Davide mi incalza: continuo a pensare che tu vedi le scienze come mezzo di conquista della Verità.
La scienza come "mezzo di conquista della Verità"?
Poichè non riesco nè ad approvare nè a dissentire, la questione deve essere delicata.
Ciò verso cui avanza la scienza è qualcosa che non puo' dirsi Verità, ma nemmeno è pura Convenzione. D' altronde ho detto chiaramente che la Libertà viene prima. prima della scienza appunto.
A questo proposito il concetto di "prezzo" offre la similitudine più calzante.
Non possiamo dire che il "prezzo" di un bene ne esprima il valore reale e assoluto.
Eppure la determinazione sul libero mercato del prezzo di un bene è il modo più corretto che abbiamo per conoscere quel valore.
martedì 14 luglio 2009
lunedì 13 luglio 2009
Il materialismo frainteso
E. J. Dionne:
"... capitalism is a system rooted in materialist values...".
Anche se il capitalismo migliora la nostra vita materiale, cio' non significa che sia centrato su valori materiali, si tratta solo di un piacevole effetto collaterale.
Il centro del capitalismo è la libera scelta dell' uomo (dimostrazione).
Dirò di più: quale alternativa alla "libera scelta" per esaltare concetti quali quello di "anima" o di "dignità"? Pochi. Nessuno.
"... capitalism is a system rooted in materialist values...".
Anche se il capitalismo migliora la nostra vita materiale, cio' non significa che sia centrato su valori materiali, si tratta solo di un piacevole effetto collaterale.
Il centro del capitalismo è la libera scelta dell' uomo (dimostrazione).
Dirò di più: quale alternativa alla "libera scelta" per esaltare concetti quali quello di "anima" o di "dignità"? Pochi. Nessuno.
Viaggiare
Tra poco intraprenderò qualche viaggetto, sarà una buona occasione per testare una mia ferma credenza:
"il viaggio non insegna nulla sui luoghi visitati, semmai confonde le idee; un' ora in biblioteca rende 50 volte un' ora passata sul posto. La conoscenza che va dalla realtà ai libri progrdisce, quella che segue il percorso inverso si arena".
Magari mi sbaglio ma sono abbastanza sicuro che il punto riceverà ulteriori conferme.
Cio' detto non crediate che io sottovaluti il valore dei viaggi: il viaggio insegna a viaggiare. E saper viaggiare assomiglia molto al saper vivere.
Molto più probabile allora che sminuisca il valore della conoscenza.
"il viaggio non insegna nulla sui luoghi visitati, semmai confonde le idee; un' ora in biblioteca rende 50 volte un' ora passata sul posto. La conoscenza che va dalla realtà ai libri progrdisce, quella che segue il percorso inverso si arena".
Magari mi sbaglio ma sono abbastanza sicuro che il punto riceverà ulteriori conferme.
Cio' detto non crediate che io sottovaluti il valore dei viaggi: il viaggio insegna a viaggiare. E saper viaggiare assomiglia molto al saper vivere.
Molto più probabile allora che sminuisca il valore della conoscenza.
A lume di naso
Davide, spesso ti esprimi in modo scettico nei confronti di studi accademici anche prestigiosi. La tua critica è radicale, non presenti infatti l' alternativa utilizzando il medesimo linguaggio basato sui fatti, dici piuttosto di preferire "il tuo naso" e l' anedottica estemporanea. E' un territorio al riparo da ogni confronto ma quello è un prezzo che sei disposto a pagare.
Il "naso" è importante, ma davvero non si puo' andare oltre parlando di società?
Se qualcuno ti dicesse: ora non lavorerai più e dedicherai i tuoi giorni ad approfondire la questione XXX. Ti finanzio io, il tempo quindi non ti mancherà, puoi andare "oltre il tuo naso".
Che faresti con interi anni a disposizione?
La mia sensazione è che, gira e rigira, finirai per mettere insieme qualcosa che assomiglia molto ai tanto criticati "studi".
Eviterai forse di prendere in considerazione più casi rispetto a quelli in cui ti eri casualmente imbattuto da "dilettante"? Penso proprio di no. Eviterai di rendere omogenei i casi considerati? Penso proprio di no. Eviterai di ordinare scrupolosamente i dati raccolti? Penso proprio di no.
Penso che volendo fare un lavoro onesto, finirai per fare qualcosa di simile a quello che si produce nelle più prestigiose Università. Con tutti i limiti di quei lavori.
Il "naso" è importante, ma davvero non si puo' andare oltre parlando di società?
Se qualcuno ti dicesse: ora non lavorerai più e dedicherai i tuoi giorni ad approfondire la questione XXX. Ti finanzio io, il tempo quindi non ti mancherà, puoi andare "oltre il tuo naso".
Che faresti con interi anni a disposizione?
La mia sensazione è che, gira e rigira, finirai per mettere insieme qualcosa che assomiglia molto ai tanto criticati "studi".
Eviterai forse di prendere in considerazione più casi rispetto a quelli in cui ti eri casualmente imbattuto da "dilettante"? Penso proprio di no. Eviterai di rendere omogenei i casi considerati? Penso proprio di no. Eviterai di ordinare scrupolosamente i dati raccolti? Penso proprio di no.
Penso che volendo fare un lavoro onesto, finirai per fare qualcosa di simile a quello che si produce nelle più prestigiose Università. Con tutti i limiti di quei lavori.
Le idee contano?
Per molti contano ben poco. Ad incidere sarebbe piuttosto il complicato gioco degli interessi, ma io non penso che le cose stiano così e per convincermi mi basterebbe notare quanto tempo si spreca nei forum.
Non voglio svalutare il ruolo degli "interessi", mi sembra di non dover insistere molto per rendere credibile questa avvertenza, eppure sono convinto che l' ideologia sia centrale per capire dove andiamo.
Parchè?
Perchè la gran parte delle decisioni fondamentali vengono prese democraticamente e il nostro voto ha un' incidenza pressochè nulla sull' esito finale: non sarà mai in grado di tutelare o minacciare i nostri interessi. Nemmeno vale la pena di approfondire troppo le questioni o di condurre ragionamenti impeccabili, l' ideologia puo' essere adottata senza particolari prudenze.
Entriamo più concentrati e realisti nel supermercato rispetto a come entriamo nella cabina elettorale: solo nel primo caso pegheremo i nostri errori.
Al supermercato dismettiamo l' ideologia, sarebbe troppo costosa. Ma nel seggio (o su un forum) essere "ideologici" non costa quasi nulla.
Tutto ciò è piuttosto deprimente ma ha un corollario che consola: le idee contano. Eccome se contano!
Non voglio svalutare il ruolo degli "interessi", mi sembra di non dover insistere molto per rendere credibile questa avvertenza, eppure sono convinto che l' ideologia sia centrale per capire dove andiamo.
Parchè?
Perchè la gran parte delle decisioni fondamentali vengono prese democraticamente e il nostro voto ha un' incidenza pressochè nulla sull' esito finale: non sarà mai in grado di tutelare o minacciare i nostri interessi. Nemmeno vale la pena di approfondire troppo le questioni o di condurre ragionamenti impeccabili, l' ideologia puo' essere adottata senza particolari prudenze.
Entriamo più concentrati e realisti nel supermercato rispetto a come entriamo nella cabina elettorale: solo nel primo caso pegheremo i nostri errori.
Al supermercato dismettiamo l' ideologia, sarebbe troppo costosa. Ma nel seggio (o su un forum) essere "ideologici" non costa quasi nulla.
Tutto ciò è piuttosto deprimente ma ha un corollario che consola: le idee contano. Eccome se contano!
Davanti al Dio degli Uomini Liberi
Esempio: da credente rifletto per i cavoli miei sul testamento biologico e giungo a certe conclusioni.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
Dopo anni l' argomento diventa di stringente attualità e sul punto si pronunciano anche le massime autorità della Chiesa in senso contrario al mio. Che fare?
Il tema non è tanto la fede e i suoi dogmi, quanto i pronunciamenti della dottrina sociale.
Certo, durante la giovinezza la fattispecie più comune era un' altra: il Magistero affronta e avvia a soluzione questioni a cui non ho mai pensato a fondo. La strada è spianata e mi illudo che con un' autonoma riflessione sarei approdato su quelle stesse sponde.
Ora, è inevitabile, i "contropiede" diventano più frequenti. Che alternative ci sono per chi ragiona con la sua testa e si ritrova spiazzato? Apro un ventaglio incompleto:
1. Obbedisci.
2. Pensa ancora, da qualche parte scoprirai il tuo errore.
3 Rifletti meglio e metti a punto una retorica per smussare gli angoli e smorzare gli attriti.
4. L' indipendenza intellettuale innanzitutto: mantieni le tue posizioni a costo di allontanarti dalla comunità dei fedeli.
5. Battiti dall' interno per cambiare il Magistero. Opinioni inizialmente di minoranza sono già prevalse.
6. Ci si uniformi nei comportamenti evitando un evangelizzazione che sarebbe insincera.
...
N.B. per istinto simpatizzo con 6.
venerdì 10 luglio 2009
Vite di serie B
Tempo fa il Nobel Thomas shelling si era posto la seguente domanda: perchè a volte la società è disposta a spendere milioni per salvare la vita di uno sconosciuto - ad esempio il minatore Thira Abtegiris bloccato in galleria o il piccolo alfredino Rampi - ma rifiuta di spendere molto molto meno per installare un guard rail in autostrada che salverà in media una vita all' anno. Secondo lui cio' accade perchè facciamo una distinzione tra "vita conosciuta" e "vita statistica". Per qualche ragione si suppone che la prima ci stia più a cuore.
Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.
Ma la distinzione tra una "vita statistica" e una "vita conosciuta" è illogica, moralmente stupida e impossibile da realizzare.
giovedì 9 luglio 2009
Metafore improprie
Come trasmettere la conoscenza al popolo? In modo diretto il popolo non può acquisire nulla, così come non può governarsi direttamente. Occorre ideare delle strutture per la trasmissione e la formazione della conoscenza, così come il potere politico può esercitarsi soltanto con la rappresentanza. L’arte della mediazione e della rappresentanza è il fondamento sia della democrazia che dell’istruzione...Sono stati e sono i regimi totalitari a ritenere che il popolo debba esercitare il potere direttamente (per “democrazia diretta”) e acquisire la conoscenza senza mediazioni.
In questo articolo Giorgio Israel sembra attaccare l' autonomia scolastica. Solo quella "spinta" (anarchia) naturalmente, quella che è un male in sè, un modo per avere ragione a priori.
Per me comunque lo fa prendendo una cantonata sulle metafore.
Perchè mai dovrebbe istituirsi un parallelo con la politica, innanzitutto? Ma poi la parentela tra "autonomia scolastica (spinta)" e "democrazia diretta"?
La "democrazia diretta" è un modo per aggregare le preferenze compatibile anche con sistemi centralizzatissimi, anzi, totalitari!
Se proprio si cercano abbinamenti, l' "autonomia scolastica" andrebbe collegata con il "federalismo". Ma forse la soluzione federale funziona troppo bene e la gaffe sarebbe stata inevitabile.
In questo articolo Giorgio Israel sembra attaccare l' autonomia scolastica. Solo quella "spinta" (anarchia) naturalmente, quella che è un male in sè, un modo per avere ragione a priori.
Per me comunque lo fa prendendo una cantonata sulle metafore.
Perchè mai dovrebbe istituirsi un parallelo con la politica, innanzitutto? Ma poi la parentela tra "autonomia scolastica (spinta)" e "democrazia diretta"?
La "democrazia diretta" è un modo per aggregare le preferenze compatibile anche con sistemi centralizzatissimi, anzi, totalitari!
Se proprio si cercano abbinamenti, l' "autonomia scolastica" andrebbe collegata con il "federalismo". Ma forse la soluzione federale funziona troppo bene e la gaffe sarebbe stata inevitabile.
mercoledì 8 luglio 2009
Il capitalismo collassa e la sinistra tace.
Perchè?
Due ipotesi:
1. Ad essere travolti sono stati soprattutto i "ricconi", ovvero quel materiale umano che piace tanto usare come capro espiatorio. Un effetto collaterale si è visto subito: meno diseguaglianze. Un duro colpo per la retorica di sinistra.
2. I mercati "selvaggi" - hedge fund - hanno avuto un ruolo marginale nel patatrac (24 ore 8.7 p.12). La parte del leone l' hanno giocata istituzioni altamente regolamentate - come le banche - quando non enti semi-statali (Fannie Mae e Freddie Mac). In queste condizioni a che pro lanciare l' urlo di battaglia che la sinistra intona con tanta naturalezza: più burocrazia!
Non resta che il silenzio e le vaghezze obamiane. Prima o poi passerà un altro treno.
Due ipotesi:
1. Ad essere travolti sono stati soprattutto i "ricconi", ovvero quel materiale umano che piace tanto usare come capro espiatorio. Un effetto collaterale si è visto subito: meno diseguaglianze. Un duro colpo per la retorica di sinistra.
2. I mercati "selvaggi" - hedge fund - hanno avuto un ruolo marginale nel patatrac (24 ore 8.7 p.12). La parte del leone l' hanno giocata istituzioni altamente regolamentate - come le banche - quando non enti semi-statali (Fannie Mae e Freddie Mac). In queste condizioni a che pro lanciare l' urlo di battaglia che la sinistra intona con tanta naturalezza: più burocrazia!
Non resta che il silenzio e le vaghezze obamiane. Prima o poi passerà un altro treno.
Etica e Mercato
Nella nuova enciclica papale ci sono tante cose che mi piacciono: innanzitutto c' è un forte richiamo alla Verità, e i relativisti sono serviti.
Manca anche cio' che molti pregustavano: l' anatema contro il "capitalismo globale". Meno male.
Ottimo passaggio: È... da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio. La cresta dei teologi della liberazione si abbassa mestamente.
Per il nuovo Papa il mercato non sembra essere un male di per sè, speriamo che su questa base qualcosa in più possa essere costruito.
L' insistenza maggiore è portata sulla necessità che l' etica si affianchi all' economia.
Non riesco mai ad avere le idee chiare su questo punto e su cosa pensa chi lo propone.
Da un lato si propone l' ovvio. Ma dopo che abbiamo detto "fate i bravi" siamo punto e a capo. Che si fa?
Personalmente penso che l' etica "convenga": quindi la prassi migliore per promuoverla è pur sempre l' economia.
Il mercato assolve ad un duplice compito: 1) sviluppa un' efficienza allocativa delle risorse e 2) produce un evoluzione efficiente.
Ci si concentra sempre sulla prima funzione dimenticando la seconda.
Eppure l' evoluzione di cui si parla riguarda anche i sentimenti etici. Dove trovate gli standard etici più elevati? Nelle società di mercato. E qual è la direzione del nesso causale? Prima la ricchezza, poi il pensiero e la sensibilità.
Senza fiducia ed etica il mercato difficilmente funziona. Siccome ha voglia di "funzionare" tende a produrre queste risorse favorendo le società dove un giusto dosaggio della virtù è presente.
Tenere conto della funzione evolutiva ha un vantaggio: risponde alla domanda "che si fa dopo le prediche?". Si smette di predicare e si costruiscono mercati.
Manca anche cio' che molti pregustavano: l' anatema contro il "capitalismo globale". Meno male.
Ottimo passaggio: È... da ritenersi errata la visione di quanti pensano che l'economia di mercato abbia strutturalmente bisogno di una quota di povertà e di sottosviluppo per poter funzionare al meglio. La cresta dei teologi della liberazione si abbassa mestamente.
Per il nuovo Papa il mercato non sembra essere un male di per sè, speriamo che su questa base qualcosa in più possa essere costruito.
L' insistenza maggiore è portata sulla necessità che l' etica si affianchi all' economia.
Non riesco mai ad avere le idee chiare su questo punto e su cosa pensa chi lo propone.
Da un lato si propone l' ovvio. Ma dopo che abbiamo detto "fate i bravi" siamo punto e a capo. Che si fa?
Personalmente penso che l' etica "convenga": quindi la prassi migliore per promuoverla è pur sempre l' economia.
Il mercato assolve ad un duplice compito: 1) sviluppa un' efficienza allocativa delle risorse e 2) produce un evoluzione efficiente.
Ci si concentra sempre sulla prima funzione dimenticando la seconda.
Eppure l' evoluzione di cui si parla riguarda anche i sentimenti etici. Dove trovate gli standard etici più elevati? Nelle società di mercato. E qual è la direzione del nesso causale? Prima la ricchezza, poi il pensiero e la sensibilità.
Senza fiducia ed etica il mercato difficilmente funziona. Siccome ha voglia di "funzionare" tende a produrre queste risorse favorendo le società dove un giusto dosaggio della virtù è presente.
Tenere conto della funzione evolutiva ha un vantaggio: risponde alla domanda "che si fa dopo le prediche?". Si smette di predicare e si costruiscono mercati.
Problemi con il tutor
La festa è finita, sulla mia autostrada (A8) metteranno un Tutor, non si sgarra più: da casello a casello la velocità media non potrà essere superiore a 130 km orari.
Fortunatamente a metà strada faccio colazione e con questa breve sosta ho calcolato che la mia velocità media nella prima parte è circa di 65 km orari (la metà di quella consentita). Nel resto del tragitto posso anche raddoppiarla.
Solo che non ho capito esattamente a quanto posso andare. Mi sa che posso andare anche alla velocità della luce senza conseguenze.
I misteri delle "medie" non li ho mai capiti a fondo.
Fortunatamente a metà strada faccio colazione e con questa breve sosta ho calcolato che la mia velocità media nella prima parte è circa di 65 km orari (la metà di quella consentita). Nel resto del tragitto posso anche raddoppiarla.
Solo che non ho capito esattamente a quanto posso andare. Mi sa che posso andare anche alla velocità della luce senza conseguenze.
I misteri delle "medie" non li ho mai capiti a fondo.
martedì 7 luglio 2009
Sfumatura alta sempre in testa
Joseph e Milton
Nella nuova enciclica il Papa annuncia in modo cristallino: l' impresa non si riduce all’interesse dei suoi proprietari, ha anche responsabilità sociali.
Ma ancora più terso (al punto da poter essere intonato) è stato in passato il messaggio di Milton Friedman: l' impresa faccia il suo lavoro e lasci che siano le persone ad essere generose.
In entrambi i messaggi c' è del vero, anche se il "vero" di Milton a me risulta più intelleggibile e facile da spiegare.
Postuliamo infatti che esistano due comunità parimenti generose. La prima si organizza secondo le indicazioni di Joseph, la seconda si uniforma all' insegnamento di Milton.
I josephiani avranno imprese che, distraendosi dal profitto, produrranno inefficienze. Tutto il contrario per le spietate imprese dei miltoniani: niente nelle loro avide grinfie andrebbe "sprecato".
Risultato: la generosità sarebbe la stessa in entrambe le comunità ma la seconda alimenterebbe il nobile sentimento con molte più risorse.
Ma ancora più terso (al punto da poter essere intonato) è stato in passato il messaggio di Milton Friedman: l' impresa faccia il suo lavoro e lasci che siano le persone ad essere generose.
In entrambi i messaggi c' è del vero, anche se il "vero" di Milton a me risulta più intelleggibile e facile da spiegare.
Postuliamo infatti che esistano due comunità parimenti generose. La prima si organizza secondo le indicazioni di Joseph, la seconda si uniforma all' insegnamento di Milton.
I josephiani avranno imprese che, distraendosi dal profitto, produrranno inefficienze. Tutto il contrario per le spietate imprese dei miltoniani: niente nelle loro avide grinfie andrebbe "sprecato".
Risultato: la generosità sarebbe la stessa in entrambe le comunità ma la seconda alimenterebbe il nobile sentimento con molte più risorse.
Particelle elementari
Ci voleva un comunista come Michel Houllebecq per farlo.
Uno che ha attraversato il comunismo ludico-libidico condito dalle canzoni di Elvis e dai film di Marilyn Monroe, dai frigoriferi e dai transistor. Uno che leggendo "Actuel" voleva contestare il Capitalismo senza rinunciare al divertimento, anzi, alimentandone come nessun altro la nascenta industria erotico-pubblicitaria messa in piedi con l' attacco ai valori giudaico-cristiani, e con l' apologia della gioventù in cerca di estasianti avventure.
MH ci immerge in una sabbia mobile lenta quanto inesorabile; descrive un mondo avariato e irrecuperabile, eroso com' è da una vorace coppia di tarli: la libertà individuale e la scienza strumentale.
Ci voleva lui per smascherare questi falsi idoli allegando illustrazione meticolosa della loro azione corrosiva. Il mondo scolpito da quelle potenti mandibole è un universo rallentato, segnato da vergogne e timidezze arroganti, dove gli esseri si incrociano in un vuoto siderale in cui nessun incontro sembra mai possibile. Ogni tanto questi esseri si voltano verso di noi con occhi sbarrati, il loro sguardo non è addolorato, piuttosto atterrito, preda di tremori animali ed abietti.
Per "distruggere" con tanta perizia ci voleva un comunista senza più nulla da costruire.
Due fratelli, due vite solitarie e astiose, due vie verso il nulla. Un' età anagrafica atroce: cosa resta da fare quando carni vizze e biancastre cominciano ad arrotolarsi in un adipe repellente? Quando tutto annoia e si è ancora tanto distanti dalla morte? Eppure, difficile da credere, alcuni chiedono ancora una proroga, un piccolo supplemento di esistenza per soddisfare dei bisogni che sono fondamentalmente ancora gli stessi dell' adolescenza.
Il paesaggio è quello tedioso e tranquillo della Francia, ma potremmo essere in Giappone, in Norvegia. Insomma, in uno di quei sinistri paesi dove i quarantenni si suicidano comunque in massa.
Prendiamo la libertà. Finiti i bei discorsi con i quali si ha sempre la meglio nei dibattiti, spente le luci, l'uomo libero si ritrova solo e con un unico magnete in grado di attrarlo ancora "realmente": il sesso. Con tutto il portato di monotonia spossante che il sesso si trascina dietro.
Non per niente Bruno, il primo fratello, si masturnba in modo compulsivo, anno dopo anno questa attività diventa per lui preponderante fino ad assorbire ogni suo progetto, dalle vacanze al lavoro; anche quando si esaurisce ogni virilità, anche quando non restano più tracce di soddisfazione sensoriale.
Persino il Matrimonio è ben descritto solo se inquadrato come un intervallo di refrattarietà momentanea.
Che altro può fare chi ha solo la libertà come unico valore? Usarla per infliggersi un ultimo capriccio e soffrire lo spasmo che produce l' invenzione del successivo quando la nostra vena è inaridita da anni.
La comune sessantottarda, opportunamente variata, puo' ancora germogliare dando frutti insperati, perchè non provarci? Già, perchè? Purchè si sappia quando si scopa. I Chakra, il Tantra e le mille sfumature della New Age, hanno le carte in regola per arricchire la personalità, per scoprire nuovi anditi dell' animo in grado di vivificarci, sarebbe un peccato trascurarle. Basta sapere se e quando si scopa.
Con sguardo spento e fiducia affievolita giriamo il mondo trascinando una carcassa asciugata di tutto: resta solo una caricatura di desideri adolescenziali.
Intanto i figli guardano la TV 13 ore al giorno e al mattino ancora a letto sentiamo nauseati che in soggiorno già attacca il rosario dei cartoni animati quotidiani. Quegli stessi figli che poco prima erano alacri disegnatori ansiosi di mostrarci l' ingenuo capolavoro su cui avevano sudato tutto il pomeriggio, che solo un anno prima ci avevano deliziato e fatto sperare con una composizione eteroclita in cui appariva la scritta "ti voglio bene Papà". Sono figli che ora sentiamo perduti. Meglio dedicarsi alla vestizione più adatta per l' "aborto-party" organizzato da Di Giorno o allo "snuff movie" pagato diecimila euro.
***
La conoscenza scava, va a fondo fino ad isolare la particella elementare che ci costruisce. Strana questa cosa per cui conosciamo il mondo sempre meglio proprio mentre lentamente perdiamo ogni sapienza su come abitarlo.
Michel è un fisico che, alle soglie del Nobel, abbandona tutto. Perchè non farlo?
Non puo' certo trattenerlo la squadra di ricercatori che ha messo in piedi: la polvere burocratica cosparge ogni loro relazione; alla festicciola d' addio a nessuno viene in mente di fare le foto; basta uno sguardo annoiato, una parola strascicata per far defluire ciascuno verso la propria macchina. Si ha voglia di raggomitolarsi al più presto nella cuccia dell' "individualità", si ha subito nostalgia di tornare "monade".
Nessun rimpianto nel distacco dall' altro, solo numerosi, isolati e minuscoli sensi di liberazione. Quelli di chi puo' di nuovo abbagliarsi con la TV. Il clima da ufficio demitizza la "ricerca" intelligente, una filiera di onesti artigiani privi di genio e con la testa altrove mette a punto la scoperta; più che tesi e dottorati basterebbe un diploma condito con un po' di pratica per manovrare la strumentazione e uno sguardo attento quanto inerte.
Perchè non farlo dunque? Perchè non fare cio' che per un uomo della generazione precedente sarebbe stato a dir poco assurdo? Perchè non farlo ora che è sulla cinquantina ed è intellettualmente spacciato? Perchè non andare altrove, non gironzolare a caso per il mondo? Perchè? Perchè?
La sua fede nelle "particelle" gli impedisce da tempo di risondere a qualunque "perchè", e dietro il suo strano ed erratico comportamento non puo' che lavorare in modo diabolico quel dio impotente che ormai non riesce più ad abiurare per quanto voglia farlo.
Un maelstrom di noia trapuntato dal sollievo momentaneo che offrono violenza e pornografia. Non resta altro intrattenimento, non resta altra via per contribuire alla consumazione dei nostri corpi e non pensarci più.
Di antidoti non ce ne sono. Le relazioni famigliari? Le relazioni famigliari resistono qualche anno, talvolta resistono per decine d' anni, resistono molto più che ogni altro tipo di rapporto; e poi, finalmente, si sciolgono anch' esse.
Libertà e Conoscenza formano una tenaglia che ci amputa qualcosa di vitale, si cerca sempre di minimizzare questa sofferenza. Fintanto che la sofferenza della confessione sembra meno forte, si parla. Poi si tace, si rinuncia, si rimane soli.
Dal saggio di Bruno su GPII: "qualche Papa qua e là aveva misurato questa china, ma non l' abbiamo preso sul serio, ai miei amici per esempio non piaceva cio' che diceva su aborto, preservativi e altre stronzate del genere".
Ci voleva un comunista frustrato e in cerca di vendette postume per lanciare in modo stentoreo l' allarme.
E adesso, un rigo per un giudizio personale: il romanzo non è un capolavoro anche se il contenuto lo rende interessante. Altrimenti non l' avrei letto fino in fondo imbattendomi nel sorprendente finale.
Ve lo dico? Non ve lo dico? Bè, chi non lo vuole sapere non legga oltre.
Michel, il fratello scienziato, è tra i protagonisti di una rivoluzione scientifica decisiva che ci farà uscire definitivamente dall' onda lunga del cristianesimo. Un' umanità artificiale ricostruita in laboratorio con le tecniche della clonazione, un' umanità non più egoista, non più crudele, non più collerica, anestetizzata da ogni dolore, ripensa a come la tranquillità barbituresca di cui gode debba tanto al vecchio Uomo: quel mostro individualista, rissoso, tormentato, violento, che nel suo delirio narcisista non cessò mai di cercare la Bellezza e la Bontà.
Ecco la cosa artisticamente migliore del libro: la strana calma medicalizzata della voce che rende l' omaggio finale.
link
Uno che ha attraversato il comunismo ludico-libidico condito dalle canzoni di Elvis e dai film di Marilyn Monroe, dai frigoriferi e dai transistor. Uno che leggendo "Actuel" voleva contestare il Capitalismo senza rinunciare al divertimento, anzi, alimentandone come nessun altro la nascenta industria erotico-pubblicitaria messa in piedi con l' attacco ai valori giudaico-cristiani, e con l' apologia della gioventù in cerca di estasianti avventure.
MH ci immerge in una sabbia mobile lenta quanto inesorabile; descrive un mondo avariato e irrecuperabile, eroso com' è da una vorace coppia di tarli: la libertà individuale e la scienza strumentale.
Ci voleva lui per smascherare questi falsi idoli allegando illustrazione meticolosa della loro azione corrosiva. Il mondo scolpito da quelle potenti mandibole è un universo rallentato, segnato da vergogne e timidezze arroganti, dove gli esseri si incrociano in un vuoto siderale in cui nessun incontro sembra mai possibile. Ogni tanto questi esseri si voltano verso di noi con occhi sbarrati, il loro sguardo non è addolorato, piuttosto atterrito, preda di tremori animali ed abietti.
Per "distruggere" con tanta perizia ci voleva un comunista senza più nulla da costruire.
Due fratelli, due vite solitarie e astiose, due vie verso il nulla. Un' età anagrafica atroce: cosa resta da fare quando carni vizze e biancastre cominciano ad arrotolarsi in un adipe repellente? Quando tutto annoia e si è ancora tanto distanti dalla morte? Eppure, difficile da credere, alcuni chiedono ancora una proroga, un piccolo supplemento di esistenza per soddisfare dei bisogni che sono fondamentalmente ancora gli stessi dell' adolescenza.
Il paesaggio è quello tedioso e tranquillo della Francia, ma potremmo essere in Giappone, in Norvegia. Insomma, in uno di quei sinistri paesi dove i quarantenni si suicidano comunque in massa.
Prendiamo la libertà. Finiti i bei discorsi con i quali si ha sempre la meglio nei dibattiti, spente le luci, l'uomo libero si ritrova solo e con un unico magnete in grado di attrarlo ancora "realmente": il sesso. Con tutto il portato di monotonia spossante che il sesso si trascina dietro.
Non per niente Bruno, il primo fratello, si masturnba in modo compulsivo, anno dopo anno questa attività diventa per lui preponderante fino ad assorbire ogni suo progetto, dalle vacanze al lavoro; anche quando si esaurisce ogni virilità, anche quando non restano più tracce di soddisfazione sensoriale.
Persino il Matrimonio è ben descritto solo se inquadrato come un intervallo di refrattarietà momentanea.
Che altro può fare chi ha solo la libertà come unico valore? Usarla per infliggersi un ultimo capriccio e soffrire lo spasmo che produce l' invenzione del successivo quando la nostra vena è inaridita da anni.
La comune sessantottarda, opportunamente variata, puo' ancora germogliare dando frutti insperati, perchè non provarci? Già, perchè? Purchè si sappia quando si scopa. I Chakra, il Tantra e le mille sfumature della New Age, hanno le carte in regola per arricchire la personalità, per scoprire nuovi anditi dell' animo in grado di vivificarci, sarebbe un peccato trascurarle. Basta sapere se e quando si scopa.
Con sguardo spento e fiducia affievolita giriamo il mondo trascinando una carcassa asciugata di tutto: resta solo una caricatura di desideri adolescenziali.
Intanto i figli guardano la TV 13 ore al giorno e al mattino ancora a letto sentiamo nauseati che in soggiorno già attacca il rosario dei cartoni animati quotidiani. Quegli stessi figli che poco prima erano alacri disegnatori ansiosi di mostrarci l' ingenuo capolavoro su cui avevano sudato tutto il pomeriggio, che solo un anno prima ci avevano deliziato e fatto sperare con una composizione eteroclita in cui appariva la scritta "ti voglio bene Papà". Sono figli che ora sentiamo perduti. Meglio dedicarsi alla vestizione più adatta per l' "aborto-party" organizzato da Di Giorno o allo "snuff movie" pagato diecimila euro.
***
La conoscenza scava, va a fondo fino ad isolare la particella elementare che ci costruisce. Strana questa cosa per cui conosciamo il mondo sempre meglio proprio mentre lentamente perdiamo ogni sapienza su come abitarlo.
Michel è un fisico che, alle soglie del Nobel, abbandona tutto. Perchè non farlo?
Non puo' certo trattenerlo la squadra di ricercatori che ha messo in piedi: la polvere burocratica cosparge ogni loro relazione; alla festicciola d' addio a nessuno viene in mente di fare le foto; basta uno sguardo annoiato, una parola strascicata per far defluire ciascuno verso la propria macchina. Si ha voglia di raggomitolarsi al più presto nella cuccia dell' "individualità", si ha subito nostalgia di tornare "monade".
Nessun rimpianto nel distacco dall' altro, solo numerosi, isolati e minuscoli sensi di liberazione. Quelli di chi puo' di nuovo abbagliarsi con la TV. Il clima da ufficio demitizza la "ricerca" intelligente, una filiera di onesti artigiani privi di genio e con la testa altrove mette a punto la scoperta; più che tesi e dottorati basterebbe un diploma condito con un po' di pratica per manovrare la strumentazione e uno sguardo attento quanto inerte.
Perchè non farlo dunque? Perchè non fare cio' che per un uomo della generazione precedente sarebbe stato a dir poco assurdo? Perchè non farlo ora che è sulla cinquantina ed è intellettualmente spacciato? Perchè non andare altrove, non gironzolare a caso per il mondo? Perchè? Perchè?
La sua fede nelle "particelle" gli impedisce da tempo di risondere a qualunque "perchè", e dietro il suo strano ed erratico comportamento non puo' che lavorare in modo diabolico quel dio impotente che ormai non riesce più ad abiurare per quanto voglia farlo.
Un maelstrom di noia trapuntato dal sollievo momentaneo che offrono violenza e pornografia. Non resta altro intrattenimento, non resta altra via per contribuire alla consumazione dei nostri corpi e non pensarci più.
Di antidoti non ce ne sono. Le relazioni famigliari? Le relazioni famigliari resistono qualche anno, talvolta resistono per decine d' anni, resistono molto più che ogni altro tipo di rapporto; e poi, finalmente, si sciolgono anch' esse.
Libertà e Conoscenza formano una tenaglia che ci amputa qualcosa di vitale, si cerca sempre di minimizzare questa sofferenza. Fintanto che la sofferenza della confessione sembra meno forte, si parla. Poi si tace, si rinuncia, si rimane soli.
Dal saggio di Bruno su GPII: "qualche Papa qua e là aveva misurato questa china, ma non l' abbiamo preso sul serio, ai miei amici per esempio non piaceva cio' che diceva su aborto, preservativi e altre stronzate del genere".
Ci voleva un comunista frustrato e in cerca di vendette postume per lanciare in modo stentoreo l' allarme.
E adesso, un rigo per un giudizio personale: il romanzo non è un capolavoro anche se il contenuto lo rende interessante. Altrimenti non l' avrei letto fino in fondo imbattendomi nel sorprendente finale.
Ve lo dico? Non ve lo dico? Bè, chi non lo vuole sapere non legga oltre.
Michel, il fratello scienziato, è tra i protagonisti di una rivoluzione scientifica decisiva che ci farà uscire definitivamente dall' onda lunga del cristianesimo. Un' umanità artificiale ricostruita in laboratorio con le tecniche della clonazione, un' umanità non più egoista, non più crudele, non più collerica, anestetizzata da ogni dolore, ripensa a come la tranquillità barbituresca di cui gode debba tanto al vecchio Uomo: quel mostro individualista, rissoso, tormentato, violento, che nel suo delirio narcisista non cessò mai di cercare la Bellezza e la Bontà.
Ecco la cosa artisticamente migliore del libro: la strana calma medicalizzata della voce che rende l' omaggio finale.
link
L' Anarco-Papa e la Mossa del Cavallo: 2240-1897-1883
Potrà mai la dottrina sociale della Chiesa Cattolica essere compatibile con l' anarchia, ovvero con una società senza Stato?
Per quanto non siano alle viste sbocchi del genere, propenderei per il sì, almeno ragionando a livello teorico.
Ma quale via seguire? Mi sembra che esista una "mossa del cavallo" in grado di produrre lo scacco matto che cerchiamo.
Mettendo da parte i fronzoli, sappiamo che lo Stato si fonda su un atto coercitivo: il prelievo delle imposte.
L' art 2240 del Catechismo sembra avallare questa pratica.
La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto
Si fa cenno al "bene comune", e qui facciamo una scoperta interessante: non per tutte le imposte esiste un obbligo di versamento, bensì solo per quelle "dovute", ovvero quelle indirizzate all' autorità legittima, quella che persegue il "bene comune".
Il concetto è bene espresso nell' art. 1897, qui si parla espressamente di "autorità legittima":
La convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente.
Negli articoli successivi si rafforza il concetto di "legittimità" e di "bene comune".
Ed eccoci al passaggio decisivo; come deve essere perseguito il bene comune? Risponde un articolo chiave, il 1883:
... La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune
Grazie GPII per questa gemma luminosa.
A questo punto direi che è fatta, la palla passa agli studiosi: basta dimostrare che "una società di ordine inferiore" è in grado di perseguire da sola il bene comune senza interferenze dall' alto che, anzi, si rivelano perlopiù dannose.
E' un compito proibitivo? Non penso, l' economia, con il suo individualismo metodologico, è la scienza più idonea per assolvere a questo compito, più di altre dimostra come il bene emerga dal basso, dalla fiducia nell' uomo e nella sua libertà. Il suo crescente primato tra le scienze sociali fa ben sperare. Mi sbaglio?
Naturalmente esistono molte "citazioni" tratte dai testi e dai documenti contrarie alla conclusione proposta. Ma ne esiste qualcuna che non puo' essere ricondotta nell' alveo proprio della Mossa del Cavallo?
Per quanto non siano alle viste sbocchi del genere, propenderei per il sì, almeno ragionando a livello teorico.
Ma quale via seguire? Mi sembra che esista una "mossa del cavallo" in grado di produrre lo scacco matto che cerchiamo.
Mettendo da parte i fronzoli, sappiamo che lo Stato si fonda su un atto coercitivo: il prelievo delle imposte.
L' art 2240 del Catechismo sembra avallare questa pratica.
La sottomissione all'autorità e la corresponsabilità nel bene comune comportano l'esigenza morale del versamento delle imposte, dell'esercizio del diritto di voto, della difesa del paese. Rendete a ciascuno ciò che gli è dovuto: a chi il tributo il tributo; a chi le tasse le tasse; a chi il timore il timore; a chi il rispetto, il rispetto
Si fa cenno al "bene comune", e qui facciamo una scoperta interessante: non per tutte le imposte esiste un obbligo di versamento, bensì solo per quelle "dovute", ovvero quelle indirizzate all' autorità legittima, quella che persegue il "bene comune".
Il concetto è bene espresso nell' art. 1897, qui si parla espressamente di "autorità legittima":
La convivenza fra gli esseri umani non può essere ordinata e feconda se in essa non è presente un'autorità legittima che assicuri l'ordine e contribuisca all'attuazione del bene comune in grado sufficiente.
Negli articoli successivi si rafforza il concetto di "legittimità" e di "bene comune".
Ed eccoci al passaggio decisivo; come deve essere perseguito il bene comune? Risponde un articolo chiave, il 1883:
... La dottrina della Chiesa ha elaborato il principio detto di sussidiarietà. Secondo tale principio, “una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune
Grazie GPII per questa gemma luminosa.
A questo punto direi che è fatta, la palla passa agli studiosi: basta dimostrare che "una società di ordine inferiore" è in grado di perseguire da sola il bene comune senza interferenze dall' alto che, anzi, si rivelano perlopiù dannose.
E' un compito proibitivo? Non penso, l' economia, con il suo individualismo metodologico, è la scienza più idonea per assolvere a questo compito, più di altre dimostra come il bene emerga dal basso, dalla fiducia nell' uomo e nella sua libertà. Il suo crescente primato tra le scienze sociali fa ben sperare. Mi sbaglio?
Naturalmente esistono molte "citazioni" tratte dai testi e dai documenti contrarie alla conclusione proposta. Ma ne esiste qualcuna che non puo' essere ricondotta nell' alveo proprio della Mossa del Cavallo?
lunedì 6 luglio 2009
Dubbio
Il viaggio è confermato, tappa ai Caraibi compresa. Mi chiedo solo se la circumnavigazione in kayak dell' atollo valga i soldi spesi...
sabato 4 luglio 2009
Qualcosa batte in testa
L' emicrania si approssima... rullano i tamburi nella parte di sotto... spuntano le tribù di pensieri che sempre accompagnano il tuo ingresso nel proscenio... Mentre la terra risuona dall' interno... percossa e cava... vivente timpano... cerco la mia medicina, era al sicuro in cassaforte... e se questi giri di serratura non finissero più?... e se dovessi stare qua fuori a girare per sempre la chiave scortato dall' ansia?...
venerdì 3 luglio 2009
Alla ricerca della felicità
Ma cosa vi dà tanto fastidio degli immigrati? Qualunque cosa sia si puo' affrontare senza porre una barriera ai confini.
Se ne approfittano del welfare? Impedite loro il diritto di accesso alle strutture. Ma non impedite loro di cercare qui la felicità.
Deprimono i nostri salari? Tassateli e trasferite ai nostri lavoratori la differenza. Ma non impedite loro di cercare qui la felicita.
Portano delinquenza. Rafforsate le pene e concentrate su di loro i controlli. Ma non impedite loro di venire a cercare qui la felicità.
Alimentano il lavoro nero? Comprimete la tassazione sul lavoro in regola. Ma non impedite loro di venire a cercar qui la loro felicità.
Votano la parte politica che non gradite? Impedite loro di votare. Ma non impedite loro di venire a cercare la felicità.
Sono portatori di culture ambigue? Chiedete che si uniformino. Ma non impedite loro di cercare qui la loro felicità.
Ma agli "amiconi" degli immigrati spesso ripugna affrontare in modo credibile i problemi che il loro animo "magnanimo" solleva. La gente non capisce, è ovvio. Peccato vedere come oggi l' Immigrato venga fiancheggiato da chi non puo' e non sa come aiutarlo; da chi lo rende bersaglio dei benpensanti e oggetto di un odio che sarebbe legittimo solo se stornato sui suoi pseudo-protettori.
Non lasciamolo in quelle mani e ricordiamoci che: chi non ama uno stato invasivo, ama l' immigrazione.
Non puoi avere un forte welfare e una forte immigrazione. Ci sono poi i fatti: i Paesi pià liberi sono quelli con le etnie più differenziate. L'immigrazione è anche un' arma fenomenale da usare nel dibattito etico contro i "buoni con i soldi degli altri": chi più dell' immigrato è povero e bisognoso? E chi ama di più i bisognosi: chi si batte per una sanità gratuita o chi si batte per quella libertà di migrare (che alla lunga farà collassare la sanità gratuita)? La risposta è chiara.
L' immigrato cerca la sua felicità, e così facendo potrebbe regalarla anche ad altri.
Se ne approfittano del welfare? Impedite loro il diritto di accesso alle strutture. Ma non impedite loro di cercare qui la felicità.
Deprimono i nostri salari? Tassateli e trasferite ai nostri lavoratori la differenza. Ma non impedite loro di cercare qui la felicita.
Portano delinquenza. Rafforsate le pene e concentrate su di loro i controlli. Ma non impedite loro di venire a cercare qui la felicità.
Alimentano il lavoro nero? Comprimete la tassazione sul lavoro in regola. Ma non impedite loro di venire a cercar qui la loro felicità.
Votano la parte politica che non gradite? Impedite loro di votare. Ma non impedite loro di venire a cercare la felicità.
Sono portatori di culture ambigue? Chiedete che si uniformino. Ma non impedite loro di cercare qui la loro felicità.
Ma agli "amiconi" degli immigrati spesso ripugna affrontare in modo credibile i problemi che il loro animo "magnanimo" solleva. La gente non capisce, è ovvio. Peccato vedere come oggi l' Immigrato venga fiancheggiato da chi non puo' e non sa come aiutarlo; da chi lo rende bersaglio dei benpensanti e oggetto di un odio che sarebbe legittimo solo se stornato sui suoi pseudo-protettori.
Non lasciamolo in quelle mani e ricordiamoci che: chi non ama uno stato invasivo, ama l' immigrazione.
Non puoi avere un forte welfare e una forte immigrazione. Ci sono poi i fatti: i Paesi pià liberi sono quelli con le etnie più differenziate. L'immigrazione è anche un' arma fenomenale da usare nel dibattito etico contro i "buoni con i soldi degli altri": chi più dell' immigrato è povero e bisognoso? E chi ama di più i bisognosi: chi si batte per una sanità gratuita o chi si batte per quella libertà di migrare (che alla lunga farà collassare la sanità gratuita)? La risposta è chiara.
L' immigrato cerca la sua felicità, e così facendo potrebbe regalarla anche ad altri.
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