giovedì 13 novembre 2025

Intellettuali alla fame

 INTELLETTUALI ALLA FAME

Immaginate una società composta unicamente da ingegneri aerospaziali. Chi raccoglierà la spazzatura? Gli stessi ingegneri aerospaziali, ovviamente. E quanto guadagneranno gli spazzini? Quanto i loro ex colleghi ingegneri, altrimenti non sarebbero “ex”. In una simile società, i prodotti dell’industria aerospaziale costeranno pochissimo, mentre la raccolta dei rifiuti sarà carissima. Questo meccanismo è: 1) molto semplice (lo avete capito, vero?); 2) poco intuitivo e 3) spiega quasi tutto c'è di strano nelle dinamiche degli stipendi. È il meccanismo che spiega, per esempio, perché la spesa sanitaria è esplosa. È lo stesso motivo per cui “non si trova neanche un idraulico” e, quando lo si trova, lo si paga profumatamente. Di solito si riassume con l’adagio: “costa meno comprare un impianto di aria condizionata nuovo che ripararlo”. In questo schema, i produttori di impianti A/C sono l’industria aerospaziale, mentre i riparatori sono gli spazzini. Naturalmente, se la raccolta dei rifiuti o la riparazione dell’aria condizionata fossero servizi superflui, o comunque rimpiazzabili, quei lavoratori scomparirebbero. In poche parole si puo' generalizzare così: quando la produttività di un settore cresce vertiginosamente — considerando che i salari sono proporzionali alla produttività — tutti i lavoratori delle generazioni successive cercano di entrarvi. Cio' detto, se si desiderano servizi provenienti da settori stagnanti, allora, visto il progressivo abbandono di quei mestieri, bisogna pagarli molto di più. Ecco perché i medici nel settore privato guadagnano cifre ben superiori rispetto a quelli nel pubblico, dove il datore di lavoro è uno Stato gravato da debiti colossali e quindi incapace di seguire la legge di mercato che ho descritto. E veniamo a noi: che dire degli orchestrali che eseguono dal vivo la Quinta di Beethoven? Non esiste un settore più stagnante: lavorano con una produttività ferma al XIX secolo. Per quanto detto, se davvero il pubblico volesse ascoltarli, dovrebbe pagare cifre molto elevate (come avviene per i medici nel privato); altrimenti, scomparirebbero. Poiché però quasi nessuno intende pagare tanto questi musicisti, cosa accade? Le istituzioni pubbliche, considerando “la cultura” un bene particolare e meritevole di tutela, elargiscono stipendi fuori mercato per garantirne la sopravvivenza di questi pseudo-idraulici senza rubinetti da riparare — ma solo quella, nulla di più. L’intellettuale svolge un lavoro più simile a quello dell’orchestrale che del medico privato; di conseguenza, come l’orchestrale, non se la passa granché bene: vive in perenne ricerca di sussidi pubblici e costantemente impegnato a promuovere i propri servizi come meritevoli di un trattamento privilegiato rispetto agli altri. Una propaganda incompatibile con le leggi del capitalismo, che perciò detesta con cordialità.