IDEE BIZZARRE: CONOSCERE PER DELIBERARE
Avvertenza: sento che il mio entusiasmo per Porro va in qualche modo moderato, il post che segue ha esattamente questa missione.
Porro (che seguo sempre con entusiasmo), in genere dice la verità. La urla. La urla scandalizzato dalle ipocrisie della politica. Come tutti coloro cresciuti "all'ombra dei lumi", puo' farlo perché si è dimenticato (o fa finta di dimenticarsi) che la verità non si dice. Toc toc... PORROOO! NON SI GOVERNA CON LA VERITA'! NON HAI STUDIATO I CLASSICI DELLA POLITICA? Questa amnesia l'ha reso ingenuo come i suoi arci-nemici, i grillini (quelli della prima ora che chiedevano streaming e webcam anche nel cesso del gabinetto del Consiglio dei Ministri). Mi spiego meglio esplicitando la tesi che sosterrò di seguito (ispirata molto indirettamente da Guido Vitiello).
Tesi: viviamo nell'epoca (modernità) e nel luogo fisico (Occidente) in cui il livello di politically correct è drammaticamente ai minimi storici.
Strano perché molti, io compreso, si lamentano del tipico linguaggio ipocrita dei giornali e della politica (grazie di esistere, Porro). Eppure, in passato l'ipocrisia non solo era praticata su ben più vasta scala ma anche risolutamente difesa e considerata indispensabile dalle più sottili menti in circolazione. La compattezza era tale da poterla dare per scontata. Questo sano ricorso al mascheramento delle "cose così come stanno" non si chiamava politically correct ma... "esoterismo", la sostanza cambiava poco: certe verità non possono essere comunicate impunemente alla massa poiché teoria e prassi divergono e molto spesso chi "sa" - a meno che non appartenga ad una selezionata élite - finisce per adottare condotte anti-sociali. Sulle questioni cruciali si scriveva/parlava in modo criptato affinché capissero pochi lettori/ascoltatori privilegiati. Siamo naturalmente inclini a liquidare l'intero esoterismo come incredibilmente arrogante ed elitario. Ma, solo pochi secoli fa, tutto il mondo era governato da monarchi e aristocratici e anche la maggior parte dei filosofi riteneva che la migliore forma di governo fosse una sorta di aristocrazia. In una società aristocratica ogni casta ha le proprie opinioni, i propri sentimenti, i propri diritti, i propri costumi e viveva un'esistenza separata, difficilmente credeva persino di appartenere alla stessa umanità delle altre caste. Per gli studiosi accreditati "... parlare del popolo... è proprio parlare di un animale pazzo, rimpinzato di milleuno errori e confusioni, privo di gusto, di piacere, di stabilità...". La verità deve essere lasciata segreta e non detta, poiché la moltitudine ha bisogno di uno stato d'animo appropriato piuttosto che di essere illuminata su verità che traviserebbe in ogni caso. Un altro studioso esprimeva così il pensiero mainstream: "... da un lato, come filosofo, preferisco la verità, mentre dall'altro, come cittadino, preferisco l'errore. L'errore è più alla portata di tutti; è il cibo generale delle menti di tutte le età e in tutti i luoghi...". Nessuna delle principali religioni includeva la menzogna in quanto tale - distinta dal "rendere falsa testimonianza" - nei cataloghi dei peccati gravi e sarebbe facile mostrare come la stragrande maggioranza dei pensatori del passato considerasse la "bugia bianca" come uno strumento chiave di governo. Socrate, nei dialoghi platonici, è descritto come rinomato in tutta Atene per non aver mai dato a nessuno una risposta diretta. Lo sprone era sempre quello: "ingannare i propri nemici a loro danno e i propri amici a loro vantaggio, e celare la verità in un modo da evitare sofferenze a coloro che altrimenti ne sarebbero inutilmente disturbati...". Mentire nel posto e nel modo appropriato era una delle prime virtù dello stoico. Lo stesso Gesù si rifugiava in oscure storielle: "... parlava al popolo in parabole, ma in privato ai suoi discepoli spiegava tutto". Fu lui a dichiarare: "... non date ciò che è santo ai cani; né gettate le vostre perle davanti ai porci...". Quando i discepoli lo interrogavano dicendo “perché parli [alla gente] in parabole?", lui rispose: "a voi è stato dato di conoscere i segreti del regno dei cieli, ma a loro non è stato dato...". E ancora: "... ho ancora molte cose da dirti, ma tu non puoi sopportarle ora". Per molti Gesù si esprime in parabole poiché la maggior parte di esse non sono chiarificatrici ma difficili da comprendere. Per Averroè "... la menzogna dei capi alla moltitudine è appropriata come un farmaco è appropriato per una malattia". I teologi del cristianesimo erano continuamente "d'accordo su alcune cose che non era comunque opportuno rendere note alle pecorelle del gregge...". C'è qualcosa di più sacro e inviolabile nella natura della bontà che in quella della verità, e quando è impossibile unirli insieme, la seconda deve lasciare il posto alla prima. Se escludiamo gli ultimi due secoli in occidente, il messaggio dell'esoterismo era accettato da tutte le civiltà in qualsiasi parte del pianeta, per quanto suoni strano alla trascurabile minoranza che rappresentiamo. Il "conoscere per deliberare" è una cazzata per il 98% dell'umanità vissuta sul pianeta azzurro.
Se guardiamo alle origini del pensiero moderno, una delle cose più sorprendenti è che il suo entusiasta abbraccio del progetto di armonizzare teoria e prassi era basato più su un salto nel buio che su qualsiasi prova concreta di un possibile successo. Che il "sapere" potesse condurre all' "agire retto" fu una congettura azzardata piuttosto che un argomento provato scrupolosamente. Gli inconvenienti si moltiplicarono e l'esoterismo dovette essere reintrodotto in fretta e furia in forme spurie generando fenomeni fastidiosi come, recentemente, il linguaggio prolisso della prima repubblica o l'odierno politically correct, una forma di ipocrisia con cui l'élite parla alla massa nel tentativo di spintonarla sulla retta via. Senonché, il popolo - indottrinato e insuperbito com'è da due secoli di pretenzioso illuminismo e autopercependosi élite per il solo fatto di aver frequentato l'università di massa - anziché sentirsi protetto, avverte l'umiliazione insita nel recupero di pratiche liquidate frettolosamente dalla storia e che ormai non possono che essere vissute come disoneste e truffaldine. In più, come se non bastasse, oggi ognuno di noi ha davanti un microfono nel quale è facile urlare questo sentimento profondo.