
E che senza di lei loro non sarebbero nulla.
Se non due donne avanti negli anni.
Due donne d'una certa età.
Sciupate dalla vita.
Sulla via della salvezza, sulla via carnale, sulla via accidentata della salvezza, sulla strada interminabile, sulla strada fra le sue due sorelle la piccola speranza.
Avanza.
Fra le due sorelle maggiori.
Quella che è sposata.
E quella che è madre.
E non si fa attenzione, il popolo cristiano non fa attenzione che alle due sorelle maggiori.
La prima e l'ultima.
Che badano alle cose più urgenti.
Al tempo presente.
All'attimo momentaneo che passa.
il popolo cristiano non vede che le due sorelle maggiori, non ha occhi che per le due sorelle maggiori.
Quella a destra e quella a sinistra.
E quasi non vede quella ch'è al centro.
La piccola, quella che va ancora a scuola.
E che cammina.
Persa fra le gonne delle sorelle.
E ama credere che sono le due grandi a portarsi dietro la piccola per mano.
Al centro.
Fra loro due.
Per farle fare questa strada accidentata della salvezza.
Ciechi che sono a non veder invece
Che è lei al centro a spinger le due sorelle maggiori.
E che senza di lei loro non sarebbero nulla.
Se non due donne avanti negli anni.
Due donne d'una certa età.
Sciupate dalla vita.
È lei, questa piccola, che spinge avanti ogni cosa.
Perché la Fede non vede se non ciò che è.
E lei, lei vede ciò che sarà.
La Carità non ama se non ciò che è.
E lei, lei ama ciò che sarà.
Perché la Fede non vede se non ciò che è.
E lei, lei vede ciò che sarà.
La Carità non ama se non ciò che è.
E lei, lei ama ciò che sarà.
La Fede vede ciò che è.
Nel Tempo e nell'Eternità.
La Speranza vede ciò che sarà.
Nel tempo e per l'eternità.
Nel Tempo e nell'Eternità.
La Speranza vede ciò che sarà.
Nel tempo e per l'eternità.
Per così dire nel futuro della stessa eternità.
La Carità ama ciò che è.
Nel Tempo e nell'Eternità.
Dio e il prossimo.
Così come la Fede vede.
Dio e la creazione.
Ma la Speranza ama ciò che sarà.
Nel tempo e per l'eternità.
La Carità ama ciò che è.
Nel Tempo e nell'Eternità.
Dio e il prossimo.
Così come la Fede vede.
Dio e la creazione.
Ma la Speranza ama ciò che sarà.
Nel tempo e per l'eternità.
Per così dire nel futuro dell'eternità.
La Speranza vede quel che non è ancora e che sarà.
Ama quel che non è ancora e che sarà.
Ama quel che non è ancora e che sarà.
Nel futuro del tempo e dell'eternità.
Sul sentiero in salita, sabbioso, disagevole.Sulla strada in salita.
Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori,
Che la tengono per mano,
La piccola speranza.
Avanza.
E in mezzo alle due sorelle maggiori sembra lasciarsi tirare.
Come una bambina che non abbia la forza di camminare.
E venga trascinata su questa strada contro la sua volontà.
Mentre è lei a far camminar le altre due.
E a trascinarle,
E a far camminare tutti quanti,
E a trascinarli.
Perché si lavora sempre solo per i bambini.
Trascinata, aggrappata alle braccia delle due sorelle maggiori,
Che la tengono per mano,
La piccola speranza.
Avanza.
E in mezzo alle due sorelle maggiori sembra lasciarsi tirare.
Come una bambina che non abbia la forza di camminare.
E venga trascinata su questa strada contro la sua volontà.
Mentre è lei a far camminar le altre due.
E a trascinarle,
E a far camminare tutti quanti,
E a trascinarli.
Perché si lavora sempre solo per i bambini.
E le due grandi camminan solo per la piccola.
Charles Péguy
Aggiunte postume.
ADD1. Quando si partorisce si soffre ma si è contenti. Evidentemente urge chiarificazione dei termini. L' happiness degli americani esprime un piacere e si distingue dal concetto di joy che esprime soddisfazione, realizzazione, gioia esistenziale. Il rilievo è importante e integra il tema di cui al numero 12, ovvero (la felicità non è tutto). Per i particolari rinvio a Tim O'Connor su BQO.
Genealogia del politically correct
http://press.uchicago.edu/ucp/books/book/chicago/P/bo18692306.html
venerdì 31 ottobre 2014
Più religione con più laicità
Un monopolista sottoproduce.
E' una conclusione dei modelli ortodossi dell' economia.
Applichiamo il principio alla fornitura di religione: se esiste un unico fornitore ci sarà sotto-produzione in competizione, invece, la produzione sarà più estesa.
Ma andiamo avanti.
Se in campo religioso ci sarà un monopolista questi potrà interloquire e far pesare le sue ragioni con il monopolista politico.
In questo caso la laicità (separazione tra sfera temporale e spirituale) sarà minore.
Se invece ci saranno tanti piccoli soggetti in competizione nessuno di loro potrà porsi alla pari del monopolista politico (la laicità sarà salvaguardata).
Una simile dinamica spiega bene l' eccezionalismo americano: più laicità e più affiliazione religiosa rispetto all' Europa.
Ma il medioevo? Un modello del genere ci porterebbe a dire che la religiosità medioevale era costituita in gran parte da preferenze falsificate.
Con mia sorpresa non sono in pochi a ritenere che la religiosità medioevale dell' uomo medio sia sopravvalutata
http://www.unil.ch/files/live//sites/issrc/files/shared/Iannaccone_Stark.pdf
E' una conclusione dei modelli ortodossi dell' economia.
Applichiamo il principio alla fornitura di religione: se esiste un unico fornitore ci sarà sotto-produzione in competizione, invece, la produzione sarà più estesa.
Ma andiamo avanti.
Se in campo religioso ci sarà un monopolista questi potrà interloquire e far pesare le sue ragioni con il monopolista politico.
In questo caso la laicità (separazione tra sfera temporale e spirituale) sarà minore.
Se invece ci saranno tanti piccoli soggetti in competizione nessuno di loro potrà porsi alla pari del monopolista politico (la laicità sarà salvaguardata).
Una simile dinamica spiega bene l' eccezionalismo americano: più laicità e più affiliazione religiosa rispetto all' Europa.
Ma il medioevo? Un modello del genere ci porterebbe a dire che la religiosità medioevale era costituita in gran parte da preferenze falsificate.
Con mia sorpresa non sono in pochi a ritenere che la religiosità medioevale dell' uomo medio sia sopravvalutata
http://www.unil.ch/files/live//sites/issrc/files/shared/Iannaccone_Stark.pdf
giovedì 30 ottobre 2014
Destra/sinistra: una teoria
A Thrive/Survive Theory Of The Political Spectrum | Slate Star Codex:
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The left thinks in terms of what it will take to thrive, and the right thinks in terms of what it will take to survive.
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The left thinks in terms of what it will take to thrive, and the right thinks in terms of what it will take to survive.
L' inconveniente di essere cattolico
The Identity of Shame, Bryan Caplan | EconLog | Library of Economics and Liberty:
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Ragioni per incoraggiare i movimenti ecclesiastici.
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Ragioni per incoraggiare i movimenti ecclesiastici.
martedì 28 ottobre 2014
Wittgenstein e Francesco d' Assisi
Il mondo è fatto a scale, c' è chi scende e c' è chi sale. E poi c' è anche chi si dedica alla "misurazione" di tutto questo andirivieni. Per farlo usa i cosiddetti indici della "mobilità sociale" (MS).
Quello di MS è un concetto che gode di buona stampa, non appena la sua presenza viene acclarata si tira tutti un sospiro di sollievo: evviva, siamo una società dinamica!
Sarà che in generale lo si pensa legata alla "meritocrazia": in una società ad elevata MS puoi emergere. Il self made man, per fare un esempio, non potrebbe esistere in assenza di MS.
D' altro canto, l' ereditiera che s' impigrisce pagherebbe cari i suoi ozi se solo abitasse uno stato ad elevata MS.
In nome della MS, e quindi del merito, siamo disposti a tollerare anche forti diseguaglianze.
Un buon indicatore della MS è fornito dal collegamento tra la posizione sociale del genitore e quella del figlio. La posizione sociale, poi, è approssimata da diverse variabili: c' è chi considera il reddito, chi considera l' istruzione, chi considera la professione e chi considera un mix di tutto cio'.
Quanto più la posizione sociale del figlio è scollegata da quella del padre, tanto più alta sarà la MS.
Le misure convenzionali ci dicono che la MS del mondo moderno è piuttosto elevata, più che in passato. Non sono in molti a sorprendersi, il dinamismo è una peculiarità del nostro tempo.
Inoltre ci dicono che non risulta collegata alle diseguaglianze, semmai è vero il contrario: ci sono società egalitarie - come quelle scandinave - che vantano un' elevata MS. Quest' ultima notizia è già più sorprendente visto che di solito pensiamo agli USA – simbolo di tutte le diseguaglianze - come al paese delle opportunità, oltre che delle diseguaglianza.
Ad un esame più attento ci si accorge però che non tutta la MS catturata dagli indicatori convenzionali è "buona", ovvero in grado di riflettere il tasso di meritocrazia presente nella società. Ci sono diverse lacune che andrebbero colmate.
Prima falla. Facciamo un esempio: se Pinco Palla vince alla lotteria il suo reddito esplode e si scollega da quello del genitore. La MS cresce. Dobbiamo dunque moltiplicare le lotterie per ambire ad una società dinamica?
Ovviamente no. Questo genere di MS non ci dice nulla circa la bontà delle istituzioni.
Seconda falla. Facciamo un altro esempio: Francesco d' Assisi fece una scelta di povertà scollegando così il suo patrimonio da quello del genitore. Dobbiamo dunque incentivare la "scelta francescana" per dare una scossa e rimescolare i redditi?
Con tutta l' ammirazione che possiamo nutrire per la "scelta francescana", sembra improbabile che possa essere presa a modello per una politica economica che dia slancio alla società.
Pinco Palla e Francesco contribuiscono ad accrescere la MS ma la loro storia non ha niente a che vedere con quella del self made man da premiare o con quella della pigra ereditiera da punire.
Non sarebbe allora meglio che gli indicatori della MS tenessero conto di queste falle?
Terza falla. A falsare gli indicatori contribuiscono altre storie legate al trade-off tra ricchezza e scelte di vita. Esempio: se sono nato in una famiglia benestante potrei dedicarmi con maggiore assiduità alle mie passioni personali, per esempio all' arte, la necessità di procacciarmi un reddito non mi perseguita.
Prendiamo la storia di Ludwig Wittgenstein: aveva il pallino della filosofia e potette coltivarlo assiduamente anche grazie al fatto di essere nato in una famiglia ricca. La filosofia, l' insegnamento nelle scuole, la pubblicazione di saggi non sono forse il massimo per monetizzare i propri talenti, ma grazie alle sue condizioni di partenza, Wittgenstein pagò senza problemi il prezzo relativo ad una scelta dettata dalla passione. Altri, forse, non avrebbero potuto permetterselo.
Se noi misuriamo MS in termini di reddito, il caso Wittgenstein farebbe registrare una forte mobilità verso il basso riflettendo una scelta personale più che le reali capacità del soggetto. Anche in questo caso assistiamo ad un divorzio tra meritocrazia e MS.
Come possiamo ripristinare degli indicatori di MS in grado di neutralizzare gli elementi casuali (prima e seconda falla) nonché le scelte personali un po' bizzarre (terza falla)?
Non è poi così difficile, basta raggruppare i soggetti: nel gruppo le casualità e le bizzarrie si elidono.
In altri termini, basta considerare le famiglie anziché i singoli.
Pinco Palla ha vinto la lotteria, ma non penso che la stessa fortuna sia toccata al fratello.
San Francesco fece quello che fece ma non penso che il suo destino eccezionale sia toccato in sorte anche ai suoi congiunti. Per lo meno non a tutti.
Wittgenstein si disinteressò degli affari di famiglia per concentrarsi meglio sui "giochi linguistici", ma probabilmente quel patrimonio fu preso in carico e fatto fruttare da altri familiari.
Un modo per studiare le famiglie consiste nello studiare la sorte dei cognomi.
Il cognome, oltre a "raggruppare", consente di andare molto indietro nel tempo visto che se ne tiene traccia da sempre nei vari registri. L' analisi sul "lungo periodo" è un ulteriore vantaggio offerto dallo studio dei cognomi. Il lungo periodo - al pari del raggruppamento - contribuisce ad "appiattire" caso e bizzarrie.
Misurando gli alti e bassi (reddito, istruzione, professione, ruoli di responsabilità...) di un cognome in un certo luogo possiamo avere un' idea della MS in quel paese. Ma di di una MS finalmente attendibile e libera dalle tre fallacie sopra descritte.
Dagli studi sui cognomi il modello che emerge nella storia è molto semplice: la MS è una costante poco soggetta a variazioni di rilievo nel tempo e nello spazio.
I corollari sono abbastanza sorprendenti, faccio alcuni esempi.
La MS non sembra dunque dipendere dal grado di eguaglianza veicolato dalle istituzioni (ma questo lo dicevano anche le misure convenzionali).
La MS non sembra aumentata molto nel tempo, non è dunque una caratteristica della modernità.
L' avvento della pubblica istruzione sembra non aver scalfito la MS.
Il welfare, anche quello degli stati più generosi, non sembra incidere su MS.
Le politiche meritocratiche mantengono comunque stabile MS di un paese.
Le politiche di emancipazione femminile non hanno favorito la MS verso l' alto della donna.
Le cosiddette "politiche delle pari opportunità", già problematiche da un punto di vista teorico, non sembrano comunque sortire effetti pratici, almeno in termini di MS.
Da un lato l' uomo di sinistra puo' essere contento: le diseguaglianze appaiano tutt' altro che un male necessario (*).
Dall' altro, nemmeno l' uomo di destra si lamenta: i vari sforzi di ingegneria sociale prodotti nella storia si sono rivelati per lo più vani.
L' economista, dal canto suo, è piuttosto sconcertato da quanto poco in questo campo possa un apparato di incentivi ben costruiti.
Forse l' unico a non sorprendersi troppo è il genetista, un tipo antipatico che sghignazza vedendo la faccia degli altri "esperti".
Chi vuole approfondire questi temi puo' leggere l' ultima fatica di Gregory Clark: The Son Also Rises
(*) Questa osservazione andrebbe attenuata. Puo' darsi che senza diseguaglianze, e quindi senza incentivi, tutti s' impegnerebbero meno mantenendo sì immutata la MS ma diminuendo la ricchezza complessiva prodotta nel paese sotto osservazione.
ADD1. Oltre alla questione degli incentivi c' è poi la questione filosofica: è giusto ripartire i redditi una volta che sia assodato che questi dipendono dai talenti ereditati. Probabilmente la "mia" intelligenza fa parte della mia persona in modo essenziale, difficile giustificare una punizione/premio sulla base di questa fortuna/sfortuna. Lo sport insegna molto su come ci parla il senso comune nel merito: se eventi esterni (arbitro, tempo atmosferico, fenomeni casuali legati al singolo evento...) non condizionano l' esito finale di una gara, noi consideriamo il vincitore come "meritevole" e non come "fortunato", anche se riconoscessimo che il suo talento è comunque un dono di natura.
ADD2. The case against equality of opportunity di Dylan Matthwes
ADD1. Oltre alla questione degli incentivi c' è poi la questione filosofica: è giusto ripartire i redditi una volta che sia assodato che questi dipendono dai talenti ereditati. Probabilmente la "mia" intelligenza fa parte della mia persona in modo essenziale, difficile giustificare una punizione/premio sulla base di questa fortuna/sfortuna. Lo sport insegna molto su come ci parla il senso comune nel merito: se eventi esterni (arbitro, tempo atmosferico, fenomeni casuali legati al singolo evento...) non condizionano l' esito finale di una gara, noi consideriamo il vincitore come "meritevole" e non come "fortunato", anche se riconoscessimo che il suo talento è comunque un dono di natura.
ADD2. The case against equality of opportunity di Dylan Matthwes
- Uguaglianza di opportunità UO vs Uguaglianza sostanziale...
- Con UO avrai sempre gli "ultimi". Che fai? Te ne disinteressi? Il timore è che chi sponsorizza UO desideri anche US contribuendo alla fine a costruire uno stato totalitario...
- Se invece chi persegue UO si disinteresserà poi degli ultimi, allora UO potrebbe essere bollato come un ideale immorale...
- La reale UO è un incubo. Come posso pretendere che la giovane ereditiera parta alla pari col nrro del ghetto? Introduco abnormi tasse di successione?…
- Non è meglio migliorare la condizione degli ultimi piuttosto che assicurarsi che gli ultimi nn siano solo sfortunati? Il fattore fortuna del resto continuerà comunque ad agire incurante dei punti di partenza....
- Meglio una migliore aristocrazia o una plebe alleviata?
- UO potrebbe essere contrapposta anche a SO: sufficienti opportunità...
- L'incubo di UO: molte scelte morali si riflettono sulle opportunità date ai piccoli. Il che richiede l'adozione forzata di un'unica morale, di un'unica scuola e di un esproprio generalizzato della genitorialità...
- Ma direi che le scelte in generale determinano opportunità differenti. Ci viene richiesto di fondare il paese della scelta unica...
- Famiglia di musicisti e famiglia di programmatori. Se esiste una vocazione familiare il figlio dei musici avrà meno opportunità di lavoro, il che è un problema per chi sponsoriza UO. Soluzione: anche le vocazioni familiari e le relative scelte vanno corrette dall'esterno...
- Ci sono molti valori oltre l'uguaglianza e UO li colpisce sistematicamente e molto più severamente che US...
- UO richiede che le O future siano conosciute il che è impossibile a meno che si voglia costruire un mondo artificiale, e qui comincia l'incubo...
- Oggi che sappiamo l'importanza dei geni i sostenitori di UO sono in crisi: nella brain society i loro protetti o ce la fanno anche senza il loro aiuto o nn ce la faranno mai...
- UO vs basic income...
- Tanto rumore su UO e poi i numeri sulla mobilità sociale MS sono a dir poco deprimenti. Forse xchè l'obiettivo è troppo ambizioso. O no?...
- Tesi: nn abbiamo una misura attendibile della MS virtuosa e quindi di UO...
- In genere si misura MS calcolando la correlazione tra reddito della famiglia di provenienza e reddito dei figli dando per scontato che una correlazione debole sia virtuosa. Mqa una MS misurata in qs termini nn è sempre una buona notizia: c'è molta MS in una società dove la classe media collassa...
- Anche conteggiare la prob. di ascendere è una misura inutile: se tu sali magari è perché sei fermo ed altri scendono...
- Il modo migliore di misurare UO: identificare a naso i colli di bottiglia e vedere se nel tempo si sono allargati (es.: possedere un inglese fluente da parte di un immigrato). Ma anche qui: ognuno ha i suoi colli di bottiglia che dipendono dalle ambizioni personali...
- Occupiamoci degli ultimi: nn facilitiamo il liceo ma la vita ai drop out...
- UO nn è misurabile: concentriamoci su obiettivi misurabili: il reddito ecc
continua
ADD3. Quando Bolt vince le Olimpiadi e baca la medaglia d'oro tutti noi che guardiamo la TV pensiamo che se la sia davvero meritata. Sappiamo quanto conti il talento nel suo successo, eppure non riusciamo a declassarlo come uno dalla fortuna sfacciata. Eppure quando un filosofo politico come Rawls imposta tutto il suo sistema sulla "lotteria dei talenti" fa proprio questo. Perché una simile distanza tra il senso comune e un raffinato filosofo. Una risposta possibile: Rawls privilegia una concezione platonica dell'anima, il senso comune una concezione aristotelica. Per Platone le anime esistono a prescindere da qualsiasi forma assumano, di conseguenza la forma assunta diventa un'accidente (un colpo di fortuna o sfortuna). Poiché il talento innato è una delle forme assunte dall'anima di Bolt, è normale considerarlo un privilegiato dalla fortuna. Aristotele sponsoirizza invece la posizione immanentista: l'anima non esiste a prescindere dalla realtà ma emerge da essa identificandosi con la forma originaria del soggetto. Con una simile premessa il talento innato di Bolt è Bolt, equivale a Bolt, si identifica essenzialmente con Bolt, non è un accidente. In questo caso è assurdo dire che Bolt è fortunato per il semplice fatto che è metafisicamente inconcepibile l'alternativa di un Bolt sfortunato. La visione aristotelica dell'anima rende filosoficamente inconcepibile la filosofia politica di Rawls.
ADD4.
ADD4.
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