lunedì 31 dicembre 2007
Stasera si balla questa
La Rivoluzione d' Ottobre diventa la Rivoluzione di Febbraio
Quel che di buono vi era nel sentimento anti-zarista si manifestò ingenuamente nel Febbraio. Ad Ottobre ebbe luogo solo una cinica presa del potere.
Negli scritti qui commentati viene smontato il mito di un Lenin da salvare a fronte di uno Stalin imperdonabile.
La politica estera mette in crisi il pensiero liberale
Magari isolazionista.
Eppure sull' applicabilità di questa soluzione ci sono seri dubbi.
Sì, lo so, i costi della guerra sono ben più alti di quello che comunemente si ritiene. Istituzioni governative create ad hoc per i conflitti proseguono bellamente la loro attività durante il periodo di pace sperperando una quantità di risorse difficilmente calcolabile.
Eppure siamo sicuri che l' interventismo USA nel '900 abbia nuociuto alla causa della libertà?
Osservo che:
- l' intervento nel corso della II guerra mondiale è stato decisivo per le libertà dell' Europa Occidentale. E ne hanno tratto giovamento anche Germania e Giappone. Il Piano Marshall, almeno da un punto di vista simbolico, ha contribuito alla causa;
- con la guerra in Corea, gli USA contribuirono all' indipendenza della parte meridionale di quel paese. Oggi appreziamo appieno quanto provvidenziali siano state quelle scelte;
- d' accordo, l' intervento in Vietnam è stato un fiasco. Eppure, ripensando alla Corea, verrebbe da dire che bisognava essere più decisi, e non che bisognava starsene a casa.
- attraverso l' impegno nella Guerra fredda, gli USA costituirono un valido ombrello protetivo per le libertà occidentali contribuendo al colasso dell' URSS e alla liberazione dei suoi stati satelliti:
- nella guerra in Iraq non tutto è andato per il verso giusto, anzi. Ma siamo sicuri che i tempi siano già maturi per dare un giudizio ed archiviare la pratica?
Forse il modo migliore per non tradire i principi liberali dovrebbe evitare un supporto acritico a politiche isolazioniste per concentrarsi su:
- le modalità di selezione delle scelte in politica estera al fine di renderle più esplicite (tassa di guerra ecc...);
- le modalità di finanziamento di tali scelte (terziarizzazione, assicurazioni ecc.).
Le considerazioni di cui sopra diventano ancor più stringenti se rivolgiamo la nostra attenzione all' Italia. Per noi è difficile pensare a forme di isolazionismo, una politica di alleanze si impone.
Povera Cina!
Perchè il buon conservatore incoraggia i matrimonio gay
Libertarismo: critiche giuste, critiche sbagliate e critiche sballate
Poi ci sono critiche che possono essere confutate dati alla mano, oppure facendo notare alcune incongruenze.
Infine ci sono le critiche sballate, quelle che testimoniano un fraintendimento. Chi le pone non ha ben capito cio' di cui parla.
Ecco una tripletta di queste ultime così come di solito vengono rivolte all' attonito (L)ibertario.
- L. promuove l' anarchia. L. non è certo interessato ad un mondo senza regole, si preoccupa piuttosto dell' origine delle regole volendo privilegiare quelle scaturite dalla libertà. Per individuarle offre un suo modello.
- L. è un utopista. Chiunque pensi alla realtà ne offre un modello che non andrà giudicato in virtù della sua potenziale immediata applicazione, quanto piuttosto come bussola atta ad indicare la direzione verso cui muoversi. L., d' altronde, non dovrebbe alimentare questo tipo di critiche indugiando ad ammettere dei chiari fallimenti di mercato.
- L. promuove l' egoismo. Si confonde l' aspetto etico con il postulato analitico. Grazie al postulato L., osservando un soggetto di fronte a più alternative, puo' dire che costui compirà la sua scelta sulla base dei propri interessi. Cio' non toglie che la scelta del soggetto osservato implichi comportamenti comunemente ritenuti altruistici!
L' economia mondiale: mai cresciuta tanto dagli anni '80
domenica 30 dicembre 2007
La gran voglia di consumare degli anticonsumisti
Fa niente, spero basti la versione scritta.
Se non difetta l' espressività, a volte però sembrano difettare i contenuti.
In questa tirata contro il consumismo (che naturalmente è sfrenato), il nostro canta le mille battaglie e i mille boicottaggi in cui deve impegnarsi, per poi concludere denunciando quella che ritiene una madornale ingiustizia: e perchè mai chi si impegna nel boicottaggio ideologico di alcuni prodotti (come per esempio l' uso del telefonino), poi si dovrebbe veder privato della possibilità di utilizzarli (per esempio di fare o ricevere telefonate)?
Vi siete persi? Eppure è un po' la logica della tirata che ho linkato.
sabato 29 dicembre 2007
Il voto. Come trasformarlo da diritto in dovere.
Chi non vota sarebbe un opportunista da tassare in quanto gode dei benefici di vivere in una democrazia senza prendersi il disturbo di contribuire.
If we don’t want a small minority to determine our government, we will
favor a high turnout
Il ragionamento filerebbe se non ci fossero almeno un paio di presupposti problematici.
Per esempio il fatto che la libertà di pensiero sia ammessa finchè non prende ad oggetto la democrazia stessa.
Siamo dunque alla libertà delle canzonette, in puro stile giacobino: Libertà è solo Partecipazione (ossia reclutamento).
Pensare ed esprimersi sul reclutamento formale non sarà proibito, ma tassato sì.
Non si tiene conto del fatto che il non-voto potrebbe essere una modalità di espressione: "...If we don’t want a small minority to determine our government...", "but i want...".
E poi tassare i non votanti non preserva dai free rider. sarebbe necessario perlomeno un esamino preliminare ai seggi per verificare che il votante deliberi essendo preparato in materia.
La critica alle stock option ferma il vento con le mani
Qualcuno dice che i compensi a volte diventano sproporzionati ed eccessivamente elevati. Ma perchè nessuno ha da ridire su quanto incassano gli imprenditori, mentre le stock option ai dirigenti fanno tanto scandalo?
Tornare alla cucina di un tempo? Molto più salutare McDonald's
Cos' è il populismo?
Il populismo in politica rende. Ecco un articolo dove un opinionista - Krugman - invita un politico - Obama - ad essere più populista.
Rawls e i Danesi
The Confederation of Danish Industries estimated in
August that the Danish labor force had shrunk by about 19,000 people through the
end of 2005, because Danes and others had moved elsewhere. Other studies suggest
that about 1,000 people leave the country each year, a figure that masks an
outflow of qualified Danes and an inflow of less skilled foreign workers who
help, at least partially, to offset the losses.
The problem, employers and economists believe, has a
lot to do with the 63 percent marginal tax rate paid by top earners in Denmark —
a level that hits anyone making more than 360,000 Danish kroner, or about
$70,000. That same tax rate underpins such effective income redistribution that
Denmark is the most nearly equal society in the world, in that wealth is more
evenly spread than anywhere else.
Mr Rawls ruled out emigration, as a simplifying
stipulation. The Times
article does an excellent job of showing how supra-national mobility rights
in a not-so-simple world limit the feasibility of egalitarian welfare states
that rely on punishingly high tax rates.
venerdì 28 dicembre 2007
E' la canzone più bella dell' anno?
LEI [Monica Vasconcelos]
It's that look in your eyes
Telling me lies
So many promises broken
What can I do?
What should I do?
Try to love you just as you are
'cause I'm never going to change a thing about you
Never ever going to change a thing about you
Try to love you just as you are
Should I leave, Should I stay
Should I call it a day
There's so much to say that's unspoken
In your way you've been true
But all I can do
Try to love you just as you are
'cause I'm never going to change a thing about you
No I'm never ever going to change a thing about you
Try to love you just as you are
LUI [Robert Wyatt]
It's that look in your eyes
I know you despise me
For not being stronger
What can I do?
What should I do?
I've always loved you just as you are
And I've never tried to change a thing
Never tried to change a thing about you
Always loved you just as you are
Will you leave, will you stay?
There may come a day
When I'm weak and I'm stupid no longer
In my way I've been true
I've lived just for you
I've always loved you just as you are
I've never tried to change a thing
Never tried to change a thing about you
Always loved you just as you are
LEI [Monica Vasconcelos]
Quella luce negli occhi
mi dice delle bugie raccontate
delle promesse spezzate
Cosa posso fare?
Cosa dovrei fare?
Forse provare ad amarti così come sei
Perchè mai nulla cambierò di te
mai nulla cambierà di te
Dovrei partire, dovrei restare
un giorno lancerò meglio il mio segnale
ci sono parole che dovrebbero parlare ma restano mute
a tuo modo hai delle ragioni
tutto quello che posso fare è
provare ad amarti così come sei
perchè non cambierò mai nulla di te
no, non cambierò mai nulla di te
...provare ad amarti come sei...
LUI Robert Wyatt
Quella luce negli occhi
dice quanto mi disprezzi
non sono abbastanza forte
ma cosa posso fare?
cosa devo fare?
ti ho sempre amato per quello che eri
Non ho mai provato a cambiare niente
non ho mai cambiato niente di te
ti ho sempre amato per quello che eri
Vuoi partire? Vuoi restare?
Forse verrà un giorno...
...non sarò più nè stupido nè debole
...nel mio piccolo ho le mie ragioni...
ho vissuto per te
per amarti così com' eri
Mai nulla ho provato a cambiare
mai provato a cambiare nulla
...sempre amata per quello che eri.
giovedì 27 dicembre 2007
Ernst Reijseger: Requiem for a Dying Planet
E' un violoncello pudico quello dell' olandese, si aggira solo nelle seconde file, ma sa scatenarsi con la frenesia dei timidi. E' un violoncello sporco, si dedica al sublime dopo aver frequentato a lungo i bassifondi. Accarezzandolo incontri ancora la rugosità di una lebbra non cicatrizzata.
Da qualche anno una particolare levitazione l' ha fatto assurgere in un limbo celestiale. Ma è lì per i meriti di una santità comprovata da anni di piccoli e continui miracoli.
Qui è impegnato a rimestare una pozione a cui partecipano ingredienti eterocliti che fanno un' avanguardia mille miglia lontana dall' avanguardia che pensa molto senza combinare nulla. inseguendo i Cori di Orgosolo con i loro bordoni rugginosi, e un canto che rimbomba in un piccolo cranio africano spirando il tiepidume di quelle terre.
E' un vero matrimonio d' amore, tutto riesce a sposarsi in quel Sanctus. E' un canto messianico. Nell' immaginazione di Herzog un Pianeta doveva morire. Nel contrattempo di una colonna sonora che non riesce a stare sullo sfondo, quel pianeta viene salvato.
Le 5 cose pericolose che i nostri figli devono fare
- Play with Fire
- Own a Pocket Knife
- Throw a Spear
- Deconstruct Appliances
- Break the DMCA
- Drive a Car
Addendum tanti bei link sul tema.
Il fisco giudicato dalla Bibbia
In lectures and papers, Professor Hamill has expanded on
her theme, drawing objections from some critics who say that the religious
obligation to care for the poor is a matter of personal morality, not public
policyProfessor Hamill asserted that 18 states seriously
violate biblical principles in the way they tax and spend. She calls Alabama,
Florida, Louisiana, Nevada, South Dakota, Texas “the sinful six” because they
require the poor to pay a much larger share of their income than the rich while
doing little to help the poor improve their lot
Notare il corrucciato puritanesimo dell' autrice:
she said. “To assume that voluntary charity will raise enough revenues to
meet this standard is to deny the sin of greed.”
Pubblicità e letterine di natale
Il Cristianesimo delle origini come religione della classe media
A partire da Engels, era dunque tradizionale per gli
storici individuare il successo del cristianesimo in una protesta sociale dei
ceti più umili contro la struttura di classe della società romana. Ma gli studi
più recenti hanno invece rivoluzionato questa teoria, individuando piuttosto la
base del primo cristianesimo nei ceti medi urbani in espansione.
il libro dimostra ad esempio come la sola
l’assistenza a malati che i pagani abbandonavano invece a sé stessi avrebbe
permesso ai cristiani un tasso di sopravvivenza cruciale, durante le grandi
epidemie del II e III secolo. E un altro vantaggio era il rifiuto dell’aborto e
dell’infanticidio, che nel mondo classico colpivano soprattutto il sesso
femminile: mentre la popolazione dell’Impero Romano era dunque in prevalenza
maschile, tra i cristiani prevalevano invece le donne, che oltre ad assicurare
un margine maggiore di riproduzione attraevano mariti pagani poi propensi a
convertirsi.
Una critica all' economia della felicità
Those who wish governments to take into account measures of wellbeing when
setting policy often point to the fact that increases in income have not led to
increases in measured happiness, and thus governments should concentrate on
redistribution and improving the quality of life, rather than on allowing people
to benefit from economic growth. In fact, measured happiness does not appear to
be related to public spending, violent crime, property crime, sexual equality,
disability, life expectancy or unemployment either
addendum
5 miliardi di donazioni (ma senza farlo sapere)
Produttività del lavoro in flessione, salari in aumento
lunedì 24 dicembre 2007
L' immigrazione fa bene all' economia
Natale al fronte
Statistiche pastafariane
- con un' operazione discrezionale occorre isolare un set di variabili "papabili" per spiegare un certo fenomeno;
- occorre fare tante regressioni quante sono le combinazioni e le parametrizzazioni delle variabili isolate;
- occorre incociare le regressioni per ricavare l' incremento conoscitivo che ciascuna variabile è in grado di apportare nelle varie combinazioni.
Solo dopo queste operazioni si avanza la candidatura di alcune variabili e l' accantonamento (temporaneo) di altre. Non appena tra le variabili "papabili" ne viene introdotta una nuova si ricomincia la tiritera.
Global warming: bella catena di ragionamenti ma con un anello debole
Molto proficuo, in questi casi, avere un koan su cui concentrarsi.
Per fortuna ce ne fornisce uno quella testa pensante del sig. King. Il dubbio da cui farsi trapanare e da sostenere imperterriti è il seguente:
"...what are the most persuasive reasons for believing that the rise in temperature is due to increased atmospheric carbon dioxide..."
Un dubbio che nasce spontaneo una volta considerato che:
"...we have about three data points--an increase in temperatures from 1900-1940, and slight decrease from 1940-1970, and a recent increase..."
A fronte di queste evidenze la CO2 è cresciuta costantemente.
Gold standard: una doccia scozzese sulle recessioni
- Chi sostiene il gold standard accusa proprio il sistema monetario cartaceo senza copertura di acuire l' asprezza dei cicli. Niente carta, niente cicli, niente prociclicità.
- Avere politiche monetarie pro-cicliche è un inconveniente per chi intende implementare la cura monetarista alle recessioni. Ma la cura auspicata da chi sostiene il gold standard è di tutt' altro segno. Ecco allora che cio' che si presentava come accusa decade a semplice ossergvazione.
- Per i sostenitori del gold standard il modo migliore di reagire ad una recessione consiste nel liquidare al più presto tutte le attività frutto di investimenti mal indirizzati. Ma allora un sistema monetario gold standard, lungi dall' essere d' ostacolo, puo' addirittura facilitare il compito con la sua brutalità.
Per concludere, gli economisti austriaci sostengono un sistema gold standard. Per un monetarista il sistema presenta degli inconvenienti. Ma non puo' certo accusare la controparte di incoerenza qualora caldeggi una soluzione gold standard! Il gold standard è lo strumento migliore per centrare i suoi bersagli.
L' incoerenza del modello austiaco sta piuttosto nel postulare che investitori razionali commettano errori sistematici nella politica degli investimenti quand' anche sappiano di essere in presenza di tassi drogati da una politica monetaria che non si allinea ai canoni del gold standard.
Mi sembra più convincente criticare i sistemi di moneta-merce per la scarsa trasparenza sui quantitativi di base monetaria in circolazione. Insomma, una politica a obiettivo inflazione ha il pregio della trasparenza.
domenica 23 dicembre 2007
Bibbia contro Corano
The combination of globalisation and rising wealth is proving to be a
bonanza for both religions
L' uomo primitivo era un selvaggio
Climate change: the (Groucho) Marxist approach
Sentieri selvaggi. L' arte dell' uscire di scena.
sabato 22 dicembre 2007
Il segno dei tempi (secolarizzati)
Due teste pensano meglio di una? Guida ai forum da frequentare
Ma i forum non sono tutti uguali:
- ci sono i forum/ring, dove si scavano trincee, ci si aqquatta e si comincia a sparare colpi di mortaio;
- e ci sono i forum/parrocchietta, dove è tutta una raffica di pacche sulle spalle e dove si trascorre il tempo a speculare quanto siano scemi coloro che a non si uniscano a noi. Il gruppo più estremo in questo senso è quello costituito solamente da me.
Qual è la frequentazione più propizia?
Voterei 2 pensando a quell’ atmosfera di serenità e pace che sprona l’ approfondimento e l’ assenza di radicalizzazione che rende più agevole rivedere e limare le proprie convinzioni.
E poi voterei 2 perchè qui si dimostra dati alla mano quanto possa essere dannosa la polarizzazione.
E poi voterei 2 perchè qui si dimostra quanto sia difficile rivedere le proprie idee in un clima polarizzato.
E poi voterei due perchè qui si dimostra quanto nella discussione gli estremisti siano più convinti ed influenti dei moderati. Per esempio sono un profluvio di parole che incute deferenza, quando qui si dimostra che non esiste correlazione tra mole parolaia, status e ragioni valide addotte.
Però voterei anche 1 perché la presenza di una controparte mi costringe ad essere più rigoroso nel mio schema senza dare nulla per scontato, neutralizza quella deferenza verso i trascinatori, annulla il nocivo istinto del gregge che rende piatti molti encefalogrammi .
E poi voterei 1 perchè qui si dimostra come la presenza di un avvocato del diavolo renda più rigorosi e creativi.
Mi sa che voterò 1, visto che qui si dimostra come due teste pensino meglio di una, perlomeno quando sono in gioco delle responsabilità concrete.
Forse vale proprio la pena di votare 1 visto che il libro più influente sull' argomento si chiude con un peana al dissenso.
***
E' tempo di conclusioni.
- Chi ama il rischio riceverà più stimoli frequentando 1.
- Poiché di solito i forum non prendono decisioni e non sono responsabilizzati, allora meglio frequentare 2.
***
Altri stimoli in Surowiecki cap.9
venerdì 21 dicembre 2007
I bambini presi con filosofia
Toro Seduto si "autodetermina"
Possono farlo secondo i principi approvati dall' ONU nel settembre scorso.
in September, when the United Nations adopted a non-binding declaration on the
rights of indigenous peoples — despite opposition from the United States, which
said it clashed with its own laws.
Sono già iniziate le iniziative diplomatiche con la visita alle ambasciate di Cile, Bolivia, Sud Africa e Venezuela.
Stepmother City: Sainkho molla il colpo
Prima, da animalessa di gran razza, inventava “versacci”. Ora si limita a farli. Fa quello uptown di Shelley Hirsch, e poi scende nei bassifondi per fare una capatina al bar con Tom Waits prima del transito in discoteca a sculettare con i Chemical Brother. In questi giri del mondo non manca mai un salto in Giamaica. Infine si accuccia con la tenerezza ruffiana di una Geisha mantenuta, per partecipare subito dopo ad una escursione andina dove volando sul groppone del condor puo' scorgere la sensualità dei tornanti.
Allora vale la pena di sentirsela questa Geisha, proprio mentre i venti dello shakuhachy -flauto giapponese ma che va bene anche per la Cordigliera - le scompigliano i capelli. Sono venti insufflati da Rothemberg, anch’ egli presente in versione sterilizzata. Il pezzo “fake folk” si intitola Old Melodie
Siccome ad una gattona cresciuta nella taigà non si puo’ chiedere di fare a lungo la gallina padovana, ecco che capita piazzi la zampata (frammento da Lonley Soul)
Quattro conti sulla pena di morte...per gli hackers
- Stando agli studi disponibili l' esecuzione di un assassino salva circa 10 vite.
- Il valore medio di una vita è circa di 7 milioni di dollari.
- L' esecuzione di un assassino vale dunque circa 100 milioni di dollari.
- Compare that to the benefit of executing the author of a computer worm, virus, or Trojan.
- La diffusione di virus costa all' incirca 50 bilioni di dollari all' anno.
- Se la deterrenza di un' esecuzione copre almeno i/5 dell' 1% di questa cifra, il gioco vale la candela.
- E' praticamente certo che il gioco valga la candela.
Scherzo, nè.
Qualche grafico portatile
Aldo Cazzullo è preoccupato. Presentiamogli Wal-Mart
- Wal-Mart ha contribuito in modo preminente alla recente spettacolare crescita della produttività USA.
- Wal-Mart facilita la vita soprattutto ai meno abbienti.
- Wal-Mart ha giocato un ruolo decisivo nel cotrollo dell' inflazione USA.
- Si comincia a spingere per il Nobel a Wal-Mart.
- Perché premiare lo sforzo di Yanus e i suoi incerti risultati a favore dei più deboli, quando si trascurano i risultati certi di Wal-Mart?
- Wal-Mart crea lavoro.
- Wal-Mart ritocca verso il basso gli stipendi. Anche se li mantiene ben al di sopra del salario minimo federale.
- Alle prese con Katrina, Wal-Mart batte la protezione civile.
- Gironzolare 72 ore per Wal-Mart non è poi così stancante.
- Addendum corsa forsennata per accaparrarsi un lavoro da wal mart
Microcredito = Microwelfare
Globalizzazione: pensarla a fondo per difenderla meglio
I don't disagree with Rodrik's political argument here per se -- but I doMa la globalizzazione, ovvero il libero commercio, è davvero in grado di comprimere i prezzi? E qui cominciano i problemi.
have a few quibbles about it's generalizability... In focusing strictly on the
employment effects, ... Rodrik elides the biggest gain from trade -- lower
prices. ...
I vari interventi sono raccolti da Mark Thoma in un suo lungo post che merita segnalazione.
Se devo scegliere un suggello alla discussione faccio mie le parole con le quali Alex Tabarrok si pone la questione decisiva, ovvero: prima ancora di applicare l' attrezzistica dell' economia positiva, dobbiamo compiere una scelta morale circa la comunità che intendiamo tutelare: individuo, comunità nazionale o comunità internazionale. La risposta utilitaristica varia a seconda dell' ottica scelta.
Trade and the Moral Community, by Alex Tabarrok: Much of the recent
tradedebate between Rodrik, Mankiw, Tyler and others (see Tyler's excellent post
forlinks) is primarily not about positive economics but about the relevant
moralcommunity. Rodrik, for example, hasn't argued that trade does not
increaseaggregate wealth he has argued that trade is not guaranteed to increase
nationalwealth - something quite different. I consider three moral communities
and thecase for trade.
Peter wishes to trade with Jose. The individualist
says therelevant moral community is Peter and Jose and presumptively no one
else. Trade,the right of association, is a human right and on issues of rights
the moralcommunity is the individual. When Jose offers Peter a better deal than
Joe it'swrong - a moral outrage - for Joe to prevent Jose at gun point from
trading withPeter.
The more common view expressed implicitly by Dani Rodrik,
but by manyothers as well, is the nationalist view, the moral community is Peter
and Joe.Joe gets a vote on Peter's trades. Peter should be allowed to trade only
if bothPeter and Joe benefit, otherwise too bad. Jose counts for less.
A
third view, that of the liberal internationalist, says that Peter, Jose and Joe
countequally and are together the moral community.
Now how does the
positiveeconomics apply to these three cases? Peter and Jose presumptively are
betteroff from trade otherwise they wouldn't trade so the individualist
economist (theeconomist who takes Peter and Jose as the relevant moral
community) will supportfree trade. The liberal internationalist will also
support free trade becausethere is a strong argument from positive economics
that trade increases totalwealth (comparative advantage, specialization,
competition etc.).
In between, we have the nationalist economist for whom it
depends..."
La pirateria internet fa bene al cinema
Evgeny Morozov tells how a
buzz among file-sharers turned a small indie film into an American cult hit, and
wonders if there is a model here for leveraging internet piracy as a marketing
and even a financing strategy ...
giovedì 20 dicembre 2007
Che fine ha fatto il femminismo sulla questione musulmana?
The comparison of Saudi and South African apartheid, and the different
Western attitudes to both, has been made before. Recently the journalist Mona
Eltahawy argued that while oil is a factor, the real reason Saudi teams aren't
kicked out of the Olympics is that the "Saudis have succeeded in pulling a fast
one on the world by claiming their religion is the reason they treat women so
badly." Islam, she points out, does take other forms in Turkey, Morocco,
Indonesia and elsewhere. But Saudi propaganda, plus our own timidity about
foreign customs, has blinded us to the fact that the systematic, wholesale Saudi
oppression of women isn't dictated by religion at all but rather by the culture
of the Saudi ruling class.I think there is another explanation, too. As a
nation, we are partial to issues that seem familiar, and the story of apartheid
South Africa had echoes in our own civil rights movement. It wasn't that big a
leap for Jesse Jackson to support the anti-apartheid movement when it was at its
peak in the 1980s, but it wasn't that hard for college students then, either: We
had been taught about institutionalized racism in school.
Ma quanto va forte una formula uno?
Petrolio: previsioni di picco, ma nei prezzi
Mitigazione e resilienza non sono le uniche alternative
Quanto conta l' innovazione
W i ricchi
Ma gli intelligentoni guadagnano di più?
E' l' economia che fa eleggere i Presidenti
La conversione dei Caraibi
Scrivo con la percezione dilatata che lascia l' incontro ancora fragrante con il verso di Walcott, vate antillano dalla scrittura ventilata che, senza fermarsi mai, ondeggia sulla pagina alla stregua di un palmizio caraibico. Il suo rigo sa farsi fungo allucinogeno dalle spore non omologate.
E ce ne sono tanti di righi salmastri in quel suo magistrale poemone dove con ricchezza immaginifica strabordante si mette in scena lo strazio di una conversione ai valori occidentali della sua gente. Uno strazio che ci fa leggere con la mandibola smollata.
Sono righi da cui non ci va di staccare gli occhi, li sorvegliamo anche allontanandoci da loro, anche quando sono diventati ormai niente più che un corteo di formichine nere in marcia verso una meta per cui abbiamo perso interesse.
Una ridda di righi rumorosi e itraprendenti, ognuno vuole proiettare il suo cinema, ognuno è disposto a tutto pur di dare sulla voce all' altro. Si affollano sgomitando davanti alla pupilla sconcertata del lettore.
Troppi forse per reggere la densità sonettistica a cui li sottopone il vate, per sopportare l' irruenza metaforica con cui carica ogni pagina al punto da renderci ponderosa la sfogliata. Pagine che ci spiace abbandonare alla loro sorte, meritevoli come sono di essere ulteriormente dissodate dal vomere di cento riletture.
Che rischio riversare tutte quelle calorie sul palato del degustatore bulimico! Si finisce prima per sorprenderlo, poi per deliziarlo, poi per inebriarlo, poi per stordirlo; infine per allucinarlo. Poi, per...per "dilatarlo". Scrivo dopo aver superato l' ultima soglia di quest' ultimo stadio. Ne tenga conto il perplesso che già scuote la testa.
Una poesia immersa nella piaga slabbrata e formicolante di cuori negri che stanno al mondo senza radici. Che hanno una loro economia nobilmente stagnante fatta di acque glauche arate dalle reti, di corde muschiose e barbute strattonate da muscoli guizzanti come delfini. Un economia dove il remo viene lasciato oziare a lungo. Un' economia accompagnata dal ritmo della bofonchiante abitudine figlia dell' esperianza.
Umanità ancora avvolta nel timore riverente verso un creato da ringraziare per le sorprese elargite ogni giorno che dio manda in terra.
Cuori negri sospesi tra la ritmica pace di onde benedicenti e l' anarchico frizzare della schiuma che si arriccia nella risacca.
Cuori babbuini tremanti come pioppi nell' aria in un timore della cui sacralità ci accorgiamo solo ora che barcolla, sbiadisce e cede a forze imperscrutabili che la estinguono.
In questa festa continua carica di infezioni contagiose, passa inosservato persino il trito stereotipo dell' umiliazione imposta dalla volgarità dei tempi.
Sia dannato chi lo risveglia menzionandolo quando pensa, così facendo, di agganciare un commento appropriato alla lunga teoria di versi ispirati che ci sfila di fronte prostandoci con la fatica che danno al palato i cibi resi squisiti dall' eccessivo sapore che li carica.
Le sete di fantastiche donne arroganti dalla bellezza ferina varcano un paesaggio talmente splendido che guardarlo ci affranca dalla macina della storia.
Una bellezza cresimata da Vescovi plenipotenziari, una sinuosità ciprigna fatta di bolle acquatiche, pronta a svanire come le meduse trasparenti.
Nello stesso momento in cui ringraziamo per tutto questo spettacolo, ecco che cominciamo a perderlo. Le mani, enormi come alberi, dei coralli ci congedano. La risacca è niente più che una bianca linea astratta. Perdiamo il legno rimpiazzato dai cementi, perdiamo la crudeltà delle razzie spinte via dalla tristezza della prostituzione, perdiamo il ballo della pupilla indagatrice sostituita dai torpori oculari indotti dalla soddisfazione materiale, perdiamo la freschezza dei fanghi a cui si preferisce il calore delle lamiere, perdiamo l' esaltazione di droghe misteriose per affogarci nell' alcol della grande distribuzione.
Poi, in un soprassalto, allo scoccare di una scintilla, ci precitiamo verso l' incorruttibile che sentiamo abitare ancora la negra periferia. "Dov' è la nostra casa?". Via, via, il cuore sfinito dai libri reclama una nuova impraticabile libertà. Qesta nostra utopia - che è il nostro pio errore - saprà consolarci con l' allucinazione del verso che segue.Scrivo con la percezione dilatata che lascia l' incontro ancora fragrante con il verso di Walcott, vate antillano dalla scrittura ventilata che, senza fermarsi mai, ondeggia sulla pagina alla stregua di un palmizio caraibico. Il suo rigo sa farsi fungo dalle spore non omologate.
E ce ne sono tanti di righi salmastri in quel suo magistrale poemone dove con ricchezza immaginifica strabordante si mette in scena lo strazio di una conversione ai valori occidentali della sua gente. Uno strazio che ci fa leggere con la mandibola afflosciata.
Sono righi da cui non ci va di staccare gli occhi, li sorvegliamo anche allontanandoci da loro, anche quando sono diventati ormai niente più che un corteo di formichine nere in marcia verso una meta a cui possiamo disinteressarci.
Una ridda di righi rumorosi e itraprendenti, ognuno vuole proiettare il suo cinema, ognuno è disposto a tutto pur di dare sulla voce dell' altro. Ce ne sono proprio tanti.
Troppi forse per reggere la densità sonettistica a cui li sottopone il vate, per sopportare l' irruenza metaforica con cui carica ogni pagina al punto da renderci ponderosa la sfogliata. Pagine che ci spiace abbandonare alla loro sorte, meritevoli come sono di essere ulteriormente dissodate dal vomere di cento riletture.
Che rischio riversare tutte quelle calorie sul palato del degustatore bulimico! Si finisce prima per sorprenderlo, poi per deliziarlo, poi per inebriarlo, poi per stordirlo; infine per allucinarlo. Poi, per...per "dilatarlo". Scrivo dopo aver superato l' ultima soglia di quest' ultimo stadio. Ne tenga conto il perplesso che già scuote la testa.
Una poesia immersa nella piaga slabbrata e formicolante di cuori negri che stanno al mondo senza radici. Che hanno una loro economia nobilmente stagnante fatta di acque glauche arate dalle reti, di corde muschiose e barbute strattonate da muscoli guizzanti come delfini. Un economia dove il remo viene lasciato oziare a lungo. Un' economia accompagnata dal ritmo della bofonchiante abitudine figlia dell' esperianza.
Umanità ancora avvolta nel timore riverente verso un creato da ringraziare per le sorprese elargite ogni giorno che dio manda in terra.
Cuori negri sospesi tra la ritmica pace di onde benedicenti e l' anarchico frizzare della schiuma che si arriccia nella risacca.
Cuori babbuini tremanti come pioppi nell' aria in un timore della cui sacralità ci accorgiamo solo ora che barcolla, sbiadisce e cede a forze imperscrutabili che la estinguono.
In questa festa continua carica di infezioni contagiose, passa inosservato persino il trito stereotipo dell' umiliazione imposta dalla volgarità dei tempi.
Sia dannato chi lo risveglia menzionandolo quando pensa, così facendo, di agganciare un commento appropriato alla lunga teoria di versi ispirati che ci sfila di fronte prostandoci con la fatica che danno al palato i cibi resi squisiti dall' eccessivo sapore che li carica.
Le sete di fantastiche donne arroganti dalla bellezza ferina varcano un paesaggio talmente splendido che guardarlo ci affranca dalla macina della storia.
Una bellezza cresimata da Vescovi plenipotenziari, una sinuosità ciprigna fatta di bolle acquatiche, pronta a svanire come le meduse trasparenti.
Nello stesso momento in cui ringraziamo per tutto questo spettacolo, ecco che cominciamo a perderlo. Le mani, enormi come alberi, dei coralli ci congedano. La risacca è niente più che una bianca linea astratta. Perdiamo il legno rimpiazzato dai cementi, perdiamo la crudeltà delle razzie spinte via dalla tristezza della prostituzione, perdiamo il ballo della pupilla indagatrice sostituita dai torpori oculari indotti dalla soddisfazione materiale, perdiamo la freschezza dei fanghi a cui si preferisce il calore delle lamiere, perdiamo l' esaltazione di droghe misteriose per affogarci nell' alcol della grande distribuzione.
Poi, in un soprassalto allo scoccare di una scintilla, ci precitiamo verso l' incorruttibile che sentiamo abitare ancora la negra periferia. "Dov' è la nostra casa?". Via, via, il cuore sfinito dai libri reclama una nuova impraticabile libertà. Qesta nostra utopia - che è il nostro pio errore - saprà consolarci con l' allucinazione del verso che segue.
Gender bias in matematica
A New York il sacro è ovunque
I ghetti dell' università americana
American education will never be improved until we address one of the
problems seen as too delicate to discuss. That problem is the overall quality of
people teaching our children. Students who have chosen education as their major
have the lowest SAT scores of any other major. Students who have graduated with
an education degree earn lower scores than any other major on graduate school
admissions tests such as the GRE, MCAT or LSAT. Schools of education, either
graduate or undergraduate, represent the academic slums of most any university.
As such, they are home to the least able students and professors with the lowest
academic respect. Were we serious about efforts to improve public education, one
of the first things we would do is eliminate schools of education
I problemi della peak oil thery
Spiegare l' irrazionalità dell' elettore
Visto che per loro il calcolo non conta molto, probabilmente saremo di fronte a preferenze ideologiche anzichè razionali.
La cosa puo' essere interpretata diversamente.
- Gli ottimisti ritengono che l' accantonamento di comportamenti razionali sia cosa buona e giusta in simili circostanze. Mettere da parte la coerenza indica che si fanno largo preferenze pro-social altrimenti compresse e inspiegabili postulando individui egoisti e razionali (vedi Surowiecki Winsdom of the Crowds).
- Altri economisti la fanno più semplice. Essendo scarsissimi gli incentivi a votare - e qui appare chiara la differenza con l' aggregatore di mercato - il lavoro, quand' anche si senta l' esigenza di svolgerlo, verrà svolto con leggerezza. Cio' spiega quanto tempo i candidati passano in sala-trucco e come si sloghino le mascelle per ampliare al massimo il loro sorriso da simpaticoni. Da queste premesse è difficile scommettere molto sulla tutela del bene comune.
- C' è una possibile soluzione intermedia: lo sforzo pro-social del singolo viene intercettato a livelli differenti rispetto a quello delle votazioni effettive. Per esempio a livello di partito. Il bene comune diventa il bene del partito. In seguito il Partito, avendo gli incentivi opportuni, puo' dedicarsi ad un attività razionale ed egoistica.
Poche donne in Parlamento
mercoledì 19 dicembre 2007
I belive in ads
Uno che è sempre meglio ascoltare con le orecchie tese
- 1.3%, crescita media mondiale del pil da qui al 2200.
- 13% del PIL prodotto, costo del gw al 2200.
- 20% del pil prodotto, costo del gw aggiustato per una popolazione avversa al rischio.
- 1% del PIL, costo per implementare la mitigazione.
Conclusione: politiche di mitigazione sono da scegliere ogni qualvolta le preferenze temporali della popolazione siano incorporate in un tasso di sconto inferiore all' 8.5% (i costi si affrontano da subito, i benefici si avranno domani).
Anatomia ottimista del male italico
Ci tocca lo sforzo di discernere.
Per chi oggi non volesse imbrattarsi con le polveri del ventesimo secolo osservato di sguincio nella sua prima metà, restano pur sempre a disposizione gli anni settanta, il punto più basso della parabola italiana. Il momento in cui la nostra povera socità ha ricevuto in dono una tenacissima imbragatura che la atrofizza ancora oggi.
In una serie di trasmissioni li rievoca l' angosciato e scrupoloso Maurizio Zampa. Ogni puntata è dedicata ad un ospite.
Proviamo ad accompagnare questo sforzo radiofonico cercando di isolare nelle parole che ascoltiamo il sintomo in grado di segnalarci come il virus malefico di quella annata sia stato inoculato nella società.
- 26/11 Marco Baliani,attore. Poichè nel corso delle lunghissime okkupazioni universitarie non si sa che fare e l' Assemblea è un luogo noioso dove si reitera continuamente uno sciatto ascetismo, nasce l' esigenza della creatività. Ma da una madre con un simile patrimonio genetico quali saranno le virtù dei figli?
- 27/11 Cristina Comencini, scrittrice Regista. I settanta come dio comanda: politica, politica...e politica. Senza capirci niente. Chi la sparava più grossa era "più avanti". Dell' amore si parlava di nascosto. Non stava bene. Al limite nei gruppi di autocoscienza femminile, dietro la cortina del separatismo corazzato richiesto dal rituale, qualche parola poteva sfuggire. Ma quanto opprimeva ed isolava la sicurezza offerta dalle famiglie borghesi. Per fortuna che durante l' occupazione delle case ci si imbatteva in qualche proletario in grado di slargare l' orizzonte rattrappito di noi figli di papa'.
- 28/11 Marco Belpoliti, saggista docente universitario. Esaltazione del dissenso e della sovversione continua. Ma il dissenso a tutti i costi porta dritti dritti alle castrazioni intellettuali tipiche del pensiero utopico. Naturalmente Pasolini come padre di tutti i dilettantismi ispirati. "Collettivo" era la parola d' ordine che configurava ogni azione e calcificava nei discorsi il "noi" come unico pronome ammesso.
- 29/11 Roberto Romei, avvocato e docente universitario di diritto del lavoro- Si parte subito sparati con la teoria dei Bisogni e la conseguente pratica dell' esproprio proletario rivendicato come momento creativo. Poi ci sono le solite femministe, che non dovevi sbagliare parola e stare in loro compagnia era come camminare sulle uova. Ma questo è folklore, presto Romeo trova la sua via e passa al sodo: illuminato da Rodotà e Giugni vede chairo cosa sia il diritto, non semplice riferimento per dispensare la giustizia, ma strumento per servire - pardon - per tutelare "interessi ben precisi". La politica - quindi la forza - al centro di tutto sempre. La macchina migliore per risolvere i problemi. Anzi, l' unica. La chiusa è sempre la stessa: tanti errori ma anche tanti sogni, tutti con un solo oggetto: la realizzazione in terra del socialismo. Ma non è più romantico un bel sogno pornografico? Per fortuna che la capacità di indignarsi contraddistingue ancora oggi l' appartenente al Movimento. Una capacità che però all' improvviso soffoca nei cavilli non appena deve giudicare il funesto retaggio da cui è nata.
- 30/11 Paola Mastrocola, scrittrice- Non le piace il "collettivo", predilige il "piccolo", il "limitato". Forse è già proiettata sul "gretto individualismo degli anni 80". Sogna con la poesia più visionaria e quindi difficilmente finisce nel crogiolarsi con l' ideale etico-estetico della società socialista. La politica le giunge origliando qualche TG dalla TV rimasta accesa, per il resto nemmeno si accorge di vivere negli anni 70. Se non fosse per l' incontro altamente istruttivo con l' atmosfera tra il burocratica e l' agghiacciante di un' Assemblea universitaria. Inoltre, non ne parliamo neanche, vuole scrivere e farsi capire. E' un imperdonabile istinto "produttivo" su cui i suoi colleghi artisti - impegnati a ciclostilare versi incomprensibili, quindi "contro" - non possono sorvolare.
- 3/12 Riccardo Iacona, giornalista- Dams, ovvio. Chi oggi ci parla dal microfono della TV di tutti, a 14 anni già faceva vita di sezione. In quel PCI dove la qualità contava, mica come quelli di oggi che lui ha smascherato in "Pane & Politica". Il meglio della vita intellettuale orbitava intorno a quel sole. E se il 77 lascia strascichi di incertezze è proprio perchè occasionalmente è arrivato a profanare quell' altare di Partito dove Iacona aveva assiduamente pregato ginocchioni. Poi l' incontro con la TV di tutti (Rai 3) e con i maestri di tutti: Barbato e Augias. Poi su, su, su. Fino a toccare quel bene comune di Santoro.
- 4/12 Ignazio Marino senatore, medico chirurgo- In pratica segue passivo il binario unico che lo assimila ai precedenti. Ha però la virtù diplomatica di ripetere gli slogan con contrazioni facciali che lo rendono sofferente impetrando il perdono. Quindi, l' aborto come conquista di civiltà ovviamente. Segue puntuale lacrimuccia di pragmatica tanto per dare il contentino. Le parole d' ordine sono rigorosamente vuote: "equità", "...chi ha ricevuto meno...". In effetti, avendo riconosciuto la pasta d' uomo, riempirle sarebbe superfluo. Gran finale per chi facesse il sordo e non l' avesse ancora capito: lui non è come tutti gli altri. Lui non fa un mestiere come tutti gli altri. Lui è un missionario e la sua è una missione. Forse la sanità italiana, così come la scuola, è troppo intasata dai missionari per funzionare a dovere.
- 5/12 Francesca Corrao, docente Lingua e letteratura araba Univ. Orientale di Napoli-
- 6/12 Marco Lodoli, scrittore-
- 7/12 Guido Dotti, Monaco Monastero di Bose-
- 10/12 Felice Casson, magistrato-
- 11/12 Gianni Dessì, artista-
- 12/12 Marzia Barbera, docente Universitaria-
- 13/12 Marco Tarchi, docente Universitario-
- 14/12 Marco Paolini, attore-
- 17/12/ Eraldo Affinati , scrittore -
- 18/12 Milena Gabanelli , giornalista - Laureata al DAMS, buono a sapersi. Abbiamo formalmente la conferma che non sa di cosa parla nelle sue pompate inchieste. Quelle che il più delle volte si concludono con un, "e allora?"
- 19/12 Stenio Solinas , giornalista -
- 20/12 Tonino Acclavio , operaio-
- 21/12 Tano D'Amico , fotografo
Joy to the world
Quando la scienza illumina
Pop star del ventunesimo secolo
Didattica della mafia e didattica delle tabelline
Fa discutere la proposta di inserire l'ora di antimafia nelle scuole...
DIDATTICA DELLE TABELLINE
Mai visto nessun disastro senza l' allegato di una buona intenzione che
spiazzi qualcosa di meno pretenzioso ma più sostanziale. La scuola non fa
eccezione
Si puo' vivere senza finanziaria?
Per calcolare le mance
La felicità dei nostri bambini
A lezione di churning
La pena di morte pensata
- Isaac Ehrlich: lo studio leader sul tema della deterrenza.
- John Lott passa in rassegna gli studi sull' effetto deterrente.
- 13 studi sull' effetto deterrenza e sulle problematiche etiche.
- Rassegna critica degli studi sulla deterrenza.
- Becker e Posner si sbilanciano.
- La critica più seria alla deterrenza (publication bias).
Proposta: perchè non introdurla per chi la chiede? I fanatici dell' eutanasia un pensierino dovrebbero farcelo.
Un ponte tra Vienna e Chicago
- La critica che Caplan rivolge a Rothbard e Mises non mi sembra tacitata dalle risposte che ha ricevuto.
- Ciò non toglie che Mises e Rothbard forniscano la migliore base filosofica per un pensiero liberale. E anche quella etica se si pensa a Rothbard. Ma per l' economia ci vuole ben altro.
- Caplan lascia in disparte Hayek. Evidentemente è su di lui che va costruito il primo pilastro del ponte.
- Come riconciliare Hayek con l' Homo Economicus di Chicago?
- Innanzitutto incorporando la razionalità limitata dell' agente haykiano nelle sue preferenze. In un mondo complesso l' uomo fa appello alle sue preferenze.
- Poi introducendo forme di selezione ambientale delle preferenze.
- Poi enfatizzando la distinzione tra breve e lungo periodo.
- Poi non escludendo a priori un' azione riformatrice (vedi critica di Buchanan a Hayek).
- Infine dando centralità alla figura dell' innovatore e all' applicazione immediata delle innovazioni.
- Ecco allora che Vienna puo' essere pensata come un momento analitico all' interno delle conclusioni sintetiche di Chicago e dei virginiani.
- In alternativa, il pensiero neo-classico pottrebbe essere interpretato come il suggeritore di politiche gradualiste per percorrere meglio un sentiero che conduce dritto dritto a Vienna.
- Facciamo un esempio: un welfare spinto e prolungato, non solo conduce agli inconvenienti tipici segnalati da Chicago, ma, nel tempo, seleziona una popolazione con preferenze (tra le preferenze ci metto dentro anche i principi etici) difficilmente compatibili con un sistema liberale (detto esplicitamente: se la fiducia non è legata al benessere probabilmente avremo una popolazione di furbi, ovvero di free rider. Altro esempio ancora più esplicito: lo schiavo è terrorizzato dalle responsabilizzazioni e rinuncia volentieri alla facoltà di scelta). Ecco allora che, l' imposizione di quest' ultimo, magari asserendo che "le preferenze non sono misurabili", implicherebbe un fallimento. Molto meglio una gradualità istituzionale con cui accompagnare una modifica evolutiva delle preferenze.
- Per i realisti la razionalità si accompagna ad un processo evolutivo, per il pragmatico basta la scorciatoia del calcolo. Confidiamo nella convergenza.
- Il realismo mi va bene come filosofia, ma se passiamo alla scienza (economica) allora guardo alla prticità del modello e alle scommesse che mi consente di portare a casa.
- Hayek, e quindi la scuola austriaca, ha avuto il merito di affiancare al concetto di competizione quello di evoluzione. Cio' ci consente di vedere i "gusti" (anche e sopratutto quelli etici) come qualcosa di endogeno. Ecco il circolo: l' ambiente incide sul profilo etico e l' etica incide sulla ricchezza. La ricchezza, a sua volta, incide sull' ambiente circostante che tenderà ad uniformarsi ai modelli vincenti. Siccome sappiamo che un sistema liberale in cui agiscono soggetti eticamente connotati in un certo modo, garantisce la massimizzazione della ricchezza, sarà necessario accompagnare l' evoluzione etica con riforme di mercato graduali.
- Purtroppo molti hanno insistito nel contrapporre concetti quali quello di Ordine Spontaneo (Hayek) ad una pratica di riforme istituzionali (Buchanan). Cio' ha condotto alle derive radicali (Rothbard) che spesso, con i loro fallimenti, ostacolano quel processo graduale descritto al punto precedente.
- D' altro canto, alcune proposizioni dell' economia neoclassica osteggiate dagli austriaci, hanno dato luogo a riforme che taluni, proprio perchè in loro nome si è condotta una lunga battaglia, trattano come definitive e non invece come un passaggio evolutivo verso una ulteriore liberalizzazione. Una tra tutte: la necessaria presenza di una Banca Centrale che persegua obiettivi anti-inflazionistici.
- Recentemente si segnala una riconciliazione all' insegna di Coase per quanto riguarda le politiche di crescita. In un Paese il set istituzionale più efficace è quello che meglio comprime i costi di transazione. Ma, ovunque, già la cultura dei popoli ha lavorato nei modi più vari a quest' opera di compressione creando aspettative e codici soggettivi, bisogna tenerne conto. Lavorare come se si fosse su una tabula rasa potrebbe essere dannoso. Rodrik e de Soto sono stati gli autori più espliciti nel segnalare la necessità di un approccio decentrato nel progettare le istituzioni ideali. Ecco allora che l' asetticità del Modello unico neoclassico cede il passo senza traumi alla molteplicità hayekiana.
- Due parole sulla figura dell' innovatore. Un sistema Haykiano accetta di convivere con costi di transazione alti. Cio' potrebbe renderlo meno efficiente rispetto ad un sistema aperto a riforme politiche che abbattano questi costi sopperendo ai limiti del mercato. D' altro canto, una condizione haykiana accumla risorse per quell' innovazione che, superando l' ostacolo, condurrà poi verso la soluzione ottima. Le riforme per sopperire ai limiti del mercato, invece, creano quasi sempre delle rendite politiche. Chi gode di queste rendite - e saranno gruppi con agganci politici forti - ostacolerà in tutti i modi il processo innovativo ritardando l' applicazione di soluzioni tecnologiche già esistenti. Facciamo un esempio: laddove l' esproprio infrastrutturale è più difficoltoso, sarà molto più sviluppata e diffusa la tecnologia wireless. In altre parole: in un sistema Haykiano l' innovatore deve essere un abile innovare e niente più, in un sistema tradizionale l' innovatore deve essere sia un abile innovatore che un abile politico al fine di poter vedere applicata la sua innovazione. E' molto difficile tempificare le conseguenze (medio? Lungo?...) e quindi realizzare verifiche empiriche di un modello siffatto. Da qui lo scetticismo degli austriaci per lo strumento econometrico.
La SOX ha fallito
The overall evidence is consistent with (i) SOX negatively affecting
cross-listed premia and particularly hurting riskier and more-disclosing firms;
and (ii) investor learning over time about its expected effects
Sox guide download.
Addendum: vuoi saperne di più sul fallimento SOX? Vai su questo sito e digita SOX. Ti appariranno molti studi. Un' anteprima qui quo qua ma soprattutto quaquaraqua.
Elettore socio-tropico e elettore ego-tropico
martedì 18 dicembre 2007
L' assunto e il dedotto
A volte l' approfondimento di qualche sito riserva sorprese:
"The modelers
begin with certain assumptions about climate that they build into the model. For
example, the computers themselves don’t somehow decide if CO2 is a more
important forcing on the climate than solar activity – the modelers, by the
assumptions the feed into the model, decide these things. The models return the
result that CO2 is the most important driver of climate in the coming century
because their programmers built them with that assumption, not because the model
somehow sorts through different inputs and comes up with the key drivers on its
own"
Kuriokhin con il tocco e il ritocco
Ascoltiamocelo sospettosi in questo The rules of The Games
Altro passaggio abbastanza incredibile, da The Other Ways
Paura delle feste?
E poi c' è sempre la compagnia dei soliti due simpaticoni.
Coltivate relazioni mandando qualche simpatica mail ai pochi amici.
Che ne dite poi delle cartoline di Sprint?
Se poi qualcuno vi importuna invitandovi a qualche festa c' è sempre un gentile generatore di scuse diplomatiche.
E statevene al calduccio a giocare con la neve.
E adesso...Buon Natale!
Come si forma un liberale?
Riassumo qualche dritta:
- Trascurare l' informazione e privilegiare il giudizio andando a caccia di errori prima che del genio.
- La maggior parte degli errori si sviluppa nella chiusura: aprirsi agli altri, fidanzarsi con una straniera se possibile.
- Studiare logica.
- Frequentare gruppi di amici dove le questioni possano essere dibattute.
- Scrivere qualcosa ogni giorno.
- Rinunciare a tutti i comfort mettendo alla prova la vostra capacità di tolleranza.