giovedì 30 ottobre 2008

Martelli e cocci di vetro

Un super classico dell' Heavy Metal commerciale



Un super classico del Punk commerciale



Un tentativo super classico di cross over tra i generi



Un esempio di Punk colto



Un esempio di Heavy Metal colto (ma è ancora HM?)



Gli ascolti presentati sono l' appendice sonora a questo divertimento.

Kletka Red - God

martedì 28 ottobre 2008

lunedì 27 ottobre 2008

sabato 25 ottobre 2008

Il Mito della Mano Invisibile

Il mercato fallisce o si auto-regola?

Io, che simpatizzo con questa soluzione, sostengo il mercato tutto sommato funzioni bene. Per Valeria e per molti, invece, la seconda ipotesi è solo ideologica.

Se la conclusione anti-liberale non risuonasse con intenti offensivi, non mi offenderei. In fondo il sostegno al mercato ha innanzitutto una motivazione etica, lo diceve Einaudi in primis. E per favore che mi vengano risparmiate le sottigliezze con cui distinguere "ideologia" ed "etica".

Nel merito della questione invece potrei cavarmela dicendo che esiste un solido legame tra libertà economica e ricchezza. Non mancano studi a livello planetario.

Ora però voglio mantenermi sul vago proponendo tre punti chiave di cui l' anti liberale farebbe bene a tener conto prima di appisolarsi nelle sue certezze.
  1. Il mercato funzione ma è crudele nei suoi aggiustamenti. Troppo crudele, una democrazia non puo' tollerarlo.
  2. Il mercato funziona ma è lento nei suoi aggiustamenti, a volte è chiamato ad agire anche su cambiamenti "culturali". Noi che reputiamo di avere imparato dalla Storia, troviamo ragionevole imboccare delle scorciatoie.
  3. Il mercato non puo' fallire dove non esiste. Anche nei sistemi di libera economia alcuni prezzi restano controllati, per esempio nell' ambito del credito (il tasso di sconto è designato dalla Banca Centrale). Non solo, questo controllo serve a perseguire una maggiore efficienza a discapito della soluzione naturale (di mercato) che storicamente si è rivelata più prudente (vedi le pratiche del gold standard).

Questi tre punti mi fanno credere all' esistenza di una "mano invisibile". Sia un mercato crudele che un mercato lento, anche qualora vengano messi da parte, non cessano di fungere da bussola per chi intenda intervenire. Il terzo punto invece storna molte accuse che si sentono di frequente.

D' altronde resto un moderato poichè credo anche 1) che gli aggiustamenti del mercato siano troppo crudeli, 2) che a volte siano troppo lenti e debbano ricevere una spintarella, e che 3) l' efficienza nel mercato vada aiutata a discapito della sua eccessiva prudenza attraverso una Banca Centrale.

giovedì 23 ottobre 2008

Vertici (6)


Musica religiosa con il colpo d' ala tipico dell' Heavy Metal. Per gli amanti del "troppo" un vero vertice. La poderosa creatura sembra avere vita propria, pochi i Maestri in grado di mantenerle la briglia, pochi i domatori capaci di scendere nell' arena con lei. E intanto da tutta la Lombardia già sono in viaggio una miriade di cori, a breve Abbado tenterà di nuovo la tremenda evocazione in quel di Milano. Riempiamo la pausa che ci separa dal fatale colpo d' organo iniziale con un ricordo.



Posso dirlo? Del Te deum amo di più le sezioni dedicate alle preghiere, ma in questa sede mi è sembrato opportuno puntare su una delle impennate più virili.

Puntata precedente.

Conoscenza o Bontà? Tabelline o Costituzione?

Strani intrecci, ne abbiamo parlato a fahreunblog.

lunedì 20 ottobre 2008

Spintarelle


Questo crack finanziario non ci voleva. Da ultimo per il fatto che Richard Thaler era in pole position per il Nobel ma, visti gli eventi, si è dovuto ripiegare su un premiato "d' occasione".



Ho letto il suo ultimo libro motivato nel modo migliore: sento che puo' spiegarmi al meglio delle intuizioni che da anni coltivo in modo cofuso.



Inoltre ho sempre segretamente voluto tendere la mano ai miei avversari ideologici, parlo di coloro che diffidano della libertà, sia di quelle economiche che di quelle civili. Il modo in cui Thaler avvicina i due partiti mi sembra il più promettente, il modo in cui sceglie di limitare l' aspetto crudele con cui la libertà aggredisce le nostre vite, mi appare appropriato.







Accettare alcuni dati di fatto è decisivo (le prove empiriche rimpolpano una bibliografia che è 1/3 del testo), per esempio questo:



a seconda di come il catering dispone le pietanze nella mensa scolastica puo':



1) massimizzare le vendite;

2) massimizzare i profitti;

3) massimizzare la salute degli studenti;

4) randomizzare le scelte;

5) incoraggiare la libera scelta.



Dall' esistenza di questo arbitrio nasce il "paternalismo libertario", ovvero quell' ideologia per cui la "libera scelta" è sacra (libertario) ma che non disdegna di incoraggiare (paternalismo) le scelte che il protagonista stesso, in un contesto più neutrale, reputerebbe probabilmente come le migliori.



L' arbitrio delle 5 opzioni di cui sopra nasce a causa di errori sistematici che commettiamo. Siamo stupidi? Tutt' altro. Sono "errori" che ci hanno fatto un gran bene, ma di cui qualche volpone potrebbe approfittare:






  1. Errore dell' Ancora: i punti di riferimento ingannano. A due clienti simili e ignari posso proporre tariffe l' una doppia dell' altra, es. 100 e 200. Non avendo punti di riferimento dopo qualche mugugno di maniera accetteranno. L' anno dopo al cliente privilegiato alzo la tariffa portandola a 150, al cliente vessato faccio uno sconto riducendo la tariffa a 180. Per quest' ultimo diventerò un benefattore dall' onestà specchiata, per il primo sarò un profittatore spregevole. Eppure ho trattato e continuo a trattare molto meglio chi mi disprezza. E' l' errore dell' Ancora, baby.




  2. Errore del sottomano: costruisco la mia visione con quello che ho sottomano. C' è chi ha sottomano i Tg di Fede e chi l' ultima intervista a Gallino di Fahrenehit... Facciamo esempi meno banali: quante probabilità ci sono che un pianeta sia abitato da Marziani? Se non ne so assolutamente niente è corretto dire 50%. Ma allora è praticamente certo che i marziani esistano nell' universo? No, anche in questo caso non ne so assolutamente niente. Nel primo caso mi sono concentrato troppo su quella specifica ignoranza al centro del discorso.




  3. Errore di connessione: siamo ciechi di fronte al caso, specie i profani vedono collegamenti ovunque. Ma anche gli esperti ci cascano: io stesso sono rimasto sconvolto dall' apprendere, per esempio, che nel basket la "mano calda" è solo un mito. Ci sono sorprendenti equivoci che nascono da questo bias.




  4. Errori di ottimismo: l' ottimismo è una benzina che ci "carica". Serve molto meno per ragionare. Sia gli studenti che i professori si credono "sopra la media", sia il matrimonio che lo start-up di un' impresa rivelano "il trionfo della speranza sull' esperienza"; secondo voi un lavoratore esperto e perfettamente informato che firma il suo contratto, quanto soppesa il rischio di incidenti alle condizioni proposte? E' l' overconfidence bias, baby.




  5. Errori sul rischio: perdere qualcosa ci deprime il doppio rispetto a quanto ci renda felici guadagnare quella stessa cosa. Non è prudenza, è prendere lucciole per lanterne. La paura di perdere produce una quantità esagerata di inerzia.




  6. Errore del "nulla di nuovo sotto il sole": per noi tutto continuerà più o meno come in passato, la cosa ci fa comodo. Il cambiamento non ci piace, non lo consideriamo. In fondo per farci vedere il TG5 basta metterci prima Gerry Scotti.




  7. Errore del quadretto: mi sottopongo ad una difficile operazione chirurgica solo se ho le garanzie che riesca perfettamente nel 98% dei casi. Se però sui duecento interventi compiuti mi dicono che ben quattro persone sono rimaste sotto i ferri, chiedo ancora una notte per pensarci su. Il nuovo "quadretto" non mi piace mica tanto. eppure è uguale al primo.




  8. Errore da tentazione: sappiamo che non ci sveglieremo, eppure non puntiamo la sveglia. Bè, magari la sveglia la puntiamo, ma in molte circostanze simili rinunciamo a premunirci. Sei grasso e vuoi dimagrire? Non capisco perchè non scommetti con te stesso 1.000 euro che perderai un chilo al mese! E' del tutto ragionevole farlo (linkati subito a questo sito!). L' errore da tentazione è sempre in agguato (avete già fatto i regali di Natale o anche quest' anno...).




  9. Errore del gregge: ci piace il calore dei nostri simili. Secondo voi cosa funziona meglio per far pagare le tasse?: 1) ricordare le sanzioni operanti 2) ricordae la necessità di opere pubbliche 3) ricordare che tutti le pagano 4) ricordare che c' è un aiuto per compilare i moduli 5) ricordare che ridistribuire la ricchezza è cosa buona e giusta... Basta, fermiamoci pure, tanto sappiamo che funziona solo il punto 3.







Siccome siamo tutti affetti da queste ottusità meritiamo una protezione. Non dico un tutore, ma perlomeno un "calcione" che ci indirizzi correttamente.



In questo libro gli ideologi della "spintarella" si sono scatenati invadendo con il loro genio accademico diversi campi: scelte sul risparmio, scelte d' investimento, scelta del mutuo, scelta delle medicine, donazione d' organi, scelte ecologiche, scelte scolastiche, scelte ludiche (lotterie, gioco d' azzardo, droghe, alcool...), scelte di matrimonio, scelte bioetiche, scelte di beneficienza, scelte sulla dieta, scelte sulla fertilità.



Non mancano le obiezioni, ecco la più forte: sbagliando s' impara. Detto in modo rigoroso: aiutare uno "stupido" pregiudica la sua guarigione evolutiva.



Gli "spintonatori" non hanno molte risposte in merito, si limitano a dire che le loro soluzioni sono da caldeggiare nei giochi "one shot" piuttosto che in quelli ripetuti dove l' evoluzione biologica e non-biologica "lavora" molto meglio.



La "spintarella" viene presentata dunque come un modo intelligente per restringere le nostre libertà. Una "terza via" tra il proibizionismo e il libertarismo.



Ma se guardo al mondo in cui vivo ho l' impressione che molte soluzioni avrebbero un effetto "liberalizzante" piuttosto che il contrario [ non sarà un caso se proprio in questo libro si dettagliano i migliori argomento contro l' obbligo del casco?], e allora mi sembra conveniente starci.

domenica 19 ottobre 2008

La vita come parodia dell' adolescenza

Come identificare il libro che più rilascia influssi nel mondo della cultura oggi? Da dove vengono le parole che meglio hanno ingravidato i terreni ubertosi da cui oggi falciamo la messe più abbondante?



Missione impossibile, ovviamente. Non resta che giocarci su in modo si spera intelligente.



Ipotesi, un ascoltatore di Radio Tre potrebbe isolare questa proxy: qual è il libro più citato a Damasco?



Risposta: Raffaele La Capria, Ferito a Morte, 1961. Sono corso a comprarlo (4 euro) e a leggerlo.



E' un libro su Napoli, spietato, disperato. In cio' gemello di un altro bel libro recentemente incontrato/scontrato.



Da Napoli trasuda un calore in grado di sciogliere qualsiasi progetto, una bellezza già perfettamente compiuta, che non richiede ulteriori interventi: la Natura non chiama più la Storia, Posillipo è una creatura fatta e finita da qualche dio in vena di capolavori, l' uomo è superfluo in questo presepe pagano, non gli resta che sfinirsi in una chiacchiera debosciata per distrarsi dall' agonia che lo toglierà definitivamente di mezzo.



In più siamo tra gente ricca, l' alta borghesia della città. In assenza di bisogni materiali, l' inanità di ogni movimento aleggia come una cappa ineludibile sin dal primo mattino. Dopo lo sbadiglio iniziale, la solita amara constatazione: anche oggi c' è il sole. Un sole senza veli, cancerogeno per lo Spirito. La giornata, con l' immota esagerazione di luce che sempre la segue, ha già bloccato la sua morsa sulla città, la tregua notturna esala ormai vinta; il tempo del "non far niente" quando è giusto che sia così, è scaduto. Comincia il "non far niente" con i sensi di colpa, l' amara vacanza, la prigione di un' adolescenza fuori termine.



Per tutto il romanzo in cielo non transita una nuvola a turbare il metallo di quell' azzurro che blocca ogni cosa complice una luminosità dalla trasparenza crudele. Il Sole, invidioso di altre bellezze, non tollera competitori e procede con l' annientamento dall' interno degli animi umani; instilla una pigrizia che costringa i corpi a disubbidire e le "vite pensate" a scivolarsene via da quei corpi come lucertole dalla pietra.



Il pelo dell' acqua marina divide due mondi affetti dalla medesima paralisi. Quello sotto è una metafora geniale di quello sopra. Immergiamoci allora un attimo in quel freddo simulacro, la bara tanto sospirata, tutto si muve in modo rallentato, l' illusione sembra per un attimo smascherata: ecco che arriva la Spigola, ombra grigia profilata nell' azzurro, pare immobile, sospesa, l' occhio fisso, di celluloide, il rilievo delle squame, la testa corrucciata di una maschera cinese... (è il memorabile attacco).



Intanto il mare, con il vai e vieni delle sue onde, caria irreparabilmente le fondamenta alla città che brilla come una stagnola. Scava nel tufo il suo millimetro annuale, solo pochi secoli ci separano dal collasso finale, unico traguardo di chi anela alla maturità affidandosi allo shock.







*************** seconda tentativo di dire la stessa cosa...



Gironzolando in libreria cercavo di accoppiarmi con qualche romanzo, ma questa volta non ero attratto da spiriti affini, piuttosto invece da qualcosa che fosse stato "influente" nel tempo e nel mio Paese. Da dove vengono gli istinti che oggi dominano l' italiano?



Un ascoltatore di Radio Tre che compie queste elucubrazioni, viene subito sospinto verso la trasmissione Damasco, lì i protagonisti della nostra cultura passano in rassegna i libri che per loro sono stati importanti. Qual è il più citato?



Penso proprio di non sbagliare: Raffaele La Capria, Ferito a Morte. Ma ce l' hanno qui? Sì, scontato per giunta. Quattro euro con copertina rigida. Preso. Letto. Meditato.



E' un libro dalla bellezza terribile e smunta in cui vengono illustrate, parlando di Napoli, le ragioni del pessimismo più irredimibile. La vividezza del resoconto non puo' che alzare quelle ragioni a vera filosofia del Negativo. E dire che su Napoli avevo appena letto sentenze definitive non meno ispirate (annamo bene). Mica avrete bisogno del link alla Ortese, spero...



Tornando alla contagiosità di certe visioni. Ma perchè l' ottica catastrofista ha tanta presa sui cervelli pensanti del nostro Paese? Se avessi voluto scavallare qualche generazione per rivolgermi ad un ipotetico Damasco di trent' anni fa, probabilmente avrei isolato un Pasolini, altro apocalittico.



Io in merito ho la mia idea: il pessimismo è sexy.



A voi chiederei se avete responsi alternativi sia all' interrogativo iniziale (quale romanzo ha più influito) che a quello finale (la fascinazione del pessimismo).

sabato 18 ottobre 2008

Ho visto le gengive di Chet Baker


Le ho viste veramente. Negli ultimi tempi, durante i soggiorni europei, faceva tappa allo Splasc (senz' acca) di Induno Olona. Qualche mese prima in California i suoi puscher gli avevano spaccato tutti i denti, non saldava i conti. Solo appoggiando il bocchino della tromba sulla dentiera poteva continuare a suonare. E lui doveva continuare a suonare. Sapeva fare solo quello, in tutto il resto era un debole, si perdeva continuamente, era un uomo-bambino, era un uomo nudo, nudo e vivo come una gengiva di alcolizzato.

Fu un attimo, lo incrociai nei bagni, per l' espletazione di chissà cosa si era tolto i denti finti facendo balenare il rosso vivo di mucose che ora tremolavano come la sua anima di vecchio imprevidente lasciato in balia di tutto.

Vecchio scemo californiano, nel tuo occhio bagnato perfino io ho colto un' ombra di estraneità in quei luoghi che per me erano quelli dove sono cresciuto!

Vecchio Chet, scommetto che se ti prendiamo in giro ridicolizzandoti ridi anche tu nella speranza che alla fine ti offriamo un cicchetto. Allora beccati questa...



MFC Baker

La tentazione nazionalista

La patria come fine e la Patria come mezzo. Da Ciampi in poi, molti che erano infastiditi da questo concetto ora ne sono attratti. Un mistero di cui si parla a Fahreunblog.

A scuola la differenza è bella?

Come rispondere alla proposta di "classi differenziate" nelle nostre scuole. Su Fahreunblog svolgo alcune considerazioni. Chi fosse interessato clicchi qui.

Pensieri esoterici su Saviano

Il "fenomeno" Saviano. Alcuni rilievi critici su Fahreunblog.

Emergenza precariato? No, emergenza dualismo

Cosa si cela sotto quella che viene agitata come "emergenza del lavoro precario". Su Fahreunblog sfrutto alcune analisi di Ricolfi.

link

In difesa della media (inferiore)

Alcuni dati recenti stimolano su Fahreunblog un confronto tra scuola media e scuola elementare.

L' enigma di San Francesco

Un mio commento ad un libro chiave di Leonardo Boff. Cerco di isolare un' antinomia interna alla Teologia della liberazione.

Come costruire il futuro dell' Italia

Risorgimento e Resistenza, i due puntelli della Repubblica Italiana che saltano regolarmente. Ma perchè non riescono a fissarsi? Ne parla Augias e noi di Fahreunblog gli parliamo dietro.

Si finisce per spettegolare un po' su questa vetusta colonna della Rai.

Solide certezze che scompaiono

In questo periodo di crisi finanziaria il Papa si pronuncia sul ruolo dei soldi nella nostra vita. Mi permetto alcune puntualizzazioni su Fahreunblog. In due righe esprimo la relazione tra cristianesimo ed economia come mi piacerebbe che fosse e come ogni tanto sembrava emergere dalle encicliche di GPII.

Guttuso

Guttuso al sacro Monte di Varese. Ha senso la sua presenza? Alcuni varesini, tra il serio e il faceto, dicono la loro su Fahreunblog.

Libri maledetti da non bruciare

Questo articolo su Fahreunblog è dettato dalle impressioni sorte dopo una lettura di Time on the Cross, libro chiave per capire il fenomeno della Schiavitù ameriacana. Lo ha scritto Robert Fogel.

Certo che le idee, quando sono feconde, e questo libro ne accoglie parecchie, si sviluppano in tutte le direzioni sfuggendo totalmente al controllo del cervello che le ha prodotte.

Nei commenti si affronta un nodo che ritengo cruciale: il ruolo della semplificazione nel discorso pubblico. E in tutti i discorsi in genere. A cosa serve? Quando è dannosa? Come si relaziona con la pratica del dialogo?

Il Commercialista di Sondrio ci salverà!

Fahreunblog non è una compagnia boccaccesca che si esilia per raccontarsi delle storie. La crisi finanziaria che scuote il mondo doveva rientrare nei nostri discorsi. Ne parlo di sguincio in questo articolo. In realtà mi focalizzo sulla figura dello speculatore e su come sia facile quanto ingiusto utilizzarlo come capro espiatorio. La bastonata metaforica è indirizzata alla testa di Tremonti. Tanto su quella testa non crescono bernoccoli, neanche metaforici.

Nei commenti si finisce sulla psicologia e sulla sapiente arte di far aleggiare paure di convenienza. Ogni parte politiche puo' avanzare accuse documentate nei confronti degli avversari.

Per favore, sai dirmi quali sono i miei gusti?

C' è qualcosa che lega Baricco a Surowiecki? Direi di sì, ne parlo a Fahreunblog.

Conta più l' esperto o il popolo? Era inevitabile che si finisse lì.

Taleb scrocca una lezione di italiano

Su fahreunblog ripropongo alcune riflessioni intorno al Taleb ospite al festival di Mantova. Più che di Taleb si parla dell' intellettuale nel tritacarne dei Festival.

Il festival non si addice alla cultura dei timidi

Sebbene nessuno puo' aver mai notato la mia assenza, ultimamente mi sono trasferito armi & bagagli su Fahreunblog. Un posticino stimolante dove mi capita di proporre qualche riflessione.

Non vorrei lasciare nell' abbandono queste stanze che rimangono pur sempre un confortevole rifugio, finchè ce la faccio segnalo anche qui cio' che di là è trattato più compiutamente.

Qui parliamo dei modi in cui ciascuno di noi fruisce della cultura. Dopo alcune riflessioni sul fenomeno dei festival si finisce a citare Glenn Gould.

venerdì 10 ottobre 2008

Meditazioni nel bush

Di quando in quando sempra fermarsi per sentirsi suonare, fa come dei piccoli rallentamenti, ma non servono a cercare la nota, non è nemmeno la mania di suonarle proprio tutte, il suo virtuosismo lo esenta da simili espedienti. Sono invece dei minuscoli rapimenti a cui va soggetto, ed è inavitabile interpretarli alla luce degli sviluppi futuri. Perchè non si riesce mai ad ascoltarlo facendo sparire dall' orizzonte l' esito a cui saranno destinate le corde che vibrano qua sotto. Molte rock star si fanno ascoltare impreziosendo l' opera con il dramma del loro sacrificio, senza il quale tutto risulterebbe più sciapo. E così pure questo australiano, ma per lui tutto si svolge all' interno di un itinerario artistico, non c' è il cattivo gusto di nessun dramma esistenziale, eppure la leggera deformità con cui suona le ballate più classiche rendono imprescindibile l' impiego di un orecchio prospettico sintonizzato sui tentativi estremi di molti anni dopo, ovvero quei pezzi poco riusciti (ma quante cose racconta la musica venuta male!) dilatati e amorfi come fossero dei raga su cui vigila un occhio vitreo e impersonale. Quei pezzi in cui, come per un incanto indotto, il bush veniva tsasformato in un deserto tebano.

giovedì 9 ottobre 2008

mercoledì 8 ottobre 2008

DFW

ciao ric,
lascio qui un ricordo di David Foster Wallace.

E' un piccolo video.

Girando tra blog, articoli e siti americani, ho trovato il commento di un ragazzo in un blog, che parla di Infinite Jest. Giura che bisogna cominciare la lettura a pag.120.
Che la gente si scoraggia perché la prima parte è una specie di grandissimo fuckyou ai lettori, come per scoraggiarli e tenersi solo quelli fatti in un certo modo.
Io non lo so, l'ho visto in libreria l'altro giorno, quel libro - fa paura.
Ma chissà, magari quello del blogger è un buon consiglio.

martedì 7 ottobre 2008

Vertici (5)

Chopin fa riparare una sua Polacca dal miglior meccanico in circolazione.

Ah le Polacche di Chopin... le credavamo cioccolatini e le riscopriamo orologi. L' artiglio del meccanico la smonta e ci fa pure vedere le molle. Poi ci prende il ditino e ce lo fa passare sui denti dell' ingranaggio. Che emozione la decostruzione!

Per guardare meglio cio' che si ascolta, ecco un dettaglio dell' artiglio:



Per ascoltare meglio cio' che si guarda, entriamo in silenzio nell' officina...



Puntata precedente...

sabato 4 ottobre 2008

Voci da rieducare (5)

Un bel petto spremuto nel tentativo di intecciare polifonie pur avendo a disposizione una sola voce: la propria. Certe donne sono dei veri punti interrogativi.





Puntate precedenti...

venerdì 3 ottobre 2008

Quante ne impara un cuore solitario!

Un mio amico frequentava un club tre giorni alla settimana. Era alla ricerca di un' anima gemella, ma la voleva dal carattere dolce. Sapeva che al martedì scegliere una bionda aumentava le possibilità di una compagnia con queste caratteristiche. Il Giovedì i frequentatori cambiavano completamente, ma dalle meticolose indagini fatte, la dolcezza continuava ad essere una prerogativa delle bionede. Il mio amico si comportava di conseguenza.

La domenica sera al club affluivano tutti, sia le habituè del martedì che quelle del giovedì. Il mio amico nei fine settimana è particolarmente malinconico, senta avvicinarsi una nuova serie di giorni lavorativi che lo strazieranno; più che mai ha bisogno di dolcezza. Per non perdere il suo tempo dietro la persona sbagliata consulta i suoi appunti e si accorge con sgomento che per avvicinare il suo obbiettivo è molto meglio che si dedichi alle more.

La situazione di cui sopra illustra un' illusione statistica molto più comune di quanto si pensi. Ricordo di esperimenti sui farmaci che, separatamente, segnalavano l' efficacia delle medicine testate. Senonchè, riunendo gli esiti si notava come l' effetto placebo fosse predominante.

L' inghippo non è immediato ma nenache difficile. La probabilità è una frazione, ma sommare numeratori e denominatori non equivale certo a sommare frazioni. Non basta considerare la misura di una probabilità ma anche quanto una probabilità incide sull' altra qualora si sommino. Una probabilità puo' essere molto alta ma avere impatto nullo se sommata ad una probabilità bassa e "inamovibile".

Detto in modo molto semplice: le molte (ipotesi) brune del secondo gruppo potrebbero essere più dolci delle bionde del primo gruppo, anche se lo sono meno delle poche (ipotesi) bionde del loro gruppo. Unificando i gruppi la quantità premia la scelta di una bruna.

giovedì 2 ottobre 2008

Il Kamikaze innamorato

... la bombe qui pourrait tout detruire
je ne veux pas m' en soucier
car toujours le soleil va reluire
tant que je serais dans tes bras...



Indimenticabili granuli che nessuna saggina saprà mai spazzare via. Quando il vero virtuoso t' insegna sul campo che all' occorenza basta un braccio per la batteria e un dito per l' organetto, saltano mille tenaci catene e si sciolgono altrettante nevrosi compatte. Con il cartone di quel vinile, 17 anni fa, ci feci un quadretto... le piccole prelibatezze che offre l' immaturità... persone di buon senso hanno fatto sparire i misfatti, oggi resta solo un invisibile pic telematico...