domenica 31 dicembre 2017

Internalismo e esternalismo

Su quella questione dei colori, abbiamo poi ragione noi o i daltonici?

L' oggettivista pretende di rispondere.

Il sordo può descrivere perfettamente un suono ma non può ascoltarlo.

Il cieco può descrivere perfettamente un colore ma non può osservarlo.

Il robot può descrivere una situazione ingiusta ma non può giudicarla.

Al sordo manca il senso del suono. Al cieco manca il senso della vista. Al robot manca il senso morale.

Per l'oggettività tutto è nell'oggetto. Il suono, il colore, la moralità stanno nelle cose.

Per il soggettivista le qualità degli oggetti si producono nel soggetto che le sperimenta. Il colore, il suono, la moralità sono esperienze intime del soggetto.

Dubbio. L'assassino che uccide l'innocente ci fa gridare all'ingiustizia oggettiva. Basta descrivere.

Risposta. Perché ci sia ingiustizia occorre che ci sia intenzione dell'assassino, quindi qualcosa di inosservabile. Qualcosa che è presente a parità della descrizione. Qualcosa che il robot non può cogliere poi che riguarda la coscienza e lui non sa cosa sia la coscienza.

Nonostante tutto questo sembrerebbe che soggettivismo e oggettivismo siano solo due modi di descrivere le cose. E qui torniamo ai daltonici.

Un'ape che vede i fiori in bianco e nero, si sbaglia? Oppure ci sbagliamo noi che li vediamo a colori?

Il modo di vedere dell'Ape è funzionale alla sua natura. Il modo nostro di vedere e funzionale alla nostra natura. Sia l'uomo che l'ape non si sbagliano. L'uomo è l'ape costituiscono un armonia.

Solo il soggettivismo rende conto di questa armonia.

sabato 30 dicembre 2017

Le insorgenze controrivoluzionarie secondo Massimo Viglione

Il nemico. L'esercito Napoleonico e le repubbliche giacobine.

L'amico. La Civiltà Cattolica e monarchica.

Il terrore rivoluzionario e il genocidio della Vandea erano il precedente.

Una resistenza alla creazione dell'uomo nuovo. Obiettivo dei Giacobini ispirati da Rousseau.

In armi 300.000 italiani. Vittime centomila. Periodo 1796-1799

I Giacobini italiani, una minoranza.

Una rivolta ubiqua. In toscana contro il vescovo giansenista scipione. In piemonte. Rivolta a cagliari. Rivolta in savoia. Nel Lazio e nel bolognese e nel bergamasco. Como, varese, Pavia e soprattutto Milano insorsero contro i francesi. Binasco. Il caso di lugo. L'indomita Romagna ribattezzata la Vandea italiana. Verona e le pasque veronesi. Ovunque Viva il papa, viva il re, viva maria. I tragici fatti di Napoli Ovvero la rivolta dei lazzari. La Repubblica cisalpina. La riconquista della Toscana e del Granducato da parte dei viva Maria aretini.

Personaggi. Michele pezza detto fra' diavolo nel Lazio meridionale. Il barone Giovanni Salomone e Rodio in abruzzo. Giuseppe Costantini detto sciabolone e Don Donato De Donatis nel teramano. Giuseppe pronio nel chietino. Gerardo Curcio detto sciarpa e Vito Nunziante detto pane di grano. Il cardinale Fabrizio Ruffo e l'Armata Cristiana è reale che da Messina giunse a napoli. L'ufficiale brandade Luciani detto branda Lucioni il capo Massa Più geniale È celebre nel nord italia. Il marchese albergotti.

Dopo il 99 la guerra continua Si trasformò in guerra partigiana. Fra' diavolo in Calabria e Andreas hofer in Tirolo una certa storiografia ideologica li Chiama briganti.

La più grande guerra partigiana mai combattuta dagli italiani. Solo qualche migliaio di collaborazionisti. Più di 300000 partigiani.

Possiamo chiamare gli intellettuali asserviti al Lo straniero patrioti? Ma è così che li chiamano i libri di testo.

Elementi fondamentali. Primo l'insorgenza coinvolse tutta la penisola italiana.

Si svolse in un periodo che supera il quarto di secolo.

Coinvolge 300 mila italiani di cui 100 mila deceduti.

Ovunque arrivarono in francese svuotano le casse e imposero grazie ai collaborazionisti italiani lo premente gioco fiscale giacobino.

La religione fu conculcata. Un papa fu costretto all'esilio e un altro direttamente arrestato.

Tutte le classi aderiranno all'insorgenza con una prevalenza di quelle popolari.

Come mai tutto fu dimenticato? L'invasione giacobina fu il primo tentativo di "fare gli italiani" cristianizzandoli e repubblicanizzandoli.

L'insorgenza ebbe un consenso universale. Il Risorgimento un consenso minoritario.

Il 1796 e l'anno della prima guerra civile italiana. Farà seguito quella del 60-65 tra piemontesi e filoborbonici fino a quella del 43 45 tra fascisti e partigiani.

il sillabo secondo Rino Cammilleri .

Simbolo di oscurantismo secondo la scuola italiana.

Segue il cannoneggiamento di porta pia.

Le truppe espropriano tutto a mano armata.

Non contiene critiche alla scienza. Solo alla filosofia.

Elenco di 80 proposizioni. Tutte vecchie dottrine, nessuna novità.

Mai nominato nella purificazione della memoria di Giovanni Paolo ii.

Proibita la pubblicazione in Italia e in francia. Condanna al vescovo di Mondovì che aveva disobbedito.

Proposizione 39. Lo Stato come origine è fonte di tutti i diritti Non può essere ammesso. È una condanna del totalitarismo che infesta il ventesimo secolo Ma che si preannunciava nel xix.

Condanna della ricchezza sfrenata, del materialismo E dell'edonismo. Non proprio superata.

Cosa dava fastidio ai liberali del tempo? Anteporre la religione al nazionalismo. L'amore per la Patria non doveva avere concorrenti. Universalismo contro nazionalismo. Dalla Patria discende La Nazione da cui discende la razza.

Giordano Bruno secondo Matteo D'Amico

Muore all'inizio del 1600, nessuno lo nota.

La figura di Bruno è rivalutata dalla cultura romantica. Schelling e tutti coloro che recuperano marcione e la gnosi.

In Italia un pretesto anticlericale. Sotto crispi, masone, viene eretta la sua statua a roma.

Grande filosofo? Criptico, esoterico, oscuro, antimoderno confuso.

Coniuga l'eliocentrismo con gli infiniti mondi. Il suo ateismo è animistico e non materialista. Il suo nemico E innanzitutto il protestante con la sua concezione di uomo

Il Bruno che rientra in Italia probabilmente non è più in possesso delle sue facoltà mentali.

Scomunicato sia dai Cattolici che dai protestanti. Scomunicato dai calvinisti a Ginevra e dai luterani a bitburg. Litiga ovunque va.

A Londra diventa spia per i servizi inglesi. Ruolo difficile da coniugare con quello di Martiri della libertà.

Il processo romano. Processo esemplare con ampie possibilità di difesa. Copie degli atti. Ottiene libri, stende memorie. Accuratissimi verbali. Giudici colti e preparati. Roberto Bellarmino all'accusa. Un caso di garantismo ante litteram. Durata di 8 anni. Ampia possibilità di pentirsi. Si dichiara pronto ad abiurare e poi tentenna.

L'eresia era considerata minaccia per la pace civile. Dove non c'è inquisizione c'è guerra di religione, per esempio in francia. La laicità nasce due secoli dopo. Assurdo giudicare la chiesa del 500 in base a principi Nati due secoli dopo. Anche da noi esistono reati di opinione, per esempio rievocare la shoah, oppure l'apologia del partito fascista.

Ma Bruno aveva intenzioni sovversive anche politiche. Va equiparato a chi mira a rovesciare l'ordine costituito.

L'incidenza delle tasse

Le tasse incidono laddove la curva (domanda o offerta) è più rigida.

Paga "chi non puo' fuggire". Chi non ha alternative migliori.

Poniamo una tassa sull'impresa: l'offerta di lavoro è rigida? Le tasse incidono lì. L'offerta di finanziamento è rigida? Le tasse incidono lì L'offerta di capitale è rigida? La domanda dei prodotti è rigida?

Monopoli. Sembrerebbe il classico caso in cui si è in trappola (non esistono alternative migliori). Ma considera i monopoli da innovazione. Tassarli significa 1) rallentare l'innovazione e 2) scoraggiare l'investimento in capitale umano.

Spesso il lavoratore non puo' fuggire, non ha alternative, cosicché è lui a pagare. D'altro canto, se il suo stipendio è già al livello di sussistenza non puo' essere ribassato. Questo è un altro fattore di cui tenere conto. Ma c'è di pi§: anche l'impresa ricca spesso paga: lei non VUOLE fuggire visto che lì dove si trova guadagna bene.

Nell'economia neoclassica l'offerta è rigida, e quindi paga sempre. In questo paradigma tutto quel che si puo' produrre viene prodotto, si esce da un mercato solo per rientrare in un altro, non esiste capitale o lavoro ozioso: tutto l'onere fiscale è sopportato quindi dall'offerta. In questo paradigma la domanda ha sempre più potere contrattuale poiché in regime di concorrenza chi offre subisce sempre il prezzo.


Perché detassare le società?

1) motivo etico: non si tassano i contratti ma le persone.
2) motivo economico: si favoriscono gli investimenti.
3) motivo politico: se le tasse sono alte s'intensifica il lobbing e quindi i privilegi.

venerdì 29 dicembre 2017

Dalle corporazioni alla triplice. Giorgio Bianco

Il sindacato antifascista ha la pretesa di fatto ereditata dal fascismo di rappresentare la società. È praticamente un partito politico. La parte migliore della società, gli altri sono i krumiri, i padroni, gli evasori e i borghesi.

L'altra Italia si fece sentire con la marcia dei 40.000. E poi con la marcia del 23 novembre 1986 bollata dai sindacati come marcia degli evasori perché chiedeva meno imposte. Ricossa, un evasore che chiede meno imposte È come se un vegetariano Si lamentasse perché la carne è troppo cara.

Il nostro sindacato Non si oppone ai sussidi alle imprese. Conduce una lotta serrata all'evasione poiché crede che con meno evasione si potrà aumentare la spesa pubblica di cui campa.

Il nuovo sindacato si accanisce contro i ceti medi. Tassare tutto è il suo motto. Al punto che un'eroina internazionale dei liberali diventa Margaret Thatcher poiché ha ridimensionato le pretese sindacali. Fornendo così un modello a cui si accordarono ma solo formalmente personaggi come Silvio berlusconi.

Negli anni 90 si poteva dire che il sindacato era l'unico partito che non si presenta mai alle elezioni ma che vince sempre.

Chi rappresenta veramente il sindacato? Più che altro i dipendenti pubblici. I pensionati costituiscono il 55% delle tessere della CGIL. I dipendenti delle aziende con più di 15 dipendenti. Insomma, non più del 40% dei lavoratori. Eppure sono stati a lungo interlocutori privilegiati del governo sulle politiche economiche. Sempre più in crisi di proselitismo Si punta sugli extracomunitari. Il sindacato è in prima fila per lo Ius Solis e il diritto di voto.

Il nord-est. Una specie di laboratorio per una nuova coscienza di classe. Qui il sindacato conta come il due di picche. Ancora nel 1976 Si parlava di meridione del nord. Poi l'esplosione economica. E anche le geremiadi contro l'idolatria produttivistica. La religione del lavoro. Si tratta di un'umanità che crede sempre meno allo stato. Stupisce secondo lottieri questa avversione per l'attaccamento al lavoro. Ma anche la cultura del lavoro porta valori morali positivi. Lealtà, rispetto per chi lavora duro, collaborazione.

Nel dopoguerra le aree italiane più depresse erano due, il sud e il veneto. Quest'ultimo ancora più povero del primo. Il Nordest è stato abbandonato a se stesso e ha avuto il successo visto. Sul Sud è scesa una pioggia di miliardi coni i risultati Ben noti. Di fronte a questa divergenza c'è chi non trova di meglio che fare prediche perché si lavora troppo.

Sindacato e lotta di classe. La lotta di classe secondo marx, lavoratore contro datore di lavoro. La lotta di classe secondo i liberali, lavoratori contro parassiti e politici. L'intervento dello Stato crea di per sè una lotta di classe poiché stabilisce dei privilegi. Tax producers contro tax consumers.

La rivolta dei Ceti produttivi contro lo stato tassatore e il sindacato moderno è Innanzitutto morale. La illustra bene David friedman. Se un privato viene da me e mi dice ti fornisco certi servizi e quindi tu devi pagare parliamo di estorsione Ma se un governo si comporta allo stesso modo parliamo di cassazione. Ma che differenza c'è? Nessuna! Da qui la rivolta morale.

Il corporativismo italiano, da Mussolini all'unità antifascista.

L'unità sindacale fu inizialmente un idea fascista. Il sindacato deve essere istituzionalizzato. Rocco prevede che ogni ramo industriale sia riunito sotto un unico Cartello sindacale. Il sindacato Deve essere riconosciuto giuridicamente. Stipulerà contratti collettivi ovvero validi per tutti. Per Rocco concepire più sindacati è un retaggio di una mentalità medievale.

Fin dalla sua origine il sindacato fascista riconobbe la contrattazione collettiva con valore erga omnes.

La paura di una egemonia della sinistra porto al sindacato unico.

La Costituzione dal sindacato un carattere profondamente iliberale. Il sindacato non è libero e l'adesione obbligatoria. I liberi accordi individuali sono fuori legge. Si autorizza il diritto di sciopero ma non quello di serrata. Gli articoli 39 e 40 sono nati da compromessi e sono sostanzialmente estranee alla cultura liberale. Si presuppone che l'interesse dei Lavoratori sia il medesimo per tutti solo perché svolgono lo stesso lavoro.

Dai sindacati di partito ai sindacati di stato. Nell'autunno caldo del 1969 divenne esplicita l'ambizione di trasformare la lotta contrattuale in un'azione politica generale. Affitti, sanità fisco tutto rientrava nelle competenze del sindacato anche la lotta dei palestinesi contro israele. Papa Giovanni XXIII benediva e auspicava il solito ben noto uomo nuovo. Per essere più efficaci i sindacati tornavano a riunirsi nella federazione CGIL CISL e uil. L'unità Sindacale di Mussolini trionfava. Si conclusero una serie di accordi con un punto comune, gli oneri andavano trasferiti alle generazioni future.

Il sindacato fa le leggi. Gli accordi confederali diventano presto legge. Succede Per il licenziamento individuale. Succede anche per lo Statuto dei lavoratori. Lo statuto ha il compito di rendere sempre più penetrante il controllo sindacale. Lo statuto irrigidisce le relazioni sociali. Rappresenta il trionfo della tradizione corporativa fascista.

Norme sui permessi sindacali. Sulle bacheche dei sindacati in azienda. Sui locali per la rappresentanza sindacale in azienda. Una violazione del diritto di proprietà. È una discriminazione per i sindacati autonomi.

Articolo 5. Assenteismo. Sono vietati accertamenti medici da parte del datore di lavoro. Liberazione dal medico è Cerbero o lazzaronismo istituzionalizzato?

Articolo contro la discriminazione. Norma sommamente il liberale. Definire qualcuno vittima di discriminazione è del tutto priva di senso perché una persona che ne descrive in altre si limita a rifiutare di intrattenere rapporti con loro.

Una macchina contro la flessibilità. Sergio ricossa, la disoccupazione dei lavoratori e inversamente proporzionale all'occupazione dei sindacalisti.

Articolo 18. Il lavoratore Non può essere licenziato se non per giusta causa. La giusta causa deriva da un inadempimento oppure da problemi nella produzione. Il lavoratore ingiustamente licenziato può essere reintegrato sul posto di lavoro. L'articolo non vale per i sindacati. Il referendum per l'abrogazione non raggiunge il quorum. Un esempio di populismo ad oltranza.

Le 35 ore. Lavorare meno per lavorare tutti. Cosa c'è che non va? Se per qualcuno qualità della vita significa lavorare meno per altri no. Perché imporre uno standard? Ideologia della rassegnazione. La qualità della vita è stata sempre garantita dal progresso e non dalla decrescita. Guarda il grafico a pagina 227, la disoccupazione diminuisce all'aumentare delle ore lavorate.

Il sindacato come apparato di potere e sistema di privilegi.

Ritenute automatiche, distacchi sindacali, Zero bilanci. Finanziamenti pubblici ai patronati. Centri di assistenza fiscale. Immobili di proprietà, fin dal periodo fascista. Incarichi di formazione professionale. La gestione dei fondi pensione. Le pensioni agevolate per i sindacalisti ovvero legge mosca. L'esercito di sindacalisti nelle istituzioni pubbliche tutte nomine dall'alto, dalla politica.

Tangentopoli. Bruno Trentin riconobbe che a quel sistema di organizzazione spartitoria partecipava a pieno titolo anche il sindacato.

D'Antoni e affittopoli.

I meccanismi di elezione delle rsu. Uno strumento di emarginazione dei sindacati indipendenti. Si tratta di leggi partorite da Gino giugni, giurista da sempre legato a doppio filo alla triplice. La concessione di privilegi i firmatari dell'accordo collettivo non meraviglia.

A che serve questo sindacato? Sergio ricossa, poco efficace quando il lavoro si disperde nelle botteghe il sindacato Si rafforza grazie alle grandi fabbriche cittadine. Il sindacalismo ha sfruttato una conseguenza dello sviluppo capitalistico, la trasformazione dei contadini in operai.

Il sindacato ha migliorato le condizioni di lavoro? Rispondono Edward Brown e Margaret Brown nel libro e Century of pay 1860-1960. La diffusione del sindacato ha avuto un'influenza irrilevante sulla crescita del reddito dei lavoratori il quale è aumentato soprattutto a causa dell' incremento della produttività.

Sergio ricossa sul beneficio indiretto dei sindacati. Aumentando il costo del lavoro hanno costretto gli imprenditori ad aguzzare l'ingegno per aumentare la produttività. Insomma, What e Bolton furono più preziosi di qualsiasi sindacalista per i lavoratori.

Sulle condizioni extra salariali la storia si ripete. Si lavora meno solo la dove si è più produttivi.

Molti interessi dei Lavoratori sono allineati a quelli del capitalista. La retorica del padrone mostro non funziona più. Non a caso i più astuti nemici del capitalismo hanno cambiato metodo. Non più la lotta di classe ma la lotta al consumismo. L'esempio di Erich fromm. L'esempio di Stenio solinas. L'esempio di pasolini. La pletora degli intellettuali contro il liberalismo. Il pluridecennale piagnisteo sulla coazione a produrre. La retorica sul persuasore occulto di Vans Packard la scuola di francoforte. Galbraith. Ma la pubblicità informando dell'esistenza di alternative spesso Abbassa i prezzi più che sedurre.

I lavoratori non controllano i sindacati più di quanto gli elettori non controllino i partiti.

Carlo stagnaro. Ipotesi teoriche per l'avvenire.

Per l'enciclopedia Treccani il fascismo è quel sistema per cui tutto è dentro lo stato. Il sindacalismo moderno riprende questa concezione e la applica ai rapporti di lavoro.

E il fascismo l'artefice del contratto nazionale. Delle efficacia erga omnes. Del fatto che se non sei iscritto non sei nessuno.

Il mito dello sciopero. La tutela costituzionale. Una violazione alla libertà contrattuale.

Walter block. Pensare che il lavoratore possegga il suo posto di lavoro e come pensare che il datore di lavoro possegga il suo lavoratore.

L'imprenditore ha più potere perché è una risorsa scarsa.

Nathaniel branden newsletter i salari sono continuamente cresciuti fin dalla rivoluzione industriale. E sono sempre stati differenziati in funzione della produttività. Non si capisce perché non sia la produttività anziché il sindacato ad averli fatti aumentare.

Paradosso, i sindacati, ovvero il monopolio più potente che c'è in italia, sono in prima fila nel richiedere l'introduzione di leggi antitrust.

E il futuro? Speriamo in un recupero della tradizione ottocentesca. Un ritorno al sindacato libertario. Il sindacato della Gran Bretagna quello contro cui si schierarono I conservatori guidati da Bismarck in Germania e Disraeli in gran bretagna.

Riforma 1. Abolire i privilegi.

Riforma 3. Tornare al Libero contratto.

Il passato del sindacato. Guglielmo Piombini

Nel 1200-1300 le prime corporazioni dei Lavoratori erano un prodotto spontaneo della società civile. Le autorità civili, né Vescovi virgola sono implicate.

Si spinge per la regolamentazione. Il ciabattino non può fare il calzolaio, eccetera. Ci si giustifica con la difesa del cliente.

Resistenza alle innovazioni. Violenza luddista

Esodo verso la città per sfuggire al feudatario. Esodo verso la campagna per sfuggire alla corporazione.

1600 1700. Il nord prende il sopravvento sul corporativo e statalista sud. Ne fa le spese l'italia, fino ad allora all'avanguardia della rivoluzione commerciale.

Molto lavoro irregolare, molta illegalità, molta violenza e instabilità sociale.

Il lavoratore salariato della Rivoluzione Industriale era un lavoratore libero che volontariamente si trasferiva dalle campagne.

Chi migliora la condizione del lavoratore? Il sindacato o il successo del capitalismo industriale? Spesso infatti la legislazione pubblica si limita a sanzionare una situazione già raggiunta nella pratica.

I socialisti cristiani accusano il capitalismo di distruggere i tradizionali sistemi di vita e di lavoro. Si alleano ai conservatori e puntano sul sindacato.

Si lavorava troppo? Quando una fabbrica riduceva le ore perdeva i suoi operai. Hutt.

Quintino Sella 1868. La fissazione del salario è per me un contratto come un altro. Se il fabbricante è l'operaio si accordano sul prezzo, bene, sennò si lasciano nè più nè meno Se si trattasse di un acquisto ordinario. Nell'Ottocento il sindacato è vista come una libera associazione tra lavoratori. Ci furono associazioni fortemente antistatalista come quelle inglesi di Thomas paine e dei livellatori. Il sindacato libertario inglese è tipico del periodo vittoriano. Era a favore del Liberismo e della deregolamentazione. Eugenio biagini.

Per il sindacato libertario la lotta di classe non era la guerra del proletariato contro i capitalisti ma piuttosto la lotta della nazione dei produttori contro l'aristocrazia terriera dei privilegiati dallo stato. Le teorie di Marx erano ritenute grottesche. Qualche nome,Lloyd Jones, Holyoaker, Odger...

La lega contro il protezionismo di Richard cobden era un movimento di classi medio-basse.

La globalizzazione era accettata con entusiasmo dai leader delle classi popolari inglesi dell'800, il sindacato si batteva per l'uguaglianza davanti alla legge e non per ottenere privilegi speciali. Alla base c'erano self-help e mutua assistenza. Dal giornale operaio beehive del 1864, ripetiamo qualsiasi interferenza governativa con le associazioni dei lavoratori, credendoli sufficientemente capaci di controllare i loro affari.

Il capitalismo contro cui si scaglia il sindacato ottocentesco non è quello liberista nel mirino di Max ma quello supportato dallo stato.

L'operaismo post risorgimentale di Bignami e gnocchi viani. Le riviste la plebe e il fascio operaio erano liberali e antistatalista. Spicca una profonda indifferenza verso il potere governativo. Il modello era quello inglese e non quello tedesco. Purtroppo la svolta del Congresso di Genova del 1892 favori Filippo Turati e fece indossare a tutti una divisa tedesca.

Il socialismo liberista di Romeo soldi. Contro la politica riformista e statalista di Turati combatterono i socialisti e liberisti guidati da Enrico leone e Arturo Labriola prima, e poi da Romeo soldi.

Le casse di risparmio sono quel che resta di un'impresa gigantesca di mutuo soccorso previdenziale originata dalle associazioni di beneficenza. Tra queste spiccano le società di mutuo soccorso. Provvedevano anche ad educare i lavoratori su un modello comportamentale Ben preciso. Ma una persona più autonoma e anche meno docile. Bismarck, il vero fondatore dello Stato sociale, fu il primo a comprendere che i lavoratori dovevano essere moralmente disarmati prima che diventassero troppo pericolosi. Si parlava apertamente di minaccia dell'assicurazione sociale. I socialisti andavano addomesticati.

Il sindacato durante il periodo fascista. Incardinamento dei sindacati nello stato fu Addirittura il caposaldo della dottrina corporativa professata dal regime. Lo sbocco naturale fu il sindacato unico. L'appartenenza al sindacato diveniva obbligatoria per ogni lavoratore.

Il modello del dopoguerra fu molto più simile a quello fascista che a quello ottocentesco.

Immigrati e pressione fiscale

Immigrazione e pressione fiscale sono correlate inversamente

Motivo generale. La diversità etnica di un paese affievolisce il supporto a forme di welfare. Il welfare è finanziato dalle tasse

Motivo 1. I bianchi non vogliono pagare per i neri.

Motivo 2. Gli immigrati sono giovani e i giovani non vogliono pagare per i vecchi


Facebook e il fisco italiano

Qualcuno sa spiegarmi perché mai Facebook dovrebbe qualcosa al fisco italiano?

Ok, i ricavi generati dagli uffici italiani sono un cosa, ma il resto, ovvero il 99.99%?

La web tax è un dazio

è fondamentalmente un dazio fatto pagare ai fornitori stranieri (di servizi elettronici)

giovedì 28 dicembre 2017

Privatizzazione totale

Molti beni sarebbero facilmente privatizzabili in quanto beni escludibili. Sanità, istruzione, strade, parchi, eccetera.

Chi si oppone dice, così solo i ricchi potrebbero permetterseli.

A chi fa presente che non è vero si dice che lo slogan non deve essere inteso alla lettera.

Ma l'argomento è efficace solo se inteso alla lettera. Quale sarebbe l'argomento reale? Suonerebbe così, i benefici marginali in termini di efficienza e incentivi sono inferiori ai costi marginali in termini di diseguaglianza. Già nel esporlo si capisce chiaramente che l'argomento perde di ogni efficacia.

Due parole sul Bitcoin

La crescita di valore del Bitcoin resta un mistero. Il prezzo di un titolo è dato dalla attualizzazione dei dividendi ma il Bitcoin non ha alcun dividendo.
Quando si detiene un contante? Si può pensare all'Euro Non è necessario pensare al bitcoin.
Si detiene contante quando si vuole spendere subito.
Si detiene contante quando si vuole evadere punto O quando si vuole riciclare. O quando si vuole più privacy.
Si detiene contante quando si vuole speculare su una moneta.
Tutti e tre i motivi precedenti sembrano spiegare la bolla del bitcoin. Il Bitcoin e anonimo. Il Bitcoin è emesso da un algoritmo e L'offerta è limitata. L'emergere di concorrenti è possibile ma richiede tempo.
Il triplice motivo sembra preferibile alla teoria che postula un impazzimento della massa. Il Bitcoin Infatti oltre che molto acquistato è anche molto venduto. La frequenza nella vendita testimonia speculazione e non innamoramento irrazionale.
Ma il Bitcoin ha segnato la linea. Una criptovaluta stabile ancorata ad un paniere di bene, potrà affermarsi come il nuovo oro elettronico. Questo soprattutto durante le crisi monetarie dei debiti sovrani e quindi durante i periodi inflazionistici. L'importanza del Bitcoin non sta nel suo successo o nel suo fallimento Ma sta nel fatto che ci ha fatto scoprire l' oro elettronico ovvero qualcosa che sarà ampiamente utilizzato in futuro.

p.s. altro motivo per detenere bitcoin: moda. Altro motivo: collasso previsto monete tradizionali.

Il socialismo a priori dell'intellettuale

Quando la soluzione di un problema è centralizzata il contributo dell'intellettuale è più apprezzato.

Le soluzioni decentralizzate valorizzano di più i comportamenti civici, la generosità, il lavoro ben fatto. Valorizzano meno il contributo intellettuale.

Ciascuno di noi sceglie la carriera che ritiene più adatta a produrre un bene sociale. La carriera intellettuale e quindi scelta da chi ritiene a priori che i problemi della società siano meglio risolvibili centralizzandoli. Oppure che siano risolvibili con la predica retorica rivolta alla massa. La carriera intellettuale è quella preferita da chi è a priori incline al socialismo e alla retorica.

Dilemmi automatici

Siete il manager di un ospedale e avete un dilemma tragico. Salvare Giovanni o salvare roberto? Entrambi sono bambini di 5 anni. Entrambi attendono il trapianto di un rene Ma esiste un solo rene disponibile.

Siete il manager di un ospedale e avete un dilemma con taboo. Salvare Giovanni o investire nell'attrezzatura dell'ospedale? Giovanni è un bambino di 5 anni che attende il trapianto di un rene. Irene ha il costo di €1000000 che potrebbero essere in alternativa investiti per migliorare le attrezzature dell'ospedale e quindi salvare eventuali vite in futuro.

Nel primo caso il manager non viene mai giudicato negativamente sia che scelga Giovanni che che scelga giuseppe. Viene giudicato negativamente solo se la sua scelta è sbrigativa. Tutto deve apparire Travagliato affinché il manager sia apprezzato.

Nel caso della seconda scelta il manager sanitario che pensa alle vite future viene condannato. Non solo, viene condannato anche se opta per salvare la vita di Giovanni ma lo fa pensandoci su troppo.

Forse non ci rendiamo conto ma il giudizio che riceviamo per le nostre scelte e solo in parte dettato dal loro contenuto. In gran parte conta la velocità con cui le compiamo. Una scelta ritenuta corretta diventa sbagliata Se operata in seguito ad un calcolo.

Prima implicazione. Poiché la decisione è immediata non deve implicare discussione. La discussione ci rende inaffidabili.

Seconda implicazione. Il sostituto della discussione è l'insulto. Chi non è d'accordo con noi è uno stupido.

Terza implicazione. Nel piccolo mondo ci sono pochi casi specifici su cui è facile giudicare o comunque formarsi un pregiudizio. Nel grande mondo gli esempi sono infiniti occorre una regola. Molto spesso si creano dei cortocircuiti che imbarazzano. La persona con cui pensavi di condividere la tua etica si mostra all'improvviso come un estraneo è uno stupido.

Quarta implicazione. Molte guerre culturali non oppongono chi preferisce certi comportamenti ad altri ma chi considera certi comportamenti una grave violazione e chi invece li considera banali errori.

mercoledì 27 dicembre 2017

Felicità imprendibile

Gli errori che commettiamo per cercare la felicità sono regolari, sistematici e obbediscono a leggi Ben precise.

Primo segreto per essere felici. Pensare poco al futuro. È difficile perché i nostri lobi frontali sono lì per fare solo quello.

Purtroppo, al futuro dobbiamo pensare. Se lo trascura Simo non avremo il controllo della situazione. Il controllo è essenziale per non entrare in ansia. Il primo segreto per essere felici e quindi un vicolo cieco.

Secondo segreto. Non concentrarsi sulla metà lontana perché la metà lontana e fondamentalmente sbagliato. Noi non sappiamo prevedere ciò che è lontano nel tempo.

L'immaginazione Galoppa E noi siamo troppo poco scettici nei suoi confronti.

L'immaginazione Galoppa Ma noi non siamo particolarmente immaginativi.

Noi non sappiamo prevedere molto bene il futuro. Ma soprattutto non sappiamo prevedere i nostri sentimenti di fronte agli eventi futuri.

Molti disaccordi sulla felicità sono disaccordi semantici. Genitore che c'è la felicità emotiva. La felicità morale. È la felicità giudicata.

Il filosofo Robert nozick con la sua macchina virtuale spiega bene come la felicità sia Intesa non come sentimento di piacere ma come sentimento speciale di piacere. Il carattere di speciale attribuito al medesimo sentimento rende difficile l'identificazione.

La felicità riguarda l'esperienza. L'esperienza è soggettiva. Il contesto delle esperienze quantifica la felicità. La quantificazione è quindi soggettiva. Nella misurazione della felicità Esiste un problema di scale. Siamo dei solipsisti.

Altra difficoltà. Esperienza e coscienza non si identificano. I sensi e la coscienza impegnano parti distinte del nostro cervello. Per questo spesso non esistono parole per descrivere un'emozione.

In tema di felicità non impariamo. Pensiamo sempre che il nostro prossimo acquisto sia quello che ci rende felici. Siamo recidivi. Non ricordiamo correttamente. La nostra memoria immagazzina solo una piccola parte della nostra esperienza. Spesso ricordiamo solo il finale anche se il finale è solo l'un per cento della nostra esperienza. Tendiamo a sovrastimare quanto eravamo felici al nostro compleanno. Tendiamo a sottostimare quanto eravamo felici il lunedì mattina.

Noi sappiamo che il denaro non rende felice. Ma allora perché continuiamo ad ambire al denaro? Alcune false credenze sembrano trasmettersi in modo particolarmente facile. Cosa Motiva le persone a lavorare duro anche quando hanno già abbastanza? Probabilmente il fatto inconsapevole che così facendo beneficiano l'intera comunità. Il bisogno comunitario è più potente della consapevolezza del singolo.

Probabilmente Ha ragione chi ritiene che il secondo milione non ci Renda felici come il primo milione. Però ha torto quando ritiene che il secondo milione sia meno desiderato del primo.

Altro esempio. La gioia di avere figli. Si tratta di una falsa credenza. Ma noi continuiamo ad avere figli. Le donne sono quelle che sopportano più sacrifici e anche quelle che vogliono più figli.

Terzo segreto. Imitate Quanto fanno le persone simili a voi che considerate felici. Teoria della traccia. Probabilmente la teoria della traccia Non può essere messa a frutto per il nostro bisogno di protagonismo, per il nostro bisogno di avere il controllo della situazione.

I problemi della nostra felicità derivano essenzialmente dal fatto di considerarci come un'unica persona.

La metodologia di Milton Friedman

La tesi metodologica di Milton friedman. Gli economisti non dovrebbero preoccuparsi di rendere i loro assunti realistici. Conta solo la capacità predittiva dei modelli. L'influenza di popper e chiara. Si è parlato di strumentalismo. Una buona teoria deve funzionare anche con dati non disponibili.

La metodologia di Lionel robbins. L'economia è una scienza deduttiva. Apriorismo.

La metodologia di hutchinson. Le uniche proposizioni degne di indagine scientifica sono quelle empiriche.

Milton Friedman si colloca a metà strada tra le due precedenti.

Primo esempio di Friedman punto su un albero le foglie si dispongono deliberatamente in modo da massimizzare la quantità di luce ricevuta. Secondo esempio i giocatori di biliardo si comportano come geometri. Terzo esempio. L'imprenditore non massimizza il profitto Ma si comporta come se lo massimizzare.

L'opposizione di Samuelsson e nagel. Il realismo delle ipotesi è irricevibile perché comporta teoremi che sono incompatibili con i fatti osservati.

Per molti la previsione non è l'unico scopo della teoria. C'è anche la spiegazione.

La critica di simon. Il concetto di causalità è al centro della sua attenzione. Simon non può appagarsi solo dell'efficacia previsionale. Vuole descrivere i processi. Magari per riprodurli artificialmente su computer. Da qui la sua decisione di sostituire alla massimizzazione del profitto la procedura di soddisfazione.

Friedman contro la matematica in economia. Il maggior rigore descrittivo delle ipotesi riduce il potere esplicativo delle stesse. La teoria deve essere un motore della scoperta.  Nella Guerra tra Marshall e Walras ci si schiera con il primo.

A Chicago l'economia era una materia seria per discutere problemi concreti. Ad Harvard era una disciplina intellettuale sul piano della matematica. Il MIT andrà oltre harvard.

Elaine ecklund science vs religion

Flock of Dodos. Un film in cui i sostenitori del intelligent design appaiono molto più tolleranti degli scienziati. L'autore è Randy Olson un biologo.

Perché alcuni scienziati insegnano catechismo? Perché altri hanno un'intensa vita spirituale?

Ma come vivono gli scienziati  il loro rapporto con la religione?

Il paradigma delle insormontabile ostilità tra scienza e religione è una caricatura.

Alcuni sono atei. Altri sono atei spirituali. Altri sono religiosi.

Il 50% degli scienziati è religioso in senso tradizionale. Il 20% e ateo ma spirituale.

Lo scienziato ateo in senso canonico, quando parla di religione diventa molto appassionato. Spesso arriva a descrivere la religione come terrorismo intellettuale.

Il dato di fondo. Tra gli scienziati la percentuale dei credenti è molto inferiore.

Perché lo scienziato è ateo? Primo, perché ritiene che la scienza contraddica la religione. Secondo, le domande della religione sono insensate. E l'ipotesi di Robert merton. Quarto, la religione li ha delusi. Quinto, ritengono la religione poco importante magari perché cresciuti in una famiglia agnostica. Sia come sia il loro rifiuto Non deriva da una ragionamento. Sia come sia in forno rifiuto non deriva da una ragionamento .

Il rifiuto dello scientismo è il prodromo della Conciliazione tra Fede e ragione.

Miti creduti  dagli scienziati atei. Primo, la religione presto sparirà poiché assurda.

Secondo, tutte le religioni sono fondamentaliste.

Di solito i più ferventi sono anche i più istruiti. Nella mia parrocchia, per esempio, chi si spende di più, chi si sacrifica e sembra crederci veramente sono i parrocchiani di status superiore. Ma questa legge sembrerebbe generalizzabile. Cito da RELIGION IN AMERICA—1972–2006: RELIGIOUS AFFILIATION, ATTENDANCE, AND STRENGTH OF FAITH: "Level of education was... directly related to frequency of religious service attendance and strength of faith among those who were affiliated...". Tutto questo fermo il fatto che l'ateo medio è più istruito del credente medio. http://prx.sagepub.com/content/106/3/875.long

L'estremismo della chiesa.

Difficile sentire la chiesa dire che i poveri stanno diminuendo. Si preferisce lanciare allarmi anziché rivendicare risultati. La Caritas preferisce dire che in Italia ci sono 8 milioni di poveri piuttosto che mostrare Quanti poveri ha fatto uscire dalla miseria.

La Caritas vive di sussidi pubblici e privati. Amplificare le cifre e creare emergenze e il marketing tipico di chi deve raccogliere fondi.

In secondo luogo la Caritas vuole sensibilizzare. In casi del genere ritiene che sparare balle sia consentito.

Un trucco che usa la Caritas è quello di usare i dati della povertà relativa anziché quelli della porta vera e propria. Ma il disprezzo della verità spesso finisce in tragedia. Inoltre è meglio "conoscere per deliberare" anziché essere sensibilizzati.

Altro problema. Non è che a forza di rappresentare i mali della società come invincibili la rivolta morale si trasforma in rassegnazione? La partecipazione si fonda sulla sensazione di poter cambiare le cose, è qualcosa che ci dicono gli psicologi.

Perché i politici vanno pazzi per il riscaldamento globale? POST

La teoria del riscaldamento globale. Primo, la terra si sta scaldando. Secondo, la causa principale sono le attività umane. Iii, le conseguenze negative prevalgono su quelle positive. Iv, l'unica strada per evitare la catastrofe e la riduzione di emissioni di gas serra.
Il primo punto Sembra quello meno contrastato. Sugli altri l'incertezza domina. Bjorn lomborg ha sostenuto che le conseguenze positive prevalgono. E che in ogni caso la guerra alle emissioni deve avere un ruolo secondario.
Tuttavia, la teoria ha una grande successo soprattutto tra i giovani. La cosa non mi meraviglia, è l'ultima ideologia rimasta.
Il politico si occupa di riscaldamento globale perché la corsa di Porta prestigio e autorevolezza.
Ma se ne occupa anche perché un problema insolubile non fa apparire come un fallito Chi non riesce a risolverlo. Le responsabilità sono talmente frammentate da scomparire.
Combattere l'inquinamento locale porta allo scontro con interessi precisi. Dando una dimensione globale al problema la grande industria locale può inquinare qui e compensare altrove il suo misfatto cose che non si viene mai allo scontro.

L'invenzione delle emergenze

I massmedia Se solo lo volessero potrebbero parlare ogni giorno di incidenti sul lavoro, stupri, suicidi e atti di bullismo. Ciò non significherebbe che incidenti sul lavoro, stupri, suicidi e atti di bullismo sono aumentati poiché tali comportamenti presenti nel nostro paese in numero superiore a tre al giorno sono sempre notiziabili.

Nel 2007 i morti sul lavoro sono stati 1207, oltre tre al giorno.

Nel 2007 i suicidi sono stati 2867, quasi 8 giorno.

Nel 2007 i casi denunciati di violenza sessuale sono stati 4897, ossia più di 13 al giorno.

Questi dati ci dicono quanto sia facile inventare le emergenze.

Mezzogiorno, il potere di acquisto È come quello del Nord

Il sud produce meno del nord. Lo scarto è circa del 48%.

Il tenore di vita invece è molto simile.

I redditi nominali del Sud sono inferiori del 26% rispetto al nord. Inoltre, il carico familiare è superiore. + 10%.

Ma il sud può contare su 3 vantaggi. Primo, una maggiore evasione fiscale. Secondo, maggiori aiuti pubblici. Prezzi decisamente più bassi.

I referenti sui prezzi. Luigi campiglii. Gli studi dell'istat. Gli studi della banca d'italia, in particolare di Luigi cannari e Giovanni iuzzolino.

Facendo i conti risulta che la famiglia media meridionale consuma il 5% in più rispetto a quella del nord. Il divario Si capovolge, ma di poco, meno 5 %, se si corregge per la maggiore numerosità della famiglia meridionale.

Il sud torna a stare meglio se si considera il tempo libero.

Se i poveri si concentrano al sud e perché i conteggi della povertà relativa ignorano del tutto la differenza del costo della vita.

Conta poi il fatto che i servizi pubblici siano di qualità superiore al nord. E i servizi pubblici alleviano la povertà.

Inoltre, nel sud Le diseguaglianze sono più accentuate.

martedì 26 dicembre 2017

Violenza contro la polizia

Se Vedete un poliziotto che esercita una violenza eccessiva vi ritenete in diritto di intervenire contro di lui in modo violento?

La tesi della parità. Tutti gli uomini sono uguali. In questo caso il poliziotto non ha uno status morale specifico.

Secondo la tesi della parità, resistere alle violenze dello Stato in modo violento è permesso.

Dall'assunto più comune è differente. Si ritiene che nelle democrazie liberali solo la resistenza passiva possa essere concessa.

Peter Thiel sulla corruzione

Quando gli fanno notare che il presidente Obama non ha alle sue spalle alcuna ombra di corruzione, lui reagisce affermando che oltre una certa soglia la mancanza di corruzione può essere qualcosa di negativo, significa che le cose sono troppo noiose e stagnanti.

Spesso non essere corrotti Non deriva dal onesta ma dalla mancanza di tentazioni.

Un governante a cui mancano le tentazioni è una governante che ha creato un ambiente economico stagnante.

Ci sono santi che hanno commesso più peccati dei dannati. Evidentemente, si tratta di persone soggette a molte tentazioni.

Lo schema fisso della discussione sulle armi

Quando si parla di armi la discussione segue sempre uno schema abbastanza fisso.
Qualcuno dice, sappiamo che le restrizioni sulle armi funzionano perché gli stati uniti, che hanno meno restrizioni, hanno anche un tasso di omicidi molto maggiore rispetto a Paesi con più restrizioni come per esempio il Canada e l'inghilterra.
A questo punto qualcuno risponde che gli Stati Uniti hanno comunque meno omicidi rispetto a Paesi con leggi restrittivi come Brasile e messico.
Un approccio più promettente è quello di confrontare i tassi di omicidio all'interno dello stesso paese prima e dopo l'approvazione di una legge restrittiva.
In questo senso L'Inghilterra è un caso di scuola. La prima restrizione risale al 1903. Altre leggi restrittive sono del 1926. Poi 1937, 1968, 1988, 1997 e2006. Guardando poi l'evoluzione nei tassi di omicidio è difficile pensare che le leggi restrittive sull'uso delle Armi abbiano pesato.
A volte emerge qualche statistica in cui sembra di poter cogliere un'influenza delle leggi restrittive, ma raramente si tratta di evidenze solide.

Simboli imbarazzanti

Il sud-est asiatico è pieno di svastiche. Ma non è pieno di nazisti, è che La svastica e un simbolo Ben prima che i nazisti se ne appropria assero. Che fare?
Prima reazione. Dopo una prima reazione negativa a livello viscerale, prendete atto che non si tratta di nazisti e vi adeguate.
Seconda reazione. Lasciate che la vostra reazione viscerale istintiva abbia il sopravvento. Denunciate come la vostra sensibilità sia rimasta offesa dall'esposizione di certi simboli anche se chi li espone non è nazista. Forse che costoro non possono immaginare quanto offendono il prossimo?
Qual è la reazione migliore?

Di recente, nel dibattito politico italiano, è stata usata la parola “razza”. In modo innocente ma è stata usata.
A seguire un profluvio di critiche: “non è una parola innocente”, “è una parola che sollecita ricordi terribili”, “si tratta di un termine da evitare sempre”, “non è possibile sentire ancora certe parole nel XXI secolo”...
In questa reazione è ben visibile un altro aspetto degradante delle campagne elettorali: i simboli fagocitano i significati. Non conta più cio’ che uno dice ma cio’ che uno evoca nella mente di chi lo ascolta.
La cosa è ben strana poiché spesso i politici vengono accusati di esprimersi per slogan. Ma quando non lo fanno vengono accusati del fatto che le loro parole, se prese come slogan, nuocciono. Non si capisce più se si desiderano slogan o parole.
Per utilizzare un paradosso: a voi cosa evocano le svastiche? E come giudicate gli indiani che ne fanno continuamente uso? D’accordo, il loro uso è innocente, le motivazioni naziste sono del tutto assenti, eppure, a volte, soprattutto in questo periodo, sembra che la cosa sia del tutto irrilevante: cio’ che conta è il simbolo e cio’ che evoca.

La droga in Portogallo

Nel 2001 il Portogallo intraprese un gigantesco esperimento naturale nel campo delle droghe decrimimalizzandole tutte tutte, eroina e cocaina comprese.

Oggi 15 anni dopo il Ministero della Salute stima che gli eroinomani sono passati da 100.000 a 25.000.

I morti per overdose sono diminuiti del 85%.

domenica 24 dicembre 2017

La stabilità del Bitcoin

Difficile utilizzare il Bitcoin come moneta di pagamento. Innanzitutto, ci sono altri costi di transazione.

Poi il Bitcoin non è stabile.

In teoria, però, una criptovaluta  stabile è possibile. Il Basecoin costituisce il tentativo di costruirne una.

Il Dollaro di Hong Kong è agganciato al Dollaro statunitense. Anche una moneta elettronica può essere trattato nello stesso modo. In alternativa può essere agganciata ad un paniere di beni.

I precedenti del Bitcoin garantivano la massima sicurezza ma richiedevano un emittente. L'avversione dei governi impediva di trovare i emittenti affidabili.

Il bello del Bitcoin e che non esiste alcun emittente è così il problema precedente si dissolve.

Ma come funziona il Basecoin? C'è un software che emette monete sulla base di una parità da rispettare, per esempio quella con il dollaro. La moneta emessa E spesa da uno dei tanti emittenti virtuali. In caso contrario la moneta viene ritirata sempre agli stessi soggetti.

Secessionismo

Quanti morti per le guerre civili. Per gli americani si è trattato della guerra più sanguinosa. Perché? Per difendere un principio, nessuno stato ha diritto di ritirarsi dall'unione. Parole di Bill Clinton.

Mentre la Secessione è rara, i partiti secessionisti sono molto comuni.

In epoca recente la caduta dell'Unione Sovietica e quella della Jugoslavia hanno fomentato un gran numero di secessioni. I separatisti di tutto il mondo si sono ispirati a questi due eventi.

I separatisti hanno interpretato gli eventi slavi come un tentativo di tenere insieme ciò che non poteva stare insieme.

Le secessioni del periodo successivo. East Timor 1999. Montenegro 2006. Kosovo 2008. Sud Sudan 2011.

Combattere i moderati da spago agli estremisti. L'esempio della Cecenia e chiarissimo.

Spesso il secessionismo non è dichiarato apertamente. I movimenti puntano autonomia territoriale ma non escludono l'indipendenza.

I punti chiave per studiare il secessionismo. Identità. Interesse. Strategia.

L'identità da sola non basta se non si accoppia all'interesse.

La politica del governo centrale è determinante per stabilire gli esiti.

Quando il governo non concede la Secessione diventa desiderabile.

Strategie per scoraggiare. Sistemi elettorali e repressione.

Gli autori precedenti hanno sempre consigliato il pugno di ferro. Questo libro consiglia un approccio a base di concessioni.

Tesi. I governi che hanno esplicitamente escluso l'intervento militare per fronteggiare i movimenti secessionisti hanno subito meno ribellioni etniche.

Le nazioni fuoriuscite dalle secessioni hanno al loro interno una minore violenza etnica.

Idea. Un diritto costituzionale di secedere diminuirebbe la violenza etnica.

Diritto Costituzionale a secedere porterebbe ad un'ampia devoluzione dei poteri.

La retorica dell'autodeterminazione nasce in periodo postcoloniale.

Negli anni 90 le secessioni sono diminuite. Probabilmente perché sono state negoziate maggiori autonomie. Ted Guerr

Tesi. La negoziazione di autonomie funziona meglio quando esiste una procedura legale per la secessione. L'esempio della Jugoslavia parla chiaro.

Il pasticcio dell'onu. Principio di autodeterminazione e di integrità territoriale dello stato statuiti contemporaneamente.

Secessione nelle democrazie avanzate? Ovvero nelle democrazie in cui la partecipazione politica e facilitata?

In questi casi l'arma elettorale è quella preferita dai separatisti.

Canada e Gran Bretagna hanno esplicitamente detto che non useranno mai la violenza contro le secessioni democratiche. La posizione degli Stati Uniti è più ambigua. Spagna e Francia hanno invece ripetutamente minacciato l'uso della forza.

Andreotti ha minacciato la prigione al leader della Lega Nord Umberto Bossi qualora menzionate la Secessione nei suoi discorsi.

Praticamente tutte le democrazie avanzate Hanno il loro Bravo partito secessionista. Eccezioni sono L'Australia è la Nuova Zelanda e il giappone. Anche andorra. Austria, islanda, Lussemburgo e olanda.

Il partito separatista che ambisce ad una maggioranza nella sua regione spesso prende colorature di destra o di sinistra.

La cultura e il linguaggio non spiegano la forza dei partiti secessionisti. Ciò che importa di più è l'economia la politica il fattore demografico. I differenziali nel reddito spiegano la presenza di spinte secessioniste.

Spesso le domande di indipendenza nascondono un bluff strategico. Chi è il vero secessionista? Qui rinvio alla tabella e al link.

Sappiamo che l'elettore Democratico è stupido e ignorante. Anche l'elettore secessionista lo è? Sì , anche in lui l'identità , per esempio , sopra avanza il calcolo . Anche in tema di Secessione cambiare idea è quasi impossibile.

Il nemico della secessione? Lo status quo bias. Il nemico della secessione ? Lo status quo di gas .

Tra i secessionisti i giovani sono sovrarappresentati.

Tesi. Quando una regione sviluppa un partito secessionista aumentano le probabilità che riceva più autonomia.

Il sistema elettorale conta in tema di secessione. Il maggioritario tende ad escludere una rappresentanza secessionista In parlamento.

In genere conta molto il differenziale di reddito. Contano i residui fiscali. Contano le spinte irredentiste. Conta la cultura di autogoverno. Contano le preferenze politiche differenti rispetto allo Stato nazionale.

Di solito i secessionisti sono di destra. La fierezza politica in queste materie conta. Conta l'identità il linguaggio è il sentimento di nazione. Le regioni con un passato indipendente spesso desiderano riguadagnare il loro status precedente.

Ipotesi contagio. La presenza di movimenti secessionisti in una certa regione, aumenta la probabilità che nascano movimenti secessionisti in altre regioni.

Il trucco più diffuso per fronteggiare spinte secessioniste. Garantire autonomia politica senza toccare le prerogative fiscali del centro.

Il successo secessionista in un paese provoca contagio. Per questo gli altri paesi non riconoscono mai i secessionisti se prima non vengono riconosciuti dal paese che li ospita.

Prescrive il secessionismo non sfocia quasi mai nella Secessione ma quasi sempre nel regionalismo.

sabato 23 dicembre 2017

Cosa condivide di più una coppia

https://mobile.twitter.com/sknthla/status/943533163535589377

La guerra favorisce i comportamenti altruistici

Sul tema circa 20 studi negli ultimi 10 anni. Oltre 40 paesi esaminati.

Conclusione, l'esposizione individuale alle violenze della guerra tende ad aumentare la nostra attitudine cooperativa.

Partecipazione alla comunità e comportamenti sociali sono i due parametri principali con cui si misura l'istinto cooperativo.

L'eredità della guerra non è sempre negativa. Già in passato gli storici hanno evidenziato che la guerra è stata protagonista nella transizione dalla tribù allo stato. Carneiro 1970 Flannery 2003 Morris 2014 Diamond 1999.

Ma la guerra altera anche la psicologia delle persone. Turchin 2015

L'alterazione persiste per anni anche dopo la guerra.

I casi studiati. Sierra leone, Uganda virgola Burundi per l'africa. Georgia, israele, nepal, e molti altri paesi.

Considerate sia le guerre tra stati che le guerre civile.

Cosa si va a vedere per dire che si collabora di più? Il tasso di iscrizione a associazioni con scopo sociale e civile, per esempio. Ma anche gli esiti negli esperimenti psicologici di laboratorio..

Non conta il tipo di violenza sperimentata.

Non conta il sesso. Uomo e donna è lo stesso.

Non conta se si è stati vittime o carnefici.

L'effetto non sembra scemare nel tempo.

Che l'altruismo sia solo locale è alquanto dubbio. Si tratta perlopiù di speculazioni.

Spiegati i miracoli economici e sociali che si riscontrano spesso dopo una guerra.

Solo quando prevale il familismo può esserci una ricaduta nella violenza.

Circa metà di tutte le nazioni al mondo ha sperimentato una guerra. Blattman Miguel 2010

Una teoria dello stato. Lo Stato cresce con la guerra. Dopo la guerra si mantiene con la psicologia altruistica. Quando scema l'inclinazione altruistica si mantiene con i meccanismi spiegati dalla teoria della public choice.

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Il caso della Sierra leone.

Guerra civile tra il 1991 e il 2002.

Un conflitto né etnico né religioso. I ribelli entrati dalla Liberia erano essenzialmente formazioni multietniche.

Uccisi 50 mila civili. Circa 2 milioni di profughi.

Oltre i morti infinità di mutilazioni e stupri.

Dopo la guerra una ripresa miracolosa. Una decade di pace ed economia in crescita.

L'irrompere di ebola nel 2014 ha chiuso il miracolo della Sierra leone.

Il modello ho riscontrato. Al crescere della violenza a cui si è stati esposti crescono la partecipazione sociale e i comportamenti sociali dei protagonisti.

La ricerca accademica

È incredibile quanto spesso la ricerca trascuri le questioni importanti per dedicarsi a quelle meno importanti. Robert Trivers

Perché fai ricerca? Perché la ricerca migliora la nostra comprensione del mondo.

I benefici della ricerca probabilmente sono sopravvalutati. Macilwaine

L'accademia è è zeppa di persone che esibiscono le loro capacità per impressionare gli altri. Il loro scopo è quello di acquisire prestigio accademico. Di ottenere e mantenere relazioni con prestigiose istituzioni.

Gli scienziati competono per tenere conferenze, non per ascoltarle. Miller 2000

E la domanda di ricerca accademica? Anche qui la preferenza per il prestigio domina.

Gli studenti sono disposti a pagare di più per frequentare quelle scuole dove i professori sono famosi per le loro ricerche. Si tratta di ricerche che quegli stessi studenti raramente hanno letto. Inoltre la cosa ha ben poco a che vedere con l'abilità nell'insegnamento.

La ricerca accademica si concentra su pochi soggetti che hanno una grande rilevanza mediatica.

L'affidabilità delle ricerche decresce quanto più cresce la popolarità della materia in cui sono tenute. Pfeiffer 2009

Le citazioni diminuiscono se il soggetto della ricerca non è alla moda.

Perché gli sponsor della ricerca non istituiscono dei premi anziché dei finanziamenti?

Il premio comporta che devi consegnare dei soldi al vincitore indipendentemente dalla sua identità. In questo modo non c'è l'opportunità per lo sponsor e il ricercatore di sviluppare una relazione reciproca. Con il mecenatismo al contrario il Mecenate può guadagnarsi prestigio associandosi in modo stabile con lo scienziato.

I referenti delle riviste scientifiche sono i veri guardiani del prestigio accademico.

In genere riconoscono i favoriscono gli articoli di chi è già prestigioso.

Il 90% degli articoli scientifici pubblicati su riviste prestigiose vengono rifiutati se presentati sotto falso nome ad altre riviste prestigiose.

I referenti fanno grande attenzione ai dettagli e alla pulizia degli articoli a cui danno l'okay, la sostanza viene molto dopo. Favoriscono gli articoli in cui si adottano metodi particolarmente complicati. L'economista è praticamente impossibilitato a pubblicare se il suo articolo non contiene dei passaggi matematici.

Un rimedio? Mantenere cieca la conclusione dell'articolo.

Victor Hanson e la Seconda Guerra Mondiale

La Polonia da sola ha avuto più morti civili che tutte le altre nazioni occidentali messe insieme.

La seconda guerra ha avuto luogo nel corso di una singolare finestra "tecnologica" che ha visto le armi di offesa svilupparsi molto più rapidamente rispetto a quelle di difesa.

La Seconda Guerra Mondiale è stata la guerra con più battaglie dove le perdite dei vincitori hanno sopravanzato quelle degli sconfitti.

venerdì 22 dicembre 2017

Un missionario diverso

Un missionario diverso

Padre Piero Gheddo è morto l’altro giorno, leggerlo ed ascoltarlo mi ha illuminato.
Non che fosse un rigoroso teoreta, era un missionario del PIME, eppure era depositario di intuizioni originali e talvolta spiazzanti.
Da lui ho imparato a conoscere un po’ meglio l’ Asia e l’ Africa, i continenti della povertà.
Posso ben dire che il mio interesse sul tema Vangelo&Ricchezza è stato innescato dal suo ascolto.
Quanto segue è il mio pensiero, non il suo, per carattere e senso di responsabilità i giudizi sferzanti gli erano estranei. Ma si tratta comunque di idee maturate nella sua ombra.
Da lui ho imparato che nel Vangelo non c’è una condanna della ricchezza in se stessa, ma il biasimo per l’uso distorto che l’uomo, nel suo egoismo, può farne a danno degli altri.
Non so se questo sia del tutto vero, so però che l’azione di Gheddo mi sembrava improntata a questo principio.
Presso molti cattolici vigeva allora il mito marxista secondo il quale chi si arricchisce lo fa sempre a spese degli altri.
Papa Francesco viene da quella schiatta, per altro maggioritaria, specie in ambito missionario. Avete presente padre Alex Zanotelli? Non aggiungo altro.
Ecco, Gheddo rappresentava per me il contrario, anche se mai si sarebbe posto in opposizione, tutte le opere erano preziose.
È chiaro che se la rapina viene vista come un metodo per arricchirsi, l‘elemosina diventa il metodo sovrano per aiutare il prossimo.
La strada maestra scelta da padre Gheddo mi sembrava diversa: condannava l’elemosina per puntare sulla cultura.
Se ci si arricchisce solo spogliando il prossimo, si aiuta il prossimo solo spogliandosi volontariamente (elemosina), oppure spogliando il ricco-cattivone che ha turbato per primo l’armonia universale (rivoluzione). Elemosina e rivoluzionesono amiche fedeli, e non di rado le abbiamo viste comparire sugli emblemi di certo cristianesimo missionario “deviato-ma-non-troppo”. Tra gli stracci del pauperista si nasconde sempre un coltello.
I cripto-catto-marxisti avevano allora individuato il nemico nella colonizzazione e nel mercato.
Padre Gheddo scuoteva il testone: la storia africana è piena di sfruttamento e rapina ben prima che arrivassero i bianchi; la ferocia tra comunità tribali era la norma, e questo anche (e soprattutto) in assenza di moneta e mercato. Il problema sta altrove.
Un padre Gheddo qualunque non avrebbe mai potuto scuotere il paradigma pauperista, era troppo consolidato, Marx lo ereditava addirittura dagli antichi e da Platone innanzitutto: “risulta impossibile che virtù e grandi ricchezze stiano insieme”.
E a loro volta gli antichi, prima di trasmetterlo a Marx,  lo avevano tramandato ai libri sacri. E’ per questo che la base platonico-marxista ha attecchito così bene nel mondo missionario cristiano.
Ma oggi anche i missionari dovrebbero avere imparato una volta per tutte nche i libri sacri hanno un contenuto religioso, non scientifico. Che è ora di staccarsi dal mito dell’elemosina.
Di certo lo aveva capito padre Gheddo.
Se i libri sacri non fanno che raccomandare l’elemosina come rimedio sovrano alla povertà, è perché era allora del tutto assente l’idea di produzione.
***
Gli antichi consideravano la guerra come un buon affare per il più forte: procurava bottini.
Vero: ma poi non restava loro che azzerarli con il consumo. Finché non incontravano uno più forte di loro.
Il lavoro era disprezzato, l’occupazione considerata roba da schiavi. Amavano piuttosto il lusso e lo spreco, che vedevano come unica forma di “investimento”.
E’ chiaro che in un mondo del genere il ricco spoglia il povero per divenire quel che è.
Nell’Antico Testamento molti passaggi evocano questa cultura. In Maccabei, per esempio, si dice: “non vale la pena sudare nei mestieri quando con scorribande brigantesche si può avere tutto”.
In realtà le guerre sottraggono braccia al lavoro, e come ogni altra forma di rapina fanno inaridire le fonti da cui si alimentano.
Anche la ricchezza che procurano  è caduca, sappiamo per esempio che Roma e gli altri grandi Imperi del passato rimasero nell’insieme poveri, con giuste delle fiammate di sfarzo estemporaneo.
Occorsero più di 4 secoli perché considerazioni di ordine borghese e utilitaristico soppiantassero l’ideale eroico del guerriero magnanimo.
I chissà quanti ne occorreranno per riformare le teste di molto mondo missionario.
La sorella gemella della guerra e la schiavitù. La sua grande diffusione potrebbe far pensare che si tratti di un buon affare, e invece non lo è: “lo schiavo trascura i buoi, non cerca pascoli idonei per le greggi, non rivolta le zolle con attenzione, non fa il conto dei semi, non compie i lavori di sarchiatura e rimandatura…”
Per marxisti, antichi, Bibbia e certi missionari  la forza è tutto. Trotsky lo spiega: “se la costrizione va contro la produttività significa che ci siamo messi in un vicolo cieco… ma questo è solo un pregiudizio compagni!”.
Per capire come mai la schiavitù ha avuto tanto successo dovremmo rivolgerci  alla psicologia più che all’economia. Ignazio Silone lo ha fatto: “il senso di soddisfazione sociale nasce dal confronto con altri uomini e non con le cose ossia dal sentirsi superiori. In questo senso guerra e schiavitù funzionano eccome”.
Nei paesi poveri il mito marxista, il mito della guerra, il mito della schiavitù, il mito dell’elemosina è solo durato (e in molti dura ancora) più a lungo che altrove.
I missionari alla Zanotelli hanno contribuito non poco nel perseverare.
Purtroppo questa longevità è all’origine della povertà. In questo senso il periodo post-coloniale ha fatto più danni di quello coloniale.
E non necessita nemmeno che ci siano guerre, schiavi o comunismo realizzato per fare tanti danni. Basta la mentalità. Padre Gheddo lo aveva ben chiaro.
***
Senza colpevolizzare nessuno, ci faceva notare la pigriziadesolante dei poveri, il loro passare gran parte del tempo in chiacchiere.
I missionari gesuiti già scrivevano: “è somma è l’ infingardaggine e l’abborrimento della fatica in quasi tutti i popoli sudamericani, un male che si osserva anche in altri moltissimi popoli selvaggi dell’Africa”.
In genere la donna è molto più occupata e laboriosa dell’uomo. Gli uomini parlano, le donne lavorano.
Se i classici latini dichiaravano disonorevole e vile il lavoro degli operai, i poveri africani sembrano aver assimilato quella cultura alla perfezione.
Nell’antica Roma come in Centro Africa il numero di giorni festivi è spropositato. Praticamente metà dell’anno. La Guinea Bissau è il paese con più feste al mondo, e se ne vanta. Ma è normale quando l’ideale è “lavorare poco”.
Proverbio di Santo Domingo: “lo stupido lavora e il furbo fa festa”. Il clima non sembra esattamente luterano.
Il ricco dei paesi poveri ama lo sperpero. Chi si arricchisce con mezzi anti-economici non è risparmiatore, il suo motto è: il denaro è fatto per essere speso!
Dove c’è povertà manca il senso dell’economia, del risparmio, dell’investimento. Non è colpa delle incertezze, è colpa della cultura. E’ vero in Niger come nella Roma imperiale.
Domina la bambinesca e primitiva esibizione delle ricchezze: dicono a tutti che sei un guerriero valente. Per Le Goff le società della rapina sono anche le società dell’apparenza.
Don Milani notava che i suoi contadini spendevano più per addobbare la camera da letto che per la lavatrice elettrica. Si lamentava delle risorse sperperate nelle feste di matrimonio.
Poi, come al solito, sbagliava tutto pensando che la cosa fosse un portato della società borghese: no, è un portato di una cultura arcaica ignara del concetto di investimento.
In Burkina Faso la gente è sempre impegnata in cerimonie: iniziazioni, matrimoni, funerali. Roba che dura giorni, eh.
In Amazzonia quando nasce un bambino moglie e marito devono astenersi da ogni attività per otto giorni.
Quando padre Gheddo dovette costruire un ponticello in Uganda lo sconforto lo prese, ricordo le sue parole: “qui tutto è difficile e lento nell’esecuzione…”
I poveri sono congenitamente privi del senso della puntualità, ne parla con dovizia di particolari il tedesco Arthur Koester in un suo spassoso passaggio sui russi (che non riesco a reperire).
In Guinea-Bissau non c’è la minima ansia per il tempo che scorre, la resistenza passiva al lavoro e l’assurdo prestigio attribuito all’ozio meravigliano il visitatore.
Le principali fonti di ricchezza degli “aristocratici” improduttivi e spendaccioni di questi disgraziati paesi: la guerra e la politica, i bottini e gli abusi amministrativi.
In questa cultura arcaica la frode è spesso motivo di orgoglio, il proprietario aristocratico – ancora nel nostro sud – si faceva vanto di essere imbrogliato dai suoi fattori: significava che li ha scelti furbi e capaci.
E anche qui il parallelo tra cultura dei poveri e cultura arcaica prosegue: anche preso antichi l’ideale era vivere oziosi (cioè negli studi, nella politica e nei divertimenti).
Il nostro meridione ha mostrato a lungo gli stessi vizi di mentalità presenti in modo macroscopico nei paesi sottosviluppati.
Giuseppe Tomasi di Lampedusa, degno erede di quella cultura, alla domanda “che mestiere fa?” rispondeva “il Principe”.
Con tale spirito non si poteva coltivare che la cultura letteraria, la quale, a sua volta, a chi non riusciva a vivere di rendita, non offriva altri sbocchi che le cosiddette professioni liberali; si era così avviati al tribunale, alla medicina, al notariato o a prete.
In tale milieu l’eloquenza e la retorica diventano centrali ed occupano la giornata del gentiluomo, tutto ciò che non è materia di disputa diventava trascurabile: agricoltura, arti, commercio, scienze naturali.
I membri di questo ceto, poco attratti dal lavoro produttivo e impossibilitati a fare tutti l’avvocato o il medico, finiranno col gonfiare la burocrazia dello Stato.
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Abbiamo quindi visto la santa alleanza tra certe ideologie moderne – come il marxismo – e mentalità  arcaiche tipiche del mondo classico: per entrambe la ricchezza si “arraffa”.
I racconti di padre Gheddo fanno cogliere immediatamente il nesso, eppure il mondo delle Missioni è spesso caduto nella trappola della propaganda comunista che ha chiamato “capitalistica” un’economia feudale e latifindista sopravvissuta, per esempio, in vaste aree dell’America Latina.
Padre Gheddo è stato tra i pochi a mantenere un esemplare lucidità su questo punto. Per lui l’allucinazione marxista e la rapina nobiliare marciavano insieme grazie ad una solida base condivisa.
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Ma il mondo dei poveri così come lo si evince dalle testimonianze di Gheddo ha un ulteriore marchio di fabbrica: il primato della politica.
Le cose si ottengono solo grazie alla politica, ovvero attraverso il lamento piazzaiolo, Il laio e il piagnisteo, possibilmente chiassoso. Il rito delle prefiche viene universalizzato.
Già per il  sociologo Pellicani ovunque il sottosviluppo è generato dal prevalere dell’interesse politico su tutti gli altri.
L’abbondanza di leggi, osservava già il Verri, possono forse allontanare taluni delitti ma non mai animare dell’industria. In Africa non fanno né l’una né l’altra cosa.
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Il povero fatica  a vedere le cose per quello che sono.
I poveri mancano di realismo, non fanno i conti con i fatti. Pensando che le loro recriminazioni siano sufficienti a dissolverli.
La Chiesa Missionaria, in molte su parti, spesso ha rinforzato questo vizietto, anziché combatterlo.
Come? Sostituendo all’ideale del progresso quello di una dubbia Santità, magari della santità monastica.
Il passaggio dalla Santità all’eroismo e dall’eroismo alla rivoluzione cruenta è stato del tutto naturale.
Troppo spesso i valori spirituali sono stati trasmessi in termini mistico contemplativi anziché nelle formulazioni razionali tipiche della Tradizione.
Su questo fondamento irrazionale attecchì bene l’ideologia marxista, grazie soprattutto ai suoi aspetti utopici.
Nei paesi sottosviluppati sono pochi coloro che fanno i loro calcoli in termini di costi ed i ricavi. Un carattere tipico dei poveri è l’incapacità di concepire il domani. Non mi meraviglia visto che il missionario di turno – l’uomo destinato dalla Provvidenza – parla loro di “ragione e calcolo” come di qualcosa “… che ha sconvolto il mondo e distorto i rapporti sociali”.
Padre Gheddo osserva sconsolato: “la fertilità aumenta con la povertà, l’ignoranza, insufficiente nutrizione, la disoccupazione, la mancanza di interessi e di impegni nella società…”
Dove latitano realismo e razionalità prevalgono miti e ideologia.
E con l’ ideologia ecco proliferare i missionari trasformati in “professorini” e  “dottrinari”, ovvero uomini con la mente rivolta all’utopia e incapaci di cambiare idea anche di fronte all’evidenza.
La mentalità mitica ed ideologica porta all’abuso della parola che si presta ad alimentare il sogno. Per questo le popolazioni arretrate amano perdere molto tempo in chiacchiere e discorsi ampollosi.
Figli del barocco, amanti del complicato, del vistoso e del ridondante. Chi ha avuto la terribile esperienza di ascoltare dall’inizio alla fine un discorso di Fidel Castro sa cosa intendo.
Ma il vero mito che hanno i poveri e quello dell’autorità. Per loro l’anarchia è il peggiore dei mali. In Zambia ci si inginocchia davanti alle Mercedes dei capi.
Il povero che conta solo sull’elemosina ha già perso la sua dignità e a lui non resta che inginocchiarsi e implorare.
Se il principe sbaglia è colpa dei cattivi consiglieri. Da qui sembra trarre origine quella specie di sacralità dello stato.
In Africa un figlio non può costruire una capanna migliore di quella di suo padre, lo disonorerebbe, e l’onore è tutto. Perciò si perpetua nei popoli sottosviluppati una povertà contenta e superba.
Come una passività conservatrice, del resto, per tornare al nostro parallelo, gli antichi proverbi non insegnavano forse larassegnazione?
Un altro mito deleterio è il mito del popolo. E qui la figura di Papa Francesco sembra uscire dagli anni più bui delle missioni sudamericane.
Per Settembrini il populismo significa essenzialmente che gli ultimi saranno i primi. Il tutto si fonda sulla vecchia visione sanfedista – e quindi reazionaria – per cui il vero popolo è quello analfabeta e senza scarpe che gli intellettuali corrompono.
Parliamo di uno sviluppo aberrante di taluni concetti religiosi che favoriscono l’attitudine al sogno e alla vociante rivendicazione.
Un esemplare di questa aberrazione fu  Don Milani, il quale riteneva che voler bene al popolo significasse renderlo consapevole della propria superiorità  rispetto al borghese.
Il mito del Popolo implica il mito della cultura proletaria. Ma la cultura proletaria non esiste, lo sapevano bene sia Bukowski che Pajetta: “ma qual è l’estetica del povero? L’estetica del povero è il brutto”.
Appiccicato al mito del Popolo e della cultura popolare sta sempre il perniciosissimo mito della rivoluzione.
Guarda caso i paesi che hanno avuto una antica tradizione di libertà non sono rivoluzionari. Se c’è un popolo moderno e insieme amante delle tradizioni questo è il popolo inglese, e lo stesso dicasi del popolo svizzero – buon ultimo nel concedere il voto alle donne.
Irrazionalità, anarchia di fatto, utopia e violenza sono invece tipici dei popoli rivoluzionari, quello boliviano per esempio, che ha conosciuto il 190 rivoluzioni in 160 anni di esistenza.
Se i popoli tradizionalmente liberi sono moderatamente conservatori è perché la loro condizione li ha resi più disposti ad accettare la realtà, e quindi ad accettare l’esistenza di una diseguaglianza di fatto tra gli uomini.
L’unica eguaglianza che pretendono è quella dei diritti, ovvero quella della dignità personale.
Ma in certi ambienti missionari – su cui vedo ancora padre Gheddo scuotere silenziosamente il testone – la “partecipazione allo stesso corpo e allo stesso sangue di Cristo” deve livellare anche socialmente ed economicamente chi partecipa.
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Molti missionari cristiani d’impostazione “classica” accusano di “individualismo” le moderne società, e ciò sembra dipendere da una certa nostalgia per il villaggio medievale.
L’individualismo sembra invece prerogativa del mondo rimasto sottosviluppato.
Esempio,   guardiamo al nostro Sud: badare ai fatti propriera considerato come la condizione fondamentale del vivere onesto.
Nei poveri c’è spesso un antistatalismo perverso: l’eredità di un cattivo governo crea odio verso l’autorità dello Stato, tutto cio’ impedisce la collaborazione, frena l’economia e crea povertà. Poveri e improduttivi, essi tenderanno a chiedere tutto allo stato.
Si può essere così un paese sostanzialmente socialista, con interventi pesanti dello stato in economia, ed al tempo stesso estremamente individualista, in cui l’autorità, lo stato, appaiono sempre in veste di nemici.
Quando lo stato non pensa al bene pubblico ma elargisce elemosine, la sua presenza si fa invasiva e, al contempo, la lotta tra i derelitti per accaparrarsi l’elemosina rende tutti delle iene.
Il triste destino del missionario tradizionale è spesso quello di divenire un imprenditore dell’invidia. L’invidia è un sentimento tipico dei paesi poveri. In Guinea-Bissau, tanto per dire, nessuno deve emergere sugli altri, nessuno può arricchirsi. L’invidia si istituzionalizza nell’odio di classe. Se c’è stato un missionario sempre attento a scansare insidie del genere, questi è stato padre Gheddo.
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Forse il missionario alla Zanotelli farebbe bene a notare che il ricco delle società moderne è ben diverso da quello delle società antiche. Oggi la vita di un imprenditore, di un banchiere, di un manager è molto più impegnata di quella di un operaio o di un contadino.
I grandi lussi – si pensi alle costose Cattedrali medievali che potevano contenere tutta la popolazione della città o ai superbi palazzi rinascimentali – appartengono al passato più che al presente.
Lo spreco di oggi – che chiamiamo consumismo – è fatto perlopiù dall’uomo comune, il che significa che nella società moderna la ricchezza ha raggiunto per la prima volta nella storia la massa degli uomini.
Il missionario alla Zanotelli – reso immune dalla sua bontà per antonomasia – a scuola non studia una sola pagina di storia dell’economia, dopodiché quando cede ad uno spazio pubblico non parla che di economia confondendo bellamente il capitalismo con l’economia antica, feudale, o al massimo mercantilistica.
Padre Gheddo, al contrario, su questi temi ci andava con i piedi di piombo, faceva capire che il problema della povertà risiede innanzitutto nei poveri stessi, che la radice ultima di povertà e ricchezza era la cultura più che la sopraffazione. Una cultura pauperista che, ahimé, i poveri condividevano spesso con molti di coloro destinati al loro aiuto.
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