martedì 21 aprile 2009

L' inquinamento dell' ideologia verde

Parlando di ambiente si tirano in ballo tutte le "esternalità" possibili ed immaginabili.



Ma ce n' è una che passa sistematicamente sotto silenzio, eppure pesa moltissimo.



Potrebbe essere enunciata con la seguente iperbole: molto dell' inquinamento globale è dovuto al fatto che i paesi sviluppati inquinano troppo poco.



Infatti i paesi sviluppati sono anche quelli che "inquinano meglio".



Quando rinunciano a farlo le medesime operazioni si spostano altrove con effetti ben peggiori.



Chi è impegnato nell' ambientalismo ideologico puo' anche non tenerne conto perorando la sua causa, chi invece ha effettivamente a cuore le sorti del pianeta non puo' permettersi questo lusso ideologico.

lunedì 20 aprile 2009

Tra militanza e disonestà

Ma secondo voi, quando la nostra amata/odiata Farhenheit presenta le posizioni di Israele in rapporto a quelle arabe, mantiene un' asettica equidistanza?

A vostro giudizio, nel soppesare i pro e i contro della guerra, parlo in generale, la trasmissione è improntata alla neutralità tra i vari punti di vista?

Confrontando gli argomenti del mercato rispetto a quelli della regolazione dall' alto - facilita pensare al Lavoro o alla Scuola - sembra forsa a voi che l' imparzialità redazionale sia rispettata?

Trovate forse che Farhenehit, quando si occupa delle questioni vaticane, riesca a fungere da arbitro oggettivo o non trovate piuttosto che simpatizzi con i cosiddetti "laici"?

Per me queste sono domande retoriche e penso che nessuno possa mai prenderle sul serio. Trovo lampante che Fahre sia una trasmissione "faziosa". Esprime un proprio punto di vista soggettivo e i metodi seguiti per supportarlo sono gli stessi di sempre: si procede selezionando gli ospiti in modo che rimangano sottorappresentate le posizioni antipatiche e quando (poche volte) l' ospite risulta "problematico" (Alesina, Scaraffia, Ricolfi...) si procede ad interviste che equivalgono ad una raffica di obiezioni.

Che Fare sia organicamente faziosa lo posso anche digerire: ognuno di noi ha un pensiero e dà il meglio di sè quando lo esprime. Non mi va il fatto che non lo si dichiari esplicitamente.

Prendi un caso analogo ma opposto: Ferrara con il suo giornale. La linea del giornale viene continuamente esposta esplicitamente e rivendicata con orgoglio affinchè sia chiara e il lettore pre avvertito.

Nulla del genere accade per Fahre, e nemmeno potrebbe accadere visto che occorre ammantarsi con l' aurea del servizio pubblico.

Questa ipocrisia è davvero insopportabile perchè accanto alla militanza fa trapelare una certa disonestà.

P.S. la cosa più disturbante per noi anime semplici resta comunque l' aspetto parassitario di tutta la vicenda: lo stipendio a Ferrara lo paga chi vuole ascoltarlo mentre Sinibaldi e compagnia se lo fanno pagare anche da chi non li sopporta e li valuta un "male pubblico". Ma questa stortura è troppo ovvia affinchè qualcuno possa considerarla.

Quando il salvavita uccide

La cintura di sicurezza vi salva la vita in caso d' incidente. Cio' non significa automaticamente che estenderne l' uso salvi delle vite. Questo per una semplice ragione: l' incidente automobilistico non capita per caso ma è anche la risultante di una serie di decisioni umane.



Vi sembra strano? Sam Peltzman ha indagato a lungo stranezze del genere. Ecco un "classico" della sua produzione.



Questo genere di argomentazioni non vi ricorda qualcosa? Il Papa... i profilattici...

Il mio euro

"Non do un euro per l'Abruzzo, perché è la beneficenza che rovina questo Paese, lo stereotipo dell'italiano generoso, del popolo generoso, del popolo pasticcione che ne combina di cotte e di crude e poi sa farsi perdonare tutto con questi slanci nei momenti delle tragedie. Ecco, io sono stanco di questa Italia... Il mio euro per la Protezione civile è già incluso nelle tasse che pago...».
"


Il solito spettacolino dell' illuso che sbraita. Preferisco di gran lunga la battaglia opposta: più beneficienza (e meno tasse).

domenica 19 aprile 2009

Correlazioni sgradevoli

Il fast food rende i bambini più grassi...

... e più felici!

Wild Bill Hicks

Il 30 gennaio Letterman ha dedicato il Late Show a un ricordo di Bill Hicks. E ha mandato in onda il pezzo (favoloso) che aveva censurato nel '93. Si è scusato con la madre di Hicks, seduta accanto a lui, e con tutto il pubblico. "E' stato un mio grave errore di valutazione. Uno sbaglio. Non so neanch'io perché l'ho fatto, credo per insicurezza, per paura. Il che la dice lunga su di me."



clicca qui se non funziona quello sopra

sabato 18 aprile 2009

Piccoli inconvenienti dell' ingegneria sociale

16 milioni di bambine cinesi mancano all' appello. Ora sappiamo che fine hanno fatto: abortite.

Nessuna paura: trattasi solo della libertà del più forte.

Soluzioni contro i pirati somali

Le solite due: innovazione e taglie. In casi estremi privatizzare l' Oceano.

venerdì 17 aprile 2009

Prendersi in giro e vivere felici

L' umorale (eufemismo) Roberta De Monticelli sul "male":



... reagire sentendo in sè l' urgenza di una ricerca sulle radici del "male"...



... ma anche la consapevolezza che non arriveremo mai a "comprendere"...



Che la filosofa odi il pensiero lo sapevamo, ma l' operazione che propone sembra davvero possibile solo a chi è disposto a prendersi parecchio in giro: fare una cosa che, si sa già, non approderà mai a nulla.



Il riferimento sembra Giobbe. Uno che di sicuro non è partito con la consapevolezza che non avrebbe compreso!



Ascolta la trasmissione.

La comoda categoria del "ritardo"

Della Loggia stronca Schiavone.



L' ex comunista ha tentato di dare un quadro politico dell' Italia tra Prima e Seconda Repubblica cadendo nel solito vizietto: assolvere i suoi amori giovanili. Proprio quegli amori che ancora oggi lo condannano ad un' "appartenenza" difficile da scrollare di dosso e causa di un resoconto tanto miope.



I TRAVISAMENTO



"... Schiavone non vede, a mio giudizio, fino a che punto il «congelamento politico» del Paese dal ' 48 in poi, la sua «sovranità limitata», la mancanza di alternanza, la memoria antifascista come unica matrice possibile dell' identità democratica, fino a che punto ognuno di questi caratteri negativi, che egli per primo richiama con forza, sia da ricondurre direttamente e per intero a null' altro che alla presenza nel sistema politico italiano del Partito comunista..."



In altri termini: il PCI non era semplicemente "in ritardo" sui tempi ma un ostacolo formidabile ed inamovibile per la vita democratica di un paese moderno. La sua presenza ci ha condannato agli ultimi posti tra le democrazie occidentali in compagnia solo dei paesi che si sono liberati del fascismo negli anni settanta.



II TRAVISAMENTO



"... L' altro punto di disaccordo riguarda l' Italia post-Mani pulite, che Schiavone considera conquistata all' egemonia populista di Berlusconi. La realtà è che in queste pagine il berlusconismo appare molto spesso un alibi per non vedere che cosa è oggi (ma non da oggi) la società italiana. La quale, forse, più che farsi «berlusconizzare» dalle magiche arti del premier, è stata lei, io credo, a scegliere Berlusconi per essere ciò che voleva essere. Ciò che voleva continuare ad essere dopo la grande trasformazione antropologico-culturale degli anni Settanta e Ottanta..."



III TRAVISAMENTO



"... per evitare che la sinistra possa incorrere in una ulteriore, sgradevole, chiamata in correità e perdere così anche la sua presunta natura alternativa alla destra, Schiavone non vuol vederele politiche di conquista del consenso sia a livello locale che nazionale, la sindacalizzazione dell' impiego pubblico, la degenerazione della giustizia, il permissivismo scolastico, l' evasione fiscale assolutamente generalizzata, la lottizzazione e l' antimeritocrazia dappertutto, il moralismo dipietrista, la divulgazione di tutte le più idiote mitologie modernistico-massmediatiche, le «notti bianche», i premi Grinzane-Cavour, i «vaffa day» e così via..."



Con queste premesse mi sembra non resti che attendere il consueto e trionfale passaggio senza contraddittorio di Schiavone sui tappeti rossi di Fahrenheit e di Augias, tanto per citare due covi dove da anni fa come se fosse a casa sua...

giovedì 16 aprile 2009

Libertà contro Efficienza

Dibattito.

L' efficienza rende credibile e neutrale chi la propugna. Eppure non è accettabile visto che avanza soluzioni a dir poco assurde in molti casi specifici.

Alte Colline e Basse Montagne

Anche Giorgio Israel si unisce al coro e intona la solita solfa per cui l' economia mainstream avrebbe fallito la sua missione. Questa crisi lo proverebbe.



Comincio notando un passaggio molto strano:



"... è del tutto ragionevole asserire... che da quando esiste il sistema capitalistico, nessuno è stato capace di proporre un sistema migliore. Ben altro discorso è scendere sul terreno della teoria economica e asserire l’intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".



Penso che nessuno abbia mai fatto la seconda "asserzione". E' spiacevole però constatare che la discussione potrebbe già chiudersi qui osservando semplicemente come l' attacco di Israel sia rivolto a dei fantasmi. Dacchè mi risulta l' opzione per il mercato è infatti sempre l' opzione per il meno-peggio. Ma questo vale per qualsiasi teoria scientifica moderna.



A meno che contraddire il nuovo guru Tremonti non venga tradotto dagli ammiratori del Commercialista di Sondrio in una professione di fede nell' "... intrinseca perfezione del sistema capitalistico...".



Il coro in cui canta Israel contesta in particolare due "ipotesi": 1) la razionalità degli operatori (homo economicus) 2) l' efficienza dei mercati (pro-eff). Sono due ipotesi intimamente legate tra loro, forse è persino inutile presentarle in forma separata.



Devo ammettere che le due ipotesi mi piacciono e continuano a essermi simpatiche anche oggi. Nonostante funzionino palesemente male, pur sapendo che la loro adozione puo' produrre disastri, pur sapendo delle confutazioni fattuali che si susseguono a ripetizione. Sono forse "de coccio"? Non penso, perchè mai dovrei nutrire una simile simpatia?



Ma io conto poco. Israel farebbe invece bene a chiedersi come mai anche la scienza ufficiale persista nel produrre modelli che accolgono l' ipotesi pro-eff. Forse sono in azione delle strane lobby accademiche? Non lo credo visto che questo meccanismo lavora da un secolo e mezzo. Se ci fosse una Verità si sarebbe già imposta sbaragliando la lobby di turno.



Popper pensava che confutare un' ipotesi equivalesse a toglierla di mezzo. E qualcuno lo pensa ancora. Che ingenui! La cosa non è affatto vera ed esistono decine di episodi nella storia della scienza a testimoniarlo.



Il fatto è che l' ipotesi pro-eff: con la sua semplicità ed eleganza ripaga con gli interessi anche i mille errori in cui incorre. Chi lo dice infatti che una teoria scientifica debba essere vera? La scienza non è la Religione e può quindi ricorrere a molte altre risorse! Semmai una tesi è scientifica se si "ripaga" al meglio. I margini di errore non contano in assoluto. In questi ultimi secoli la tesi di cui parliamo sembra essersi ripagata. Ma siamo aperti a chi la pensa differentemente.



[... qui ci sta bene una ripresa della discussione intorno a Wittgenstein e allo Stregone. Quando lo Stregone afferma che "danzerà per far piovere", a Witt appare ridicolo e preferisce non "prenerlo sul serio", ovvero non prenderlo alla lettera. Ma a noi non appare affatto ridicolo, possiamo prenderlo sul serio, non è un pazzo visto che non ha niente di meglio a cui ricorrere. Concluderemo in modo politicamente scorretto che esprime una civiltà inferiore a quella che ha puntato sui sistemi irrigui... Allo stesso modo gli economisti ricorrono all' ipotesi pro-eff. Lo Stregone soccombe perchè esiste l' Uomo Bianco ma l' ipotesi pro-eff che contraltae ha?... nessuno]



Qualcuno contesta l' Homo Eeconomicus osservando quanto suo cugino sia un tipo "irrazionale", in più conosciamo una folla di persone che si comporta proprio come lui. I più raffinati sfoderano una serie di test psicologici che evidenziano una marea di bias cognitivi. Ma costoro hanno veramente colto di cosa si stia parlando? Sarebbe bene non confondere gli accorgimenti su cui ripiega (razionalmente) chi ha una "limitata possibilità di calcolo" con l' "irrazionalità".



Ma il punto non è nemmeno questo, il punto è che mentre esiste UNA razionalità, esisono MILLE modi per essere irrazionali.



MASSIMA PRAGMATISTA: That which as no practical implications; has no implications for economic theory.



Chi contesta HE deve proporre un' alternativa, ma un' alternativa soddisfacente non è mai stata proposta.



Allo stesso modo è scientificamente afono chi nel bel mezzo della crisi faccia notare quanto sia inefficiente il mercato. Accapigliarsi con costoro non avrebbe senso, simuleremmo la lite insensata tra quei due che posti di fronte ad una montagnola e senza termini di paragone si dividono ferocemente: l' uno sostenendo alla morte che trattasi di un' "Alta Collina", l' altro perorando ardentemente la causa della "Bassa Montagna".



Bottom line: ma quali sono poi le cause di questa crisi? Per poter lanciare i suoi strali Israel lo dà per scontato: i mercati finanziari sono inefficienti. Ma chi l' ha detto? Peccato, ridurre in questo modo favorisce le tesi anti-eff ma elude un dibattito interessante che non arriva certo a conclusioni tanto semplicistiche.

mercoledì 15 aprile 2009

Alternative alla razionalità

A ondate regolari cresce un clima di sfiducia nelle capacità razionali dell' uoomo.

Anche commentando la recente crisi finanziaria si sente dire che le scienze sociali hanno fallito le previsioni poichè postulano "agenti razionali" anzichè persone normali e fallibili esattamente come le vediamo tutti i giorni.

Chiedo: ma ci crediamo o no nel fatto che l' uomo sia un essere ragionevole?

Francamente ne sono convinto e sono convinto che anche cio' che chiamiamo "bias cognitivo" abbia una sua giustificazione razionale.

E' il "mondo" ad essere complesso, non la nostra razionalità ad essere difettosa. Anche se lo "scopritore2 è razionale, la scoperta del mondo è infinita.

Si tratta solo di avere fiducia nel fatto che noi siamo esseri razionali e che la razionalità è il miglior strumento per condurre questa scoperta.

Chi ama di più la Verità?

Chi la "compra", non chi la "vende".

Attenzione però agli "innamorati delle domande". Apparentemente sono "compratori". In realtà hanno smesso di anelare ad una risposta che romperebbe la comoda routine in cui si sono calati.

venerdì 10 aprile 2009

La grande palpebra

Una grande palpebra si srotolò ricoprendo tutti gli occhi... e il sonno si allargò nel sonno...

Un altro rigo


... questo rigo è un ago...

... che trapunta il riposato bianco dei blogspot...

... e lo strappa alla sua dignitosa reticenza...

... e lo compromette...

... e lo inquina con storie che non riescono a finire...

... e si fa accarezzare... per ferire meglio...

giovedì 9 aprile 2009

Il blues delle minuscole vite


... a costellare la narcosi di un giorno qualunque, sopraggiunge lo scoccare della lucertola nel cespuglio... il calpestio disperato del topo che incontra per un attimo la roccia, il rimbalzo breve della penna caduta sul duro... minuscole vite di pochi minuti...

... intanto tace il canto, e dietro il rintronare prosaico della sonora barzelletta si lamenta appena un blues sfiatato...

mercoledì 8 aprile 2009

Ancora un post che non cambierà la Storia


... una satolla pecora scampanellante fissa il suo umido filo d' erba medica come io fisso questo rigo interminabile...

... che senza convincere mi gonfia la palpebra come quella di un Patriarca che studia il Libro della Specie a lume di candela...

... è un rigo che sembrava parlare tacendo, come la nuvola all' albero...

... è un filo che non sazia l' ovino sul punto di esplodere...

... è un rigo che non salverà mai nessuno con quel scetticismo elegante...

... è un rigo che si scrive da solo e per leggersi da sè, il tuo sguardo è già di troppo...

... è un rigo con agili labbra che enunciano di continuo ipotesi ben congegnate...

... ma anche con mani furbe che falsano l' esperimento in corso...

... è un rigo destinato a gente impassibile che non cambierà la storia...

... sgomma e inseguilo infilandoti nella fuga delle sue svolte... ti seminerà lanciando dal finestrino parole aguzze come chiodi...

martedì 7 aprile 2009

Raccontami una storia

Anche la musica sa dire "C' era una volta..." e incantarti l' orecchio.

Buon sangue non mente

In alcuni dei precedenti post ho trattato il Nazismo come un movimento politico con nonni, nipoti e retorica tipicamente di sinistra. Mentre tra gli studiosi questa visione sembra imporsi, per la vulgata comune resta ancora provocatoria.



C' è per esempio la questione del razzismo. Sembra che alla Sinistra Contemporanea ripugni.



Sì, a parole.



Si noti come per tutelare il valore dell' "uguaglianza" la Sinistra ricorra di continuo e senza imbarazzi a discriminazioni "razziste". Avete presente il caso delle "quote"?



Per chiarirci le idee parliamo un po' di donne e mondo del lavoro. Non si tratta di "razza" ma di "genere", le cose però non cambiano e sono sicuro che questo semplice esempio ne stimolerà di tutti i tipi.



Poichè perlopiù le donne sono destinate a diventare madri, a parità di efficienza rispetto ai colleghi maschi, è del tutto naturale che le loro retribuzioni e le loro possibilità di carriera siano mediamente più modeste. Sono infatti "vittime" di una "discriminazione" operata dai datori di lavoro i quali guardano al loro interesse e non certo al "genere" del dipendente.



Non si tratta di una discriminazione politica (ovvero relativa a diritti conculcati) ma di una discriminazione individuale, ovvero di una libera scelta contrattuale. Ne facciamo anche noi di continuo, per esempio al supermercato. E' la classica operazione che qualifica una società libera. In altri termini è una conseguenza "naturale" che il conservatore di destra è disposto ad accettare.



Ma alla Sinistra questa "libera scelta" che penalizza le donne non va giù e per rimediare ai suoi effetti non esita a proporre misure razziste, ovvero diritti e penalizzazioni specificatamente destinate ad una razza (genere) di cittadini. In questo caso non si tratta di una libera scelta dei singoli ma di vere misure coercitive (leggi razziali) calate dall' alto.



Evidentemente, nonostante i proclami, la Sinistra non è poi così disturbata e si muove con disinvoltura sorprendente in queste materie.



Forse, dissimulata sotto una patina di nobiltà, è proprio quella ripugnante parentela a farsi sentire.



Buon sangue non mente.