martedì 3 febbraio 2009

"Buoni" o "Imparati"? Costituzione o tabelline?

di Broncobilly, 22/10/2008




Per sapere a che serve la "scuola di Stato" puo' essere utile sapere a che serve lo "Stato".


Un adagio risaputo recita che l' uomo lasciato a se stesso ha vita breve, brutale e misera. Lo spiegò con dovizia di particolari il geniale teorico dei governi assolutisti: Hobbes.


Detta così è facile saltare a conclusioni indebite: ma quanta cattiveria in questa bestia selvaggia che è l' uomo! E quanto genio sprigiona invece se un benevolo monarca si prende cura di lui sottraendolo al darwinismo sociale!


In effetti il tritacarne del darwinismo sociale, anche se rivalutato qualche secolo dopo, non ha mai goduto di buona fama. Si è sempre pensato che alimentasse egoismi e, quindi, l' autodistruzione della comunità.


In realtà diana ci ha spiegato che non è così, anzi, l' uomo allo stato di natura sviluppa anche sentimenti altruistici, forme forti di simpatia verso i suoi simili, l' uomo lasciato a se stesso, tramite l' evoluzione naturale, rinvigorisce anche il suo spirito etico. Dal "tritacarne" esce pure un istinto fondamentale: l' immedesimazione con l' altro e la disponibilità a comprenderlo. A che serve più allora il nostro benevolo monarca?


Se le relazioni con il prossimo si limitassro a dover dosare altruismo ed egoismo, una bella anarchia sarebbe sufficiente, sa produrre entrambi gli ingredienti mettendoli a disposizione di tutti. Ma la cofigurazione dei rapporti non si esaurisce purtroppo in questo dosaggio.


Liofilizzando intere biblioteche tento di ridurre a due le relazioni interpersonali possibili:




  1. Fattispecie lineare: osservo il mio prossimo agire e giudico le sue sensazioni, i suoi pensieri ecc. Lo faccio come se fossi lo spettatore di un film; sulla base dei miei giudizi agisco nei suoi confronti;




  2. Fattispecie speculare: osservo il mio prossimo sapendo che agirà a seconda del giudizio che mi formo su di lui, proprio come faccio io nei suoi confronti. E in queste condizioni sono chiamato a deliberare.




La prima parte di questo intervento l' ho scritta per rassicurare tutti allorchè si rientri nella prima fattispecie. Gli scetticici non temano assalti o azioni brutali; per quanto le eccezioni siano parecchie, saprò nel complesso adottare decisioni rispettose che non destabilizzeranno l' equilibrio comunitario. In fondo al cuore sono più o meno simpatetico con il mio prossimo (mica è un vanto, me l' ha detto Iacoboni).


La seconda fattispecie invece è tremenda. Purtroppo in quel caso l' esito felice non dipende più dalla mia bontà. Se si va a fondo (cosa qui impossibile, ma si può sempre chiedere alla beautiful mind di Nash) si scoprirà che due persone mediamente buone (non parlo dei santi) potrebbero finire a legnate sulla testa. Una mega rissa tra "boni de core", e la società affonda.


Per capire un po' meglio cosa intendo con la seconda fattispecie faccio solo un puerile esempio formale (famoso però perchè oggetto di memorabili studi): quando esco alla sera mi piace frequentare locali che non siano troppo affollati, d' altro canto vorrei evitare anche il "deserto", è proprio deprimente. Sapendo che paraticamente tutti in città hanno questa esigenza, in quale giorno della settimana programmerò le mie uscite?


Ogni cittadina sviluppa dei suoi segnali per dare indicazioni. Mentre il MIT batteva a tappeto la Frisco Bay in cerca di lumi, io ricordo che nella Mondovì di quand' ero militare si usciva misteriosamente il Giovedì sera (i motivi non sono stati mai appurati).


Inutile comunque arrovellarsi, una soluzione razionale non esiste. Però un problema del genere serve a dar conto razionalmente dell' esistenza di tradizioni, simboli, mode, rituali... e anche del monarca! (il "benevolo" puo' ora finalmente cadere).


Un governo serve per "coordinarci", non per farci diventare più buoni (a quello ci pensano i neuroni specchio di Diana e Iacoboni). Avete capito adesso perchè brandire la Costituzione in classe come il decalogo del Monte Sinai non mi piace? Perchè  la scuola di Stato ha un' altra funzione. Siamo già "buoni", dobbiamo diventare "imparati".

La differenza a scuola

di Broncobilly, 16/10/2008

Orecchiando il ronzio di qualche TG, sento che tra le misure di riforma scolastica qualcuno avanza l' ipotesi di classi differenziali. In testa si hanno i bambini extra-comunitari, ma io qui vorrei allargare il discorso riferendomi ai trattamenti differenziati in base alla preparazione a cui è possibile sottoporre i monelli. Il criterio non deve essere necessariamente quello della "provenienza".

Dunque, dicevo della proposta di "classi differenziali". Ecco un ventaglio delle possibili reazioni:




  1. Se funzionano mi va bene.




  2. Mi oppongo per principio: alimentano forme di razzismo.




  3. Poichè il "funzionamento" di un simile provvedimento non è misurabile, per ragioni prudenziali lo casserei.




  4. Mi oppongo perchè mi oppongo a tutto cio' che introduce diversità tra gli allievi.




Io, che in queste materie sono agnostico, abbraccio la posizione 1. Avvertenza: una misura "funziona" se fa conseguire a ciascun allievo una preparazione migliore. Detto così è facile.



Inoltre, probabilmente, la cosa "funziona". Se il mio archivio fosse in ordine metterei volentieri qualche link. Non mi fido completamente ma sembra che introdurre discrimini che travalichino quello dell' età per concentrarsi sulla preparazione, sia auspicabile poichè consente di applicare al meglio quelli che oggi sembrano i metodi più efficaci.

Non temo molto la deriva "razzista": alzare la qualità nell' istruzione (se davvero in questo modo fosse possibile) forse è la migliore garanzia contro il razzismo, sia quello passivo che quello attivo. Non si dice forse che sia l' ignoranza a fomentarlo? Bene, miniamola alla base.

Contro 3 sono anche moderatamente fiducioso sul fatto che gli effetti di una pedagogia siano "misurabili".

Purtroppo spesso chi sostiene 3 lo fa perchè in fondo sostiene 4 e un po' se ne vergogna. Questa maschera mi dà molto fastidio, soprattutto perchè 3, diversamente da 4, ha al suo arco frecce accuminate, lo confesso, ed è un vero piacere parlare con un sincero sostenitore di quell' opzione, s' impara molto.

Non nego che prendere partito su una questione del genere implichi anche scelte ideologiche. Io per esempio tollero bene le diseguaglianze se vanno a vantaggio di tutti. Ma mi rendo conto che l' italiano medio è stato imboccato con ben altri omogeneizzati. Qui sì che mi piacerebbe una bella "rivoluzione culturale".

Razzismi immaginari e razzismi latenti

di Broncobilly, 23/10/2008




Ciao amici, vorrei parlare di razzismo. Un bel problemino che ci ha scaldato non poco, per esempio qui.

Sappiamo bene che le accuse quanto più sono gravi, tanto più sono confuse. Sento l' esigenza di riordinare le idee.

Come in molti casi la soluzione potrebbe trasparire tramite l' enuciazione più precisa dei concetti in ballo.

Mi disinteresso alla questione relativa all' "esistenza delle razze". Mi sembra irrilevante: il razzista che non ha tempo per l' evoluzione genetica, nemmeno è disposto ad attendere l' evoluzione culturale di un' etnia. Purtroppo il razzista non "si sbaglia", sa bene quello che vuole, anzi, quello che non vuole. Chi preferisce altri termini faccia pure mentalmente le sostituzioni che desidera, penso che la sostanza non cambi.

Dapprima mi si consenta di introdurre una premessa a cui tengo molto: una legge e un individuo si giudicano sulla base di criteri differenti.

Esistono dunque due forme di razzismo a seconda che mi riferisca ad una legge o ad un individuo. Di conseguenza mi occorrono due definizioni. Eccole:




  • una legge è razzista se, sulla base della razza, discrimina le persone;




  • un individuo è razzista se non supera il test di Landsburg.




Nonostante le definizioni sembrino banali, in realtà non lo sono, spero.


Si consideri solo il fatto che la prima definizione bolla come "razzista" anche qualsiasi legge relativa alle "pari opportunità" sulla base dell' etnia. La seconda potrebbe togliere l' etichetta di "razzista" a chi desidera solo girare ben al largo da un qualsiasi campo nomadi.

Un tempo vigeva l' identità Fascista = Cattivone (praticamente, se non la pensi come me sei un fascista). Cio' ha consentito il proliferare ipertrofico dell' epiteto e la sua evaporazione nel nulla. Non si capiva più niente, l' accusa di "fascista" diventò estremamente controproducente. Vogliamo evitare che la cosa si ripeta? Io direi di sì.

Con le dita dell' arte negli occhi

di Broncobilly, 10/11/2008





Ma perchè? Ma perchè quando dai libri zompano nei giornali, un sordo tonfo accompagna il capitombolo d' ordinanza?

Chissà da quale profonda riflessione sui problemi in cui si dibatte la scuola emergeva lo scrittore Andrea Camilleri, chissà quali intricati nodi era impegnato a dipanare sull' argomento, per sentire l' esigenza di sintetizzare la sua elucubrazione affermando di fronte ad un nugolo di liceali affamati di Verità che il ministro dell' istruzione è un essere subumano?

Abbandono subito la cronaca, non è di Camilleri che vorrei parlare, e neanche della scuola.

Quello che mi impressiona è l' afasia stentata con cui un innamorato delle parole comunica con il proprio prossimo. Ma come diavolo è possibile che l' amore per il Canto viaggi regolarmente scortato dalla sprezzatura del dialogo onesto?

Prendo infatti a pretesto questa uscita solo perchè ancora fresca ed esemplare di una contraddizione che nella mia zucca non riesco a sanare: ho sempre pensato che l' Arte avesse un accesso privilegiato ai dati della Realtà, ero e sono convinto che quella lente, meglio di altre, metta a fuoco il carcere del Mondo che ci incastra nelle sue quattro mura; eppure, per quanto spinga in là il ricordo, a frequenze regolari ascolto Artisti pronunciaarsi in fuor d' opera sulle vicissitudini mondane avvalendosi di pensieri&parole che sono specchi deformi della realtà. E parlo di luridi specchi da Luna Park di provincia! I giudizi che ci scaraventano addosso rimpallano in un flipper demenziale tra i funghetti del becero e dello squilibrato, quasi sempre si accende lo special che premia il più iperbolico tra gli istrionici esibizionismi. Basta un contatto occasionale con questa genia di "opinionisti" affinchè i vostri abiti s' intridano di quel caratteristico tanfo: ovunque il retrogusto dell' infantil-senilismo più irredimibile. E sto perlando di artisti che non esiterei un secondo a definire "autentici".

Ma perchè se apro i giornali l' unico opinionista con cui possono rivaleggiare i letterati è uno scombussolato per motivi anagrafici come Sartori?

Ma ve lo ricordate lo Stockhausen che definiva l' abbattimento ancora fragrante delle torri come la più bella opera d' arte del secolo? E chissà quanti si mordettero le mani per essere stati bruciati sul tempo dal creativo tempista.

Se la ragione mi convince che la pratica artistica sia destinata ad illuminare e acuire le intelligenze, l' esperienza mi fa toccare con mano e controvoglia come l' esposizione continua al Bello ottunda le facoltà intellettive fossilizzandole ad uno stato embrionale.

Con le dovute e rilevanti eccezioni, sembra proprio che il talento artistico si correli inversamente alla capacità di percepire la fibra del reale disponendo di categorie ben ordinate.

Per un Saviano che scava con perizia da archeologo nella monnezza di casa sua senza riuscire mai a librarsi oltre una scrittura giornalistica che "venda impressionando", c' è sempre un Dario Fo che spara svirgolate su tutto lo scibile umano pur di non rinunciare al verace miracolo artistico del fango che sulla scena prende vita fino a diventare linguaggio sensuale e colorato. Per un Vargas Llosa alle cui conferenze ci precipitiamo dopo aver abbandonato a metà dei libri che si "trascinano" a partire da pagina dieci, c' è sempre il puerile messaggio di politica internazionale a cura di Thomas Bernhard, vera ansa da seguire con le dita infilate nelle orecchie fino alla seconda falange, e parlo del medesimo autore per cui faremmo di tutto pur di degustare il nettare della cesellata e martellante invettiva senza perderne una stilla.

Corro sempre incontro alla scrittura fumigante di Langone, ma non mi sogno di consigliarla a nessuno visto che non conosco nessuno che si sia sottoposto alla rete intricata di vaccinazioni necessarie per spurgare il veleno di quei testi mentre li si inghiotte. E lo stesso potrei dire per i coriandoli di Ceronetti, tanto vividi quanto inattendibili; tanto preziosi, quanto mitomani. Scredita oggi, scredita domani ecco che ci si scava quella nicchia di libertà che assomiglia tanto alla nursery del supermercato dove il Mondo, che deve far la spesa se vuole magnà, ha parcheggiato i suoi artisti sapienti ovunque tranne che nel giudizio.

Da Tabucchi a Magris, o è un furore che incendia, o è una macerazione interiore che abbiocca senza costrutto.

L' opinionista che viene dalle arti sembra smanioso di farci capire quanto sia consumato dall' Hubris, perchè non ci siano equivoci avanza le sue proposte che, tolta la sottile coltre che le vela, si rivelano essere strategie di suicidio collettivo; oppure ci vorrebbe contagiare con le sue pensose malinconie, eccolo allora puntare il dito verso chi tenta appena di sfangare dall' anodino abbandono che ci impone sotto anatema come unico antidoto contro un mondo crudele che ha pestato a sangue un ipersensibile come lui.



Pasolini? Calvino?

Ma perchè quando suona a martello la loro campana l' istinto più salutare che l' evoluzione ci ha regalato ci tiene saldi nel letto imponendoci di non turbare il nostro riposo certi come siamo che nulla di allarmante se passe dans la rue?

Mai una parola d' orientamento trasparente che venga da quella schiatta, mai una salda bussola dai magneti integri che ci venga consegnata nelle mani da chi ogni giorno parlamenta con le Muse. Una volta usciti dalle profonde intimità solipsiste dell' arte verace, sembrano tanti pulcini implumi e disarmati dal nemico più letale: il complesso di superiorità di chi ha appena avvistato una qualche divinità. Gonfiano il petto senza accorgersi delle quattro costoline che bastano a contenere quei cuori che ritenevano infiniti. Il mondo li aspetta ghignando armato di manganello.

Godiamo, dei più sinceri, il sacrificio estetizzante badando bene a non seguirli per quella via che forse hanno voluto scegliere proprio perchè senza uscita.

Godiamo pure quindi, ma che non cessi lo sconcerto al pensiero delle vie misteriose attraverso cui l' Arte ci rende inetti nel giudizio sul Mondo. Non cessi nemmeno la fede nell' Arte come commentario geniale della Realtà.




Commenti

Natale fuori stagione


Non si sta poi così male qui nella bolla che hai soffiato. Sembra quasi di rinascere: il crampo si sgranchisce, il reumatismo si disperde. Scongiura gli spifferi residui tu che sei il bue e l' asinello di questo mio natale: avvolgimi nella tua spira, circondami con il tuo fiato, respirami addosso.



Bob Ostertag

lunedì 2 febbraio 2009

Dovrei odiarti...

"Storie di una dolce terra" è un libro che non mi ha "parlato", lo ammetto. Purtroppo penso proprio che lascerò correre Doctorow incontro al suo destino - che sembra comunque luminoso - senza tenerlo d' occhio oltre.

Sì, ma Karen... la Karen del secondo racconto... quella Karen non me la scorderò tanto facilmente.

Dovrei impiegare questo post per dire quanto la odio. E invece lo uso per dire quanto la sogno.

Il suo fidanzato si mise con lei perchè era un tipo che all' epoca prendeva le cose alla leggera. Eppure sapeva che Karen, essendo malata d' amore, lo avrebbe messo nei guai.

Karen "preleva" un bambino in ospedale (faccia rossa per lo sforzo di nascere, occhi continuamente focalizzanti, braccialettino di plastica...) e si presenta dicendogli che quello è il "loro" bambino. Lo puo' anche tenere in braccio se vuole, è facilissimo tenere in braccio un bambino tanto buono. Si chiama Jesu, lo ha appena battezzato in macchina.

Ora il fidanzato e tutti noi abbiamo un problema: bisogna spiegare a Karen come stanno le cose. Dobbiamo dirle che sulla targhetta c' è scritto "Baby Wilson" e sia lei che noi non ci chiamiamo "Wilson". Dobbiamo usare le parole giuste ma anche essere irremovibili evitando ogni indugio. Bisogna agire presto, proprio come dice l' avvocato che il fidanzato preso dal panico interpella sudando freddo.

La cosa ha dell' incredibile, ma durante queste poche pagine è invece Karen ha spiegarci come stanno le cose e a "convertirci" al suo mondo.

E' una meraviglia della natura vedere come Karen tiene in braccio il "suo" bambino stando sul sedile del passeggero mentre il fidanzato la riconduce in ospedale per sistemare le cose minimizzando i danni. Una vera meraviglia. Si deve dunque essere indulgenti se lui anzichè girare a destra tira dritto. E poi ancora dritto, e poi ancora dritto. Poi ci fa attraversare posti che aspirano senza successo ad essere città, ci fa incontrare accozzaglie di perdenti, gente che la spara grossa guardando intorno se c' è tutto il pubblico che meritano, strani Motel con patetici tentativi di giardino, e poi un altro pezzo di america, e poi ancora America. E poi si passa la frontiera cambiando Stato. Il giornale parla già di noi.

Sia noi che il fidanzato non capiamo perchè l' abbiamo fatto, perchè abbiamo tirato dritto. Solo Karen ha in mano la situazione, lei lo sa, per lei è del tutto naturale. Ora è lei la padrona, noi siamo degli intrusi che agiscono goffamente in un mondo che hanno smesso di conoscere. Lei ci consola e minimizza i pericoli con le strane certezze di una donna a cui l' amore scalda le vene e brucia le cervella: "... non si ammalano, lo sai Lester, sono automaticamente assicurati da Dio per tre mesi esatti...". Lester chiede conferma a noi, ma cosa possiamo dirgli, poverino.

Non sappiamo ancora se Karen sia un mostro o una Madonna... ci vince il fatto che lei sembra saperlo benissimo... Ora è lei che sa, ora è lei a cui bisogna affidarsi...

... altra roba del grande Chris Berens...

Quando Lester prende in braccio quel fagottino caldo è un po' come se lo prendessimo in braccio tutti noi. Si sente battere il cuore, si contorce un po' per mettere a fuoco chi lo sta tenendo, ha smesso di agitarsi.

Baby Wilson ha un carattere gradevole, piange solo se è necessario e per la maggior parte del tempo appare, come dire, pensoso e interessato al nuovo mondo in cui è piovuto. Il cambio di rotta che ha subito sembra molto secondario per lui, non ha nessuno da incolpare e questo ci tranquillizza tutti. Compensa la vista difettosa ascoltando con attenzione. Direi quasi che assomiglia a Lester, assomiglia a tutti noi lettori che l' abbiamo presa alla leggera fidando sul fatto che in fondo una testa sulle spalle l' avevamo. Assomiglia a tutti noi che per 35 pagine ci sentiamo figli e fidanzati di Karen Robileaux, la strana commessa del fiorista che ci ha reso stranamente padri con una mossa a sorpresa.

Il viaggio puo' proseguire come se fossimo tutti sani di mente, alla radio c' è Patsy Cline che canta "Sweet dreams of you": dovrei passare la notte ad odiarti e invece non faccio altro che sognarti... Lester invade per un attimo l' altra corsia, adesso vuole troppo bene alla sua pazza per guidare come si deve. E noi non siamo certo nelle condizioni per dargli il cambio...



Scocca l' ora, suona una campana che puo' ascoltare solo chi ha viaggiato nell' auto di Karen e Lester. Quel grembo non geloso da cui BW sembrava comunque inestirpabile, quelle braccia vogliose di dare che lo avrebbero difeso da tutto per non farselo portare via, entrano in Chiesa e depositano il piccolo sull' altare riconsegnandolo al suo giusto destino. Fanno tutto cio' nell' istante in cui anche noi concepivamo il bisogno urgente di farlo. D' altronde siamo ancora nel "suo" mondo e "Lei" legge tutti i bisogni alla perfezione e corre a soddisfarli. Quando una donna fragile si rivela forte, un impeto di gioia ti blocca la gola minacciando di salire fino agli occhi.

Ora noi e Lester viviamo insieme alla donna con cui abbiamo cospirato. Ci siamo sistemati in un posto in culo al mondo. Un posto freddo in cui tutti si fanno i fatti propri per non disturbare. Quando torniamo a casa è sempre pronto e lei ci illumina guardandoci mangiare con il mento appoggiato sulla mano. E' bello avere vicino una donna fragile che ha concepito idee audaci.

sabato 31 gennaio 2009

Il martirio dei superbi

... e dire che una volta starsene in casa per i fatti suoi era la massima ambizione...


... scacciati tutti, con la mancanza di risorse bussarono i primi fantasmi... anche là dentro le cose diventarono presto insopportabili...

mercoledì 28 gennaio 2009

State calmi, è solo gas


Le Signore si accomodino pure da questa parte per evitare l' immersione nelle rivoltante palude... gli altri... shake your hand... stump your feet... dentro e occhio che scotta...



... niente paura, è solo gas... presto... correte subito qui a ripulirvi nella neve immacolata delle carole...



Benjamin Britten - Carole

Mamma, guarda cos' hanno fatto alla mia canzone!


Achhh... orrore... guarda cos' hanno fatto al mio quadro preferito!

E di che ti meravigli, la musica subisce torture ben peggiori...

Tra gli aguzzini più crudeli ci sono certe voci troppo intonate o troppo impostate (gloden throat) che regolarmente infieriscono sui pezzi rock. Crooner o lirici, con il loro molesto vibrato, sembrano divertirsi a farne scempio.

Qui Bing Crosby massacra Hey Jude... (il coretto finale ... po-po-po-po... sbaraglia le classifiche del trash novecentesco). A seguire la sfiatata fatalona Phillies Dillers disattiva i Rolling Stones (e ce ne vuole)...



Il baritonale Eddie Albert, con un' intensità da Ridi pagliaccio, in realtà riesce solo a far calare la bonaccia su Blowing in the wind. I figli dei fiori erano già in marcia ma all' udire certe strane "vibration" (non proprio good), si bloccano guardandosi sconcertati tra loro...



... e trascuro gli stupri di Pavarotti con i suoi Friends.

Che fare? Non resta che mettersi la mano sul cuore e intonare il geniale inno di Nina...



Nina Simone: What Have They Done To My Song, Ma.

Gonne in viaggio

Ma dove credi di andare?...


... non vedi che il tuio piede non ha più gradini?...

Non senti che la tua chitarra non ha più risonanze?...



Poole/Gulezian

lunedì 26 gennaio 2009

Un pensiero che vola e va

Ciao dianella, ben svegliata e buon compleanno. Ti regalo un anello. Anzi, il pic di un anello...


Quassù - tra milano e i laghi - noi respiriamo un fracco di nebbia pensando a te… è un pensiero leggero che vola e va, fai in modo che non si perda… ma con una traduttrice (=ascoltatrice) del genere, cosa vuoi che si perda… al limite qualche tonnellata di MB...

Adesso beccati sto vintage moog che te lo spiega meglio…



Quand' ero un pirletta (oggi sono evoluto a rinco) seguivo i Marlene in tournée. Anche perchè le loro tournée erano le quattro feste della birra sui quattro bricchi di casa nostra, e dove cavolo vuoi andare il sabato sera?... Ma si parla di un secolo fa... figurati che il Cristiano era ancora in carne, ora, con la fama, va lentamente prosciugandosi per assumere sembianze di figura cristica (la cosa dona molto a certi loro pezzi)...

... mini-valchirie romane fatte a maglia...

domenica 25 gennaio 2009

Michael Hedges, 1997, un altro pianeta

http://it.youtube.com/watch?v=xLD0pxflAM8

Sento il bagnato

Fatevi pure evocare la vostra infanzia da Nicolo' Ammaniti.

Io la mia me la faccio raccontare da Dylan Thomas.

Non tutti possono permetterselo.

Per esempio, bisogna aver giocato molto nei boschi. In compagnia, ma anche da soli: silenziosi e invasati.

A nascondino bisogna essersi emozionati stando nel proprio cantuccio tremolando come gelatine. Bisogna cessare di distinguere le nano-avventure reali da quelle immaginate nell' isolotto caldo del proprio letto (occhi aperti o occhi chiusi, non conta). Quando si litiga non ci si puo' esimere dal gettare almeno una manata di ghiaia.

Bisogna abitare case in cui le donne di servizio le riconosci dall' odore, in cui il gatto fuori luogo venga cacciato con una pedata, in cui si scopre il mondo anche tirando sassi alle galline. Sono case in cui si canta: costruite un giorno da un muratore canterino, ora vengono rigovernate tutti i giorni da massaie gorgheggianti.

La casa e il suo giardino sono un minuscolo quadrato di fango ma non c' è nulla di più grandioso, miserabile e sudicio.

"Bestiaccia", dicono. Sì. Se la coniglia divora un paio dei coniglietti appena partoriti, non capisci bene cosa sia successo ma non ti sfugge l' orrore che aleggia. C' è sangue sulla paglia... vedere... Forse li ha mangiati la nonna!

Meditando come un fanciullo centenario rigurgiti le prime riflessioni: perchè bisogna sempre vergognarsi della propria madre? Perchè bisogna sempre amare rinnegando?

Le parole scambiate dai grandi e percepite di rimbalzo assumono significati ambigui. Lentamente sembrano sempre confermare orribili misteri che chissà quale facoltà ti aveva fatto presagire da sempre. Cosa fa di notte la zia con quei pentoloni?... l' avevo detto io... e mi sembrava strano...

Felicità: ore 19, cadere tutti stremati dopo la partita, sentire sulla pelle il sudore, l' erba fresca, il sole basso e il fiatone di tutti che ansima, è il mantice della giovinezza. Le prime mamme si affacciano a dire che è pronto. Tutti arriveranno in tempo per la cena che sbraneranno e per la sgridata che non ascolteranno. Mamma esco ancora... torno subito... metti il golfino che sudi...

Se ritrovi il berretto smarrito in camera da letto, dirai di averlo ritrovato in solaio. Quando declini la tua età aggiungi sempre un anno. La menzogna gratuita regala l' emozione di dover stare sempre all' erta per non contraddirsi. Solo l' ipocrisia genera piaceri simili alle balle: se un vecchio ti spiega con pazienza qualcosa, non star lì a cercare di capire ma ringrazia e chiedi sempre ulteriori chiarimenti.

Dimenticavo una cosa importante, hai bevuto un po' della tua piscia per conoscerne il sapore? Non dirmi di no! No? Allora, prego, da questa parte, segui pure il prof. Ammaniti che ti dice dove devi sederti.

Corri con i ginocchi spellati sulla fascia per inseguire un pallone, senti addosso il tuo corpo giovane che ti stringe come un animale eccitato. Detto così non significa niente, detto così nessuno capisce. Ma se qualcosa hai intuito, allora cerca Dylan, lui sa dirlo molto meglio.

Sono di là da venire i tempi in cui sprofonderai tra le coltri nel terrore che ti arrivi all' orecchio cio' che ora, aqquattato nel lettuccio, speri tanto di goderti: lo spettacolo proibito di una bella lite tra genitori.

Sai tirare i sassi? Sai tirarli o no? I miei si alzano verso il nido come chicchi di grandine in un mondo alla rovescia. Devi poi vedere quelli di T., il mio miglior amico (molto ferrato in bestemmie). Dov' è la classe di Mr. Thomas?

Ogni lavoro fatto con cura deve inaugurarsi con uno sputo sulle mani. In caso contrario sospetta.

Se la cugina grande H che ti cura (e che tu ami in gran segreto) dopo la spesa s' intrattiene in piazza con quel tipo parlando in modo esagitato, e poi tornando a casa piange, tu devi raccontarlo a tutti nel tempo più breve possibile: a casa, al bar, in oratorio, al campetto, al circolo, alle bocce... solo in età più matura potrai al limite gestire un ricatto. Se proprio vuoi infierire puoi sempre correre sudando nel vialetto e gridare a squarciagola: son viziato... son viziato... è H che mi dà i vizi...

Quando ti dicono con quel tono che conosci: alzati, pulisci, metti in ordine, asciugati, è pronto, andiamo... tu trascurali e continua come niente fosse ad occuparti del tuo gioco e dei tuoi affari. Nel 90% dei casi non fanno sul serio, pensano ad altro.


... altre puerili mostruosità...


Capito adesso? Valutate un po' voi se siete nel novero dei privilegiati. Valutate se Dylan è il vostro cronista. Sono infanzie tutto sommato felici. Forse un po' troppo per sfociare in una vita serena. Vengono tutte regolarmente interrotte da una ragazzina con gli occhi marroni...



Piangi?

No che non piango.

Sì che piangi, sento il bagnato.

16 anni, Parigi, Francia

http://it.youtube.com/watch?v=9rOMt_iqMxs&feature=bz303

sabato 24 gennaio 2009

Comfortably Numb

Come si indossano le piaghe quest' anno?...


... dunque la slabbratura va portata all' infuori, buono a sapersi... in effetti dona molta luminosità sia alla pelle che allo sguardo...


... e questo pirla che invece ha scelto di suturarsi integralmente con le canzoncine chi diavolo è?...


... eh sì, in effetti qui lo tocchi proprio con mano... inseguire la guarigione ispirandosi alla tranquillità delle pietre è una via con pedaggi estetici a dir poco esosi...



wendy lewis tenta di rifare i pink floyd con l' aiuto dei bad plus

Dolci sogni

Se hai dei dispiaceri puoi sempre filare al bar e maciullare un pasticcino abbeverandoti vampirescamente alle sue creme.

Bravo, ma un signor pasticcino insoddisfatto invece che puo' fare? Bè, per lui non ci sono alternative, non puo' certo cannibalizzarsi. Puo' però sfogarsi con le verdure...