martedì 14 gennaio 2020

I FATTI SEPARATI DALLE OPINIONI

I FATTI SEPARATI DALLE OPINIONI




1) La cosiddetta legge di Hume dice che non possiamo passare dall'”essere”, al “dover essere”, ovvero dai fatti ai valori. Dalla descrizione oggettiva di un fatto non discendono in automatico dei doveri o dei giudizi etici. I fatti da una parte e le opinioni dall’altra. Tutti sembrano essere d’accordo, questa distinzione ci appare puro buon senso. Eppure i cattolici si smarcano. Perché? Perché, una volta capito cosa si intende con la legge di Hume si scopre che il buon senso sta altrove.
 
2) Descriviamo un fatto: Caino uccide Abele. Ne discende che Caino è colpevole? Ovvio. Ma allora dall’ “essere” (la descrizione di un fatto), deriva un “dover essere” (un giudizio etico). Semplice no? Tutto di buon senso no? Ma dove sta l’inghippo?
 
3) Anche Hume probabilmente avrebbe condannato Caino, così come avrebbe condannato qualsiasi omicida. Avrebbe però negato l’esistenza di un legame reale tra il fatto e il valore. Classificherebbe la sua condanna come un’opinione soggettiva. Qualcosa di radicalmente diverso dalla descrizione di un fatto.
 
4) Un idealista avrebbe potuto pensarla diversamente e dire che la condanna dell’omicidio è un’idea innata che noi associamo alla storia di Caino e Abele. Anche in questo caso si evita di postulare un legame tra fatto e valore.
 
5) Riassunto: l’empirista (Hume) ha un’etica soggettiva, l’idealista (Kant) ha un’etica innata, mentre il realista (Aristotele) ha un’etica intuitiva. L’intuizione è quella facoltà che ci fa estrarre dei valori dai fatti. Possiamo chiamarla intuizione o buon senso. Inutile aggiungere che noi cattolici – via Tommaso – siamo degli aristotelici.
 
6) L’etica relativista ha mille difetti, non penso nemmeno che possa esistere un relativista sincero. L’etica innata è pretenziosa: come faccio a conoscere il bene e il male stando chiuso nella mia stanza? L’esperienza è un ingrediente essenziale. Alla fine l’etica realista si impone come la più sensata: dai fatti traiamo i nostri valori.
 
7) Analogia. Chi nega che dai fatti non discendano dei valori nega anche che io di fronte ad una banana gialla possa dire “ecco una banana gialla”. La banana gialla, infatti, non è un fatto, perché il giallo non lo è! Il fatto è costituito da un oggetto che emana certe frequenze. Certo, uno potrebbe dire che ha deciso di affibbiare a quelle frequenze il nome “giallo”. Ma questa ricostruzione è artefatta, la nostra esperienza è diversa: vediamo il giallo e lo chiamiamo giallo. Non solo, il giallo per noi è un colore, non una frequenza! In un senso il colore giallo (universale) ha uno status simile al comando morale: non si potrebbe inferire dai fatti, appartiene ad una dimensione aliena dai fatti. Eppure tutti noi lo inferiamo e crediamo che sia corretto farlo.
 
8) Ma perché quando sentiamo che fatti e valori sono distinti noi sottoscriviamo immediatamente? Abbiamo appena visto che ha poco senso farlo. Probabilmente perchè la modernità ci offre solo due alternative in cui collocarci: empirismo e razionalismo; ed entrambe ci chiedono di distinguere tra fatti e valori.
 
9) Secondo l’intuizionismo: (a) esiste una netta differenza tra l’intelletto da un lato e i sensi dall’altro, e (b) nulla penetra nell’intelletto se non attraverso i sensi. I concetti astratti (male, giallo, triangolarità…) sono reali e noi li scopriamo grazie a come il nostro intelletto elabora dei fatti concreti.
 
10) Razionalisti ed empiristi abbracciano solo una delle due ipotesi respingendo l’altra. I razionalisti sottoscrivono (a) ma rigettano (b), per loro i concetti sono innati, sono cioè un patrimonio della mente, ovvero di un mondo a sé stante. Gli empiristi accettano (b) ma non (a), per loro i concetti devono tutti derivare dai sensi, cio’ che abbiamo nella mente sono giusto delle immagini mentali di cio’ che proviamo con i sensi, nulla di nuovo.
 
11) L’accusa degli empiristi ai razionalisti: è un’illusione supporre di poter dedurre la verità prescindendo dai sensi, si finisce nella palude della metafisica più obsoleta.
 
12) L’accusa dei razionalisti agli empiristi: non puoi arrivare a concetti veramente universali partendo da osservazioni limitate; la logica induttiva non conduce da nessuna parte. Lo scetticismo verso il mondo esterno, la causalità, la coscienza eccetera ti condurranno al nichilismo.
 
13) Un ponte tra razionalismo ed empirismo è stato offerto da Kant. Purtroppo, prendeva il peggio da entrambe le dottrine e lo riuniva nella sua, innatista e scettica al contempo. Non a caso l’idealismo del XIX secolo si presenterà come metafisicamente stravagante – in conformità alle accuse degli empiristi – e antirealista – in conformità all’accusa dei razionalisti.
 
14) Separare (a) da (b) è stato il peccato originale dell’epistemologia moderna. Una sua triste eredità: il positivismo logico, ovvero quella dottrina per cui le uniche verità che esistono sono quelle della scienze naturali (sensi) e della logica (ragione). La condanna di Caino viene quindi retrocessa al rango di opinione.

lunedì 13 gennaio 2020

IN SELLA

IN SELLA

Di politica non ho mai capito molto, ogni volta che ho puntato su un cavallo mi sono ritrovato disarcionato; mi dicono che dovrei ripassare la lezione di Machiavelli, che dovrei abbandonare il mio romanticismo, che la politica non ha nulla a che vedere con la “policy ideale”, che ha regole sue proprie. Le regole per salire al potere sono diverse da quelle per restare al potere che sono diverse da quelle per governare bene. Essere competente nelle policy non ci dice ancora nulla sulla nostra competenza in politica. La politica riguarda il potere, non il bene pubblico. Non capire la politica puo’ essere persino una virtù, vivere trascurandola è ok, ci migliora, è consigliabile, soprattutto a un giovane; tuttavia sento una simile ignoranza come un vuoto. Eccomi qui allora a buttare giù qualche appunto da cui partire.

1) Ci sono regole per salire al potere e regole per starci. Le regole per governare bene non hanno nulla a che vedere con la politica poiché non è il buon governo a tenerti in sella. Il politico è a caccia del potere e, quando lo conquista, comincia per lui a regnare una lunga attesa. Cosa aspetta con timore e tremore? La deposizione.

2) Per ritardare la caduta è necessario foraggiare una coalizione di supporter. Un leader saggio non conta troppo su coloro che l’hanno aiutato nella scalata. Ricordatevi dei molto amici di Fidel Castro, un leader particolarmente longevo. Il loro destino è istruttivo.

3) La lezione politica più illuminante non l’ho avuta leggendo di politica ma di business (non c’è molta differenza): l’ascesa e la caduta di Carly Fiorina, CEO di Hewlett-Packard. Partiamo dalle basi: per ogni politico ci sono 1) elettori, 2) grandi elettori e 3) alleati. Gli elettori sono “intercambiabili”, i grandi elettori sono “influenti” e gli alleati sono “essenziali”. Per un manager il panorama è simile: azionisti, grandi azionisti e alleati nel CDA.

4) Nel caso di HP, il blocco influente era particolarmente ristretto poiché William Hewlett e David Packard mantenevano pacchetti azionari significativi. Piccoli cambiamenti potevano determinare grandi smottamenti. Se uno si alzava con il piede sbagliato…

5) Regola generale: il boss puo’ distribuire benefici privati (agli “essenziali”) o benefici pubblici (agli “intercambiabili”). In una corporation i benefici privati sono generalmente sotto forma di compensazione personale, stipendio, vantaggi e stock options. Quelli pubblici sono i dividendi e il capital gain. In HP gli “essenziali” erano un pugno di senior management molto ascoltati e qualche membro del CDA (tra le cui funzioni c’è quella di nominare, conservare o rimuovere i CEO). In HP il fondatore David Packard fu un CEO longevo e fu sostituito nel 1992 da un addetto ai lavori, Lewis Platt, che si ritirò nel 1999 sostituito infine dall’ “esterna” Carly Fiorina.

6) Dovrebbe essere ovvio che tutti i membri del consiglio coinvolti nell’ estromissione dell’ex CEO possono essere un problema anche per il nuovo CEO: chi ti ha creato, puo’ distruggerti (se non lo distruggi prima tu). Il tempo in carica, poi, si allunga se i legami personali con gli “essenziali” sono stretti. Per questo i cda sono pieni di parenti e amici. Al contrario, la presenza di outsider in un consiglio si traduce in rendimenti migliori per gli azionisti, ma anche in un rischio per il CEO, che non ha un interesse allineato a quello dei proprietari.

7) La Fiorina, in carica dal 1999 al 2005, prima di essere rimossa, è stata il bersaglio di una lotta per procura organizzata da Walter Hewlett e David Woodley Packard, figli dei fondatori di HP e persone con grandi interessi finanziari in HP. Nota che il membro del CDA grosso azionista è più preoccupato per le prestazioni complessive di HP che per tutti i vantaggi privati ​​che derivano dall’essere membri di un board.

8) Dopo che Fiorina salì al potere, il cda era composto da un consistente gruppo di membri interni che non erano di sua scelta e che avevano grosse quote azionarie. Un bel problema: gente del genere non la taciti alzandogli lo stipendio, i loro interessi sono altrove. Inoltre, poteva contare su pochi “intimi”, ovvero gente a lei leale. Nel 2000 comincio’ l’opera di snellimento del CDA e nel 2001 era del 30 percento rispetto al consiglio che aveva ereditato originariamente. Anche il Packard aveva mollato.

9) Nel 2002 la Fiorina si giocava tutto lanciando la fusione con Compaq e presentandola come un vantaggio per HP e i suoi azionisti. Ma guardiamo ai numeri: il giorno prima dell’annuncio della nomina di Carly Fiorina a nuovo CEO di HP, le azioni di HP erano scambiate a $ 53,43. Poi iniziò un declino e scesero a meno di $ 39 (metà ottobre 1999), circa tre mesi dopo. All’inizio di aprile 2000, le azioni di HP erano aumentate notevolmente a circa $ 78. Dopo cominciò il periodo nero, il prezzo delle azioni andò in tilt, toccando il fondo nel settembre 2002 a circa $ 12 per azione sottoperformando i principali indici di borsa. Il rimbalzo successivo fu solo fino a $ 20. La Fiorina fu licenziata. Cosa era andato storto?

10) Per quanto riguarda la fusione Compaq, il mercato è stato pessimista. Dal punto di vista di qualsiasi grande investitore in HP, comprese le famiglie Hewlett e Packard, le iniziative della Fiorina furono un disastro. La fusione era stata interpretata come una sfida agli azionisti anziché come un piano economico razionale. I mercati non amano le lotte interne e quando Walter Hewlett e David Woodley Packard dichiararaono la loro opposizione alla fusione, il destino fu segnato.

11) Le fusioni sono un’occasione per rivedere i board e accrescere il potere di chi è in carica in quel momento, evidentemente le famiglie dei fondatori avevano interpretato in questo modo la mossa della Fiorina. Inoltre, in HP i membri del consiglio erano anche azionisti potenti e non potevano essere tacitati con premi privati. La Fiorina contava sul fatto che, una volta concluso l’accordo, avrebbe potuto portare alcuni dirigenti Compaq nel board di HP, un’occasione preziosa per indebolire la fazione del consiglio che le si opponeva. Ma una mossa del genere deve contare sul fattore sorpresa ed essere presentata alle “vittime” come fatto compiuto, in caso contrario il rischio è grande. Purtroppo, la grande burocrazia che c’è dietro queste manovre (pensiamo alla documentazione da presentare alla SEC) impedisce di viaggiare a fari spenti.

12) Il consiglio post-fusione era di undici membri e includeva cinque nuovi membri importati da Compaq. Occorreva “comprarli” e nel 2004 lo stipendio dei consiglieri venne raddoppiato portandolo a $ 200.000. In sintesi: dividendi costanti, quotazioni in ribasso e stipendi dei consiglieri raddoppiati. La Fiorina voleva comprare lealtà ma nel board aveva azionisti i cui interessi dipendevano dai mercati più che dallo stipendio e i mercati rimanevano pessimisti. Sotto questa enorme pressione la Fiorina si dimise.

13) La lezione più generale: l’obiettivo è governare, non governare bene. Anche Mark Hurd, il CEO successivo, fu fatto fuori per scandali personali. Fece un buon lavoro ma a nulla valse per la sua sopravvivenza politica. La meritocrazia non sembra una variabile decisiva in politica. L’autocrate – ma non solo – non è interessato al buon governo, non guarda a cio’ che è buono per tutti ma a cio’ che è buono per lui. Non solo, le persone competenti e brillanti sono i rivali più insidiosi, occorre farli fuori quanto prima. Meglio circondarsi di persone leali. Le tre caratteristiche più importanti dell’alleato: (1) Lealtà; (2) Lealtà; (3) Lealtà. Meglio scegliere tra amici di lunga data o familiari. Rispetto alla Fiorina, Fidel Castro fu un maestro.

14) Saddam Hussein in Iraq, come Idi Amin in Uganda e tanti altri leader nazionali, iniziarono come teppistelli di strada, ma ebbero l’accortezza di scegliersi alleati ottusi ma leali installandoli nelle posizioni più importanti – quelle dove potere e denaro scorrono a fiumi. Ma anche l’accortezza di liberarsi dei sodali più brillanti con cui avevano dato l’assalto al potere. Saddam sapeva dove erano i soldi (il petrolio). Una volta al potere, potò spietatamente la sua base di supporto e arricchì i meno capaci. Pensava giustamente: ogni rivoluzione ha la sua contro controrivoluzione ed è necessario depotenziarla non appena si arriva nella stanza dei bottoni, chi può portarti sullo scranno, puo’ farti anche cadere. Tra gli epurati da Saddam vi erano professori, ufficiali militari, avvocati, giudici, imprenditori, giornalisti, leader religiosi e molti altri uomini istruiti e di talento. Tra i sopravvissuti c’erano persone come il cugino “Chemical Ali”, ovvero Ali Hassan al-Majid, uno sciagurato lealissimo che aveva sterminato i curdi. Prima faceva il ragazzo delle consegne e non aveva nessuna istruzione formale, la sua principale area di competenza divenne l’omicidio. Ma Saddam non è certo un’eccezione: Il suo successore, il primo ministro Nouri al-Maliki, eliminò i servizi di sicurezza sunniti appena in carica. Entrambi i leader sapevano che era meglio avere vicino incompetenti leali rispetto a rivali competenti.

15) Tuttavia, avere consulenti competenti è inevitabile se non si vuole finire nel pozzo. In oriente il problema è stato risolto ricorrendo agli eunuchi. Nella sostanza occorre scegliere consulenti stretti che per ragioni oggettive non possano scavalcarti. Non è certo una coincidenza che Saddam Hussein, in quanto presidente dell’Iraq islamico, abbia avuto un cristiano, Tariq Aziz, come il suo numero due.

16) Il modo migliore per rimanere al potere è mantenere piccola la coalizione e, soprattutto, assicurarsi che tutti sappiano di essere sostituibili. Per questo nei paesi governati da tiranni ci sono continuamente elezioni: le elezioni non vengono truccate tanto per confermare il leader, quanto per far avvertire ai politici potenti quanto possono essere facilmente sacrificabili se si discostano dalla linea. Vladimir Ilyich Lenin fu il primo a sfruttare questa idea: qualsiasi azione da lui intrapresa – tipo inviare in Siberia un personaggio scomodo – era volontà del popolo. Le elezioni truccate presentano un altro vantaggio: tutti potrebbero, con una probabilità molto piccola, diventare segretari generali del Partito Comunista, proprio come il piccolo criminale Joseph Stalin o l’ignorante Nikita Krusciov. La fusione con Compaq non aveva ragioni economiche, era un modo per manipolare la composizione del board, ovvero un modo per truccare le elezioni in un paese avanzato. Praticamente ogni società quotata in borsa utilizza questi stratagemmi, siamo nella fisiologia del potere. La sfortuna della Fiorina fu quella di avere una grande concentrazione delle azioni in poche mani, un azionariato disperso non si sarebbe interessato granché alle sue manovre, questo lo avrebbe saputo anche il mercato che sarebbe stato meno severo con lei.

17) Gorbaciov ha costretto gli avversari, come Boris Eltsin, a uscire dal politburo. Sicuramente Stalin avrebbe fatto fuori un tipo del genere. Tutti sfidarono il tenero Gorby, era conveniente farlo, e alla fine cadde. Nessuno sfida Mobutu Sese Seko in Zaire o anche Deng Xiaoping in Cina.

18) Hitler divenne cancelliere della Germania il 30 gennaio 1933. Durante la sua ascesa al potere si affidò alle SA, una forza paramilitare con a capo Ernst Rohm. Ma Hitler percepiva il leader della SA come una minaccia, nonostante il suo sostegno decisivo. Nella notte dei lunghi coltelli lo sostituì con Heinrich Himmler e le sue SS, che riteneva più leali.

19) Robert Mugabe è stato eletto presidente dello Zimbabwe nel 1980 a seguito di un accordo negoziato dopo una lunga guerra civile. Le due forze in campo: 1) ZANU (Unione nazionale africana dello Zimbabwe) di Robert Mugabe e 2) ZAPU (Unione popolare africana dello Zimbabwe) di Joshua Nkomo. All’inizio predicò la riconciliazione ma una volta consolidato il potere di ZANU, non c’era più motivo per essere leali con ZAPU. Allo stesso modo inizialmente fece l’occhiolino ai bianchi contattando molti membri di quella comunità (che in quel periodo lo chiamava “il vecchio zio Bob”), non poteva gestire il paese senza di loro ma soprattutto aveva bisogno di sapere dove fossero i soldi. Tuttavia, una volta terminato l’apprendistato, l’atteggiamento di Mugabe mutò e nel 1981 ottenne uno stato a partito unico e iniziò ad arrestare i bianchi dicendo “stermineremo quei serpenti bianchi che infestano il nostro paese”. Mugabe fu particolarmente duro anche nei confronti dei suoi ex compagni d’armi. Ha costretto Nkomo a uscire dal gabinetto di governo e ha inviato un gruppo paramilitare addestrato nella Corea del Nord, la Quinta Brigata, a terrorizzare Matabeleland, roccaforte regionale del suo ex amicone.

20) Guardando ai dittatori vedi la politica nella sua purezza, ma anche le domocrazie non scherzano, sebbene debbano sopportare elezioni reali. Tuttavia, anche loro, ogni volta che possono, sono felici di copiare il compagno Lenin. Tutte le volte che vengono create regole elettorali per mettere al bando le pratiche corrotte, i politici trovano nuovi mezzi per manipolare i risultati. Possono ridisegnare i collegi prima delle elezioni, possono limitare il diritto di voto, possono cambiare sistema elettorale a seconda delle convenienze. Le democrazie hanno escogitato un numero di scappatoie perfettamente legali per garantire stabilità nei governi.

21) In Malesia l’immigrazione è controllata in modo da creare un elettorato favorevole alla parte governativa. E’ impressionante vedere comel’immigrato venga reclutato appena lascia la barca giunta in porto giusto qualche giorno prima delle elezioni.

22) Gli stati dell’India del nord, come Bihar e Uttar Pradesh, sperimentano ogni volta la “cattura del seggio”, una pratica per cui i delegati di partito catturano il seggio elettorale dirottando gli esiti a senso unico. Qui lo scrutatore diventa di fatto un grande elettore. L’elezione si decide alla nomina degli scrutatori.

23) Un altro modo per incollarsi al trono consiste nell’incoraggiare la concorrenza. Esempio: il parlamento e la presidenza della Tanzania sono perennemente controllati dal partito Chama Cha Mapinduzi (CCM), anche se ben diciassette partiti partecipano abitualmente alle elezioni libere della Tanzania. Il fatto è che il partito in carica ha uno zoccolo duro e, non appena si accorge di rischiare, moltiplica i partiti in lizza diluendo la potenza degli avversari. Altro trucco: esagerare con i seggi designati per le minoranze. In questo modo i seggi dell’opposizione si riducono: la Tanzania ha elezioni libere, ma la realtà è che il partito in carica del CCM può sostenersi in carica con appena il 5 percento dei voti.

24) C’è poi il voto di scambio, ovvero il fenomeno dei “Signori del voto”. Un piccolo gruppo di notabili locali o patrocinatori negoziano con la politica il voto della loro comunità per ottenendone grandi ricompense. La ricerca del potere unita all’influenza dei blocchi di potere ha minato qualsiasi idea del perseguimento di principi politici nobili. L’affiliazioni tra elettori e partiti non deve avere necessariamente ragioni ideologiche. L’India è probabilmente il paese dove questa pratica tocca l’estremo: partiti ideologicamente opposti governano tranquillamente insieme. Il raja, proprietario di gran parte degli interessi minerari nel Bihar, per esempio, cambia partito ogni mese a seconda del miglior offerente: ogni volta che cambia, guadagna qualcosa personalmente.

25) Bibliografia.

sabato 11 gennaio 2020

MISTICI



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IL MISTICISMO CIELLINO

Nei gruppetti e nelle scuole di comunità in cui i ragazzi del movimento commentano l'opera di don Giussani la fede è concepita come l'esito di un incontro con Gesù. Io, devo ammettere, non ho mai incontrato Gesù ma molti amici dicono di aver fatto questa esperienza, magari aiutati dalla preghiera.

Considerato che sono sinceri, è possibile anche solo concepire che non stiano dicendo la verità?

In altri termini, è possibile sbagliarsi sulla propria esperienza? Cioè, se qualcuno dice che ha fame, forse sta dicendo la verità, forse sta mentendo ma non c'è una terza opzione. Oppure sì? In effetti a volte dico a me stesso che non ho fame ma poi, se comincio a mangiare riluttante, divoro tutto e devo ammettere a me stesso che avevo famo. Eppure non riesco ancora ad ammettere che mi sbagliavo dicendo che non avevo fame. Ero nel giusto: non avevo fame e non avrei toccato cibo senza soffrire di questa cosa. La fame mi è venuta dopo. Forse il mio corpo aveva fame e la mia mente no, ma io sono la mia mente, non il mio corpo. Forse l'incontro con Cristo avviene solo nella nostra mente ma per questo fatto non è meno reale.

Ogni percezione, in un certo senso, è un'allucinazione.

La vista del fiore più bello che tu abbia mai visto è solo uno schema di impulsi nervosi che invia il tuo talamo alla corteccia. Il dolore più orribile che tu abbia mai provato è solo uno schema di impulsi nervosi inviato dal tuo talamo. Forse nel 30 AC il talamo di San Pietro inviò alla sua neocorteccia la stringa 3a09e1508ff7, che corrispondeva a qualche immagine particolare di Gesù, e questa non era un'allucinazione in senso stretto perché Gesù era in piedi proprio di fronte a lui. E forse la settimana scorsa il talamo di qualche ciellino ha inviato alla sua neocorteccia lo stesso identico pacchetto, 3a09e1508ff7, che corrisponde alla stessa identica percezione di una visione di Gesù, ma in quel caso si trattava di un'allucinazione, perché Gesù non era là.

Gesù non era là, tuttavia, non possiamo parlare di falsità. Forse che il dolore psicosomatico è falso dolore? Qualcuno potrebbe rompersi il ginocchio e il suo talamo invia il pacchetto 09f7e8e15445, che corrisponde al dolore lancinante al ginocchio. Qualcun altro con dolore psicosomatico al ginocchio riceve lo stesso pacchetto dal talamo, pacchetto 09f7e8e15445, e sente esattamente la stessa cosa. Chi soffre di più? Se una strega ti ha maledetto e puoi scegliere tra dolore fisico e dolore psicosomatico, la risposta sbagliata è "ovviamente psicosomatico, perché è un falso dolore". Altro che falso dolore, la stringa è la stessa, risposta giusta, semmai, è chiedere qualcosa come "quale è più facile da curare?" o "quale è più probabile che se ne vada da solo?".

Per questi motivi, una volta appurata la sincerità della persona, tendo a credere a chi mi riferisce esperienze soggettive di tipo mistico.


MISTICI


Sto ascoltando su Radio Tre una trasmissione di Uomini e Profeti dedicata a Raimon Panikkar e mi è venuta una gran voglia di scrivere un post al misticismo; purtroppo mi mancano le forze, tuttavia ho buttato giù una scaletta destinata a coprire una prima parte, quella dove esprimerei il mio scetticismo di default. Se qualcuno volesse sfruttarla e completare il lavoro…
1) Se il nostro cervello è come un computer, perché quando un computer si rompe lo schermo diventa nero o si blocca o qualcosa del genere, mentre quando si “rompe” il nostro cervello comincia a vedere Gesù e a sentire le voci dei santi?
2) Cominciamo con una distinzione cruciale, possiamo pensare in due modi: 1) dal basso all’alto (si mettono insieme piccole cose per poter pensare una grande cosa), 2) dall’alto al basso (si pensa il tutto e lo si scompone in piccole cose).
3) Esempio 1. Quando vedi le tre lettere C, A e T di fila, potresti combinarle per ottenere la parola CAT. Stai pensando dal basso: prendi il “piccolo” e ottieni il “grande”. Oppure puoi dare un’occhiata al tutto e decidere che la lettera ambigua è un’ H nella prima parola e una A nella seconda in modo da poter leggere “THE CAT”, ovvero un’espressione sensata. Nota che il medesimo simbolo non puo’ essere contemporaneamente un’ H e una A, la cosa diventa possibile solo se pensiamo dall’alto in basso, cioè solo se il tutto dà senso alle parti. La nostra immagine generale ha cambiato il modo di vedere gli elementi particolari.
4) Esempio 2. Riconosciamo la frase “PARIS IN THE SPRINGTIME”, e quindi supponiamo che sia ciò a cui il cartello rinvia. Ma così facendo espelliamo il doppione del termine THE poiché bizzarro. Cosa è successo? E’ successo che pensando dal generale al particolare abbiamo espulso dal nostro orizzonte quei particolari che non rientrano nello schema che ci siamo fatti. L’operazione non sarebbe stata possibile se avessimo sommato i particolari poiché in quel caso il doppione sarebbe stato ineludibile.
5) Esempio 3. Cosa vedete in questa immagine (andrebbe vista su mega-schermo)? Alcuni vedono solo macchie informi, altri vedono una mucca. Se dite ai primi della mucca presto riusciranno a vederla anche loro, non solo: NON RIUSCIRANNO A VEDERE altro che una mucca! E’ come se il “pensiero dall’alto” si fosse imposto in modo prepotente; una volta che questa modalità di pensiero si afferma, diventa padrone della scena. Avendo dato a te stesso uno schema dall’alto verso il basso (top down) su cui lavorare, lo schema si organizza in buona parte autonomamente dalla tua volontà.
6) Pensa all’elaborazione cognitiva dall’alto verso il basso come a un modo di prendere l’insignificante (“rumore”) ed espellerlo al fine che il tutto quadri e abbia un senso. Un modo di far tornare i conti. L’allucinazione si spiega in questo modo: eliminazione compulsiva del “rumore”. Quando la tua facoltà di creare corrispondenze è “rotta” (lavora troppo), troverai in continuazione modelli che non sono presenti nella realtà ma che la tua inusitata capacità di “depurazione” scambia per realistici. L’inspiegato viene ricondotto alle alternative significative. l’allucinazione emerge quando la tua capacità di elaborazione top-down diventano così disfunzionali da espellere una miriade di elementi pur di ricondurre tutto agli schemi significativi.
7) E’ quello che succede ogni notte quando sogniamo. Noi possediamo degli “schemi significativi” che derivano dalle nostre esperienze più importanti, anche solo un piccolo evento nella nostra rete neuronale puo’ metterci in moto nel tentativo di ricondurre tutto a questi schemi. Il sogno rappresenta questo sforzo generato automaticamente dal cervello.
8) I paranoici sono le persone più soggette ad allucinazioni. Non sorprende: il paranoico ha idee fisse, quindi schemi di significato fortissimi, il suo tentativo esagerato di ricondurre tutto a quegli schemi genera allucinazioni. C’è in questi soggetti un disturbo nei modelli associativi, è come se lavorassero troppo intensamente, nel tempo si sono costruiti in testa una trama e ogni cosa che accade loro viene adattata senza sforzo.
9) Le stesse persone che hanno allucinazioni hanno anche esperienze mistiche, come se sentissero un senso di improvvisa comprensione e connessione con l’universo. Ci sono tre categorie di persone che presentano queste caratteristiche: 1) i tossici, 2) chi fa meditazione, 3) i profeti. Dietro di loro potrebbe esserci un abuso della facoltà associativa.
10) A questo punto potrei citare il Rabbi Clifford: “… come una capra di montagna che salta estaticamente da una falesia all’altra, ogni mio pensiero scaturisce da un altro, e da un altro ancora, all’infinito. Posso continuare senza sforzo a connettere cose che non avrei mai pensato come connesse”. Qui ci starebbe bene una digressione sulla cabala ebraica. Oppure l’analisi mistica delle filastrocche di Mamma Oca eseguite dal satanista Aleister Croewley. Pertinenza ed effettistica si sposerebbero bene. I koan Zen sono qualcosa di un po’ differente, ma li tratterei ugualmente qui visto che implicano anche una notevole capacità di torturare concetti casuali per ricondurli a schemi di partenza.
11) A cosa puo’ dunque essere ricondotto molto misticismo? All’esercizio forzato delle nostre facoltà di abbinamento e connessione con modelli di riferimento. Una facoltà esercitata “a vuoto” ma in modo impressionante, un po’ come il culturista che in palestra produce un’energia muscolare devastante impiegata solo per spostare i pesi a destra e poi di nuovo a sinistra. Questa ipotesi si sposa bene con il resoconto dei mistici: “tutto è connesso” o “tutto è uno”, o “tutto ha un senso” o “tutto nell’universo è buono ed è lì per uno scopo”. E alla fine vedono Dio, ovvero il collante di tutte le cose, ovvero il vertice che da senso a tutto (cio’ che non lo riceve viene espulso). Ma non si sposa del tutto con altri particolari.
12) Domande inevase: perché le persone con esperienze mistiche sono mediamente più felici e convivono meglio con la realtà? Di certo trovare un senso nelle cose è piacevole e utile, così come non trovarlo può essere molto stressante! Ma una risposta più persuasiva la lascerei alla seconda parte dell’articolo (qui).

venerdì 10 gennaio 2020

5 Specialization and Sustainability

5 Specialization and Sustainability
Note:@@@@@@@@@5

Yellow highlight | Location: 729
It is very hard to be against sustainability. In fact, the less you know about it, the better it sounds.
Note:Robert Solow

Yellow highlight | Location: 730
economists do not know enough to engineer society,
Note:Definizione

Yellow highlight | Location: 731
correct the intuitions
Note:Il loro compito

Yellow highlight | Location: 736
Human economic activity alters the environment.
Note:Il problema della sostenibilitá. Come la definiamo?

Yellow highlight | Location: 736
We transform plants, animal products, and minerals into different forms.
Yellow highlight | Location: 738
Suppose we were to define sustainability as leaving the natural environment exactly as we found it.
Note:Una possibile definizione

Yellow highlight | Location: 739
you cannot kill game or gather plants at a higher rate than they are naturally replenished.
Note:Una definizione buona x i cacciatori del passato ma nn x noi

Yellow highlight | Location: 743
unfeasible. It is, when you think about it, not even desirable.
Note:Lasciare il mondo com é

Yellow highlight | Location: 744
build no roads; build no dams; build no piers.
Yellow highlight | Location: 747
Sustainability is an injunction not to satisfy ourselves by impoverishing our successors.
Note:La definizione di Solow

Yellow highlight | Location: 749
this economic definition does not offer clear, precise guidance
Note:Purtroppo

Yellow highlight | Location: 750
what we leave to future generations includes more than just the natural environment.
Note:Tuttavia

Yellow highlight | Location: 751
the built environment,
Note:Tenere conto anche di 1

Yellow highlight | Location: 751
technological knowledge.
Note:E 2

Yellow highlight | Location: 753
what economists call capital.
Yellow highlight | Location: 753
We leave a set of institutions,
Note:Ma anche

Yellow highlight | Location: 754
We leave a pattern of specialization and trade
Yellow highlight | Location: 755
knowledge that we have accumulated through the process of experimentation, evaluation, and evolution.
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The authors of the U.S. Constitution left the United States
Note:Considera il lascito degli antenati

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Scientists and engineers have left us with their know-how.
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railroad and the means for long-distance
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automobile and the airplane.
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computer and the Internet.
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means of living longer and healthier
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The market measure of sustainability is profit.
Note:Tttttt

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If a business were to deplete one of its crucial inputs, its cost of production would rise, profits would turn to losses, and
Note:Insostenibilità

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The owner of farmland will want to replenish the nutrients in the soil rather than deplete them
Note:X questo che

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If wood becomes more expensive than natural gas, people will switch from burning wood to burning natural gas.
Note:Altro esempio

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“doing more with less.”
Note:L oboettivo

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sustainability is assessed using the price system. If two methods for producing a given output exist, the market will select the method that uses the fewest
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First, market prices would have to reflect the cost of resources.
Note:Mercato e sostenibilitá. Condizione 1

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Second, the issue of intergenerational equity that Solow emphasizes would have to be addressed.
Note:2

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Consider air quality, for example. Since no one owns the air in Pittsburgh, the market has no means for stopping cars
Note:1 nn soddosfatta

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Similarly, since no one owns the oceans, the market has no means for stopping overfishing.
Note:Altro caso

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one approach is for fishermen to get together and agree on quotas
Note:Cap and trade

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Another approach is to create private fish farms.
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when should individuals or policymakers use their own judgment to override the information that market prices give them?
Note:Quando gli incentivi di mercato

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the recycling of paper and plastic.
Note:Esempio

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an entrepreneur could, in principle, start a business of buying old newspapers
Note:Non c é bisogno dell obbligo

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If the benefit of recycling exceeded the cost, then such recycling could be undertaken at a profit.
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we can infer from the necessity to force or subsidize recycling that recycling does not pay.
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recycling wastes resources
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one would have to show that there is a flaw in the market pricing
Note:Per difendere il briciclo

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Perhaps the market does not adequately account for the cost of landfills,
Note:Interventi mirati non casuali

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mandate to add ethanol to gasoline.
Note:Altro esempio x ridurre la CO2

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requires growing more corn to produce ethanol.
Note:Conseguenza

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overall resource use is increased, because of the cost of growing the additional corn.
Note:Tuttavia

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Many people believe intuitively that it saves resources to “buy local.”
Note:Altro esempio

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However, if the grocery store sells cheaper produce that comes from hundreds of miles away, some factor must offset the higher transportation cost.
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the land elsewhere is more suited to growing crops,
Note:Esempio

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The local land might be better used for housing
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Water or other resources may be used more heavily locally than on distant farms.
Note:Oppure

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“buying local” wastes resources.
Note:Se il prezzo é più alto

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market prices work to protect the environment,
Note:Molti scettici tttttt

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Jesse Ausubel,
Note:L autore da consultare

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Since about 1940 American farmers have quintupled corn while using the same or even less land.
Note:Un esempio x nn essere scettici

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The inputs to agriculture have plateaued and then fallen, not just cropland but nitrogen, phosphates, potash, and even water.
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When farming becomes more efficient, farmland reverts to wilderness.
Note:Il ritorno del selvaggio

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the amount of forest is now increasing in many advanced countries.
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Foresters refer to a “forest transition”
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There has been an overall increase in plant life on earth.
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[G]lobal greening is the most important ecological phenomenon on land today.
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use of many commodities, such as cadmium and iron ore, has dropped in the United States, in spite of a near doubling of population. Some of that reduction reflects greater efficiency,
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use of water in the United States has actually declined since 1970. That change reflects greater efficiency in farming. (Ask your friends who proudly “buy local” whether they know how much water their local farmers use compared with the distant farmers from whom the supermarket imports produce.)
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“in 2014 Americans used less petroleum than they did in 1997, despite the fact that the economy is nearly 50 percent larger
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a significant depletion of edible fish in the world’s oceans.
Note:Note dolenti

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By selling books in digital format, online retailer Amazon is letting us read more while using less paper;
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Airbnb is giving us more places to sleep without building hotels;
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iTunes is allowing us to listen to more music without manufacturing records.
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The question of sustainability is this: can we keep doing what we are doing? The market calculates the answer by looking at the profits from specialization and trade. When profits are positive, the market answer is yes. Otherwise, the market answer is no.
Riepilogo. E attento a fare i calcoli giusti quando correggiamo