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sabato 14 maggio 2016

Lotta all'obesità come dominio

  • Megan: An economist recently pointed out that we don’t encourage people to move to the country, even though rural people live more than three years longer than urban people, and the difference in their healthy life expectancy is even more outsized. Nor do we encourage people to find Jesus or get married. We target “unhealthy” behaviors that are already stigmatized.
  • Paul: Right, as Mary Douglas the anthropologist has pointed out, we focus on risks not on the basis of “rational” cost-benefit analysis, but because of the symbolic work focusing on those risks does — most particularly signalling disapproval of certain groups and behaviors. In this culture fatness is a metaphor for poverty, lack of self-control, and other stuff that freaks out the new Puritans all across the ideological spectrum, which is why the war on fat is so ferocious — it appeals very strongly to both the right and the left, for related if different reasons. -
  • Humans clearly attend closely to status, an important part of status is dominance, and a key way we show dominance is to tell others what to do. -
  • it is completely crazy to imagine that fat folks have not yet heard that fat might be unhealthy or unattractive.  Believe me, they’ve heard!  If they are choosing to be fat, they are doing so reasonably informed of the consequences.  Our constant anti-fat “public health” messages are not at all kind – such messages just serve to put fat folks down, and lift the rest of us up.  If anyone is so clueless as to need constant reminders, it is those who can’t see their own over-bearing domination, such as putting down fat folks to lift themselves up -


See more at: http://www.overcomingbias.com/2009/10/denying-dominance.html#.dpuf

See more at: http://www.overcomingbias.com/2009/07/is-obesity-policy-about-health.html#.dpuf

Come dire "sporco negro" in modo educato SAGGIO

chili di troppo mettono a rischio la nostra salute, cosicché, per quanto molesti, accettiamo come naturali i pressanti inviti a "mangiar bene" seguendo una dieta bilanciata. Persino il guru che pontificando dai media ci fa sentire in colpa perché non facciamo abbastanza moto è sopportato di buon grado. Siamo praticamente pronti per la soda-tax.
E qui cominciano i dubbi: anche abitare in campagna allunga la vita, tuttavia troveremmo alquanto singolare una propaganda civica che ci spingesse al trasloco facendo apparire come persona trascurata chi insiste a stare in città.
Ma c’è di più: sebbene religione e salute fisica vadano a braccetto, non mi attendo certo una pubblicità progresso tesa ad incrementare le conversioni. E voi?
Ultimo esempio: sembra anche che la vita coniugale sia decisamente più salubre, nonostante cio' le iniziative del Ministero della Sanità volte a sponsorizzare il  matrimonio latitano. Chissà come mai?
Perchè? Perché tante incongruenze e tanto plateali?
La risposta della sociobiologia è provocatoria ma credibile: abbiamo bisogno di qualcuno da disprezzare, abbiamo bisogno di qualcuno a cui dire più o meno velatamente “sporco negro”.
obese1 
Le cose andrebbero all'incirca così: ognuno coltiva la sua immagine pubblica ed esprimere una forma simbolica di “dominio” è un modo per abbellirla. Dire a qualcuno cosa deve fare significa esprimere pubblicamente il nostro “dominio” su di lui.
Oggi non possiamo “dominare” figure come quelle del cittadino metropolitano o dell'ateo o del single, queste persone sono troppo ben piazzate nel’ élite e ci renderebbero pan per focaccia, per contro, nulla osta al disprezzo verso gli obesi poiché sono una buona metafora di povertà, indolenza e scarso auto-controllo. A loro possiamo tranquillamente dire dalla TV – come se non lo sapessero! - quel che devono fare mostrandoci e sentendoci superiori a loro.
Un libro per approfondire queste tematiche: The Obesity Myth di Paul Campos.

mercoledì 23 marzo 2016

Alternative alla soda-tax

Why not just target the output, rather than some random subset of inputs? We could tax obesity if we wanted to. Or if we want to seem less punitive, we could award tax credits to obese people who lose weight. A tax directly pegged to reduced obesity would certainly be a much more efficient way to achieve the stated policy goal of reducing obesity.
Of course, “fat taxes,” even when framed as weight-loss tax credits, seem pretty loathsome. Why is . . . unclear.

martedì 8 dicembre 2015

mercoledì 19 giugno 2013

Tempesta perfetta

L’ obesità è un problema, purtroppo è anche un problema per lo pù insolubile. La gente smette di fumare, smette di bere, smette di drogarsi ma non riesce a dimagrire. Dimagrire stabilmente è praticamente impossibile. Perché?

Lo chiamano il paradosso di Oprah (da Oprah Winfrey): la forza di volontà è tutto se non vuoi più bere, fumare, drogarti ma se vuoi dimagrire allora la volontà non conta granché. Oprah, che è persona estremamente volitiva, lo ha scoperto sulla sua pelle rimanendo coinvolta nella cosiddetta “tempesta perfetta”.

Il fatto è che per smettere di mangiare occorre una grande forza di volontà, per sviluppare una grande forza di volontà occorre mangiare a sazietà.
http://www.youtube.com/watch?v=OMINLSySZP4


venerdì 8 aprile 2011

Come trattare i problemi insolubili

Sometimes we find it easy to identify a problem and impossible to think of a solution. Obesity is a good example.

    School posters, virally marketed videos, healthy-eating classes, mandatory swimming lessons, minimum school-recess times, celebrity chefs in charge of school-meal recipes, bicycle lanes, junk-food ad bans, calorie-content labels, hectoring physicians, birthday-cake bans, monetary rewards for weight loss—they've all been tried, and they've all largely failed.


Se il problema è troppo complesso non resta che mettere in campo una moltitudine di intelligenze. In altri termini: non resta che la libertà.

    Drawing a direct analogy with the effect of vouchers in the education system... Messrs. Seeman and Luciani suggest "healthy-living vouchers" that could be redeemed from different (certified) places—gyms, diet classes, vegetable sellers and more. Education vouchers, they point out, are generally disliked by rich whites as being bad for poor blacks—and generally liked by poor blacks. A bottom-up solution empowers people better than top-down government fiat...


Neil Seeman/Patrick Luciani - XXL: Obesity and the limits of Shame -

lunedì 18 ottobre 2010

Nuove religioni, nuovi profeti, nuovi peccatori

Viviamo tempi grami, il paradigma religioso è sottoposto a furibondo rinnovamento, nuovi credenti si affollano intorno a noi, conferme viventi della profezia di Chesterton (dove manca la fede abbonda la creduloneria).

E con le nuove religioni, sfilano a capo chino segnati a dito anche i nuovi peccatori.

Dopo il Dio del Deserto, c' è toccata la famigerata Dea-Ragione. Ma se quella rappresentava la padella, la brace ci si para oggi dinnanzi nelle vesti della potente Dea-Salute.

Una lucente lettera scarlatta viene ogni giorno stampigliata sulle carni degli obesi: questi figli del demonio, con la loro sola nefanda presenza bestemmiano e profanano la Dea ai piedi della quale si affollano armati fino ai denti i veri devoti del nostro tempo, quelli dal sentimento più barbaro e refrattario al dubbio. Bisogna punire gli impuri - ovvero aiutarli, che spesso è la stessa cosa. Bisogna "liberarli" facendo conoscere loro la Verità: conoscere per deliberare.

Ma perchè, chiede timidamente il razionalista autistico, non implementiamo piuttosto un vasto programma governativo per la conversione di massa al Dio biblico della Tradizione, visto che ormai è appurata una robusta correlazione tra fede canonica e salute fisica?

Non sia mai! L' ateo, così bright ed energico, non funziona come vittima sacrificale, e poi faremmo rientrare in campo un Dio concorrente, meglio infastidire l' obeso (che è anche statisticamente povero ed esteticamente ributtante; l' estetica e la religione, si sa, si rinforzano a vicenda).

Mille volte meglio... un milione di volte meglio impalare l' obeso: è schifoso e deforme come il naso adunco di una strega reduce dal sabbah.

Vada per lui allora, partiamo pure con la crociata salvifica... anche se gli studi si affastellano dimostrando che le armi predilette da chi partecipa alla progetto di redenzione siano come minimo spuntate. Non è facile rassegnarsi al fatto che Diete & Moto, le strategie previste, funzionino all' incirca quanto l' aglio e il paletto di faggio. Ma questi sono particolari.

Quando una flebile speranza ci dice che con uno sforzo sovrumano potremmo giusto far rientrare nel peso forma chi è in leggero sovrappeso, ecco spuntare il dubbio che "essere in leggero sovrappeso" sia quanto mai salutare.

Se la lotta all' obesità è un mito ricorrente, poco male: ogni religione ha i suoi miti.

Non sarà mai che i panzoni vogliono restare tali e non hanno affatto voglia di essere convertiti, per quanto ne dicano loro stessi. In fondo già Becker e Murphy ci avevano spiegato che le dipendenze (droga, fumo, gioco e altri stravizi) in genere sono scelte perfettamente razionali.

Non sia mai che il peccatore la pensi diversamente da noi, non sia mai che abbia gusti che si discostano dai nostri. Non sia mai, anche perchè l' integralista non riesce a concepire che al mondo esistano "gusti" diversi dai suoi. la cosa lo indigna.

Con incongruenze del genere figuriamoci chi ci va per primo a nozze.

"When an entire society is told that thinner is better and studies everywhere agree diets don't work, it's time to take a look at the assumptions behind the messages..."

Humans clearly attend closely to status, an important part of status is dominance, and a key way we show dominance is to tell others what to do. Whoever gets to tell someone else what to do is dominating, and affirming their own status. But we are also clearly built to not notice most of our status moves, and so we attribute them to other motives... So we tend to think we tell others what to do in order to help them, and not to dominate them. In particular we tend to think we tell fat folks what to do, and control their behavior, because this will help those fat folks... Yet it is completely crazy to imagine that fat folks have not yet heard that fat might be unhealthy or unattractive. Believe me, they’ve heard! If they are choosing to be fat, they are doing so reasonably informed of the consequences. Our constant anti-fat “public health” messages are not at all kind – such messages just serve to put fat folks down, and lift the rest of us up.


Robin Hanson

Paul Campos - The Obesity Myth

p.s. chi vuol saperne qualcosa in più clicchi qui e qui.

La punch line è dedicata ai legislatori così solerti nel tutelare la dieta dei bambini: I know, I know . . . it's for the children! I am very fond of children. But I do not actually think that they are some sort of master race in whose name anything at all can be justified. And if I did, I'd be a lot more worried about, oh, abortion, than McDonalds ads.

Tradotto: che ne dite di non accanirvi sulla forfora quando avete un tumore al cervello da curare?

mercoledì 16 dicembre 2009

Il fumo uccide. Forse.

Mi ricordo ancora della Signorina Cuorisolitari, una tipa vogliosa di "convolare" al più presto. Ma era anche una persona con la testa sulle spalle, cercava un compagno affidabile e i suoi conti li sapeva fare.

Di solito usciva il Giovedì e il Sabato, in occasione di queste serate incontrava due gruppi di potenziali consorti, i primi frequentavano la palestra, gli altri l' ambiente di lavoro.

Da fonti accurate sapeva che per conoscere un ragazzo intelligente alle feste del Giovedì, doveva approcciare uomini barbuti. Era una semplice questione di probabilità. Per le feste del sabato, invece, era bene puntare sui pelati. Barbuti il Giovedì e pelati il Sabato, gli altri venivano snobbati. Davanti al barbuto del Giovedì era tutta sorrisetti e mossettine, gelo con i glabri. Al Sabato faceva la scema con i pelati rimanendo fredda con i capelloni.

Quando fu lei ad organizzare la festa decise di invitare tutti, sia gli amici del Sabato che quelli del Giovedi. Cercò di capire se era meglio puntare sui barbutio e sui pelati ma da un rapido calcolo si accorse che solo cercando la compagnia di un capellone glabro massimizzava le probabilità di stare con una persona intelligente. Eppure erano sempre le stesse persone! Le probabilità

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Qualcosa del genere accade ripensando agli esperimenti medici condotti sui fumatori. Quasi tutti segnalano una solida correlazione tra fumo attivo e morte. Poi, quando confrontiamo la speranza di vita dei fumatori con quella dei non-fumatori, le differenze sono irrilevanti.

Forse sui pacchetti di sigarette onestà vorrebbe si stampasse la noiosissima e illeggibile tiritera "Il fumo provoca il cancro ai polmoni", comunque meglio dell' alternativa ben poco dissuadente: "Il fumo uccide. Il non-fumo pure".

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