Introduzione in I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo by Vladimiro Satta - #democraziaeterrorismo #elezioniunivoche #stiledivitaebenessere #controilcomplotto
La violenza politica, nelle sue varie espressioni, è un fenomeno ricorrente nella storia dell’Italia unita.1 Il periodo che va dalla fine degli anni Sessanta agli anni Ottanta fu il più violento dalla nascita della Repubblica.Read more at location 24
Una vena di aggressività affiorò il 1° marzo 1968 a Roma (scontri di Valle Giulia) dall’interno del movimento studentesco,Read more at location 30
tragico salto di qualità con l’apparizione dello stragismo, una forma di terrorismo di estrema destraRead more at location 35
sempre a destra, furono intessute trame golpiste che, pur non essendo mai arrivate oltre la soglia del tentativo di colpo di Stato inscenato da Junio Valerio BorgheseRead more at location 39
Nella seconda metà del 1970 prese le mosse la lotta armata condotta dalle Brigate rosse e da altri gruppi di estrema sinistra,Read more at location 41
scatenò un terrorismo nero di nuova generazione – si pensi ai Nuclei armati rivoluzionari – per certi aspetti speculare a quello rosso.Read more at location 46
il Paese fu teatro di azioni di terrorismo internazionale, specie mediorientale, e nel 1981 dell’attentato contro papa Giovanni Paolo II (un discorso a parte andrebbe fatto per il disastro aereo del 27 giugno 1980 nel cielo di Ustica).Read more at location 47
L’origine straniera della definizione «anni di piombo», comunque, ci ricorda che il caso italiano non fu isolato. Uno studioso del terrorismo su scala mondiale, Walter Laqueur, titolando un suo famoso libro, chiamò il periodo 1958-1975 L’età del terrorismo.Read more at location 57
Le ricerche in chiave comparatistica di Leonard Weinberg e altri mostrano che l’avvento di sistemi democratici nel mondo contemporaneo ha coinciso con l’ascesa del fenomeno terroristico in svariati Paesi.Read more at location 59
la novità della democrazia genera spesso grandi aspettative seguite da delusioniRead more at location 62
per una fascia consistente delle masse popolari, la fine della dittatura doveva essere il preludio di una rivoluzione sociale,Read more at location 70
Ancora, nota Weinberg, le elezioni possono essere libere e corrette, ma quando i risultati sono sempre favorevoli a una parte e sfavorevoli al principale partito di opposizione ciò può indurre taluni a smettere di accettare le regoleRead more at location 76
i modelli totalitari e i radicalismi di destra e di sinistra continuavano a godere di un livello di popolarità ormai desueto presso altre democrazie occidentali.Read more at location 92
Non si può dire, viceversa, che l’insorgenza della violenza politica e dei terrorismi fosse conseguenza delle condizioni materiali di vita della popolazione.Read more at location 95
demonizzavano la trasformazione dello stile di vita degli italiani in tale direzione, intendevano combattere tutto ciò.Read more at location 99
nel caso italiano, sono stati molto studiati – e continuano a esserlo – i terroristi e i gruppi da essi formati, mentre lo sono stati molto meno gli apparati statali preposti a contrastarli.Read more at location 110
Emergerà così un quadro assai più realistico di quelli proposti dalle consuete raffigurazioni in chiave di complotto, le quali non a caso risultano a volte caricaturali e altre volte nebulose, mai convincenti. In realtà, gli errori e le manchevolezze di vario tipo – operativo, amministrativo, giudiziario, normativo e politico – furono compensate da decisioni opportune e da successi che, messi insieme, portarono alla vittoria finale.Read more at location 115
gli attacchi contro la democrazia furono di provenienza varia, e non già un’unica trama recitata da attori che un Grande Vecchio travestiva con costumi dai colori diversi di volta in volta.Read more at location 126
Note: GRANDE VECCHIO