martedì 23 dicembre 2025

IL PILOTA AUTOMATICO DELL' "IO"

 IL PILOTA AUTOMATICO DELL' "IO"

Se ficco tutte le mie tracce vitali - scritti, opzioni, stile di vita, carattere, test... - nella testa di un bot, è plausibile che questo bot, dietro delega, possa decidere per mio conto nel migliore dei modi, per lo meno quando sono indeciso o stanco di pensare. Posso appaltare il mio pensiero al suo cervello, che rappresenta un secon best di tutto rispetto. Cure sanitarie, investimenti, compagnia telefonica, assicurazioni, vacanze, destinazione TFR... potrò girare a lui questo opprimente carico cognitivo. In gergo tecnico diciamo che potremo abbattere tutti gli insopportabili costi di transazione, un po' come il web ha ridotto drasticamente l'asimmetria informativa. Un po' come abbattiamo disintegrato con il GPS i costi di ricerca del percorso stradale. Ora, torniamo a noi, sapete come possiamo descrivere in modo stenografico la funzione dello stato moderno? Facile: abbattere i costi di transazione. Adesso, fate due più due. Ora, non dico che lo stato subirà una drastica riduzione, quelle che spariranno saranno piuttosto le ragioni economiche della sua esistenza.

IL CERCELLO E' UN MERCATO

 IL CERVELLO E' UN MERCATO

Come si presenterà a noi l'AGI? Molti se la immaginano come un bot super-intelligente, magari dotato anche di un corpo robotico, solo molto più potente di quelli in circolazione oggi. Quando qualcuno sapra costruire intelligenze superiori alla propria, questo meccanismo innescherà un'iperbole che, a sua volta, condurrà ad un monopolio naturale dell'intelligenza. Una visione alternativa che al momento cattura molta meno attenzione propone invece uno "sciame" di bot egoisti che interagisce immerso in un sistema di incentivi allineati per deliberare una strategia di gruppo. Eppure, questa seconda via sembra in grado di esprimere un'intelligenza ben più forte della prima poiché, nell'esperienza umana, il mercato è stata l'istituzione epistemicamente più efficiente, ben più del genio esperto, per esempio. Non si capisce perché la via umana verso il miglioramento, costituita da divisione del lavoro e libero scambio tra agenti, non debba essere ripercorsa anche da agenti digitali destinati a superare le nostre conquiste. Si noti che questa seconda ipotesi, è anche più tranquillizzante. Il mega Bot super-intelligente finirà per annientarci ma la coalizione di bot lascia qualche speranza. Un po' come nelle gerarchie della giungla ogni accenno di tirannia del tipo alfa veniva rintuzzato dal formarsi rapido di coalizione tra i tipi beta, domani le coalizioni tra bot deboli impediranno ad un bot forte di emergere e schiavizzare tutti, uomini compresi.
P.S. Il più convinto sostenitore della seconda ipotesi è Séb Krier, un autore che vale la pena leggere.

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LA MORALE NON È VERA, FUNZIONA.


Come guidare a destra o a sinistra. Anche il tennis è una convenzione, ma prova a chiamare ‘fuori’ una palla buona e vedi quanto dura la partita.

LAVORARE RENDE LA GENITORIALITÀ PIÙ CARA

LAVORARE RENDE LA GENITORIALITÀ PIÙ CARA
Quando aumentano le opportunità (lavoro, mobilità, patente, carriera), fare figli diventa una scelta costosa. Le politiche “pro-famiglia” che aumentano l’autonomia spesso riducono le nascite.

lunedì 22 dicembre 2025

L’INTELLIGENZA DIVENTA SEMPRE PIÙ GENETICA COL PASSARE DEL TEMPO

L’INTELLIGENZA DIVENTA SEMPRE PIÙ GENETICA COL PASSARE DEL TEMPO

Da bambini l’ambiente conta, eccome. Poi cresci, scegli, ti selezioni il mondo addosso, e il QI si “genetizza”. Più libertà hai, più diventi ciò che sei già. L’istruzione non crea geni, li amplifica. E l’uguaglianza delle opportunità non produce uguaglianza dei risultati, produce differenze ancora più visibili.

L’ORIENTAMENTO SESSUALE È MOLTO MENO GENETICO DI QUANTO PIACCIA CREDERE

L’ORIENTAMENTO SESSUALE È MOLTO MENO GENETICO DI QUANTO PIACCIA CREDERE

I dati dicono ~30% di ereditarietà: poco. Il resto? Biologia prenatale, ormoni, sviluppo—non “educazione”, non propaganda.

domenica 21 dicembre 2025

LA RISATA NON È “SIMPATIA”, È UN’ARMA SOCIALE CHE RISCRIVE I RAPPORTI DI FORZA

LA RISATA NON È “SIMPATIA”, È UN’ARMA SOCIALE CHE RISCRIVE I RAPPORTI DI FORZA

Il bello (e il subdolo) è la sua involontarietà: proprio perché non la controlli, la risata suona come se dicesse “non è propaganda, ci stiamo solo rilassando”. Ad ogni modo, la civiltà non cade per il conflitto di idee, cade quando la gente smette di trattenersi di fronte al politico o al sacerdote. 

Di più nel Pinker nei commenti.

APOCALISSI

APOCALISSI

Una decina di anni fa — forse anche di più — mi consideravo un “apocalittico” e oggi, dopo una lunga migrazione intellettuale, mi ritrovo nuovamente al punto di partenza. Il quadro di riferimento prende le mosse dal paradosso di Fermi: “Come mai non c’è nessuno là fuori?”. La risposta che trovo più convincente è la seguente: le civiltà che si sviluppano oltre una certa soglia collassano, si estinguono o restano comunque paralizzate in cicli periodoci. Nessuna, dunque, riesce a raggiungere il livello tecnologico necessario per viaggiare e conquistare l’universo. Chiamo questa soglia GRANDE FILTRO, e non escludo del tutto che qualcuno possa superarla.

Seconda domanda: il GRANDE FILTRO è già alle nostre spalle, o lo abbiamo ancora davanti? Per qualcuno il GF è la nascita della vita, per altri il passaggio dai batteri agli eucarioti, questa sarebbe per noi una buona notizia. Seguendo però un ragionamento di tipo antropico, poiché le civiltà cosmiche che hanno superato il grande filtro sono rare, mentre quelle che ancora devono affrontarlo sono numerose, un semplice calcolo probabilistico ci colloca fra queste ultime. Ciò implica che stiamo andando incontro all’apocalisse, ovvero all'implacabile selezione imposta dal GRANDE FILTRO.

Terza domanda: in che modo ci estingueremo? Le ipotesi sono numerose, c’è solo l’imbarazzo della scelta. Personalmente, mi trovo in sintonia con quelle formulate da Peter Turchin, forse perché ravviso già in atto, in Occidente — la civiltà più avanzata del pianeta — alcuni meccanismi di marcescenza. Lo schema è il seguente: in una civiltà fiorente nasce un diffuso ottimismo, e questo sentimento genera in ciascuno la sensazione di possedere una ricetta per il successo sociale. Tuttavia, per sua natura, tale ricetta non è scalabile, poiché il successo sociale è un gioco a somma zero: se io ambisco al vertice della gerarchia, devo inevitabilmente scalzare chi già lo occupa.

Questo difetto strutturale genera delusione e frustrazione nei soggetti più ambiziosi, i quali, per come funziona la mente umana, difficilmente attribuiranno a se stessi la responsabilità dell’insuccesso. Preferiranno, piuttosto, individuare dei capri espiatori — che, in una società estremamente ricca, non mancheranno mai: disuguaglianze, clientele, ingiustizie sistemiche. Un simile malcontento nella fascia degli ambiziosi — quella che Turchin definisce “élite in eccesso” — alimenta conflitti intestini le cui conseguenze possono variare: dalla paralisi alla distruzione della civiltà.

Per rendere lo schema più concreto con esempi piuttosto puerili: nella nostra epoca si crede che la via al successo passi per lo studio e l’istruzione. Tuttavia, dopo aver attraversato il sistema universitario di massa, ci si ritrova spesso nella condizione di neo-proletari, anziché di dirigenti, e ciò avviene all’interno di una società impoverita anche per aver investito pesantemente in istituzioni — le università — che, invece di emettere “segnali onesti”, producono soltanto “rumore” inutilizzabile. Trattandosi di una tipica dinamica di “corsa agli armamenti”, ciò che ieri valeva per il diploma, oggi vale per la laurea, e domani varrà per i master e le scuole di specializzazione. Non c'è fine, almeno finché ci sono risorse pubbliche per finanziare un inutile "passo oltre".

Questa è soltanto una teoria del collasso — nota come “sovrapproduzione delle élite” — ma esistono numerosi riscontri storici che delineano, se non un’estinzione, una traiettoria ciclica paralizzante in attesa di estinzione: al collasso segue una ripresa, e poi un nuovo collasso. Vi sono però molte altre teorie non meno ragionevoli: ad esempio, quella secondo cui la crescente avversione al rischio e la femminilizzazione delle istituzioni finisce, in assenza di armi adeguate, per condannarci alla resa non appena i cavalieri dell'apocalisse si profileranno all'orizzonte. Mi fermo qui ma ognuno è libero di scegliere la sua via del declino preferita.

pil

Io difendo il PIL perché misura soldi, non “come ti senti". Il PIL non dice se sei una brava persona, dice se stai diventando più produttivo. Senza produttività non c’è welfare, clima, cultura, né tempo libero: solo retorica. Attaccare il PIL è come distruggere il termometro perché hai la febbre.Se fosse così è solo perché il legislatore non ha fatto il suo lavoro con le tasse pigouviane. Il difetto del PIL, piuttosto, è che ricomprende beni e servizi non sottoposti al test di mercato. Parlo dei servizi elargiti dal settore pubblico. Una stortura del genere fa sì che il PIL possa essere aumentato alzando lo stipendio degli statali anche quando non producono nulla di utile. Cosa che sperimentiamo tutti i giorni. In questo senso, il PIL potrebbe essere migliorato limitandosi alla quota di produzione del settore privato.Un'altra carenza del PIL è che non considera il lavoro gratuito che si svolge in gran parte in famiglia ed è in gran parte opera delle donne. Questa è una tara importante perché una donna che lavora produce PIL, una donna che lavora in casa no, una pastasciutta fatta al ristorante aumenta il PIL, una pastasciutta fatta in casa no. Occorrerebbe un modo per correggere questo errore, affinché i governanti, inseguendo le statistiche, non siano attratti verso politiche sbagliate. Sembra infatti a volte che la donna che esce di casa e lavora aumenti la ricchezza nazionale ma molto spesso non è affatto così.

CULTURE WAR

CULTURE WAR

L'ossessione per “costruire nuove culture” è autoinganno. Senza isolamento non nasce nulla di profondo. La cultura vera è disciplina che si eredita, senza figli che restano, senza costi d’uscita, resta solo turismo identitario, censura e decreto legge emergenziale.

LA FORMA PIÙ ONESTA DI DISONESTÀ POLITICA

LA FORMA PIÙ ONESTA DI DISONESTÀ POLITICA

Dire una sciocchezza evidente come “il salario minimo crea lavoro” o l’affitto è alto per colpa della speculazione” o "occorre definanziare la polizia" o "il governo italiano complice di genocidio" è il badge tribale perfetto, dimostra che sei disposto a sospendere la ragione per la causa. Come fa il credente che giura che la Terra ha 6.000 anni. Non è ignoranza, è lealtà ostentata.

IL SALARIO MINIMO RENDE ILLEGALE IL LAVORO DEI PIÙ SCARSI..

IL SALARIO MINIMO RENDE ILLEGALE IL LAVORO DEI PIÙ SCARSI...

Meglio disoccupato che pagato “poco”, dicono, salvo poi inventarsi stage gratuiti, lavori non pagati, “esperienze formative” per aggirare la stessa legge che hanno appena santificato. 10 euro l’ora è sfruttamento, 0 euro l'ora è solidarietà. Si crea disoccupazione per legge e poi si regalano lavoratori a imprese amiche, mantenuti dai contribuenti.

CHE DIFFERENZA C’È TRA UN MASCHIO E UNA FEMMINA?

CHE DIFFERENZA C’È TRA UN MASCHIO E UNA FEMMINA?

L’uomo “programmaticamente” guerriero, la donna è “programmaticamente” ansiosa: la madre muore, muoiono anche i figli; se i maschi non fanno branco, muore il villaggio. Dimensione privata e dimensione pubblica.

C'È SOLO UN'UNICA MALATTIA MENTALE

C'È SOLO UN'UNICA MALATTIA MENTALE

Sotto schizofrenia, depressione, ansia, ADHD c’è un’unica vulnerabilità mentale. Questo manda in crisi un’intera industria di specialisti iper-settoriali. Non hai cinque disturbi: hai un cervello fragile che soffre in modi diversi.E significa anche che l’identità “sono il mio disturbo” è una bugia rassicurante: sei più generale, e più instabile, di così.

L'UNICA POLITICA SINCERA È QUELLA DI CENTRO

L'UNICA POLITICA SINCERA È QUELLA DI CENTRO

La destra moralizza e divorzia, la sinistra predica e consuma. L’astrazione serve a sembrare puri mentre si vive da incoerenti, e più sei istruito più sei bravo a raccontartela. Il centro non è conformista: è solo sincero. Ma la sincerità non dà status, non crea tribù, non fa carriera politica e non seduce.

PIÙ SOLDI ALLE DONNE, MENO BAMBINI

PIÙ SOLDI ALLE DONNE, MENO BAMBINI

Il dato è solido: quando il trasferimento di denaro finisce nelle mani dell’uomo, la fertilità sale; quando finisce nelle mani della donna, la fertilità scende. Cambia il rapporto di forza: più potere contrattuale femminile → meno bambini.

LA FRASE PIÙ STUPIDA DEL NOSTRO TEMPO È “L’AI NON POTRÀ MAI FARE X”

LA FRASE PIÙ STUPIDA DEL NOSTRO TEMPO È “L’AI NON POTRÀ MAI FARE X”

Il problema è che l''AI potrebbe diventare più adattabile di noi, e a quel punto la “riconversione del lavoro” muore. Le tecnologie passate eliminavano mestieri, non l'adattamento. L'algoritmo impara nuovi lavori più in fretta di quanto io impari a difendere i vecchi, e quando la macchina si riaddestra più velocemente di te, nessun corso online ti salverà.

mercoledì 17 dicembre 2025

L’immigrazione non diluisce l’individualismo,

 L’immigrazione non diluisce l’individualismo, lo rafforza. Quando vivi accanto a chi è diverso, impari a difendere confini personali, diritti astratti, regole impersonali. Il multiculturalismo non produce “comunità”, produce individui. La paura conservatrice dell’erosione dei valori occidentali sembra empiricamente sbagliata.

PIÙ MERCATO, MENO SANGUE

 PIÙ MERCATO, MENO SANGUE.

L’integrazione nei mercati riduce gli omicidi, soprattutto nei paesi meno sviluppati. Il capitalismo ti costringe a prevedere il comportamento altrui, a controllarti, a rimandare l’impulso. La violenza è figlia dell’arbitrio, non dello scambio. Le reti economiche dense producono autocontrollo, non predazione. Il vero carburante degli omicidi non è il profitto, piuttosto l’assenza di regole impersonali.

lunedì 15 dicembre 2025

IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA E I BIAS LO STESSO

 IL "MONDO MIGLIORE" E' UNA STRONZATA


Gli stereotipi funzionano, i bias sono strategie adattive, la disinformazione è propaganda. Eccetera. L’idea che siamo vittime di un malinteso, l'idea che siamo “guasti” e ci servano tecnici della mente per "ripararci" è solo il narcisismo di chi auspica di essere nominato "riparatore ufficiale delle menti altrui". Ma noi non vogliamo un mondo migliore, vogliamo solo vincere.

https://www.everythingisbullshit.blog/p/a-big-misunderstanding

BIAS

La maggior parte dei "bias" cognitivi non sono veri e propri bias: sono strategie ed euristiche intelligenti (date un'occhiata al libro di Lionel Page Optimally Irrational). In effetti, Daniel Kahneman, colui che ha co-scoperto la maggior parte di questi "bias", ha dichiarato in un'intervista che scoprirli non ha migliorato in alcun modo il suo comportamento. Era, significativamente, poco motivato a diventare più "razionale". Forse una parte di lui sapeva che i bias che aveva scoperto erano strumenti utili al suo egoismo

 TUTTI I LIMITI DELLA CONVIVENZA


No, non è una prova generale del matrimonio ma una trappola che ti fa sposare la persona sbagliata. Dormire insieme crea legami emotivi potenti prima che il cervello abbia finito l’analisi costi-benefici, e a quel punto sei già fregato. Il sesso produce attaccamento, non lucidità. Ti incolla a qualcuno che, a mente fredda, non avresti mai scelto per quarant’anni di mutuo e silenzi. La convivenza non seleziona i migliori partner, spesso sfocia in un matrimonio per stanchezza, non per scelta.

 Austerity

Leggo en passant che negli ultimi 25 anni la spesa pubblica è RADDOPPIATA. Non aumentata ma RADDOPPIATA. Ecco, basta, mi fermo qui. Direi che con questo dato, senza tanto bisogno di ulteriori approfondimenti, l'argomento austerity può essere tranquillamente liquidato come "populista". Parliamo d'altro, per favore. Comunque mi rendo conto che la miglior difesa è l'attacco, e che quindi, quando dici che lo stato spendacione è la radice dei nostri mali, la risposta più efficace non consiste nel negarlo, ma nel gridare che invece spende troppo poco. Se lo gridi abbastanza forte e ripetutamente, qualche effetto lo otterrai, soprattutto in chi ascolta distrattamente, il 99% delle persone, e ancor di più in chi ha in mente una "spesuccia" ulteriore che potrebbe fargli molto comodo, il 98% delle persone. A questo punto non c'è dato che tenga. Si ragiona come ragiona Toni quando cerchi di sottrargli dalle fauci il biscottino che ha già predato.

 Finché la povertà è un grafico o una percentuale, i benestanti votano “più aiuti”; quando il povero ha un volto, un odore, abitudini sgradevoli e scelte discutibili, la carità evapora e resta il giudizio morale. Il dato controintuitivo è questo: conoscere i poveri non rende più di sinistra, rende più severi. Non perché siano cattivi, ma perché l’esperienza diretta distrugge la favola del “sistema ingiusto che spiega tutto”. La distanza alimenta l’idealismo, la vicinanza produce realismo.

 La retorica dei “bias” non serve a renderti più informato, serve a farti sentire più furbo degli altri. Questo non riduce il tribalismo, lo raffina, e funziona perché oggi sentirsi meno manipolati conta più che essere meno ignoranti.

 LIBERALISMO

Il vero liberalismo non ti rende uguale, ti rende "acquistabile" la via d’uscita. Misuriamo allora il liberalismo non con diritti, intenzioni o uguaglianza, ma con quanto ci costa mollare tutto. Se vivere sotto un governo è davvero liberale, allora restarci deve essere una scelta di mercato, non una prigionia morale. Insomma, se puoi salutre tutti portandoti dietro valore, sei libero; se no, stai subendo.

disadattati

 DISADATTATI

LEGGE UNIVERSALE: persone e animali sono immersi in un ambiente e vengono selezionati in base alla loro capacità di sopravvivenza. Questa legge è universale, ma gli ambienti nei quali essa si applica sono specifici. Per gli animali, l’ambiente è quasi sempre quello naturale; per l’essere umano, invece, non è necessariamente così. La nostra straordinaria capacità di aggregazione ci ha permesso di costruire ambienti culturali che spesso costituiscono un mondo a sé. Tuttavia, se non è il singolo individuo, è l’intera mega-società a essere comunque immersa nell’ambiente naturale; di conseguenza, per garantirsi la sopravvivenza, essa deve correlare i bisogni generati nei vari ambienti culturali con quelli imposti dall’ambiente naturale. Un esempio stipido tanto per non rimanere astratti: la famiglia rappresenta per il bambino uno "spazio sicuro", ossia un luogo in cui, almeno in teoria, può fare ciò che vuole senza incorrere in conseguenze spiacevoli; può perfino gettarsi a testa in giù dal tavolo della cucina, e una madre correrà a “salvarlo”, trasformando un potenziale suicidio in un gioco divertente. È evidente, tuttavia, che una famiglia sana cercherà di fornire un’educazione in cui le regole domestiche siano in qualche modo armonizzate con le richieste che l’ambiente esterno avanzerà al bambino una volta cresciuto. Se insegno a mia figlia a bestemmiare fin dalla più tenera età, è probabile che in futuro incontri qualche difficoltà a inserirsi in un contesto lavorativo di prestigio o a trovare un compagno di livello. Ciò che mi preme sottolineare è che, comunque, può esistere una famiglia disadattiva e che, se il contatto con ambienti in qualche modo correlati a quello naturale è debole, essa può anche prosperare. La correlazione debole diventa tanto più probabile quanto più la società è ricca ed estesa. In una tribù dell’Amazzonia, la natura è lì, immediatamente presente: non correlare le esigenze sociali della tribù con quelle imposte dall’ambiente naturale significherebbe condannarsi a una morte rapida. Al contrario, in una mega-società occidentale, intere generazioni possono vivere e prosperare dedicandosi a studi privi di utilità pratica, la cui conoscenza è del tutto scollegata – se non addirittura inversamente correlata – rispetto alle competenze richieste dai vincoli naturali in cui è immersa la comunità. I cultori degli studi di genere, tanto per dire, possono persino superare in numero i laureati in fisica o in ingegneria. Possiamo permetterci ampie isole di “disadattati” senza subirne conseguenze immediate. Nei casi più estremi, possiamo persino tollerare l’esistenza di una “cultura della sterilità” senza renderci conto che si tratta, in realtà, di un lusso da società opulenta. Questo, almeno, finché tali isole di disadattamento non superano una soglia critica. Oltre quel limite, si profila il collasso della civiltà.

giovedì 11 dicembre 2025

etica e intelligenza - carattere intelligenza

 L’intelligenza non ti rende né più buono né moralmente migliore – solo più bravo a razionalizzare la tua merda. I più svegli sono solo più curiosi, non più giusti; e, se va male, sono pure meno ansiosi mentre ti fregano. Un cretino può essere affidabile, leale, generoso; un genio può essere freddo, manipolativo, opportunista – e non sarebbe certo un incidente statistico.

la mia etica definitivo

 LA MORALE DEL "DECENTE"

Non esistono verità morali più di quanto esista una verità cosmica sul fuorigioco nel calcio: ciò che chiamiamo “giusto” e “sbagliato” non è una legge del cosmo, ma l’equilibrio di un gioco sociale, convenzionale come le regole del pallone, con la differenza che qui non perdi solo una coppa: perdi reputazione, alleati, risorse, accesso al sesso, perfino la vita. Il “non uccidere” non è un fatto eterno ma la sintesi brutale di un equilibrio; rinuncio quindi alle teorie maestose del Bene e del Giusto e mi accontento del “Decente”.

venerdì 5 dicembre 2025

EREDITARIETA' MANCANTE

 EREDITARIETA' MANCANTE


In che misura le tue qualità caratteriali, intelligenza compresa, dipendono dalla biologia che hai ereditato dai tuoi genitori? I metodi per capirlo sono due:

1) Studi sui gemelli: si confrontano coppie di gemelli omozigoti, coppie di gemelli fraterni e coppie di fratelli naturali e adottati, e si verifica se, man mano che il dna della coppia si diversifica, l'ereditarietà si attenua.

2) Test genetici: si misura il "grado di somiglianza" di vari genomi e si verifica se all'ampliarsi delle differenze nel genotipo si riscontrano anche differenze del tratto in oggetto nel fenotipo.

Risultato di 1: ereditarietà da 50% a 80% (dipende dal tratto).

Risultato di 2: ereditarietà dal 20% al 40% (dipende dal tratto).

La differenza tra i due metodi viene chiamata EREDITARIETA' MANCANTE. Come si colma il buco?

I "culturalisti" mettono in luce i difetti di 1: i gemelli su cui sperimentare sono pochi, e quindi il campione è troppo piccolo.

I "naturalisti" mettono in luce i difetti di 2: i confronti genetici considerano solo una piccola parte del genoma, il buco verrà colmato man mano che la mappatura sarà più esaustiva. Inoltre, paradossalmente, il campione è troppo grande. Lo studio più impressionante raccoglie oltre trecentomila dna, ma è impossibile, per esempio, somministrare trecentomila test IQ accurati. Cio' rende certi risultati poco affidabili.

Chi avrà ragione? In effetti, ampliando la quantità di genoma analizzato per il confronto, il buco si riduce, ma siamo ancora ben lungi dal colmarlo.

martedì 2 dicembre 2025

rotten kid theorem

 FAMIGLIA CRISTIANA


Cerca di immaginare una famiglia in cui il capofamiglia identifica i suoi interessi con quelli di ogni membro. Non è poi così difficile, quante volte vediamo i genitori identificarsi con l'interesse dei figli, talvolta addirittura anteporlo al loro? Bene, ora ammettimo che in questa famiglia c'è un figlio problematico, una pecora nera dissoluta. Come si comporterà? Male, malissimo, viene da dire. Invece no. Pensaci ancora. La bontà del Padre si riflette anche sulle sue scelte. In particolare, pensa al caso in cui una certa azione fatta nei propri interessi renda meno rispetto ad un'azione che il fratello potrebbe fare. L'istinto è quello di concludere che una pecora nera degna di questo nome pensi solo a se stessa. Vero, ma solo se è una pecora nera scema. Altrimenti, in casi del genere, la pecora nera aiuterà il fratello poiché, tramite il capofamiglia, potrà poi godere indirettamente del surplus prodotto. La Chiesa cristiana è una grande famiglia guidata da un Dio perfettamente buono e noi siamo pecore nere che, grazie alla perfetta fede nella perfetta bontà del capofamiglia, ci siamo trasformati in pecorelle mansuete e tutte bianche, anche se alla radice restiamo deviati dal nostro egoismo di fondo e bisognosi di grazia. A proposito, questo schema è noto presso gli eonomisti con il nome di "Rotten kid theorem".