lunedì 14 marzo 2016

1.2. Un tragico episodio: la morte dello studente Paolo Rossi - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo di Vladimiro Satta

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2. Un tragico episodio: la morte dello studente Paolo RossiRead more at location 226
Note: 12@@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
Nell’aprile 1966,Read more at location 227
La mattina del 27 il diciannovenne Paolo Rossi, studente di Architettura, socialista, fu aggredito dai fascisti mentre distribuiva volantini davanti alla facoltà di LettereRead more at location 233
Quando si sparse la notizia della morte del giovane, l’emozione fu grande e in serata portò a un’occupazione spontanea della facoltà di LettereRead more at location 239
Gli adulti, in pratica, presero in mano la situazione, senza che ciò incontrasse dissensi da parte dei giovani,Read more at location 245
La cessazione fu decisa dalle rappresentanze universitarie, che sostanzialmente erano emanazioni dei partiti. Qualcuno si dispiacqueRead more at location 252
Note: MOBILITAZIONE CESSATA Edit
guardando alle occupazioni, possono sembrare anticipazioni del Sessantotto, ma a ben vedere l’unità realizzatasi tra tutte le classi di età sotto la guida di organizzazioni quali i partiti e le associazioni partigiane segna una distanza epocale tra l’episodio del 1966 e la contestazione di un paio di anni più tarda.Read more at location 258
Note: OCCUPAZIONE 

1.1. Protesta sociale e violenza negli anni Sessanta: lineamenti - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo di Vladimiro Satta

1. Protesta sociale e violenza negli anni Sessanta: lineamenti - I nemici della Repubblica: Storia degli anni di piombo di Vladimiro Satta - #unperiodotranquillo #ilpaesepiùdemocratico #pietrosecchiaaddio #fredaeditore
1 Le condizioni di partenzaRead more at location 143
1. Protesta sociale e violenza negli anni Sessanta: lineamentiRead more at location 145
Note: 111@@@@@@@@@@@@@@@@@@@ Edit
Il periodo che va dall’inizio degli anni Sessanta alle prime settimane del 1968 era stato un’epoca abbastanza pacifica nel nostro Paese, a eccezione dell’Alto AdigeRead more at location 145
Note: UN PERIODO TRANQUILLO Edit
Il miglioramento si deve alla combinazione di due fattori. Il primo, politicamente collegabile all’avvento del centro-sinistra, fu l’ammorbidimento della condotta delle forze dell’ordine nei confronti dei manifestantiRead more at location 153
Note: CENTROSINISTRA Edit
L’Italia si distingueva per l’alto livello di libertà civili e politiche garantite ai singoli cittadini e alle associazioni.Read more at location 156
la più larga facoltà di esercitare i diritti politici in maniera democratica. Il sistema elettorale proporzionale con soglia di sbarramento molto bassa offriva una rappresentanza in Parlamento anche a chi riscuoteva consensi esigui.Read more at location 158
Note: UNO DEI PAESI PIÙ DEMOCRATICI Edit
L’editoria e la stampa, per lo più in mano ai privati, davano vita a un sistema pluralista nel quale anche i più estremisti avevano modo di farsi sentire.Read more at location 162
Note: MEDIA Edit
Uno dei maggiori gruppi editoriali nazionali, infatti, era quello di Giangiacomo Feltrinelli, a buona ragione detto l’«editore-guerrigliero».Read more at location 163
Note: FELTRINELLI Edit
Nei primi anni Settanta, si terranno alla luce del sole congressi di forze politiche nei quali l’argomento all’ordine del giorno sarà la rivoluzione, e sui giornali compariranno appelli firmati ad armare le masse e a «combattere un giorno con le armi in pugno contro lo Stato».Read more at location 170
Note: RIVOLUZIONE Edit
Il Pci non mobilitò contro il centro-sinistra né le masse – cui invece aveva fatto ricorso per fermare il governo Tambroni – né il proprio apparato paramilitare clandestino, che anzi era in progressivo disarmo, di pari passo con il declino di Pietro Secchia,Read more at location 180
Note: PIETRO SECCHIA Edit
La sinistra rivoluzionaria extraparlamentare, che era poca cosa, non vedeva all’orizzonte segni dell’auspicato crollo del capitalismo e, per il momento, era costretta a trattenersi in attesa di tempi migliori.Read more at location 182
Note: SINISTRA RIVOLUZIONARIA Edit
A destra, il partito monarchico era contrario alla Repubblica per principio ma non intendeva minimamente contrastarla in maniera bellicosa, e quello missino si adattava a un ruolo di opposizione fine a se stessa e non concepiva vie d’uscita dalla propria sterile condizioneRead more at location 187
Note: MONARCHICI E MISSINO Edit
Il gruppo Ar raccoltosi nel 1963 a Padova intorno al giovane Franco Freda, entrato in contatto con Ordine nuovo nel 1966 e giudicato responsabile della strage di Piazza Fontana nonché di altri attentati del 1969, all’epoca svolgeva attività prettamente culturale ed editoriale.Read more at location 191
Note: FREDA Edit
Il Fronte nazionale del golpista Junio Valerio Borghese nascerà nel 1968.Read more at location 195
L’anno più intenso fu il 1962, caratterizzato dalle trattative per il rinnovo dei contratti dei lavoratoriRead more at location 201
disordini avvenuti in luglio a Torino in piazza Statuto e dintorni, che videro protagonisti gli operai più giovani e si conclusero con un bilancio di centinaia di feritiRead more at location 204
La Cgil e la Cisl ne imputarono la responsabilità a gruppi di teppisti, Foa lo considerò una provocazioneRead more at location 209
Altri, però, come Alberto Asor Rosa, si entusiasmarono per la «spallata possente» data dalla classe operaia al «mito grandioso del neocapitalismo italiano»Read more at location 211
Per quanto riguarda gli aspetti generazionali della conflittualità sociale, che da un certo momento in poi diverranno molto importanti, prima dell’inverno 1967-1968 essi si avvertivano in tono minore. Fino ad allora, c’erano state mobilitazioni giovanili anche massicce le quali, però, non erano state autonome, bensì si erano integrate nel quadro di iniziative avviate o condotte da altre fasce anagrafiche della popolazione

sabato 12 marzo 2016

john lennox god and hawking (mia critica su amazon)

Secondo John Lennox non è corretto contrapporre scienza e religione, il vero conflitto filosofico è tra ateismo e teismo, con gli scienziati che militano su entrambi i fronti. L’agile pamphlet prende di mira ad alzo zero un saggio scritto nel 2010 dai fisici e divulgatori scientifici Stephen Hawking e Leonard Mlodinow in cui ci si pronuncia chiaramente in favore di un’origine spontanea dell’universo: “… because there is a law such as gravity, the universe can and will create itself from nothing”.
Prima botta: secondo JL, SH ha un’idea inadeguata della filosofia (come del resto qualsiasi scientista): dice che ormai è morta e poi scrive un libro che per tre quarti espone (zoppicanti) argomenti filosofici. SH sarebbe un “filosofo a sua insaputa”, oltretutto un filosofo mediocre visto che così facendo si allontana dal suo ambito di competenza. Un errore evitato con cura nel suo best seller “Storia del tempo”. Dovrebbe, al limite, liquidare come insensate certe domande, e invece cerca di rispondervi con i pochi strumenti messi a disposizione della scienza andando incontro ad inevitabili forzature. 
SH, inoltre, possiede anche un’inadeguata concezione di Dio. Riesce a pensarlo solo come “tappabuchi”, ovvero come colui che fa “ruggire il tuono” spaventando l’uomo che da terra non sa darsi spiegazioni. Ma un Dio del genere è proprio cio’ a cui si oppone il Dio creatore di Mosè, che SH, evidentemente, non comprende confondendo Dio con la deificazione della natura tipica delle religioni politeiste.
La tesi di fondo di SH (“Because there is a law of gravity, the universe can and will create itself out of nothing”)    è anche inficiata da diversi errori logici. Innanzitutto è d’uopo chiedersi cosa intenda SH per “nothing”: se esiste una “legge di gravità” evidentemente non siamo in presenza del “nulla” dei filosofi. I sospetti crescono poi se si nota che a volte i fisici fanno riferimento al cosiddetto “quantum vacuum” che è cosa ben diversa dal nulla che precede la creazione, SH sembrerebbe sorvolare bellamente su questa differenza chiave. La posizione assunta da SH assomiglierebbe pericolosamente a quella di  Peter Atkins, l’ideatore del “Cosmic Bootstrap”, ovvero un modello che ci lascia perplessi almeno quanto la lettura  delle avventure del Barone di Munchausen. Se dovessimo davvero scegliere tra “l’ipotesi Dio” e “l’ipotesi Bootstrap”, aveva a suo tempo osservato Keith Ward, sembrerebbe non esserci competizione. 
JL si chiede anche se SH abbia ben capito cosa sia una “legge di natura” visto che nella sua tesi ne parla come di un agente più che come un descrittore: “la forza di gravità creerebbe il mondo”. Dopo un excursus che arriva a Cartesio veniamo a sapere che la “legge di natura” è una legge che ricaviamo dall’osservazione di regolarità nella natura e che ci consentono di fare previsioni affidabili a certe condizioni date. Ebbene, una roba del genere, al limite, descrive la natura, non la crea. Come può dunque SH affermare che dire “Because there is a law of gravity, the universe can and will create itself out of nothing”? O la legge di natura di cui si parla sta “descrivendo” qualcosa, ma allora prima del passaggio dal nulla all’essere c’è qualcosa (che è descritto) anziché niente, o la legge di natura sta creando qualcosa dal nulla, e allora c’è l’incomprensione di cosa sia una legge di natura di chi fa questa ipotesi. Da Galileo a Newton la scienza ha usato la legge di natura come descrittore e Dio come agente, ora SH utilizza la legge di natura sia come descrittore che come agente. La cosa meraviglia JL, per usare un eufemismo.
In passato molti scienziati hanno affermato con orgoglio che ai loro modelli “Dio non serviva”, e ci credo, replica JL, evitavano con cura le domande più importanti! SH invece vorrebbe affrontarle di petto senonché non possiede strumenti adeguati per rispondere in un modo che sia convincente a tutto tondo.

Finisco qui il mio resoconto anche se il libro procede su questa falsariga. E’ un libro di comprensione abbastanza facile, forse fin troppo facile, le critiche sono talmente chiare che vengono dei dubbi: ma davvero SH è tanto ingenuo come sembrerebbe dal resoconto fornito? Certo, ascoltando alcuni scienziati filosofare o parlare di politica a volte ci si demoralizza, ma SH è sempre stato un mito riconosciuto da tutti. Non è che forse le posizioni di SH sono state troppo caricaturizzate? Ecco, per rispondere non resta che leggersi “Il grande disegno”, e questa sollecitazione forse è la cosa più meritoria del libro di Lennox.