E' quella che impedisce solo i crimini inefficienti.
I crimini inefficienti sono quelli per cui il beneficio del criminale (B) è inferiore al danno della vittima (D), di conseguenza la pena ottima è quella che eguaglia D=B. In altre parole: P minimizza (azzera) D-B. Se D è 100 e B è 90, la pena è 100, in modo tale da lasciare campo libero solo ai crimini in cui B è superiore a 100. Ma se i costi di applicazione della pena (C) sono pari a 10, anche un crimine con B=90 diventa efficiente, e perseguirlo diventa uno spreco.
Con i costi dell'applicazione (C), bisogna anche considerare i benefici della deterrenza, poiché una buona deterrenza evita di applicare le pene e quindi abbassa C. Se stabilisco la pena di morte per chi ruba una mela, per esempio, è probabile che C si azzeri, anche se impedisco alcuni crimini efficienti.
Ammettiamo, per esempio, che C salga all'aumentare della pena (tipico delle pene detentive). La cosa è rilevante per la pena ottima in due sensi: da un lato, all'aumentare di P, cresce C, ma cresce anche la deterrenza, che diminuisce C poiché ci sono meno crimini da perseguire. Ecco allora la formula della pena ottima:
Pena ottima: (azzera) Danno subito dalla vittima per un crimine in più commesso - costo di deterrenza per evitare quel crimine in più.
In una situazione semplice il costo della deterrenza non è altro che la sanzione inflitta al responsabile, per esempio il risarcimento. Ma complicando le cose si aggiungono anche altri fattori.
Law's Order: What Economics Has to Do with Law and Why It Matters
David D. Friedman