lunedì 10 luglio 2017

La catechesi di Giacomo Biffi. Parte terza: l’enigma di Cristo

La catechesi di Giacomo Biffi. Parte terza: l’enigma di Cristo

Rendiamo omaggio alla verità cercando di capirla.
Il disegno di Dio è Cristocentrico, unitario e ontologicamente limitato.
Ontologicamente limitato: la creatura non può essere totalmente perfetta, altrimenti avrebbe natura divina.
Il nostro limite vanifica certe domande: perché questo e non quello.
Per comprendere meglio il disegno guardiamo alla sua fine. E alla fine c’è il Cristo Redentore crocifisso e risorto. Cristo è modello per l’uomo, per questo lo consideriamo “fine”. Cristo è modello per l’uomo indipendentemente dalla sua venuta, che si è realizzata per facilitare la salvezza di ogni singolo uomo.
Perché questo ordine tra gli infiniti possibili? Per evidenziare la misericordia (amore). Il nostro Dio ha un gran gusto a perdonare.
L’ordine prevede creature che liberamente peccassero (da qui la necessità di redenzione).
Dio non permette il peccato, Dio permette la libertà. Dio desidera solo il bene che porta con sé la possibilità di male.
Gesù: ci sarà più gioia per un peccatore pentito che per 99 giusti. Ma che significa? I 99 giusti non ci sono, l’ordine divino prevede per tutti peccato e pentimento.
A questa idea era già arrivato il Mersch: nel Cristo si riassume la creazione, da sempre Dio ha voluto per l’uomo un immenso perdono. L’uomo è il vertice dell’evoluzione e il Cristo il vertice dell’umano.
Esempi di centralità della misericordia. Il Manzoni sui Santi peccatori e la loro “caduta in grembo a un’immensa pietà”.
Il finale dell’ Esamerone di Sant’Ambrogio: Dio crea l’uomo per perdonare i suoi peccati in un atto di amore.
Il peccato non è al centro, come in Agostino, ma è la redenzione al centro.
Quali sono i rapporti tra il Cristocentrismo e il  Dio di Israele? Gesù è il Figlio.
Notiamo la formula di fede di Paolo nella Lettera ai Corinti: noi veniamo dal  Padre nostro Dio e siamo destinati a nostro Signore Gesù Cristo. Israele (creazione) e la Pasqua (Pasqua) sono unite. Dio e Signore vengono distribuiti al Padre e al Figlio. A Dio spetta la preposizione “da”, l’origine. Al Figlio spetta la preposizione “di”, nel senso di “per mezzo di“.
L’altro testo è l’Inno ai Colossesi: Egli è l’immagine, in lui sono create tutte le cose, tutte sussistono in lui… egli è il principio (modello), il primeggiante e per mezzo di lui tutte le cose saranno rappacificate in Cielo.
Cristo è il Primo. Lo stampo originale. La totalità entra in relazione con lui al fine della sua salvezza.
Tutto ciò cosa vuol dire? Come si traduce l’esegesi in teologia? L’esegesi d’altronde è strumentale alla teologia! Non siamo Giansenio che esauriva la teologia con la memoria e la contemplazione: il ragionamento, pdr lui, annacquava il vino della fede. Contro: San Tommaso: il ragionamento trasforma l’acqua in vino di fede, come nelle nozze di Cana.
Molta teologia di fine XX secolo cerca di de-ellenizzare il cristianesimo: impresa impossibile. Il cristianesimo nasce in ambiente irrimediabilmente ellenico.
La teologia si è avvalso largamente del concetto di causa, un concetto dominato bene anche dal profano.
Causa finale. Cristo è il fine dell’uomo. In che senso. Nel senso che l’uomo perfetto si comporta come Cristo. Cristo è inviato da Dio per aiutare l’uomo a riconoscere questo modello. L’ invio del Cristo è un interferenza di Dio nella storia allorché ci si rende conto delle debolezze dell’uomo e s’impone la necessità di un aiuto.
La condizione mondana dell’uomo è un mix di tentazioni e di aiuti. Ma qual è il giusto mix? Il Mondo con Cristo si rivela un giusto mix.
A cosa siamo destinati? A Cristo. La gloria di Cristo è la causa secondaria finale (la prima è sempre Dio).
Ma la creazione che fine ha? Cristo esiste per il mondo o viceversa?
All’apparenza  Cristo è inviato a redimere ed è quindi  funzionale alla redenzione (e quindi al mondo). Ma Scotocompie una rivoluzione copernicana: è il mondo ad essere in funzione di Cristo. Il perché è evidente da quanto dicevamo prima: l’uomo buono è fatto per la santità, per uniformarsi al “Cristo eventuale”. La redenzione è un intervento successivo voluto una volta costatata la debolezza umana.
  Il Cristo è il modello, viene dunque prima (primato di Cristo). Il Figlio, ricordiamolo, nasce per necessità dal Padre, quindi nello stesso istante. L’uomo è creato per adeguarsi al Cristo che è suo modello.
Causalità esemplare: Cristo è il modello dell’uomo. Ci insegna la perfezione. Se esiste un uomo/Dio possiamo aspettarci una sua perfezione con i limiti della natura umana.
Cristo è modellato su Adamo o viceversa? Il modello è sempre il più perfetto.
COMMENTO PERSONALE
Perché l’uomo? Qualcuno dice che siamo creati per amore. In realtà questo bisogno del Dio d’amore è soddisfatto con la generazione del Figlio che consente l’atto d’amore pieno, ovvero quello tra pari. L’uomo per Dio non è un “pari”, è piuttosto un bambino, un cucciolo che va aiutato. L’uomo è creato per la misericordia, ovvero per quell’amore speciale fatto di aiuto e affiancamento. Ecco allora a cosa puo’ serivire avere in famiglia un cucciolo: a far crescere un amore asimmetrico fatto di misericordia e impegno quotidiano.