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martedì 21 giugno 2011

Libertarianism A-Z: effetto serra

La lotta contro il riscaldamento globale infervora la politica del nostro tempo, forse perché fiuta l’ affare, molto “rosso” ieri in circolazione ieri e oggi non più presentabile si è ridato una spruzzata di “verde”.

Il fatto è che dietro ai sociologismi c’ è poi la questione di sostanza. Gran parte del merito è in mano alla scienza: quanto si sta scaldando il pianeta? In che misura ne sono responsabili le attività umane?

Quand’ anche però i precedenti interrogativi fossero appianati, i problemi più grossi della faccenda resterebbero intocchi.

Come calcolare le conseguenze del riscaldamento? Dopotutto, molti posti del nostro pianeta non sono accoglienti perché troppo freddi. Altri, sebbene molto caldi, sono stati resi ospitali.

Buona parte dell’ effetto serra, poi, è responsabilità dei governi. Con che coraggio si impedisce alle aziende che forniscono energia di tariffare in base ai periodi innalzando i prezzi durante i picchi? Con che coraggio esistono ancora parcheggi gratuiti e strade senza pedaggio? Prima di inaugurare nuove politiche, vediamo di far cessare quelle cattive.

C’ è poi la questione delle politiche concorrenti: in termini umani Kyoto vale più di una campagna contro la malaria? A occhio e croce direi proprio di no.

Come dicevo, tra gli ambientalisti ci sono molti riciclati di cui è lecito dubitare. Prendiamo le riserve contro soluzioni improntate al geoengineering, si ha la netta sensazione che siano avversate per il semplice fatto che non costringono la popolazione a rivedere iil suo stile di vita.

Libertarianismo A-Z: finanziamento campagne elettorali

S’ invoca un limite di spesa nel finanziamento delle campagne elettorali al fine di porre un argine a candidati super potenti.

Ma i soldi non sono voti e convertire i primi nei secondi è tutt’ altro che agevole.

Misurando la cattiva reputazione dei “ricchi” nelle democrazie moderne si ottiene un indice di come i soldi influenzino le opinioni. Per non parlare delle onnipresenti politiche redistribuite.

Ma è davvero così disdicevole investire nella politica? A volte l’ unico effetto che si ottiene è quello di far pesare di più un’ opinione informata rispetto al disinteresse generalizzato. Effetto tutt’ altro che malvagio.

E poi, anche se dei limiti ci fossero, come farli rispettare? L’ impresa non è agevole. In questi casi la trasparenza sopravanza la proibizione.

Libertarianism A-Z: discriminazione

Senza il governo sembra che la discriminazione non possa essere combattuta.

In effetti sul mercato esiste un gap in relazione a sesso e razza.

Ma la discriminazione sembra contare ben poco, altri sono i fattori in gioco, per esempio, le donne sembrano preferire lavori a basso valore aggiunto (insegnamento, cura…). Si tratta di fattori culturali e ogni popolo ha la sua cultura.

Cosa resta delle politiche discriminatorie? La punizione inflitta ai migliori.

I “migliori” dei gruppi penalizzati sono esclusi ingiustamente. I “migliori” dei gruppi avvantaggiati sono sottoposti a pregiudizio immeritato visto che ce l’ avrebbero fatta anche senza spintarelle.

Il mercato rende molto costoso discriminare senza gli inconvenienti delle politiche anti-discriminatorie.

Una società dove impera la “quota” è una società costruita in laboratorio sulla carta millimetrata, un obiettivo a dir poco complicato, conclusione che deve essere condivisa anche da chi si è infilato su quella strada in buona fede.

Libertarianism A-Z: sindacati

I sindacati non sono un male in sé, lo diventano nel momento in cui cominciano ad avere protezioni governative.

I sindacati vorrebbero alzare i salari. Stando alle evidenze non sembrano esserci riusciti: il livello dei salari nei vari paesi non è legato all’ importanza del sindacato.

In realtà la diffusione dei sindacati ha soprattutto un effetto: cambia i metodi produttivi. Automazione e outsourcing diventano convenienti.

Per i sindacati non resta che puntare sulla redistribuzione delle risorse, per farlo si politicizzano abbandonando la fabbrica dove erano nati.

ma la redistribuzione voluta dai sindacati è a dir poco curiosa: avvantaggia solo i lavoratori iscritti al sindacato.

In Italia ne sappiamo qualcosa di “mercato duale”.

Libertarianism A-Z: tasse

Le tasse servono a molte cose, ma hanno anche un costo: distorcono le decisioni economiche.

Chi per sua scelta vorrebbe lavorare dieci ore al giorno si rassegna a lavorarne otto una volta resosi conto che il suo salario è decurtato dalle tasse.

L’ unica tassa che non “distorce” è quella per capitazione: mille euro a testa e via. Non è molto diffusa.

Le distorsioni si moltiplicano all’ infinito quando le politiche diventano sempre più “mirate”.

Un altro costo delle tasse è la compliance: farle pagare costa, a volta addirittura più di quel che si raccoglie.

L’ ultimo costo è il più rilevante: l’ inefficienza. Le risorse spese dal burocrate sarebbero state spese con più oculatezza da chi le ha prodotte.

mercoledì 15 giugno 2011

Libertarism A-Z: immigrazione

Ma cosa fanno di male gli immigrati?
Ibridano i nostri valori?
Ma questo non è necessariamente negativo. Dall’ ibridazione delle culture sono nate grandi civiltà.
Mettono sotto pressione il nostro welfare?
Smantelliamolo. O, in alternativa, escludiamo gli immigrati dal welfare senza escluderli dal Paese. avranno meno garanzie ma saranno anche più competitivi.
Danneggiano chi sta peggio entrando in competizione con i lavoratori low-skill?
Strano concetto di equità: difendere chi sta male affamando chi sta ancora peggio.
Spesso ci mostriamo preoccupati della povertà nel mondo. Ebbene, si sappia che esiste un modo e uno solo per combatterla in modo efficiente: aprire i confini del mondo ricco agli immigrati.

domenica 12 giugno 2011

Libertarianism A-Z: compravendita di organi

Proibire la compravendita di organi umani ha poco senso. Uno scambio migliora la condizione di entrambe le parti ma questo scambio in particolare allevierebbe le sofferenze di molti per non dire delle vite umane che si salverebbero.

Qualcuno obietta che individui disperati o poco lungimiranti ci andrebbero di mezzo. In realtà dottori, ospedali, amici e parenti limiterebbero di molto gli abusi. A tutto cio’ si affiancherebbero regole sicure per il consenso.

Basterebbe un piccolo compenso per aumentare di molto le liste dei donatori. molti sarebbero felici di registrarsi per 100 euro. Compagnie private curerebbero questi registri rivendendoli agliospedali.

Libertarianism A-Z: tassa sulreddito

I principali sistemi fiscali si basano sulla tassazione del reddito, non è la tassa ottima (meglio tassare il consumo) cio’ nonostante vediamo quale struttura è preferibile.

Meglio evitare privilegi e esenzioni particolari.Anche quando sono ragionevoli complicano all’ inverosimile il sistema.

Inoltre alimentano la lotta politica e le azioni delle lobbies: perché impegnarsi sul lavoro quando conviene far casino e premere sul legislatore?

Opportuno poi minimizzare l’ aliquota marginale: una flat tax coglie al meglio questo obiettivo.

Da ultimo, una negative income tax realizza le politiche del reddito minimo garantito.


sabato 11 giugno 2011

Libertarism A-Z: tassa sulle imprese

Tassare il reddito d’ impresa costituisce una doppia tassazione qualora sia tassato anche il reddito distribuito.

Spesso la doppia tassazione è scongiurata ma solo attraverso complicate leggi fiscali che rendono il sistema molto oscuro e vulnerabile alle elusioni.

La tassa sulle imprese abbassa i salari e aumenta i prezzi: non è mai un bell’ affare.

Inoltre disincentiva il risparmio poiché non ha più molto senso investire in azioni.

Poiché tassare la produzione deprime l’ economia, ecco fioccare le esenzioni a macchia di leopardo, una pratica che è fonte di disordine e iniquità in campo fiscale.

La tassazione dell’ impresa fomenta la fuga verso il no-profit tramite mille forme di elusione fiscale.

La chiarezza di un sistema fiscale è perduta per sempre una volta stabilito che non solo le persone ma anche le cose pagano le tasse.

martedì 7 giugno 2011

Libertarianism A-Z: salario libero

La fissazione di un salario minimo ha l’ obiettivo di garantire dignità al lavoratori non specializzati.

Ma spesso il salario minimo si trasforma in un salario pari a zero (disoccupazione) colpendo proprio coloro che vorrebbe aiutare, i benefici saranno raccolti da altri.

Spesso i posti a salario minimo sono accaparrati dai teenager figli di papà alle loro prime esperienze anziché ai capifamiglia low skill poco abbienti.

In generale, però, nei paesi ricchi il mercato garantisce salari superiori a quello fissato per legge, cosicché il tutto si trasforma in mere politiche populiste, ovvero in medaglie che il politico sfoggia tronfio davanti al suo elettorato.

mercoledì 1 giugno 2011

Libertarianism A-Z: pena di morte

Si dice che la pena di morte garantisca deterrenza, ma l’ evidenza è debole.

Si dice anche che assicuri un risparmio di costi. Vero, ma non nella misura che si crede considerando la serie infinita di appelli a cui accede il condannato.

Quanto alle questioi morali (“se lo merita”), ognuno ha i suoi principi.

Senza contare che non uccidere il condannato consente di riparare ai propri errori.

lunedì 23 maggio 2011

Libertarianism A-Z: democrazia

Molti antepongono il valore della democrazia a quello del capitalismo pensando che la vera origine della nostra ricchezza sia lì: sbagliato, la relazione andrebbe capovolta.

E per capirlo basterebbe porre mente alle molte politiche sbagliate implementate dalle democrazie. Per politiche sbagliate intendo le politiche che impoveriscono la comunità colpendo proprietà privata e rule of law: protezionismo, industria di stato, politicizzazione dei sindacati, iper-regolamentazione…

L’ accumulazione di ricchezza privata e un solido ceto medio è il miglior baluardo contro forme oppressive di governo. Conosciamo troppi paesi che nessuno considererebbe liberi dove si vota regolarmente.

domenica 22 maggio 2011

Libertarianism A-Z: laicità

Un Governo laico non deve schierarsi “contro” l religioni, deve essere “neutrale” evitando di concedere privilegi.

Ma deve essere anche ben conscio che non esiste il mito della neutralità se non in forma di ulteriore religione.

Non ha senso, per esempio, richiedere una divisa al cittadino conforme alla neutralità: significherebbe propagandare una religione (laicismo) offrendo ad essa dei privilegi ingiusti.

L’ unica forma di neutralismo accettabile è il non-intervento.

Non trovate tutto cio’ molto semplice?

Di sicuro più semplice rispetto all’ ambigua formula “libera Chiesa in libero Stato”.

sabato 21 maggio 2011

Libertarianism A-Z: riciclaggio

Il riciclaggio della spazzatura passa per essere la panacea di tutti i mali. Le cose non stanno esattamente così, basta ricordare alcuni punti.

1. La tecnologia per rendere sicura una discarica è disponibile da anni.

2. Il posto per le discariche è disponibile con abbondanza e il sistema delle aste rende eque le procedure di allocazione.

3. Il riciclaggio per l’ uso che fa di sostanze chimiche non è certo a impatto zero. Non parliamo della flotta di camion che invadono le città nottetempo.

4. Il riciclaggio ha altissimi costi occulti: quelli dei privati cittadini (medici, ingegneri, professori) assunti loro malgrado come spazzini.

5. Per controllare il consumo delle risorse esistono i prezzi che funzionano molto meglio che non il “paternalismo riciclone”.

mercoledì 4 maggio 2011

Libertarianism A-Z: armi

Il controllo sul possesso delle armi viene richiesto per la loro pericolosità e per limitare i crimini.

Eppure il possesso di una piscina è molto più pericoloso del possesso di una pistola.

Tanto più che non esiste una correlazione tra il possesso di armi e il tasso di criminalità: c’ è persino chi sostiene che esiste una correlazione inversa.

E’ una tradizione sana quella che sta alla base del possesso diffuso di armi: il popolo non deve stare sotto il ricatto dei governanti e dei suoi sgherri.

Proibire significa sempre danneggiare gli onesti: i collezionisti, i cacciatori, chi vuole una garanzia di sicurezza. Quasi sempre gente scrupolosa e responsabile.

Siamo sicuri poi che le proibizioni siano facilmente applicabili? In questi casi il delinquente che già vive al di fuori della legalità non ha problemi a procurarsi un’ arma al mercato nero. Resta allora solo chi vive rispettando le leggi, lui sì che avrà problemi.

sabato 23 aprile 2011

Libertarianism A-Z: aiuti esteri

I meriti dell’ aiuto ai paesi poveri sono davvero pochi.

Non c’ è da stupirsene, i paesi avanzati faticano a governare le loro economie, figuriamoci cosa combinano in paesi che hanno una cultura a loro estranea.

Ci sono paesi che ricevono aiuti da decenni senza apparenti progressi. Anzi, il più delle volte hanno sviluppato una sorta di dipendenza. o comunque una loro economia (magari criminosa e corrotta) tutta intrecciata agli aiuti che ricevono con regolarità da sempre.

Eppure un aiuto davvero fruttuoso esiste: aprire all’ immigrazione delle genti che vengono dai paesi più poveri.

Libertarianism A-Z: tassa successione

Molti caldeggiano una tassa di successione, il loro motto è: partire tutti alla pari.

Ma la tassa di successione non è una buona idea: ci si dimentica che colpisce anche le volontà del cuius che probabilmente non ha goduto si nessun vantaggio “partendo alla pari”.

Colpisce una ricchezza già tassata, magari progressivamente.

Disincentiva il risparmio a tutto vantaggio del consumo, magari dello sperpero.

E’ facile da eludere, specie da parte delle grandi ricchezze. Non sarà un caso se dalle tasse di successione si raccoglie sempre poco.

Ci sono paesi come la Svezia che tengono in gran conto l’ eguaglianza ma non hanno mai avuto una tassa di successione. E’ solo un caso?

Libertarianism A-Z: gioco

Il vizietto del gioco è diffuso in ogni epoca e il governo non puo’ rimanere indifferente.

Lo è tanto poco che le sue politiche a volte sembrano schizofreniche: si va dal bando alla promozione in prima persona.

Il bando consegna l’ affare nelle mani della criminalità facendola prosperare.

La promozione di un vizio sembra invece contrario ai più elementari principi etici.

Perché non lasciarlo libero tassandolo?

In fondo chi gioca non è pazzo e la tassa potrebbe incentivarlo a smettere o a rallentare.

Già, chi gioca in genere non è né pazzo né malato, ha solo delle “preferenze estreme”. Ma chi siamo noi per cambiare le preferenze altrui? La vita non è poi così meravigliosa come si crede, e per molti abitanti della "valle di lacrime" anche un gratta e vinci puo' consolare. Sarà triste ma è comunque più realistico e meno pericoloso che credere di aver a che fare con una massa di malati mentali da accudire.

giovedì 21 aprile 2011

Libertarianism A-Z: Grande depressione del 1929

Le prediche anti-capitalistiche hanno tutte un punto in comune: la Grande Depressione.
L’ “instabilità del sistema” sembra provata dalla crisi americana del 1929.
Ma se la crisi fu tanto dura dobbiamo ringraziare soprattutto le cattive politiche messe in campo innanzitutto dal presidente Roosvelt.
L’ attivismo fiscale del governo è già di per sé una fonte d’ incertezza pericolosa, se poi andiamo a vedere le aree d’ intervento, peggio mi sento.
Politiche protezionistiche, politiche pro sindacato, politiche di alti salari, politiche inclini alla regolamentazione. Tutta roba che incapretta l’ economia di un paese fino al collasso.
Buona ultima, ma decisiva, la politica restrittiva decisa dalla FED proprio in un momento cruciale.
Se questo fosse vero anche solo al 10%, allora, altro che fallimento di mercato!

Libertarianism A-Z: pubblicità

Lo Stato ci protegge dalle frodi, comprese quelle pubblicitarie, e fin qui va tutto bene. Ma lo Stato s’ intesta spesso anche una missione paternalistica: il cittadino, secondo lui, non è in grado di decriptaretare certi messaggi pubblicitari e va quindi protetto.

Ma il consumatore ha accesso a mille fonti di controinformazione che provengono sia dalle associazioni dei consumatori che dai competitori.

Ma lo Stato non demorde e finisce per far danni: quando va bene, infonde false sicurezze e incuria nei consumatori che regrediscono a bambini. Quando va male s’ imbarca in vere e proprie campagne contro la libertà d’ espressione.

Per risolvere problemi del genere basta il buon senso, risorsa che scarseggia solo laddove lo Stato, magari a fin di bene, si comporta da padre-padrone con i propri cittadini.