Ma perchè diavolo la teoria evoluzionista, per la quale simpatizzano gran parte degli scienziati in circolazione, stenta a trovare un varco nella mentalità comune?
Forse perchè mette a repentaglio la centralità dell' uomo nell' universo? Si direbbe di no visto che teorie altrettanto minacciose, dopo una qualche resistenza, sono state assimilate senza sforzo.
"...contrast this on-going battle over Darwin with the fate of the other great scientific revolutions. The same Christian fundamentalists who argue that public school should teach creationism have no quarrel with the Copernican revolution..."
L' autore avanza una congettura a sorpresa.
"...the stumbling block to an acceptance of Darwin, I would like to submit, has little to do with Christian fundamentalism, but a whole lot to do with our intense visceral revulsion at monkeys and apes..."
Sarebbero dunque quegli stessi istinti meritori che ci consentono di progredire verso una civiltà sempre più raffinata, a contrastare l' ipotesi della mamma/scimmia. Il primate è visto con orrore proprio perchè siamo tutti tesi ad allontanarci da quella condizione.
Personalmente rigetto una simile ipotesi, eppure qualcosa di buono puo' essere estrapolato anche da lì.
Formulo di seguito una mia personale congettura.
L' ACCETTAZIONE DELL' IPOTESI EVOLUTIVA DIPENDE DALLA CORNICE EPISTEMOLOGICA IN CUI VIENE PRESENTATA.
Dal che si evince quanto poco conti nelle reazioni suscitate il contenuto proprio della teoria.
Galileo, alla luce delle sue scoperte, pretese di correggere i Testi Sacri riscrivendoli. Ma la cosa era forse necessaria? Oggi sappiamo benissimo di no. Anzi, la pretesa era piuttosto assurda e noi, da uomini moderni, ci sentiamo più vicini a chi si oppose a quella risoluzione.
Eppure le scoperte di Galileo lo indussero in tentazione. Non si presentarono ai suoi occhi come delle mere scoperte scientifiche ma piuttosto come una conoscenza ultimativa da vergare nel Libro Sacro che contiene quel genere di Verità. La tentazione che insinuarono quelle scoperte consistette nel sollecitare un mutamento epistemologico delle scienze, un loro innalzamento a metodo supremo e unico. Furono i metodi a confrontarsi, quello teologico e quello scientifico nell' accezione moderna. Furono i metodi prima ancora che le teorie propriamente dette.
La stessa dinamica si riproduce in occasione della teoria darwiniana. Molti dei suoi divulgatori ce la riferiscono senza limitarsi ai contenuti propri, ma allargandone le implicazioni a dsmisura. Ecco allora che lo scienziato (o il divulgatore di scienza) si trasforma in filosofo (o in divulgatore di filosofia). E spesso, purtroppo, dopo questa metamorfosi, abbiamo perso un serio professionista per ritrovarci di fronte un dilettante querulo.
Forse le teorie dell' ID non sono scientifiche, forse sono solo una filosofia. Sta di fatto che sono l' appropriata risposta a come ci viene ammannita spesso la teoria darwiniana, per l' appunto una filosofia delle Cose Ultime, anzi delle Cose Prime.
Nessuno nega che molti filosofi empiristi, anche raffinati, abbiano derubricato il ruolo della filosofia, anzi l' hanno proprio fatta sparire nel nulla, ma una posizione tanto radicale è da discutere con trasparenza ponendola chiaramente all' ordine del giorno. Qualcuno forse pensa con faciloneria che gli esiti di quella discussione possano essere dati per scontati anche grazie all' apparire sulla scena di Darwin. Errore, è proprio perchè vogliamo considerare l' evoluzionismo come un pensiero scientifico che notiamo quanto poco abbia da dirci in merito all' oggetto che più ci preme.